Riporto, qui di seguito, le didascalie del fumetto “Cicatrici” (伤痕 “shānghén”), un blocco troppo lungo per essere inserito nelle note all’articolo “I Fumetti Cinesi”, che figura in questa rubrica. Non è il caso di soffermarsi su talune incoerenze manifestamente derivanti dal fatto che un testo di alcune decine di pagine, come quello del racconto cui si ispira il fumetto, è stato condensato in una cinquantina di brevi didascalie.
CICATRICI
- 1978. Festa della Primavera. È appena passata la mezzanotte. Sono in treno dalla notte scorsa.
- La carrozza è poco illuminata. L’aria è densa di vapore. Non credo di aver mai riflettuto su me stessa come sto facendo adesso…Perché ho gli occhi pieni di lacrime? Fortuna che nessuno mi sta osservando.
- La bambina assopita accanto a me si scuote nel sonno ed urla improvvisamente: “Mamma!. Sua madre si sveglia con un movimento brusco e mi urta.
- “Mamma… eccomi qui”.
- Sono passati nove anni, ma tutto mi torna spesso in mente, preciso come in un sogno. Nove anni fa…quant’ero giovane allora!
- Non avevo mai pensato che mia madre, una donna che aveva fatto la Rivoluzione, fosse un tipo come quel Dài Yú (1) che strisciava fuori di nascosto dal covo del nemico. Avevo letto la “Canzone della Gioventù”…. che individuo spregevole era quello!
- Avrei voluto che non fosse vero. Mio padre, prima di morire, mi aveva raccontato che mia madre aveva rischiato la vita per salvare i feriti sotto il fuoco dell’artiglieria nemica. Come aveva potuto tradire?
- Eppure, sembrava che fosse proprio così. Le Guardie Rosse se ne erano appena andate.
- Mia madre era stata cacciata dal suo appartamento e ci era stato ordinato di trasferirci in un alloggio di una sola stanza, buia e disadorna.
- Subivo tutto ciò per colpa sua…per colpa di mia madre e del suo ignobile comportamento. Mi sentivo come sfregiata in volto…la odiavo dal profondo del cuore.
- Dovevo allontanarmi da lei, come mi dicevano di fare e come intuivo di dover fare…lasciarla subito e andarmene il più lontano possibile da lei…quanto prima tanto meglio!
- (Mi unii ad un gruppo di studenti che andavano a lavorare in una comune di campagna) Il treno partì.
- Mia madre, a casa, doveva già aver trovato, sul tavolo, il mio biglietto d’addio. Forse stava piangendo, era sconvolta, mi aveva sempre voluto così bene…No! Non potevo provare compassione per lei: aveva tradito!
- Sul treno tutti trovavano strano che avessi terminato così giovane i miei studi. Arrossendo, confessai loro la verità. Non mi disprezzarono, anzi cercarono di confortarmi. Specialmente il ragazzo seduto dinanzi a me. Si chiamava Sū Xiăolín. Erano tutti così gentili.
- Arrivammo ad un villaggio sul Mare di Bóhăi. (2) L’ambiente tutto da scoprire, la nuova vita che si apriva dinanzi a me, l’amicizia dei compagni mi aiutarono a scordare, per quanto possibile, la vergogna della mia famiglia e di mia madre.
- Probabilmente non ero abbastanza forte per dimenticare subito mia madre, ma dovevo cercare di farlo. Quando mi scriveva, davo appena un’occhiata alle sue lettere.
- Ero sempre impegnata con il lavoro.
