Bān Zhāo 班昭, nota anche col nome di Cáo Dàgῡ (曹大姑 "Onorevole Dama Cáo"), nacque a Fúfēng 扶风, nell'attuale provincia dello Shănxī, intorno al 48 d.C.
Figlia dello storiografo ufficiale degli Hàn anteriori Bān Biāo 班彪, di cui continuò l'opera, fu sorella minore del poeta e storiografo Bān Gù 班固 e di Bān Chāo 班超, il generale che scacciò gli Xiōngnú 匈奴 dal bacino del Tarim (塔里木盆地 “tǎlǐmù péndì”).
Alla morte di Bān Gù nel 92, continuò l'opera del padre e del fratello, ovvero la stesura del “Libro degli Hàn anteriori” (漢書 “hànshῡ”). Sebbene la tradizione minimizzi il suo intervento, circoscrivendolo alla compilazione di otto tavole cronologiche e al capitolo relativo all'astrologia e all'astronomia, sembra doverle essere attribuita la redazione finale dell’intera opera.
Fu inoltre istitutrice delle dame di palazzo dell'imperatore Hé 漢和帝, che regnò dall’88 d.C. al 106 d.C.
Bān Zhāo fu anche poetessa e prosatrice: l'antologia dei classici “Wénxuān” 文選, compilata da Xiăo Tóng 蕭統 nel VI° secolo d.C., raccoglie una parte dei suoi scritti tra cui un “fù” 賦, relativo ad un viaggio verso oriente, che avrebbe poi ispirato l'opera di Pān Yuè 潘岳.
Il suo scritto “Ammonimenti alle Donne” ( “nǚ jiè” 女誡 ) è stato recentemente attaccato dai movimenti femministi in quanto inviterebbe le donne a sottomettersi e ad accettare a priori una condizione di secondo piano.
Nel giudicare tale opera, occorre tuttavia tener conto del sistema sociale dell’epoca in cui visse Bān Zhāo, che assegnava alla donna un ruolo subordinato e che non avrebbe certamente tollerato aperte rivendicazioni di autonomia femminile.
Si deve, comunque, constatare che, sul piano personale, Bān Zhāo si realizzò pienamente: fu infatti una donna di grande cultura, scrittrice, poetessa, storiografa e istitutrice, lasciando una traccia importante in numerosi settori che sembravano allora di quasi esclusiva pertinenza maschile.
Bān Zhāo morì intorno al 117 d.C.
AMMONIMENTI ALLE DONNE
Prologo
Sono una donna stupida e ignorante, una persona tutt’altro che brillante (1), ma ho beneficiato dell’influenza positiva di mio padre e degli insegnamenti di colei che è stata mia madre e la mia maestra. All'età di quattordici anni sono entrata per matrimonio a far parte della famiglia Cáo. Da allora sono ormai trascorsi più di quarant'anni , durante i quali ho continuato ad essere tormentata dall’incertezza, temendo sempre di essere messa da parte e umiliata, con gran disdoro per i miei genitori e vergogna per me nella famiglia e nella società. Ho lavorato duramente giorno e notte, mi sono data da fare senza mai lamentarmi della fatica, ma ora infine ho imparato come sfuggire alle mancanze in cui possono incorrere le donne. Essendo ignorante e negligente di natura e non avendo alcuna esperienza nell' educare la prole, ho sempre temuto che mio figlio Gǔ non avrebbe saputo rendere onore alla illustre dinastia che gli ha concesso di usare un sigillo d’oro e di indossare abiti di porpora (2), straordinario privilegio al quale io, umile suddita, non avrei mai osato pensare. Mio figlio è ormai in grado di prendersi cura di sé stesso e quindi non devo più preoccuparmi di lui. Rimpiango tuttavia di non aver gradualmente istruito e formato le mie figlie, che sono ora in età matrimoniale e che non conoscono ancora l'etichetta femminile. Temo che facciano brutta figura quando si sposeranno recando vergogna agli antenati ed imbarazzo alla loro famiglia d’origine. Sono gravemente malata e non so quanto mi resti ancora da vivere. Ogni volta che penso alla vostra impreparazione, figlie mie, mi sento triste. Per questo, sfruttando i momenti di tempo libero, ho scritto sette capitoli di consigli dedicati alle donne. Spero che ognuna di voi, figlie mie, ne faccia una copia che possa tornarle utile. Sforzatevi, d’ora in poi, di mettere in pratica questi consigli.
