Le “Memorie di uno Storico” (史 記 “shĭjì”) di Sīmă Qiān 司 馬 遷 (145 o 135 a.C -86.a.C.), si aprono con dodici libri di “Annali” (本 紀 “bĕnjì”), il primo dei quali, intitolato “Annali dei Cinque Imperatori (五 帝 本 紀 “wŭ dì bĕnjì”), tratta dei personaggi semimitologici che crearono le prime compagini statali.
È difficile distinguere, nella narrazione, ciò che può corrispondere ad un’effettiva realtà storica da ciò che è leggenda. Si può pensare infatti che la tradizione abbia riassunto in talune figure emblematiche un’evoluzione politica e sociale che durò parecchie centinaia di anni. Tra queste figure spicca Huángdì, considerato il fondatore dell’Impero e l’iniziatore della civiltà cinese.
L’IMPERATORE GIALLO
Colui che divenne l’Imperatore Giallo (1) era figlio di Shăodiăn (2). Il suo cognome era Gōngsūn, il suo nome Xuānyuán.( 3) Era straordinariamente dotato e cominciò a parlare fin dalla più tenera età. Da ragazzo fu sveglio ed equilibrato. Da giovane si dimostrò onesto e intelligente. Da adulto fu un uomo saggio e capace.
Ai tempi di Xuānyuán i discendenti di Shénnóng (4) avevano perso gran parte della loro autorità e non riuscivano più a tenere a bada i numerosi principi che si combattevano l’un l’altro e opprimevano il popolo. Allora Xuānyuán si esercitò nell’uso delle armi per poter reprimere gli abusi. I principi vennero in massa a rendergli omaggio, salvo Chīyóu (5), il più violento di tutti, che non volle sottomettersi.
Poiché l’Imperatore di Fiamma (6) tiranneggiava i principi, questi si rivolsero a Xuānyuán, il quale, dando prova delle sue capacità, reclutò soldati, padroneggiò i cinque elementi (7), coltivò i cinque cereali (8), pacificò le tribù, si impose in ogni angolo del paese.
Con l’aiuto di orsi, leopardi e tigri (9), che aveva addestrato, affrontò l’Imperatore di Fiamma nella steppa di Bănquán (10) e, dopo tre battaglie, ottenne la vittoria.
Nel frattempo Chīyóu continuava a fomentare disordini, rifiutandosi di obbedire al sovrano.
Allora Xuānyuán chiamò a raccolta i suoi vassalli con le loro truppe, affrontò Chīyóu nella steppa di Zhuōlù (11), lo catturò e lo uccise.
I principi, all’unanimità, proclamarono Xuānyuán imperatore, al posto dei discendenti di Shénnóng, con il titolo di Imperatore Giallo.
L’Imperatore Giallo perseguì e attaccò coloro che, nell’Impero, non vollero accettare il suo potere, ma, dopo averli sottomessi, non infierì su di loro. Fece scavare valichi nelle colline, aprì strade, non prese mai riposo.
