NOTE
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Capitolo XIX
Cao Cāo combatte una sanguinosa battaglia presso la città di Xiàpī - Lǚ Bù incontra il proprio destino nella Torre della Porta Bianca
I. Come s’è già detto, Gāo Shùn e Zhāng Liáo attaccarono insieme Guān Yŭ, mentre Lǚ Bù attaccava Zhāng Fēi. Guān e Zhāng uscirono ciascuno a dare battaglia, mentre Liú Bèi rimaneva di riserva con le sue truppe, ma all’improvviso alcuni reparti di Lǚ Bù apparvero alle loro spalle e li misero in fuga. Allora Liú Bèi, con poche decine di cavalieri, fuggì in gran fretta verso Xiăopēi, inseguito da Lǚ Bù. Arrivato dinanzi alla porta della città, Liú Bèi urlò ai soldati che stavano sulle mura di abbassare il ponte levatoio. Lǚ Bù gli era ormai così vicino che gli arcieri non osarono tirare per timore di colpire Liú Bèi. Lǚ Bù irruppe dentro ed i soldati di guardia alla porta, incapaci di far fronte al suo impeto, si dispersero in tutte le direzioni. Le truppe di Lǚ Bù penetrarono nella città. Liú Bèi si rese conto che la situazione era disperata e che non aveva più il tempo di raggiungere la propria residenza per mettere in salvo mogli e figli. (1) Perciò, attraversata al galoppo la città, fuggì dalla porta occidentale, cercando scampo da solo.
II. Quando Lǚ Bù giunse dinanzi alla residenza di Liú Bèi, Mízhú gli si fece incontro e gli disse:” So che i grandi uomini non infieriscono sulle famiglie dei loro avversari. Il vostro vero rivale per il controllo dell’Impero è Cáo Cāo ed il mio capo, il quale ricorda sempre il favore che gli faceste quando tiraste la freccia all’ingresso del campo (2), non avrebbe mai pensato di tradirvi. Purtroppo non ha potuto far altro che obbedire a Cáo Cāo, ma io spero che voi gli perdonerete.”
“Liú Bèi ed io siamo vecchi amici.” gli rispose Lǚ Bù “Come potrei far del male alla sua famiglia?”.
Ciò detto, ordinò a Mízhú di accompagnare i familiari di Liú Bèi a Xúzhōu e di trovare per loro una sistemazione in quella città, poi condusse l’esercito a Yănzhōu nello Shāndōng, lasciando Gāo Shùn e Zhāng Liáo a guardia di Xiǎopèi.
Mentre accadevano questi fatti, anche Sūn Qián era scappato dalla città.
Guān Yŭ e Zhāng Fēi, ciascuno con i pochi soldati che gli erano rimasti, si erano rifugiati sulle colline.
III. Intanto Liú Bèi che stava fuggendo da solo, tra le linee nemiche, si accorse che qualcuno lo stava seguendo e, quando lo sconosciuto lo raggiunse, vide che era Sūn Qián.
“Ahimè! Non so se i miei due fratelli (3) siano vivi o morti ed ho perduto la mia famiglia. Che cosa mi resta da fare?” gli disse Liú Bèi.
“Mi sembra che per ora l’unica cosa da fare sia cercare rifugio presso Cáo Cāo, poi si vedrà” gli rispose Sūn Qián.
LIú Bèi fu d’accordo e i due si diressero verso Xŭdōu, cercando di percorrere i sentieri meno frequentati per non dar nell’occhio.
Esaurite per strada le loro scarse provviste, furono costretti a fermarsi nei villaggi per cercare cibo, ma, dovunque, non appena si accorgevano di avere a che fare con Liú Bèi, tutti facevano a gara per offrir loro da mangiare.
IV. Un giorno che avevano bussato alla porta di una casa per chiedere ospitalità, ne uscì fuori un giovane che fece loro un profondo inchino. Gli domandarono come si chiamasse e rispose che era Liú Ān, il cacciatore. Sentendo che il suo ospite era il governatore di Yùzhōu, Liú Ān andò a caccia di selvaggina, ma, pur essendo stato fuori parecchio tempo, non riuscì a catturare nessuna preda. Allora, tornato a casa, uccise la moglie per poter cucinare la sua carne.
Mentre mangiava, Liú Béi chiese: “Che carne è questa?”
“Carne di lupo” gli rispose Liú Ān.
LIú Béi, ignaro della realtà, ne mangiò in abbondanza e poi andò a dormire.
Il mattino seguente, andando a prendere il cavallo nel cortile interno per proseguire il suo viaggio, scorse in cucina il cadavere di una donna, alla quale era stata tagliata tutta la carne delle braccia.
Sconvolto Liú Béi chiese spiegazioni e venne così a sapere che ciò che aveva mangiato la sera prima era la carne della moglie di Liú Ān.
Liú Béi ne fu profondamente turbato e, quando salì a cavallo, aveva le lacrime agli occhi.
“Vorrei davvero venire con voi” gli disse Liú Ān” ma la mia vecchia madre vive con me e non ho il coraggio di lasciarla”.
V. Liú Béi lo ringraziò e prese la strada per Liángchéng.
Improvvisamente vide levarsi in lontananza una nuvola di polvere tale da oscurare il sole e si accorse che un grande esercito stava avvicinandosi.
Liú Béi notò che erano le truppe di Cáo Cāo e si inoltrò in mezzo a loro finché non ne incontrò il comandante.
Cáo Cāo pianse allorché lo sentì raccontare l’improvvisa caduta della città, la fuga dei suoi amici fraterni dispersi tra le colline, la cattura delle mogli e dei figli. Quando seppe del sacrificio compiuto da Liú Ān per dar da mangiare a Liú Béi, Cāo ordinò a Sūn Qián di fargli recapitare, in premio, duecento once d’oro.
VI. Cāo si diresse poi, con le sue truppe, a Jìbĕi, dove Xiàhóu Yuān gli diede il benvenuto nel suo accampamento e gli raccontò che suo fratello Xiàhóu Dūn aveva perso un occhio in battaglia e non si era ancora rimesso dalla sua ferita. Cāo andò a visitare il ferito e lo fece trasferire a Xŭdōu perché fosse debitamente curato. Nel frattempo, inviò degli esploratori ad accertare dove si trovasse Lǚ Bú.
Quando gli esploratori tornarono, riferirono che Lǚ Bú e Chén Góng, i due despoti, si erano alleati con in banditi del Tàishān, insieme ai quali stavano attaccando la regione di Yănzhōu.
Sentito ciò, Cāo inviò subito tremila soldati, sotto il comando di Cáo Rén ad attaccare Xiăopéi, mentre lui stesso, insieme con Liú Béi, marciava contro Lǚ Bú. Prima di giungere nella regione del Shāndōng, nei pressi del colle di Xiāoguān, si trovarono di fronte più di trentamila ribelli del Tàishān, guidati da Sūn Guān, Wú Dūn, Yǐn Lǐ e Chāng Xī, decisi a sbarrar loro la strada. Su ordine di Cāo, Xŭ Chŭ si fece avanti ed i quattro capi ribelli gli si gettarono addosso, ma Xŭ Chŭ, combattendo con grande ardore e sprezzo del pericolo, superò la loro resistenza e li mise in fuga tutti quanti. Cāo sfruttò la situazione ed inseguì gli sconfitti fino al colle di Xiāoguān. Dei messaggeri a cavallo informarono subito Lǚ Bú di ciò che era accaduto.
VII. Lǚ Bú, nel frattempo, era ritornato a Xúzhōu, da dove intendeva, in compagnia di Chén Dēng, accorrere a Xiăopéi prima che i nemici la occupassero, lasciando a Chén Guī il compito di vigilare su Xúzhōu .Mentre Chén Dēng si preparava a partire, Chén Guī gli disse: “ Ricordati che il Duca Cāo una volta ha detto che sarebbe toccato a te occuparti delle regioni orientali. Ora che Lǚ Bú è in difficoltà, pensa ad un piano per dargli il colpo di grazia”.
“Padre, “ gli rispose Chén Dēng” di ciò che c’è da fare fuori, me ne occuperò io, ma, quando Lǚ Bú ritornerà sconfitto a Xúzhōu, tu dovrai metterti d’accordo con Mízhú per impedirgli di rientrare in città. Per quanto mi riguarda, io troverò senz’altro il modo di cavarmela”.
“Però “ obiettò il padre” in città rimangono la sua famiglia e molti che gli sono fedeli. Come risolveremo questo problema?”.
“Ho pensato anche a questo” gli rispose Chén Dēng.
Poi, recatosi da Lǚ Bú, gli disse: “Xúzhōu è circondata da tutti i lati ed è certo che Cāo l’attaccherà. Noi dovremmo riflettere in anticipo sul fatto che potremmo essere costretti ad abbandonarla. Potremmo trasferire sin d’ora denaro e provviste a Xiàpī, così, se Xúzhōu fosse bloccata dal nemico, avremmo ancora accesso alle risorse depositate a Xiàpī. Non è meglio che Vostra Eccellenza abbia un piano anche per questa eventualità?”.
“Il tuo consiglio è saggio.” osservò Lǚ Bú “Dovrei mandare laggiù anche la mia famiglia”.
Lǚ Bú diede quindi ordine a Sòng Xiàn e Wèi Xù di scortare la sua famiglia a Xiàpī, dove fece anche trasferire ingenti quantità di denaro e di provviste.(4)
Dopo di ciò, partì con le sue truppe, in compagnia di Chén Dēng, per portare aiuto a coloro che resistevano sul colle di Xiāoguān.
