CAPITOLO 61
Cavalcarono in tre, Gunnar e i suoi fratelli. Gunnar aveva portato con sé l’alabarda e la spada che gli aveva regalato Ölvir, Kolskegg aveva un coltellaccio alla cintura e anche Hjört era armato. Si diressero a Tunga, dove Asgrim li accolse cordialmente e li ospitò per qualche giorno. Quando gli fecero sapere che intendevano tornare a casa, Asgrim fece loro dei bei regali e si offrì di accompagnarli sulla via del ritorno. Gunnar disse che non era necessario e Asgrim non insistette.
Un uomo chiamato Sigurd testa di porco, che abitava a Thjorsá e che aveva promesso di sorvegliare i viaggi di Gunnar, corse a Trihyrning a riferire gli spostamenti di quest’ultimo e disse che non si sarebbe presentata occasione migliore per attaccarlo perché “erano soltanto in tre”.
“Di quanti uomini pensi che avremmo bisogno per tendergli un agguato?” gli domandò Starkad.
“Gli uomini normali appaiono deboli di fronte a lui. “ gli rispose Sigurd “A mio parere, sarebbe prudente avere a disposizione non meno di trenta persone”.
“Quale sarebbe il posto migliore per un’imboscata?” domandò ancora Starkad.
“Il posto più adatto sarebbe Knafahol.”rispose Sigurd “Lì non potranno vedervi finché non si saranno avvicinati”.
“Vai a Sandgil e di’ a Egil di recarsi con quindici uomini a Knafahol. Noi ci andremo con altri quindici”.
Allora Thorgeir si rivolse a Hildigunn: “Stasera ti porterò io stesso la prova della morte di Gunnar”.
“Io invece scommetto che ritornerai a testa bassa da questo incontro” gli rispose Hildigunn.
Thorgeir e i suoi tre figli partirono da Trihyrning con altri undici uomini, giunsero a Knafahol e si posero in agguato.
Nel frattempo Sigurd testa di porco era giunto a Sandgil ed aveva detto a Egil che Starkad e i suoi figli lo avevano inviato perché invitasse Egil e i suoi figli a recarsi a Knafahol per unirsi a loro nell’imbosacata che avevano teso a Gunnar.
“Quanti dovremmo essere?” gli domandò Egil.
“Quindici uomini, me compreso” gli rispose Sigurd.
“Oggi io mi occuperò di Kolskegg” dichiarò Kol.
“Mi sembra che tu stia prendendo un bell’impegno” osservò Sigurd.
Egil mandò a chiamare i Norvegesi che erano suoi ospiti.
Essi gli fecero presente che non avevano nulla contro Gunnar ed osservarono che le cose dovevano presentarsi difficili se occorrevano tanti uomini per attaccarne tre.
Egil si infuriò e si allontanò, ma sua moglie disse a Thor:”Mia figlia Gudrun ha fatto ben male a lasciare da parte il suo orgoglio ed a venire a letto con te, se tu non hai nemmeno il coraggio di seguire suo padre in un combattimento. (1) Sei soltanto un vigliacco!”.
“Andrò con tuo marito” le rispose Thor” ma nessuno dei due tornerà a casa”. Poi, si recò dal suo amico Thorgrim e gli disse: “ Prendi le chiavi del mio baule, perché a me non capiterà più di doverlo aprire. Prendi quanto desideri dei miei beni e lascia l’Islanda, rinunciando a qualsiasi proposito di vendicarmi. Se non lo farai, finirai male anche tu.”
Detto questo, prese le armi e si unì agli uomini che stavano partendo.
NOTA
1) La terminologia usata lascia pensare che Thor avesse sposato Gudrun, figlia di Egil, ma nella saga non si fa menzione di alcun matrimonio. Non risulta quindi chiaro se si trattasse di un matrimonio o di una convivenza non ufficiale.
Capitolo 62
Nel frattempo Gunnar cavalcava verso oriente ed aveva guadato il fiume Thjorsà. Poco dopo aver guadato il fiume, gli venne sonno e pregò i suoi compagni di fermarsi. Si fermarono e Gunnar si addormentò, di un sonno profondo, ma agitato.
“Gunnar sta sognando” osservò Kolskegg.
“Dovremmo svegliarlo” propose Hjört.
“Non farlo!” gli rispose Kolskegg” Lascia che finisca il suo sogno”.
Gunnar rimase addormentato a lungo. Quando si svegliò si tolse il mantello, perché era molto accaldato.
“Che cosa hai sognato, fratello?” gli domandò Kolskegg.
“Ho sognato qualcosa che mi avrebbe indotto a partire da Tunga con un maggior numero di accompagnatori, se lo avessi sognato quando ero ancor là”.
“Raccontaci il tuo sogno” gli disse Kolskegg.
“Ho sognato che stavo cavalcando nei pressi di Knafahol e che un folto branco di lupi si gettava su di me, ma che io riuscivo a fuggire e a giungere sino al fiume Rangá. Là mi attaccavano di nuovo, da tutti i lati, ed io mi difendevo. Uccidevo con le mie frecce tutti quelli che venivano avanti per primi, finché non mi arrivavano addosso e non potevo più usare il mio arco. Allora estraevo la spada e la brandivo con una mano, mentre con l’altra facevo mulinare l’alabarda. Non mi coprivo con lo scudo e non capivo che cosa mi proteggesse. Uccidevo così molti lupi e tu, Kolskegg, eri al mio fianco, ma mi sembrava che travolgessero Hjört e che gli squarciassero il ventre e che uno dei lupi gli divorasse il cuore. Per la rabbia io tagliavo quel lupo in due pezzi, giusto all’altezza della spalla, ed alla fine gli altri lupi fuggivano. Il mio consiglio, Hjört, fratello mio, è che tu ritorni a Tunga”.
“Non ritornerò a Tunga” ribattè Hjört “ Rimarrò con te anche se son destinato a morire”.
Continuarono allora a cavalcare verso est finché non giunsero nei pressi di Knafahol.
“Vedi anche tu fratello quelle lance che spuntano da dietro la collina e quegli uomini armati che vengono avanti?” chiese Kolskegg.
