Capitolo XVI
Si è già detto come Lāo Cán fosse ansioso di sapere che cosa fosse successo dopo che il fattore si era recato dal signor Hú.
“Tu hai fretta di ascoltare” gli disse Rénruì”ma io, prima, ho ancora voglia di fumarmi un paio di sigarette”. Allora, Lāo Cán, che ardeva dalla voglia di conoscere il seguito della storia, chiamò Cuìhuán e le disse: “Accendigli subito qualche sigaretta e lasciagliela fumare!”. Cuìhuán prese una sigaretta e la accese.
Dopo aver riportato i bagagli nella stanza da letto, Huáng Shēng uscì e disse: “Bisogna chiedere al servitore della casa di tolleranza di preparare
il giaciglio delle ragazze”. Rénruì annuì. Un attimo dopo, apparve un uomo, che era già arrivato sul posto e che seguì Huáng Shēng nella stanza.
Secondo le regole del bordello (1), infatti, i giacigli delle prostitute dovevano essere preparati dai loro servitori, senza che i domestici del cliente interferissero. Se nel bagaglio delle ragazze c’erano altri oggetti, i loro servitori sapevano dove li avevano messi e le ragazze potevano trovarli facilmente, mentre avrebbero avuto difficoltà a scoprire dove potevano averli nascosti altre persone.
Il servitore uscí dalla stanza osservando: “Le coperte e le lenzuola di Cuìhuán sono bruciate. Che cosa è accaduto?”.
“Non preoccupartene!” gli disse Rénruì.
"Lo so" fece Lāo Cán: " Torna domani e ti darò venti tael d'argento per comprarle nuove".
“Non mi preoccupo del denaro, signore ”rispose il servitore” Il fatto è che non ci sono le coperte e le lenzuola per questa notte”.
"Ti ho gia detto di non preoccupartene.” ripetè Rénruì ”Mi hai capito?"
Intervenne anche Cuìhuā : "Ti abbiamo detto di non preoccuparti. Torna pure a casa.”
Il servitore abbassò la testa e se ne andò.
Rénruì disse a Huāng Shēng: "Si sta facendo piuttosto tardi. Aggiungi un po’ di carbone al braciere, scalda dell’acqua in un bollitore e depositalo lì accanto. Portami il mio calamaio e il mio pennello, un foglio di carta da lettera a otto righe con griglia rossa e bianca e una busta. Infine, prendi due candele e posale sul tavolo. Fatto questo, potrai andare a dormire".
Huáng Shēng annuì e si affrettò a fare ciò che gli era stato ordinato.
Rénruì finì la sigaretta.
"Ora, che ne diresti di andare a trovare il signor Hú?” propose Lăo Cán.
Rénruì ricominciò il suo racconto: “Quell’ingenuo vecchio campagnolo, quando si trovò di fronte al signor Hú, si inginocchiò e si prostrò dicendo: “Chiunque riesca a salvare il mio padrone potrà fregiarsi del titolo di marchese per lui e per i suoi discendenti”.
“Il titolo di marchese non mi serve a niente.” gli rispose il signor Hú” Per poter fare qualcosa, ho bisogno di soldi. Ho avuto modo di conoscere il funzionario che conduce l’inchiesta durante una cena nel capoluogo di provincia. Comincia a portarmi mille tael d’argento e io mi darò da fare per te. Il mio compenso è a parte.”
Il vecchio tirò fuori di tasca una borsellino di cuoio, ne estrasse due banconote (2) del valore di cinquecento tael ciascuna e le porse al signor Hú, aggiungendo: “Sono pronto a tirare fuori qualsiasi somma che voi riteniate necessario spendere per ottenere l’assoluzione del mio padrone.
Il signor Hú annuì, pranzò e poi indossò un abito da cerimonia per rendere visita a Gāng Bì.
"Oh, no!" esclamò Lăo Cán battendo la mano sul bordo della piattaforma.
Rénruì proseguì "Quando quel farabutto del signor Hú si presentò, Gāng Bì lo fece entrare. Dopo il consueto scambio di convenevoli, il signor Hú sollevò con entrambe le mani le banconote di cui s`è parlato e le porse al suo interlocutore, dicendo: 'Questo è per il caso della signora Wèi, vedova Jiă, con gli omaggi della famiglia Wèi, che spera nella vostra comprensione”.
“ Gāng Bì lo cacciò via?”domandò Lăo Cán.
"Se lo avesse cacciato via, sarebbe stato meglio, ma non lo fece."
“Che cosa accadde?"
.
“Gāng Bì sorrise, prese le banconote con entrambe le mani, le guardò e disse: “Chi le ha emesse? Sono coperte?'.
Il signor Hú rispose: "Sono banconote emesse dalla Tóngyù, la maggior banca della nostra contea. Sono assolutamente sicure."
"Come puoi pensare che mille tael d'argento bastino per un caso così grave?" domandò Gāng Bì.
"La famiglia Wèi mi ha fatto sapere che, purché il caso venga risolto in fretta e non ci siano problemi, sono disposti a spendere ancor di più."
"Tredici morti, a mille tael ciascuno, fanno tredicimila tael, ma, visto che sei qui, sono disposto a dimezzare il prezzo. Basteranno seimilacinquecento tael.”
“D’accordo" annuì il signor Hú “D’accordo!”.
“Amico mio” continuò Gāng Bì “Tu sei solo un intermediario, e non puoi impegnarti per una cifra così importante. Per favore, torna da chi ti ha mandato e sottoponigli con cura la mia proposta. Non c’è bisogno che tu mi porti già i soldi. Basta che scrivano: 'Se riducete l’importo alla metà, cioè a seimilacinquecento tael, ci impegniamo a pagarvi questa somma'. Portami questo impegno scritto e, domani, risolveremo
la questione”.
Il signor Hú fu felicissimo della proposta e, tornato a casa, ne discusse con il fattore dei Wèi. Sentendo che il caso poteva essere risolto senza ulteriori indugi, il fattore si assunse la responsabilità di prendere l’impegno richiesto. Pensò che, poiché era da molti anni al servizio del signor Wèi, non potesse essere biasimato per aver preso una tale iniziativa. Inoltre, poiché il funzionario non aveva richiesto un pagamento in contanti, scrisse volentieri, in suo favore, un riconoscimento di debito di 5.500 tael, che consegnò al signor Hú, insieme con un altro riconoscimento di debito di 500 tael a favore di quest’ultimo, in ricompensa dei suoi servizi.
Il signor Hú scrisse a Gāng Bì una lettera con cui gli trasmise l’impegno a versare cinquemilacinquecento tael d'argento. Gāng Bì lo accettò e diede conferma di averlo ricevuto.
Il giorno dopo, il tribunale si riunì sotto la presidenza di Wáng Zĭjĭn, il quale era all’oscuro di tutti questi fatti.