Giunti a metà strada, Chén Dēng disse a Lǚ Bú: "Vostra Eccellenza mi permetta di andare in avanscoperta fino al passo di Xiāoguān per vedere se è vero o no che i soldati di Cāo son già nei dintorni. Così potrà avanzare con maggiore sicurezza”.
VIII. Dopo che Lǚ Bú lo ebbe autorizzato a partire, Chén Dēng lo precedette al passo di Xiăoguān, dove fu accolto da Chén Gōng, al quale disse: “Il Marchese di Wén è profondamente irritato dal fatto che voi non attacchiate il nemico. Quando arriverà, vi punirà”.
“In questo momento dobbiamo essere molto prudenti, perché l’esercito di Cāo è forte e numeroso.” gli rispose Chén Gōng” Mentre noi restiamo qui schierati in difesa del passo, voi dovreste consigliare a Sua Eccellenza di difendere vigorosamente Xiăopèi. Questa mi sembra la migliore strategia”.
“Avete davvero ragione!” ammise Chén Dēng, ma, giunta la sera, salì su un’altura da cui si poteva guardare lontano e vide che le truppe di Cāo stavano premendo proprio al di sotto del passo. Allora, approfittando dell’oscurità, scrisse in fretta (5) tre messaggi, li legò ad altrettante frecce e scagliò le frecce in basso verso il nemico.
Il giorno seguente, prese congedo da Chén Gōng e ritornò al gran galoppo da Lǚ Bú, al quale riferì: “Sūn Guān e gli altri banditi che dovrebbero difendere il passo, stanno pensando di scappare e di lasciare Chén Gōng a cavarsela da solo. Vostra Eccellenza dovrebbe affrettarsi a soccorrerlo marciando durante la notte”.
IX. “Se non fosse stato per voi, il passo sarebbe stato perduto” osservò Lǚ Bú, poi ordinò a Chéng Dēng di ritornare al galoppo al valico di Xiăoguān, con l’incarico di preparare, insieme a Chén Gōng, dei fuochi di segnalazione che favorissero un’azione congiunta.
Ritornato da Chén Gōng, Dēng gli disse: “I soldati di Cāo hanno trovato un sentiero nascosto che gli ha permesso di aggirare il passo e temo che Xúzhōu sia in pericolo. Dovreste tornare subito indietro.”
Allora, Gōng ordinò a tutti i suoi soldati di abbandonare il passo e si mise in marcia.
Dēng, da parte sua, fece accendere un fuoco sul passo come aveva concordato con Lǚ Bú e se ne andò anche lui.
Lǚ Bú, vedendo il segnale convenuto, avanzò in fretta e si scontrò, nell’oscurità, con le truppe di Chén Gōng che ritornavano indietro dal passo di Xiăoguān. I due eserciti non si riconobbero e combatterono accanitamente tutta la notte l'uno contro l'altro, poiché ciascuno dei due credeva di essersi imbattuto nel nemico.
X. Nel frattempo Cáo, che aveva visto anche lui i segnali di fuoco, aveva colto l’occasione per lanciare tutti i suoi soldati in un attacco generale contro le forze che difendevano il valico. Sūn Guān e quelli che stavano con lui non ressero all’attacco e si dispersero in tutte le direzioni.
Soltanto quando sorse l’alba Lǚ Bú comprese l’inganno di cui era stato vittima e, insieme a Chén Gōng si affrettò verso Xúzhōu, ma, arrivato alle porte della città, fu accolto da una pioggia di frecce. Dall’alto di una delle torri, Mízhú gli urlò: “Tu hai rubato questa città al mio signore ed ora io gliela ridarò. Non credere di poterci più rientrare!”.
“Dov`è Chén Guī?” gridò Lǚ Bú furioso.
“L’ho fatto uccidere” gli rispose Mízhú.
“Dove sarà Chén Dēng?” domandò allora Lǚ Bú rivolgendosi a Chén Gōng, che gli stava accanto.
“Continuate a chiedere di quel farabutto, generale” gli rispose Chén Gōng “ e non vi siete ancora accorto che vi ha tradito”.
XI. Lǚ Bú diede ordine di cercare Chén Dēng in mezzo alle truppe, ma nessuno riuscì a trovarlo. Chén Gōng consigliò allora a Lǚ Bú di dirigersi verso Xiăopēi e quest’ultimo fu d’accordo, ma, prima che avessero percorso metà del cammino, improvvisamente vennero loro incontro le truppe comandate da, Gāo Shùn e Zhāng Liáo, i quali riferirono che Chén Dēng era andato a trovarli ed aveva raccontato che il generale era circondato e bisognoso di soccorso, cosicché essi s’erano affrettati a corrergli in aiuto.
“Un altro trucco di quel farabutto.” esclamò Lǚ Bú pieno di rabbia “Lo condannerò a morte!”.
Si affrettarono allora verso Xiăopēi, soltanto per vedere sventolare sulle mura le bandiere di Cáo Cāo, poiché la città era già stata occupata da Cáo Rén.
Mentre Lǚ Bú, ai piedi dei bastioni, insultava a gran voce il traditore Chén Dēng, quest’ultimo si mostrò e gli rispose dall’alto delle mura: “Io sono un funzionario dell’Impero, come potevi credere che avrei servito un ribelle come te?”.
Lǚ Bú,nella sua rabbia, era pronto a lanciare un attacco disperato, ma improvvisamente si sentÌ un gran rumore ed un nuovo esercito, guidato da Zhāng Fēi, apparve alle sue spalle.
Gāo Shùn corse ad affrontarlo, ma non riuscì a respingerlo e Lǚ Bú dovette gettarsi lui stesso nella mischia.
In quel momento, comparve un altro esercito, comandato dallo stesso Cáo Cāo,che guidava personalmente le sue truppe all’attacco.
XII. Lǚ Bú si rese conto che era impossibile resistere e si ritirò verso est, inseguito da Cáo. Le sue truppe marciarono finché i soldati riuscirono a camminare e i cavalli non furono esausti. All’improvviso una schiera di nemici gli bloccò il cammino e un uomo ritto a cavallo gli urlò con voce tonante, brandendo una spada: “ Non fuggire, Lǚ Bú! Guān Yŭ ti sta aspettando.” Lǚ Bú si lanciò furiosamente all’attacco, mentre alle sue spalle sopraggiungeva Zhāng Fēi. Combattendo con la forza della disperazione Lǚ Bú, Chén Gōng e i loro uomini riuscirono ad aprirsi un varco e a fuggire in direzione della città di Xiàpī, da dove Hóu Chéng uscì a soccorrerli.
Quando Guān Yŭ e Zhāng Fēi si rividero versarono lacrime di gioia e si raccontarono l’un l' altro ciò che avevano fatto da quando gli avvenimenti li avevano separati. “Ero sulla strada di Hăizhōu quando ho avuto notizie di te “ disse Guān Yŭ” e sono corso subito qui”. “Io, invece, sono rimasto accampato a lungo sulle colline di Mángdàng.” gli rispose Zhāng Fēi “ Che gioia ritrovarci insieme oggi!”.
XIII. I due parlarono tra di loro di tutto ciò che era accaduto, poi, alla guida delle loro truppe, andarono incontro a Liú Bèi, che salutarono piangendo di gioia. Liú Bèi, nel cui animo si alternavano preoccupazione ed esultanza, li condusse da Cáo Cāo, al cui fianco tutti e tre fecero il loro ingresso a Xúzhōu, dove Mízhú venne subito a riferire, con grande sollievo di Liú Bèi, che la famiglia di quest’ultimo era salva. Anche Chén Guī e suo figlio vennero a presentare i loro omaggi a Cáo Cāo.
Cāo offrì un grande banchetto in onore di tutti i funzionari e gli ufficiali benemeriti, facendo sedere Chén Guī alla propria sinistra e Liú Bèi alla propria destra, poi tutti gli altri in relazione al loro rango. In quell’occasione Cāo riconobbe ufficialmente i servizi che gli erano stati resi da Chén Guī e da suo figlio, concedendo loro in appannaggio dieci contee, e conferì a Chén Déng il titolo di “Generale che placa le tempeste”.
XIV. Cáo Cāo, tutto contento di aver conquistato Xúzhōu, cominciò a fare piani per andare subito all’assalto di Xiàpī, ma Chéng Yù obiettò: “ Oggi Lǚ Bú è ridotto a controllare una sola città: Xiàpī. Se lo incalziamo troppo rapidamente, può darsi che, spinto dalla disperazione, cerchi di allearsi con Yuán Shù. Qualora si mettessero insieme, sarebbe difficile batterli. Sarebbe meglio, prima, inviare una persona capace a sorvegliare la regione a sud del fiume Huái, in modo da bloccare Lǚ Bú all’interno e da evitare che Yuán Shù ci attacchi dall’esterno. Per di più, lo Shāndōng è sempre nelle mani dei banditi di Zāng Bà e di Sūn Guān, che non si sono ancora arresi e di cui è necessario arginare le scorrerie”.
“Dello Shāndōng posso occuparmi io stesso”. gli rispose Cāo “Per quanto riguarda la regione a sud del fiume Huái, potrei affidarla a Liú Bèi”.
“Oserei mai disobbedire a un ordine del Primo Ministro?”dichiarò Liú Bèi.
