Giornate intere su per i monti, sempre attenti ai segnali di guerra. (1)
La sera abbeveriamo i cavalli nei fiumi che segnano il confine.
Piantiamo il campo nell’oscurità, avvolti da tempeste di sabbia,
nel costante suono degli allarmi, (2) e ci sembra quasi di sentire
gli incessanti, flebili lamenti della principessa e del suo liuto.(3)
Infinite miglia di cammino in mezzo alla steppa desolata
senza che mai si veda una città.
Pioggia e neve cadon senza sosta fino all’immensità del deserto.
Notte per notte ci accompagnano con le loro strida lamentose
gli stormi delle oche selvatiche.
Molte lacrime dovranno ancora spargere i bambini dei barbari. (4)
Si dice che il Passo della Giada (5) continui ad essere circondato
e che ci toccherà combattere sopra i leggeri carri da guerra.
Un anno passa, ed un altro ancora, una battaglia fa seguito all’altra.
Seppelliamo le ossa dei compagni in questa terra inospitale,
sognando invano di ritornare, le mani piene di bei grappoli. (6)
古 從 軍 行 Gŭ Cóng Jūn Xíng
白 日 登 山 望 烽 火 bái rì dēng shān wàng fēng huŏ
黃 昏 飲 馬 榜 交 河 huáng hūn yĭn mă báng jiāo hé
行 人 刁 斗 風 沙 暗 xíng rén diāo dòu fēng shā àn
公 主 琵 琶 幽 怨 多 gōng zhŭ pí pá yōu yuān duō
野 雲 萬 里 無 城 郭 yĕ yún wán lĬ wú chéng guō
雨 雪 紛 紛 連 大 漠 yŭ xuĕ fēn fēn lián dà mò
胡 雁 哀 鳴 夜 夜 飛 hú yàn āi míng yè yè fēi
胡 兒 眼 淚 雙 雙 落 hú ér yăn lèi shuāng shuāng luò
聞 道 玉 門 猶 被 遮 wén dào yù mén yóu bèi zhē
應 將 性 命 逐 輕 車 yìng jiāng xìng míng zhú qīng chē
年 年 戰 骨 埋 荒 外 nián nián zhān gŭ mái huāng wài
空 見 葡 萄 入 漢 家。 kōng jiàn pú táo rù hàn jiā
Note.
1) L’espressione 烽 火( fēng huŏ ) indica i segnali di guerra. Grazie a fuochi accesi sulla cima delle montagne era possibile coordinare i movimenti di truppe disperse in regioni molto vaste ed effettuare quindi manovre strategiche di grande ampiezza. Questo uso è riferito anche in una poesia di Dù Fŭ 杜甫 intitolata 春 望 ( chūn wàng ), “Aspettando la primavera”.
2) Il termine 刁 斗 ( diāo dòu ) indica i pentoloni in cui veniva preparato il rancio dei soldati. Si batteva su questi pentoloni per dare l’allarme in caso d’attacco e più in generale per radunare le truppe. L’espressione ha quindi assunto il significato di disciplina militare.
3) La principessa Liú Xìjūn 劉 細 君 fu data in moglie verso il 110 a.C. al khan dei Wūsūn 烏 孫 per mantenere la pace con i barbari della steppa. Rosa dalla nostalgia del proprio paese, ella compose poemi pieni di tristezza, che cantava accompagnandosi con il liuto 琵 琶 ( pípá ).
4) L’accenno alle lacrime dei figli dei barbari potrebbe essere un riferimento colto alle vicende della dama Cài Wénjī 蔡 文 姬, che, rapita da un capo degli Xiōngnù 匈 奴 durante una scorreria nel 195 d.C., fu costretta a sposarlo e ne ebbe due figli, prima che Cáo Cāo曹 操 ne ottenesse nel 207 d.C.la liberazione ed il rientro in patria. Il Libro degli Hàn Posteriori 後 漢 書 ( hòu hàn shū) racconta che i figli di Cài Wénjī, obbligati a rimanere con il padre, assistettero piangenti alla partenza della madre.
(5) La Porta della Giada 玉 門 關 ( yù mén guān ) era la principale fortezza della frontiera. Situata ad ovest dell’oasi di Dūnhuáng 敦 煌, essa controllava l’antica “via della seta” e costituiva la base di partenza di tutte le spedizioni militari cinesi nell’Asia Centrale.
6) La vite 葡 萄 ( pútáo ) non era coltivata in Cina, bensì nelle oasi dell’Asia Centrale, in particolare nella valle del Ferghana. Ritornare con le mani piene di grappoli significa ritornare in pace, da vincitori.