Wáng Zĭjĭn prese posto in aula e ordinò: “Fate entrare gli imputati”.
Gli agenti portarono dentro padre e figlia, che sembravano mezzi morti e che si inginocchiarono di fronte ai giudici.
Allora, Gāng Bì tirò fuori le due banconote da 500 tael ciascuna, il riconoscimento di debito per 5.500 tael e la lettera del signor Hú e li porse a Zĭjĭn perché li leggesse.
Zĭjĭn rimase senza parole, ma, dentro di sé, provò una gran pena per il vecchio Wèi e sua figlia.
Dopo aver guardato quegli scritti, i giudici chiesero al vecchio Wèi: "Sai leggere?".
Il vecchio rispose: " Ho fatto qualche studio e so leggere”.
Rivolsero poi la stessa domanda alla figlia, che rispose:”Ho studiato per un paio d’anni, ma non me la cavo molto bene”.
A questo punto, Gāng Bì ordinò di mostrare loro le banconote e il riconoscimento di debito.
“Non abbiamo la minima idea di che cosa significhino” risposero entrambi.
“ Se dite di non saper niente di tutto il resto, è chiaro che non sapete niente neppure di questo” osservò ironicamente Gāng Bì ”Chi ha scritto questo riconoscimento di debito? Riconoscete la firma?” e chiese ad un agente di mostrare di nuovo lo scritto al vecchio Wèi.
Questi lo guardò e disse:” La firma è del mio fattore, ma non so perché abbia scritto questo riconoscimento di debito."
Gāng Bì rise e disse: "Non lo sai? Aspetta che te lo dica io, poi lo saprai! Ieri, un diplomato di nome Hú è venuto a trovarmi e mi ha offerto 1.000 tael d'argento perché escogitassi il modo di scagionarti. Mi ha pure detto che, per ottenere questo risultato, sarebbe stato disposto a pagare anche di più. Avendo constatato che voi due eravate
persone molto resistenti al dolore e che eravate riusciti a sopportare la tortura del giorno precedente, ho pensato di approfittare delle circostanze, per convincerlo ad esporsi maggiormente . Così gli ho detto :’Hanno ucciso tredici persone.
Se valutiamo ogni morto 1.000 tael d'argento, dovrebbero pagare 13.000 tael’. `Temo di non poter pagare tutto in una volta` mi ha risposto. Allora gli ho detto: 'Se chi ti ha mandato è disposto a pagare, ci possiamo mettere d’accordo anche sulla cifra. Se 1.000 tael per morto sono troppi, facciamo la metà, 500 tael d'argento per vittima. Mi accontenterò di 6.500 tael in tutto'.
Il signor Hú ha annuito ripetutamente. Temendo che potesse agire in modo sconsiderato (3), l’ho più volte esortato a informare il tuo fattore della riduzione della somma richiesta. Se fosse stato d’accordo, avrebbe potuto scrivere un
riconoscimento di debito, rimandando a più tardi il pagamento effettivo della somma. Il giorno successivo, il fattore mi fece avere effettivamente il riconoscimento di debito.
Ti assicuro che non nutro alcun rancore personale nei tuoi confronti e che, quindi, non ho alcuna ragione di volerti incastrare.
Pensa a questo: sono un funzionario della corte imperiale e il governatore mi ha appositamente incaricato di assistere Sua Eccellenza Wáng nella trattazione di questo caso. Se accettassi i tuoi soldi per scagionarti, non solo tradirei la fiducia del governatore, ma non oserei più guardare in faccia quelle tredici anime innocenti.
Lascia che ti spieghi in dettaglio: Se non hai commesso l'omicidio, perché la tua famiglia sarebbe disposta a versare migliaia di tael d'argento per corrompermi? Ecco la prima prova: sono stati spesi seimilacinquecento tael per corrompere me,
e non so quanti altri siano stati spesi altrove, ma non mi addentrerò nell'argomento.
Ho detto al tuo emissario che, calcolando 500 tael per vittima, pretendevo 6.500 tael. Se voi foste stati innocenti, colui che agiva per conto vostro avrebbe dovuto dirmi: 'Non è stata la famiglia Wèi a uccidere quelle persone. Se troverete degli elementi che permettano di assolverci, saremmo disposti anche a fare un dono di 7.000 od 8.000 tael, ma non possiamo accettare di pagare 6.500 tael` Perché ha pagato senza fiatare 500 tael per ciascun morto?' Ecco la seconda prova. (4) Ti consiglio di confessare prima o poi, per evitare il dolore della tortura."
Padre e figlia si prostrarono ripetutamente, mormorando:”È una vera ingiustizia, Signor Giudice”.
Allora, Gāng Bì batté il pugno sul tavolo, urlando con rabbia: "Ho cercato di convincervi, ma non volete ancora confessare. Vi farò di nuovo torturare!"
I poliziotti presenti risposero con un solo grido e si affrettarono a portare in aula gli strumenti di tortura, che lasciarono cadere a terra con un fragore terrificante.
Proprio mentre stavano per iniziare la tortura, Gāng Bì li fermò:"Aspettate un momento che vi dia le mie istruzioni!”.
Diversi poliziotti si fecero avanti, si inginocchiarono su una gamba e gridarono: "Ai vostri ordini, Signor Giudice!”.
“Conosco tutti i vostri trucchi” disse Gāng Bì " So bene che, nei casi meno gravi, se vi pagano, torturate l’imputato in modo leggero perché non soffra troppo. So anche che nei casi più gravi, se la condanna a morte è certa, purché vi paghino, fate morire l’imputato durante la tortura, lasciandone il corpo intatto e risparmiandogli le sofferenze di una lenta esecuzione.(5) Il caso a cui ci troviamo di fronte implica la pena di morte e richiede che si applichi una tortura severa. Vi dico perciò che cosa dovete fare. Oggi, dovete torturare la signora Wèi. Non torturatela sino a farle perdere i sensi! Se vedete che sta per svenire, fermatevi e aspettate che si riprenda. Preparatevi a torturarla per una decina di giorni. Può essere coraggiosa quanto si vuole, ma sono sicuro che confesserà.”
La povera signora Wèi non resistette più di due giorni. In lacrime e senza respiro, volendo scagionare suo padre dalle accuse, disse: "Non c'è più bisogno di torturarmi, confesserò! Sono stata io ad assassinare le vittime. Mio padre non ne sapeva nulla.”
"Perché hai ucciso tutta la famiglia?" le domandò Gāng Bì.
La signora Wèi rispose: "Volevo uccidere mia cognata perché non la sopportavo”.
“Se non sopportavi tua cognata, ti sarebbe bastato uccidere soltanto lei. Perché hai avvelenato l’intera famiglia?"
"Volevo uccidere soltanto lei “ spiegò la signora WèI”, ma l’unica possibilità che avevo di farlo era nascondere il veleno nel ripieno della torta lunare. Ho pensato che, siccome le piaceva moltissimo questo tipo di dolce, lo avrebbe mangiato per prima e sarebbe morta, senza che gli altri corressero alcun rischio”.