Verso oriente, il suo impero giungeva sino al mare, saliva sino al Wánshān e si stendeva fino al Monte Tài. (12) Verso ovest esso raggiungeva le montagne del Kōngtóng e del Jìtóu.(13) Verso sud giungeva sino al Fiume (14) e alle colline di Xióng e di Xiāng.(15) A nord ricacciò indietro gli Xūnyù (16) e stipulò con loro un trattato a Fŭshān (17). Poi costruì una città sul pendio di Zhuōlù. Si muoveva costantemente, senza risiedere in un luogo fisso, mentre le truppe formavano l’accampamento intorno a lui. I funzionari venivano nominati in base agli auspici delle nuvole ed erano chiamati “nuvole” (18). Istituì un primo ministro, un vice primo ministro, un ministro per i rapporti con gli altri Stati. (19) Mentre gli Stati erano in pace, offrì numerosi sacrifici agli spiriti e alle divinità, ai genii dei monti e dei fiumi, e moltiplicò i sacrifici al Cielo e alla Terra. (20). Si procurò un prezioso tripode (21) e fece divinazioni per il futuro con gli steli di achillea. (22) Nominò ad alte cariche Fēnghòu, Lìmù, Chángxiàn, Dàhóng e li incaricò di governare il popolo. (23) Si conformò alle regole del Cielo e della Terra, alle previsioni della luce e dell’oscurità, alle spiegazioni della vita e della morte, alle difficoltà dell’essere e del non essere. (24) Seminò a tempo opportuno numerose varietà di cereali, piantò erbe e alberi. Promosse l’allevamento di animali domestici e di bachi da seta. (25) Registrò i movimenti del sole, della luna e delle stelle, le sizigie di congiunzione, il flusso delle maree. (26) Studiò le proprietà di argille, pietre, metalli e gemme. Si impegnò con enorme diligenza, ascoltando ed osservando,senza lesinare lo sforzo intellettuale né quello fisico per sfruttare l’acqua, il fuoco, il legno e gli altri elementi. (27) Ricevette dalla terra un fausto auspicio e per questo fu chiamato l’Imperatore Giallo. (28)
L’Imperatore Giallo ebbe venticinque figli, quattordici dei quali ricevettero un cognome. (29)
L’Imperatore Giallo visse sulla collina di Xuānyuán e sposò una donna di Xīlíng (30), che si chiamava Léizŭ (31) e che fu la sua consorte principale. Léizŭ gli diede due figli, le cui casate occuparono entrambe il trono imperiale: il primo, chiamato Xuānxiāo , o anche Qīngyáng, abitò sul corso del Grande Fiume (32), il secondo chiamato Chángyì abitò lungo il corso del fiume Ruó. (33) Chángyì sposò una donna di Shŭ chiamata Chángpū (34), che gli diede un figlio Gāoyáng, il quale fu un saggio. Huángdì morì e fu sepolto sul monte Qiáo ( 35) e suo nipote Gāoyáng, il figlio di Chángyì, salì al trono, assumendo, come imperatore, il nome di Zhuānxù. (36)
NOTE
1) L’Imperatore Giallo ( 黄 帝 “huángdì” ) è il primo dei mitici Cinque Imperatori ( 五 帝 “wŭ dì” ) che regnarono dopo i Tre Sovrani ( 三 皇 “sān huáng”) agli albori della civiltà cinese. Secondo la tradizione governò dal 2697 a.C. al 2597 a.C.
2) Nei “Discorsi degli Stati” ( 国 語 “guó yŭ”), sezione detta “Discorsi di Jìn” (晉 語 “jìn yŭ”), libro quarto, paragrafo 35, si legge che Shāodiăn sposò Fùbăo 附 寶 della tribù Yóujiăo 有蟜, da cui nacquero l’Imperatore Giallo e l’Imperatore di Fiamma (炎 帝 “yándì”).
3) Alcuni studiosi ritengono che Huángdì abbia preso il nome di Xuānyuān 軒 轅 dalla collina su cui abitava. Altri pensano invece che sia accaduto l’inverso.
4) Shénnóng 神 農 fu uno dei mitici Tre Sovrani che regnarono prima dei Cinque Imperatori. La leggenda gli attribuisce, fra l’altro, la scoperta del tè, che sarebbe avvenuta nel 2737 a.C.
5) Chīyóu 蚩 尤 era il capo della tribù dei Nove Lí 九 黎 È considerato come il progenitore di alcune minoranze etniche quali i Hmong 赫蒙 (“hèmēng”), che fanno parte dei popoli di etnia Miáo 苗 localizzati nella Cina Meridionale.
6) Alcuni studiosi ritengono che il titolo di Imperatore di Fiamma ( “yán dì”) non si riferisca ad una singola persona, ma sia stato portato successivamente dai membri di una dinastia di capitribù che aveva conseguito il dominio di un vasto territorio. La dinastia degli Imperatori di Fiamma sarebbe durata circa 500 anni. Il primo di essi sarebbe stato Shénnóng, l’ultimo Yúwăng 榆 罔, che fu sconfitto da Huángdì nella battaglia di Bănquán. Wú Guózhēn 吳 國 楨 (1903-1984) pensa che il titolo Imperatore di Fiamma derivi dal fatto che Shénnóng e i suoi successori svilupparono l’agricoltura praticando il debbio, cioè la fertilizzazione del terreno attraverso l’incendio della vegetazione.
