Capitolo 16
Un autunno gli uomini ebbero difficoltà a riportare giù le greggi dall’alpeggio e Glum si accorse che mancavano parecchie pecore. Allora disse a Thiostolf:
“Sali in montagna con i miei garzoni e vedi se riuscite a ritrovare qualche pecora”.
“Non tocca a me andar dietro alle tue pecore” ribatté Thiostolf “ ed inoltre non ho nessuna voglia di mescolarmi ai tuoi servi per cercarle. Se ti muoverai anche tu, verrò con te”.
Questa risposta portò ad un violento alterco.
Hallgerd era seduta sulla porta di casa. Il tempo era bello.
Glum andò da Hallgerd e le disse che aveva avuto uno scontro con Thiostolf e che non intendeva sopportare più a lungo la sua presenza. Poi le raccontò in dettaglio tutto ciò che si erano detti.
Hallgerd prese le difese di Thiostolf e la discussione degenerò presto in una lite.
Glum le diede uno schiaffo, poi le disse:”Non ho più voglia di discutere con te e se ne andò”. Poiché ella gli voleva molto bene, non riuscì a calmarsi e singhiozzava forte.
Thiostolf le si avvicinò e le disse: “Sei stata maltrattata, ma la cosa non si ripeterà”.
“Non ho bisogno di essere vendicata” gli rispose Hallgerd” Anzi , ti prego di non interessarti più di questa faccenda, qualsiasi cosa succeda”.
Thiostolf si allontanò ghignando.
Note
1)“Huskarl” e “Thraell”.
„Huskarl“ ( ragazzo di casa) era chiamato un uomo di condizione libera, ma di scarsi mezzi, che si guadagnava da vivere lavorando per un padrone, normalmente un agricoltore (“husbond"), che gli forniva vitto e alloggio nella propria fattoria. Quando un padrone acquistava importanza politica, non era raro che i suoi domestici finissero per formare una vera e propria guardia del corpo, da cui si svilupparono poi gli eserciti dei signori locali e dei re. Nell’Inghilterra anglosassone, gli “housecarls” erano la guardia del corpo del re.
“Thraell” (servo) era invece uno schiavo, tale perché nato da schiavi o preso prigioniero nel corso di una guerra o di una scorreria. Si veda ad es. il caso di Erp, figlio del conte scozzese Meldun, che era stato catturato dai Vichinghi con la madre e fatto schiavo (cap. 6 della Laxdaela Saga). Lo schiavo poteva essere affrancato ed in tal caso era chiamato “lausing” (liberto).Cfr, cap.25 della Laxdaela Saga. L’insofferenza di Thiostolf lo porta ad equiparare sommariamente uomini liberi e schiavi.
Capitolo 17
Glum chiamò i garzoni per andare in cerca delle pecore e Thiostolf si preparò ad accompagnarlo. Risalirono la parte meridionale della Reykjardal su fino a Baugagili e a Tverfell. Là giunti gli uomini si divisero: alcuni si diressero verso Skorradalsleit, altri a sud, verso Sular, e tutti quanti ritrovarono un certo numero di pecore. Glum e Thiostolf , rimasti soli, si diressero anch’essi verso sud ed avvistate alcune pecore, molto nervose, le inseguirono fino alla montagna, dove però le pecore riuscirono ad eclissarsi. Allora l’uno cominciò a rimproverare l’altro e Thiostolf rinfacciò a Glum di essere capace soltanto di girare intorno a Hallgerd.
Glum replicò: “ La peggiore compagnia è proprio quella che viene da casa propria.
Ti farò ringoiare i tuoi insulti, tu, schiavo, che giravi colle catene ai piedi”.
Thiostolf ribattè: “ Vedrai subito se sono uno schiavo o no, perché non ho nessuna intenzione di lasciarti fare”.
Glum era fuori di sé e cercò di colpire Thiostolf con il suo coltellaccio, ma Thiostolf parò il colpo con l’ascia, la cui lama fu intaccata per la profondità di due dita.
Thiostolf reagì subito tirando un fendente con l’ascia. Il colpo prese Glum sulla spalla spaccandogli la clavicola e la scapola e provocando un’emorragia interna. Glum afferrò Thiostolf con la sinistra con tanta energia che lo fece cadere a terra, ma non potè mantenere la presa perché gli mancarono le forze e morì. Thiostolf gli tolse il braccialetto d’oro e seppellì il cadavere sotto un mucchio di pietre.
Tornò poi a Varmalaek.
Hallgerd era nel cortile e vide che l’ascia era insanguinata.
Thiostolf le gettò il braccialetto d’oro.
Hallgerd gli domandò: “ Che novità mi porti e perché la tua ascia è coperta di sangue?”.
Thiostolf rispose: “ Non so se ti farà piacere, ma devo informarti che Glum è morto”.
“Sei stato tu ad ucciderlo?” chiese Hallgerd.
“Sono stato io” rispose Thiostolf.
Ella rise e gli disse: “Non la smetti proprio mai con questi scherzi”.
“Che cosa mi consigli di fare, ora ?” le domandò Thiostolf.
“Va’ da mio zio Hrut, vedrà lui il da farsi”.
“Non so se sia proprio il consiglio migliore” osservò Thiostolf dubbioso” ma non posso far altro che seguirlo”.
Saltò in sella e cavalcò senza fermarsi finché, a notte fonda, non giunse a Hrutsstad.
Legò il suo cavallo ad un palo dietro la casa, poi fece il giro dell’edificio e bussò forte alla porta., dopodiché si ritirò dietro il lato nord della casa. Hrut era ancora sveglio.
Si alzò, si infilò le scarpe, indossò una tunica ed afferrò la spada. Poi prese un mantello e se lo avvolse intorno alla mano ed al braccio sinistro. Mentre usciva, anche le altre persone che stavano in casa cominciarono a svegliarsi.
Andò al lato nord della casa e scorse un uomo di alta statura, in cui riconobbe subito Thiostolf. Gli chiese notizie.
“Vengo ad informarti della morte di Glum” rispose Thiostolf.
“Chi l’ha ucciso ?” chiese Hrut.
“L’ho ucciso io” disse Thiostolf.
“Perché sei venuto qui?” domandò Hrut.
“Hallgerd mi ha mandato da te” rispose Thiostolf.
“Allora Hallgerd non è complice di questo delitto” disse Hrut ed estrasse la spada.
Thiostolf si accorse del movimento e, per non essere colto alla sprovvista, levò subito l’ascia, ma Hrut evitò il fendente e,con la mano sinistra, urtò la lama dell’ascia con tanta forza che l’arma cadde dalla mano di Thiostolf. Intanto con la spada che teneva nella destra Hrut colpì la gamba di Thiostolf poco sopra il ginocchio, provocandogli una profonda ferita di taglio. La gamba cedette e Thiostolf cadde a terra sulla schiena.
Allora Hrut lo colpì alla testa con la spada e questo fu il colpo di grazia.
Nel frattempo i domestici di Hrut erano usciti di casa ed ora contemplavano il macello. Hrut ordinò loro di portar via il cadavere di Thiostolf e di seppellirlo, poi si recò da Höskuld per raccontargli l’assassinio di Glum e l’uccisione di Thiostolf.
Höskuld si rammaricò molto della morte di Glum, ma ringraziò Hrut per aver eliminato Thiostolf.
Thorarin, fratello di Ragi, quando fu informato della morte di suo fratello Glum, prese con sé dodici cavalieri e si diresse verso le Valli per rendere visita a Höskuld.
Hôskuld lo accolse con grandi manifestazioni di amicizia e lo invitò a pernottare presso di lui. Poi informò Hrut e lo pregò di andare da lui, cosa che Hrut fece senza por tempo in mezzo.
Il mattino dopo si parlò a lungo della morte di Glum.
Thorarin chiese: “Saresti disposto a versarmi un risarcimento per la morte di mio fratello, perché per me è una grande perdita ?”.
Höskuld rispose: “ Non sono stato io ad uccidere tuo fratello né è stata mia figlia a macchinarne l’assassinio ed inoltre, non appena Hrut è venuto a conoscenza dei fatti, ha ucciso Thiostolf”.
Thorarin tacque e pensò che sarebbe stato difficile ottenere un risarcimento.
Allora intervenne Hrut, che disse al fratello: “Facciamo in modo che non abbia compiuto invano questo viaggio. Thorarin ha perso molto con la morte del fratello e sarebbe una bella cosa se noi gli offrissimo dei doni e potessimo conservare la sua amicizia per tutta la vita”.
Finì così che i fratelli offrirono a Thorarin dei doni ed egli se ne ripartì verso sud.
La primavera successiva Thorarin e Hallgerd si scambiarono le fattorie: Hallgerd si trasferì a sud nella fattoria di Laugarnes e Thorarin si spostò a Varmalaek.
E con questo abbiamo finito di parlare di Thorarin.
Note
1) La ricerca delle pecore smarrite comincia risalendo da Varmalaek per la Reykjardal meridionale fino a Baugagil e a Thverfell. Qui il gruppo si divide: alcuni penetrano nella Skorradal, valle che scorre parallelamente alla Reykjardal, ma più a sud, altri si dirigono a sud in direzione di Sulur, mentre Glum e Thiostolf, rimasti soli, si dirigono anch’essi a sud nelle vicinanze di Thverfell.
2)“Du ert thraell fastur á fótum“: „Tu sei uno schiavo incatenato“. Gli schiavi portavano spesso catene ai piedi per impedire loro di fuggire.
3)“Tvo fingur”: due dita. Il termine dito deve qui essere inteso come una misura di profondità pari alla larghezza del dito. “Due dita” corrispondono dunque a 5 o 6 centimetri.
4) Non avendo a disposizione lo scudo, che è un’arma di guerra, Hrut si protegge la mano sinistra prendendo un mantello ed avvolgendoselo intorno alla mano. Prende però la spada (sverth), che è un’arma da guerra, lunga almeno un metro, e non già il coltellaccio (sax), di cui erano normalmente armati i contadini.
5) “Höggur” = cala un fendente.
6) Hrut schiva il colpo poi, con la mano sinistra avvolta nel mantello, colpisce l’ascia di Thiostolf, facendogliela cadere di mano, mentre con la spada tenuta nella destra lo colpisce al ginocchio e nello stesso tempo lo spinge con il corpo facendolo rovinare a terra. Una volta che Thiostolf è a terra, Hrut lo colpisce mortalmente alla testa con la spada. La prontezza di riflessi e la tecnica di Hrut mostrano che è qualcuno che ha una lunga esperienza di combattimenti. Cfr. in proposito anche gli episodi dello scontro con i domestici di Höskuld e dell’uccisione di Eldgrim nella Laxdaela Saga.
7) Da un punto di vista puramente legale, Thorarinn non ha alcuna pretesa da far valere perché il solo responsabile dell’omicidio è già stato ucciso, ma, per ragioni di opportunità, Hoskuld e Hrut gli accordano una sorta di risarcimento sotto forma di ricchi doni.
Capitolo 18
Dobbiamo ora ricordare che Mord il suonatore si ammalò e morì. La sua morte fu considerata da tutti una gran perdita. Sua figlia Unn, che non si era risposata, ereditò tutti i suoi beni. Ella spendeva però con facilità e non sapeva gestire bene le sue proprietà, cosicché a poco a poco consumò tutti suoi beni mobili, e non le rimasero che le terre e gli effetti personali.
Capitolo 19
Gunnar di Hlitharend era parente di Unn dal lato materno, in quanto sua madre Rannveig era figlia di Sigfus, figlio di Sighvat il rosso, che fu ucciso presso l’approdo del traghetto di Sandhól.
Il padre di Gunnar fu Hámund, figlio di Gunnar Baugson, da cui prese il nome Gunnarholt. La madre di Hámund si chiamava Hrafnhild ed era figlia di Storolf Haengson, fratello di Hrafn il giureconsulto e padre di Orm il forte.