Così, il giorno seguente, Liù Bèi, lasciando Mí Zhú e Jiăn Yóng a Xúzhōu, partì per lo Huáinán, conducendo con sé Sūn Qián, Guān Yŭ e Zhāng Fēi, mentre Cāo guidava le proprie truppe all’assedio di Xiàpī.
XV. Nel frattempo, Lǚ Bú, che si era rifugiato a Xiàpī, dove poteva contare su sufficienti risorse di cibo e sulla difesa naturale fornita dal fiume Sì, attendeva tranquillo il seguito degli avvenimenti, senza preoccuparsi di nulla.
“ Ci conviene attaccare i soldati di Cāo non appena arriveranno, prima che abbiano avuto il tempo di accamparsi e di fortificare la loro posizione.” gli fece osservare Chén Gōng “ Assalendoli mentre sono ancora stanchi per la marcia, saremo sicuri della vittoria”.
“In questi ultimi tempi, sono stato ripetutamente sconfitto” gli rispose Lǚ Bú “ e non posso correre rischi. Aspettiamo che attacchino e poi li schiacceremo. Vedremo i loro cadaveri galleggiare sulle acque del fiume Sì.”
Così Lǚ Bú non ascoltò i consigli di Chén Gōng.
XVI. Trascorsi alcuni giorni, dopo che i suoi soldati ebbero piantato l’accampamento, Cāo si avvicinò, con i suoi generali, alle mura della città e chiamò a gran voce Lǚ Bú, che salì sulle mura per ascoltarlo.
“Ho condotto le mie truppe qui “urlò Cāo” perché ho sentito dire che volete imparentarvi con Yuán Shù. Shù è reo di alto tradimento, mentre voi potete vantare il merito di aver eliminato Dŏng Zhuō. Per quale ragione, oggi, volete rinunciare ai meriti che avete acquisito in passato e prendere le parti di un traditore? Quando la città sarà caduta, sarà troppo tardi per pentirvene, ma, se voi venite subito a patti e collaborate con me nella difesa della dinastia, potrete conservare il vostro rango”.
“Prima ritirate le vostre truppe, signor Primo Ministro” gli rispose Lǚ Bú “ e in seguito potremo discutere”.
XVII. Chén Gōng, che stava sulle mura accanto a Lǚ Bú, cominciò allora ad inveire a gran voce contro Cáo Cāo chiamandolo “bandito” e tirandogli una freccia che sfiorò il suo elmetto piumato.
Cāo, puntando il dito contro Gōng, urlò rabbiosamente: “Giuro che ti ucciderò” e subito dopo lanciò i suoi soldati all’attacco della città.
Chén Gōng disse a Lǚ Bú: “Cáo Cāo è lontano dalle sue basi e mancherà presto di rifornimenti. Voi, Generale, potreste uscire con un corpo di fanteria e con la cavalleria ed occupare una posizione fuori dalle mura, mentre io potrei restare all’interno della città e difenderla con il resto delle truppe. Se Cāo vi attaccherà, io potrò prenderlo alle spalle; se tenterà di scalare le mura, voi potrete assalirlo dall’esterno. Fra meno di dieci giorni i suoi soldati non avranno più nulla da mangiare e noi potremo metterli in fuga al primo assalto con una manovra a tenaglia”.
“Mi sembra una buona idea” approvò Lǚ Bú, che, tornato alla sua residenza, cominciò a preparare la sortita. Poiché si era in pieno inverno, ordinò di distribuire a tutti i soldati casacche imbottite di ovatta perché fossero protetti dal freddo.
XVIII. Quando la moglie di Lǚ Bú, la signora Yán, ebbe notizia di questi preparativi, si recò dal marito e gli chiese: “Dove intendete andare, Mio Signore?”.
Lǚ Bú le spiegò il piano di Chén Gōng.
“Mio Signore” gli rispose la moglie” voi state lasciando una città ancora intatta ed abbandonando vostra moglie e i vostri figli per andarvene via da solo con i vostri soldati. Se vi capitasse una disgrazia, che speranza potrebbe avere la vostra povera moglie di rivedervi mai?”.
Lǚ Bú, colto dal dubbio, esitò per tre giorni a prendere una decisione.
Allora, Chén Gōng andò a trovarlo e gli disse:” Cāo sta completando l’accerchiamento della città. Se non vi affrettate ad uscire, rimarrete certamente bloccato qui dentro”.
“Mi sto domandando se non sia meglio concentrarsi sulla difesa piuttosto che tentare una sortita” gli rispose Lǚ Bú.
“Ho appena sentito che il nemico scarseggia di provviste e che ha inviato dei messaggeri alla capitale per sollecitare l’invio di rifornimenti. Presto o tardi questi rifornimenti arriveranno. Se voi, con i vostri veterani, riusciste ad intercettarli per strada, sarebbe un colpo da maestro”.
XIX. Lǚ Bú si dichiarò d’accordo e, tornato a casa, parlò a sua moglie del nuovo piano.
La signora Yán gli rispose piangendo: “Se voi vi allontanate, Generale, credete davvero che Chén Gōng e Gāo Shùn saranno in grado di difendere la città? Se qualcosa dovesse andare storto, ve ne pentireste amaramente. Già una volta mi abbandonaste, a Cháng’Ān, ma, per fortuna, Páng Shū (5) mi tenne nascosta e riuscì poi a farmi ritornare da voi sana e salva. Chi avrebbe mai pensato che mi avreste di nuovo lasciata sola? Ma voi avete un grande destino dinanzi a voi! (6) Vi prego, non tenete conto di me!” e così dicendo si scioglieva in lacrime.
XX. Già rattristato dalle parole della moglie, Lǚ Bú andò a congedarsi dalla concubina Diāo Chán, che gli disse: “Voi siete la mia vita, Generale. Siate prudente ed abbiate cura di voi”.
Lǚ Bú le rispose :“Non preoccuparti. Ho con me la mia alabarda a tre punte ed il mio stallone fulvo. Chi oserebbe affrontarmi?”, ma, quando più tardi incontrò Chén Gōng, gli disse: “Non è vero che il nemico scarseggi di provviste. Questa voce è soltanto uno dei tanti trucchi di Cāo. Perciò ritengo più prudente non muovermi”.
“Moriremo e non avremo nemmeno una tomba” sospirò Chén Gōng mentre si allontanava.
XXI. In seguito Lǚ Bú trascorse giornate intere senza uscire di casa, in compagnia della signora Yán e di Diāo Chán, bevendo per dimenticare le proprie disgrazie.
Due suoi consiglieri, Xŭ Sì e Wáng Kăi, andarono a trovarlo e gli dissero:” Yuán Shù, che controlla la regione a sud del fiume Huái, è in questo momento molto potente. Voi, Generale, avevate trattato con lui per un matrimonio tra vostra figlia e suo figlio. Perché non riprendere contatto ora? Se le sue truppe venissero in nostro soccorso, si potrebbe attaccare Cāo su due fronti e non sarebbe difficile sconfiggerlo.”
Lǚ Bú approvò il piano e, quel giorno stesso, scrisse una lettera a Yuán Shù, incaricando i due consiglieri di recapitargliela.
Xŭ Sì osservò che sarebbe stata necessaria una forte scorta per aprirsi un varco tra i nemici.
Allora Lǚ Bú ordinò a Zhāng Liáo e Hăo Méng di prendere con sé mille soldati e di scortare i messaggeri al di là delle linee nemiche.
XXII. Durante il secondo turno di guardia della notte, Xŭ Sì e Wáng Kăi uscirono dalla città e si misero in cammino, scortati da Zhāng Liáo, che con le sue truppe apriva la strada, e da Hăo Méng, che con i suoi soldati formava la retroguardia.
Passarono in silenzio accanto all’accampamento di Liú Bèi, senza che nessuno dei comandanti nemici si accorgesse della loro presenza, e si ritrovarono al di là delle linee nemiche.
A questo punto, Hăo Méng, con cinquecento uomini, proseguì il cammino insieme a Xŭ Sì e Wáng Kăi. Zhāng Liáo, che, con l’altra metà della scorta, stava ritornando a Xiàpī, trovò Guān Yŭ a sbarrargli il passo, ma prima che si giungesse ad uno scontro, Gāo Shùn fece una sortita per venirgli in aiuto e gli permise di rientrare sano e salvo in città.
XXIII.I due messaggeri raggiunsero Shòuchūn, si presentarono a Yuán Shù e gli consegnarono la lettera.
“Che cosa significa questo?” esclamò Shù “Prima, quando io gli avevo proposto il matrimonio tra i nostri figli, ha fatto uccidere il mio inviato ed ora torna a sottopormi la stessa idea!”.
“Vostra Eccellenza ci permetta di spiegargli che quell’atto fu un errore dovuto agli intrighi di Cáo Cāo” gli rispose Xŭ Sì.
“Credete davvero che, se il vostro capo non avesse paura dei soldati di Cáo, sarebbe disposto ad offrirmi sua figlia?” gli rispose Shù.
“Se Vostra Eccellenza non ci aiuta, subirà la stessa sorte (7) che oggi incombe su Lǚ Bú ed andrà incontro alla propria rovina” intervenne Wáng Kăi”.
“Lǚ Bú è uno che cambia idea ad ogni momento e di cui non posso avere fiducia. Quando mi avrà mandato la fanciulla, gli manderò i miei soldati” dichiarò Shù.