7) Il termine 氣 (“qì”) ha assunto nella lingua cinese una grande varietà di significati. Nel presente contesto esso va inteso come “energia naturale”, “forza vitale”. Una prima interpretazione della frase in cui esso figura potrebbe consistere nell’affermare che Huángdì riuscì ad ottenere, grazie ad un continuo esercizio, un perfetto controllo delle proprie energie fisiche e psichiche. D’altra parte, se si considera che “le cinque energie”(五 氣 ) possono anche essere intese nel senso dei cinque “elementi naturali” (acqua, fuoco, legno, aria,metallo), si può pensare che Sīmă Qiān abbia voluto porre in rilievo come l’azione di governo di Huángdì abbia portato a grandi progressi nel controllo di questi cinque elementi ( ad es. costruzione di dighe e di canali, lavorazione del legno e dei metalli, etc.). Il ruolo molto importante svolto da Huángdì nell’evoluzione delle scienze e della tecnica è, del resto, ampiamente sottolineato nei passi successivi.
8) La tradizione esalta nei più antichi sovrani il grande contributo che essi avrebbero dato allo sviluppo dell’agricoltura. La scoperta dei cereali è di solito attribuita a Shénnóng 神 農, il Divino Agricoltore. Huángdì , senza dubbio, ne promosse e diffuse la coltivazione. I “cinque chicchi” (五 穀 o五 谷 “wŭ gŭ”) sono, secondo Zhèng Xuán 鄭 玄 , il grano, il riso, l’orzo, il miglio e la soia.
9) Sembra che siano qui indicati i totem delle varie tribù che combatterono sotto la guida di Huángdì. Gli orsi (熊 羆 “xióngpí”), i leoni alati (貔貅 “píxiū”), le tigri ( 貙虎 “chūhŭ”).
10) La battaglia di Bănquán 阪 泉 之 战 (“băn quán zhī zhàn”) è la prima battaglia di cui si ha notizia nella storia cinese. La tribù sconfitta non fu sterminata, ma si unì ai vincitori creando una confederazione di tribù, i Huáxià 華 夏 ,che sono considerati i progenitori del popolo Hàn. La località in cui si svolse la battaglia è probabilmente Xièzhōu 解 州 nella prefettura di Yùnchéng 運 城 , provincia dello Shānxī 山 西 .
11) La battaglia in cui Huángdì sconfisse Chīyóu fu combattuta a Zhuōlù 涿 鹿 , località del Hébĕi 河 北 non lontana dai confini del Liáoníng 遼 寧 .
12) Il monte Wánshān 丸 山 si trovava, secondo un “Trattato di Geografia” (地 理 志 “dìlĭzhì”) citato da Yĭnàn 骃 案, a Lángxié 郎 邪 nella contea di Zhūxū 朱 虚 , che corrispondeva, al tempo dei Hàn Occidentali 西 漢 朝 , all’attuale Línqú 临 去 nel Shāndōng 山 东 . Secondo il Kuòdìzhì 括 地 志, opera geografica dell’epoca Táng 唐 朝 , “il Wánshān corrisponde al Dānshān 丹 山 e sorge nella provincia di Qīnzhōu 青 州 , al confine della contea di Línqú 临 朐 , venti lĭ a nord-ovest della contea di Zhūxū 朱 虚. Da questo monte nasce il fiume Dān”.
Dài Zōng 岱 宗 (“Antenato Dài”) è un appellativo onorifico del Tàishān 泰 山 , monte sacro che sorge presso Tài’ān 泰 安 nel Shāndōng 山 东
L’intera frase può essere intesa nel senso che il regno dell’Imperatore Giallo giungeva sino al mare nella regione del Shāndōng.