Gunnar Hámundarson abitava a Hlitharend nello Fljótshlith.
Era un uomo di alta statura, robusto ed espertissimo di arti marziali. Era ambidestro tanto con la spada quanto con l’arco e sapeva far roteare la spada così velocemente che sembrava ne avesse tre in mano. Era un ottimo arciere e non mancava mai un bersaglio. Sapeva saltare più in alto della propria testa con tutte le armi in mano e saltava alla stessa distanza tanto in avanti quanto all’indietro. Nuotava come una foca e non c’era alcuno sport in cui qualcuno potesse tenergli testa, cosicché si diceva che non ci fosse nessuno che potesse essergli paragonato.
Era di bell’aspetto, di pelle chiara; aveva il naso diritto, un po’ volto in alto verso la punta. Aveva occhi azzurri, vista acuta, guance rosee, capelli folti, biondi e ben pettinati.
Aveva modi gentili; era di carattere fermo, servizievole e generoso, di natura calma ed equilibrata, disponibile all’amicizia, ma esigente con gli amici.
Era inoltre molto ricco.
Un suo fratello si chiamava Kolskegg ed era un uomo robusto e di alta statura,
equilibrato ed affidabile. Un altro fratello Hjört era allora fanciullo. C’era poi ancora un fratello illegittimo, Orm Skogarnef, che però non svolge alcun ruolo nelle vicende che saranno qui raccontate.
Una sorella, di nome Argunn, aveva sposato Hróar, il godhi di Tunga, figlio di Uni,
quello nato col parto cesareo, figlio di Garthar, quello che scoprì l’Islanda.
Argunn aveva un figlio, Hámund lo zoppo, che abitava a Hámundarstad.
Note
1) Gunnar è citato in numerose saghe:
Landnama
Eyrbyggja (599)
Haensna-Thoris Saga (1435)
Gunnlaugs saga ormstungu (1166)
Islendigadrápa Hauks Valdísarsonar (20).
2) “Hann var fraendi Unnar”=Era parente di Unn. La madre di Gunnar, Rannveig, era figlia di Sigfus, figlio di Sighvat il rosso. Dal capitolo 1 della Saga di Njal sappiamo che anche Mord il suonatore era figlio di Sighvat il rosso. Mord era quindi zio paterno della madre di Gunnar.
3) Secondo il Landnama fu Sigmund, figlio di Sighvat, ad essere ucciso al traghetto di Sandhól presso Thíorsar. Questo Sigmund non è però menzionato in nessuna altra saga e si potrebbe quindi pensare ad una confusione con Sigvath o Sigfus.
4) Il nonno paterno di Gunnar si chiamava Gunnar Baugsson e da lui il posto in cui abitava prese il nome di Gunnarsholt= recinto di Gunnar. La nonna si chiamava Hrafnild ed era figlia di Storolf Haengson.
5) Hrafn Haengson, fratello di Storolf, bisnonno di Gunnar, fu giureconsulto dell’Althing dal 930 al 949 d.C .Doveva quindi già essere un uomo maturo nel 930. Se poniamo che Storolf fosse il fratello maggiore e fosse nato intorno all’870, la figlia Hrafnild potrebbe essere nata intorno al 900 ed essersi sposata intorno al 915, per cui il figlio Hamund potrebbe essersi sposato intorno al 935 e Gunnar potrebbe aver avuto 25 anni intorno al 960.
Hallgerd, nata tra il 935 e il 940, avrebbe avuto più o meno la stessa età.
Tutte queste sono evidentemente congetture.
6) Il prozio di Gunnar fu Orm il forte di cui parla la saga Orms thatt Storolfsonar.
7) Gunnar abitava a Hlitharend nel Fljótslind (Islanda meridionale).
8) Gunnar era ambidestro (hjò bádum höndum) sia con la spada sia con l’arco.
9) L’abilità di Gunnar a tirare con l’arco è menzionata nella Haensna-Thoris saga (1435) e nella Eyrbyggja (599-560), mentre la sua abilità nel combattimento con la spada è menzionata nella Gunnlaugs saga ormstungu (1166): “Gunnar (Hlífarson) hefir best vígur veridh og meistur fimleikamadur veridh à Íslandi af búandmönnum, annar Gunnar ath Hlitharenda, thridhji Steinthor à Eyri”.
10) La saga di Njal menziona tre fratelli di Gunnar. cioè Kolskegg, Hjört ed Orm skogarnef ed una sorella, Arngunn, mentre la Landnama saga ne menziona quattro Helgi, Haf, Hjört e Orm skogarnef. Poiché Kolskegg ( barbanera) sembra piuttosto un soprannome, si può pensare che esso si riferisse a Helgi oppure a Haf.
11) I suocero di Arngunn, Uni il danese, era detto “oborinn” (non nato), perché era venuto al mondo con un parto cesareo. Fu uno dei primi coloni islandesi.
12) Il padre di Uni Garthar è considerato in talune versioni del Landnama e da Theodoricus Monacus come il primo scopritore dell’Islanda. Theodoricus Monachus, nel cap.3, linee 26 e 27, della sua Historia antica Norwigiensium Regum, parlando della scoperta dell’Islanda, afferma che il primo a stabilirvisi fu Ingolf, nell’872
(decimo anno del regno di Harald Harfagr), ma che prima di lui, l’isola fu certamente visitata da Floki e da Garthar e fu, per un certo periodo, conosciuta come Gartharholm.
14) Se Garthar era già adulto prima dell’872, il figlio Uni doveva già essere adulto intorno al 900 ed il figlio di Uni, Hróar, doveva già essere adulto intorno al 930 e dovrebbe aver sposato Argunn intorno al 940.
Capitolo 20
Njal era figlio di Thorgeir gollnir Thorolfson e di Ásgerd, figlia del governatore Áskel il taciturno, la quale era emigrata in Islanda ed aveva colonizzato la zona ad est del Markarfljót, tra Öldustein e Seljalandmuli. Fratello di Njal erano Thor di Holt, padre di Thorleif il corvo, da cui discende la famiglia degli Skógverjar, di Thorgrim il robusto e di Thorgeir skorargeir.
Njal abitava a Bergthórshvol, nella zona chiamata Landeyjar, ma possedeva una seconda fattoria a Thorolfsfell. Era ricco e di bell’aspetto, ma aveva una strana particolarità: era completamente glabro. Era un grande esperto di diritto, ad un punto tale che nessuno poteva compararglisi, saggio e dotato del dono della profezia, di buon consiglio e disponibile, e tutto ciò che egli consigliava di fare riusciva bene. Era modesto e di nobili sentimenti, previdente e di ottima memoria.
Si dava da fare per risolvere i problemi di chiunque si rivolgesse a lui.
Sua moglie Bergthora, figlia di Skarphedhin, era una donna molto intelligente e di bell’aspetto, ma di carattere un po’aspro.
Avevano sei figli, tre maschi e tre femmine, dei quali avremo occasione di parlare.
Note
1) Il nome Njall sembra essere di origine irlandese (cfr. il re Njall dai cento ostaggi, personaggio delle leggende epiche irlandesi e l’attuale nome irlandese Neill).
Molti protagonisti delle saghe portano nomi irlandesi. Basti ricordare in proposito Kjartan, il figlio di Olaf il pavone, e Kormak lo scaldo.
La frequenza di questi nomi può spiegarsi in due modi:
- con la presenza nelle famiglie islandesi di molte donne, rapite durante scorrerie in Irlanda, che divenivano in seguito mogli o concubine e che tendevano a dare ai loro figli nomi di origine irlandese;
- con la presenza in Islanda di numerosi servi, catturati durante guerre o scorrerie in Irlanda, che venivano in seguito liberati e rimanevano in Islanda come liberi agricoltori, ma tramandavano in famiglia alcuni nomi tradizionali irlandesi.
E’ invece da escludere l’esistenza di coloni irlandesi in Islanda, prima dell’arrivo dei Vichinghi.
La menzione di una presenza irlandese nell’opera storica di Theodoricus Monachus si riferisce manifestamente alla presenza di taluni monaci o eremiti.
2) Njal è menzionato nella Landnama (S342, H 300, M7), nell’Edda di Snorri, nella Saga di Gunnlaug lingua biforcuta (1187). Un riferimento alla Saga di Njal si trova nella Saga di Thorstein, il figlio di Hall di Sida (2062).
3) La menzione di un ”hersir” come nonno materno di Njal, fa pensare che anche questa famiglia fosse di origini aristocratiche. “Hersir” era infatti in Norvegia un notabile che governava una piccola zona di territorio.
4) La madre di Njal si era stabilita in Islanda ad est del Markarfliót, che scorre ad oriente dei Rangárvellir, e precisamente nella zona tra Öldustein e Seljalandsmula. Öldustein era una grande roccia che si trovava a sud-est di Thorolfsfell.
5) Il fratello di Njal, Thor, aveva costruito una fattoria chiamata Holt, nella zona dello Eyjafell.
6) Dal figlio di Holta-Thor, Thorleif krak (il corvo) discese la famiglia degli Skógverjar, che abitavano la zona detta Skógar ( i boschi) sotto l’Eyjafell, famiglia che era divenuta molto importante nel 13° secolo, epoca di redazione della saga.
7) La ricchezza di Njal è dimostrata dal fatto che era proprietario di due fattorie: una a Bergthórshvol e l’altra a Thorolfsfell.
Capitolo 21
Bisogna ora ricordare che Unn aveva dissipato tutti i suoi beni mobili. Si recò allora a Hlitharendi dove Gunnar, suo parente, la accolse con amicizia e la invitò a pernottare nella sua fattoria. Il mattino seguente si sedettero dinanzi alla casa e cominciarono a conversare. Unn finì così col raccontare a Gunnar in quali ristrettezze si trovasse.
“Ti ritrovi in una brutta situazione” osservò Gunnar.
“Che mi consigli di fare?” chiese Unn.
“Potrei prestarti tutte le somme di cui hai bisogno” rispose Gunnar.
“Non voglio rovinare il tuo patrimonio” disse Unn.
“Allora, che cosa vuoi fare?” domandò Gunnar.
“Vorrei che tu recuperassi i miei beni dotali che sono rimasti in mano a Hrut”.
“Non mi sembra possibile” osservò Gunnar dubbioso “ Se non c`è riuscito tuo
padre che era un grande esperto del diritto, che cosa vuoi che possa fare io che ne capisco molto poco ?”.
Unn rispose: “ Hrut ha vinto più con la forza che con validi argomenti legali. Mio padre era già anziano e fu per questo che gli amici lo sconsigliarono dall’accettare un duello giudiziario. Inoltre non ho più nessun altro parente che possa occuparsi di questo affare, se tu non hai il coraggio di farlo”.
“Non mi manca certo il coraggio di reclamare la restituzione dei tuoi beni, ma non so come impostare la causa dal punto di vista strettamente legale”.
Unn rispose: “Va’ a trovare Njal a Bergthórshvol. Lui è un tuo grande amico e saprà darti buoni consigli”.
“In effetti posso aspettarmi che mi dia suggerimenti almeno così buoni come quelli che dà agli altri” osservò Gunnar.
Andò così a finire che Gunnar promise a Unn di occuparsi della sua causa e le prestò tutto il denaro di cui aveva bisogno.
Poi Unn ritornò a casa.
Gunnar, da parte sua, montò a cavallo e si recò in visita da Njal, che lo accolse amichevolmente.
Intavolata la conversazione, Gunnar disse: “Sono venuto da te per chiederti un consiglio”.
“Ho molti amici ai quali sono disposto a dare un buon consiglio” rispose Njal” ma per te mi darò da fare ancor più che per gli altri”.
“Ti vorrei informare del fatto che adesso mi occupo io della causa intentata contro Hrut per la restituzione dei beni dotali di Unn” gli spiegò Gunnar.