Capitolo I
Umiltà e modestia. (3)
Le usanze degli Antichi prevedevano che, il terzo giorno successivo alla sua nascita, una bimba venisse deposta sotto il letto, che le venisse posto in mano un coccio di terracotta e che la sua venuta al mondo fosse annunciata agli antenati offrendo loro un sacrificio. (4)
Deporre la bimba sotto il letto significava che doveva essere umile e modesta, in altre parole che doveva essere sottomessa.
Donarle come giocattolo un coccio di terracotta significava che era destinata a svolgere lavori manuali, in altre parole che doveva essere una buona massaia.
Annunciare la sua nascita agli antenati significava che sarebbe stato suo compito occuparsi dei sacrifici, in altre parole assicurarsi che si continuasse a rendere omaggio agli spiriti degli antenati.
Queste tre usanze simbolizzavano la vita ordinaria di una donna e il rispetto dei riti tradizionali. La donna deve sottomettersi agli altri e rispettarli, dare agli altri la precedenza ed accettare di venire dopo. Se fa qualcosa di buono non deve vantarsene, se fa qualcosa di cattivo non deve cercare di sfuggire alla responsabilità. Deve sopportare le difficoltà e tollerare quando altri sparlano di lei o si comportano male con lei.
Si ritiri tardi, ma si alzi presto per accudire ai propri compiti. Non abbia paura di lavorare né di giorno né di notte. Non rifiuti le incombenze domestiche, facili o difficili che siano. Ciò che deve fare lo faccia sino in fondo, correttamente e sistematicamente, e sarà considerata diligente. Sia gentile e onesta, per servire bene il marito. Sia pura ed equilibrata per badare bene alle proprie faccende. Non spettegoli e non rida senza motivo. Lavi, purifichi e disponga in ordine cibi e vini per le offerte agli antenati. Se rispetta queste regole, si potrà dire che è una che conserva la tradizione delle offerte agli antenati.
Capitolo II
Marito e moglie
I ruoli distinti del marito e della moglie corrispondono alla differenza tra yīn e yáng (5) e legano le persone agli antenati e agli dei. Essi sono davvero il principio basilare che governa il Cielo e la Terra ed il grande fondamento delle relazioni umane. Per questo il “Libro dei Riti” (6) celebra l’unione tra l’uomo e la donna e, nel “Libro delle Odi” (7), il primo componimento esalta il matrimonio. Ecco perché queste relazioni non possono non essere importanti.
Un marito indegno non dirige la moglie. Una moglie indegna non serve il marito. Il marito che non dirige la moglie viola e trascura il principio d’autorità. La donna che non serve il marito viola e distrugge la relazione corretta tra i coniugi e l’ordine naturale delle cose.(8) Di fatto queste due cose hanno lo stesso scopo.
Pensiamo ora agli uomini della nostra epoca. Essi sanno che devono dirigere le loro mogli e che per poterlo fare hanno bisogno di regole che garantiscano la loro autorità. Perciò spingono i loro figli maschi a studiare e a leggere libri. Dovrebbero però anche capire che occorre che i mariti siano serviti bene, che i riti siano rispettati e che la relazione tra i coniugi sia impostata e mantenuta correttamente. Perché allora far studiare i maschi e non far studiare le femmine? Non si ignora in questo modo l’essenza dei rapporti che intercorrono tra marito e moglie? (9) Secondo il “Libro dei Riti”, un ragazzo dovrebbe imparare a leggere cominciando dall’età di otto anni ed essere pronto a ricevere un’educazione all’età di quindici anni. (10) Perché le bambine non dovrebbero ricevere la stessa educazione che ricevono i ragazzi?
