LA BELLA FAVORITA
Lĭ Bái celebrò la favorita Yáng Guìfēi in tre famose quartine intitolate “Una pura, serena melodia”( 清 平 調 "qīng píng diào"). Una nota contenuta nel manoscritto originale così descrive la nascita di questi versi:
“Durante l’era Tiānbăo 天 寶 (1) dell’imperatore Xuánzōng, il sovrano si trovava una sera in un padiglione del suo palazzo, sulla riva di un ruscello, con la sua favorita Tàizhēn 太 真 che contemplava la fioritura delle peonie. L’imperatore chiamò Lĭ Guīnián 李 龜 年 (2) e gli ordinò di consegnare tre fogli di carta intessuta di fiori d’oro a Lĭ Tàibó, il quale vi scrisse sopra, in un attimo, questi tre poemi. Lĭ Guīnián li cantò, mentre Lĭ Tàibó lo accompagnava con un flauto di giada. La favorita sorrideva, comprendendo il significato dei versi”.
Come risulta da tale nota, Yáng Guìfēi capì perfettamente ed apprezzò il carattere adulatorio delle allusioni contenute nelle quartine, il che non le impedì tuttavia- secondo la leggenda- di interpretarne alcune in modo del tutto diverso, quando, su istigazione dell’eunuco Gāo Lìshì 高 力 士, volle far cadere in disgrazia il poeta.
UNA PURA, SERENA MELODIA
I
In una nuvola vede la sua gonna, in un bel fiore scorge il suo viso.
La brezza primaverile spolvera il balcone di scintillante rugiada.(3)
Se i due amanti non si rivedranno in cima alla Montagna di Giada,
potranno incontrarsi sotto la luna sulla Terrazza di Madreperla.(4)
II
La deliziosa brina eterna il profumo del bel ramo fiorito.(5)
Perché struggersi per la la Fata delle Nubi e della Pioggia?(6)
Chi, nei palazzi degli Hàn, potrebbe mai gareggiare con lei?
Forse la leggiadra Fēiyàn puntando sui suoi nuovi ornamenti .(7)(8)
III
Il fiore più pregiato,la donna più splendida, insieme per la tua gioia,
fanno sì, o sovrano, che il sorriso non abbandoni mai il tuo volto.
Non hai alcun motivo di rammaricarti del fuggire della primavera,
se lei s’affaccia al balcone settentrionale del Padiglione Profumato.(9)
NOTE
1) L’era Tiānbăo 天 寶(“Tesoro del Cielo”) durò dal 742 d.C. al 756 d.C.
2) Lĭ Guīnián 李 龜 年 fu un cantante assai celebre durante il regno di Xuánzōng. In seguito alla rivolta di Ān Lúshān dovette abbandonare la capitale e qualche anno dopo Dù Fŭ lo incontrò, solo ed in miseria, in uno sperduto villaggio di provincia.
3) La brezza primaverile è metafora dell’amore che lega Xuánzōng e Yáng Guìfēi. La rugiada che ricopre il balcone simboleggia il favore imperiale di cui gode la bella.
4) La Montagna di Giada ( 玉 山 “yùshān”) e la Terrazza di Madreperla ( 搖 臺 “yáotái”) erano le residenze degli Immortali, a cui il poeta paragona i due felici innamorati.
5) Il poeta riprende qui la stessa metafora della quartina precedente: la brina (il favore dell’imperatore) cristallizza (rende immortale)
la fioritura dei rami (la bellezza di Yáng Guìfēi).
6) Lĭ Bái fa riferimento ad una leggenda narrata dal poeta Sòng Yù 宋 玉 ( 3° secolo a.C.) nel Gāotáng Fù 高 唐 賦. Un re di Chŭ 楚, sognò una volta, nei pressi di Gāotáng, di trascorrere la notte con una meravigliosa fanciulla. Quando, sempre in sogno, vide spuntare l’alba,le domandò chi fosse. La fanciulla gli rispose: “Sono la Fata del Wūshān ( 巫 山 神 女 “wūshān shénnǚ”) ed ora devo andare, perché il mattino dirigo le nuvole e la sera regolo la pioggia. Ma se tu mi aspetterai qui ogni giorno, potremo rivederci”. Il re Xiān 先, al quale Sòng Yù raccontò in seguito la storia, ne fu talmente affascinato che chiese al poeta come avrebbe dovuto fare per incontrare anche lui la misteriosa bella.
