Zhài Yǒngmíng 翟永明
Ammirando un rotolo dipinto da Huáng Gōngwàng
Zhài Yǒngmíng 翟永明, è nata a Chéngdū 成都, capoluogo del Sìchuān四川, nel 1955. Dopo aver conseguito nel 1974 il diploma di maturità, fu inviata durante la Rivoluzione Culturale a lavorare in campagna, come molti altri giovani di città bisognosi, secondo le Guardie Rosse, di essere rieducati ai valori del marxismo-leninismo.
Ritornata più tardi a Chéngdū, si laureò in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso la locale Università di Scienze e Tecnologie Elettroniche e lavorò, per qualche tempo, presso un istituto di ricerca in fisica. Cominciò a pubblicare poesie nel 1981 e presto si affermò come una delle maggiori poetesse della Cina continentale, dando prova di una potente fantasia e di un femminimo senza compromessi in cicli poetici quali " Donna" (女人 “nǚrén”), edito nel 1984, e " Un Villaggio Tranquillo" ( 静安庄 “ jìng'ān zhuāng”), edito nel 1985.
Nel 1986, lasciò il suo lavoro, per il quale non provava particolare attrazione e si dedicò sempre di più alla poesia.
Nel 1990, si recò negli Stati Uniti, dove si trattene circa un anno e mezzo.
Nel periodo della sua prima produzione poetica, Zhài Yǒngmíng ha subito l’influenza di poetesse “confessionali” (1) americane della metà del XX secolo come Sylvia Plath. (2)
Lo “stile confessionale” (3) e il gusto per il macabro di Sylvia Plath , che fu lei stessa, ai suoi tempi, una nota femminista, si riflettono nelle poesie di Zhài Yǒngmíng, in particolare nel già citato ciclo poetico intitolato “Donna”, nei “Canti della Notte”( 黑夜的素歌 “hēiyè de sù gē”) del 1997, e, più esplicitamente, nel "Canto del caffè" (咖啡馆之歌 ” kāfēi guǎn zhī gē “), scritto nel 1993 dopo il ritorno dagli Stati Uniti. L’uso di temi cupi e di complesse rappresentazioni della morte, che caratterizza l’opera di Sylvia Plath, ritorna successivamente nel movimento femminista cinese del "Tornado Nero" (4), che ha avuto in Zhài Yǒngmíng una delle sue più importanti ispiratrici. Inoltre, Plath e Zhai condividono una analoga avversione per la tecnologia moderna e l'impatto della scienza sull'ordine sociale. Entrambe temono che la scienza possa spingere gli individui verso una mentalità distruttiva di autoalienazione, sebbene Zhài esprima questo timore in forme più sottili e raffinate.
In seguito, Zhài Yǒngmíng ha rivisitato in chiave femminista il passato della Cina, rivalutando figure storiche femminili come Yú Xuánjī (5) e Yáng Guìfēi (6) e presentandone nuove interpretazioni che contrastano con la misoginia largamente presente nella storiografia tradizionale . Sebbene gran parte della sua coscienza sociale sia permeata dal femminismo - ad esempio, in poesie come "Rapporto sulla prostituzione delle bambine" (关于雏妓的一次报道 “guānyú chújì de yīcì bàodào”) -, Zhài Yǒngmíng ha affrontato anche altri temi di grande rilevanza come la corruzione della pubblica amministrazione, di cui tratta "Il testamento di Hú Huìshān" (胡惠姗自述 “hú huìshān zìshù”), che si riferisce al terremoto di Wènchuān 汶川 del 1908 e, nel corso della sua carriera, ha sempre mantenuto un forte impegno sociale e politico.
Nel 1998, ha aperto a Chéngdū il bar e salone culturale "Notte Bianca", in cui ha ospitato numerosi eventi letterari e mostre d’arte.
