Veduta delle abitazioni sul Monte Fùchῡn” ( 富春山居圖 “fùchῡn shān jῡ tú)
Il rotolo dipinto intitolato “Veduta delle abitazioni sul Monte Fùchῡn” ( 富春山居圖 “fùchῡn shān jῡ tú) è considerato uno dei capolavori sopravvissuti del famoso pittore Huáng Gōngwàng 黄公望 (1269 d.C.–1354 d.C.), il quale, dedicatosi agli studi pittorici sulla cinquantina, si trasferì nel 1347 d.C. sul Monte Fùchῡn ( 富春山 “fùchῡn shān”), a sud-ovest di Hángzhōu 杭州, lungo la riva settentrionale del fiume Fùchῡn ( 富春江 “fùchῡn jiāng”), dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Lì realizzò diversi dipinti di paesaggi naturali, tra cui " Veduta delle abitazioni sul Monte Fùchῡn", che raffigura il paesaggio di Fùyáng 富阳 presso Hángzhōu 杭州.
L’AUTORE DEL ROTOLO
Huáng Gōngwàng 黄公望(1269—1354), originario di Chángsú 常熟 nel Jiāngsῡ 江苏 , fu un pittore e un calligrafo, che visse all’epoca della dinastia Yuán 元朝.
Sotto la dinastia mongola, le prospettive per un cinese di etnia Hàn di accedere alle alte cariche dello Stato erano piuttosto limitate e Huáng Gōngwàng, dopo aver servito per qualche anno in funzioni subalterne, nel 1315 lasciò l’impiego statale per divenire membro della setta taoista Quánzhēn 全真.
Cominciò a studiare e praticare la pittura verso i 50 anni d’età, sotto la guida di Zhào Mèngfǔ 陶宗仪. Dipingeva dal vero e si specializzò nella pittura ad inchiostro.
È considerato il migliore dei "Quattro Maestri della dinastia Yuan" (元四大家 ”yuán sì dàjiā”).
STORIA DEL ROTOLO
Huáng Gōngwàng regalò il dipinto al monaco taoista Wúyòng 无用.
Circa un secolo dopo, il dipinto finì in possesso del pittore della dinastia Míng 明朝 Shĕn Zhōu 沈周 (1427-1509), il quale consegnò, durante il regno dell'imperatore Chénghuà 成化帝 (1465-1487), il dipinto a un calligrafo di cui non si conosce il nome perché vi apponesse un’iscrizione (fatto curioso, considerando che Shĕn Zhōu era egli stesso un eccellente calligrafo). Tuttavia, il figlio del calligrafo vendette di nascosto il dipinto che, dopo qualche tempo, riapparve sul mercato ad un prezzo molto elevato. Non avendo i mezzi per riacquistarlo, Shĕn Zhōu non poté fare altro che realizzarne, a memoria, una copia. Questa imitazione di Shĕn Zhōu è diventata la copia più nota e acclamata tra tutte. Non molto tempo dopo averla realizzata, Shĕn Zhōu la diede a un amico di nome Fán Shùnjǔ 樊舜举, che si mise in cerca dell’originale. Quando lo trovò, lo comprò ad alto prezzo e invitò Shĕn Zhōu ad apporvi un’iscrizione. In questa iscrizione, che figura alla fine del rotolo, Shĕn Zhōu raccontò come il dipinto fosse stato smarrito e poi ritrovato.
Nel corso dei secoli successivi, il dipinto ebbe diversi proprietari, tra cui Tán Zhì Yī 谈志伊, Dǒng Qíchāng 董其昌 e Wú Zhèngzhì 吴正志. Alla morte di Wú Zhèngzhì, il dipinto passò al suo terzogenito Wú Hóngyù 吴洪裕, il quale lo amò così tanto che, quando dovette fuggire di casa a precipizio di fronte all’avanzata dei Manciù, abbandonò tutti gli oggetti di valore e portò con sé soltanto questo dipinto e una copia del “Classico dei Mille Caratteri” (千字文 ”qián zì wén”) calligrafata dal Maestro Zhìyǒng 智永法师. Era così affezionato a queste due opere che, nel 1650, poco prima di morire, diede ordine di bruciarle per poterle portare con sé nell'aldilà. ll nipote di Wú Hóngyú, Wú Jìng'ān 吴 静安, riuscì a salvare il rotolo, che tuttavia era già in fiamme e spezzato in due. (1)
ll pezzo più piccolo, ovvero la sezione iniziale, lungo 51,4 centimetri, fu conosciuto in seguito come “La veduta di ciò che resta delle montagne”( 剩山圖 “shèng shān tú”). Dopo essere passato per le mani di numerosi collezionisti, giunse, negli anni ‘40 in possesso di Wú Húfān 吴湖帆, pittore e collezionista. Dal 1956 è conservato nel Museo Provinciale del Zhèjiāng ( 浙江省博物馆 “zhèjiāng shěng bówùguǎn“) a Hángzhōu 杭州.
