Chén Yùhóng, nata il 5 luglio 1952, è una poetessa e traduttrice taiwanese. Dopo avere soggiornato per qualche tempo a Vancouver, in Canada, vive attualmente a Taipei.
È autrice di otto raccolte di poesie.
In mezzo
Tra luce ed ombra, tra apparenza e realtà, tra tempo e spazio,
tra riunirsi e separarsi, tra affondare ed emergere, tra caldo e freddo, tra movimento e quiete, tra andare e stare, tra leggerezza e gravità,
fino a confondersi, ossessivamente, tra la vita e la morte, tra me e te.
È questo il legame, questo il piccolo spazio capace di accoglierci.
È un qualcosa di quasi astratto, qualcosa di indefinito, ma estremamente generoso.
In mezzo a tutto ciò che accade.
之間
光影之間,虛實之間,時空之間。
聚散沈浮冷熱動靜去留輕重
以致迷悟死生之間,你我之間。
這介系,這容納我們的方寸。
這幾乎抽象的,因為不確定而極寬大的
一切生發之間。
陳育虹
Il pino che ha raggiunto il nirvana (1)
I
Nella posizione del loto (2),
tutto cosparso di licheni (3),
immagine del meditare (4),
calmo e tranquillo più d’un gatto (5),
puro quasi come pioggia (6),
imperturbabile qual pietra (7),
sprezzante d’uccelli ed insetti (8),
dentro e fuori di tempo e spazio (9),
ambiguo, polisemantico (10),
pianta di natura felina,
il mio pino giunto al nirvana.
II
Che sia inverno o primavera,
le stagioni non lascian segno
su quest’angelo alto tre piedi (11),
baldacchino di verdi rami (12)
simili a catene di monti,
giovani dorifori greci (13)
ordinati in opposte schiere. (14)
Questo bronzeo rilievo classico (15)
sa resistere ad ogni usura.
Vi scorrono sopra senza traccia (16)
l’ombra d’una farfalla in volo,
la limpida luce del giorno, (17)
rumori d’auto, parole
di gente e latrati di cani.(18)
NOTE
1) Il termine 羅漢 (“luóhàn”), corrispondente al sanscrito “arhat” (“अर्हत्”), vale a dire degno”,”meritevole”, derivante dalla radice verbale “ahr” (“meritare”), indica, nel buddhismo della “scuola degli anziani” (“theravāda”), un individuo che ha raggiunto il “nirvana”, liberandosi da tutte le passioni, e che si è così sottratto al “samsara”, il ciclo infinito delle reincarnazioni.
Nel buddhimo del “grande veicolo” (“mahāyāna”), tale figura è tuttavia considerata inferiore al “bodhisattva”, cioè a colui che, pur potendo accedere al “nirvana”, vi rinuncia per altruismo, accettando di rinascere innumerevoli volte finché resteranno al mondo esseri senzienti non illuminati.
2) Ho così tradotto il termine 趺坐(“fῡzuò”), cioè “sedere a gambe incrociate”, che descrive la posizione tipica di chi medita. La “posizione del loto o “padmāsana” पद्मासन (dalle voci sanscrite "padma" che significa "loto" e "āsana" che significa "posizione") è una delle “posizioni sedute” dello Hathayoga o “yoga della forza”. Essa mira a rilassare il corpo e a favorire la meditazione.
3) Il tronco del pino appare come “immerso”, ”fuso” nei licheni da cui è coperto. Il termine 融入 “róngrù” significa “immergersi”, “fondersi”. “integrarsi”, “assimilarsi”.
4) I termini 丹 (“tàn”) e 青 (“qīn”), “rosso e azzurro”, indicano i colori fondamentali un tempo usati in pittura e formano insieme una metafora di “immagine”,”dipinto”.
5) La serenità e la calma conseguite con la “posizione del loto” possono essere paragonate all’atteggiamento estremamente composto di un gatto che si riposa.