13) Due catene montagnose chiamate Kōngtóng 空 桐 (“sterculia cava”), entrambe nel Gānsù 甘 肃 , rivendicano l’onore di essere state visitate dall’Imperatore Giallo, che, su una cima del Kōngtóng, sarebbe stato istruito nella dottrina taoista dal saggio Guănchéngzĭ 廣 成 子 ( cfr. Zhuāngzĭ 莊 子 , capitolo XI ). Una di esse si trova nella parte orientale della regione, nella prefettura di Píngliàng 平 凉 , l’altra più a occidente, in quella che era un tempo la prefettura di Sù 肃 , presso il celebre valico del Jiāyùguān嘉 峪 关 . Il Monte Jītóu 鸡 头 (“testa di gallo”) è una delle cime del Kōngtóng.
14) Il Fiume 江 (“jiāng”) è lo Yángzĭjiāng 扬 子 江
15) Lo Xióngshān 熊 山 (“Monte dell’Orso”) è situato, secondo il Kuòdìshì 括 地 志, 10 lĭ ad ovest della contea di Shāngluò 商 洛 nello Shàngzhōu 上 州 , che fa parte dello Shănxī 陝 西 . Tuttavia, se si considera che la stessa frase menziona come confine meridionale del regno di Huángdì lo Yángzījiāng, è possibile che l’autore intendesse riferirsi ad una montagna situata molto più a sud.
Il Dìlìzhì 地 理 志 afferma che lo Xiāngshān 湘 山 sorge nella contea di Yìyáng 益 楊 presso Chángshā 長 沙 . Il Kuòdìzhì 括 地 志 dice che corrisponde al Biànshān 艑 山 (“Monte della Barchetta”) e lo situa a 18 lĭ dalla contea di Balíng 巴 陵 nel Yuèzhōu 岳 州 , che fa parte del Húnán 湖 南 . Xiāng era l’antico nome del Húnán, così chiamato perché attraversato dal fiume Xiāng.
16) ) Gli Xūnyù 獯 鬻 erano tribù nomadi delle steppe che invasero la Cina in epoca protostorica. Molti studiosi antichi e recenti li identificano con gli Unni (匈 奴 “xiōngnú”).
17) Il Fŭshān 釜 山 (“Monte della Pentola”) è situato nel Hébĕi 河 北 , presso Zhuōlù 涿 鹿 , dove Huángdì sconfisse Chīyóu e fondò in seguito una città. Si può pensare che Huángdì abbia concluso sul Fŭshān un trattato di pace con gli Xūnyù dopo averne respinto le incursioni. Lo studioso francese Edouard Chavannes (1865-1918), nella sua traduzione commentata del Shĭjì, sostiene invece che, sul Fŭshān, Huángdì avrebbe “confrontato le taglie”, cioè verificato la legittimità delle concessioni feudali controllando se i pezzi delle tavolette d’investitura in suo possesso si incastravano perfettamente con i pezzi che i vassalli affermavano di aver ricevuto dai suoi predecessori (合 “hé”=”congiungere” 符 “fù”=”contrassegno”). Esiste infine un’interpretazione più fantasiosa esposta da Guō Xiàn 郭 憲 (26 a.C.-55 d.C.) nei suoi “Ricordi di incursioni nel mondo sotterraneo”( 洞 冥 記 “dòngmíngjì”), secondo cui il Fŭshān era una montagna magica che emetteva un vapore dal cui colore si poteva desumere la legittimità del sovrano. Huángdì avrebbe dunque controllato che il vapore emesso dal Fŭshan fosse di colore giallo, corrispondente all’elemento “terra” a cui era collegato il suo regno.
18) Nello Zuò Zhuàn 左傳﹐ nel capitolo relativo al 17° anno di regno del duca Zhāo di Lŭ 昭 公 si legge: “Un tempo Huángdì regolava tutto grazie alle nuvole. Per questo nominava i funzionari in base agli auspici delle nuvole e li chiamava ‘nuvole’" (昔者黃帝氏以雲紀,故為雲師而雲名).