“Non è una causa facile” osservò Njal “ e comporta molti rischi, in qualsiasi modo uno agisca. Tuttavia, ti proporrò un piano d’azione che mi sembra il più vantaggioso e che dovrebbe funzionar bene se tu lo seguirai alla lettera. Ma la tua vita sarà in pericolo, se te ne discosterai”.
“Mi ci atterrò in tutti i dettagli” promise Gunnar.
Allora Njal rimase pensoso per qualche tempo, poi disse: “Ho meditato una strategia che dovrebbe funzionare a meraviglia”.
Note
1) “Lausafeid”= beni mobili. Considerata la situazione dell’Islanda a quel tempo, i beni mobili erano costituiti essenzialmente dal bestiame (principalmente bovini ed ovini).
La cattiva gestione di Unn l’aveva evidentemente costretta a cedere il suo bestiame.
Risulta però dalle saghe che le famiglie disponevano anche di modeste quantità d’oro e d’argento, che venivano usate, in base al peso, come mezzi di scambio monetario.
Unn aveva speso anche queste disponibilità finanziarie.
2)“Leigustad” era una sorta di rendita vitalizia. Una persona che si trovava in difficoltà finanziarie cedeva i suoi beni ad un’altra che si impegnava a fornirle le risorse per il suo mantenimento.
3) Il rifiuto del duello giudiziario da parte di Mord presenta qualche difficoltà dal punto di vista giuridico. Il giudizio di Dio presupponeva infatti che il duello si svolgesse fra combattenti di forza più o meno uguale e ad armi uguali. Solo così infatti si poteva pensare che la vittoria dipendesse dall’intervento di una forza superiore in favore di colui che difendeva la giusta causa, mentre in caso di manifesta disparità di forze sarebbe stato evidente che la vittoria dipendeva da fattori puramente fisici e tecnici.
Ciò spiega come le donne potessero farsi rappresentare da un loro campione, esperto nell’uso delle armi. Lo stesso dovrebbe valere nel caso di evidente svantaggio di uno dei contendenti dovuto all’età o alla mancanza di esperienza nell’uso delle armi.
4) Occorre notare l’astuzia di Unn. Dichiarando che per occuparsi della sua causa contro Hrut, ci vuole del coraggio morale e fisico, ella obbliga a Gunnar ad accettare l’incarico per non mettere in dubbio la propria reputazione.
Capitolo 22
“Devi partire da casa tua con due compagni. Indossa una tunica di tessuto grezzo, con una striscia ricamata sui bordi, e sopra di essa un mantello con cappuccio. Sotto questi rozzi vestiti nascondi però il tuo abito buono e porta con te, ad ogni buon fine, una piccola ascia. Ciascuno di voi dovrà portare con sé due cavalli, uno ben nutrito ed uno magro. Procurati qualche prodotto di artigianato da vendere.
Partirete il mattino presto e, quando sarete giunti ad ovest, all’altezza del Fiume Bianco, ti tirerai il cappuccio sulla testa. La gente chiederà chi sia quell’uomo alto e robusto. I tuoi compagni risponderanno che sei Hedinn il robusto, venditore ambulante, che vieni dall’Eyafjord e che hai prodotti artigianali da smerciare. Aggiungeranno che sei irascibile e fanfarone, uno che crede di sapere tutto, e diranno che spesso vuoi riprenderti indietro le cose appena vendute e che attacchi lite ogni volta che qualcosa non va esattamente come vuoi.
Ti dirigerai verso il fiordo di Borg e venderai molti oggetti, ma spesso litigherai per riaverli indietro. Si spargerà così la voce che Hedinn, il venditore ambulante, è una persona con cui è impossibile trattare e che il male che si racconta di lui è tutto vero.
Ti dirigerai poi a nord verso le valli, il fiordo di Hrut e la valle dei salmoni e farai in modo di giungere dapprima a Hoskuldstad, dove sarai invitato a pernottare.La sera ti siederai in un angolo isolato e starai senza parlare, con la testa bassa. Hoskuld dichiarerà che sei una persona antipatica e sgradevole e dirà ai suoi di non fare affari conte. Il mattino successivo ripartirai e ti fermerai all’ultima fattoria che troverai prima di giungere a Hrutstad. Metterai in vendita i tuoi prodotti, scegliendo i peggiori, di cui cercherai di nascondere i difetti. Il contadino esaminerà i prodotti con attenzione e ne scoprirà i difetti. Glieli tirerai via di mano e gli lancerai qualche insulto. Il contadino dirà che è normale che tu ti comporti così perché “sei intrattabile con tutti”. Fingerai allora di saltargli addosso- anche se non sei abituato a farlo -, ma modererai la tua forza , affinché non ti riconoscano e non nascano sospetti. Qualcuno correrà allora da Hrut per pregarlo di venire a sedare la lite. Hrut ti manderà subito a chiamare e tu obbedirai subito. Ti faranno sedere nel banco degli ospiti di fronte al seggio del padrone di casa. Lo saluterai e lui ti accoglierà amichevolmente e ti chiederà se sei un uomo delle regioni settentrionali. Gli risponderai che vieni dal Fiordo delle isole. Ti chiederà allora se ci siano là molti uomini di valore.
Gli risponderai: “Fanno un mucchio di porcherie”. “Conosci la Reykjardal?” ti domanderà in seguito. “Conosco tutta l’Islanda” gli risponderai. “ Quelli della Reykjardal sono uomini molto valorosi?”ti chiederà. “ Tutti ladri e farabutti”.
Si metterà a ridere e troverà le tue risposte molto divertenti. Parlerete poi della gente del fiordo dell’Est ed anche parlando di loro tu dirai qualche buffonata. Il discorso cadrà infine sulla regione dei Rangarvellir. Allora tu dirai che le cose laggiù vanno male da quando è morto Mord il suonatore. Ti chiederà perché tu pensi che non ci sia nessun atro in grado di fare quello che faceva lui. Gli risponderai che era un uomo così saggio e così esperto di diritto e di procedura che nessuno aveva mai posto in dubbio la sua autorità. Ti domanderà se sai qualcosa “ della controversia che ci fu tra di noi”.Gli dirai che sai che Mord gli portò via sua moglie e che lui non fece nulla.
Hrut ribatterà: ” Non pensi che abbia compiuto un errore quando non riuscì a farmi sborsare le somme che mi chiedeva pur avendomi fatto causa ?” Replicherai: “Posso risponderti che tu lo sfidasti ad un duello giudiziario, ma che i suoi amici lo sconsigliarono dall’affrontarti perché era già anziano e così dovette lasciar perdere la sua azione contro di te”. “Io sostenni questo” ti dirà Hrut “ e degli uomini poco esperti di diritto accettarono questa tesi, ma Mord avrebbe potuto portare la causa dinanzi ad un altro tribunale se ne avesse avuto il coraggio”.
“Lo so bene” dirai tu a questo punto.
“Te ne intendi di diritto?” ti chiederà Hrut.
“Lassù nel nord pensavano che io ne capissi qualcosa” risponderai” ma sarà meglio che tu mi spieghi in quale altro modo si sarebbe potuto portare avanti una causa di questo tipo “.
Hrut ti domanderà “Che fattispecie vuoi che prendiamo come modello?”.
Gli dirai: “ Prendiamo come modello una causa che non mi riguarda per nulla, come si dovrebbe procedere per recuperare i beni di Unn”.
“Dovresti anzitutto notificarmi la citazione in giudizio al mio domicilio” gli spiegò Hrut.
“Recitami la citazione” dirai “ ed io la ripeterò per imparare bene la formula”.
Quando Hrut reciterà la citazione, imprimiti bene in mente ogni singola parola.
Poi Hrut ti inviterà a ripetere la formula. Tu la ripeterai sbagliando una parola su due.
Hrut scoppierà a ridere, senza sospettare nulla, e ti farà osservare che la formula che tu hai recitato era quasi tutta sbagliata. Tu ti scuserai dicendo che i tuoi compagni ti hanno distratto e lo pregherai di recitare un’altra volta la formula perché tu possa sentirla bene e recitarla correttamente. Hrut accetterà la richiesta e ripeterà la citazione. Subito dopo tu la ripeterai anche tu, questa volta correttamente, e domanderai a Hrut se la formula è giusta. Ti risponderà che è impeccabile. Allora tu dichiarerai, a bassa voce, in modo che lui non ti senta, ma che ti sentano bene i tuoi compagni, seduti accanto a te: “ Io compio questa citazione nella causa che mi è stata affidata da Unn, figlia di Mord”.
Dopo che tutti si saranno addormentati, vi alzerete con precauzione, uscirete dalla casa e , recandovi nel prato, sellerete i cavalli bene in forze che avrete portato con voi, lasciando sul posto gli altri. Cavalcate su per le lande e state nascosti lì tre giorni, finché continueranno a cercarvi. Poi cavalcherete verso sud, movendovi di notte e stando nascosti di giorno. Poi ci recheremo tutti e due all’assemblea e porteremo avanti la causa.
Gunnar lo ringraziò e tornò direttamente a casa.
Note
1) Il piano congegnato da Njal è particolarmente astuto.
Innanzitutto egli consiglia a Gunnar di vestirsi in modo rozzo come un venditore ambulante e di indossare un mantello con il cappuccio per nascondere la testa e non farsi riconoscere. In effetti, come risulta dalla descrizione datane al capitolo 19, Gunnar era di aspetto particolarmente attraente. La bellezza del viso e gli abiti eleganti avrebbero quindi potuto farlo riconoscere o, quanto meno, indicarlo come un notabile importante, impedendogli di recitare la commedia con cui intendeva ingannare Hrut. Ad ogni buon conto, Njal gli consiglia di portare con sé un’arma
(una piccola ascia) per poter affrontare tutti gli imprevisti.
Poi lo invita a prendere per sé e per ciascuno dei suoi compagni due cavalli (uno bene in forze ed uno meno robusto). Si darà così l’impressione che il gruppetto possa muoversi solo lentamente, mentre, invece, in caso di inseguimento, i tre potranno abbandonare i cavalli deboli e mettersi rapidamente in salvo cavalcando i cavalli più vigorosi.
Il viaggio per Hrutstad dovrà durare piuttosto a lungo e comprendere una serie di tappe di avvicinamento ( il Hvitá o Fiume Bianco, il fiordo di Borg, la Norduradal, il fiordo di Hrut a nord, la Valle dei salmoni, Hoskuldstad), durante le quali Gunnar dovrà apparire come una persona imprevedibile e balzana. Il suo personaggio fittizio
(Kaupa-Hedinn) acquisterà così la fama di un povero di spirito, dal quale non ci si possono aspettare inganni ed intrighi.
L’arrivo a Hrutstad dovrà sembrare puramente fortuito. Così Gunnar non si recherà a Hrutstad, ma, dopo essersi fermato in una fattoria vicina, creerà ad arte una lite con il proprietario della fattoria, i cui familiari solleciteranno l’intervento di Hrut, il notabile locale, per riportare l’ordine.
Una volta entrato in casa di Hrut, Gunnar dovrà continuare a recitare la parte dello sprovveduto, intavolando con Hrut una conversazione sconnessa, nella quale darà giudizi sconclusionati su tutti i maggiori notabili islandesi. Hrut si divertirà e si convincerà di avere di fronte a sé una persona incapace di nuocere.
Gunnar dovrà dire di essere originario dello Eyjafjord o Fiordo delle isole, un fiordo situato sulla costa settentrionale dell’Islanda a grande distanza dalla Valle dei salmoni. Vista la scarsità di comunicazioni tra le due regioni, sarà quindi difficile trovare qualcuno che sappia che nel Fiordo delle isole non esiste alcun commerciante ambulante di nome Hedinn.
Si veda in proposito il cap. 7 della Laxdaela Saga, in cui si racconta che al matrimonio di Olaf feilan non parteciparono, sebbene invitati, i notabili del Fiordo delle isole a causa della grande distanza dalla Valle dei salmoni.