6) L’acqua piovana, che, un tempo, scendeva incontaminata dal cielo è qui presa come simbolo di purezza. Nelle condizioni attuali di inquinamento ambientale la metafora appare alquanto discutibile.
7) Si usa dire “duro come una roccia” per indicare una totale impermeabilità alle emozioni e alle passioni.
8) L’espressione 蟲鳥不驚 ( “chóng niǎo bù jīng”, “incurante di insetti e di uccelli”), esprime la stessa idea di insensibilità a tutte le sollecitazioni esterne.
9) L’uomo che ha raggiunto l’”illuminazione”non è più condizionato dalle usuali categorie del “tempo” e dello”spazio”. Egli si muove contemporaneamente all’interno e all’esterno di queste categorie.
10) L’aggettivo 多義 “duōyì” indica un oggetto che può essere interpretato in vari modi, un termine che può avere molteplici significati.
11) Il termine 飛天 (“fēitiăn” “colui o colei che vola nel cielo”) è normalmente usato per indicare una “apsara” अप्सरस्) , ninfa celeste di grande bellezza, che troviamo nella mitologia hindu. Nel buddhismo, questo termine è utilizzato per indicare, in generali, gli spiriti delle nubi e delle acque.
12) La traduzione letterale del verso sarebbe “fluttuante baldacchino...pinnacolo verdazzurro” (施寶蓋……疊翠 “shī bǎogài……diécuì”), espressione che ho un po’ condensato e ridotto al fine di mantenere lo schema metrico scelto per la traduzione. Ho interpretato come “baldacchino” il termine 寶蓋 (“bǎogài”), letteralmente “copertura preziosa”).
13) Troviamo qui una successione di similitudini: pinnacoli verdazzurri 疊翠 (“diécuì”) che imitano “catene di monti” (重巒“chóng luán”) simili alle “schiere di giovani lancieri” (持矛的少年 “chí máo de shàonián”) scolpite sui fregi dei templi greci.
Il termine 重巒 “chóng luán”, che indica catene di montagne composte da cime di diversa altezza che si sovrappongono le une alle altre, ci ricorda i rami dei pini che si sovrappongono verticalmente gli uni agli altri dal basso verso alto.
Se si guarda da una prospettiva orizzontale, i rami appaiono invece ordinati gli uni accanto agli altri in una sorta di schieramento che ricorda le processioni di fanciulle, di giovani armati e di cavalieri raffigurate nei fregi degli antichi templi greci (si veda ad esempio il fregio del Partenone, conservato al British Museum di Londra).
14) Si può immaginare che la poetessa abbia visto scolpita sul fregio di un tempio greco una processione di dorifori che, dai due lati, confluiscono verso il frontone e sono quindi “ordinati in opposte schiere” (對立式平衡一座 “duì lì shì pínghéng yīzuò”). Non sono però riuscito a trovare questo modello. L’esempio che mi viene in mente è invece quello dei lancieri persiani scolpiti sulle pareti del palazzo dell’Apadana a Persepoli.
15) Il pino viene qui paragonato ad un bassorilievo dell’antichità classica. L’aggettivo “bronzeo” (青銅 “qīngtóng”) si spiega con il colore verde brunito tipico delle antiche sculture in bronzo.
16) Ritorna qui il tema del pino insensibile a qualsiasi influenza esterna così come risulta libera da qualsiasi passione la persona che ha raggiunto il nirvana.
17) La”carta bianca della luce del sole” (日照的白紙 “rìzhào de báizhǐ”) mi sembra una metafora impiegata per indicare semplicemente la luce del giorno e, per estensione, il trascorrere dei giorni, il passare del tempo.
18) La serenità suprema del pino si innalza simbolicamente al di sopra degli affanni della vita, rappresentati in sintesi da un elenco dei rumori della vita quotidiana.