Non sorprende che Il suo interesse per la pittura e la storia dell’arte si sia intrecciato con il suo impegno sociale, come è accaduto in "Accompagnando Huáng Gōngwàng sul monte Fùchūn" (随黄公望游富春山 “suí huáng gōngwàng yóu fù chūnshān”), una sequenza ecfrastica, poetico-ecologica, lunga come una antologia, pubblicata nel 2015, che si ispira ad un dipinto di natura paesaggistica "Abitare sul Monte Fuchun" (富春山居圖 “ fùchūnshān jū tú”) (7), del pittore Huáng Gōngwàng 黄公望 (1269-1354). (8) In questa sequenza di 30 poesie, Zhài medita sull'ambiente e sul degrado ambientale, sul paesaggio e sulla pittura di paesaggio, sul passato e sul presente, sull'estetica e sugli eventi mondiali. Aveva già affrontato questi temi in precedenza (si possono ricordare, ad esempio, "In primavera" e "Nei tempi antichi" (在古代 “zài gǔdài”)), ma in questo lavoro approfondisce ulteriormente la sua ricerca, e il lento viaggio attraverso la pittura a inchiostro della dinastia Yuán le offre ampio spazio per interagire con il dipinto e riflettere sui suoi molteplici strati di significato. Testo ibrido, che incorpora abbondanti citazioni, allusioni e note a piè di pagina, “Accompagnando Huáng Gōngwàng sul monte Fùchūn” ha la ricchezza di un rotolo inciso, corredato di colofoni, o di un testo classico annotato secondo la tradizione.
Come mette giustamente in rilievo il critico Andrea Lingenfelter nella rivista “Paper Republic”(9), l'incontro di Zhài Yǒngmíng,con il dipinto di Huáng Gōngwàng è una lettura soggettiva-oggettiva dell’opera pittorica, che riflette l'ampiezza degli interessi dell’autrice. La poesia n.1, qui di seguito riportata e tradotta, mostra alcuni aspetti storici del dipinto e include le annotazioni dell’autrice. Le poesie n. 5 e n.6, prive di note, affrontano rispettivamente la perdita del corpo e dell'anima dei giovani nell'era digitale e il potere curativo e trascendentale dell'arte. La poesia n.7 si concentra su uno degli episodi più celebri nella storia di questo dipinto, che vide un collezionista egocentrico e psicotico tentare di bruciarlo perche lo accompagnasse nell’aldilà. (10) La poesia n.21, che compare a circa due terzi della sequenza poetica, ci porta ad un periodo più recente (2014 o 2015, anno in cui Zhài compose questo ciclo di poesie): in essa, l’autrice riflette sulla sorte del genere femminile e sui rapporti che le donne possono avere con un dipinto creato in un'epoca in cui poetesse e artiste erano emarginate. Riflette anche sulle notizie di attualità, il che conferisce a questa poesia numerose implicazioni aggiuntive. Zhài ci mostra come questo dipinto paesaggistico possa ricordarci tutto ciò che abbiamo perso, oltre a indicare ciò che rimane e che merita di essere preservato, e riconosce anche il ruolo dell'artista come testimone e custode della memoria storica.
Poesia n.1 di una sequenza di 30 poesie intitolata "Accompagnando Huáng Gōngwàng sul monte Fùchūn" 随黄公望游富春山
I film del 1350 erano i rotoli dipinti...
Tu pieghi la testa verso di me
e cominci a svolgere il rotolo.
Immagini e didascalie si mettono a scorrere,
lentamente.
L’obiettivo passa da una scena all’altra,
cambia di soggetto,
muovendosi tra le dita e il palmo della mano.
Oltrepasso un colofone alto un pollice, (11)
penetro la sottile, rugosa crosta del dipinto, (12)
divento anch’io una figura
disegnata in un alternarsi
di densi e tenui tratti d’inchiostro...
un personaggio che si inoltra fra i monti,
al seguito di Huáng Gōngwàng,
in cerca del Maestro Wúyòng (13)
sulle cime del Fùchῡn.
Si avvicinava agli ottanta, quell’anno, Huáng...