Infine, Njal dà a Gunnar un ultimo consiglio per allontanarsi da Hrustad sfuggendo ad eventuali inseguitori.
Lo stratagemma è simile a quello consigliato da Mord alla figlia Unn in occasione della sua fuga da Hrutstad.
Gli inseguitori, scoperta l’identità di Gunnar, penseranno ovviamente che egli sia fuggito verso il sud in direzione di casa sua. Egli dovrà invece nascondersi per tre giorni nella Laxardalheith, a nord-est della Valle dei salmoni. Quando Hrut e i suoi avranno abbandonato le ricerche, potrà avviarsi verso sud, prendendo tutte le precauzioni necessarie e viaggiando solo di notte.
2) Kaupa-Hedinn = Hedinn, il venditore ambulante. Considerate le condizioni primitive della società islandese dell’epoca, si può bene immaginare già nel X° secolo la presenza di venditori ambulanti, che giravano per le fattorie, vendendo oggetti di prima necessità (coltelli, accette, attrezzi agricoli, fibbie, tessuti, abiti, piccoli gioielli,
pelli, etc.).
L’esistenza di venditori ambulanti si può dedurre anche da altre saghe. Ad es., nel capitolo 37, della Laxdaela Saga, Thorleik, rifiutandosi di vendere i suoi cavalli ad Eldgrim, dichiara: “ Engi er eg mangsmadur” (“non sono un venditore ambulante”).
Il termine “mangmadur” richiama l’inglese “monger” (venditore al dettaglio), che deriva dall’antico inglese “mangere”, tratto dalla parola “ mangian”= “commercio”.
4) “Lagamadur” e “malafulgju”. Il primo termine si riferisce alla conoscenza del diritto.
Il secondo indica piuttosto l’esperienza in materia procedurale, cioè l’abilità nel condurre un processo.
5)“Oaedra bekk” era il banco di fronte a quello in cui sedeva il padrone di casa.La distanza fra i due banchi permette a Gunnar di pronunciare la formula di citazione facendosi sentire dai compagni seduti accanto a lui, ma non da Hrut.
Capitolo 23
Gunnar montò a cavallo e partì di notte da casa sua, accompagnato da due uomini. Cavalcarono finché giunsero a Blaskogaheith, dove incontrarono dei viaggiatori che chiesero loro chi fosse quell’uomo alto e forte che andava in giro col volto quasi nascosto. I suoi compagni risposero che era Hedinn il robusto, il venditore ambulante.
Gli altri osservarono: “Con uno così in testa, quelli che seguono dovranno faticare per fare una peggiore figura”.
Hedinn si mise a gesticolare come se volesse saltar loro addosso, ma non fece nulla ed i due gruppi proseguirono ciascuno per la loro strada.
Gunnar seguì scrupolosamente il piano che era stato progettato e, dopo aver pernottato nella fattoria di Höskuld, risalì la valle finché giunse alla fattoria più vicina a quella di Hrut, dove tirò fuori la sua mercanzia e vendette tre fibbie di metallo.Il contadino si accorse che gli oggetti erano difettosi e si lamentò di essere stato truffato.
Hedinn gli si gettò addosso. La cosa fu riferita a Hrut, che lo mandò immediatamente a chiamare. Egli si recò subito da Hrut, che lo accolse amichevolmente. Hrut lo fece sedere di fronte a sé e la conversazione si svolse proprio come Njal aveva previsto. Hrut gli spiegò come si doveva intentare un’azione e recitò la formula della citazione.
Hedinn ripetè la formula, ma la recitò in modo scorretto. Hrut si mise a ridere e non ebbe nessun sospetto. Allora Hedinn pregò Hrut di recitare ancora una volta la formula. Hrut lo fece di buon grado. Hedinn recitò a sua volta di nuovo la formula della citazione, ma questa volta correttamente, e poi, facendosi sentire solo dai suoi compagni, dichiarò che effettuava tale citazione per conto di Unn, figlia di Mord.
Poi, giunta la notte, andò a dormire come gli altri.
Mentre Hrut dormiva, Gunnar ed i suoi compagni si rivestirono ed uscirono. Dovettero riprendersi da soli le loro selle e le loro armi, che erano state depositate in un capanno fuori casa, poi, montati a cavallo, attraversarono il fiume e risalirono la Valle dei salmoni dal lato di Hjardarholt finché giunsero alle montagne, dove si nascosero e dove nessuno avrebbe potuto trovarli se non per puro caso. Nessuno si accorse della loro partenza.
In quelle stesse ore a Höskuldstad, Höskuld si svegliò in piena notte e chiamò a sé tutta la gente di casa.
“Voglio raccontarvi che cosa ho sognato” disse “ Mi sembrava di veder uscire da casa mia un orso così grosso come non ne avevo mai visto uno, accompagnato da due orsacchiotti che gli erano affezionati. Si dirigeva verso la fattoria di Hrut e,giunto là, entrò in casa. A questo punto, mi svegliai. Vorrei domandarvi se avete notato qualcosa di particolare in quell’uomo robusto che è stato nostro ospite ieri notte”.
Uno dei garzoni gli rispose: “Ho visto spuntare dalla manica del suo abito un ricamo dorato ed un bordo di tessuto rosso ed ho notato che portava al polso destro un braccialetto d’oro”.
Höskuld osservò allora: “ L’orso che ho visto non può essere altro se non lo spirito che accompagna Gunnar di Hlitharend. Ora mi è tutto chiaro e credo che dovremmo correre subito da Hrut”.
Uscirono tutti e si recarono a Hrutstad. Bussarono alla porta ed un uomo venne ad aprire. Entrarono e trovarono Hrut che era ancora coricato nel suo cubicolo e che domandò loro perché fossero venuti.
Höskuld gli spiegò la ragione della visita e gli domandò se aveva avuto ospiti.
Hrut rispose: “ Sì, è mio ospite Hedinn, il venditore ambulante”.
Höskuld rispose: “Doveva essere qualcuno dalla schiena più larga perché, a mio avviso, si trattava di Gunnar di Hlitharend”.
“In questo caso mi ha ben preso per i fondelli “ esclamò Hrut.
“Che cosa è successo?” domandò Hoskuld.
“Gli ho spiegato come doveva fare per intentare un’azione di ripetizione dei beni di Unn ed ho recitato io stesso la citazione nei miei confronti e poi lui l’ha ripetuta. Egli la userà come primo atto della causa che intende promuovere contro di me e la citazione sarà ritenuta valida”.
“E’ stato molto astuto” osservò Hoskuld” ma non credo che Gunnar avrebbe saputo congegnare da solo un simile stratagemma.Deve averlo ideato Njal, che nessuno è in grado di superare per ingegnosità”.
Si misero allora a cercare Hedinn, ma era sparito. Raccolsero gente e cercarono i fuggitivi per tre giorni e tre notti, ma non riuscirono a trovarli.
Dalle montagne che chiudevano la Valle dei Salmoni, Gunnar si diresse prima a sud verso la Haukadal e da questa piegò verso nord in direzione di Holtavördursheith e non si fermò più finché non fu giunto a casa. Poi si recò da Njal e lo informò che il suo piano aveva funzionato perfettamente.
Note
1) Bláskogaheith era una landa che si situava a nord dei Thingvellir. Qui Gunnar comincia a mettere in azione il suo piano.
2) Gunnar ed i suoi si dirigono verso nord, attraversando il Fiume dei salmoni, poi risalgono la Laxardal, dal lato di Hjardarholt, sede di Olaf il pavone, fino a giungere alla fine della vallata dove si nascondono fra le montagne che chiudono la vallata e la Haukadal. Trattandosi di zona inabitata e non percorsa da strade, la probabilità di essere scoperti è minima.
3) Le selle e le armi degli ospiti erano state depositate in un capanno fuori casa. Le leggi dell’ospitalità non escludevano infatti il rispetto di regole elementari di prudenza,specialmente quando gli ospiti erano persone sconosciute.
4) Lo spirito tutelare di Gunnar è un orso. Ciò sembra essere un residuo di credenze totemiche che potevano essere state largamente praticate in epoche anteriori.
5) “Lauk upp hurthinni”= tolse il chiavistello. C’è qui apparentemente una contraddizione, perché se Gunnar e i suoi hanno aperto la porta, non possono più averla richiusa con il chiavistello dall’esterno. Si può però pensare che Gunnar sia uscito dalla porticina secondaria, mentre Höskuld e i suoi bussano alla porta principale di casa.
6) “Lokkrekkja” = cubicolo. C’erano probabilmente nelle case, accanto alla sala, almeno per il padrone e la padrona di casa e le persone più importanti piccole stanzette che garantivano una certa intimità. Si deve invece pensare che i domestici dormissero insieme nella sala o addirittura nelle stalle.
L’esistenza di stanze più o meno grandi risulta da parecchi passi delle saghe.
Nel capitolo 3 della saga di Njal si racconta, ad es., che la regina Gunnhild possedeva una residenza in muratura, costituita almeno da una sala decorata con tappezzerie ed da una stanza al piano superiore (“loft”).
Nella Laxdaela Saga al capitolo 35 si ricorda che Thord, quando fu ferito dalla sua ex moglie Aud, dormiva in un cubicolo con una porta che si poteva chiudere a chiave, mentre al capitolo 46 viene menzionato un analogo cubicolo con riferimento a Kjartan.
7) Dopo tre giorni fra le montagne della Laxardal, Gunnar ed i suoi scendono verso sud, ma per non correre rischi, giunti alla Haukadal, non prendono la via normale che conduce verso sud attraverso un passo di montagna, ma deviano verso est fino alla brughiera di Holtavarda e scendono di qui, utilizzando un percorso molto più ad est di quello abituale.
Capitolo 24
Gunnar montò a cavallo e si recò all’assemblea annuale. Anche Hrut e Höskuld si recarono all’assemblea con un folto seguito. Gunnar portò la causa dinanzi all’assemblea e citò i proprii vicini come testimoni. Hrut e Höskuld volevano farlo tacere con la forza ma non osarono attaccarlo.
Poi Gunnar portò la causa dinanzi al tribunale competente per il Brejdafjord e citò Hrut a comparire per ascoltare il suo giuramento, la presentazione dei fatti della causa e l’escussione dei testimoni. Dopo aver prestato giuramento ed esposto i fatti della causa, fece chiamare i testimoni per provare che la citazione era stata validamente notificata e che egli agiva su mandato di Unn.
Njal non era presente in quel momento dinanzi alla Corte.
Toccava ora al convenuto, dopo che Gunnar aveva esposto le sue pretese, avanzare le proprie difese. Hrut chiamò dei testimoni per provare che la citazione non era valida in quanto Gunnar non sarebbe stato in grado di dimostrare, mediante testimoni, che erano state effettuate le tre notifiche necessarie per agire in giudizio: la prima in casa del convenuto, la seconda all’ingresso principale della casa e la terza presso la Roccia della Legge in occasione dell’assemblea.
Njal, che nel frattempo era giunto in tribunale, si offrì di far riconoscere la validità della citazione e la fondatezza delle pretese di Gunnar, se questi lo desiderava, ma Gunnar gli disse: “ Non ce n`è bisogno. Offrirò a Hrut la stessa alternativa che egli offrì un tempo al mio parente Mord” e proseguì ad alta voce: “ I fratelli Hrut e Höskuld sono così vicini da poter sentire le mie parole?”.
“Ti sentiamo bene” rispose Hrut “Che cosa vuoi?”.
Gunnar disse allora:”Chiamo coloro che ci ascoltano a testimoni che io ti sfido ad un duello giudiziario, oggi stesso, sull’isoletta che si trova in mezzo al fiume Oxará”: Se non accetterai la sfida, dovrai versarmi oggi stesso tutta la somma controversa”.