羅漢松
他趺坐
融入地衣
冥想的丹青
比貓更安靜
乾淨,更接近
雨的乾淨
石頭的安靜
蟲鳥
時空有無
歧義
多義
一株貓科植物
我的羅漢松
季節沒有痕跡
以冬,以春
以飛天,去地三尺
施寶蓋……疊翠
重巒的擬態
以持矛的少年在希臘
對立式平衡一座
青銅雕
經典,經得起消磨
蝶影掠過
日照的白紙
沒有痕跡
車聲人聲犬吠聲
Geometria (1)
Guarda,
ora riporto allo stato selvaggio
l’intero giardino:
scoiattoli, fagiani dorati,
conigli e cespugli (2),
il miscanto (3) con l’erba di San Paolo (4).
Scompongo la geometria del giardino
in triangoli, poligoni, piramidi e sfere.
Ora che è autunno
lascia ch’io ridisegni questo mondo.
Il mio viso riflesso nello specchio
non è simmetrico.
Luce ed ombra mostrano qualcosa,
ma ancor più è ciò che celano,
senza mai metterlo a fuoco.
Questo è il punto.
È l’autunno,
è l’epoca degli uccelli vagabondi,
delle migrazioni,
delle poesie sulla stagione
in cui fioriscono ninfee e crisantemi,
delle canzoni brevi
come rugiada mattutina.
L’ultimo quarto di luna
fluttua sull’acqua del fiume
come se bussasse ad una porta.
Galleggia simile ad un guscio d’uovo.
È arrivata la notte,
la notte. (5)
Si riproducono in modo asessuato
le felci con le quali son costruiti
i nidi degli uccelli,
mentre gli astri correggono le bozze
in alfabeto braille.
I pipistrelli, appesi a testa in giù,
drogati e strafatti dal passar del tempo,
trasmettono attraverso la laringe
onde sonore che per le orecchie
sbirciano nel mio mondo
e s’approssimano al punto critico.(6)
NOTE
1) Il termine 幾何 “jīhé”, che significa “quanto?”,” quanti?”, fu per la prima volta usato per designare la “geometria” nella traduzione cinese degli “Elementi di Euclide”, effettuata da Matteo Ricci in collaborazione con il letterato Xú Guāngqǐ 徐光啓 e pubblicata nel 1607.
2) Il termine草菅 “căojiàn”, composto dai caratteri 草(“căo”)= “erba” e 菅 (“jiàn”)=”Themeda triandra”, una specie di graminacea molto diffusa in Asia, è qui usato nel senso di “erbacce”. È spesso impiegato anche in senso metaforico per indicare qualcosa di insignificante.
3) Il miscanto (芒 “máng”), nome scientifico “Mischantus sinensis”, è una pianta perenne della famiglia delle graminacee assai diffusa in Asia.
4) L’erba di San Paolo ( 冇骨消 “mǎo gǔ xiāo”),nome scientifico “Sigesbeckia orientalis”, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle asteracee.
Tutte le piante summenzionate crescono spontaneamente in terreni incolti.
5) Questi versi descrittivi colgono bene la leggera malinconia della stagione autunnale
6) Non mi avventuro nella decifrazione degli ultimi versi che appaiono alquanto criptici. Libero ciascun lettore di interpretarli come meglio crede.
幾何
你看
我把一整座花園
野放了:松鼠環頸雉
兔兒草菅芒冇骨消
把園子裡的幾何圖形
一一破解:一些重複的
三角形多邊形球體錐體
既然是秋天我重新
界定這個世界
鏡子裡我的臉並不對稱
光影透露一些卻隱蔽更多
並不聚焦
這是一個臨界點
既然秋天既然迷鳥候鳥
季節的欒花菊花一首
短歌如朝露既然
下弦月漂在水面像敲開的
蛋殼到了夜晚到了夜晚
鳥巢蕨無性繁殖
星星校對著點字文
時間用藥過量時間的蝙蝠
倒掛著用喉結傳送音波
用耳朵窺看我的世界
接近臨界