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                                                                     La Canzone di Gāixià

Le poesie qui di seguito tradotte ci riportano alla lotta fra i regni di Chŭ  楚 國 e di Hàn  漢 國  nel periodo che fece seguito alla caduta della dinastia  Qín  秦 朝 (206 a.C.- 202 a.C.)
Uno dei maggiori protagonisti di quegli avvenimenti fu Xiàng Yŭ  項 羽 (232 a.C.- 202 a.C.) che, per breve tempo, esercitò la supremazia su tutto il territorio cinese con il pomposo .titolo di  “Sovrano egemone del regno di Chŭ Occidentale” ( 西 楚 霸 王  ”xī chŭ bà wáng”).
Uomo di grande forza fisica e di eccezionale coraggio, fu un abile ed audace generale, ma gli mancò l’accortezza diplomatica e strategica necessaria per trarre profitto dalle sue vittorie. Inoltre, pur essendo capace di inaudite crudeltà, fu talvolta trattenuto da scrupoli di lealtà e di onore che gli impedirono di sbarazzarsi definitivamente dei suoi avversari. Il suo carattere fu in seguito riassunto in una frase che diventò proverbiale : 有 勇 無 謀 “yŏu yŏng wú móu” (in sostanza : ”molto fegato, poco cervello”).
In seguito ad alterne vicende, mentre ritornava nel suo regno dopo aver concluso una tregua con i suoi rivali, fu circondato a tradimento dalle truppe di Liú Bāng  劉 邦 , re di Hàn, nella località di Gāixià  垓 下 . Credendosi ormai senza vie di scampo, si demoralizzò e compose un poema “La canzone di Gāixià”( 垓 下 歌  “gāixià gē”) in cui si riconosceva sconfitto ed esprimeva la propria disperazione. Lo stile un po’rozzo, ma vigoroso della poesia, corrisponde bene all’animo del personaggio.


 

                                                                                 La Canzone di Gāixià
                                                                      垓 下 歌    gāixià gē
 
La mia forza smoveva le montagne,                            
il mio spirito dominava il mondo.                               力拔山兮氣蓋世        lí bá shān xī qì gài shì
Ma i tempi son divenuti ostili
ed il mio stallone non galoppa più.(1).(2)                  時不利兮騅不逝        shí bù lì xī zhuī bù shì
Ahimè, il mio stallone non galoppa più
Che cosa mai mi rimane da fare?                             騅不逝兮可奈何        zhuī bù shì xī kĕ nài hé
Mia misera amica! Oh, mia povera Yú!
Come è triste il destino che t’attende.                       虞兮虞兮奈若何        yú xī yú xī nài kŭ hé


 

1) Il termine  騅 (“zhuī”) indica un “cavallo pezzato”.
2) Ho tradotto con “non galoppa più” il termine 逝 (“shì”) che, a stretto rigore, significa “se n’è andato”, “è sparito”, “è morto”. Forse il cavallo preferito di Xiàng Yŭ era stato ucciso in uno dei numerosi scontri con le truppe di Liú Bāng.

 

Yú Miàoyi 虞 妙 弋  ,ricordata come Yújī 虞 姬  (la “concubina Yú”) o Yú Mĕirén 虞 美 人 ( la “bella Yú”), era la concubina favorita di Xiàng Yŭ. Lo aveva accompagnato in tutte le sue spedizioni e si trovava con lui anche a Gāixià. Al pari di Xiàng Yŭ, ella fu particolarmente colpita da uno stratagemma ideato da Liú Bāng, che si può considerare come uno dei più antichi esempi di “guerra psicologica”. Per far credere a Xiàng Yŭ che il regno di Chŭ era stato conquistato e che le truppe da lui lasciate nel paese erano ormai agli ordini dei suoi nemici ( mentre in realtà così non era), Liú Bāng inserì nei propri reparti disertori e prigionieri dell’esercito di Chŭ disposti a collaborare con le truppe di Hàn e fece loro cantare delle canzoni popolari di Chŭ. Convinta che la preoccupazione per lei trattenesse Xiàng Yŭ dal tentare una sortita, Yú decise di uccidersi e compose, a sua volta, una poesia in cui lasciava trasparire questa intenzione.  Poiché vi si menzionano “i canti di Chŭ”, questa poesia che normalmente è indicata come “ Poesia in risposta alla canzone di Gāixià”, potrebbe essere intitolata “ I Canti di Chŭ”.