Ai due messaggeri non rimase altro da fare che prendere congedo e incamminarsi con Hăo Méng sulla via del ritorno.
Quando giunsero nei pressi dell’accampamento di Liú Bèi, Xŭ Sì disse: “È impossibile passare di giorno. Quando sarà notte avanzata, noi due andremo avanti per primi e il generale Hăo ci coprirà le spalle".
XXIV. Una volta presa la decisione, Xŭ Sì e Wáng Kăi si avventurarono per primi di notte passando di nascosto accanto al campo di Liú Bèi. Hăo Méng li seguì, ma, proprio mentre stava passando, Zhāng Fēi uscì dall’accampamento e gli bloccò la strada. Hăo Méng venne disarcionato al primo assalto e fu catturato, mentre i suoi cinquecento uomini venivano uccisi o si disperdevano.
Zhāng Fēi condusse il prigioniero da Liú Bèi, che lo inviò sotto scorta all’accampamento principale, da Cáo Cāo.
Interrogato, Hăo Méng confessò che era andato a proporre un’alleanza matrimoniale a Yuán Shù per conto di Lǚ Bú .
Cāo si adirò grandemente e ordinò che Hăo Méng fosse giustiziato dinanzi alla porta principale dell’accampamento, poi inviò messaggeri in ciascun accampamento a dare istruzioni che fosse esercitata la massima vigilanza, minacciando di punire ai sensi del codice militare di guerra chiunque avesse permesso che Lǚ Bú contattasse altri capi militari. Nel sentir ciò, tutti I soldati furono colti dallo spavento.
XXV. Ritornato al proprio accampamento Liú Bèi riferì le istruzioni di Cāo a Gŭan e Zhāng, dicendo loro: “Poiché siamo proprio noi a controllare il punto di passaggio più importante verso la regione a sud del fiume Huái, voi due, fratelli miei, dovrete vigilare in tutti i modi e con la massima attenzione affinché siano rispettati gli ordini del comandante”.
“Abbiamo appena catturato uno dei capi ribelli “sbottò Zhāng Fēi” ed ecco che Cáo Cāo, invece di concederci una bella ricompensa, ci minaccia ancora. Come è possibile?”.
“Non lamentatevi! “ rispose Liú Bèi “Cáo Cāo è a capo di un grande esercito. Come potrebbe comandarlo, se non desse ordini? Vi conviene obbedire, fratelli miei.”
I due promisero obbedienza e si ritirarono.
XXVI. Nel frattempo, Xŭ Sì e Wáng Kăi avevano riferito a Lǚ Bú la risposta di Yuán Shù: avrebbe inviato i suoi soldati soltanto dopo aver visto la fanciulla.
“Come faremo a mandargliela?” domandò Lǚ Bú .
“È questo il problema!” gli rispose Xŭ Sì “La cattura di Hăo Méng significa che ormai Cāo conosce i nostri piani ed è pronto ad ostacolarli. Se voi, Generale, non scorterete personalmente vostra figlia, chi altro potrà sperare di rompere un accerchiamento così stretto?”
“Potrei tentare già oggi. Che ne pensi?” gli chiese Lǚ Bú.
“Oggi non si può fare, perché è un giorno nefasto. (8)” gli rispose Xŭ Sì “ Domani, invece, sarà un giorno particolarmente propizio, in special modo tra l’ora del cane e l’ora del maiale.” (9)
Allora Lǚ Bú ordinò a Zhāng Liáo e Gāo Shùn: “Raccogliete tremila uomini e fate preparare una carrozza leggera. Io vi accompagnerò personalmente per le prime cinquanta miglia, poi potrete continuare da soli il viaggio fino a destinazione”.
XXVII. La sera del giorno seguente, un po’ prima della mezzanotte, Lǚ Bú avvolse la figlia in soffici abiti ovattati e le fece indossare una cotta di maglia, poi se la mise sulle spalle e, impugnata la sua alabarda, montò a cavallo. La porta della città fu aperta e Lǚ Bú ne uscì per primo, seguito da Zhāng Liáo e Gāo Shùn. Quando passarono accanto all’accampamento di Liú Bèi, si sentirono all’improvviso rullare i tamburi e Gŭan e Zhāng sbarrarono loro la strada, urlando a gran voce: “Fermatevi!”.
Lǚ Bú non aveva alcuna voglia di dare battaglia. Egli cercava solo di aprirsi un varco per poter proseguire il suo cammino, ma Liú Bèi lo affrontò con le sue truppe e lo impegnò in combattimento. Per quanto fosse coraggioso, Lǚ Bú portava la figlia legata alla schiena, e la sua principale preoccupazione era di evitare che fosse ferita, cosicché non osava gettarsi nella mischia per rompere l’accerchiamento.
Nel frattempo erano apparsi alle sue spalle Xú Huăng e Xŭ Chŭ (10), che lo attaccarono urlando a gran voce: “Non lasciatelo scappare!”.
XXVIII. Poiché questi nuovi nemici si avvicinavano rapidamente, a Lǚ Bú non rimase altro da fare che ritirarsi e ritornare in città.
Liú Bèi, Xú Huăng e gli altri rientrarono ciascuno nel proprio accampamento, soddisfatti che nemmeno una persona fosse riuscita a passare.
In città Lǚ Bú, avvilito e depresso, cercò nel vino una consolazione alle sue disgrazie.
XXIX. Trascorsero due mesi e la città resisteva ancora quando giunse, all’improvviso, la notizia che Zhāng Yáng, il governatore di Hénèi, s’era spostato con le sue truppe a Dōngshì nell’intento di portare soccorso a Lǚ Bú, ma era stato ucciso dal suo subordinato Yáng Chŏu, il quale voleva portarne la testa al primo ministro. Tuttavia Yáng Chŏu era stato a sua volta ucciso da un generale fedele a Zhāng Yáng, Suī Gù, che aveva ricondotto le truppe a Quănchéng.
Sentito ciò, Cāo inviò subito Shĭ Huàn all’inseguimento di Suī Gù con l’ordine di affrontarlo e di ucciderlo, poi, chiamati a consiglio tutti i suoi generali, disse loro: ”Zhāng Yáng, per nostra fortuna, è stato ucciso, ma, al nord, c`è ancora Yuán Shào che ci dà fastidio, mentre, ad est, dobbiamo preoccuparci di Liú Biào e di Zhāng Xiù. Stiamo assediando Xiàpī da tempo e senza successo. Avrei intenzione di lasciar perdere Lǚ Bú e di tornare alla capitale, rinunciando per il momento ad una soluzione militare. Qual è il vostro parere?”.
Xún Yōu si oppose subito con decisione all’idea di ritirarsi: “ Non sono d’accordo. Lǚ Bú è stato ripetutamente sconfitto ed è demoralizzato. Il morale di un esercito dipende da quello del suo comandante: se il generale non ha più voglia di lottare anche i soldati non hanno più voglia di battersi. Chén Gōng è senza dubbio una persona capace di elaborare una strategia, ma ormai è tardi: Lǚ Bú non è più in grado di riprendersi dal suo abbattimento e i piani di Chén Gōng risulteranno inutili. Attacchiamo con forza e Lǚ Bú cadrà nelle nostre mani.”
Intervenne allora Guō Jiā: “Io avrei un piano che sarebbe meglio di cento divisioni per far cadere Xiàpī.”
“Non si tratterebbe per caso di deviare le acque dei fiumi Yí e Sì ?“ domandò Xún Yōu.
“È proprio ciò che intendevo proporre.” gli rispose Guō Jiā.
XXX. Cāo accettò volentieri il suggerimento e diede ordine ai suoi uomini di rompere gli argini dei due fiumi per deviarne il corso, poi, ritiratosi con l’intero esercito sulle alture, guardò come le acque sommergevano Xiàpī. Di tutta la città, soltanto il quartiere della porta orientale rimase all’asciutto; tutti gli altri quartieri furono inondati.
Quando i soldati corsero ad avvertirlo, Lǚ Bú non si scompose: “Il mio stallone fulvo si muove nell’acqua proprio come galoppa sul terreno asciutto. Di che cosa dovrei aver paura?”. Detto ciò, per consolarsi, ritornò a bere del buon vino con la moglie e le concubine.
A poco a poco, le continue bevute lo ridussero in uno stato pietoso.
Un giorno, guardandosi allo specchio, Lǚ Bú si spaventò. ”Sto diventando un ubriacone” si disse e promise a sé stesso: “ Da oggi basta con il bere!”.
In seguito ordinò che chiunque fosse stato sorpreso a bere in città fosse giustiziato.
XXXI. Ora accadde che un subordinato rubò quindici cavalli a Hóu Chéng, uno dei generali di Lǚ Bú, con l’intenzione di portarli a Liú Bèi. Hóu Chéng, venuto a saperlo, inseguì il traditore, lo uccise e recuperò i cavalli, ricevendo per questo fatto le congratulazioni dei colleghi. Egli fece allora distillare cinque o sei barilotti (11) di vino per festeggiare l’impresa con i suoi amici.
Temendo di essere punito da Lǚ Bú, Hóu Chéng si premurò innanzitutto di inviare alla residenza di quest’ultimo cinque bottiglie di vino accompagnate da una supplica redatta nei seguenti termini: “Generale, spronato dal vostro valore (12), sono riuscito a recuperare i miei cavalli. Poiché i miei colleghi sono venuti tutti a congratularsi con me, ho fatto distillare un po’di vino per far festa insieme, ma non oso berlo senza prima averne offerto a Vostra Eccellenza ed avervi umilmente informato”.