Detto questo, Gunnar si allontanò dal tribunale con tutti i suoi sostenitori.
Anche Hrut e Höskuld ritornarono alle loro tende e da quel momento nessuna delle due parti si occupò più del procedimento.
Appena ritornato nella sua tenda, Hrut osservò: “ Non mi è mai successo di essere sfidato a duello da qualcuno e di essermi sottratto al combattimento”.
“Vedo che stai pensando di accettare la sfida” intervenne Höskuld “ ma non lo farai, se io ho qualche influenza su di te, perché, se combatterai con Gunnar, andrai incontro alla sorte che avrebbe avuto Mord se avesse accettato di duellare con te. Piuttosto dobbiamo metterci insieme e trovare la somma da pagare a Gunnar”.
I due fratelli chiesero allora ai loro amici quale contributo potessero offrire. Gli amici risposero che erano disposti a versare tutto ciò di cui Hrut avesse bisogno.
“Andiamo alla tenda di Gunnar” propose Höskuld” e paghiamogli quanto dobbiamo”.
Andarono alla tenda di Gunnar e lo chiamarono fuori. Egli si fece sulla soglia con alcuni dei suoi uomini.
Höskuld gli disse: “Eccoti i soldi”.
Gunnar gli rispose: “Dammeli. Sono pronto a prenderli”.
Così pagarono immediatamente tutta la somma dovuta.
Höskuld aggiunse: “ Possa tu godere di questa somma così come l’hai guadagnata”
“La godremo senza problemi “ replicò Gunnar “ perché le nostre pretese erano ben fondate”.
Hrut allora gli disse: “Sarai certamente ben ripagato per ciò che hai fatto”.
“Ciò che deve succedere succederà” concluse Gunnar.
Höskuld e suo fratello ritornarono alla loro tenda. Höskuld era molto irritato e disse a Hrut: “Non ci sarà mai nessuno che farà pagare a Gunnar questa prepotenza?”.
“Ci sarà certamente” gli rispose Hrut” ma la vendetta non sarà opera nostra e non potremo vantarcene noi due. Sarà comunque qualcuno della nostra famiglia, perché sento che Gunnar finirà per imparentarsi con noi”.
Così ebbe termine la conversazione.
Gunnar mostrò il denaro recuperato a Njal, il quale osservò che tutto era andato molto bene.
“E stato tutto merito tuo” gli rispose Gunnar.
Ritornarono quindi tutti a casa dall’assemblea e Gunnar aveva guadagnato molto prestigio per il modo in cui aveva condotto l’azione nei confronti di Hrut.
Egli consegnò tutto il denaro a Unn, senza trattenerne per sé nemmeno una piccola parte, ma le disse che ora poteva attendersi da lei e dai suoi parenti maggiore riconoscenza di quella che essi potevano mostrare nei confronti degli altri. Unn riconobbe che ciò era vero.
Note
1)“Hann kvaddi búa til máls”: “chiamò i vicini a testimoni”. Gunnar si era fatto accompagnare a Hrutstad da due uomini che avevano ascoltato la citazione da lui fatta a Hrut. E’ probabile che questi testimoni che ora egli fa escutere per provare l’avvenuta citazione fossero i suoi vicini.
2) “Sídan gekk Gunnar ad Breidhfirdhingardomi“ = „Gunnar si presentò in seguito dinanzi al tribunale competente per il Breidhafjörd”.
Una volta accertata dinanzi all’assemblea la regolarità della citazione, la causa doveva essere promossa dinanzi ad uno dei tribunali regionali e, per applicazione del principio “actor sequitur forum rei”, questo tribunale doveva essere quello della regione in cui Hrut aveva il suo domicilio.
Poiché i tribunali regionali furono istituiti nel 965 d. C., gli avvenimenti raccontati devono essere posteriori a tale data.
3) “baudh Hrúti” = “citò Hrut”. Determinato il tribunale competente, l’attore doveva invitare il convenuto a comparire dinanzi ad esso.
4)“ Vann hann eidh og sagdi fram sök“ = giurò ed espose la causa. I primi atti compiuti dall’attore sono il giuramento, richiesto per garantire serietà all’azione, e l’esposizione del petitum.
5)“Stefnuvaetti dhá sakartökvaetti”: testimoni della citazione e dell’assunzione della causa.
I testimoni della citazione erano necessari perché il tribunale non poteva conoscere della causa se il convenuto non era stato validamente citato.
Quanto ai testimoni dell’assunzione della causa, si può pensare che Gunnar dovesse provare mediante testimoni che Unn l’aveva incaricato di agire per tutelare i suoi interessi.
6) La difesa di Hrút cerca di far valere l’invalidità della citazione provando, mediante testimoni, che essa non è stata fatta tre volte ( presso il letto, di fronte alla porta di casa e sulla Roccia della Legge).
Sembra tuttavia esserci qui una confusione con la procedura da seguire per una causa di divorzio (v.il divorzio di Unn da Hrút). Se una citazione presso il letto del marito può apparire normale per una donna che desidera il divorzio, si immagina male un estraneo che si introduca nella stanza da letto di un altro per notificargli una citazione.
Che si tratti di un cavillo è dimostrato dal successivo intervento di Njal, che non ne tiene conto e dichiara a Gunnar che, se questi lo desidera, egli troverà il modo di proseguire la causa.
7) L’Öxará (Fiume dei buoi) è un fiume che attraversa i Thingsvellir, cioè la pianura in cui si riuniva l’Althing e che formava alcune isolette, su cui di regola si svolgevano i duelli. Nella tradizione vichinga i duelli si svolgevano abitualmente su di un’isoletta o uno scoglio e proprio per questo erano detti “hólmgang” (andata all’isola).
8)“Heyra megum vid”: “possiamo sentirti”. L’assemblea si svolgeva su un costone roccioso, l’Allmannagjá ( costone dove si raccolgono tutti gli uomini), in cui le condizioni acustiche erano particolarmente buone e gli oratori, la cui voce era amplificata dalle pareti rocciose circostanti, potevano essere sentiti da tutti senza difficoltà.
9)”Budar” = Tende, baracche, padiglioni. Le dimore provvisorie dei partecipanti all’assemblea avevano per base muretti di pietra, alcuni delle quali si sono conservati fino ai nostri giorni, sui quali venivano poi issate le tende.
10)“Og menn med honum”: Gunnar, prudente, esce dalla tenda accompagnato da alcuni armati.
11) “Hefnast mun honum víst”: “subirà certamente la vendetta”. Hrut mostra qui di avere doti profetiche, giacché sembra già prevedere che Gunnar si imparenterà con la loro famiglia, come in effetti accadrà in seguito, e che ciò non gli porterà fortuna.
Capitolo 25
A Hof sul Rangá abitava un uomo chiamato Valgard, figlio di Jorund il godhi, figlio di Hrafn il pazzo, figlio di Valgard, figlio di Aevar, figlio di Vemund l’eloquente, figlio di Thorolf dal naso ricurvo, figlio di Thrand il vecchio, figlio di Harald Hildetand, il cui padre fu Hraerek, il donatore di braccialetti.
Harald Hildetand era nato da Aud, figlia di Ivar Vidfame, figlio di Halfdan il veloce.
Valgard aveva per fratello Ulf Aurgodhi, da cui è nata la famiglia degli Oddaverjar.
Ulf fu, a sua volta, padre di Svart, padre di Lomund, padre di Sigfuss, padre di Saemund frodi, mentre ,tra i discendenti di Valgard, possiamo annoverare Kolbein il giovane.
I due fratelli, Ulf Aurgodhi e Valgard il grigio, si recarono insieme a chiedere la mano di Unn per Valgard. Unn accettò, senza chiedere consiglio a nessuno dei suoi parenti, cosa che fu disapprovata da Gunnar, da Njal e da molti altri, perché Valgard era maligno e poco socievole. Dalla loro unione nacque Mord, di cui parleremo a lungo in questa storia. Quando Mord divenne adulto si comportò male nei confronti dei suoi parenti ed in particolare nei confronti di Gunnar. Era di carattere astuto e pronto a fornire cattivi consigli.
Dobbiamo ora parlare dei figli di Njal. Il primogenito Skarpheddin era un uomo robusto e di alta statura, esperto nell’uso delle armi, abile nel nuoto come una foca, veloce nella corsa, rapido nelle decisioni e sicuro di sé, capace di parlare a proposito, ma pronto a replicare, anche se di solito sapeva mantenere la calma. I suoi capelli erano ricci e di colore rossiccio; aveva begli occhi, un volto chiaro e dai tratti marcati, ma il naso era curvo, i denti superiori sporgenti e la bocca un po’deformata. Ciononostante, aveva un aspetto molto virile.
Il secondogenito di Njal si chiamava Grim. Era nero di capelli e più gradevole d’aspetto che Skarpheddin. Era anche lui alto e robusto.
Il terzogenito si chiamava Helgi. Era di bell’aspetto ed aveva una bella capigliatura.
Era un uomo robusto ed esperto nell’uso delle armi, ma saggio ed equilibrato
Tutti questi figli di Njal erano ancora celibi.
Njal aveva inoltre un quarto figlio, illegittimo, di nome Höskuld, che aveva avuto da Hrodna, figlia di Höskuld e sorella di Ingjald di Keld.
In seguito Njal domandò a Skarpheddin se intendesse prendere moglie. Skarpheddin lo pregò di fare ciò che ritenesse opportuno. Njal chiese allora per il figlio la mano di Thorhild, figlia di Hrafn di Thorolfsfell, e venne così in possesso di una seconda fattoria nella zona, ma, Skarpheddin portò la moglie in famiglia, anziché stabilirsi in tale fattoria. Per suo figlio Grim, Njal chiese in moglie Astrid di Djuparbakk, che era ricca e vedova. Anche Grim portò la moglie a casa dei genitori.
Note
1) Valgard il grigio, figlio di Jörund godhi è menzionato nella Landnama (346) e nel cap. 23 della Egils Saga, in cui si ricorda che sua madre era Thorlaug, figlia di Hrafn Haengsson, che fu il primo giureconsulto dell’Althing. Haeng fu uno dei primi colonizzatori dell’Islanda in cui sbarcò, sempre secondo la Egils saga, cinque anni dopo lo sbarco di Ingólf e Hjörleif, cioè nell’877 d.C. Egli prese terra a sud tra i fiumi Thjorsá e Markarfljót e costruì una fattoria a Hof.
2) Jörund godhi fu anche lui uno di primi colonizzatori ed aveva preso terra nell’estuario del Markarfljót o Markarsfíótsaurum.
3) La genealogia di Valgard, quale è fornita dall’autore della saga, rimonta attraverso una decina di generazioni ad una serie di mitici re di Svezia e di Danimarca, che sarebbero vissuti tra il 600 ed il 700 d.C. Ci si può domandare come fosse possibile che una stirpe reale, che doveva necessariamente contare su un gran numero di seguaci e su grandi ricchezze, si riducesse nel giro di qualche generazione a fornire emigranti per una terra povera e lontana come l’Islanda. Non bisogna però dimenticare che la leggenda tendeva ad ingigantire le gesta e la potenza di piccoli capi locali e che, quando Harald dalla bella capigliatura riuscì a conquistare una parte notevole della Norvegia, a molti reucci non rimase altra scelta che la sottomissione totale o l’esilio.
L’emigrazione in Islanda fu d’altronde un’emigrazione prevalentemente aristocratica.
Basti ricordare al riguardo Ketill, il progenitore dei protagonisti della Laxdaela Saga, che governava la valle di Raum; Kveld-Ulf, il nonno di Egil lo scaldo, menzionato nella Egils Saga e Thord l’impetuoso, il cui fratello era uno “hersir”.
