POESIA DI UNA DAMA DI CORTE DELL’ERA KAIYUÁN (1)
Le “madrine di guerra” non sono un’invenzione del secolo scorso. Già ai tempi dei Táng le donne venivano invitate a confezionare “pacchi dono” da inviare ai soldati che combattevano al fronte. Particolarmente richiesti erano abiti pesanti, adatti alle rigide temperature delle regioni settentrionali in cui spesso si svolgevano le operazioni di guerra. Venivano coinvolte in queste iniziative patriottiche anche le dame del palazzo imperiale. Una di queste, più sognatrice o più intraprendente, nascose nella fodera della casacca che stava cucendo, un romantico messaggio:
Per te che nei deserti sabbiosi stai difendendo i nostri confini,
per te cui l’implacabile gelo impedisce di prendere sonno,
ho cucito io stessa la casacca, senza neppur sapere il tuo nome,
e con grande cura l’ho imbottita, raddoppiando gli strati d’ovatta.
Non avremo mai modo di incontrarci nel corso della nostra esistenza.
Mi auguro che un destino benigno ci unisca nella vita che verrà.
Il soldato cui venne consegnata la casacca si accorse del foglio che vi era nascosto. Coscienzioso e disciplinato ne informò il suo capitano. Intervenne la polizia militare e, di passaggio in passaggio, l’indagine risalì fino alla corte imperiale. Le dame del palazzo furono interrogate e la responsabile confessò la sua colpa. La situazione era grave perché le donne della corte erano tutte a disposizione esclusiva dell’Imperatore e qualsiasi tentativo di allacciare una relazione con altri uomini era punito con estrema severità.
Chi ha raccontato la storia ha preferito tuttavia darle un lieto fine.
L’Imperatore Xuánzōng, commosso dalla vicenda, lascia libera la donna e le consente di sposare il soldato, osservando scherzosamente: “ Non avete dovuto aspettare di essere nell’aldilà per incontrarvi”.
La dama gli risponde con arguzia: “Vostra Maestà può fare tutto, per il bene dei suoi sudditi, anche trasformare il futuro in presente”.
La poesia attirò l’attenzione di Goethe, che la tradusse in tedesco:
Aufruhr an der Grenze zu bestrafen,
fechtest wacker, aber nachts zu schlafen
hindert dich die strenge Kälte beißig.
Dieses Kriegerkleid, ich näht es fleißig,
wenn ich schon nicht weiß, wer’s tragen sollte;
doppelt hab ich es wattiert, und sorglich wollte
meine Nadel auch die Stiche mehren,
Zur Erhaltung eines Manns der Ehren.
werden hier uns nicht zusammenfinden,
Mög ein Zustand droben uns verbinden!
NOTA
1) L’era Kāiyuán 开 元 durò dal 713 d.C. al 741 d.C sotto il regno dell’Imperatore Xuánzōng 玄 宗 .
开元宫人
沙 场 征 戍 客,寒 苦 若 为 眠。
战 袍 经 手 作,知 落 阿 谁 边?
蓄 意 多 添 线,含 情 更 著 绵。
今 生 已 过 也,结 取 后 生 缘
KĀI YUÁN GŌNG RÉN
shā chăng zhēng shū kè
hán kŭ kŭ wéi mián
zhàn páo jīng shŏu zuò
zhī luò ā shuí biān
gū yì duō tiān xiàn
hán qíng gēng zhe mián
jīn shēng yĭ guò yĕ
jì qŭ hòu shēng yuán