XXXII. Lǚ Bú la prese molto male. “Io ho proibito di bere vino “esclamò” ma tu hai distillato dell’alcool e vuoi far festa infischiandotene dei miei ordini” e comandò che fosse arrestato e giustiziato. Sòng Xiàn, Wèi Xù ed altri generali intervennero per implorare clemenza. Lǚ Bú cedette: “Hai disubbidito ai miei ordini e dovresti essere decapitato, ma, viste le suppliche dei tuoi colleghi, sarai punito con cento frustate”. Gli altri generali invocarono ancora pietà per Hóu Chéng, ma ottennero soltanto che i colpi di frusta sulla schiena fossero ridotti a cinquanta. Subita la punizione, il colpevole venne lasciato andare. Gli altri generali furono assai scossi da ciò che era successo.
XXXIII. Quando Sòng Xiàn e Wèi Xù si recarono a casa sua a consolarlo, Hóu Chéng disse loro: “ Se non fosse stato per voi, a quest’ora sarei morto”.
“Lǚ Bú pensa solo alle sue donne e ci tratta come immondizia” osservò Xiàn.
“Il nemico circonda la città, l’acqua ha raggiunto il bordo dei fossati. Rischiamo la fine da un giorno all’altro” aggiunse Xù.
“Lǚ Bú è un individuo che non ha né il senso dell’umanità né il senso della giustizia. Dovremmo lasciarlo al suo destino ed andarcene. Che ne dite? ”domandò Xiàn.
“È anche un uomo che non ha più nerbo.”concluse Xù “Che ne direste di impadronirci di lui e di consegnarlo a Cāo?”
“Lǚ Bú mi ha biasimato perché avevo recuperato i miei cavalli, ma lui dipende in tutto e per tutto dal suo stallone fulvo” commentò Hóu Chéng e propose: “Voi due impegnatevi a lasciare aperta una porta della città e poi ad impadronirvi di Lǚ Bú. Io prenderò il cavallo e lo porterò al campo di Cāo”.
XXXIV. Una volta che i tre ebbero fissato i dettagli del complotto, quella stessa notte Hóu Chéng si introdusse di nascosto nelle scuderie, rubò lo stallone fulvo e galoppò verso la porta orientale della città.
Wèi Xù che aveva lasciato deliberatamente aperta la porta perché Chéng potesse fuggire, fece appena finta di inseguirlo.
Giunto all’accampamento nemico, Hóu Chéng si presentò a Cáo Cāo e gli offrì il cavallo, informandolo che Sòng Xiàn e Wèi Xù erano disposti ad aprirgli le porte della città, issando bandiere bianche sulle mura in segno di resa.
Sentito ciò, Cāo fece scrivere un messaggio e lo fece attaccare ad una dozzina di frecce che furono subito scagliate in città.
Il tenore del messaggio era il seguente: “Il reggente dell’Impero, generale Cāo, ha ricevuto dall’Imperatore un preciso ordine di annientare Lǚ Bú. Chiunque gli si opponga sarà messo a morte dinanzi alle porte di Xiàpī, il giorno in cui la città sarà presa. Chiunque, ufficiale o semplice cittadino, riuscirà a catturare vivo Lǚ Bú o a portarcene la testa, sarà lautamente ricompensato.Fate circolare questo messaggio affinché tutti ne prendano conoscenza”.
XXXV. All’alba del giorno seguente un tremendo clamore si levò fuori della città. Lǚ Bú, spaventato, impugnò l’alabarda e corse alle mura.
Mentre ispezionava le varie porte, rimproverò Wèi Xù per aver lasciato fuggire Hóu Chéng con il suo cavallo e minacciò di punirlo, ma, proprio in quel momento, i soldati di Cāo videro che delle bandiere bianche erano state issate sulle mura e si lanciarono all’attacco.
Lǚ Bú dovette gettarsi di persona nella mischia per respingere l’assalto.
Si combattè senza sosta dall’alba fino a mezzogiorno, quando i soldati di Cāo si ritirarono.
Lǚ Bú, esausto, si prese un attimo di riposo nella torre accanto ad una delle porte della città e si addormentò, tutto vestito, su una sedia. Allora, Sòng Xiàn, fatti allontanare gli attendenti di Lǚ Bú, gli portò via l’alabarda, poi, aiutato da Wèi Xù, gli saltò addosso e lo legò strettamente con delle corde in modo che non potesse più muoversi.
XXXVI. Lǚ Bú, destatosi di botto, chiamò in soccorso le sue guardie del corpo, ma queste vennero uccise o messe in fuga dai due traditori e dai loro uomini.
Una bandiera bianca fu poi issata sugli spalti e i soldati di Cāo si avvicinarono alla città.
Wèi Xù urlò loro: “Abbiamo catturato Lǚ Bú”, ma Xiàhóu Yuān non gli credette finché Sòng Xiàn non gettò giù dalle mura la famosa alabarda.
Allora le porte furono spalancate e i soldati di Cāo irruppero nella città.
Gāo Shùn e Zhāng Liáo, che erano stazionati con i loro uomini presso la porta occidentale della città, furono ostacolati nei loro movimenti dall’acqua che li circondava e vennero catturati dalle truppe di Cāo.
Chén Gōng corse verso la porta meridionale, ma fu preso prigioniero da Xú Hŭang.
XXXVII. Cáo Cāo entrò in città e diede subito ordine di ripristinare il corso naturale dei due fiumi. Rivolse anche un proclama alla popolazione per tranquillizzarla, poi, insieme con Liú Bèi, sedette in cima alla Torre della Porta Bianca, mentre Guān e Zhāng stavano in piedi alle loro spalle.
Furono condotti alla loro presenza i prigionieri. Lǚ Bù, sebbene fosse un uomo d’alta statura, appariva come raggomitolato a causa delle corde che lo tenevano strettamente avvinto e che non gli permettevano di raddrizzarsi.
Lǚ Bù, implorò: “Allentatemi le corde, vi supplico!”, ma Cāo gli rispose: “La prudenza impone di legare bene le tigri”.(13)
Scorgendo tra i presenti Hóu Chéng, Wèi Xù e Sòng Xiàn, Lǚ Bù esclamò: “ Sono sempre stato generoso con voi. Perché mi avete tradito?”.
“Ascoltavi i suggerimenti delle tue donne anziché i consigli dei tuoi generali.” gli rispose Sòng Xiàn” Non ti sembra che ciò manifestasse il tuo disprezzo verso di noi ?”.
XXXVIII. Lǚ Bù rimase in silenzio.
Dopo di lui i soldati spinsero avanti Gāo Shùn, al quale Cāo domandò se avesse qualcosa da dire, senza ottenerne risposta. Adirato, Cāo ordinò che fosse immediatamente messo a morte.
A Chén Gōng, che gli fu condotto dinanzi da Xú Huăng, Cāo disse:” Spero che tu sia stato bene da quando abbiamo preso strade diverse, mio caro”.
“T’ho lasciato perché il tuo animo è malvagio” gli rispose Gōng.
“Mi hai lasciato perché ero malvagio” replicò Cāo “, ma poi la tua coscienza non ti ha impedito di metterti al servizio di Lǚ Bù”.
“Lǚ Bù ha dimostrato di essere un inetto, lo riconosco, “ribattè Gong” ma non può certo gareggiare con te per doppiezza e tradimento”.
“Tu, invece, che sei una persona abile e intelligente, vedi come ti sei ridotto?” lo schernì Cāo.
Allora, indicando Lǚ Bù, Gōng disse: “È un vero peccato che quest’uomo non abbia voluto seguire i miei consigli. Se lo avesse fatto, non sarebbe tuo prigioniero.
XXXIX. “Veniamo al dunque.” concluse Cāo “Adesso, che cosa dovrei fare di te?”.
“Devi farmi giustiziare e basta” gli rispose Gōng senza batter ciglio.
“Tu non ti preoccupi della tua sorte e va bene, ma hai pensato alla tua vecchia madre e alla tua famiglia?” gli domandò Cāo.
Gōng gli rispose:” Si dice che chi governa seguendo i principi della pietà filiale non infierisce sui familiari dei condannati a morte e si insegna che chi regge un paese ispirandosi alla virtù dell’umanità non rende impossibile il culto dei defunti. (14) La vita di mia madre, di mia moglie e dei miei figli dipendono da te. Io sono tuo prigioniero. Ti prego, fammi subito uccidere, senza giocare con i miei sentimenti”.
XL. Cāo avrebbe ancora voluto fargli grazia, ma Gōng si voltò e scese giù dalla torre, respingendo con risolutezza coloro che cercavano di trattenerlo. Allora Cāo si alzò e lo accompagnò piangendo, ma Gōng non lo degnò di uno sguardo.
Voltandosi verso i suoi attendenti, Cāo ordinò: “Disponete che la madre, la moglie e i figli del signor Chén siano ricondotti alla capitale e che si provveda al loro mantenimento. Ogni negligenza nell’eseguire quest’ordine sarà punita con la morte.”
Il condannato udì queste parole, ma non aprì bocca e porse il collo per ricevere il colpo fatale. Tutti i presenti avevano gli occhi pieni di lacrime. Cāo comandò che il suo corpo fosse decorosamente composto in una bara e seppellito nella capitale.
XLI. I posteri composero in onore di Chén Gōng una poesia che dice:
“Vita o morte non fece differenza.