”Che tipo di veleno hai messo nel ripieno della torta? chiese Gāng BÌ.
“Era arsenico”.
“Dove l’hai preso ?”
“Ho mandato qualcuno a comprarlo in farmacia.”
”In quale farmacia?”
“Non sono mai uscita di casa, ma ho mandato qualcuno a comprare l’arsenico, quindi non so in che farmacia sia andato”.
“Chi hai mandato in farmacia?”
“Wáng Èr, il bracciante della famiglia di mio marito che è stato ritrovato tra i morti avvelenati.”
“Se Wáng Èr è andato a comprare l’arsenico per conto tuo, perché poi ha mangiato anche lui la torta ed è morto avvelenato?”
“Quando gli ho chiesto di andare a comprare l'arsenico, gli ho solo detto che mi serviva per avvelenare i topi. Non aveva alcuna idea delle mie vere intenzioni”.
“Tu affermi che tuo padre non ne sapeva niente. Come è possibile che tu non ne abbia parlato con lui?”
"Ho comprato l’arsenico parecchi giorni fa, mentre ero a casa di mio marito. Speravo soltanto di trovare il modo per metterlo nella scodella di mia cognata, ma non ne ho mai avuto l’opportunità. Poi, un giorno, mentre mi trovavo di nuovo a casa dei miei genitori,ho visto che preparavano un ripieno per la torta di luna. Ho chiesto loro perché lo facevano e mi hanno risposto che intendevano fare un regalo alla famiglia di mio marito in occasione dell’anniversario della sua morte. Allora, approfittando di un momento in cui non c'era nessuno in giro, ho messo l'arsenico nel ripieno."
“Sì! Sì” annuì Gāng Bì e aggiunse: "Mi sembra che tu sia sincera e che ciò che mi hai detto corrisponda alla verità, ma ho sentito dire che tuo suocero era spesso molto duro con te. Puoi confermarmelo?”
"Mio suocero mi ha sempre trattata come se fossi sua figlia. Non c’era uomo migliore di lui."
"Tuo suocero ormai è morto.” osservò Gāng Bì” Non c’è più nessuna ragione di difenderne l’immagine”.
Sentendo ciò, la signora Wèi alzò la testa, inarcò le sopracciglia, spalancò gli occhi e gridò: "Signor Gāng! Il vostro solo obiettivo era di riuscire a farmi condannare a morte mediante la pena dei mille tagli.( 6) Vi ho permesso di raggiungerlo. Avendo ucciso mio suocero, non posso sfuggire a questa pena. Perché insistete ad accusarmi di averlo ucciso con premeditazione? Anche voi avete dei figli a casa! Vi imploro di fermarvi.”
Gāng Bì” le rispose sorridendo: " In base ai principi della procedura, si dovrebbe proseguire la tortura fino in fondo. Ma visto che siamo arrivati fin qui, mi accontenterò di questa confessione."
Huáng Rénruì continuò: "Tutto ciò è successo un paio di giorni fa, e ora Wáng Zĭjĭn vorrebbe fare qualcosa per fermare Gāng Bì. Ieri sera mi trovavo
a cena con lui nella sede dell’amministrazione della contea ed era così arrabbiato che non riusciva a parlare. Non appena ha aperto bocca, sembrava che fosse
stato pagato dalla famiglia Wèi per difenderla. Era presente anche Sua Eccellenza (7) Lĭ e pure lui era del parere che il caso non andasse verso una soluzione giusta,
ma non sapeva che cosa fare. L'unico modo per risolvere il problema sarebbe di far venire qui Sua Eccellenza Bái, Bái Zĭshòu. Gāng Bì si vanta di essere incorruttibile,
ma la fama di integrità di Bái Zĭshòu è probabilmente ancor maggiore della sua. Il carattere e le competenze di Bái Zĭshòu sono ammirati da tutti e neppure Gāng Bì oserà non tenerne conto, perché nessun altro ha più autorità di lui.
Ma l’inchiesta dovrebbe terminare tra un giorno o due e il governatore è impaziente. Una volta presentati i risultati ufficiali delle indagini, la faccenda diventerà
difficile da gestire. Purtroppo, non è possibile arrivare al governatore. Ciascuno di noi funzionari sarebbe malvisto e desterebbe sospetti se prendesse una simile iniziativa.(8) Quando ti ho incontrato ieri, amico, mi sono sentito sollevato. Per favore, trova tu una soluzione!"
Lăo Cán disse: "Non ho un piano a lungo termine. Tuttavia, in questo caso, la necessità è urgente e bisogna agire subito, anche a costo di fare qualche errore.
Mi limiterò a scrivere una lettera ben documentata al governatore, pregandolo di invitare Sua Eccellenza Bái a riesaminare la causa. Se questo mio intervento avrà
effetto o meno, non sono in grado di dirlo. Ci sono molte ingiustizie nel mondo, ma, nei nostri modesti limiti, è giusto che facciamo tutto il possibile per evitarle”.
"Ti ammiro! Ti ammiro! “esclamò Rénruì” Per non perder tempo, ho già preparato pennello, inchiostro e carta. Per favore, comincia subito a scrivere. Cuìhuán
vai ad accendere le candele e a preparare del tè."
Lăo Cán, dopo aver riflettuto un momento, si sedette nella stanza di Rénruì, mentre Cuìhuán accendeva le candele.
Lăo Cán aprì la scatoletta dell’inchiostro, tirò fuori il pennello, stese la carta e cominciò a scrivere. Ma l'inchiostro era congelato ed era duro come pietra;
il pennello, ghiacciato, sembrava un nocciolo di dattero. Non si riusciva a scrivere un solo tratto.
Cuìhuán tenne la scatoletta dell'inchiostro sopra il braciere per riscaldarla. Lăo Cán prese il pennello e lo accostò al bordo del braciere mentre rifletteva.
Un attimo dopo, del vapore bianco si levò dalla scatoletta dell'inchiostro, una metà del quale si sciolse. Lăo Cán immerse il pennello nell'inchiostro e cominciò a scrivere. Scritte due righe, si fermava e riscaldava di nuovo il pennello. In poco più di mezz'ora, terminò la lettera e la sigillò. Ora, intendeva chiedere a Rénruì di spedirla, perciò disse a Cuìhuán:”Per favore, va’ a chiamare il signor Huáng”. (9)
Cuìhuán sollevò la tenda della porta e fu colta da un accesso incontenibile di riso.
“Venite a vedere , signor Tiē” mormorò.