4) La geneaologia di Valgard può essere fatta risalire, attraverso quindici generazioni, ( Jörund, Hrafn, Valgard, Aevar, Vemund, Thorolf, Thrand, Harald Hildetand, Aud la saggia, Ivar Vidfadme, Halfdan, Harald il vecchio, Valdar, Hrodgar, re dei Danesi) agli inizi del VI° secolo d.C. al semi-mitico Hrodgar, re dei Danesi, menzionato nella famosa storia di Beowulf.
Poiché nel Beowulf si racconta che l’eroe, dopo essere vissuto in esilio presso Hrodgar, ritornò nel suo paese d’origine, alla corte di Hygelac, re dei Goti, se ne può desumere che Hrodgar e Hygelac regnarono più o meno nello stesso periodo.
Ora, noi sappiamo, grazie alla Historia Francorum di Gregorio di Tours che un re danese di nome Choichilactus fu ucciso dai Franchi nel 516 d. C. durante una sua scorreria in Frisia. Possiamo quindi datare il regno di Hrodgar nella prima metà del VI° secolo d. C:
Ponendo la nascita di Valdar, figlio di Hrodgar, alla data presunta del 530 d.C. e calcolando 30 anni per ogni generazione (20 per la generazione di una donna), avremmo circa il 650 d. C. come data di nascita di Aud la saggia e circa il 670 d. C. come data di nascita di Harald Hildetand.
Proseguendo con lo stesso criterio potremmo porre la nascita di Jörund godhi intorno 910 d. C., ciò che consentirebbe di porre la nascita di suo figlio figlio Valgard intorno al 935 e di attribuirgli una trentina d’anni intorno al 965 d.C.
5) Vemund l’eloquente è citato con suo padre Thorolf dal naso aquilino nella Landnama che però accorcia l’albero genealogico della famiglia saltando subito a Hraerek il generoso e lasciando quindi un vuoto di circa una sessantina d’anni.
6) Thrand il vecchio è citato come figlio di Harald Hildetand anche nella Sögubrot of nokkum fornkonungum (Racconto relativo a taluni antichi re), opera islandese frammentaria che descrive le figure di alcuni re mitici o semi-mitici dell’epoca previchinga.
7) Harald Hildetand è presentato dalle saghe come figlio di Hraerek il generoso, re di Sjaelland, e di Aud la saggia, figlia di Ivar Vidfamne, re degli Svear. Si racconta che visse fino a 150 anni e che fu ucciso, nella battaglia di Bravalla, da Sigurd Ring, padre di Ragnar Lodbrok, che secondo alcune fonti visse nella seconda metà dell’VIII°.
L’età leggendaria che gli è attribuita fa pensare che sia vissuto molto a lungo, raggiungendo forse gli 80-90 anni, che, per quell’epoca, in cui la durata media della vita non superava i 40-45 anni, era un età mitica.
Si potrebbe perciò accettare l’idea che sia nato intorno alla fine del VII° secolo d.C. e che sia morto verso la fine dell’VIII° secolo d.C.
8) Hraerek il generoso (letteralmente: il distributore di braccialetti) fu re di Sjaelland e sposò Aud la saggia, figlia di Ivar Vidfame, da cui fu ucciso. Poiché Ivar Vidfame regnò tra il 655 ed il 695 d. C. circa, si deve ritenere che Hraerek sia vissuto nella seconda metà del VII° secolo.
9) Aud la saggia, dopo essersi opposta al padre Ivar Vidfamne, re degli Svear, che aveva attaccato ed ucciso Hraerek re dei Danesi, suo genero e marito di Aud, si rifugiò con il figlio Harald nel Gardarik, l’attuale Russia, di cui sposò il re Radgard.
10) Ivar Vidfamne, re degli Svear, riuscì secondo le saghe a dominare tutta la Scandinavia, parte della Russia e parte dell’Inghilterra. A causa della sua crudeltà, molti sudditi fuggirono dalla Svezia nelle regioni boscose poste ad occidente, dando origine alla Norvegia.
11) Halfdan il valente, discendente di Hrodgar, re dei Danesi, regnò nella prima metà del VII° secolo d.C.
12) Ulf il godhi, fratello di Valgard il grigio, dà origine alla famiglia degli Oddaverjar, così chiamata perché stabilita nella località di Oddi sul Rangá e divenuta importante nel 12° e nel 13° secolo. Il più famoso esponente di questa famiglia fu il dotto Saemund frodi, trisnipote di Ulf, morto nel 1133 d.C.
13) Kolbein il giovane, discendente di Valgard, capo della famiglia degli Asbirning nello Skagafjörd, morì nel 1245. Dalla sua menzione nella saga di Njal, si deduce che quest’opera non fu composta prima del XIII° secolo.
14) Ulf, fratello di Valgard, è detto “aurgodi” perché era un notabile nella zona dell’estuario (“aur”) del Markarfljót.
15) “án radi allra fraenda sinna” ( senza il consiglio di nessuno dei suoi parenti).
Unn, essendo maggiorenne e senza più nessun uomo in famiglia, era evidentemente libera di decidere come meglio credeva, ma l’autore della saga sottolinea che avrebbe comunque fatto meglio a richiedere il consiglio di uomini avveduti, anche se parenti più o meno lontani.
16) Il figlio di Unn, chiamato Mord come il nonno, svolgerà poi una parte importante nel seguito della storia. Questo personaggio è menzionato anche nella Landnama Saga (S346).
17) Le caratteristiche fisiche dei figli di Njal ( i capelli ricci di Skarpheddin, i capelli neri di Grim) lasciano pensare ad un’eredità genetica non puramente scandinava. Se si pensa che il nome Njal, come s`è già detto, ricorda l’irlandese Njall (da cui il moderno Neil) si può immaginare che nella famiglia di Njal fossero presenti apporti genetici irlandesi, cosa che appare possibile visti i frequenti rapporti (pacifici o meno) tra i Vichinghi e gli Irlandesi. Cfr., in questo senso, la storia, narrata nella Laxdaela Saga, di Melkorka, la figlia del re d’Irlanda, Mirkjartan, che, dopo essere stata rapita dai Vichinghi, diventa la concubina di Höskuld e partorisce Olaf, il quale darà al suo primogenito il nome di Kjartan in onore del proprio nonno materno.
18) Njal si dimostra assai abile anche nell’organizzare i matrimoni dei figli Skarpheddin e Grim, scegliendo in entrambi i casi donne che dispongono di un ricco patrimonio. Infatti la moglie di Skarpheddin è proprietaria di una fattoria, che entra così in possesso della famiglia, mentre della moglie di Grim si dice che era vedova e molto ricca (“ekkja og audhig mjög).
19) Thorolfsfell (“la roccia di Thorolf”) si trova nella regione del Fljóthlidh, un po’ ad est di Hlidharendi, la fattoria di Gunnar, mentre Djuparbakki (“il ruscello delle gole”) si trova ad oltre un centinaio di chilometri dalla fattoria di Njal, in direzione est, tra Skogahverfi e Lópmagnúpsandur.
Capitolo. 26
Asgrim era figlio di Ellida-Grim, figlio di Asgrim, figlio di Öndott il corvo. Sua madre fu Jorunn, figlia di Teit, figlio di Ketilbjörn il vecchio, di Mosfell. La nonna materna di Jorunn fu Helga, figlia di Thord il barbuto, figlio di Hrapp, figlio di Björn buna. La madre di Jorunn fu Ólöf, figlia del nobile Bodvär, figlio di Kari il Vikingo.
Aveva un fratello chiamato Sigfus. Da sua figlia Thorgerd nacque Sigfus, padre di Saemund l’erudito.
Gauk Trandilsson, che fu un uomo eccellente e coraggioso, era cresciuto insieme ad Asgrim, ma poi i due vennero in lite ed Asgrim uccise Gauk.
Asgrim ebbe due figli che chiamò entrambi Thorhall e che furono ragazzi pieni di promesse. Un altro figlio di Asgrim fu chiamato Grim ed una figlia Thorhalla. Quest’ultima fu una donna molto bella, ben educata e capace.
Parlando con suo figlio Helgi, Njal gli disse: “Se tu sei disposto a darmi ascolto, figlio mio, ho pensato ad una moglie per te”.
“Certo che sono disposto a darti ascolto, padre” rispose Helgi” perché so che tu sei saggio e bene intenzionato. Chi hai scelta per me?”
“Chiederemo la mano della figlia di Asgrim Ellida-Grimson “ disse Njal” perché è il miglior partito disponibile”.
Note
1) Asgrim Ellida-Grimsson è menzionato nella Saga di Gretti, nella Floamanna Saga ed in altre saghe.
2) Dall’albero genealogico fornito nel capitolo 26 risulta che fra gli antenati materni di Asgrim figurava anche Björn buna, il padre di Ketil nasopiatto, menzionato nella Laxdaela Saga.
3) Il titolo di “hersir” veniva dato in Norvegia al capo di un distretto “herad”, che era sottoposto ad uno “jarl” (“conte”), il quale a sua volta era sottoposto al “konung” (re), che era sovrano nel suo territorio. L’evoluzione storica ci mostra però che, originariamente, ogni fiordo aveva il suo “konung” e che fu soltanto in seguito alle campagne di annessione condotte da un sovrano più audace o più fortunato che gli altri reucci dovettero rinunciare alla sovranità ed amministrare per conto del re, con il titolo di “jarl”, le terre su cui prima aveva esercitato un potere illimitato.
4) Saemund l’erudito, figlio di Sigfus, visse verso la metà dell`11° secolo d.C. (1056-1133 d.C.). Fu prete e si dice che studiasse a Parigi alla scuola dei monaci (“svarti skola”). Gli si attribuisce – senza alcun concreto riscontro- la raccolta di antichi poemi in norreno nota come l’Edda Poetica.
5) Si sa che esisteva una saga relativa alle vicende di Gauk Trandilsson perché nel Mödruvallabók, al manoscritto 11 delle saghe degli islandesi, che viene attribuito alla metà del 14° secolo, alla fine della saga di Njal sta scritto: “Fate copiare qui la saga di Gauk Trandilsson. Mi è stato detto che Grim è in possesso di un esemplare”. Ciò non fu fatto e la saga è andata perduta. Gauk è menzionato in un’iscrizione runica delle isole Orkney, in cui si dice che l’iscrizione stessa è stata incisa con la sua ascia. Il nome di luogo Gaukshöfd, nella valle del Thjorsá è stato collegato a Gauk dalla tradizione orale, secondo cui proprio lì egli sarebbe stato ucciso da Asgrim per il fatto che si sarebbe opposto alla relazione di Asgrim con una sua parente che abitava a Steinastad.Secondo la tradizione orale: “Gauk abitava un tempo a Stang, ma non rimase a lungo a Steinastad”.
6) Il fatto che due figli di Asgrim portassero lo stesso nome ha un po’stupito gli studiosi.
E` tuttavia possibile, se si considera l’alta mortalità infantile dell’epoca, che due figli di Asgrim siano stati chiamati con lo stesso nome in periodi diversi, cioè che il secondo Thorhall sia nato dopo la morte del primo e sia stato chiamato così in ricordo del primo. Una seconda possibilità è che i ragazzi fossero gemelli. Casi in cui i gemelli erano considerati come una stessa persona e recavano lo stesso nome si ritrovano anche in altre saghe: ad es. nella Laxdaela Saga sono menzionati due fratelli, servitori di Olaf, che erano chiamati rispettivamente An il bianco e An il nero.
7) L’aggettivo “kurteisust” (“cortesissima”) applicato a Thoralla, figlia di Asgrim, mostra che al redazione della saga rimonta ad un’epoca abbastanza tarda quando la cultura cortese era ormai giunta anche in Islanda.