“Non me ne stupisco” gli rispose Gunnar “È proprio ciò che avevo visto nel mio sogno”.
“Che cosa facciamo?” gli domandò Kolskegg “ Non credo che tu voglia fuggire dinanzi a loro.”
“Non gli darò di certo il pretesto per schernirmi” rispose Gunnar” Andiamo avanti fino a quella lingua di terra all’altezza del fiume Rangà. Lì potremo difenderci bene”.
Mentre galoppavano per occupare la posizione, passando davanti agli aggressori, Kol urlò:” Stai scappando, Gunnar?”.
“Domandacelo alla fine della giornata” gli rispose Kolskegg.
Capitolo 63
Starkad incitò i suoi uomini, i quali si lanciarono contro i tre che li attendevano sulla lingua di terra in mezzo al fiume. Sigurd testa di porco si fece avanti per primo: teneva in una mano un piccolo scudo rotondo e impugnava con l’altra una lancia. Gunnar lo scorse e scoccò una freccia. Sigurd sollevò in alto lo scudo, ma la freccia trapassò lo scudo e gli si piantò in un occhio, fuoriuscendo dal collo. Sigurd fu il primo a cadere in quello scontro.
Gunnar scoccò poi un’altra freccia contro Ulfheddin, il fattore di Starkad. L’uomo, colpito al petto, cadde ai piedi di un compagno che lo seguiva, il quale scivolò sul suo corpo e cadde a terra anche lui. Kolskegg afferrò una grossa pietra e gliela lasciò cadere sulla testa, spaccandogli il cranio.
Allora, Starkad si mise ad urlare: “Non riusciremo a far nulla finché gli lasceremo usare l’arco. Presto, gettiamoci addosso a lui con tutta la nostra forza!”.
Gli assalitori si incitavano a vicenda. Gunnar si difese con l’arco, finché gli fu possibile, poi lo gettò via, e proseguì il combattimento impugnando la spada con una mano e l’alabarda con l’altra.
Il combattimento si fece più accanito. Gunnar e Kolskegg uccisero parecchi uomini.
“Ho promesso a Hildigunn di portarle la tua testa, Gunnar” urlò Thorgeir, il figlio di Starkad.
“Non credo che Hildigunn abbia fatto gran conto della tua promessa.” replicò Gunnar” Comunque, se vuoi provarci, ti conviene avvicinarti un po’ di più”.
Thorgeir si rivolse allora ai suoi fratelli:” Attacchiamolo insieme da tutte le parti. Non ha scudo e riusciremo ad ucciderlo”.
Börk e Thorkell si lanciarono in avanti più rapidi di Thorgeir. Börk tirò un colpo di spada a Gunnar, ma questo parò il colpo con la sua alabarda, in modo così violento che Börk lasciò cadere la spada. In quell’istante Gunnar si accorse che, dall’altro lato,Thorkell gli era quasi addosso. Arretrò di un passo, fece roteare la spada e la abbattè sul collo di Thorkell, tagliandogli la testa.
Kol, figlio di Egil, disse a Kolskegg: “ Voglio combattere con te Kolskegg. È da tempo che dico che il nostro sarebbe un bel duello”.
“È venuto il momento di vedere se è vero” gli rispose Kolskegg.
Kol si gettò in avanti con la sua lancia. Kolskegg aveva appena abbattuto un avversario ed aveva le mani occupate, perciò non fece in tempo a prendere il suo scudo e la punta della lancia lo colpì sul lato esterno della coscia, penetrando nella carne. Ciononostante, Kolskegg non si fermò, ma si gettò rapidamente in avanti e con il suo coltellaccio colpì Kol alla coscia, tagliandogli la gamba.
“Ti sembra un buon colpo o no?” chiese sarcasticamente Kolskegg a Kol.
“Questo mi è successo perché ho combattuto senza scudo" gli rispose Kol, che rimase ancora in piedi per un momento sull’altra gamba fissando il moncone.
“È inutile che guardi” lo schernÎ Kolskegg” È proprio così: la gamba se n’è andata”.
Kol cadde a terra morto.
Quando Egil vide ciò che era successo si lanciò su Gunnar brandendo la spada. Gunnar gli puntò contro l’alabarda e gliela piantò nel petto, poi sollevò il corpo in aria e lo scagliò nel fiume Rangà.
A quel punto, Starkad si rivolse al Norvegese: “Che ci stai a fare qui Thor, se non ti muovi nemmeno ora che Egil, l’uomo che ti ospitava e il padre di tua moglie, è stato ammazzato?”.
Thor si lanciò in avanti con grande furore e si gettò su Hjört, che aveva appena ucciso due uomini. Lo colpì al petto e lo uccise.
Quando Gunnar vide questo, corse addosso al Norvegese e lo tagliò in due con un gran colpo. Poi puntò l’alabarda contro Börk. La punta penetrò nel petto dell’uomo, lo trafisse e si piantò nel terreno.
In seguito Kolskegg tagliò la testa a Hauk, figlio di Egil, e Gunnar tagliò il braccio di Ottar, figlio di Egil, all’altezza del gomito.
Vedendo questo, Starkad urlò: “Scappiamo. Quelli non sono uomini con cui noi siamo in grado di combattere”.
“Vi sarà difficile andare in giro a raccontare ciò che è successo” lo derise Gunnar” se non avrete almeno qualche ferita che provi che avete combattuto”.
Ciò detto, si gettò su Starkad e su suo figlio Thorgeir e li ferì entrambi in modo abbastanza grave.
Così terminò il combattimento. Molti dei sopravvissuti erano feriti. Gli avversari di Gunnar ebbero quattordici morti. Gunnar perse il fratello Hjört.
Gunnar ritornò a casa, portando con sé il cadavere di Hjört disteso sul suo scudo. Hjört fu seppellito e molti lo piansero, perché era stato una brava persona.
Quando Starkad e Thorgeir tornarono a casa, Hildigunn curò le loro ferite e disse loro: “ Sono sicura che adesso rimpiangete di aver provocato Gunnar”.
“È vero” le rispose Starkad “Quanto daremmo per non averlo fatto”.