Più avventuroso e drammatico fu il percorso del secondo pezzo, lungo 636,9 centimetri, conosciuto come "Il Rotolo del Maestro Wúyǒng" (無用師卷 “ wúyòng shī juǎn “), che, dopo essere passato per le mani di diversi alti funzionari governativi, tra cui Gāo Shìqí 高士奇 e Wáng Hóngxù 王鸿绪, approdò al Palazzo Imperiale. L'imperatore Qiánlóng 乾隆帝, che si piccava di essere un intenditore d’arte, giudicò questa nuova acquisizione una contraffazione e insistette sull’autenticità della copia che già possedeva.. Questo errore fu corretto solo nel 1816, durante il regno dell'imperatore Jiāqìng 嘉慶帝. "Il Rotolo del Maestro Wúyǒng" fu portato a Táiwān 台湾 nel 1949 ed è attualmente conservato nel Museo del Palazzo Nazionale (国立故宫博物院 ”guólì gùgōng bówùyuàn") a Táibĕi 臺北.
DESCRIZIONE DEL ROTOLO
Il dipinto appartiene al genere detto “shānshuĭ 山水 (“monti e fiumi”), termine tradizionalmente usato per indicare la pittura di paesaggio.
La prima scena che appariva, quando si cominciava a svolgere il rotolo, era una montagna imponente scorta da una prospettiva elevata, visuale che ne esaltava la vegetazione lussureggiante e metteva in evidenza il gran numero di rocce di cui era disseminata. Questa scena è rimasta nella sezione del rotolo ora chiamata “La veduta di ciò che resta delle montagne”( 剩山圖 “shèng shān tú”), la più breve delle due che attuamente compongono il rotolo (2).
Passiamo ora al "Rotolo del Maestro Wúyǒng"(無用師卷 “ wúyòng shī juǎn “), in cui si ammira il paesaggio dei pendii più bassi. Nella metà inferiore della composizione si notano diversi tipi di alberi. Gradualmente, dopo l'ampia vista iniziale, lo sguardo si solleva come se si stesse salendo verso un punto da cui si può vedere lontano, fino alle montagne più distanti. Si offre allora ai nostri occhi un panorama spettacolare. Montagne dalle cime arrotondate con alberi e prati rigogliosi, case e sentieri nelle valli. Più avanti vediamo una figura che pesca in una barca e, a sinistra, all'ombra di alcuni alberi in primo piano, vediamo dei padiglioni sulla riva di un lago. Scendendo più in basso, si notano, in primo piano, una riva e macchie di alberi. Quando ci si avvicina alla fine del rotolo, una cima maestosa riecheggia la robusta montagna che abbiamo visto all'inizio. Il viaggio si conclude in modo elegante: montagne basse, dipinte con tenui pennellate di inchiostro, si assottigliano allontanandosi fino a perdersi nello spazio vuoto. (3)
ll formato del rotolo consente di adottare molteplici prospettive in uno stesso dipinto, abbracciando l'ampiezza e la profondità del paesaggio fluviale e montagnoso, come se si stesse documentando un viaggio continuo che si snoda attraverso il tempo e lo spazio. Sebbene il paesaggio sia un soggetto sia dell'arte cinese che dell’arte occidentale, l’approccio è differente. Un quadro occidentale è infatti la registrazione visiva di un singolo paesaggio in un preciso momento. Un rotolo cinese cattura invece il flusso di un viaggio attraverso molteplici cambiamenti di atmosfera e di prospettiva. Nell’iscrizione da lui apposta al rotolo, Huáng ci informa che gli ci vollero dai tre ai quattro anni per completare il dipinto, il quale non fu costruito secondo uno schema prestabilito, ma eseguito in modo spontaneo. Quando si sentiva ispirato, Huáng aggiungeva un altro foglio al rotolo, che, alla fine, risultò così composto di sei fogli.
METODI E TECNICHE
Il rotolo è stato eseguito con pennello e inchiostro su carta. Esso è un tripudio di metodi e tecniche, con toni decisi e sfumature delicate, pennellate asciutte e bagnate, applicazioni di inchiostro sparse e dense, nonché intrecci e curve di linee calligrafiche.
Huáng rende omaggio ai maestri delle epoche precedenti, servendosi spesso di alcune delle tecniche di pittura da essi sviluppate.