Capitolo 27
Poco tempo dopo i due si mossero per presentare la domanda di matrimonio. Cavalcarono verso est guadando il Thjorsá ed andarono avanti finché giunsero a Tunga. Asgrim, che era in casa, li accolse amichevolmente e li invitò a pernottare presso di lui. Quando si fece giorno spiegarono perché erano venuti e Njal chiese la mano di Thoralla per suo figlio Helgi. Asgrim accolse favorevolmente la proposta e disse che non v’era nessun altro a cui gli avrebbe fatto ugualmente piacere di dare sua figlia in moglie. Poi parlarono del contratto di matrimonio ed alla fine Asgrim fidanzò sua figlia ad Helgi e concordò con Njal la data delle nozze.
Gunnar e molti altri notabili assistettero alle nozze.
Dopo la cerimonia, Njal si offrì di occuparsi dell’educazione di Thorhall Asgrimsson, il quale andò dunque a vivere in casa di Njal, dove rimase tanto a lungo che alla fine amava Njal più del proprio padre. Njal gli insegnò così bene il diritto che egli divenne il miglior giureconsulto d’Islanda.
Note
1) “Tunga” era la fattoria di Asgrim. Situata sullo Hvitá (“il fiume bianco”), essa prendeva il nome dal fatto che probabilmente era situata su una lingua di terra che penetrava nel fiume.
2) Njal ed Helgi per recarsi dalla loro fattoria di Bergthorhvoll, situata sulla costa meridionale dell’Islanda, nella zona detta “Landeyjar” (“isole della costa”) alla fattoria di Asgrim, situata sul fiume Hvitá, dovevano dirigersi verso nord-ovest e guadare il Thjorsá (“il fiume del toro”).
3) Il Thjorsá, che sfocia sulla costa meridionale dell’Islanda, è il fiume più lungo dell’isola (237 km): È così chiamato, secondo il Landnamabók, perché “un certo Thorarinn, figlio di Thorkell di Alvidra, figlio di Hallbjörn Hordukappi, penetrò nel suo estuario senza neppure staccare dalla prua della sua nave la testa di toro che vi era scolpita”.
Capitolo 28
Si ancorò nella laguna di Arnarbaelir una nave il cui capitano era Hallvard il bianco, originario del fiordo di Oslo. Egli si recò in visita a Hlidarend e trascorse l’inverno ospite di Gunnar. Durante tutto questo periodo cercò di convincerlo a salpare con lui.
Gunnar non gli diede molta corda, ma non escluse questa possibilità.
Giunta la primavera, Gunnar si recò a Bergthorshvol e pregò Njal di consigliarlo sull’opportunità di un viaggio fuori d’Islanda.
“Mi sembra una buona idea” gli disse Njal “ Tu sarai sempre bene accolto, dovunque tu vada”.
“Vorresti occuparti della gestione dei miei beni mentre io sarò via ?” gli domandò Gunnar “ Desidero infatti che mio fratello Kolskegg venga con me e mi piacerebbe che tu aiutassi mia madre ad amministrare la fattoria”.
“Non preoccuparti” gli rispose Njal “Farò tutto ciò che mi chiederai di fare”.
Gunnar lo ringraziò e tornò a casa.
Il Norvegese tornò a proporre a Gunnar di partire con lui. Gunnar gli domandò se avesse già fatto rotta per altri paesi oltre che per l’Islanda.
L’altro rispose che aveva viaggiato in tutti i paesi che si stendevano tra la Norvegia e la Russia, “ ad esempio, ho navigato fino alla Terra dei Permiani”.
“Saresti disposto ad avventurarti con me sulla Via dell’Oriente ?” domandò Gunnar.
“Certamente” gli rispose Hallvard.
Gunnar decise allora di salpare con lui e Njal si prese cura di tutte le sue proprietà.
Note
1) L’Arnarbaelisós era una laguna che si apriva sulla costa meridionale dell’Islanda di fronte all’Eyjafjöll, un po’ad est dello Holtsós, la laguna di Holt, che oggi è stata prosciugata per evitare inondazioni. Le due lagune che un tempo, probabilmente, erano collegate fra di loro, costituivano approdi sicuri per le navi che giungevano
dalla Norvegia
2) Hallvard il bianco, il capitano della nave giunta all’Arnarbaelisós, era “víkverskur”, cioè originario del Vík, come anticamente era chiamata la zona del fiordo di Oslo.
3) La traversata dalla Norvegia all’Islanda o la traversata di ritorno erano normalmente compiute durante il periodo estivo, quando le condizioni climatiche erano migliori e la navigazione meno rischiosa. I marinai trascorrevano l’inverno a terra, approfittando dell’ospitalità di parenti ed amici o anche di sconosciuti (l’ospitalità era considerata un sacro dovere a quei tempi) e, dopo aver preparato e caricato la nave durante la primavera, salpavano all’arrivo dell’estate successiva.
4) Un altro termine usato nelle saghe per indicare i Norvegesi è “austmadur” o “austmand”, che significa “uomo dell’est”, “orientale”.Questo termine assume evidentemente un significato diverso quando è usato in Norvegia, perché, in tal caso, per i Norvegesi, gli “orientali” sono i Goti e gli Svedesi.
Sia per i Norvegesi, sia (un po’meno correttamente) per gli Islandesi “vestmadur” (“uomo dell’ovest”, “occidentale”, è l’abitante delle Isole Britanniche.
5) “Gardarik” o “paese delle città” era per gli Scandinavi la zona intorno alla “austurvegur” (“il cammino dell’oriente”), termine con cui si indicava la via commerciale fluviale che, partendo dai laghi Ladoga ed Onega, scendeva giù per il Volga sino a Costantinopoli.( Miklagardur). I commercianti e gli avventurieri scandinavi fondarono lungo il Volga numerosi centri di scambio,(ad es. Kaenugardur, cioè Kiev), che divennero a poco a poco vere città e che costituirono l’embrione dello stato russo.
6) Bjarmaland è il nome con cui gli Islandesi indicavano la zona intorno all’estuario della Dvina sulla costa del Mar Bianco, nei pressi dell’attuale porto di Archangelsk.
Il nome significa “Terra dei Permiani”, con riferimento ad una tribù finnica che si era stabilita nella zona e che parlava una lingua simile a quella dei Sami o Lapponi (ad es., come risulta dalle saghe, la divinità era indicata con il termine “Jumali”, corrispondente all’attuale termine finnico “Jumala” ). Esso si ritrova per la prima volta nel racconto di Ottar, il mercante vichingo che descrisse al re Alfredo il Grande il proprio viaggio lungo le coste della Norvegia fino al Mar Bianco. Contrariamente alle altre tribù finniche, i Permiani non erano nomadi ed avevano creato alcune città.
Il Bjarmaland sparì sostanzialmente nel XIII° secolo quando il territorio fu occupato dai russi che cercavano di sfuggire alle invasioni mongole, ed i Permiani furono, a loro volta, costretti a cercare rifugio in Norvegia.
7) “Austurveg” (“la via dell’Oriente”) è la via commerciale che portava dalla Scandinavia al Mar Nero attraverso la Russia. In modo analogo, nacque il termine “Norvegur”.Questo termine, che in origine indicava la “via del Nord”, cioè la rotta commerciale che dall’Inghilterra portava a Capo Nord e al Mar Bianco lungo le coste della Scandinavia , passò in seguito ad indicare il paese toccato da questa rotta e lo Stato che a poco a poco vi si formò.
Capitolo 29
Gunnar salpò insieme a Kolskegg, suo fratello, e giunsero a Tunberg, dove trascorsero l’inverno. Nel frattempo vi era stato un cambio di governo in Norvegia. Harald Grafell e Gunnhild erano morti e Hákon Jarl, figlio di Sigurd, figlio di Hákon Grjótgardsson, aveva preso il potere. La madre di Hákon Jarl si chiamava Bergljót ed era figlia di Thorir Jarl il Taciturno e di Ólöf árbot, figlia di Harald Harfagr.
Hallvard domandò a Gunnar se intendesse porsi al servizio di Hákon Jarl.
Gunnar rispose negativamente e gli chiese a sua volta :” Tu disponi di qualche nave da guerra?”.
“Ne possiedo due” gli disse Hallvard.
“Allora vorrei fare qualche scorreria” disse Gunnar “ Arruoliamo dei marinai”.
“D’accordo” gli rispose Hallvard.
Così si recarono nel golfo di Oslo e, prese le due navi, cominciarono ad armarle. Non ebbero alcuna difficoltà nel reclutare uomini, perché Gunnar aveva saputo crearsi un’assai buona fama.
“Dove andremo, ora?” chiese Gunnar.
“Dapprima salperemo verso sud per rendere visita al mio parente Ölvir” gli rispose Hallvard.
“ Che cosa vuoi da lui” gli domandò Gunnar.
“È un tipo molto in gamba” gli rispose Hallvard e ci troverà degli aiuti per la nostra spedizione”.
“Allora andiamo a trovarlo” disse Gunnar.
Quando le navi furono pronte, fecero rotta ad est verso Hísing, dove furono accolti amichevolmente. Non ci volle molto tempo ad Ölvir per accorgersi che Gunnar era una persona di grande valore. Ölvir chiese loro il motivo della loro visita e Hallvard gli spiegò che Gunnar intendeva compiere delle scorrerie e raccogliere bottino.
“Non mi sembra una buona idea” osservò Ölvir” Non siete abbastanza numerosi”.
“Potresti aiutarci tu a rimpolpare le nostre forze” replicò Hallvard.
“ Diciamo che aiuterò Gunnar “ rispose Ölvir “Sebbene noi siamo parenti, mi sembra che lui sia meglio di te”.
“E come ci aiuterai? “ gli domandò Hallvard.
“ Vi darò due navi da guerra: una di quaranta remi e l’altra di sessanta remi”.
“ E per gli equipaggi?” chiese ancora Hallvard.
“Su una delle navi metterò gli uomini della mia fattoria” rispose Ölvir “Per l’equipaggio dell’altra, mi rivolgerò ai contadini dei dintorni”. Mi è stato appena detto che ci sono disordini nell’estuario del fiume e non so se riuscirete ad uscire in mare”.
“Che è successo?” chiese Hallvard.
“Sono giunti nell’estuario con le loro navi due fratelli: Vandill e Karl, figli di Snaeulf il vecchio, che sta nel Götland orientale.
Hallvard disse a Gunnar che Ölvir aveva fornito altre navi e Gunnar ne fu contento.
I due si prepararono a salpare e, quando furono pronti, andarono a ringraziare Ölvir, che augurò loro buon viaggio e li consigliò di stare attenti ai due fratelli.
Note
1) Il capitolo sui viaggi di Gunnar si apre informandoci che in quel periodo c’era stato un cambio di governo in Norvegia e che Harald Grafell e Gunnhild erano stati sostituiti da Hakon Ladejarl. La morte di Harald Grafell e la progressiva presa di potere da parte di Hakon Jarl avvennero tra il 970 ed il 975 d. C.
Poiché risulta dalle saghe che i viaggi commerciali e le spedizioni piratesche venivano generalmente compiuti in giovane età, ciò porterebbe a concludere che Gunnar fosse nato intorno al 950 d.C., il che renderebbe tuttavia un po’inverosimile il suo matrimonio con Hallgerd che era nata intorno al 935 d.C. e che sarebbe diventata sua moglie all’età di circa quarant’anni.
La coerenza cronologica si può salvare assumendo che i viaggi di Gunnar fossero stati effettuati qualche anno prima.
Si può immaginare che le fonti orali che ricordavano le imprese dei diversi personaggi si fossero un po’guastate e confuse nel corso del tempo e che coloro che misero per iscritto le saghe, alcuni secoli dopo i fatti narrati, non siano sempre stati in grado di correggere eventuali inesattezze.
2) Tunberg, nel golfo di Oslo, sarebbe stata fondata, secondo Snorri Sturlasson, nell’871 d. C. e sarebbe quindi la più antica città norvegese.