Capitolo 64
A Sandgil Steinvör pregò Thorgrim il norvegese di prendersi cura della sua fattoria (1) e di non ritornare in Norvegia, dimenticando il suo compagno e i suoi amici.
Thorgrim le rispose: “Il mio amico Thor mi ha predetto che morirò per mano di Gunnar, se rimarrò in Islanda, e la sua predizione si avvererà, così come si è avverata quella della sua morte”.
“Ti darò in moglie mia figlia Gudrun” disse allora Steinvör “ e ti regalerò tutte le mie proprietà”.
“Non pensavo che tu fossi disposta ad offrirmi così tanto” osservò Thorgrim.
Poi si accordarono sul matrimonio e Thorgrim sposò Gudrun quella stessa estate.
Gunnar e Kolskegg si recarono a Bergthorhvol. Njal e i suoi figli che erano dinanzi a casa, andarono loro incontro e li accolsero cordialmente. Poi iniziarono a conversare.
“Sono venuto a chiederti aiuto e consiglio” disse Gunnar.
“Sono a tua disposizione” gli rispose Njal.
“Mi sono trovato in grave pericolo e sono stato costretto a uccidere molti uomini” gli raccontò Gunnar” Vorrei sapere che cosa mi consigli di fare”.
“ Si potrebbe dire che sei stato veramente spinto a fare ciò che hai fatto” osservò Njal “ Dammi un po’ di tempo per pensare ad un piano d’azione”.
Njal si ritirò a riflettere in solitudine, meditò a lungo, poi tornò indietro e disse: “ Ho pensato ad un piano, ma ascoltami bene, perché richiede prontezza e coraggio. Thorgeir ha messo incinta la mia parente Thorfinna: io ti cederò l’azione che potrei intentare nei suoi confronti per averla sedotta. Ti cederò anche una seconda azione che potrei intentare contro Starkad per aver tagliato abusivamente legna nel mio bosco di Trihyrning, condotta che comporta la pena del bando. Toccherà a te farle valere in giudizio. Dovrai inoltre ritornare sul luogo del combattimento, far riesumare le salme dei morti (2), trovare dei testimoni che attestino le ferite e, in loro presenza, dichiarare fuorilegge tutti gli uccisi perché ti hanno attaccato con l’intenzione di ferire e di uccidere te e i tuoi fratelli. Se, quando si giudicherà la causa all’assemblea generale, qualcuno obiettasse che tu non puoi agire né per conto tuo né per conto di altri perché avevi in precedenza colpito Thorgeir, io farò valere che, durante l’assemblea di Skala, ti ho fatto riavere il diritto di agire tanto per conto tuo quanto per conto di altri e ciò stroncherà l’obiezione. Dovrai poi anche andare a trovare Tyrfing di Berianes, il quale ti cederà un’azione che gli spetta nei confronti di Onund di Trollaskog, che agirà contro di te per l’uccisione di suo fratello Egil”.
Dopo di ciò, Gunnar ritornò a casa.
Qualche giorno dopo, si recò con i figli di Njal sul luogo dove erano sepolti coloro che aveva ucciso e ne riesumò i corpi, dichiarò che ne chiedeva il bando perché si erano riuniti e lo avevano attaccato nell’intento di ucciderlo e poi ritornò a casa.
NOTE
1) Tutti i maschi adulti della famiglia di Egil erano stati uccisi e non rimaneva quindi più nessuno per occuparsi della sua fattoria.
2) Un caso analogo di riesumazione è menzionato al cap.9 della “Saga di Glum l’uccisore”(“Víga-Glúms saga”).Tale prassi non trova però alcun riscontro nella raccolta di leggi islandesi conosciuta come “L’Oca Grigia” (“Grágás”).
Capitolo 65
Quello stesso autunno Valgard il grigio ritornò in Islanda e ricominciò ad abitare nella sua fattoria di Hof.
Thorgeir, figlio di Starkad, andò a rendere visita a Valgard e a suo figlio Mord e disse loro che era inaccettabile che Gunnar avesse dichiarato fuorilegge tutti coloro che aveva ucciso.
Valgard osservò che doveva averlo fatto su consiglio di Njal e che Njal avrebbe certamente continuato a consigliare Gunnar anche in seguito.
Thorgeir chiese a Valgard e a Mord di aiutarlo e di appoggiarlo, ma i due fecero a lungo i difficili e pretesero un elevato compenso.
Alla fine elaborarono un piano: Thorgeir avrebbe accompagnato ad ovest del fiume, Valgard e Mord, che andavano a chiedere per Mord la mano di Thorkatla, figlia di Gizur il bianco.
Il giorno seguente, montarono a cavallo in dodici e partirono per Mosfell, dove furono accolti amichevolmente e trascorsero la notte. Il mattino seguente presentarono a Gizur la loro proposta di matrimonio, che fu accolta. Le nozze tra Mord e Thorkatla si sarebbero celebrate a Mosfell due settimane più tardi. Dopo di ciò tornarono a casa.
Più tardi tornarono a Mosfell per il matrimonio. Erano presenti molti invitati provenienti dai dintorni e la festa si svolse bene. Celebrate le nozze, Thorkatla tornò a Hof con Mord e assunse la gestione della casa.
Giunta l’estate, Valgard lasciò di nuovo l’Islanda.
Mord spinse Thorgeir a intentare un’azione contro Gunnar. Thorgeir andò a trovare Onund di Trollaskog e lo convinse ad agire in giudizio contro Gunnar per l’uccisione del fratello Egill e dei nipoti, mentre lui stesso avrebbe agito per l’uccisione dei suoi fratelli e per le gravi ferite inferte a lui e a suo padre.
Onund si dichiarò disposto ad agire in giudizio. Lui e Thorgeir si recarono sul luogo in cui era avvenuto lo scontro e, in presenza di nove testimoni, enunciarono pubblicamente le accuse che intendevano far valere contro Gunnar.
Quando la cosa si riseppe a Hlidarend, Gunnar andò a trovare Njal, gli raccontò ciò che era avvenuto e gli chiese che cosa dovesse fare.