Lăo Cán guardò e vide, al lato sud, Huáng Rénruì che dormiva, con la pipa stretta tra le mani, la testa reclinata sul cuscino, una striscia di saliva lunga otto o dieci centimetri che gli colava dalla bocca, le gambe avvolte in una coperta di pelle di lupo. Cuìhuā, invece, era distesa su un tappeto di pelle di tigre. Aveva coperto i piedi con l’orlo della gonna ed infilato le mani nelle maniche, ma non poggiava la testa sul cuscino. Si era tirata su una metà del viso la parte superiore del vestito, mentre l'altra metà poggiava su una manica. Dormivano entrambi profondamente.
Vedendoli così Lăo Cán esclamò: "È terribile! Sbrighiamoci a svegliarli!", poi diede una pacca sulla spalla a Rénruì, dicendo: "Svegliati! Ti ammalerai!"
Rénruì, sorpreso e stordito, aprì gli occhi e domandò: "Oh, oh! Hai finito di scrivere la lettera?"
"Sì" gli rispose Lăo Cán.
L'altro si tirò su con fatica. La bava ghiacciata all'angolo della bocca gli scivolò lungo la manica, fino al portasigarette, rompendosi in diversi pezzi. Si era già trasformata da un bel momento in un ghiacciolo!
Mentre Lăo Cán scuoteva Rénruì, Cuìhuán si avvicinò a Cuìhuā, le cercò i piedi sotto i vestiti e glieli tirò. Cuìhuā si svegliò di soprassalto, gridando: "Chi è? Chi è? Chi è?", poi, strofinandosi gli occhi, disse: " Mi sto congelando!"
I due si alzarono e corsero al braciere per riscaldarsi.Tuttavia, nessuno aveva più aggiunto altro carbone ed era rimasto soltanto uno strato di cenere bianca, anche se alcuni pezzi di brace sparsi qua e là continuavano a fumare.(10)
"Il braciere della stanza interna arde ancora.” disse Cuìhuán “ Entrate a riscaldarvi!”.
I quattro entrarono quindi nella stanza interna.
Cuìhuā guardò le coperte, che erano già state ordinatamente disposte sulla piattaforma.Poi andò a vedere cosa era stato inviato dalla contea: una trapunta in crêpe blu, una trapunta in crêpe rossa, due grandi materassi di lana e un cuscino. Indicò il tutto e domandò: "Vi sembra che sia roba buona?"
“Molto buona!” le rispose Lăo Cán, poi disse a Rénruì : "Ho finito di scrivere la lettera. Per favore, dalle un'occhiata!"
Due o tre ore passarono senza problemi e, prima che se ne rendessero conto, il cielo ad oriente si era già rischiarato.
Rénruì chiamò Huáng Shēng e gli ordinò di parlare con il locandiere per ingaggiare un messaggero che portasse la lettera al capoluogo di provincia. "Sono soltanto venti chilometri di distanza” disse” Se la consegnano prima di mezzogiorno e mi portano
la ricevuta entro il pomeriggio, darò loro dieci tael d'argento".
Poco tempo dopo, il locandiere si presentò in compagnia di un altro uomo.
"Ecco mio fratello.” disse il locandiere” Se il Signore vuole inviare una lettera, lui può andare a consegnarla. Ha già consegnato lettere parecchie volte e se la cava piuttosto bene. Non ha nemmeno paura di entrare negli uffici dell’amministrazione. Il Signore può fargli fiducia”.
Rénruì gli affidò la lettera indirizzata al governatore e l’uomo partì per andarla a consegnare.
“Adesso sarebbe ora di andare a dormire ” osservò Rénruì.
Si coricarono. Huáng e Tiē dormivano ai lati, le due ragazze nel mezzo.
In pochi istanti, erano tutti profondamente addormentati.
Quando si svegliarono, era già mezzogiorno. Il domestico delle ragazze le stava già aspettando da tempo di fronte alla stanza.
Si riprese le due fanciulle, arrotolò le loro coperte e portò via tutto insieme.
Rénruì gli disse: "Mandateci le due ragazze anche stasera, senza bisogno che inviamo qualcuno a chiamarle".
“Va bene!” annuì il domestico e se ne andò con le ragazze.
Cuìhuán si voltò, con le lacrime agli occhi, e mormorò: "Non dimenticatevi di me!". Rénruì e Lăo Cán annuirono sorridendo.
In seguito, i due si lavarono il viso, si riposarono un attimo e poi andarono a pranzo.
Un po’ dopo le due del pomeriggio, Rénruì si avviò verso gli uffici della contea e disse a Lăo Cán: “Se ricevi una risposta alla lettera, fammelo sapere!”.(11)
“Senz’altro!” lo rassicurò Lăo Cán “ Va’ pure tranquillo!”
Meno di un'ora dopo la partenza di Rénruì, il locandiere entrò nella stanza, accompagnato dal messaggero, che sudava copiosamente.
L’uomo tirò fuori una busta, chiusa con un grande sigillo di ceralacca a forma di fiore viola, e l'aprì mostrando due lettere: una del governatore Zhuāng, scritta con caratteri più grandi di una noce; l'altra del suo assistente principale (12), Yuán Xīmíng,
in cui si leggeva quanto segue:"Sua Eccellenza Bái è attualmente governatore di Tài'ān. Stiamo inviando qualcuno a sostituirlo. Arriverà tra circa cinque o sette giorni", nonché: " Il governatore vi prega sinceramente di aspettare qualche
giorno fino all'arrivo di Sua Eccellenza Bái, così potremo discutere di tutto".
Lăo Cán lesse la lettera e disse al messaggero: "Va’ a riposarti. Torna stasera a ricevere la tua ricompensa. Ora, vai a chiamare Huáng Shēng".
"Ha accompagnato il signor Huáng negli uffici della contea" rispose il locandiere.
"A chi dovrei affidare questa lettera?”pensò Lăo Cán” È meglio che la recapiti io stesso".
Informò il locandiere di ciò che intendeva fare, chiuse a chiave la porta della stanza e si recò all' ufficio di amministrazione della contea.
Entrando, vide un gran via vai di funzionari e di uscieri e capì che stava succedendo qualcosa.
Varcata la soglia dell’entrata principale, scorse una sala buia e tetra, con molte persone assiepate in piedi lungo le pareti.
Dopo aver riflettuto un momento, decise: "Perché non andare a vedere di cosa si tratta?".
Si fermò dietro alla gente in piedi, ma non riusciva a scorgere nulla.
Si sentì una voce urlare dal corridoio : "Signora Wèi, per Lei la condanna a morte è già acquisita e non può essere revocata. Perché sta cercando disperatamente di scagionare suo padre, sostenendo che non sapeva nulla? Questa è una bella dimostrazione di pietà filiale e non c’è nessuno in questa contea che non sarebbe disposto ad aiutarla, ma, per salvare la vita di suo padre, deve denunciare il suo amante e complice. (13). Pensi a quante sofferenze le hanno causato le macchinazioni di quell’uomo. Eppure, lui si tiene ben nascosto e non viene neanche ad offrirle una ciotola di cibo. Che crudeltà! Nonostante ciò, Lei si rifiuta di denunciarlo
ed espone suo padre a subire la pena di morte al posto del suo amante. Un saggio ha detto: ‘Di mariti ce ne possono essere più d’uno, ma di padri ce n’è uno solo.’ (14) Per il proprio padre una donna dovrebbe essere pronta a sacrificare persino il marito, figuriamoci un amante! (15) La esorto a confessare".