- Il secondo anno, compilai la domanda di adesione alla Lega della Gioventù (3). Come ero eccitata… Per la prima volta, in due anni, ridevo spensieratamente, ero piena di speranza…Mi ripromettevo addirittura…
- Non mi sarei mai aspettata che il Comitato della Lega della nostra comune respingesse la mia domanda. Quando ciò avvenne, andai a trovare il segretario della Lega e gli dissi: “Non ho più una madre. Ho troncato tutti i rapporti con la mia famiglia”. Ma il Comitato della Lega aveva ricevuto da Shànghăi una lettera dell’ufficio competente per i trasferimenti, nella quale si attirava la sua attenzione su (alcuni punti) …
- Fu soltanto nella primavera del quarto anno che fui infine ammessa nella Lega della Gioventù, ma il mio entusiasmo aveva già cominciato a raffreddarsi. Tutti gli altri erano ritornati a Shànghăi per la Festa della Primavera ed io ero rimasta sola nel dormitorio vuoto. Cercavo di resistere al peso della solitudine, ma quanto avrei voluto che qualcuno mi confortasse e mostrasse un po’ di interesse per me.
- Non so perché, Sū Xiăolín era un ragazzo che mi ispirava fiducia. La notte della Festa di Mezzo Autunno passeggiammo a lungo insieme sulla spiaggia. D’un tratto mi domandò con dolcezza: “Non vorresti essere a casa?”.
- Poi aggiunse, pesando le parole: “Penso che dovresti rispondere alle lettere di tua madre. Molti vecchi quadri del Partito sono stati accusati ingiustamente. Forse è anche il caso di tua madre.”
- “No!” gli risposi” Non posso scriverle. Ci ho pensato, ma non riesco a farlo. Ho rotto definitivamente con lei”.
- Faceva freschetto. Xiăolín mi domandò gentilmente: “Hai freddo?”. “No” gli risposi sentendomi avvampare ed in preda ad una leggera agitazione. Guardandolo, provavo in cuore un senso di ansietà.
- Si voltò di colpo verso di me e mi disse, esitante: “Anche tu non hai nessuno che ti stia vicino, Xiăohuà. Se ti fidi di me, potremmo diventare amici.” Con il cuore che batteva forte per la sorpresa e per la gioia, gli chiesi: “Dici sul serio?”. “Dico sul serio” mi rispose.
- In seguito, Xiăolín fu mandato a lavorare nei campi e io cominciai ad insegnare nella scuola. Un giorno andai da lui, mentre non era in casa. Gli lavai i vestiti sporchi e, guardandomi in giro, gli occhi mi caddero sul suo diario. Diedi un’occhiata a ciò che aveva scritto il giorno precedente e ne rimasi sconvolta.
- Uscii dalla stanza intontita e tornai a scuola in pianto.
- Il giorno seguente andai a trovare il segretario della comune e gli dissi: “Ho troncato qualsiasi rapporto con Sū Xiăolín. Non prendetevela più con lui per causa mia”.
- Non gli parlai più e non mostrai più interesse per lui perché avevo finalmente capito chi io ero davvero. Non dovevo più metterlo in difficoltà. (4)
- Un giorno si seppe che la “Banda dei Quattro” aveva perso il potere.
- Inaspettatamente, ricevetti una lettera dal Jiāngsū. Le diedi un’occhiata. Era di mia madre. Aveva cambiato indirizzo.
- “ Sono otto anni che non ci vediamo. Non ti rimprovero per ciò che hai fatto…ma ora è stato chiarito che ero stata accusata ingiustamente e la verità è finalmente venuta a galla… Sono molto malata…Spero che tu possa tornare, vorrei vederti ancora una volta…Vieni presto, bambina mia!”.
- Sognai. Mi sembrava di tornare a casa e di gettarmi tra le braccia di mia madre, in preda a sentimenti contrastanti. Ma, improvvisamente, mia madre mi appariva mentre metteva giù per iscritto la confessione dettagliata del suo tradimento. (5) Mi risvegliai. Non sapevo più se tornare o no.
- Ho ricevuto soltanto due giorni prima della Vigilia di Capodanno una comunicazione ufficiale dell’ amministrazione da cui dipende mia madre (6) e mi sono affrettata a partire. Ora, sul treno diretto a Shànghăi, non so se provo eccitazione, gioia o pena.