“ Devi riunire i tuoi vicini” gli rispose Njal “ e scegliere fra loro dei testimoni, dinanzi ai quali dirai, come puoi legalmente sostenere, che tuo fratello Hjört è stato ucciso da Kol ed accuserai quest’ultimo di omicidio, anche se è morto. Poi convincerai i testimoni a recarsi all’assemblea generale e a testimoniare che Kol e i suoi compagni si trovavano sul luogo dove tuo fratello è stato ucciso proprio nel momento in cui è stato attaccato.(1) Poi dovrai anche agire contro Thorgeir per l’accusa di seduzione e contro Onund di Trollaskog grazie all’azione che ti è stata ceduta da Tyrfing. (2)
Gunnar fece tutto ciò che Njal gli aveva consigliato, anche se alla gente questo modo di procedere sembrò un po’ strano.
Giunse poi il momento di recarsi all’assemblea generale.
Gunnar vi si recò accompagnato da Njal e dai suoi figli e dai suoi parenti, i figli di Sigfus. Aveva anche chiesto ai suoi cognati, i figli di Höskuld, di recarsi all’assemblea con un gran numero di uomini, perché il dibattito sarebbe stato molto acceso. Un folto gruppo di uomini giunse quindi dalle regioni occidentali.
Mord si recò all’assemblea in compagnia di Runolf delle valli, di quelli che abitavano a Trihyrning e di Onund di Trollaskog.
NOTE
1) La strategia processuale suggerita da Njal comporta una leggera distorsione dei fatti. In realtà Hjört è stato ucciso dal norvegese Thorir, che è a sua volta morto nello scontro. Tuttavia, dichiarando che Hjört è stato ucciso da Kol, Gunnar può invocare la possibilità di compensare l’uccisione di Kol con quella di Hjört.
2) Alla nostra sensibilità giuridica odierna può sembrare strano che Njal consigli a Gunnar di reagire ad un’azione penale per omicidio e lesioni gravi con delle azioni di responsabilità civile ( per seduzione, per taglio abusivo di legna in una proprietà altrui, etc.) Bisogna però ricordare che, a quell’epoca in Islanda, non esisteva una chiara distinzione fra azioni penali e azioni civili e che il risultato di un’azione, anche in materia penale, consisteva abitualmente nella condanna ad un risarcimento pecuniario. In quest’ottica, qualsiasi azione fatta valere da un imputato poteva dunque servire a ridurre l’importo del risarcimento a cui egli sarebbe stato condannato.
CAPITOLO 66
Quando costoro giunsero all’assemblea, si unirono a Gizur il bianco e a Geir il sacerdote. Gunnar, i figli di Sigfus e i figli di Njal si muovevano tutti in gruppo e camminavano con tanta decisione che la gente doveva togliersi rapidamente dal loro cammino per non essere travolta. E non c’era nulla, in tutta l’assemblea, di cui si parlasse piu che di questo processo.
Gunnar andò a trovare i suoi cognati, che lo accolsero amichevolmente e gli domandarono dello scontro in cui era stato coinvolto. Egli spiegò loro dettagliatamente e con franchezza tutto ciò che era successo e raccontò loro ciò che aveva fatto in seguito.
“È molto importante che Njal ti sostenga con i suoi buoni consigli” osservò Olaf.
Gunnar gli rispose che non sarebbe mai stato in grado di ricambiare tale aiuto. Poi chiese anche ai suoi cognati di appoggiarlo e di sostenerlo ed essi gli assicurarono che la cosa andava da sé.
Giunse il momento della discussione delle cause e ciascuna delle parti presentò i suoi argomenti. Mord sostenne che non era ammissibile che un uomo come Gunnar, il quale avrebbe già dovuto essere condannato al bando per aver colpito Thorgeir (1), potesse ancora agire in giudizio.
“Hai partecipato all’assemblea di Skala l’autunno scorso?” gli domandò Njal.
“Sì” rispose Mord.
“Allora avrai anche sentito che, in quell’occasione, Gunnar ha offerto a Thorgeir il dovuto risarcimento”.
“Lo so” rispose Mord.
“Ed avrai anche sentito che io ho restaurato Gunnar nella sua piena capacità di agire in giudizio” proseguì Njal.
“Ciò è conforme alla legge” ammise Mord “ma perché, ora, Gunnar accusa Kol di aver ucciso Hjört, quando sappiamo bene che Hjört è stato ucciso da Thor il norvegese?”
“Anche ciò è conforme alla legge, perché l’accusa è stata formulata dinanzi a testimoni. (2)” fece valere Njal.
“Ammettiamo che anche ciò sia conforme alla legge” riconobbe Mord” Vorrei però che mi spiegassi perché Gunnar ha dichiarato fuori legge tutti coloro che sono stati uccisi”.
“Non mi sembra che fosse nemmeno il caso di porre questa domanda” ribattè Njal “tutti costoro si erano mossi nell’intento di ferire e di uccidere.”(3)
“Ma Gunnar non è stato né ferito né ucciso (4)” replicò Mord.
“Però suo fratello Hjört è stato ucciso e suo fratello Kolskegg è stato ferito” replicò Njal.
“I tuoi argomenti sono conformi alla legge “ riconobbe Mord “ ma la conclusione è dura da accettare.”
Intervenne allora Hjalti Skeggiason da Thiordarsal, che osservò:” Io non ho svolto alcun ruolo nelle vostre contese, Gunnar, ma ora vorrei sapere se tu saresti disposto ad accettare una mia proposta in nome della nostra amicizia”.
“Che cosa proponi?” gli domandò Gunnar.
“Io propongo che tu accetti un arbitrato e che un gruppo di saggi sia incaricato di preparare una soluzione di compromesso” disse Hjalti.
“ Sono disposto ad accettare “ rispose Gunnar “ se tu prometti che non terrai mai un atteggiamento ostile nei miei confronti qualunque sia la questione che io mi trovi ad affrontare in futuro”.
“D’accordo” disse Hjalti.
Dopo di ciò, Hjalti discusse con gli avversari di Gunnar e li convinse tutti ad accettare un arbitrato, che ciascuna delle parti si impegnò nei confronti dell’altra a rispettare.
