sulle rive del fiume azzurro
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"Mòshàng sāng" ( 陌 上 桑 "Gelsi sul sentiero" o "Il sentiero dei gelsi") è una delle poesie di origine popolare raccolte nella famosa "Yuèfŭ Shījì"  (樂 府 時 記 "Antologia dell'Ufficio della Musica"), compilata intorno al 12° secolo d.C. da Guō Màoqiàn 郭 茂 倩, nella quale figurano composizioni che vanno dall'epoca preistorica fino alla dinastia Táng 唐 朝 . (1)

Questa ballata anonima dell'epoca Hàn 漢 朝  ispirò in seguito numerosi poeti tra cui Lĭ Bái  李 白 , che trattò il tema di Luó Fū  羅敷 nel suo "Canto della primavera" (春 歌 "Chūn gē").

Essa ricorda, per soggetto e per svolgimento, le "pastorelle" della nostra letteratura medioevale, componimenti poetici nei quali era messo in scena, su uno sfondo agreste, un contrasto tra un cavaliere ed una pastorella: il primo cercava di sedurre la fanciulla, la seconda, dopo un animato battibecco, finiva per accettare o per respingere le audaci proposte del cavaliere. Spesso la fanciulla riusciva a sottrarsi all'importuno corteggiamento con una battuta di spirito o con qualche astuta trovata che spiazzava il galante.

Nel " Sentiero dei gelsi" la trovata è il marito importante con cui il seccatore avrà a che fare se continua ad importunare la fanciulla.

Luó Fū (2), infatti, pur essendo soltanto una contadinella, è vestita con molta eleganza ed ha una certa distinzione, cosa che potrebbe farla passare per una "dama" che si diverte a giocare alla "raccoglitrice di foglie di gelso" (proprio come Maria Antonietta si divertiva a giocare alla "pastorella" nei prati che circondavano il Petit Trianon).

Accorgendosi del dubbio che il suo aspetto raffinato ha fatto sorgere nell'animo del corteggiatore, ella ha la prontezza di tirar subito fuori un marito ricco e potente, che per di più è anche un militare, cioè un uomo abituato a menare le mani.

Tutto il sapore della poesia sta in questa invenzione, che Luó Fū arricchisce ingegnosamente di una quantità di particolari per renderla più credibile.
Infatti, se Luó Fū fosse veramente una dama e la moglie di un pezzo grosso, l'elenco dettagliato delle cariche del marito e l'insistenza sulle funzioni di rilievo da lui svolte non avrebbero nulla di simpatico e sarebbero solo una manifestazione di arroganza e di alterigia.

Nella traduzione ho cercato di conservare il ritmo semplice e divertente della ballata popolare.







                                                               IL SENTIERO DEI GELSI


Il sole che si leva                    ad est della città                risplende sulla casa         della famiglia Qín.

Una ragazza abita                  nella casa dei Qín,             una bella fanciulla           che chiamano Luó Fū.

Luó Fū conosce i gelsi           che nutrono i bachi.            Ne raccoglie le foglie      accanto alle mura.

Le servon da canestro           nastri di seta blu.                Un rametto di cassia       da manico le fa.

Tiene i capelli in crocchia      al sommo della nuca.          Un luccichio di perle       copre le orecchie.

È di seta dorata                      il suo bel grembiule,           di broccato amaranto        il suo bel corsetto.
 
Il viandante che in strada       le passa vicino                   deposita il suo sacco        e si liscia i baffetti.
   
La scorge un giovanotto        e subitaneamente               compare la bandana        al posto del cappello.

Dimentica l’aratro                  allora il contadino,               si scorda l’ortolano          di usare la zappa.

A casa li attendono               rabbia e vituperi.                 “Anche a casa, vergogna,  pensi solo  a Luó Fū !”.

Giunge un governatore        dalle terre del sud.               I suoi cinque cavalli         s’arrestan  frementi.

Le manda un ufficiale          perché vuol sapere               che famiglia si vanti        di tanta bellezza.

Risponde la fanciulla          “Il mio cognome è Qín.          Il nome che m’han dato?  Mi chiamano Luó Fū”.

Desideran sapere              quale sia la sua età.              “Quindici anni” risponde     da tempo ho compiuti

Ma dai vent’anni sono       bastante lontana “                 D’un tratto il dignitario  le domanda così :

“Un giretto in carrozza?   Lo vorresti fare?”.                   Luó Fū lo fissa in volto  e  gli risponde ferma:

“Mi sembrate uno sciocco  signor governatore               se cercate avventure  pur avendo una moglie.

Per quanto la riguarda   Luó Fū ha un marito.                un militare di stanza   dalle parti  dell’est.

Comanda un reggimento  di mille cavalli.                       Ma per riconoscerlo  quali segni vi do?

Monta un cavallo nero, che ha le briglie d’oro.               Ne avvolgono la coda  nastri di seta blu.

Un puledrino bianco  gli  trotta di lato.                            Un brando cesellato al fianco cinto egli ha,

un’arma assai pregiata  di immenso valore.                    A quindici anni  egli era  aiuto del prefetto

Capitan della guardia  diventò a vent’anni.                    Consigliere di corte, con soli trent’anni.

A quarant’anni appena  va a governar città.                  Ha la pelle ben chiara  senza nessuna macchia .

Una barba foltissima  sul viso  gli cresce.                     Vedi con che eleganza gira per le sale.