Capitolo III
Rispetto e flessibilità
Come yīn e yáng non sono della stessa natura, così uomo e donna hanno caratteristiche diverse. La qualità distintiva dello yáng è la solidità, la qualità distintiva dello yín è la cedevolezza. L’uomo è onorato per la sua energia, la donna è graziosa per la sua gentilezza. Ecco da dove nasce il proverbio: ”Se hai un figlio maschio, che deve essere forte come un lupo, preoccupati che non mostri debolezza; se hai una figlia femmina, che dovrebbe essere timida come un topolino, preoccupati che non mostri la grinta di una tigre”. (11)
Per la coltivazione di se stessi, nulla eguaglia il rispetto verso gli altri. Nulla si adatta alla rigidità meglio della flessibilità. Pertanto si può dire che un comportamento rispettoso e accomodante è la regola fondamentale che deve essere seguita dalla donna. Si può anche dire che il rispetto del marito non è altro che attenersi a ciò che ha valore permanente e che la flessibilità di fronte al marito non è altro che mostrarsi liberale e generosa.
La moglie devota di natura sa stare al proprio posto. La moglie liberale e generosa stima il marito, lo onora e lo serve. Tuttavia, il marito e la moglie,pur trovandosi bene insieme e non rimanendo mai lontani l’uno dall’altra, devono evitare un’eccessiva familiarità, perché, se stanno sempre l’uno accanto all’altra nella stessa camera, saranno presi dal desiderio e si lasceranno andare. Da un tale modo di comportarsi, nascerà anche un linguaggio troppo libero, che porterà alla licenziosità. Da quest’ultima tuttavia si potrà arrivare ad una mancanza di rispetto per il marito. Ecco qual è il risultato di non saper stare al proprio posto. (12)
Inoltre, il comportamento di una persona può essere franco o contorto; le parole possono essere sincere o false. L’eccessiva franchezza non può non portare alla lite, l’insincerità non può non portare a un rimprovero. Se nascono liti e rimproveri, i rapporti tra i coniugi non possono non guastarsi. Ecco il risultato a cui porta il fatto che una donna non rispetti, onori e serva gli altri membri della famiglia.(13)
La moglie che non rispetta il marito, lo provoca e lo irrita: se il marito non riesce a resistere alla collera, è certo che la picchierà. Ora, la giusta relazione tra marito e moglie è basata sull’armonia e sulla pace e l’amore coniugale è basato su un’unione che funziona bene. Come può resistere un matrimonio se il marito prende a botte la moglie? Come può resistere un matrimonio se i coniugi si insultano a vicenda? Quando non esistono più amore ed armonia, marito e moglie non possono fare altro che dividersi.
Capitolo IV
Le qualità della donna
La donna deve possedere quattro doti: virtù femminile, proprietà di linguaggio, aspetto gentile, laboriosità.
La dote che è chiamata virtù femminile non deve necessariamente esprimersi in una forma eccezionale, diversa da quella delle altre donne.
La proprietà di linguaggio non richiede necessariamente facondia o acutezza di ragionamento.
L’aspetto gentile non esige necessariamente un bel viso o forme perfette.
La laboriosità non implica necessariamente la capacità di compiere un lavoro meglio delle altre donne.
Virtù femminile è proteggere con cura la propria castità, mantenere sempre un atteggiamento irreprensibile, mostrare modestia in ogni gesto e conformarsi sempre ai migliori esempi.
Proprietà di linguaggio significa scegliere i vocaboli con cura, evitare le parole volgari, esprimersi a tempo debito e non parlare troppo.
Aspetto gentile vuol dire pulire e spolverare, lavare i panni ed indossare abiti in ordine, lavarsi la testa, fare il bagno regolarmente e curare la pulizia della propria persona.
Per laboriosità si intende cucire e tessere, non perdersi in pettegolezzi e stupide risate, preparare i pasti per accogliere degnamente gli ospiti.
Queste quattro doti riassumono la più grande virtù di una donna. Nessuna donna può vivere senza di esse. In realtà sono facili da possedere: basta che una donna le senta nel fondo del suo cuore. Come dice un antico proverbio: “L’amore è lontano? Se io lo voglio, l’amore è vicino”. La stessa cosa si può dire di queste quattro qualità.