La ferita di Thorgeir fu compensata con l’ammenda che costui avrebbe dovuto pagare per aver sedotto la parente di Njal e la ferita di Starkad fu compensata con l’ammenda che costui avrebbe dovuto pagare per aver fatto abusivamente legna in un bosco che non era di sua proprietà.
I risarcimenti dovuti per l’uccisione dei fratelli di Thorgeir furono ridotti della metà e l’altra metà fu compensata con l’ammenda che si sarebbe dovuta pagare per il loro attacco proditorio contro Gunnar.
L’uccisione di Egil fu compensata con l’importo oggetto dell’azione spettante a Tyrfing.
L’uccisione di Hjört fu compensata dalle uccisioni di Kol e di Thor il norvegese.
Per tutti gli altri uomini caduti nello scontro fu concessa una riparazione pari alla metà dell’importo normalmente previsto.
Questo arbitrato fu deciso da Njal, da Asgrim Ellida-Grimson e da Hjalti Skeggjason.
Njal cedette a Gunnar tutti gli importanti crediti che aveva nei confronti di Starkad e di quelli che abitavano a Sandgil affinché Gunnar potesse pagare le ammende. Grazie all’aiuto dei numerosissimi suoi amici presenti all’assemblea, Gunnar potè pagare in una sola rata le ammende da lui dovute e fare ricchi doni ai notabili che lo avevano sostenuto.
La conclusione del processo gli fece grande onore e tutti concordavano nell’affermare che era l’uomo più ragguardevole delle regioni meridionali.
Tornato a casa dall’assemblea, Gunnar visse tranquillo per un certo tempo, ma i suoi nemici erano molto invidiosi della reputazione che si era conquistata.
NOTE
1) La legge prevedeva, evidentemente, che chi non aveva versato il risarcimento dovuto per aver ferito o ucciso altri non potesse agire in giudizio per chiedere un risarcimento. A Mord, che fa valere questa eccezione, Njal replica correttamente che il mancato risarcimento non dipende dalla cattiva volontà di Gunnar, ma dal semplice fatto che Thorgeir ha rifiutato di accettarlo.
2) L’accusa è senz’altro formalmente corretta perché è stata formulata dinanzi a testimoni, che ne possono attestare la regolarità. Quanto alla sua sostanza, non è ben chiaro se la legge autorizzasse questo scambio di accusati o se, considerata la difficoltà di accertare i fatti con assoluta fedeltà, Gunnar giocasse su una ricostruzione arbitraria degli avvenimenti che gli avrebbe consentito di compensare l’uccisione di Kol con quella di Hjört.
3) Facendo attestare da testimoni che egli aveva ucciso delle persone che gli avevano teso un agguato, Gunnar avanza l’esimente della legittima difesa. Il riconoscimentop della legitima difesa porterà, come vedremo in seguito, ad una rilevante riduzione delle ammende.
4) L’argomento avanzato da Mord sembra poggiare sull’affermazione che ci sia stato un eccesso di legittima difesa, visto che Gunnar è rimasto illeso. Njal ha però buon gioco nel controbattere che l’uccisione di Hjört e il ferimento di Kolskegg provano che l’attacco è stato molto pericoloso e motivato da una chiara intenzione di uccidere.
Capitolo 67
Parliamo ora di Thorgeir, figlio di Otkel, che, nel frattempo, era cresciuto ed era diventato un uomo stimato, grande e forte, onesto e leale, ma facilmente influenzabile. Era amico degli uomini migliori ed era amato dai suoi familiari.
Un giorno, Thorgeir, figlio di Starkad, si recò in visita dal suo parente Mord e gli disse: “L’esito della causa che abbiamo intentato contro Gunnar non mi piace. Io ti ho pagato perché tu mi aiuti finché viviamo. Voglio che tu prepari un piano efficace contro Gunnar. Su, datti da fare e pensaci quanto sarà necessario! So bene che tu ce l’hai a morte con Gunnar, che è il tuo peggior nemico. Farò in modo che tu riceva grande onore se ti impegnerai con successo in questa impresa”.
“Tutti sanno che sono sempre stato avido di denaro “ gli rispose Mord “ e che lo sono tuttora. (1) Bisogna stare attenti ad evitare che, perseguendo il tuo scopo, tu possa essere accusato di violare gli accordi che sono stati presi o di infrangere la pace sociale. (2) Mi è stato riferito che Kolskegg vuole intentare un’azione legale per revocare l’impegno di cedere a tuo padre un quarto della fattoria di Moeidarhvol come risarcimento per l’uccisione dei tuoi fratelli. Si è fatto cedere quest’azione da sua madre (4), su consiglio di Gunnar, che intende pagare il risarcimento in contanti e conservare la terra. (3) Aspetta che lo faccia e poi accusa Gunnar di essere venuto meno all’impegno che aveva preso con voi. Gunnar si è anche tenuto un campo di grano che avrebbe dovuto dare in risarcimento a Thorgeir, figlio di Otkel, ed ha così violato l’impegno preso nei confronti di quest’ultimo. (5) Vai a trovare Thorgeir ,il figlio di Otkel, esponigli la questione e convincilo ad agire contro Gunnar. Se qualcosa non dovesse funzionare in questo piano e tu non dovessi riuscire ad aver ragione contro Gunnar, persisti nei tuoi tentativi senza mai stancarti.
Posso rivelarti anche un’altra cosa: Njal ha svelato il futuro a Gunnar e gli ha predetto una morte prematura se ucciderà un uomo di cui abbia già ucciso il padre e se non accetterà la pena che gli sarà stata imposta per l’omicidio. Ecco perché tu devi cercare di coinvolgere Thorgeir, il figlio di Otkel in questa storia: Gunnar gli ha già ucciso il padre. Perciò, se doveste trovarvi, voi due, a combattere Gunnar con le armi, tu tieniti un po’indietro e lascia che sia lui ad affrontare per primo Gunnar, che lo ucciderà. A questo punto, tu dovrai scappare, ma Gunnar avrà ucciso padre e figlio nell’ambito di una stessa famiglia. Se è destino che ciò porti alla sua morte, Gunnar non rispetterà l’obbligo che gli sarà stato imposto a titolo di pena. Occorrerà soltanto aspettare”.