In risposta, si udirono soltanto singhiozzi.
Poi, qualcuno dal corridoio urlò: "Non vuoi ancora confessare? In questo caso, riprenderemo la tortura!".
Si sentì allora, dal basso (16) qualche flebile sussurro, che nessuno riuscì a capire. Qualcuno nella stanza domandò: "Cosa ha detto?".
Un funzionario si avvicinò alla gente e spiegò: "La signora Wèi ha detto che soltanto lei è coinvolta nel crimine. Ha confessato tutto quello che c’era da confessare. Non si può pretendere che si inventi un amante”.
Si udì allora qualcuno sbattere con violenza la porta del corridoio, imprecando: “Questa adultera è davvero furba ed infida. Torturatela!”
La gente che affollava la sala gridò, ad una sola voce, “Oh!”. Diversi uomini si precipitarono in avanti e gettarono a terra gli strumenti di tortura, che caddero con un tonfo sordo (17), sconvolgente e terrificante. (18)
Nel sentir ciò, Lăo Cán andò su tutte le furie. Incurante del fatto che si trovava in un’aula di tribunale spinse da parte i funzionari presenti, urlando : "Fate largo! Lasciatemi passare!". Quelli si spostarono.
Quando raggiunse il centro della sala, vide un uomo che teneva per i capelli la signora Wèi, mentre due altri le stringevano le dita con gli strumenti di tortura.
Lăo Cán si avvicinò e diede uno spintone all’uomo, urlando: "Adesso, basta!”, poi entrò con passo spavaldo nell’ufficio adiacente alla sala. (19)
Lì, vide due uomini seduti ad una scrivania. Uno di essi era Wáng Zĭjĭn; l’altro, seduto al posto d’onore, doveva essere Gāng Bì.
Lăo Cán si inchinò dapprima dinanzi a Gāng Bì. Mentre Zĭjĭn, che lo aveva riconosciuto, si affrettava ad alzarsi, Gāng Bì, che ignorava chi fosse,
rimase seduto e si mise ad urlare: "Chi sei? Come osi disturbare questo tribunale? Portatelo via!"
Resta da sapere che cosa accadde a Lăo Cán dopo che fu trascinato via di forza.
Lo scopriremo nel prossimo capitolo.
(segue)
1) Ho interpretato l’espressione 马头上规矩 (“mǎ tóu shàng guījǔ”), letteralmente “codice della testa del cavallo”, nel senso che essa si riferisce alle norme che regolano il comportamento di una collettività o di un gruppo di individui, nel caso di specie le prostitute e il personale di un bordello. Mi sembra infatti che si ricolleghi alla frase idiomatica 马首是瞻 (“mǎ shǒu shìzhān”), letteralmente “segui la testa del cavallo”.
Durante il Periodo degli Stati Combattenti, alla vigilia di una battaglia, un generale comandò ai suoi soldati: “Domani, orientatevi tutti sulla testa del mio cavallo e seguitemi dovunque io vada”. Col tempo questa frase divenne un proverbio con cui si indicava un ordine a cui tutti dovevano ubbidire.
2) In Cina, l’uso delle banconote era già diffuso ai tempi della dinastia Yuán (1264 d.C. – 1361 d.C.). Agli inizi del XX° secolo non esisteva tuttavia ancora una banca nazionale e le banconote venivano emesse dalle banche private, cosicché la loro affidabilità dipendeva sostanzialmente dalla solidità delle banche emittenti.
3) Evidentemente Gāng Bì dubita dell’onestà dell’intermediario ed insiste perché quest’ultimo riferisca esattamente al fattore della famiglia Wèi ciò che lui gli ha detto.
4) L’argomentazione appare piuttosto contorta. Se il pagamento di una somma per indurre il giudice ad assolvere l’imputato è manifestamente corruzione, anche la promessa di un donativo una volta che le indagini si siano risolte con un non luogo a procedere lascia parecchi dubbi sulla sua liceità. Come si può escludere, infatti, che il giudice sia indotto ad assolvere un imputato colpevole per incassare la somma
che gli è stata promessa?
5) Le condanne a morte venivano spesso eseguite mediante torture particolarmente lunghe e dolorose, quale ad es. la "pena dei mille tagli", che prevedeva lo scuoiamento sistematico del condannato, a cui venivano strappati l'uno dopo l'altro piccoli pezzi di pelle e di carne. Se la famiglia era in grado di pagare, il carnefice poteva essere corrotto ed indotto ad abbreviare con un taglio inferto di nascosto in un punto vitale le sofferenze del condannato.
6) La “pena dei mille tagli”( 凌遲 “língchí”) era una forma di esecuzione usata in Cina a partire dal 900 d.C. fino alla sua abolizione nel 1905. Questo tipo di esecuzione, in cui il condannato veniva ucciso utilizzando un coltello con il quale si asportavano metodicamente parti delcorpo per un lungo periodo di tempo, era riservata ai colpevoli di crimini particolarmente odiosi, come il tradimento o l'uccisione dei propri genitori.
7) Il termine 太尊 (“tàizūn”) era usato nella Cina imperiale per indicare un alto dignitario o una persona di grande reputazione. L’ho tradotto con “Sua Eccellenza”.
8) Huáng Rénruì e Wáng Zĭjĭn non osano chiedere un controllo dell’operato di Gāng Bì, perché tale richiesta sarebbe necessariamente interpretata come un’aperta
manifestazione di sfiducia nei confronti di un collega e rischierebbe di pregiudicare i buoni rapporti tra funzionari nell’ambito dell’amministrazione.Questi effetti negativi
sarebbero evitati se la richiesta di controllo fosse presentata da un estraneo come Lăo Cán. Si aggiunga che una simile iniziativa da parte di un funzionario potrebbe anche suscitare dei sospetti di corruzione.
9) Huáng RénruÌ e Cuìhuā s'erano evidentemente ritirati in anticamera per non disturbare Lăo Cán mentre scriveva la lettera al governatore.
10) I due che si erano ritirati nell' anticamera erano stati colti dal sonno e si erano addormentati, senza più pensare ad alimentare il braciere.
11) In un passaggio precedente, Rénruì ha parlato soltanto di "ricevuta", perché gli sembrava evidentemente improbabile poter ricevere una risposta nell'arco di poche ore. Come vedremo in seguito, Lăo Cán riceve invece una dettagliata risposta alla sua lettera.