“Ci si sente sempre depressi
quando le foglie si apprestano a cadere
frusciando.
Vieni a passeggiare con me
lungo questo sei fogli
di carta fine e delicata!
Immergeremo le nostre lenze proprio qui.
Questi non sono gli anni del nostro declino.”
Ho in mano una risma d fogli A4,
una penna a sfera;
avanzo nell’aria rarefatta (14)
di ciò che resta delle montagne (15),
tra il fruscio delle foglie che cadono.
Mi sento desolato.
Le montagne che rimangono
sono invecchiate.
Anch’io sono invecchiato.
壹
一三五〇年,手卷即电影
你引首向我展开1
墨与景 缓缓移动
镜头推移、转换
在手指和掌肌之间
走过拇指大小的画题
走进瘦骨嶙峋的画心
我变成那个浓淡人儿
俯仰山中
随黄公望 寻无用师 访富春山2
那一年,他年近八十
“不待落木萧萧 人亦萧条
随我走完六张宣纸,垂钓此地
那便不是桑榆晨昏”
我携一摞白纸,蓝色圆珠笔
闯进剩山冷艳之气
落叶萧萧 我亦萧条
剩山将老 我亦将老
NOTE DELL’AUTRICE
1) In questa poesia ho immaginato Huáng Gōngwàng mentre mostra ad un amico un rotolo dipinto. Il rotolo viene svolto in senso orizzontale dalla destra verso la sinistra. Ciò permette a chi lo ammira di seguirne con calma il movimento, come se la composizione fosse una storia che ci racconta il viaggio del pittore attraverso il paesaggio. Dǒng Qíchāng (16) disse una volta che, quando guardava questo dipinto, si sentiva” felice e pieno di energia.” Le stesse sensazioni ho provato io.
2) Si racconta che Huáng Gōngwàng aveva compiuto 79 anni quando dipinse questo rotolo. Era appena tornato a casa, sul monte Fùchῡn, da Sōngjiāng e si mise a dipingere quest’opera nella torre meridionale della sua residenza di montagna. Tuttavia, si allontanava spesso da casa per disegnare o per viaggiare e il rotolo fu trascurato. Huáng aggiungeva sempre “qualche dettaglio” ogni volta che tornava, cosicché non lo terminò prima che fossero trascorsi almeno tre o quattro anni. Sappiamo che, quando Huáng compì 83 anni, Wúyòng lo invitò ad apporre sul rotolo un colofone che attestasse chi ne era l’autore, ma resta comunque difficile stabilire in quale data il rotolo sia stato effettivamente terminato. Se ha ragione Wáng Yuánqí (17), letterato vissuto sotto la dinastia Qīng, il quale affermò, nella sua opera intitolata "Schizzi pittorici di Lùtái", che ci vollero sette anni per completare il rotolo, questo dipinto potrebbe essere quello che richiese più tempo e più ritocchi in tutta la storia della pittura cinese.
NOTE DEL TRADUTTORE
1) La “poesia confessionale” (o” confessionalismo”) è definita da Wikipaedia come un genere di poesia sviluppatosi negli Stati Unitii negli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi questa denominazione è ancora usata negli Stati Uniti, ma in senso generalmente peggiorativo, per indicare poesie che trattano con stile volutamente trasandato di esperienze personali.
I poeti confessionalisti si ispirano al vissuto personale, che costituisce il loro principale centro di esplorazione, ed usano spesso i loro traumi per dare vigore ai propri testi.
Due rappresentanti di rilievo del confessionalismo sono Sylvia Plath e Anne Sexton. Anche buona parte delle opere di John Berryman sono considerate aderenti a questa corrente, della quale il maestro riconosciuto è Robert Lowell. Inoltre si trova un evidente legame col confessionalismo nelle opere dei poeti della Beat Generation degli anni Cinquanta e Sessanta, in particolare Allen Ginsberg.
2) Sylvia Plath (1932-1963), è ricordata da Wikipaedia come una poetessa e scrittrice statunitense.