Che uomo di valore! Quale eroe!
Non furono seguiti i suoi consigli,
andò sprecato tutto il suo talento,
ma per restar fedele al suo signore
rinunciò alla famiglia. Che tristezza!
Chi potrebbe eguagliare il suo coraggio
quando morì presso la Porta Bianca?
XLII. Mentre Cāo accompagnava Chén Gōng al supplizio, Lǚ Bù si rivolse a Liú Bèi: “ Tu sei ora un ospite onorato, io invece non sono che un povero prigioniero. Non potresti dire una parola al primo ministro per invocare clemenza in mio favore?”.
Liú Bèi accennò di sì con la testa.
Quando Cāo ritornò a sedersi, Lǚ Bù gli disse: “La sola preoccupazione di Vostra Eccellenza ero io, che ora sono pronto a servirvi. Voi sarete il comandante supremo ed io sarò il vostro secondo. Con il mio aiuto non avrete difficoltà a reggere l’Impero”.
“Che cosa ne pensate?” domandò Cāo a Liú Bèi.
“Vostra Eccellenza ha dimenticato che cosa è successo a Dīng Jiànyáng e a Dŏng Zhuō? gli rispose Liú Bèi. (15)
“Sei davvero uno di cui non ci si può fidare.”esclamò allora Lǚ Bù guardando negli occhi LIú Bèi.
Cāo ordinò di condurre il prigioniero ai piedi della torre e di impiccarlo.
Lǚ Bù si girò verso Liú Bèi e gli disse: “Orecchiuto! Non ti ricordi più quando scagliai la freccia all’entrata dell’accampamento?”(16)
XLIII. Proprio in quel momento qualcuno urlò:” Sei un poveraccio, Lǚ Bù! La morte non è poi una gran cosa, e tu ne hai paura?”.
Tutti si voltarono a guardare chi aveva urlato. Era Zhāng Liáo, che le guardie stavano portando dinanzi a Cāo.
Quest’ultimo dispose che, dopo l’impiccagione, la testa di Lǚ Bù fosse esposta al pubblico.
XLIV. Alcune poesie furono poi composte su questi avvenimenti.
Una di esse recita:
“L’acqua inonda la città e la sommerge.
Il giorno in cui Lǚ Bù fu catturato,
a nulla gli valse il fulvo stallone
né la sua formidabile alabarda.
La tigre incatenata ora ha paura,
il falco non si sazia più di carne. (17)
Preferì la moglie ai consigli di Chén Gōng.
Non serve ora insultare l’orecchiuto.”
Un’altra è del seguente tenore:
“La tigre famelica non va più a caccia,
è in catene la mangiatrice di uomini.
Fresco ancora il sangue delle sue vittime,
di quelli che ha ucciso: Dīng Yuán e Dŏng Zhuō.
Liú Bèi sapeva che Bù era un assassino
capace di ammazzare il proprio padre.
Avrebbe dovuto cercare di salvarlo
in modo che potesse uccidere anche Cāo?”.
XLV. Ritorniamo ora a Zhāng Liáo, che le guardie stavano conducendo al supplizio.
Cāo, indicandolo col dito, osservò: “Mi sembra di aver già visto quest’uomo”.
“Lo credo bene che tu non mi abbia dimenticato.” gli rispose Liáo “ Ci siamo già incontrati a Púyáng.”
“Te ne ricordi anche tu, allora” disse Cāo.
“È un vero peccato” esclamò Liáo.
“Che cos`è un vero peccato?”.
“È un vero peccato che quel giorno tu non sia morto in mezzo alle fiamme, farabutto!”. (18)
Cāo fu colto da una grande rabbia e, urlando: “Sei stato sconfitto ed osi ancora insultarmi?”, sguainò la spada per colpirlo.
Senza mostrare alcun segno di paura, Liáo porse il collo aspettando il colpo mortale, ma un attendente che stava alle spalle di Cāo trattenne il braccio di quest’ultimo ed un altro gli si gettò ai piedi dicendo: “Oh, Primo ministro! Vi imploro, non uccidetelo!”.
In conclusione:
“Lǚ Bù perì nonostante le suppliche,
Zhāng Liáo si salvò nonostante gli insulti”.
Che cosa salvò Zhāng Liáo? Lo sapremo leggendo il prossimo capitolo.
NOTE
1) Ho tradotto i termini (妻 小 “qīxiăo” e 妻 子 “qīzĭ”) con “mogli e figli”, perché, conformemente all’uso dei notabili del tempo, anche Liú Bèi aveva più di una “moglie”, tra consorte ufficiale e concubine.
2) L’episodio della freccia è raccontato nei paragrafi VIII, IX e X del sedicesimo capitolo.
3) Liù Bèi chiama “fratelli” Guān Yŭ e Zhāng Fēi perché, come risulta dal paragrafo XII del primo capitolo, i tre avevano giurato di rimanere uniti per tutta la vita “come fratelli”.
4) Il termine cinese 連 寫 (“liánxiē”) significa “scrivere qualcosa tutto attaccato senza spaziature né interlinee”. Il biglietto che si poteva legare ad una freccia era infatti di dimensioni molto piccole.
5) L’episodio è raccontato nell ‘undicesimo capitolo, paragrafo XXI.
6 ) L’espressione idiomatica 前程萬里 (“qián chéng wàn lĭ”), cioè “un grande cammino nel futuro” è usata per indicare che una persona è destinata ad avere una grande carriera e a compiere gloriose imprese.
7) Il concetto è espresso con una frase idiomatica: “Quando le labbra non ci sono più, i denti hanno freddo”( 脣亡齒寒 “ chún wáng chǐ hán”)
8) Letteralmente “sta di guardia un demone malvagio”( 凶神值日 “xiōngshén zhí rì”).
9) Nell’antica ripartizione delle ore della giornata, l’”ora del cane”( 戌時 “xūshí”) andava dalle 19 alle 21, mentre l”ora del maiale” (亥時“hàishí”) andava dalle 21 alle 23. Il periodo coperto da queste due ore andava quindi dal tramonto alla mezzanotte.
11) Ho tradotto con “barilotto” Il termine 斛(“hú”), che designa un volume di circa 50 litri.
12) Il riferimento al valore di Lǚ Bú appare qui come una semplice “captatio benevolentiae”, volta ad ottenere una risposta positiva.
13) Lǚ Bù era conosciuto con il soprannome di “tigre” per il suo coraggio e la sua ferocia.
14) Se avesse sterminato o lasciato morire di fame la famiglia di Chén Gōng, Cāo avrebbe impedito a quest’ultimo di ricevere in futuro dai discendenti quegli onori funebri che presso i Cinesi costituiscono un vero e proprio “culto degli antenati”.
15) Dīng Yuán 丁原 , il cui nome di cortesia era Jiányáng 建陽, e, più tardi, Dŏng Zhuō 董卓 erano stati entrambi uccisi a tradimento da Lǚ Bù quando questi era al loro servizio. La fedeltà di Lǚ Bù ai suoi superiori poteva quindi essere messa largamente in dubbio.
16) Liú Bèi aveva grandi orecchie, caratteristica che nelle credenze popolari era considerata simbolo di astuzia, doppiezza e mancanza di scrupoli. Il termine è qui manifestamente inteso come un insulto.
17) La poesia si riferisce al fatto che, una volta, Cāo , riferendosi a Lǚ Bù, lo aveva paragonato ad un falco affamato che va sempre a caccia di prede finché non è sazio.
18) L’episodio è narrato nel capitolo XII, paragrafo VIII. Cāo, sconfitto a Púyáng, si era salvato a malapena, fuggendo a cavallo dalla città in fiamme, ma aveva riportato alcune bruciature.