La lode a Yáng Guìfēi è evidente: l’imperatore Xuánzong che ha accanto a sé una bellezza viva ed incomparabile non ha alcun bisogno di sognare bellezze immaginarie.
7) Zhào Yízhŭ 趙 宜 主, (32 a.C. – 1 a.C.), soprannominata Fēiyàn 飛 燕 (“rondine volante”) per le sue doti di danzatrice, fanciulla di eccezionale bellezza, ma di umilissime origini, riuscì a farsi notare, grazie alle sue straordinaria abilità di ballerina, dall’imperatore Chéng 成 (51 a.C. -7 a.C.) della dinastia Hàn, che la portò a corte e ne fece una sua concubina. Insieme con la sorella gemella Zhào Hédé 趙 合德 , anch’essa una bellissima ragazza, riuscì presto a conquistare il cuore di Chéng ed a far cacciare l’imperatrice Xŭ Huánghòu 許 皇 后 e la prima consorte Bān Jiéyú 班 婕 妤 , accusandole di stregoneria. Nel 16 a.C. fu nominata imperatrice, dopo che l’imperatore aveva nobilitato il suo padre adottivo Zhào Lín 趙 臨 per superare le obiezioni sollevate dall’imperatrice madre Wáng Zhèngjūn 王 政 君, che gli aveva fatto
rilevare le origini assai modeste di Fēiyàn. Non avendo avuto figli da Chéng, Fēiyàn fu sospettata di aver fatto uccidere i figli di alcune altre
concubine per non perdere la sua posizione in caso di morte dell’imperatore. Quando Chéng morì nel 7 a.C., il nuovo sovrano, che Fēiyàn aveva sostenuto nella lotta per la successione, l’autorizzò a conservare il titolo e il rango di imperatrice vedova, ma nell’1 a.C., in seguito ad un ulteriore cambio di governo, ella fu progressivamente emarginata e costretta, infine, al suicidio.
(8) Il paragone con Fēiyàn va chiaramente inteso come favorevole a Yáng Guìfēi, perché la prima potrebbe forse reggere il confronto con la seconda soltanto se abbigliata con gli splendidi abiti spettanti ad un’imperatrice, che Yáng Guìfēi non può indossare perché ha solo il rango di onorevole consorte. In evidente malafede, Yáng Guìfēi sostenne invece che già il solo fatto di aver osato accennare ad un paragone era un’offesa alla sua bellezza.
(9) La menzione del balcone settentrionale non è pura pignoleria. È invece un raffinato riferimento alla famosa poesia di Lĭ Yánnián che comincia con la frase “ Al nord ci sta una bella” e permette al poeta di identificare implicitamente la favorita con “la bella che travolge i regni”. ( Un riferimento esplicito figurava già nel primo verso della quartina, dove l’espressione“qīng guó” 傾 國, che ho tradotto con “la donna più
splendida” significa letteralmente “la rovesciatrice dei regni” ed è presa tale e quale dalla poesia di Lĭ Yánnián.)
L’uso del termine “settentrionale” potrebbe inoltre nascondere un’altra allusione anch’essa molto adulatoria. L’ala settentrionale di un palazzo
era tradizionalmente quella riservata alla consorte ufficiale di un sovrano o di un nobile (si veda in proposito l’espressione giapponese“kita no kata” che significa “la signora del nord”, utilizzata per indicare la moglie di un principe). Dicendo che Yáng Guìfēi si affaccia al “balcone settentrionale” del palazzo, Lĭ Bái mostra quindi di considerarla degna del titolo di imperatrice.
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