 

 
                                                                                     “I Canti di Chŭ”
                                                                        楚 歌    chŭ gē

I soldati di Hàn occupan le città.                                           漢兵已略地       hàn bīng yĭ lüè dì
Tutt’intorno io sento le canzoni di Chŭ.                                 四面楚歌聲       sì miàn chŭ gē shēng
Nell’animo del re, tristezza ed ansietà.                                 大王義氣盡       dà wáng yì qì jìn
Misera consorte! Non voglio viver più.                                  賤妾何聊生       jiàn qiè hé liáo shēng



 
Dopo la morte di Yújī, Xiàng Yŭ riuscì a rompere l’accerchiamento ed a fuggire con pochi uomini, inseguito da vicino dalla cavalleria di Liú Bāng. Giunto da solo al fiume Wū (烏 江 “wū jiāng”), che costituiva il confine del regno di Chŭ, fu esortato da un barcaiolo a salire sul suo traghetto per rifugiarsi sull’altra sponda, ma rifiutò di farlo, dicendo che non avrebbe avuto il coraggio di ritornare a Chŭ senza riportare indietro nemmeno uno delle migliaia di uomini che erano stati affidati al suo comando, e si suicidò sulla riva prima di essere catturato dai suoi inseguitori.
La fine di Yújī e di Xiàng Yú divenne il soggetto di un famoso dramma dell’Opera di Pechino intitolato “Il re egemone dice addio alla sua concubina”(霸 王 別 姬  “bà wáng bié jī”), da cui è stato tratto recentemente un film intitolato “Addio mia concubina”.
 
La fedeltà di Yú è esaltata in una breve composizione, scritta all’epoca dei Qíng 清 朝 ed intitolata “La bella Yú” (虞 美 人 “yú mĕi rén”). In essa Xiàng Yú, dopo aver deplorato che i suoi soldati più valorosi siano morti e che molti altri si siano arresi senza combattere, constata con amarezza che non gli è più rimasta altra difesa se non l’amore della sua concubina.

 

                                                                                           La Bella Yú
                                                                  虞 美 人    yú mĕi rén

L’invidia per Jiāngdōng non sparisce mai.(1)      遺恨江東應未消          yí hén jiāng dōng yìng wèi xiāo
Il vento disperde i resti dei prodi.                        芳魂零亂任風飄          fāng hún líng luàn rèn fēng piāo
Gli ottomila si sono arresi agli Hàn. (2)               八千子弟同歸漢          bā qiān zĭ dì tóng guī hàn
Ahimè, solo il tuo amore difende Chŭ.                不負軍恩是楚腰          bù fù jūn ēn shì chŭ yāo



 
1) Il Jiāngdōng  江 東 è il distretto di cui Xiàng Yŭ si impadronì all’inizio della sua carriera politica e dal quale lanciò le sue fortunate spedizioni militari contro la dinastia Qín.
2) Ottomila (八千”bā qiān”) uomini del Jiāngdōng costituivano la piccola forza iniziale con cui Xiàng Yŭ affrontò le truppe immensamente superiori di numero della dinastia Qín. Il termine “gli ottomila” continuò ad essere usato anche in seguito per indicare l’esercito di Xiàng Yŭ.


 

Il vincitore di Gāixià, Liú Bāng, ricordato dagli storici con il nome di Gāozŭ 高 祖 , fu il capostipite della dinastia degli Hàn e regnò dal 202 a.C. al 195 a.C.  Di lui ci resta una poesia intitolata “Il grande vento”( 大 風  “dàfēng”), composta in occasione di un sontuoso banchetto che egli offrì nel suo villaggio natale dopo aver domato la ribellione di Yīng Bù 英 布 . Vi si percepiscono la soddisfazione di aver raggiunto nella propria vita le mete più elevate e, nello stesso tempo, la preoccupazione di non riuscire a governare in pace un così grande impero.

 

                                                                 
                                                                                       “Il grande vento”
                                                                        大 風    dàfēng

Un gran vento si leva, le nubi si disperdono.           大風起兮雲飛揚           dà fēng qĭ xī yún fēi yáng
Conquistato il mondo, torno al paese natale.           威加海內兮歸故鄉       wēi jiā hăi nèi xī guī gù xiāng
Dove troverò mai dei valorosi guerrieri
per vigilare sui quattro angoli del mio regno?          安得猛士兮守四方       ān de mĕng shì xī shŏu sì fāng
 




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