《三国演义》第十九回 下邳城曹操鏖兵 白门楼吕布殒命
却说高顺引张辽击关公寨,吕布自击张飞寨,关、张各出迎战,玄德引兵两路接应。吕 布分军从背后杀来,关、张两军皆溃,玄德引数十骑奔回沛城。吕布赶来,玄德急唤城上军 士放下吊桥。吕布随后也到。城上欲待放箭,又恐射了玄德。被吕布乘势杀入城门,把门将 士,抵敌不住,都四散奔避。吕布招军入城。玄德见势已急,到家不及,只得弃了妻小,穿 城而过,走出西门,匹马逃难,吕布赶到玄德家中,糜竺出迎,告布曰:“吾闻大丈夫不废 人之妻子。今与将军争天下者,曹公耳。玄德常念辕门射赖之恩,不敢背将军也。今不得已 而投曹公,惟将军怜之。”布曰:“吾与玄德旧交,岂忍害他妻子。”便令糜竺引玄德妻 小,去徐州安置。布自引军投山东兖州境上,留高顺、张辽守小沛。此时孙乾已逃出城外。 关、张二人亦各自收得些人马,往山中住扎。 且说玄德匹马逃难,正行间,背后一人赶至,视之乃孙乾也。玄德曰:“吾今两弟不知 存亡,妻小失散,为之奈何?”孙乾曰:“不若且投曹操,以图后计。”玄德依言,寻小路 投许都。途次绝粮,尝往村中求食。但到处,闻刘豫州,皆争进饮食。一日,到一家投宿, 其家一少年出拜,问其姓名,乃猎户刘安也。当下刘安闻豫州牧至,欲寻野味供食,一时不 能得,乃杀其妻以食之。玄值曰:“此何肉也?”安曰:“乃狼肉也。”玄德不疑,乃饱食 了一顿,天晚就宿。至晓将去,往后院取马,忽见一妇人杀于厨下,臂上肉已都割去。玄德 惊问,方知昨夜食者,乃其妻之肉也。玄德不胜伤感,洒泪上马。刘安告玄德曰:“本欲相 随使君,因老母在堂,未敢远行。”玄德称谢而别,取路出梁城。忽见尘头蔽日,一彪大军 来到。玄德知是曹操之军,同孙乾径至中军旗下,与曹操相见,具说失沛城、散二弟、陷妻 小之事。操亦为之下泪。又说刘安杀妻为食之事,操乃令孙乾以金百两往赐之。 军行至济北,夏侯渊等迎接入寨,备言兄夏侯惇损其一目,卧病未痊。操临卧处视之, 令先回许都调理。一面使人打探吕布现在何处。探马回报云:“吕布与陈宫、臧霸结连泰山 贼寇,共攻兖州诸郡。”操即令曹仁引三千兵打沛城;操亲提大军,与玄德来战吕布。前至 山东,路近萧关,正遇泰山寇孙观、吴敦、尹礼、昌豨领兵三万余拦住去路。操令许褚迎 战,四将一齐出马。许褚奋力死战,四将抵敌不住,各自败走。操乘势掩杀,追至萧关。探 马飞报吕布。 时布已回徐州,欲同陈登往救小沛,令陈珪守徐州。陈登临行,珪谓之曰:“昔曹公曾 言东方事尽付与汝。今布将败,可便图之。”登曰:“外面之事,儿自为之;倘布败回,父 亲便请糜竺一同守城,休放布入,儿自有脱身之计。”珪曰:“布妻小在此,心腹颇多,为 之奈何?”登曰:“儿亦有计了。”乃入见吕布曰:“徐州四面受敌,操必力攻,我当先思 退步:可将钱粮移于下邳,倘徐州被围,下邳有粮可救。主公盍早为计?”布曰:“元龙之 言甚善。吾当并妻小移去。”遂令宋宪、魏续保护妻小与钱粮移屯下邳;一面自引军与陈登 往救萧关。到半路,登曰:“容某先到关探曹操虚实,主公方可行。”布许之,登乃先到关 上。陈宫等接见。登曰:“温侯深怪公等不肯向前,要来责罚”。宫曰:“今曹兵势大,未 可轻敌。吾等紧守关隘,可劝主公深保沛城,乃为上策。”陈登唯唯。至晚,上关而望,见 曹兵直逼关下,乃乘夜连写三封书,拴在箭上,射下关去。次日辞了陈宫,飞马来见吕布 曰:“关上孙观等皆欲献关,某已留下陈宫守把,将军可于黄昏时杀去救应。”布曰:“非 公则此关休矣。”便教陈登飞骑先至关,约陈宫为内应,举火为号。登径往报宫曰:“曹兵 已抄小路到关内,恐徐州有失。公等宜急回。”宫遂引众弃关而走。登就关上放起火来。吕 布乘黑杀至,陈宫军和吕布军在黑暗里自相掩杀。曹兵望见号火,一齐杀到,乘势攻击。孙 观等各自四散逃避去了。吕布直杀到天明,方知是计;急与陈宫回徐州。到得城边叫门时, 城上乱箭射下。糜竺在敌楼上喝曰:“汝夺吾主城池,今当仍还吾主,汝不得复入此城 也。”布大怒曰:“陈珪何在?”竺曰:“吾已杀之矣”。布回顾宫曰:“陈登安在?”宫 曰:“将军尚执迷而问此佞贼乎?”布令遍寻军中,却只不见。宫劝布急投小沛,布从之。 行至半路,只见一彪军骤至,视之,乃高顺、张辽也。布问之,答曰:“陈登来报说主公被 围,令某等急来救解。”宫曰:“此又佞贼之计也。”布怒曰:“吾必杀此贼!”急驱马至 小沛。只见小沛城上尽插曹兵旗号。原来曹操已令曹仁袭了城池,引军守把。吕布于城下大 骂陈登。登在城上指布骂曰:“吾乃汉臣,安肯事汝反贼耶!”布大怒,正待攻城,忽听背 后喊声大起,一队人马来到,当先一将乃是张飞。高顺出马迎敌,不能取胜。布亲自接战。 正斗间,阵外喊声复起,曹操亲统大军冲杀前来。吕布料难抵敌,引军东走。曹兵随后追 赶。吕布走得人困马乏。忽又闪出一彪军拦住去路,为首一将,立马横刀,大喝:“吕布休 走!关云长在此!”吕布慌忙接战。背后张飞赶来。布无心恋战,与陈宫等杀开条路,径奔 下邳。侯成引兵接应去了。 关、张相见,各洒泪言失散之事。云长曰:“我在海州路上住扎,探得消息,故来至 此。”张飞曰:“弟在芒砀山住了这几时,今日幸得相遇。”两个叙话毕,一同引兵来见玄 德,哭拜于地。玄德悲喜交集,引二人见曹操,便随操入徐州。糜竺接见,具言家属无恙, 玄德甚喜。陈珪父子亦来参拜曹操。操设一大宴,犒劳诸将。操自居中,使陈珪居右、玄德 居左。其余将士,各依次坐。宴罢,操嘉陈珪父子之功,加封十县之禄,授登为伏波将军。 且说曹操得了徐州,心中大喜,商议起兵攻下邳。程昱曰:“布今止有下邳一城,若逼之太 急,必死战而投袁术矣。布与术合,其势难攻。今可使能事者守住淮南径路,内防吕布,外 当袁术。况今山东尚有臧霸、孙观之徒未曾归顺,防之亦不可忽也。”操曰:“吾自当山东 诸路。其淮南径路,请玄德当之。”玄德曰:“丞相将令,安敢有违。”次日,玄德留糜 竺、简雍在徐州,带孙乾、关、张引军住守淮南径路。曹操自引兵攻下邳。且说吕布在下 邳,自恃粮食足备,且有泗水之险,安心坐守,可保无虞。陈宫曰:“今操兵方来,可乘其 寨栅未定,以逸击劳,无不胜者。”布曰:“吾方屡败,不可轻出。待其来攻而后击之,皆 落泗水矣。”遂不听陈宫之言。过数日,曹兵下寨已定。操统众将至城下,大叫吕布答话, 布上城而立,操谓布曰:“闻奉先又欲结婚袁术,吾故领兵至此。夫术有反逆大罪,而公有 讨董卓之功,今何自弃其前功而从逆贼耶?倘城池一破,悔之晚矣!若早来降,共扶王室, 当不失封侯之位。”布曰:“丞相且退,尚容商议。”陈宫在布侧大骂曹操奸贼,一箭射中 其麾盖。操指宫恨曰:“吾誓杀汝!”遂引兵攻城。宫谓布曰:“曹操远来,势不能久。将 军可以步骑出屯于外,宫将余众闭守于内;操若攻将军,宫引兵击其背;若来攻城,将军为 救于后;不过旬日,操军食尽,可一鼓而破;此乃掎角之势也。”布曰:“公言极是。”遂 归府收拾戎装。时方冬寒,分付从人多带绵衣,布妻严氏闻之,出问曰:“君欲何往?”布 告以陈宫之谋。严氏曰:“君委全城,捐妻子,孤军远出,倘一旦有变,妾岂得为将军之妻 乎?”布踌躇未决,三日不出。宫入见曰:“操军四面围城,若不早出,必受其困。”布 曰:“吾思远出不如坚守。”宫曰:“近闻操军粮少,遣人往许都去取,早晚将至。将军可 引精兵往断其粮道。此计大妙。”布然其言,复入内对严氏说知此事。严氏泣曰:“将军若 出,陈宫、高顺安能坚守城池?倘有差失,悔无及矣!妾昔在长安,已为将军所弃,幸赖庞 舒私藏妾身,再得与将军相聚;孰知今又弃妾而去乎?将军前程万里,请勿以妾为念!”言 罢痛哭。布闻言愁闷不决,入告貂蝉。貂蝉曰:“将军与妾作主,勿轻身自出。”布曰: “汝无忧虑。吾有画戟、赤兔马,谁敢近我!”乃出谓陈宫曰:“操军粮至者,诈也。操多 诡计,吾未敢动。”宫出,叹曰:“吾等死无葬身之地矣!”布于是终日不出,只同严氏、 貂蝉饮酒解闷。 谋士许汜、王楷入见布,进计曰:今袁术在淮南,声势大振。将军旧曾与彼约婚,今何 不仍求之?彼兵若至,内外夹攻,操不难破也。