19) Ho tradotto con primo ministro il termine “grande controllore della sinistra” (左 太 監 “zuŏ tài jiān) e con “vice primo ministro” il termine “grande controllore della destra” (右 太 監 “yóu tài jiān”).
20) Il termine 封 禪 (“fēnshàn”) indica i sacrifici che gli Imperatori offrivano da tempo immemorabile al Cielo e alla Terra sul Monte Tài 泰 山 . Secondo la tradizione questi sacrifici sarebbero stati istituiti da Huángdì.
21) I tripodi 鼎 (“dĭng”) erano calderoni di bronzo usati per compiere i sacrifici. Poiché nelle epoche più antiche gli oggetti di metallo erano molto rari, soltanto persone di enorme importanza potevano possedere un calderone di bronzo. Yŭ il Grande 大 禹 fece fabbricare nove tripodi, che divennero il simbolo del potere imperiale.
22) L’espressione 迎 日 推 筴 (“yíng rí tuī cè”), letteralmente “predire mediante gli steli di achillea”, si riferisce alle antiche pratiche di divinazione in cui si usavano gli steli di questa pianta. Forse questa frase rimanda in qualche modo alla tradizione che vede Huángdì come creatore del calendario. Lo Shì Bĕn 世 本, opera del 3° secolo a.C.andata perduta, ma della quale alcuni passi sono riportati nel Tōngdiăn 通 典 (“Studio dettagliato delle Istituzioni”) , scritto da Dù Yòu 杜 佑 nell’8° secolo d.C., raccontava che “dopo aver ricevuto l’achillea magica, Huángdì ordinò a Dànáo 大 撓 di istituire il ciclo sessagesimale e a Róngchéng 容 成 di preparare il calendario”.
23) Edouard Chavannes formula l’ipotesi che Sīmă Qiān 司 馬 遷 abbia cercato di spiegare i titoli di certi libri molto antichi, legati al ciclo letterario di Huángdì, il cui significato si era perduto, affermando che erano i nomi di alti funzionari dell’epoca dell’Imperatore Giallo. Troviamo infatti citati nel XXX° capitolo del “Libro degli Hàn Anteriori” (前 漢 書 “qiàn hàn shū”) antichi testi intitolati “Fēnghòu” 風 后 , “Lìmù” 力 牧 e “Guīyŭqū” 鬼與區 (“Dàhóng 大 鴻 era, secondo il “Trattato sul fengshan” 封 禪 書 , il soprannome di un certo Guīyŭqū).
24) Edouard Chavannes nota che troviamo qui espressa quell’accettazione delle antitesi che forma fin dall’origine parte integrante del pensiero cinese.
25) Il testo cinese reca l’espressione 淳化鳥獸蟲蛾 (“chún huà niáo shòu chóng è”) che significa letteralmente “trasformò uccelli, animali e insetti”. A mio avviso, questa frase intende dire che Huángdì promosse l’allevamento degli animali domestici (polli, cavalli, mucche, pecore, maiali) e la diffusione della sericultura (bachi da seta). Una delle sue mogli , Léizŭ 嫘 祖 , è considerata dalla tradizione come l’inventrice della sericultura ed è chiamata dal popolo “la nonna dei bachi da seta" (蠶 姑 奶 奶 “cán gū năinai”).
26) Si fa qui riferimento all’invenzione del calendario, che sarebbe, essa pure, merito di Huángdì. Il termine 辰 (“chén”) designa le sizigie di congiunzione, cioè i momenti in cui il Sole e la Luna appaiono allineati. Le sizigie di congiunzione coincidono con il novilunio e servono, nel calendario cinese, per il calcolo del mese lunare.
27) Zhăng Shŏujié 張 守 節 , celebre commentatore del Shĭjì attivo tra il 725 d.C. ed il 735 d.C, spiega che Huángdì indicò come sfruttare l’acqua e il fuoco, stabilendo dove occorreva costruire delle dighe e dove era opportuno creare nuovi spazi di coltivazione mediante l'incendio dei boschi.