- Eccomi a Shànghăi. Ripercorro le strade e i viali per cui passeggiavo quand’ero bambina e ritrovo finalmente la casa dai muri di color marrone scuro che ricordavo così bene.
- Il vicino mi dice: “La preside Wáng stava male e ieri è stata ricoverata in ospedale”.
- Sono sconvolta dalla notizia. Il cuore mi batte forte.
- Corro all’ospedale. Chiedo di mia madre. Un medico mi si fa incontro: “Lei viene dalla scuola della preside Wáng? Bisognerebbe inviare un telegramma alla figlia per informarla che sua madre è deceduta questa mattina”.
- Come? Cos’è successo? Noo!
- Mi precipito come una pazza verso la stanza n.2… spalanco la porta…Ecco…mia madre. Mia madre che non vedevo da nove anni, mia madre che non vedrò mai più. Le profonde rughe che le solcano la fronte paiono cicatrici ed i suoi occhi semiaperti sembrano ancora aspettare qualcosa o qualcuno.
- “Mamma! Mamma! Mamma!” urlo tra le lacrime pronunciando quel nome che non ho pronunciato per tanto tempo. Mamma! Guardami, mamma! Sono tornata…Mamma!
- Rimango a lungo come intorpidita…poi tra i presenti scorgo Sū Xiăolín e sento la sua voce familiare che mi conforta.
- La notte successiva il corpo di mia madre viene cremato. Ritornando a casa, Sū Xiăolín ed io ci ritroviamo sulle rive del Huángpū. Gli sono molto grata per aver reso visita a mia madre e per averla assistita nei suoi ultimi giorni di vita. Ha preso con sé l’ultimo diario lasciato da mia madre.
- “Xiăohuà non è ancora tornata…La bambina non ha subito violenze fisiche, ma so che la cicatrice nel suo cuore è forse ancor più profonda di quella che io porto nel mio cuore…Non mi restano che pochi giorni di vita, ma terrò duro finché la bambina non tornerà…Mi si annebbia la vista…”
- Sollevo la testa e mormoro: “Mamma, cara mamma, non intristirti. Tua figlia non dimenticherà mai chi ha fatto tanto male a te e a me. Dedicherò tutta la mia vita a lottare per la causa del Partito.”(7)
- Mentre il Huángpū scorre quieto verso est e si ode di lontano la sirena di una nave, sento il sangue ribollire. Mi volto e mi stringo forte al braccio di Sū Xiăolín. Guardando le brillanti luci della città, mi avvio verso il Viale di Nanchino.
NOTE
- Dài Yú 戴瑜 è un personaggio della “Canzone della Gioventù” ( 青春之歌 “qīngchūn zhī gē”), romanzo della scrittrice Yáng Mò 杨沫( 1914-1995 ), pubblicato nel 1958. Si tratta di un delatore, che si infiltra con l’inganno tra gli attivisti rivoluzionari e poi li denuncia alla polizia.
- Il Mare di Bóhăi 渤海 è il golfo più interno del Mar Giallo e lambisce la costa nord-orientale della Cina.
- Il testo parla unicamente di “domanda di adesione al gruppo”. Mi sembra però implicito che si tratti di una domanda di adesione al gruppo locale della “Lega della Gioventù”, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista.
- Xiăohuà si tira indietro per evitare che i rapporti con lei possano nuocere ulteriormente al suo amico.
- Le Guardie Rosse costringevano le loro vittime a redigere dettagliate “autocritiche”. Xiăohuà non riesce ancora a convincersi che la madre sia del tutto innocente e che abbia “confessato le sue deviazioni e i suoi crimini” soltanto perché è stata forzata a farlo.
- L’indicazione è generica. Poiché leggiamo in seguito che la madre è preside di un istituto d’insegnamento, si può supporre che si tratti di una lettera dell’amministrazione scolastica.
- Xiăohuà rimane profondamente leale al Partito, la cui funzione di guida politica e morale non può essere messa in dubbio nonostante gli abusi compiuti da alcuni suoi membri .