布从其计,即日修书,就着二人前去。许汜 曰:“须得一军引路冲出方好。”布令张辽、郝萌两个引兵一千,送出隘口。是夜二更,张 辽在前,郝萌在后,保着许汜、王楷杀出城去。抹过玄德寨,众将追赶不及,已出隘口。郝 萌将五百人,跟许汜、王楷而去。张辽引一半军回来,到隘口时,云长拦住。未及交锋,高 顺引兵出城救应,接入城中去了。且说许汜、王楷至寿春,拜见袁术,呈上书信。术曰: “前者杀吾使命,赖我婚姻!今又来相问,何也?”汜曰:“此为曹操奸计所误,愿明上详 之。”术曰:“汝主不因曹兵困急,岂肯以女许我?”楷曰:“明上今不相救,恐唇亡齿 寒,亦非明上之福也。”术曰:“奉先反复无信,可先送女,然后发兵。”许汜、王楷只得 拜辞,和郝萌回来。到玄德寨边,汜曰:“日间不可过。夜半吾二人先行,郝将军断后。” 商量停当。夜过玄德寨,许汜、王楷先过去了。郝萌正行之次,张飞出寨拦路。郝萌交马只 一合,被张飞生擒过去,五百人马尽被杀散。张飞解郝萌来见玄德,玄德押往大寨见曹操。 郝萌备说求救许婚一事。操大怒,斩郝萌于军门,使人传谕各寨,小心防守:如有走透吕布 及彼军士者,依军法处治。各寨悚然。玄德回营,分付关、张曰:“我等正当淮南冲要之 处。二弟切宜小心在意,勿犯曹公军令。”飞曰:“捉了一员贼将,操不见有甚褒赏,却反 来?吓,何也?”玄德曰:“非也。曹操统领多军,不以军令,何能服人?弟勿犯之。” 关、张应诺而退。 却说许汜、王楷回见吕布,具言袁术先欲得妇,然后起兵救援。布曰:“如何送去?” 汜曰:“今郝萌被获,操必知我情,预作准备。若非将军亲自护送,谁能突出重围?”布 曰:“今日便送去,如何?”汜曰:“今日乃凶神值日,不可去。明日大利,宜用戌、亥 时。”布命张辽、高顺:“引三千军马,安排小车一辆;我亲送至二百里外,却使你两个送 去。”次夜二更时分,吕布将女以绵缠身,用甲包裹,负于背上,提戟上马。放开城门,布 当先出城,张辽、高顺跟着。将次到玄德寨前,一声鼓响,关、张二人拦住去路,大叫:休 走!”布无心恋战,只顾夺路而行。玄德自引一军杀来,两军混战。吕布虽勇,终是缚一女 在身上,只恐有伤,不敢冲突重围。后面徐晃、许褚皆杀来,众军皆大叫曰:“不要走了吕 布!”布见军来太急,只得仍退入城。玄德收军,徐晃等各归寨,端的不曾走透一个。吕布 回到城中,心中忧闷,只是饮酒。 却说曹操攻城,两月不下。忽报:“河内太守张杨出兵东市,欲救吕布;部将杨丑杀 之,欲将头献丞相,却被张杨心腹将眭固所杀,反投犬城去了。”操闻报,即遣史涣追斩眭 固。因聚众将曰:“张杨虽幸自灭,然北有袁绍之忧,东有表、绣之患,下邳久围不克,吾 欲舍布还都,暂且息战,何如?”荀攸急止曰:“不可。吕布屡败,锐气已堕,军以将为 主,将衰则军无战心。彼陈宫虽有谋而迟。今布之气未复,宫之谋未定,作速攻之,布可擒 也。”郭嘉曰:“某有一计,下邳城可立破,胜于二十万师。”荀彧曰:“莫非决沂、泗之 水乎?”嘉笑曰:“正是此意。”操大喜,即令军士决两河之水。曹兵皆居高原。坐视水淹 下邳。下邳一城,只剩得东门无水;其余各门,都被水淹。众军飞报吕布。布曰:“吾有赤 兔马,渡水如平地,又何惧哉!”乃日与妻妾痛饮美酒,因酒色过伤,形容销减;一日取镜 自照,惊曰:“吾被酒色伤矣!自今日始,当戒之。”遂下令城中,但有饮酒者皆斩。 却说侯成有马十五匹,被后槽人盗去,欲献与玄德。侯成知觉,追杀后槽人,将马夺 回;诸将与侯成作贺。侯成酿得五六斛酒,欲与诸将会饮,恐吕布见罪,乃先以酒五瓶诣布 府,禀曰:“托将军虎威,追得失马。众将皆来作贺。酿得些酒,未敢擅饮,特先奉上微 意。”布大怒曰:“吾方禁酒,汝却酿酒会饮,莫非同谋伐我乎!”命推出斩之。宋宪、魏 续等诸将俱入告饶。”布曰:“故犯吾令,理合斩首。今看众将面,且打一百!”众将又哀 告,打了五十背花,然后放归。众将无不丧气。宋宪、魏续至侯成家来探视,侯成泣曰: “非公等则吾死矣!”宪曰:“布只恋妻子,视吾等如草芥。”续曰:“军围城下,水绕壕 边,吾等死无日矣!”宪曰:“布无仁无义,我等弃之而走,何如?”续曰:“非丈夫也。 不若擒布献曹公。”侯成曰:“我因追马受责,而布所倚恃者,赤兔马也。汝二人果能献门 擒布,吾当先盗马去见曹公。”三人商议定了。是夜侯成暗至马院,盗了那匹赤兔马,飞奔 东门来。魏续便开门放出,却佯作追赶之状。侯成到曹操寨,献上马匹,备言宋宪、魏续插 白旗为号,准备献门。曹操闻此信,便押榜数十张射入城去。其榜曰:“大将军曹,特奉明 诏,征伐吕布。如有抗拒大军者,破城之日,满门诛戮。上至将校,下至庶民,有能擒吕布 来献,或献其首级者,重加官赏。为此榜谕,各宜知悉。”次日平明,城外喊声震地。吕布 大惊,提戟上城,各门点视,责骂魏续走透侯成,失了战马,欲待治罪。城下曹兵望见城上 白旗,竭力攻城,布只得亲自抵敌。从平明直打到日中,曹兵稍退。布少憩门楼,不觉睡着 在椅上。宋宪赶退左右,先盗其画戟,便与魏续一齐动手,将吕布绳缠索绑,紧紧缚住。布 从睡梦中惊醒,急唤左右,却都被二人杀散,把白旗一招,曹兵齐至城下。魏续大叫:“已 生擒吕布矣!”夏侯渊尚未信。宋宪在城上掷下吕布画戟来,大开城门,曹兵一拥而入。高 顺、张辽在西门,水围难出,为曹兵所擒。陈宫奔至南门,为徐晃所获。 曹操入城,即传令退了所决之水,出榜安民;一面与玄德同坐白门楼上。关、张侍立于 侧,提过擒获一干人来。吕布虽然长大,却被绳索捆作一团,布叫曰:“缚太急,乞缓 之!”操曰:“缚虎不得不急。”布见侯成、魏续、宋宪皆立于侧,乃谓之曰:“我待诸将 不薄,汝等何忍背反?”宪曰:“听妻妾言,不听将计,何谓不薄?”布默然。须臾,众拥 高顺至。操问曰:“汝有何言?”顺不答。操怒命斩之。徐晃解陈宫至。操曰:“公台别来 无恙!”宫曰:“汝心术不正,吾故弃汝!”操曰:“吾心不正,公又奈何独事吕布?”宫 曰:“布虽无谋,不似你诡诈奸险。”操曰:“公自谓足智多谋,今竟何如?”宫顾吕布 曰:“恨此人不从吾言!若从吾言,未必被擒也。”操曰:“今日之事当如何?”宫大声 曰:“今日有死而已!”操曰:“公如是,奈公之老母妻子何?”宫曰:“吾闻以孝治天下 者,不害人之亲;施仁政于天下者,不绝人之祀。老母妻子之存亡,亦在于明公耳。吾身既 被擒,请即就戮,并无挂念。”操有留恋之意。宫径步下楼,左右牵之不住。操起身泣而送 之。宫并不回顾。操谓从者曰:“即送公台老母妻子回许都养老。怠慢者斩。”宫闻言,亦 不开口,伸颈就刑。众皆下泪。操以棺椁盛其尸,葬于许都。后人有诗叹之曰:“生死无二 志,丈夫何壮哉!不从金石论,空负栋梁材。辅主真堪敬,辞亲实可哀。白门身死日,谁肯 似公台!” 方操送宫下楼时,布告玄德曰:“公为坐上客,布为阶下囚,何不发一言而相宽乎?” 玄德点头。及操上楼来,布叫曰:“明公所患,不过于布;布今已服矣。公为大将,布副 之,天下不难定也。”操回顾玄德曰!“何如?”玄德答曰:“公不见丁建阳、董卓之事 乎?”布目视玄德曰:“是儿最无信者!”操令牵下楼缢之。布回顾玄德曰:“大耳儿!不 记辕门射戟时耶?”忽一人大叫曰:“吕布匹夫!死则死耳,何惧之有!”众视之,乃刀斧 手拥张辽至。操令将吕布缢死,然后枭首。后人有诗叹曰:“洪水滔滔淹下邳,当年吕布受 擒时:空余赤兔马千里,漫有方天戟一枝。缚虎望宽今太懦,养鹰休饱昔无疑。恋妻不纳陈 宫谏,枉骂无恩大耳儿。”又有诗论玄德曰:“伤人饿虎缚体宽,董卓丁原血未干。玄德既 知能啖父,争如留取害曹瞒?”却说武士拥张辽至。操指辽曰:“这人好生面善。”辽曰: “濮阳城中曾相遇,如何忘却?”操笑曰:“你原来也记得!”辽曰:“只是可惜!”操 曰:“可惜甚的?”辽曰:“可惜当日火不大,不曾烧死你这国贼!”操大怒曰:“败将安 敢辱吾!”拔剑在手,亲自来杀张辽。辽全无惧色,引颈待杀。曹操背后一人攀住臂膊,一 人跪于面前,说道:“丞相且莫动手!”正是:乞哀吕布无人救,骂贼张辽反得生。毕竟救 张辽的是谁,且听下文分解。