Thorgeir tornò a casa e riferì di nascosto a suo padre ciò che Mord gli aveva detto. I due decisero di mettere in esecuzione il piano suggerito da Mord senza dirlo a nessuno.
NOTE
1) La risposta mette in evidenza il carattere di Mord. A Thorgeir che gli promette di parlar bene di lui e di rendergli onore, Mord risponde che ciò che gli interessa veramente è soltanto il denaro.
2) Ho tradotto con “essere accusato di violare gli accordi che sono stati presi o di infrangere la pace sociale” la frase “að sjá að þú sért eigi griðníðingur eða tryggðarofsmaður”, letteralmente “essere considerato come una persona che non rispetta o infrange i suoi impegni”. Il termine “pace sociale” suona qui un po’ anacronistico, ma rende bene l’idea che si vuole esprimere: la convivenza pacifica tra gli individui che appartengono ad una stessa comunità.
3) Probabimente, la quota della fattoria che era stata offerta come risarcimento era di proprietà della madre di Gunnar.
4) La saga narra, al cap. 56, che il risarcimento dovuto per l’uccisione di Otkel era stato compensato con quello dovuto per la ferita inferta da Otkel a Gunnar con lo sperone del suo cavallo. Può darsi, tuttavia, che il campo di grano fosse il risarcimento dovuto a Thorgeir per la morte dei suoi due zii, anch’essi uccisi da Gunnar e Kolskegg.
Capitolo 68
Poco tempo dopo, Thorgeir, figlio di Starkad, si recò a Kirkjubae per rendere visita al suo omonimo, il figlio di Otkel. I due si misero a conversare e parlarono tranquillamente tra di loro per tutta la giornata. Al momento di congedarsi Thorgeir, figlio di Starkad, regalò a Thorgeir, figlio di Otkel, una lancia ageminata d’oro, poi ritornò a casa. Tra i due era così nata una grande amicizia.
Nell’assemblea che si svolse a Skala durante l’autunno, Kolskegg chiese la revoca della cessione del terreno situato a Moeidarhvol e Gunnar, di fronte a testimoni, offrì alla gente di Trihyrning denaro contante o un terreno giudicato di valore equivalente sulla base di una stima legale.
Thorgeir, figlio di Starkad, dichiarò allora in presenza di testimoni che Gunnar era venuto meno agli impegni presi nei suoi confronti.
Dopo di ciò, l’assemblea si sciolse.
Trascorse un semestre. I due Thorgeir si incontravano spesso ed erano divenuti grandi amici.
Kolskegg disse a Gunnar: “Mi è stato riferito che Thorgeir, figlio di Otkel, e Thorgeir, figlio di Starkad, sono divenuti grandi amici. Molti dicono che non c’è da fidarsi di loro ed io ti consiglierei di stare in guardia”.
“La morte può cogliermi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, se questo è il mio destino” gli rispose Gunnar e la cosa finì lì.
Giunto di nuovo l’autunno, Gunnar ordinò ai suoi garzoni di lavorare una settimana a Hlidarend e di spostarsi la settimana successiva a Eyar, per terminare colà la fienagione. Precisò che soltanto lui e la moglie sarebbero rimasti nella fattoria di Hlidarend.
Thorgeir di Trihyrning andò a trovare il suo omonimo ed i due si misero a conversare come era loro abitudine.
“È venuto il momento di farsi coraggio e di attaccare Gunnar” disse il figlio di Starkad.
“Gli scontri con Gunnar sono sempre finiti male e pochi ne hanno tratto vantaggio” obiettò il figlio di Otkel “Inoltre io non vorrei acquistare la reputazione di uno che non mantiene i suoi impegni”.
“Sono loro che hanno violato gli impegni e non noi” replicò il figlio di Starkad “Gunnar non ti ha dato il seminativo che ti era stato promesso e non ha ceduto a me e a mio padre il terreno di Moeidarhvol."
Decisero dunque di affrontare Gunnar. Il figlio di Starkad disse all’amico che, pochi giorni dopo, avrebbero potuto sorprendere Gunnar da solo nella sua fattoria.
“Tu dovrai portare con te undici uomini, io ne porterò altrettanti”. Detto questo, ritornò a casa.
. Capitolo 69
Dopo che Kolskegg e i garzoni di Gunnar avevano dormito tre notti nella fattoria di Eyar, Thorgeir, figlio di Starkad, ne venne a conoscenza e mandò a dire all’altro Thorgeir di raggiungerlo sul pendio di Trihyrning, poi lasciò la sua fattoria accompagnato da undici uomini ed attese, sul pendio, l’arrivo del suo omonimo.
Gunnar, nel frattempo, era solo in casa sua. I due Thorgeir cavalcarono in un bosco, ma all’improvviso furono colti dalla stanchezza e non poterono far altro che fermarsi per riposare. (1) Appesero gli scudi ai rami degli alberi, legarono i cavalli e si sdraiarono con le armi al fianco.
Quella stessa notte, Njal, che si trovava a Thorolfsfell, non riusciva ad addormentarsi, entrava in casa, ne usciva, poi rientrava immediatamente, senza sosta. Sua nuora Thorild gli domandò che cosa gli impedisse di dormire.
“Molte cose mi passano dinanzi agli occhi” le rispose Njal “Vedo i feroci spiriti di molti dei nemici di Gunnar, ma c’è qualcosa che non capisco. Sono agitati, ma sembra che non sappiano che cosa stanno facendo.(2)
Poco tempo dopo, un uomo giunse a cavallo dinanzi alla porta, smontò di sella ed entrò in casa: era il pastore del gregge di Thorild.
“Hai trovato le pecore?”(3) gli domandò Thorild.
“Ho trovato qualcosa di più importante” le rispose l’uomo.
“Che cosa?” gli domandò Njal.
“Ho visto nel bosco ventiquattro uomini” rispose il pastore” che avevano legato agli alberi i loro cavalli e che stavano dormendo. Avevano appeso gli scudi ai rami”.