Conosciuta per le sue poesie, scrisse il romanzo semiautobiopgrafico "La campana di vetro" (The Bell Jar) sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. La protagonista del libro, Esther Greenwood, è una brillante studentessa dello Smith College, che inizia a soffrire di disturbi depressivi durante un tirocinio presso un giornale di moda newyorkese. La trama ha un parallelo nella vita di Plath, che trascorse un periodo presso la rivista femminile "Mademoiselle", successivamente al quale, in preda a un forte stato di depressione, tentò il suicidio.
Assieme ad Anne Sexton, Plath è stata l'autrice che più ha contribuito allo sviluppo del genere della “poesia confessionale”, iniziato da Robert Lowell e William De WItt Snodgrass. Autrice anche di vari racconti e di un unico dramma teatrale a tre voci, per lunghi periodi della sua vita ha tenuto un un diario, di cui sono state pubblicate le numerose parti sopravvissute. Parti del diario sono invece state distrutte dal marito, il poeta laureato inglese Ted Hugues. Morì suicida all'età di trent'anni.
3) I poeti ”confessionali”, come s’è detto, sceglievano spesso per temi poetici i loro drammi personali. La vita di Sylvia Plath, che terminò con il suicidio, fu caratterizzata da gravi depressioni, da un tentato suicidio, da violenze e tradimenti del marito,da un’esperienza di lavoro in un ospedale psichiatrico, da pesanti difficoltà economiche e da problemi di ogni genere. Non conosco le sue poesie, ma posso immaginare che esse riflettessero un’atmosfera cupa e tenebrosa.
4) Molti indicano come “Tornado Nero” la vampata di femminismo che scosse la scena poetica cinese tra il 1986 e il 1989 e che sarebbe stata ispirata da Zhài Yǒngmíng. Occorre tuttavia constatare che se, emulando Zhài Yǒngmíng, numerose poetesse scrissero delle loro esperienze e lotte personali, spesso con toni vigorosi ed accesi, ciò non diede origine ad un vero movimento. Zhài Yǒngmíng o altri possono aver usato occasionalmente, in tale contesto, il termine in oggetto , che sembra essere nato negli Stati Uniti in relazione al femminismo delle donne di colore, ma che non si riferisce nemmeno là ad un movimento organizzato così denominato.
5) Yú Xuánjī 魚玄機, nata intorno all ‘844 d.C. a Cháng’ān, morta verso l’871 d.C., fu una cortigiana, che diventò famosa come una delle più raffinate poetesse dell’epoca Táng.
6) Yáng Yùhuán 楊玉環 ( 719 d.C. –756 d.C.), più nota come Yáng Guìfēi 楊貴妃, fu la consorte preferita dell'imperatore Xuánzōng dei Táng 唐玄宗. È conosciuta come una delle Quattro Bellezze dell'antica Cina. La sua figura è controversa e le sue ingerenze nella politica dell’Impero sono state spesso giudicate in modo molto negativo.
7) Per poter ammirare il rotolo occorre cliccare: https://smarthistory.org/huang-gongwang-dwelling-in-the-fuchun-mountains/ Il Monte Fúchῡn 富春山 è una montagna situata nella contea di Tónglú 桐庐, distretto di Fùyáng 富阳, città di Hángzhōu 杭州, provincia di Zhèjiāng 浙江.
8) Huáng Gōngwàng 黃公望 (1269 d.C.-1354 d.C.) fu un famoso pittore dell’epoca Yuán. Dopo una breve carriera amministrativa, si ritirò a vita privata, divenendo monaco taoista, e potè così dedicarsi interamente alla sua passione artistica.
Contrariamente all'uso cinese, Huáng era solito dipingere dal vero, trovando direttamente ispirazione nella natura. Nei suoi dipinti, manifestava sempre la sua personalità, istintiva ed energica. Fu modello per molti artisti successivi.