Capitolo V
Sincera devozione
Il “Libro dei Riti” insegna che Il marito ha il diritto di risposarsi, ma la moglie no (14), perciò si dice del marito come si dice del Cielo: non si può sfuggire al Cielo e non si può lasciare il domicilio coniugale. Se uno disubbidisce al Cielo, il Cielo lo punirà. Se una donna viola la decenza e la moralità, il marito la disprezzerà. Perciò nei testi che parlano di donne esemplari leggiamo: "Ottenere l’amore di un uomo riempie la vita di una donna; perdere l’amore del marito vuol dire privare la propria esistenza di ogni significato”.(15) Per questo motivo una donna non può non cercare l’amore del marito. Tuttavia per raggiungere questo obiettivo, non deve ricorrere all’adulazione, alle lusinghe o ad una facile ricerca dell’intimità. Il miglior metodo da seguire è invece concentrarsi su un rapporto corretto tra i coniugi. La moglie deve condurre una vita casta, conforme ai riti e al retto comportamento. Non deve ascoltare discorsi licenziosi e non deve guardare cose indecorose. Non deve essere appariscente quando si trova fuori casa, ma non deve neppure essere trasandata quando sta in casa. Non deve far salotto, né riunirsi con altre donne per spettegolare e ridere insieme senza ragione, né stare sulla porta di casa per curiosare. SI può dire che una moglie che segue queste regole mostra sincera devozione al marito e si comporta in modo onesto.
Se, al contrario, una donna si mostra frivola in tutti i suoi comportamenti, se vede e sente solo ciò che le piace, se ha i capelli arruffati ed è trasandata nel vestire, se cerca di attirare l’attenzione su di sé quando esce di casa , se parla in modo volgare e non distoglie lo sguardo da spettacoli indecenti, si può dire che non è sinceramente devota al marito e che mostra un comportamento riprovevole.
Capitolo VI
Obbedienza e sottomissione
“Ottenere l’amore di un uomo riempie la vita di una donna; perdere l’amore del marito vuol dire privare la propria esistenza di ogni significato.” Questo proverbio esorta le donne ad essere determinate nella sincera devozione per i loro mariti. Ma è lecito che una moglie devota al marito passi sopra alla volontà del suocero e della suocera? Può accadere che dall’affetto nascano divergenze di opinioni e che anche un comportamento corretto generi dissapori. Immaginiamo che una certa condotta non incontri la riprovazione del marito, ma non piaccia ai suoceri: ecco un caso in cui ci si può domandare come vada interpretato il dovere di obbedienza della moglie. Deve obbedire anche ai suoceri? (16) La soluzione migliore è obbedire, sacrificando, se necessario, le preferenze personali. Se la suocera dice alla nuora “Non far questo!” e ha ragione, la nuora deve obbedire senza discutere. Se la suocera dice alla nuora:”Fai questo!” e ha torto, non cambia nulla, la nuora deve obbedire lo stesso. Una nuora non deve mettersi ad argomentare coi suoceri che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato, non deve discutere con loro ciò che va bene e ciò che non va bene. Questo si chiama obbedienza e sottomissione. Ecco perché i testi che parlano delle donne esemplari affermano”Come potrebbe non essere apprezzata una donna che sia come l’ombra e come l’eco?”.
Capitolo VII
Armonia con i cognati e le cognate
Per guadagnarsi l’amore del marito una donna deve assicurarsi la benevolenza dei suoceri. Per guadagnarsi la benevolenza dei suoceri, deve essere in buoni rapporti con i cognati e con le cognate. Ecco la ragione per cui il favore o il disfavore di una moglie, la stima o il disprezzo che vengono mostrati nei suoi confronti dipendono dall’affetto dei cognati e delle cognate. Una donna ha quindi tutto l’interesse a coltivare cordiali relazioni con i cognati e con le cognate. Le donne che non si rendono conto di questa necessità e che non si sforzano di creare rapporti armoniosi con i cognati e con le cognate per ottenerne l’affetto sono delle stupide. Se si prescinde dai santi, poche persone sono in grado di non compiere errori. Ci si può però correggere. Yán Huí era in grado di farlo e Confucio lo loda per sua capacità di non ricadere una seconda volta nello stesso errore.