Il pastore li aveva osservati così attentamente che fu in grado di descrivere gli abiti e le armi di ognuno di loro.
Njal riuscì così a riconoscere ciascuno di quegli uomini.
“Che fortuna se ne avessimo tanti come te” osservò Njal “ Sarai debitamente ricompensato. Ma ora voglio affidarti un incarico”.
Il pastore annuÌ.
“ Corri a Hlidarend” gli ordinò Njal “ e dí a Gunnar di recarsi a Grjotár e di radunare uomini. Nel frattempo io andrò incontro a quegli uomini che dormono nel bosco e e cercherò di far loro paura. Le cose si stanno mettendo bene. Non guadagneranno nulla da questa avventura, anzi ci perderanno molto”.
Il pastore galoppò a Hlidarend e riferì tutto a Gunnar, che si recò subito a Grjotár e radunò intorno a sé molti uomini.
Ritorniamo ora a Njal, che era andato incontro ai due Thorgeir.
“È imprudente da parte vostra trovarvi qui.”disse loro” Che cosa ci siete venuti a fare? Gunnar non è uno che si lasci pestare i piedi e, a dire la verità, mi sembra che questa vostra impresa sia stata proporio male organizzata. Sappiate che Gunnar sta raccogliendo uomini e sarà presto qui per uccidervi, a meno che voi non ritorniate a casa in tutta fretta”.
I due e quelli che li accompagnavano si spaventarono, raccolsero in gran fretta le loro armi, saltarono sui loro cavalli e ritornarono al galoppo a Trihyrning.
Njal si recò da Gunnar e gli consigliò di non sciogliere subito il gruppo di armati che aveva raccolto. “Io farò da intermediario “ gli disse” e proporrò un accordo. In questo momento i tuoi avversari sono veramente spaventati. Sono tutti implicati in questa impresa e il risarcimento che dovranno pagare per questo tentativo di assassinarti non sarà inferiore a quello che tu dovresti pagare per l’uccisione di uno dei due Thorgeir, se si dovesse arrivare sino a qule punto. Io terrò in deposito le somme che saranno pagate a titolo di risarcimento per metterle a tua disposizione se tu dovessi averne bisogno”
NOTE
1) Il sonno che coglie i personaggi proprio nei momenti più importanti dell’azione è un motivo tipico delle saghe, ma appare poco verosimile. È difficile pensare che qualcuno che prepara un’impresa particolarmente rischiosa si metta in marcia in condizioni di stanchezza o di ridotta capacità fisica.
2)I Vikinghi credevano nell’esistenza di “spiriti accompagnatori”, una specie, si potrebbe dire, di “angeli custodi”.
Si veda ad es. la descrizione di uno di questi spiriti nel capitolo 67 della” Saga della Valle dei Salmoni”, in cui è raccontata l’uccisione di Thorgils Hölluson:” Giunta l’estate Thorgils si recò all’assemblea e, quando giunse con i suoi sui campi di lava dove si svolgeva l’assemblea, vide venire dalla direzione opposta una donna di altissima statura. Thorgils si diresse verso di lei, ma, quella, sfuggendolo, gli disse soltanto:"Guardati , o prode, dagli intrighi di Snorri, anche se è vano lottare contro la sua astuzia"e proseguì per la sua strada. Thorgils vide in questo incontro un cattivo presagio:” Quando le cose andavano bene" osservò “ era raro che tu lasciassi l’assemblea proprio al momento del mio arrivo.”
Si veda anche il capitolo 12 della “Saga di Njal”: Svan fece un grande sbadiglio e disse: “Sento gli spiriti protettori di Osvif”. “
3) Il pastore era stato evidentemente inviato alla ricerca di alcune pecore che si erano smarrite.
Capitolo 70
Gunnar ringraziò Njal per il suo aiuto.
Njal si recò allora a Trihyrning e disse ai due Thorgeir che Gunnar non avrebbe sciolto il gruppo di armati che aveva raccolto finché non si fosse giunti ad un accordo.
I due ne furono molto spaventati, fecero delle offerte di accomodamento e pregarono Njal di interporsi come mediatore tra loro e Gunnar. Njal rispose che si sarebbe fatto latore soltanto di offerte formulate con sincerità. I due lo pregarono di fungere da arbitro e si impegnarono ad accettare qualsiasi soluzione egli avesse proposto.
Njal disse che avrebbe proposto una soluzione solo nel corso dell’assemblea generale e alla pesenza degli uomini più autorevoli. I due si dichiararono d’accordo.
In seguito Njal agì da mediatore finché ciascuna delle parti non si impegnò a far pace e a riconciliarsi con l’altra. Njal fu designato come arbitro, libero di farsi assistere da chiunque volesse.
Poco dopo, i due Thorgeir incontrarono Mord, figlio di Valgard, che li rimproverò aspramente per essersi affidati a Njal, che era un grande amico di Gunnar, e predisse loro che la cosa sarebbe finita male.
Come al solito, gli uomini si recarono all’assemblea generale. Ambo le parti erano presenti. Njal prese la parola e chiese ai notabili e a tutti gli uomini più autorevoli che erano presenti quale azione essi pensassero spettare a Gunnar contro i due Thorgeir per il complotto che avevano ordito nei suoi confronti. Gli risposero che, a loro avviso, Gunnar aveva tutto il diritto di agire contro i due Thorgeir. Allora Njal domandò loro se l’azione dovesse essere proposta soltanto contro i capi del complotto o anche nei confronti di tutti coloro che vi avevano preso parte. Gli risposero che la responsabilità principale ricadeva sui capi, ma che anche gli altri partecipanti al complotto avevano una buona parte di responsabilità.
“Molti potrebbero dire che non hanno agito senza ragione “ intervenne Mord” perché Gunnar aveva violato gli impegni presi con i due Thorgeir”
“Non si può parlare di violazione di impegni, quando si agisce conformemente alla legge ” ribattè Njal “ Il rispetto della legge farà fiorire il nostro paese, il mancato rispetto della legge lo porterà alla rovina”. Dopo di ciò, Njal spiegò ai presenti che Gunnar aveva offerto al posto del terreno di Moeidarhvol il versamento di una somma pari al suo valore in denaro o la cessione di terreni di valore equivalente.