12) Il termine 内文案 (“nèi wén àn”) si riferiva in passato ad un funzionario che era in stretto contatto con il dirigente di un ufficio ed era a conoscenza di informazioni riservate. Si può tradurre con “assistente” o “segretario”.
13) Mi sembra di scorgere in questo discorso un riflesso della mentalità paternalistica dell'epoca che non riteneva la donna capace di agire da sola nemmeno nell'ideazione e nell'esecuzione di un piano criminoso. Di conseguenza, la signora WèI, se voleva scagionare il padre, doveva necessariamente denunciare l'uomo che l'aveva guidata al delitto, il quale, in tal caso, non poteva essere altri che il suo amante clandestino.
14) Questa frase, divenuta poi proverbiale, trae origine da un fatto avvenuto nel regno di Zhèng 鄭國 durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni 春秋.
Nel 697 a.C. il duca Lì di Zhèng 鄭厲公, non potendo più sopportare la prepotenza di Jì Zú 祭足, un alto funzionario che controllava tutta l’amministrazione dello stato,
si mise d’accordo con Yōng Jiῡ 雍糾, genero di Jì Zú, per assassinarlo. Yōng Jiῡ si confidò con la moglie Yōng Jī 雍姬, che chiese consiglio a sua madre. Quest’ultima
rispose senza mezzi termini: "Tutti possono essere mariti, ma di padre ce n`è uno solo." Yōng Jī informò quindi suo padre, che fece immediatamente uccidere il genero
e cacciò in esilio il duca.
Troviamo una storia analoga anche nell’antica Persia. Quando il re Dario fece uccidere il satrapo Intaferne, accusato di tradimento, e ne sterminò l’intera famiglia, si dichiarò disposto a risparmiare il figlio o il fratello della moglie del condannato e chiese alla donna di indicargli chi dei due volesse salvare. La donna scelse di lasciare in vita il fratello, motivando la sua decisione con il fatto che avrebbe ancora potuto trovare un nuovo marito e partorire un altro figlio, ma non avrebbe mai potuto rimpiazzare il fratello. Dario, colpito dalla logica della risposta, risparmiò la vita di entrambi gli uomini.
15) Nella traduzione ho generalizzato un concetto che, nel testo originale, è personalizzato. Vi si afferma infatti che, se la signora Wèi, si fosse trovata nella necessità di scegliere chi salvare tra il marito, ora defunto, e il padre, avrebbe dovuto salvare il padre. A maggior ragione dovrebbe adesso optare per il padre, nella scelta che le si impone tra il padre e l’amante.
16) La precisazione "dal basso" ci fa capire che la signora Wèi è sdraiata su un lettino. Un uomo la tiene ferma, mentre altri due la torturano.
17) La parola 霍绰 (“huò chuò”) è un’onomatopea con cui si descrive il suono prodotto da un oggetto pesante che cade a terra con fragore.
18) L’aggettivo”jīng xīn” 惊心 significa “terrificante”, “che incute spavento”. L’aggettivo “dòng pò” 动魄 designa qualcosa che scuote l’animo e provoca una profonda emozione. Si può tradurre con “sconvolgente”, “scioccante”.
