Questa poesia di Wéi Yìngwù 韋 應 物 (736-830 d.C.), intitolata "Dōng jiāo" 東 郊 (n.32 dell’antologia Táng Shī Sān Băi Shŏu (唐 詩 三 百 首 ), sembra scritta ieri, tanto il suo tema appare attuale, e ci mostra che lo stress non è un'invenzione moderna.
UNA PASSEGGIATA IN CAMPAGNA
Tutto l'anno sono rimasto chiuso in ufficio. Oggi, alle prime luci dell'alba faccio una passeggiata fuori città. Pioppi e salici tremolano al vento e le montagne azzurrine quietano i miei affanni.
Mi appoggio ad un albero per riposarmi un attimo Cammino su e giù lungo la riva di un ruscello.
Un velo di nebbiolina umida copre i campi profumati Una tortorella canta la primavera, chissà dove.
Lieto e rilassato, sosto qua e là, ma, ecco, ripenso ai miei impegni ed accelero il passo.
Dovrei lasciare il lavoro e costruirmi una casetta in campagna.
Beati coloro che hanno il coraggio di farlo.
Ed ecco la testimonianza di un collega di Wéi Yìngwù, Liŭ Zōngyuán 劉 宗 元 (773-819 d.C.), che può godersi la casetta in campagna, anche se per decisione insindacabile dei superiori. ( "Qī Jū" 溪 居 , n. 35 del Táng Shī).
LA CASA IN RIVA AL RUSCELLO
Quant'ero stanco di dover sempre essere perfettamente pettinato e tutto agghindato
Che fortuna il trasferimento in questo sperduto paesello del Sud dove ho per vicini contadini e giardinieri, dove mi sento ospite delle montagne e dei boschi.
La mattina zappo il mio orticello, rivoltando le erbe ancora umide di rugiada.
La sera, sulla mia barchetta, navigo,con rumore di remi, tra le rocce del torrente.
Vado avanti ed indietro senza incontrare anima viva. Canto a lungo allegramente e guardo il cielo azzurro