Con quale sicurezza entra nei palazzi.                          Nelle grandi assemblee non appena lui parla

esclaman tutti quanti: “Che uomo senza pari!”.





NOTE

(1) La ballata “Il Sentiero dei Gelsi” figura già nel “Yùtái Xīnyŏng” (玉 臺 薪 詠  “Nuove Canzoni della Terrazza di Giada”), una raccolta di canti popolari pubblicata nel VI° secolo d.C.

(2) Il nome Luó Fū 羅 敷può essere interpretato come “raccoglitrice e spargitrice (di foglie di gelso)”. Tra i significati del termine 羅 (“luó”) figura infatti quello di “raccogliere”, tra i significati del termine 敷 (“fū”) quello di “distribuire”, “spargere”. Raccogliere le foglie di gelso e spargerle sul pavimento di appositi locali perché fornissero il cibo ai bachi da seta era una delle attività tipiche della sericultura ed era normalmente riservata alle donne.







                                                              陌    上    桑

                                               mò   shàng  sāng



日      出     東       南      隅,    照     我     秦    氏    樓,
Rí     chū   dōng   nán     yú,    zhào   wŏ   Qín   shì    lóu. .

秦      氏      有       好      女,   自     名     為    羅    敷。
Qín   shì     yŏu    hăo     nǚ,      zì    míng  wéi  Luó  Fū.

羅      敷      喜      蠶      桑,    采    桑       城       南     隅。
Luó   Fū      xī      cán    sāng,   căi   sāng chéng   nán   yú..

青       絲     為     籠       系,    桂    枝     為     籠     鉤。
Qíng   sī    wéi     lóng     xì,      guì   zhī    wéi   lóng  gōu.

頭       上      倭     墮      髻,  耳       中       明     月     珠。
Tóu  shàng  wŏ    duò      jì,      ĕr    zhōng  míng  yuè   zhū.  

緗         綺     為     下       裙 , 紫   綺   為      上     襦。
Xiāng   qĭ     wéi    xià      qún,   zĭ    qĭ    wéi  shàng  rú. 

行       者      見      羅     敷,   下      擔      捋     鬍     鬚,
Xíng  zhĕ    jiàn    Luó    Fū,     xià    dān     lè      hú     xū.

少       年    見       羅      敷 ,  脫       帽      著      帩    頭。
Shăo nián  jiàn    Luó     Fū,     tuō    mào    zhù    qiào  tóu.

耕        者    忘       其      犁 , 鋤       者      忘      其   鋤。
Gēng  zhĕ  wàng    qí       lí,     chú     zhĕ   wàng    qí  chú. 

來      歸     相       怨     怒,    但      坐      觀       羅   敷。
Lái   guī    xiāng  yuàn   nù,     dàn    zuò    guān  Luó   Fū.

使      君      從       南     來,   五      馬   立   踟    躕。
Shĭ    jūn    cóng   nán    lái,     wŭ     mă   lì   chí   chú. 

使      君      遣      吏    往,     問      是       誰     家   姝?
Shĭ    jūn    qiăn     lì    wăng,   wèn    shì    shéi    jiā   shū?

秦      氏       有      好     女,   自      名      為       羅   敷。
Qín   shì     yŏu    hăo    nǚ,      zì     míng   wéi    Luó  Fū.

羅      敷      年      幾      何?
Luó   Fū     nián     jĭ       hé?  

二      十       尚      不     足,    十      五      頗      有      餘。
Ér     shí    shàng  wéi     zú,     shí     wŭ      pŏ     yŏu     yú.

使      君       謝       羅     敷,  寧       可      共      載      不?
Shĭ    jūn     xiè    Luó     Fū,    níng     kĕ    gòng   zài      bù?

羅     敷      前       置     辭,   使       君      一      何       愚。
Luó  Fū     qián     zhì     cí:     Shĭ      jūn      yī      hé      yú!

使      君      自       有      婦,    羅     婦      自      有      夫。
Shĭ    jūn      zì      yŏu      fù,    Luó    Fū       zì      yŏu     fū.

東         方      千     餘    騎, 夫   婿   居      上     頭。
Dōng   fáng   qiān   yú    qí,    fū    xù   jū    shàng  tóu. .

何       用      識      夫   婿,  白    馬    從    驪   駒。
Hé    yòng   shí      fū   xù,     bái  mă  cóng   lì    jū.

青       絲     系      馬       尾,  黃      金      絡      馬      頭,
Qíng   sī      xì      mă     wĕi,  huáng   jīn     luò     mă     tóu. 

腰        中      鹿   盧   劍, 可   值     千      萬       餘。
Yāo   zhōng   lù   lú    jiàn,  kĕ  zhí   qiān    wàn     yú.

十    五   府     小     史,   二    十    朝     大   夫,
Shí  wŭ   fŭ    xiăo   shĭ,     ér   shí   cháo  dà   fū. 

三       十   侍       中      郎,   四   十      專      城       居。
Sān   shí   shì   zhōng   láng,    sì  shí   zhuān chéng    jū.

為      人   洁     白     皙,  鬑      鬑      頗      有      鬚。
Wéi  rén   jié    bái     xī,    lián    lián     pŏ     yŏu     xū. 

盈       盈      公       府   步, 冉     冉   府       中       趨。
Yíng   yíng   gōng    fŭ   bù,   răn   răn   fŭ    zhōng    qū

坐         中       數      千      人,   皆   言    夫   婿   殊。
Zuò    zhōng  shù    qiān    rén,    jié   yán   fū   xù   shū. 

 

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