19) Il termine “nuăn gé” 暖阁, letteralmente “stanza calda”, si riferisce a una piccola stanza, di solito dotata di una stufa, separata dall’abitazione principale, ma ad essa collegata, ad es. da un corridoio. Nell’ambito dell’edilizia amministrativa, designa un piccolo ufficio ricavato a fianco di un ambiente destinato al pubblico, ad es. a fianco di una sala di ricevimenti o di un’aula d’udienza.
老殘遊記
第十六回 六千金買得凌遲罪 一封書驅走喪門星
話說老殘急忙要問他投到胡舉人家便怎樣了。人瑞道:「你越著急,我越不著急!我還要抽兩口煙呢!」老殘急於要聽他說,就叫:「翠環,你趕緊燒兩口,讓他吃了好說。」翠環拿著籤子便燒。黃升從裡面把行李放好,出來回道:「他們的鋪蓋,叫他夥計來放。」人瑞點點頭。一刻,見先來的那個夥計,跟著黃升進去了。原來馬頭上規矩,凡妓女的鋪蓋,必須他夥計自行來放,家人斷不肯替他放的。又兼之鋪蓋之外還有甚麼應用的物事,他夥計知道放在甚麼所在,妓女探手便得,若是別人放的,就無處尋覓了。卻說夥計放完鋪蓋出來,說道:「翠環的燒了,怎麼樣呢?」人瑞道:「那你就不用管罷。」老殘道:「我知道。你明天來,我賠你二十兩銀子,重做就是了。」夥計說:「不是為銀子,老爺請放心,為的是今兒夜裡。」人瑞道:「叫你不要管,你還不明白嗎?」翠花也道:「叫你不要管,你就回去罷。」那夥計才低著頭出去。
人瑞對黃升道:「天很不早了,你把火盆裡多添點炭,坐一壺開水在旁邊,把我墨盒子筆取出來,取幾張紅格子白八行書同信封子出來,取兩枝洋蠟,都放在桌上,你就睡去罷。」黃升答應了一聲「是」,就去照辦。
這裡人瑞煙也吃完。老殘問道:「投到胡舉人家怎樣呢?」人瑞道:「這個鄉下糊塗老兒,見了胡舉人,扒下地就磕頭,說:『如能救得我主人的,萬代封侯!』胡舉人道:『封侯不濟事,要有錢才能辦事呀。這大老爺,我在省城裡也與他同過席,是認得的。你先拿一千銀子來,我替你辦。我的酬勞在外。』那老兒便從懷裡摸出個皮靴頁兒來,取出五百一張的票子兩張,交與胡舉人。卻又道:『但能官司了結無事,就再花多少,我也能辦。」胡舉人點點頭,吃過午飯,就穿了衣冠來拜老剛。」
老殘拍著炕沿道:「不好了!」人瑞道:「這渾蛋的胡舉人來了呢,老剛就請見,見了略說了幾句套話。胡舉人就把這一千銀票子雙手捧上,說道:『這是賈魏氏那一案,魏家孝敬老公祖的,求老公祖格外成全。』」
老殘道:「一定翻了呀!」人瑞道:「翻了倒還好,卻是沒有翻。」老殘道:「怎麼樣呢?」人瑞道:「老剛卻笑嘻嘻的雙手接了,看了一看,說道:『是誰家的票子,可靠得住嗎?』胡舉人道:『這是同裕的票子,是敝縣第一個大錢莊,萬靠得住。』老剛道:『這麼大個案情,一千銀子那能行呢?胡舉人道:『魏家人說,只要早早了結,沒事,就再花多些,他也願意。』老剛道:『十三條人命,一千銀子一條,也還值一萬三呢。也罷,既是老兄來,兄弟情願減半算,六千五百兩銀子罷。』胡舉人連聲答應道:『可以行得,可以行得!』
「老剛又道:『老兄不過是個介紹人,不可專主,請回去切實問他一問,也不必開票子來,只須老兄寫明云:減半六五之數,前途願出。兄弟憑此,明日就斷結了。』胡舉人歡喜的了不得,出去就與那鄉下老兒商議。鄉下老兒聽說官司可以了結無事,就擅專一回。諒多年賓東,不致遭怪。況且不要現銀子,就高高興興的寫了個五千五百兩的憑據交與胡舉人,又寫了個五百兩的憑據,為胡舉人的謝儀。
「這渾蛋胡舉人寫了一封信,並這五千五百兩憑據,一併送到縣衙門裡來。老剛收下,還給個收條。等到第二天升堂,本是同王子謹會審的。這些情節,子謹卻一絲也不知道。坐上堂去,喊了一聲『帶人』。那衙役們早將魏家父女帶到,卻都是死了一半的樣子。兩人跪到堂上,剛弼便從懷裡摸出那個一千兩銀票並那五千五百兩憑據,和那胡舉人的書子,先遞給子謹看了一遍。子謹不便措辭,心中卻暗暗的替魏家父女叫苦。
「剛弼等子謹看過,便問魏老兒道:『你認得字嗎?』魏老兒供:『本是讀書人,認得字。』又問賈魏氏:『認得字嗎?』供:『從小上過幾年學,認字不多。』老剛便將這銀票、筆據叫差人送與他父女們看。他父女回說:『不懂這是什麼原故。』剛弼道:『別的不懂,想必也是真不懂。這個憑據是誰的筆跡,下面註著名號,你也不認得嗎?』叫差人:『你再給那個老頭兒看!』魏老兒看過,供道:『這憑據是小的家裡管事的寫的,但不知他為甚麼事寫的。』
「剛弼哈哈大笑說:『你不知道,等我來告訴你,你就知道了!昨兒有個胡舉人來拜我,先送一千兩銀子,說你們這一案,叫我設法兒開脫。又說如果開脫,銀子再要多些也肯。我想你們兩個窮凶極惡的人,前日頗能熬刑,不如趁勢討他個口氣罷,我就對胡舉人說:「你告訴他管事的去,說害了人家十三條性命,就是一千兩銀子一條,也該一萬三千兩。」胡舉人說:「恐怕一時拿不出許多。」我說:「只要他心裡明白,銀子便遲些日子不要緊的。如果一千銀子一條命不肯出,就是折半五百兩銀子一條命,也該六千五百兩,不能再少。」胡舉人連連答應。我還怕胡舉人孟浪,再三叮囑他,叫他把這折半的道理告訴你們管事的,如果心服情願,叫他寫個憑據來,銀子早遲不要緊的。第二天,果然寫了這個憑據來。我告訴你,我與你無冤無仇,我為甚麼要陷害你們呢?你要摸心想一想,我是個朝廷家的官,又是撫臺特特委我來幫著王大老爺來審這案子。我若得了你們的銀子,開脫了你們,不但辜負撫臺的委任,那十三條冤魂肯依我嗎?我再詳細告訴你,倘若人命不是你謀害的,你家為什麼肯拿幾千兩銀子出來打點呢?這是第一據,在我這裡花的是六千五百兩,在別處花的且不知多少,我就不便深究了。倘人不是你害的,我告訴他照五百兩一條命計算,也應該六千五百兩。你那管事的就應該說:「人命實不是我家害的,如蒙委員代為昭雪,七千八千俱可,六千五百兩的數目卻不敢答應。」為甚麼他毫無疑義,就照五百兩一條命算帳妮?是第二據。我勸你們早遲總得招認,免得饒上許多刑具的苦楚。』
「那父女兩個連連叩頭說:『青天大老爺!實在是冤枉!』剛弼把桌子一拍,大怒道:『我這樣開導你們,還是不招,再替我夾拶起來!』底下差役炸雷似的答應了一聲『嗄』,夾棍拶子望堂上一摔,驚魂動魄價響。
「正要動刑,剛弼又道:『慢著,行刑的差役上來,我對你講。』幾個差役走上幾步,跪一條腿,喊道:『請大老爺示。』剛弼道:『你們伎倆我全知道,你看那案子是不要緊的呢,你們得了錢,用刑就輕些,讓犯人不甚吃苦。你們看那案情重大,是翻不過來的了,你們得了錢,就猛一緊,把那犯人當堂治死,成全他個整尸首。本官又有個嚴刑斃命的處分,我是全曉得的。今日替我先拶賈魏氏,只不許拶得他發昏,但看神色不好就鬆刑,等他回過氣來再拶。預備十天工夫,無論你甚麼好漢,也不怕你不招!』