A questo punto i due Thorgeir, delusi dalla difesa inefficace di Mord, lo rimproverarono aspramente e gli dissero che era sua la colpa delle ammende che avrebbero dovuto pagare.
Njal nominò dodici giurati chiamati a pronunciarsi sul caso. La loro decisione fu che ogni individuo che aveva partecipato al complotto avrebbe dovuto pagare cento once d’argento, mentre ciascuno dei due Thorgeir avrebbe dovuto pagarne duecento. Njal ricevette il denaro e lo tenne in deposito. In seguito ciascuna delle parti assunse un impegno di pace e di lealtà, secondo la formula dettata da Njal.
Partito dall’assemblea, Gunnar si recò in visita a Hjardarholt nella Valle dei Salmoni, dove Olaf il pavone lo accolse affettuosamente. Gunnar soggiornò colà per due settimane, visitò varie località della valle e fu ricevuto con amicizia dappertutto.
Quando prese congedo da Olaf, costui gli disse: “Voglio regalarti tre cose: un anello d’oro ed un mantello, che sono appartenuti a Myrkjartan, re d’Irlanda, ed un cane che mi è stato regalato anche lui in Irlanda. È un grosso cane che potrà esserti d’aiuto proprio come un uomo robusto. Del resto, è anche intelligente come un essere umano. Abbaierà contro qualsiasi individuo di cui capisca che è un tuo nemico, ma non si getterà mai su un tuo amico, perché è in grado di intuire se una persona ti vuole bene o no. Sarà disposto a sacrificare la sua vita per esserti fedele. Si chiama Sam.”
Poi Olaf disse al cane: “Va’ con Gunnar e servilo meglio che puoi!”
Il cane si avvicinò subito a Gunnar e si accucciò ai suoi piedi.
Olaf consigliò a Gunnar di stare in guardia e gli disse che molti lo invidiavano perché “era considerato l’uomo più notevole di tutto il paese”.
Gunnar lo ringraziò per i doni e ritornò a casa sua, dove rimase tranquillo per qualche tempo senza che nulla accadesse.
CAPITOLO 71
Qualche tempo dopo i due Thorgeir andarono a trovare Mord. L’incontro fu burrascoso. I due ritenevano di aver perso un bel mucchio di denaro per colpa di Mord, senza guadagnarci nulla in cambio, e lo incitarono a congegnare qualche altro piano per recar danno a Gunnar.
Mord promise che si sarebbe dato da fare e propose a Thorgeir, figlio di Otkel, di sedurre Ormhild, una nipote di Gunnar (1), perché “ così l’avversione di Gunnar nei tuoi confronti crescerà ancora di più. Diffonderò allora la voce che Gunnar non intende tollerare questo tuo comportamento. In seguito, voi due dovrete attaccare Gunnar, ma non a casa sua, perché un tale tentativo sarebbe troppo rischioso finché è vivo il suo cane.”
I due accettarono il suggerimento e si accordarono per metterlo in atto.
Trascorse così l’estate e le visite di Thorgeir a Ormhild erano diventate una consuetudine. Gunnar le tollerava male e la sua antipatia nei confronti di Thorgeir cresceva sempre di più. Trascorse anche l’inverno e ritornò l’estate. Gli incontri fra Thorgeir e Ormhild si facevano sempre più frequenti.
Thorgeir di Trihyrning si incontrava spesso con Mord e i due progettarono un’imboscata contro Gunnar , approfittando del fatto che quest’ultimo si recava abitualmente a Eyjar per sorvegliare il lavoro dei suoi garzoni.
Un giorno, venuto a saper che Gunnar si era recato a Eyjar, Mord inviò un messaggero a Trihyrning per informarne Thorgeir, figlio di Starkad, e fargli presente che quella era un’occasione ideale per un agguato. Thorgeir riunì rapidamente undici uomini e si mise subito in cammino. A Kirkjubae lo attendevano altri dodici uomini. Discussero quale fosse il posto migliore per tendere un agguato a Gunnar e decisero di aspettarlo al guado del fiume Rangá.
Nel frattempo Gunnar stava ritornando da Eyjar con suo fratello Kolskegg. Gunnar era armato di arco e frecce e portava con sé la sua alabarda. Kolskegg portava il suo coltellaccio ed era protetto da uno scudo. (2)
NOTE
1) Si legge nel cap. 19 della “Landnama saga”(“Saga dell’insediamento” ) che Ormhild era figlia di Arngunn, sorella di Gunnar, e di Hroar, il sacerdote di Tunga.
2) Il testo islandese dice che Kolskegg era “alvaepni”, cioè completamente armato. L’armatura completa era costituita da armi offensive ( in genere lancia e spada) e da armi difensive ( elmo, scudo, cotta di maglia). Troviamo una sua descrizione nel cap.37 della “Saga della Valle dei Salmoni”:
"Va’ tu ad avvisare Thorleik, se ne hai voglia. Vedi che sono uscito di casa ben armato, cosicché mi farebbe solo piacere incontrare Thorleik .” esclamò Eldgrim e brandì la picca che aveva in mano.Aveva anche un elmo in testa, una spada alla cintura, uno scudo al fianco ed era in cotta di maglia”.
Rari erano tuttavia coloro che possedevano un’armatura completa. Si trattava in genere di persone che l’avevano ricevuta nel corso un’esperienza militare, considerato che le armi più solide ( spade, alabarde, elmi e corrazze) erano difficili da produrre e che il metallo in esse utilizzato era molto costoso. Leggiamo, ad es. nello stesso cap.37 della “Saga della Valle dei Salmoni” che Hrut, il quale aveva prestato servizio nella guardia del re di Norvegia, possedeva un’alabarda
Nel caso specifico, il fatto che Kolskegg usi come arma offensiva soltanto un coltellaccio (“saxid”), lascia presumere che le sue armi difensive non comprendessero elmo e cotta di maglia, ma tutt’al più un piccolo scudo rotondo, che poteva facilmente essere ricavato da una tavola di legno.
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