Trascorse i suoi ultimi anni sul monte Fúchῡn 富春山 vicino a Hángzhōu 杭州, dove verso il 1350 completò una delle sue più famose, e probabilmente la sua più grande, opera: "Abitare sul Monte Fùchῡn" (富春山居圖 “ fùchūnshān jū tú”).
9) Cfr. Andrea Lingenfelter in “Paper Republic”, ”Selected Poems from Following Huang Gongwang through the Fuchun Mountains" by Zhai Yongming, 18 agosto 2022.
10) Nel corso dei secoli il rotolo passò in diverse mani, finché ne divenne proprietario Wú Zhèngzhì 吴正志. Alla morte di Wú Zhèngzhì, il rotolo fu lasciato in eredità al suo terzogenito Wú Hóngyú 吴洪裕, il quale lo amò così tanto che, quando fu costretto ad andare in esilio, lasciò indietro tutti gli oggetti di valore e portò con sé solo questo dipinto e una copia del Classico dei Mille Caratteri (千字文 ”qi ān zì wén”) calligrafata dal Maestro Zhìyǒng 智永法师. Era così affezionato a queste due opere che, nel 1650, poco prima di morire, diede ordine di bruciarle per poterle portare con sé nell'aldilà. ll nipote di Wú Hóngyú, Wú Jìng'ān 吴 静安, riuscì a salvare il rotolo, che tuttavia era già in fiamme e spezzato in due.
11) Ho tradotto con “colofone” il termine 画题 (“huàtí´”), letteralmente “titolo del quadro o dello scritto”, che designa la breve nota, apposta ad un dipinto o ad una calligrafia, in cui l’autore si dichiara e fornisce qualche informazione sulla realizzazione dell’opera.
12) I caratteri 骨瘦 (gŭshòu”) significano “sottile, emaciato”. I caratteri 嶙峋 (“línxún”) hanno invece il significato di “ruvido”, “rugoso”.
13) Il monaco taoista Zhèng Chῡ 郑樗, originario dello Xῡjiāng 盱江, conosciuto con il nome di cortesia di Wúyòng 无用, discepolo del Maestro Jīn Zhìyáng 金志扬 della scuola di Quánzhēn 全真, fu un pittore e calligrafo del periodo Yuán 元代, amico di Huáng Gōngwàng 黃公望, che gli dedicò il dipinto di cui stiamo parlando. La seconda metà del dipinto, sopravvissuta all’incendio del 1650, è chiamata "Rotolo del Maestro Wúyòng” (无用师卷 “wúyòng shī juǎn”) ed è attualmente conservata nel Museo del Palazzo Nazionale (国立故宫博物院 ”guólì gùgōng bówùyuàn") a Táibĕi 臺北.
14) L’aggettivo 冷豔 (“lĕngyàn”) significa “splendido”, “elegante”, “magnifico”. Il carattere 冷 (“lĕng”), vale a dire “freddo” introduce però l’idea di un’eleganza distaccata, un po “blasée”.
15) “Le montagne che restano” 剩山 (shèng shān”) è l’espressione con cui ci si riferisce abitualmente alla prima parte del rotolo. Sopravvissuta all’incendio del 1650, essa è attualmente conservata nel Museo Provinciale del Zhèjiāng ( 浙江省博物馆 “zhèjiāng shěng bówùguǎn“) a Hángzhōu 杭州.
16) Dōng Qíchāng 董其昌 (1555-1636) fu un pittore, letterato e calligrafo vissuto nell’ultimo periodo della dinastia Míng 明朝, che, per un certo tempo, ebbe in sua proprietà il rotolo dipinto da Huáng Gōngwàng 黃公望.
17) Wáng Yuánqí 王原祁 (1642-1715), conosciuto anche con il nome dei cortesia di Lùtái 麓台, fu un pittore che visse nei primi anni della dinastia Qīng 清朝. Compose un manuale di pittura intitolato “Schizzi pittorici di Lùtái” (麓台题画稿 “lù tái tí huà gǎo”).