(17) Le donne sono più soggette alla possibilità di errare di quanto non lo fosse Yán Huí e non sono in grado di raggiungere la perfezione anche se sono dotate di degne virtù femminili e se la natura le ha fornite di saggezza e di discernimento. Tuttavia, se una donna riesce a vivere in armonia con i membri più prossimi della sua famiglia, non sarà criticata all’interno di casa sua. Se invece non c’è accordo tra marito e moglie, la voce si spargerà inevitabilmente all’esterno. Il Libro dei Mutamenti insegna: “ Se due persone sono in armonia, le loro menti sono acute come lame di metallo, le loro parole sono profumate come orchidee.”(18) Questa frase si applica all’armonia all’interno di una famiglia. Una nuora e le sue giovani cognate sono di pari rango, ma ciò non significa che non si debbano vicendevolmente rispetto. Non sono obbligate a provare un profondo affetto reciproco, ma devono coltivare tra di loro rapporti cordiali ed intensi. Soltanto le fanciulle virtuose, gentili, modeste, rispettose e animate dal senso del dovere sono quindi in grado di esprimere un affetto sincero e di accrescere l’amore per creare solide relazioni interfamiliari. Quando ciò avviene, la reputazione di una simile nuora si diffonde dappertutto, mentre rimangono in ombra eventuali difetti ed errori, di cui nessuno parla. I suoceri la lodano apertamente; il marito è soddisfatto di lei. La sua fama si sparge nel distretto e nelle vicinanze. Il suo splendore si riflette sui suoi genitori. Una ragazza stupida, invece, se si trova ad essere la più anziana tra le cognate, abusa del suo rango per mettersi in evidenza, se si trova ad essere più giovane, approfitta dell’amore dei genitori per mostrarsi arrogante. Come può una donna arrogante vivere in armonia con gli altri? Se si abusa dell’amore ed i rapporti non vengono impostati in modo corretto, come si può conservare la propria reputazione? In tal caso, le buone qualità di una moglie resteranno in ombra, mentre tutti parleranno dei suoi difetti. La suocera si arrabbierà con lei, il marito si irriterà. La disapprovazione del suo comportamento si spargerà dentro e fuori casa. La sua cattiva fama, da un lato, sarà fonte di umiliazione per i suoi genitori, dall’altro lato, complicherà la vita di suo marito. Ecco dunque su che cosa si basano l’onore e il disonore, la buona reputazione e la cattiva fama. Una donna non può mai essere troppo attenta e prudente. Perciò, nel ricercare l’affetto dei cognati e delle cognate, nulla risulta più utile che la modestia e la flessibilità. La modestia è il “manico” della virtù (19), la flessibilità è la dote più raffinata di una donna. Tutte le donne che sono fornite di queste due qualità, possiedono i requisiti sufficienti per vivere in armonia con gli altri. Come si legge nel “Libro delle Odi”: “Là amato e qui benvoluto”. (20) La stessa cosa si può dire di queste due qualità: la modestia e la flessibilità.
NOTE
1) Non sono rari gli autori che premettono alle loro opere una prefazione, piú o meno sincera, in cui dichiarano di avere coscienza delle proprie manchevolezze. Questo esercizio di umiltà era assolutamente imperativo per una donna che si azzardasse a scrivere, attività riservata, a quell’epoca, ai soli maschi.
2) Il figlio di Bān Zhāo, Cáo Chéng 曹成, fece carriera nella pubblica amministrazione, ottenne il titolo di marchese di Guānnèi (关内侯 “guānnèi hóu”) e fu nominato Primo Ministro del Regno di Qí (齐国的国相 ”qí guó de guó xiāng”). Il privilegio di avere un sigillo d’oro e di indossare abiti di porpora fu, tra l’altro, conferito anche a Bān Zhāo.
3) I termini 卑( “bēi”) e 弱 (“ruó”) significano rispettivamente “umile “ e “debole”. Questi due aggettivi simboleggiano insieme l’ideale della donna obbediente e sottomessa.
4) Tali usanze erano molto antiche e radicate. Già l’ode intitolata “Sī Gān” 斯 干 , contenuta nel Libro delle Odi (詩 經 “shī jīng”), Odi Minori (小 雅 ”xiăo yă”), Decade di Qí Fù ( 祈 父 之 什 “qí fù zhī shén”) recita:
“Se nasce un maschio, lo si mette a giacere in un lettino,
lo si copre con panni fini , lo si fa giocare con oggetti di giada.
La sua voce sarà squillante, indosserà abiti vermigli
e sarà il signore della casa, il sovrano del paese.
Se nasce una femmina, la si mette a giacere per terra,
la si copre con ruvidi stracci, la si fa giocare con pezzi di coccio.
La sua esistenza sarà insignificante. Si occuperà della cucina
e cercherà di non dare dispiaceri ai suoi genitori.
