Le “Quattro Stagioni” sono un tema obbligato della poesia classica cinese.
Abbiamo visto con quale profonda originalità lo abbia trattato Lĭ Bái.
Bái Pŭ 白朴 (1126-1306), letterato del periodo Sòng famoso soprattutto per i suoi drammi tra cui spicca “L’Imperatore Táng Míng e la pioggia sulle sterculie in una sera d’autunno” (唐 明 皇 秋 夜 悟 桐 雨, Táng Míng Huáng Qiūyè Wútóng Yŭ), dedicato alla tragica storia di Yáng Guìfēi, lo affronta invece in modo del tutto tradizionale e convenzionale.
Ciononostante, i suoi rapidi tocchi descrittivi, che ci ricordano la tecnica della pittura impressionista, riescono ad offrirci una serie di quadretti non privi di pregio.
BREZZA DI PRIMAVERA (1)
Tiepidi sulla montagna 春 山 暖 日 和 風 il sole e la brezza di primavera. chūn shān nuăn rì hé fēng
Una staccionata di legno.(2) 蘭 幹 樓 閣 簾 櫳 Una stanza. lán gàn lóu gé lián lóng Una cortina di listelli di bambù.
Pioppi e salici, 楊 柳 秋 千 院 中 mormorano nei cortili. yáng liŭ qiū qiān yuàn zhōng
Trillano i rigogoli, volano le rondini. 啼 鶯 舞 燕 tí yīng wŭ yàn
Scorre l’acqua 小 橋 流 水 飛 紅 sotto il ponticello xiăo qiáo liú shuĭ hóng fēi in un turbinio di petali. (3)
NOTE
(1) Gli originali cinesi non recano titolo. Come nelle “haiku” giapponesi, la stagione a cui la poesia si riferisce è individuata da determinate parole chiave ( nomi di piante, di animali, di fenomeni naturali, di feste e di attività umane) che permettono di riconoscerla. In giapponese queste parole chiave sono chiamate “kigo” 季 語 cioè “parole di stagione”. Il prof. Kenkichi Yamamoto ne ha pubblicato nel 1986 un dettagliato elenco sotto il titolo “Kihon Kigo 500-Sen” (“Elenco dei cinquecento kigo più importanti”). Poiché la maggior parte delle parole di stagione risultano evidenti anche a noi occidentali, menzionerò espressamente solo quelle che non appaiono di immediata comprensione.
(2) Le cose qui menzionate sono le uniche nella poesia che non hanno alcun specifico rapporto con la primavera. Servono però a creare un contrasto molto suggestivo. Si può infatti immaginare che in una stanza della casetta circondata dalla staccionata, dietro le cortine di bambù di una finestra, ci sia una fanciulla che osserva emozionata l’apparire della primavera. Una tecnica analoga si riscontra nelle stampe giapponesi, ad es. in quelle di Hiroshige, dove spesso un elemento posto in primo piano come il riquadro d’una finestra o l’angolo di una siepe, suggerisce la presenza di un osservatore intento ad ammirare il vasto paesaggio che appare sullo sfondo.
(3) L’espressione “hóng fēi” 紅 飛 mi ha creato qualche difficoltà. Ho però trovato in una poesia di Oū Yángxiū 歐 陽 修 intitolata “Dié liàn huā” 蝶 戀 花 (“Le farfalle amano i fiori”) l’espressione “luàn hóng 亂 紅 (“rosso in disordine”) spiegata in una nota come equivalente a “luò huā” 落 花 (“ boccioli che cadono”), interpretazione confermata da una traduzione inglese della stessa poesia che rende “luàn hóng fēi” 亂 紅 飛 con le parole “blossoms fall”. Il termine “hóng”sembra dunque designare, in questo contesto, i boccioli o i petali che il soffio della brezza primaverile fa volare 飛 (“fēi”) e cadere a terra 落 (“luò”).
TEMPORALE D’ESTATE
Le nuvole hanno portato 雲 收 雨 過 波 添 violente raffiche di pioggia. (1) yún shōu yŭ guò bō tiān
Nelle case, 樓 高 水 冷 瓜 甜 bevande fresche e dolci meloni.(2) lóu gā shuĭ lĕng guā tián
L’oscurità avvolge 綠 樹 陰 垂 畫 簷。 i verdi alberi, lǚ shù yīn zhòng huà yán cala sui tetti colorati.(3)
Una zanzariera. 紗 幮 藤 簟, Una stuoia di canne intrecciate. shā chù téng diàn
Una statuetta di giada. 玉 人 羅 扇 輕 縑 Morbida seta. yù rén luó shàn qīng jiān Un delicato ventaglio.