28) Secondo la tradizione, il fausto auspicio sarebbe stato l’apparizione di un drago di colore giallo.
29) È interessante notare che la più antica società cinese era una società matriarcale, dove i cognomi indicavano la discendenza in linea materna. Il cognome di una persona era perciò composto di due caratteri: il carattere 女 (“nǚ” “donna”) e un altro carattere che designava il clan (氏 “shì”) di provenienza della madre. Etimologicamente, il termine 姓 (“xìng” “cognome”) significa infatti “nato (生 ) da una donna (女) di un determinato clan”. La spiegazione del fatto che per i venticinque figli di Huángdì ci fossero soltanto quattordici cognomi potrebbe dunque trovarsi nel fatto che alcune delle mogli di Huángdì ebbero più di un figlio.
30) La gola di Xīlíng 西 陵 峽 (“xīlíngxiá”) è una delle tre gole dello Yángzĭjiāng 揚 子 江 nella provincia del Húbĕi 湖 北
31) Léizŭ 嫘 祖, moglie di Huángdì, avrebbe scoperto la seta e inventato il telaio.
32) Xuánxiāo 玄 囂 è ricordato come imperatore da numerose fonti e dallo stesso Sīmă Qiān 司 馬 遷 in altri passaggi della sua opera. Sarebbe stato chiamato anche Qīngyáng 青 楊 perché avrebbe abitato Qíngyáng sullo Yángzĭjiāng 揚 子 江 .
33) Chāngyì 昌 意, figlio minore di Huángdì, abitava sulla riva del fiume Ruóshuĭ 若 水 . Ruóshuĭ è l’antico nome del fiume Qīngyī 青 衣 che scorre per 276 km nel Sìchuān 四 川 e si getta nel Dàdù Hé 大 渡 河 presso Lèshān 樂 山, località famosa per un’enorme statua del Buddha scolpita nella roccia.
34) Chángpū 昌 仆, moglie di Chángyì, era originaria della regione di Shŭ 蜀 , l’attuale Sìchuān 四 川
35) Il Mausoleo di Huángdì 黃 帝 陵 (“huángdìlíng”) sorge sul monte Qiáo 橋 山 presso la città di Yán’ān 延 安 nello Shănxī 陝 西 . La sua esistenza è menzionata già nelle antiche fonti. Sīmā Zhēn 司 馬 貞 (679 d.C.-732 d.C.), celebre commentatore dello Shĭjì, riporta che, secondo il Dìlìzhì 地理志, trattato di geografia del 1° secolo a.C., “il monte Qiáo si trova nella contea di Yángzhōu nello Shàngjùn. Su di esso sorge il mausoleo di Huángdì”( 桥山 在 上郡 阳周县 ,山有 黄帝冢 也). Parlando dello Shàngjùn, lo stesso Dìlìzhì nota: “Sul lato meridionale del monte Qiáo nella contea di Yángzhōu nello Shàngjùn sorge il mausoleo di Huángdì” ( 上郡 阳周县 桥山 南有 黄帝冢). Zhăng Shŏujié 張 守 節 , contemporaneo di Sīmă Zhēn ,riferisce, a sua volta, che, secondo il Kuòdìzhì, 括 地 志, trattato di geografia dell’epoca Táng﹐, “Il mausoleo di Huángdì si trova sul fianco meridionale di una montagna che sorge ottanta lĭ ad est di Luóchuān nel Níngzhōu”. (黄帝陵 在 寧州 罗川县 东八十里 子午山). Le due indicazioni sostanzialmente coincidono dato che l’antica città di Yāngzhōu aveva già preso al tempo dei Táng il nome di Luóchuān.
36) Gāoyang 高 揚 , nipote di Huángdì, gli succedette sul trono, col nome di Zhuānxù 顓 頊 . Avrebbe regnato, secondo i calcoli tradizionali, dal 2514 a.C. al 2436 a.C. e imposto alla società un sistema patriarcale al posto del matriarcato dominante in precedenza.