5) Secondo l’insegnamento tradizionale, la natura maschile corrispondeva allo “yáng" 陽, principio che esprime l’attività, la forza, la solidità, la luce, il calore, mentre la natura femminile corrispondeva allo “yīn” 陰, principio che esprime la passività, la delicatezza, la flessibilità, l’ombra, il freddo. Il buon esito di un matrimonio dipendeva dunque da quella che si potrebbe chiamare l’”armonia degli opposti”.
6) Nel “Libro dei Riti” 禮记 (“lĭjì”), il matrimonio è definito “'inizio di tutte le età”( 萬世之始 "wànshì zhī shǐ "). Cfr. il capitolo 11, intitolato "La singola vittima nel sacrificio ai confini" (郊特牲 "jiāo tè shēng"), par. 35 : “come l’azione congiunta di Cielo e Terra genera tutte le cose, così la cerimonia del matrimonio è l’inizio di tutte le età”( 萬世之始 (天地合而後萬物興焉。夫昏禮,萬世之始也 “tiāndì hé érhòu wànwù xìng yān. fū hūn lǐ, wànshì zhī shǐ yě”). Esso è altresì definito “fonte dei riti” (礼之本 ”lǐ zhī běn").. Cfr. il capitolo 44, intitolato.”Il significato della cerimonia del matrimonio” (昏義 "hūn yì"), par.3 : “la cerimonia del matrimonio è la fonte dei riti” ( 昏禮者,禮之本也 “hūn lǐ zhě, lǐ zhī běn yě”).
7) La prima poesia del “Libro delle Odi”( 詩 經 “shī jĭng” ), intitolata "I falchi pescatori" ( 關 雎 "guān jū") si sviluppa su due piani paralleli: i versi in cui i contadini descrivono la raccolta delle piante acquatiche si alternano a quelli in cui essi raccontano in modo conciso ma vivace il fidanzamento del loro padrone ed il gioioso arrivo della novella sposa.
8) Secondo il Confucianesimo, i rapporti tra marito e moglie fanno parte, insieme con i rapporti tra sovrano e suddito, tra padre e figlio, tra fratello maggiore e fratello minore, tra amico più anziano e amico più giovane ( cioè tra chi può insegnare e chi può imparare), delle cinque relazioni su cui si fonda la società. Tutte queste relazioni comportano un vincolo di subordinazione, ma non sono affatto unilaterali: al dovere di obbedienza e di rispetto di una delle parti corrisponde sempre un dovere di amore, di protezione, di guida e di insegnamento che garantisce l’armonia del rapporto.
9) Bān Zhāo evita accortamente di rivendicare un diritto delle fanciulle a ricevere la stessa educazione dei loro coetanei maschi, ben sapendo che una pretesa di questo tipo sarebbe stata accolta con grande ostilità dagli esponenti del sistema patriarcale allora in vigore. Cerca invece di raggiungere lo stesso risultato per vie traverse osservando che se la funzione delle donne è quella di servire i mariti, compiere i sacrifici tradizionali e garantire con il loro comportamento l’armonia tra i coniugi, tali risultati sarebbero raggiunti molto meglio da una donna colta e capace di ragionare che da una donna ignorante e limitata.
10) Il “Libro dei Riti” 禮記 (“lījì”) riporta nel capitolo “Regole Interne” 內則 (“nèizé”), paragrafi 76-82, una descrizione dettagliata dell’educazione impartita ai ragazzi, che Bān Zhāo riassume qui per sommi capi.
11) L’antico proverbio citato da Bān Zhào sottolinea l’esigenza che i genitori veglino costantemente ad educare i figli maschi e femmine all' osservanza dei rispettivi ruoli sociali, evitando che i maschi mostrino segni di debolezza o di irresolutezza e che le femmine appaiano troppo decise e intraprendenti.
12) Secondo Bān Zhào l’armonia del matrimonio nasce dalla capacità di ciascuno dei coniugi di saper “stare al proprio posto”, cioè dalla rigorosa osservanza dei rispettivi ruoli. L’eccessiva familiarità tra i coniugi porta ad una libertà di comportamento e di linguaggio che confonde i ruoli e pregiudica il buon funzionamento della coppia.