3) Hákon Jarl era figlio di Sigurd Hákonarson, conte di Lade. Suo padre Sigurd, fedele alleato del re Hakon il Buono, era stato ucciso nel 963 d. C. dal re Harald Grafell che, dopo aver finto nei suoi confronti una politica di amicizia, aveva fatto incendiare a tradimento la casa in cui egli stava festeggiando con i suoi amici.
Hakon Jarl si vendicò contribuendo alla sconfitta di Harald Grafell, che nel 976 d.C. fu attirato in un agguato nel Limsfjord e fatto uccidere dal re di Danimarca Harald Blutand.
Il nonno di Hákon Jarl, Hákon Griotgardsson, era stato alleato del re Harald Harfagr ed era stato da questo ricompensato con il governo della regione di Trondheim e la nomina a Jarl di Lade.
4) La madre di Hákon Jarl si chiamava Bergljot ed era figlia di Torir Jarl il Taciturno, figlio di Ragnvald, jarl di Möre, che fu anche il padre di Rolf (Rollone), il conquistatore della Normandia. Torir aveva avuto in moglie Ólöf, detta Árbot, figlia di Harald Harfagr, cosicché Hákon Jarl discendeva, per parte materna, da questo re.
5) Hísing era il nome di un’isola sul fiume Götaälv nella zona dell’attuale Göteborg.
6) Si nota in questo capitolo la tendenza dei narratori islandesi ad accentuare il ruolo svolto dai loro connazionali, anche se, nel presente caso, le frasi con cui egli cerca di accentuare la fama e la considerazione di cui avrebbe goduto Gunnar fin dal suo arrivo in Norvegia non si inseriscono con piena coerenza nel resto della narrazione.
Innanzitutto, mi pare un po’inverosimile l’affermazione che Gunnar e Hallvard non avrebbero avuto alcuna difficoltà a reclutare un equipaggio per le loro navi grazie alla fama di valoroso guerriero di cui già godeva Gunnar. Gunnar era appena arrivato dall’Islanda, paese di cui in Norvegia non si doveva conoscere molto, e non aveva ancora avuto il tempo di illustrarsi con imprese di valore. La fama di valoroso doveva piuttosto appartenere ad Hallvard che, se possedeva due navi da guerra, doveva certo già aver compiuto numerose scorrerie. Allo stesso modo, sembra difficile che Ölvir esprima in modo così plateale la sua preferenza per Gunnar, che conosce poco, rispetto al suo parente Hallvard, quando per di più è quest’ultimo che conduce da solo le trattative per ottenere da Ölvir altre navi ed altri equipaggi e che riferisce in seguito a Gunnar gli accordi conclusi.
CAPITOLO 30
Gunnar si diresse verso l’uscita dell’estuario. Kolskegg era con lui su una delle navi, mentre Hallvard era su di un’altra.
Ad un certo punto videro delle navi dinanzi a loro.
Gunnar disse: “ Prepariamoci a difenderci, se ci attaccheranno, ma, in caso contrario, andiamo avanti come se nulla fosse”.
Così fecero e si prepararono ad un eventuale combattimento. Gli altri divisero le loro navi in due gruppi lasciando libero un passaggio in mezzo.
Mentre la navedi Gunnar si infilava nel passaggio, Vandill afferrò un rampino e lo lanciò dalla sua nave sulla nave di Gunnar, tirandola verso di sé.
Ölvir aveva regalato a Gunnar una buona spada. Gunnar estrasse la spada, senza neanche indossare l’elmo, e balzò sulla nave di Vandill, uccidendo il primo che gli venne contro. Karl accostò la sua nave a quella di Gunnar, dall’altro lato,e, sebbene ci fosse di mezzo il ponte della nave avversaria, scagliò una lancia contro Gunnar, cercando di colpirlo al petto. Gunnar se ne accorse, si voltò con una rapidità incredibile, afferrò la lancia con la destra e la scagliò indietro sulla nave di Karl, colpendo a morte un marinaio. Suo fratello Kolskegg, passando accanto con la sua nave, prese un rampino e lo gettò contro la nave di Karl: la punta penetrò nello scafo e lo squarciò per tutta la sua lunghezza. La nave cominciò ad affondare e tutti gli uomini che si trovavano a bordo saltarono su altre navi. Gunnar ritornò allora sulla sua nave.
Nel frattempo s’era avvicinata anche la nave di Hallvard e si scatenò un terribile combattimento. Gli uomini videro che il loro capo si comportava con grande coraggio e si mostrarono degni di lui. Gunnar combatteva con la lancia e con la spada e molti caddero di fronte a lui. Kolskegg si batteva con bravura al suo fianco.
Karl saltò sulla nave di suo fratello Vandill e di lì continuarono insieme la lotta.
Sulla nave di Gunnar Kolskegg si prese un attimo di riposo. Gunnar lo vide e gli disse:”Oggi tu hai pensato più agli altri che a te stesso quando hai portato loro da bere”.
Kolskegg prese una piccola coppa piena di idromele e la bevve, poi ritornó a combattere. Ad un certo punto i due fratelli balzarono sulla nave di Vandill e di Karl ed avanzarono uno verso poppa e l’altro verso prua. Vandill corse contrò Gunnar e gli calò un fendente sullo scudo. Gunnar spostò rapidamente lo scudo, in cui la spada era rimasta infissa, e la spada si spezzò all’altezza dell’elsa. Gunnar attaccò a sua volta con la spada ed al suo avversario parve che tre spade guizzassero contemporaneamente nell’aria, cosicché non poté nemmeno provare a parare il colpo con lo scudo e fu gravemente ferito ad entrambe le gambe. Kolskegg, da parte sua, trafisse Karl, con la lancia. Il bottino fu grande.
Dopo di ciò fecero rotta verso Sud, sulle coste della Danimarca, e di lì si diressero verso la Smaland, combattendo spesso e risultando sempre vittoriosi. Non ritornarono indietro durante l’autunno.
L’estate successiva fecero rotta verso Reval, dove incontrarono dei pirati, li affrontarono senza por tempo in mezzo e li sconfissero. Poi si diressero ad est verso Osel e si ancorarono per qualche tempo dietro un promontorio. Una volta videro un uomo che veniva verso di loro, camminando in cima al promontorio. Gunnar sbarcò a terra per incontrarlo ed ebbe una conversazione con lui. L’uomo gli disse di chiamarsi Tofi e Gunnar gli chiese che cosa volesse.
“Volevo incontrarti” rispose Tofi “ Dall’altro lato del promontorio sono ormeggiate molte navi da guerra , comandate da due fratelli Hallgrim e Kolskegg. So che sono esperti combattenti e che dispongono di ottime armi. Hallgrim ha un’alabarda su cui ha fatto pronunciare un incantesimo così che solo quest’arma potrà ucciderlo.Si capisce subito quando sta per colpire mortalmente qualcuno perché l’alabarda produce un sibilo sordo, tanta è la sua forza. Kolskegg, da parte sua, ha un coltellaccio di ottima tempra. Hanno un terzo di uomini più di voi. Hanno nascosto a terra un grande bottino, ma io so esattamente dov’è. Hanno mandato una nave in esplorazione intorno al promontorio e sanno che voi siete qui.Stanno preparandosi e contano di attaccarvi non appena saranno pronti. Avete una sola scelta: andarvene subito o prepararvi rapidamente a combattere.Se vincerete, vi condurrò dove è nascosto il loro tesoro”.
Gunnar gli regalò un anello d’argento, poi tornò da suoi uomini e riferì loro che delle navi erano ormeggiate dall’altro lato del promontorio
“Sanno tutto di noi” aggiunse” Prendiamo le armi e prepariamoci in fretta, perché cè un grande bottino da fare”.
Si prepararono ed avevano appena finito i preparativi quando videro delle navi dirigersi verso di loro. Si scatenò subito un feroce combattimento: la lotta fu lunga e le perdite pesanti da ambo le parti. Gunnar abbatté parecchi uomini. Hallgrim e i suoi balzarono sulla nave di Gunnar. Gunnar si lanciò contro Hallgrim, che cercò di colpirlo con l’alabarda.Un boma attraversava il ponte e Gunnar fece un salto all’indietro sopra di esso, continuando a tenere lo scudo dinanzi a sé. Lo scudo rimase dinanzi al boma e l’alabarda di Hallgrim lo attraversò, piantandosi nel boma. Gunnar ne approfittò per colpire il braccio di Hallgrim. La lama non penetrò, ma Hallgrim rimase col braccio paralizzato e lasciò cadere l’alabarda. Gunnar se ne impadronì e la piantò nel petto di Hallgrim. Da quel momento non lasciò mai più l’alabarda.
I due Kolskegg lottavano l’uno contro l’altro ed era difficile prevedere chi avrebbe avuto la meglio. Ma sopraggiunse Gunnar e ferì mortalmente l'avversario del fratello. Dopo di questo i pirati chiesero quartiere e Gunnar lo concesse. Lasciò che i suoi uomini prendessero tutto ciò che trovarono sui cadaveri dei nemici uccisi, ma risparmiò i sopravvissuti, permettendo loro di conservare le armi e gli abiti ed invitandoli a tornare alle loro case. Essi se ne andarono e Gunnar si impadronì di tutto ciò che era rimasto.
Dopo la battaglia Tofi si presentò a Gunnar e gli propose di condurlo al nascondiglio in cui i pirati avevano celato il loro tesoro, tesoro molto più abbondante e prezioso del bottino che già avevano conquistato sul campo di battaglia. Gunnar si dichiarò d’accordo e, sceso a terra con Tofi, lo seguì fino ad un bosco. Giunsero ad una radura in cui era stato depositato un grande ammasso di tronchi. Tofi disse che il tesoro dei pirati era nascosto sotto quei tronchi. Spostarono i tronchi e trovarono oro e argento, abiti preziosi ed ottime armi, in abbondanza. Presero tutto e lo portarono sulle navi.
Gunnar chiese a Tofi quale ricompensa desiderasse.
Tofi rispose: “Sono danese di nascita e vorrei che tu mi riportassi a casa mia”.
Gunnar gli domandò perché si trovasse nei paesi della Via dell’Oriente.
“ Sono stato rapito dai pirati e portato ad Osel e da allora sono stato costretto a rimanere qui”.
Note
1) Gunnar ed i suoi scendono prima in Danimarca, poi piegano ad est verso la Svezia.
2) La Smaland è una regione sulla costa meridionale della Svezia, così chiamata perché all’epoca dei Vikinghi era formata da numerosi piccoli Stati indipendenti (sma land).
3) “Rafal” (Reval) è il nome dato dai Tedeschi e dagli Scandinavi alla città di Tallinn. Tale città, fiorente già all’epoca dei Vikinghi, fu così chiamata perché era la capitale della provincia estone di “Rävala”.
4) “Eysysla”, letteralmente “ il dipartimento dell’isola”, è il nome dato dagli Scandinavi all’isola di Saarema, situata a sud-ovest di Tallinn. La saga è dunque imprecisa quando racconta che Gunnar e i suoi, andando da Tallinn a Saaremaa, si spostarono verso est. Non si può tuttavia pretendere che i narratori islandesi del XIII secolo, che misero per iscritto le saghe, avessero una conoscenza dettagliata delle coste del Baltico.
4) Da tutto il capitolo risulta come fosse determinante a quell’epoca il possesso di buone armi. Una spada o un’alabarda ben temprati non rischiavano infatti di spezzarsi al primo urto o dopo breve tempo, come spesso accadeva alle armi fabbricate affrettatamente o senza le necessarie competenze tecniche.
5) Le imprese di Gunnar non si distinguevano per nulla da quelle dei pirati con cui egli veniva a conflitto. Per nobilitarle il narratore cerca di attribuire al suo eroe un comportamento in qualche modo cavalleresco: Gunnar non combatte se non vi è costretto e risparmia i vinti. Questi tratti di carattere sembrano però più adatti ad un eroe dei romanzi cavallereschi che a un guerriero scandinavo del X° secolo.