Utilizza ad esempio la tecnica detta della “pennellata a fibra di canapa” (麻皮皴 “má pí cūn”), elaborata nel X° secolo d.C. dal maestro Dǒng Yuán 董源. (4)
La “pennellata a fibra di canapa” si usa per la rappresentazione delle rocce quando si vuole ottenere un effetto particolare. I tratti utilizzati per questo tipo di tecnica sono lunghi, sottili e uniformi; eseguiti con la punta del pennello e con un movimento fluido. Sono disposti uno accanto all'altro, conferendo alle rocce e alla montagna un aspetto più morbido rispetto a quello ottenuto con le “pennellate a taglio di scure”( 斧劈皴 “fǔ pī cūn”). (5) Se si desidera raffigurare una montagna con questa struttura, occorre tenere il pennello in posizione verticale, impugnandolo al centro del manico, e dipingere con la punta. I tratti in fibra di canapa avranno un aspetto migliore quando si sovrappongono (ma non si incrociano) e sono realizzati con tonalità di inchiostro diverse.
Un’altra delle tecniche predilette da Huáng è quella della “pennellata a testa d’allume”, coltivata da Jùrán 巨然, pittore vissuto all’epoca delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni ( 五代十國 “wǔ dài shí guó”). (6)
Nella pittura a inchiostro cinese, il termine "testa d'allume" si riferisce a a una tecnica specifica che può essere utilizzata per creare effetti particolari. Esso non designa un ingrediente o un materiale di base, ma piuttosto un metodo per manipolare l'inchiostro e ottenere risultati interessanti.
Si tratta, in pratica, di utilizzare un pennello o un altro strumento intinto in una soluzione di allume (un sale di potassio o di alluminio) e poi applicato sull'inchiostro già steso sulla carta. Questo processo può causare una reazione chimica che fa sì che l'inchiostro si espanda, si disperda o crei delle macchie particolari, aggiungendo densità e profondità all'opera.
NOTE
1) Con molta prontezza di spirito Wú Jìng'ān 吴 静安 riuscì, proprio all’ultimo momento, a sottrarre alle fiamme il rotolo di Huáng Gōngwàng 黄公望 e a sostituirlo con un altro, senza che lo zio, ormai morente, se ne accorgesse. Il dipinto aveva però già subito alcuni danni e si era spezzato in due parti.
2) L'immagine è reperibile sotto:.https://rescen.net/blog2/2011/08/the-remaining-mountain/
3) Le scene qui descritte possono essere ammirate cliccando https://smarthistory.org/huang-gongwang-dwelling-in-the-fuchun-mountains/
4) Dǒng Yuán 董源 ( c. 932 d.C - c. 962 d.C. ) fu un pittore del periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni. È considerato il pioniere della pittura paesaggistica della Scuola Meridionale ( 江南 Jiāngnán) e appartiene, insieme con Lǐ Chéng 李成 e Fàn Kuān 范宽, al gruppo dei "Tre Maestri della dinastia Sòng Settentrionale" (北宋三大家 “běisòng sān dàjiā”. “)
I suoi dipinti mostrano il paesaggio intorno al basso corso del Fiume Azzurro, presso Nanchino, caratterizzato da dolci colline che si alternano a corsi d'acqua avvolti nella nebbia. Questa raffigurazione è in netto contrasto con la tematica della Scuola Settentrionale, che raffigura i picchi alti e imponenti delle regioni settentrionali.
5) La “pennellata a taglio di scure”( 斧劈皴 “fǔ pī cūn”) è un metodo di pittura creato da Lǐ Sīxùn 李思训 sotto la dinastia Táng 唐 朝. Le linee sono vigorose e i tratti sono spesso tortuosi e contorti, come i segni lasciati dai colpi di un coltello o di un'ascia, da cui il nome. Questo metodo è usato per rappresentare rocce dure e spigolose. I paesaggisti della dinastia Sòng Meridionale 南 宋 朝 lo usarono nella pittura ad inchiostro per creare uno stile vigoroso ed impressionante. Quando si disegna con la “pennellata a taglio di scure”, il centro del pennello viene spesso utilizzato per delineare i contorni delle rocce, e le pieghe vengono disegnate con il lato del pennello, per poi essere rese con inchiostro leggero. Le linee sottili e vigorose sono chiamate "piccolo taglio di scure”( 小斧劈 “xiăo fǔ pī”), mentre le linee spesse e larghe sono chiamate "grande taglio di scure"(大斧劈 “dà fǔ pī”).
6) Jùrán 巨然 fu un pittore paesaggista del X° secolo d.C., della cui vita si conosce pochissimo. Fu allievo di Dǒng Yuán 董源.
(