NOTE
(1) Letteralmente “Le nuvole hanno portato la pioggia. Si gonfiano le onde”. Potrebbe trattarsi di una tempesta in riva al mare. Ma nulla impedisce di pensare ad un temporale particolarmente violento in cui i rovesci di pioggia sono così forti da autorizzare il poeta a compararli, metaforicamente, con le onde marine.
(2) Letteralmente: “Alte case. Fredda acqua. Dolci meloni”. Troviamo qui descritto con mirabile concisione il contrasto tra l’interno e l’esterno. Fuori infuria la tempesta, dentro le case si degustano serenamente deliziosi meloni. L’unico dubbio nasce da “shuĭ lĕng”: è’”acqua fresca”da bere per combattere l’ afa estiva o è ”acqua fredda” che si rovescia a scrosci sui tetti delle case? Se è vero che i Cinesi, per ragioni di igiene, bevevano solitamente tè o acqua calda, non si può escludere che, nei giorni più afosi dell’estate, cedessero alla tentazione di bevande fresche o addirittura gelate. La contrapposizione continua nei versi seguenti: l’uragano che si è scatenato all’esterno non turba per nulla la placida atmosfera della casa. C’è chi ammira una statuetta di giada, chi carezza un morbido tessuto di seta, chi contempla con diletto i delicati disegni di un ventaglio.
(3) Letteralmente: “Verdi alberi. Oscurità che cala. Grondaie dipinte”. Con un procedimento di contrasto il poeta riesce a rendere più drammatica ed incisiva la scena del temporale: l’improvvisa oscurità non scende su una landa grigia e smorta, ma su un paesaggio vivo, che un attimo prima brillava di luci e di colori.
MALINCONIA D’AUTUNNO
Un villaggio solitario. 孤 村 落 日 殘 霞 Brandelli di nuvole rosate gū cūn luò rì cán xiá nel crepuscolo.
(1) Non è chiaro in questa poesia dove potrebbe trovarsi l’osservatore nascosto. L’accenno all’ombra delle gru in volo riflessa sul terreno fa pensare che, per notare questo particolare, egli si trovi all’aperto, in un prato o in un campo, da dove può ammirare tutt’intorno il cielo, le montagne, i boschi, ed al tempo stesso rendersi conto dell’erba avvizzita, delle foglie rinsecchite e dei fiori ingialliti.
(2) Nella poesia giapponese, i termini “foglie rosse” e “fiori gialli” rimandano infallibilmente alle “foglie rosse” degli aceri ed ai “fiori gialli” della valeriana, indicazioni sicure dell’autunno. Si può ragionevolmente pensare che analoghe associazioni di idee valgano per i poeti cinesi.Poiché per noi occidentali questi riferimenti sono meno automatici ed immediati, ho preferito usare termini più vaghi : “foglie rossastre” e “fiori ingialliti” per indicare che foglie e fiori in generale hanno ormai perso la loro linfa vitale.
SOLITUDINE INVERNALE
Un rumore. Una macchia di colore in un angolo. 一 聲 畫 角 樵 門 La porta della legnaia. (1) (2) yī shēng huà jiăo qiáo mén
Basso sull’orizzonte 半 亭 新 月 黃 昏 uno spicchio di luna nuova bàn tíng xīn yuè huáng hūn nella sera grigia. (3)
Dinanzi alla montagna 雪 裏 山 前 水 濱 le rive del torrente, xuĕ guŏ shān qián shuĭ bīn coperte di neve.
La staccionata di bambù. 竹 籬 茅 舍 Un tetto di paglia. zhú lí máo shè
Un filo di fumo. 淡 煙 衰 草 孤 村 L’erba appassita. dàn yān shuāi căo gū cūn
Un villaggio deserto.
NOTE
(1) La presenza umana è rivelata in questa poesia da due soli elementi: un rumore, che potrebbe essere il cigolio della porta della legnaia, ed il filo di fumo che si leva da un camino. Per il resto è tutto silenzio nella campagna ricoperta di neve ed illuminata da una falce di luna che sembra appena emergere dal suolo in una sera grigia e tenebrosa.
(2 ) Letteralmente: “Un rumore. Un angolo colorato. La porta della legna da ardere”. L’accenno ad un oggetto dipinto o ad una parete colorata all’interno della casa accentua il contrasto con i colori spenti del paesaggio: il grigio del cielo invernale ed il bianco della coltre di neve che ricopre ogni cosa.
(3) Ho interpretato 半 亭 “bàn tíng” come “basso nel cielo”. 亭“tíng”, che come sostantivo significa “padiglione”, può avere come aggettivo il senso di “alto”,”imponente” .L'espressione “bàn tíng” potrebbe perciò significare “a mezza altezza”.