13) Il rispetto della moglie deve essere rivolto principalmente verso il marito, ma deve estendersi anche agli altri membri della famiglia, non essendo evidentemente concepibile che una donna si mostri scortese verso i suoceri o verso i cognati.
14) Nell’antica Cina, un uomo poteva divorziare dalla moglie, ma la moglie non aveva tale aveva tale diritto. L’uomo poteva inoltre avere delle concubine. Un'altra convenzione sociale, ispirata all’idea che il marito fosse stato attribuito ad una donna dal Fato, impediva alle vedove di risposarsi. Si diceva perciò che, per una donna,il marito si identificava col Cielo, cioè con il suo Destino.
15) Non sono riuscito ad individuare un testo intitolato 女憲 (nǚ xiàn), espressione che si potrebbe tradurre con “modelli per le donne” o “esempi per le donne” e quindi anche con “esempi di donne” o “donne esemplari”. Quest’ultima interpretazione appare giustificata dal fatto che il termine 女憲 figura ai paragrafi 16 e 17 del cap. 82, intitolato “Biografie di donne esemplari”( 列女傳 “ liè nǚ zhuán”), della Seconda Parte della “Storia degli Hàn posteriori(”( “列女傳 後漢書 ”hòu hànshῡ”). Nella mia traduzione ho quindi fatto riferimento, in generale, ai “testi che parlano di donne esemplari”.
16 ) Mi sembra che, se il caso qui prospettato implicasse un contrasto tra il marito e i suoceri della donna, il dovere di obbedienza imporrebbe alla moglie di prendere le parti del marito. Quest’ultimo violerebbe però, per quanto lo riguarda, il suo obbligo di obbedire ai genitori e di mostrare rispetto verso di loro.
Occorre dunque immaginare che i suoceri disapprovino un comportamento che il marito non impone né impedisce, ma lascia alla libera determinazione della moglie.
Si può pensare che, in tal caso, la moglie non sia obbligata a rinunciare al proprio libero arbitrio, ma Bān Zhào consiglia anche qui alla donna di sacrificarsi e di mettere da parte le proprie preferenze personali per non compromettere i rapporti con i suoceri e quindi l’armonia della famiglia di cui è entrata a far parte.
17) È qui citato il paragrafo 3 del Sesto Capitolo dei “Dialoghi di Confucio”:
Al duca Āi, che gli domandava quale dei suoi discepoli fosse il più diligente nello studio, il Maestro rispose:
“ Il migliore dei mei allievi era Yán Huí. Non si adirava mai con nessuno. Non ripeteva mai lo stesso errore. Purtroppo, il destino non gli ha concesso di vivere a lungo. Da quando è morto, non ho ancora incontrato nessuno che amasse lo studio come lo amava lui.”
18) Nel “Libro dei Mutamenti” ( 易经 “yì jīng”), “Gran Commento” ( 系辞 “xì cí”), Parte Prima, cap. 8, si legge: “二人同心,其利斷金。同心之言,其臭如蘭" ( “ Èr rén tóngxīn, qí lì duàn jīn. Tóngxīn zhī yán, qí chòu rú lán”), vale a dire: ” Quando due persone sono in armonia, le loro menti sono acute come lame di metallo, le loro parole sono profumate come orchidee".
19) L’espressione 德之柄 (“dé zhī bǐn”), letteralmente “manico della virtù” è un’espressione idiomatica usata per dire che la modestia è lo strumento fondamentale a cui le donne possono far ricorso per coltivare la virtù.
20) L’ode intitolata “Gli Aironi” ( 振鷺 “zhèn lù”) , contenuta nel “Libro delle Odi” (詩 經 “shī jīng”), “Odi del tempio e dell’altare degli Zhōu” (周頌 ”zhōu sòng”), “Decade di Chén Gōng”” ( 臣工之什 “chén gōng zhī shén” ) recita:
“Vola uno stormo d’aironi sulle paludi là ad ovest.
Come loro vengon gli ospiti con eleganti carrozze.
Benvoluti nei loro stati, ben accolti qui da noi,
Sicuri in ogni momento di godere eterna fama.”
振鷺于飛、于彼西雝。
我客戾止、亦有斯容。
在彼無惡、在此無斁。
庶幾夙夜、以永終譽。
Il senso del riferimento è che la modestia e la flessibilità sono qualità apprezzate ovunque esse si manifestino.