「可憐一個賈魏氏,不到兩天,就真熬不過了,哭得一絲半氣的,又忍不得老父受刑,就說道:『不必用刑,我招就是了!人是我謀害的,父親委實不知情!』剛弼道:『你為什麼害他全家?』魏氏道:『我為妯娌不和,有心謀害。』剛弼道:『妯娌不和,你害他一個人很夠了,為甚麼毒他一家子呢?』魏氏道:『我本想害他一人,因沒有法子,只好把毒藥放在月餅餡子裡。因為他最好吃月餅,讓他先毒死了,旁人必不至再受害了。』剛弼問:『月餅餡子裡,你放的甚麼毒藥呢?』供:『是砒霜。』『那裡來的砒霜呢?』供:『叫人藥店裡買的。』『那家藥店裡買的呢?』『自己不曾上街,叫人買的,所以不曉得那家藥店。』問:『叫誰買的呢?』供:『就是婆家被毒死了的長工王二。』問:『既是王二替你買的,何以他又肯吃這月餅受毒死了呢?』供:『我叫他買砒的時候,只說為毒老鼠,所以他不知道。』問:『你說你父親不知情,你豈有個不同他商議的呢?』供:『這砒是在婆家買的,買得好多天了。正想趁個機會放在小嬸吃食碗裡,值幾日都無隙可乘。恰好那日回娘家,看他們做月餅餡子,問他們何用,他們說送我家節禮。趁無人的時候,就把砒霜攪在餡子裡了。』
「剛弼點點頭道:『是了,是了。』又問道:『我看你人很直爽,所招的一絲不錯。只是我聽人說,你公公平常待你極為刻薄,是有的罷?』魏氏道:『公公待我如待親身女兒一般恩惠,沒有再厚的了。』剛弼道:『你公公橫豎已死,你何必替他迴護呢?』魏氏聽了,抬起頭來,柳眉倒豎,杏眼圓睜,大叫道:『剛大老爺!你不過要成就我個凌遲的罪名!現在我已遂了你的願了。既殺了公公,總是個凌遲!你又何必要坐成個故殺呢,你家也有兒女呀!勸你退後些罷!』剛弼一笑道:『論做官的道理呢,原該追究個水盡山窮。然既已如此,先讓他把這個供畫了。』」
再說黃人瑞道:「這是前兩天的事,現在他還要算計那個老頭子呢!昨日我在縣衙門裡吃飯,王子謹氣得要死,逼得不好開口。一開口,彷彿得了魏家若干銀子似的,李太尊在此地,也覺得這案情不妥當,然也沒有法想,商議除非能把白太尊白子壽弄來才行。這瘟剛是以清廉自命的,白太尊的清廉,恐怕比他還靠得住些。白子壽的人品學問,為眾所推服,他還不敢藐視,捨此更無能制伏他的人了。只是一兩天內就要上詳,宮保的性子又急,若奏出去就不好設法了。只是沒法通到宮保面前去,凡我們同寅,都要避點嫌疑。昨日我看見老哥,我從心眼裡歡喜出來,請你想個甚麼法子。」
老殘道:「我也沒有長策。不過這種事情,其勢已迫,不能計出萬全的。只有就此情形,我詳細寫封信稟宮保,請宮保派白太尊來覆審。至於這一砲響不響,那就不能管了。天下事冤枉的多著呢,但是碰在我輩眼目中,盡心力替他做一下子就罷了。」人瑞道:「佩服,佩服。事不宜遲,筆墨紙張都預備好了,請你老人家就此動筆。翠環,你去點蠟燭、泡茶。」
老殘凝了一凝神,就到人瑞屋裡坐下。翠環把洋燭也點著了。老殘揭開墨盒,拔出筆來,鋪好了紙,拈筆便寫。那知墨盒子已凍得像塊石頭,筆也凍得像個棗核子,半筆也寫不下去。翠環把墨盒子捧到火盆上烘,老殘將筆拿在手裡,向著火盆一頭烘,一頭想。半霎功夫,墨盒裡冒白氣,下半邊已烊了。老殘蘸墨就寫,寫兩行,烘一烘。不過半個多時辰,信已寫好,加了個封皮。打算問人瑞,信已寫妥,交給誰送去?對翠環道:「你請黃老爺進來。」
翠環把房門簾一揭,格格的笑個不止,低低喊道:「鐵老,你來瞧!」老殘望外一看,原來黃人瑞在南首,雙手抱著煙槍,頭歪在枕頭上,口裡拖三四寸長一條口涎,腿上卻蓋了一條狼皮褥子。再看那邊,翠花睡在虎皮毯上,兩隻腳都縮在衣服裡頭,兩隻手超在袖子裡,頭卻不在枕頭上,半個臉縮在衣服大襟裡,半個臉靠著袖子,兩個人都睡得實沉沉的了。
老殘看了說:「這可要不得,快點喊他們起來!」老殘就去拍人瑞,說:「醒醒罷,這樣要受病的!」人瑞驚覺,懵裡懵懂的,睜開眼說道:「呵,呵!信寫好了嗎?」老殘說:「寫好了。」人瑞掙扎著坐起。只見口邊那條涎水,由袖子上滾到煙盤裡,跌成幾段,原來久已化作一條冰了!老殘拍人瑞的時候,翠環卻到翠花身邊,先向他衣服摸著兩隻腳,用力往外一扯。翠花驚醒,連喊:「誰,誰,誰?」連忙揉揉眼睛,叫道:「可凍死我了!」
兩人起來,都奔向火盆就暖,那知火盆無人添炭,只剩一層白灰,幾星餘火,卻還有熱氣。翠環道:「屋裡火盆旺著呢,快向屋裡烘去罷。」四人遂同到裡邊屋來。翠花看鋪蓋,三分俱已攤得齊楚,就去看他縣裡送來的,卻是一床藍湖縐被、一床紅湖縐被、兩條大呢褥子、一個枕頭。指給老殘道:「你瞧這鋪蓋好不好?」老殘道:「太好了些。」便向人瑞道:「信寫完了,請你看看。」
人瑞一面烘火,一面取過信來,從頭至尾讀了一遍,說:「很切實的。我想總該靈罷。」老殘道:「怎樣送去呢?」人瑞腰裡摸出表來一看;說:「四下鐘,再等一刻。天亮了,我叫縣裡差個人去。」老殘道:「縣裡人都起身得遲,不如天明後,同店家商議,雇個人去更妥。只是這河難得過去。」人瑞道:「河裡昨晚就有人跑凌,單身人過河很便當的。」大家烘著火,隨便閒話。
兩三點鐘工夫,極容易過,不知不覺,東方已自明了。人瑞喊起黃升,叫他向店家商議,雇個人到省城送信,說:「不過四十里地,如晌午以前送到,下午取得收條來,我賞銀十兩。」停了一刻,只見店夥同了一個人來說:「這是我兄弟,如大老爺送信,他可以去。他送過幾回信,頗在行,到衙門裡也敢進去,請大老爺放心。」當時人瑞就把上撫臺的稟交給他,自收拾投遞去了。
這裡人瑞道:「我們這時該睡了。」黃、鐵睡在兩邊,二翠睡在當中,不多一刻都已齁齁的睡著。一覺醒來,已是午牌時候。翠花家夥計早已在前面等候,接了他姊妹兩個回去,將鋪蓋捲了,一併掮著就走。人瑞道:「傍晚就送他們姐兒倆來,我們這兒不派人去叫了。」夥計答應著「是」,便同兩人前去。翠環回過頭來眼淚汪汪的道:「儜別忘了呵!」人瑞、老殘俱笑著點點頭。
二人洗臉,歇了片刻就吃午飯。飯畢,已兩下多鐘,人瑞自進縣署去了,說:「倘有回信,喊我一聲。」老殘說:「知道,你請罷。」
人瑞去後,不到一個時辰,只見店家領那送信的人,一頭大汗,走進店來。懷裡取出一個馬封,紫花大印。拆開,裡面回信兩封:一封是張宮保親筆,字比核桃還大;一封是內文案上袁希明的信,言:「白太尊現署泰安,即派人去代理,大約五七天可到。」並云:「宮保深盼閣下少候兩日,等白太尊到,商酌一切。」云云。老殘看了,對送信人說:「你歇著罷,晚上來領賞。喊黃二爺來。」店家說:「同黃大老爺進衙門去了。」老殘想:「這信交誰送去呢?不如親身去走一道罷。」就告店家,鎖了門,竟自投縣衙門來。
進了大門,見出出進進人役甚多,知有堂事。進了儀門,果見大堂上陰氣森森,許多差役兩旁立著。凝了一凝神,想道:「我何妨上去看看,什麼案情?」立在差役身後,卻看不見。
只聽堂上嚷道:「賈魏氏,你要明白你自己的死罪已定,自是無可挽回。你卻極力開脫你那父親,說他並不知情,這是你的一片孝心,本縣也沒有個不成全你的。但是你不招出你的姦夫來,你父親的命就保全不住了。你想,你那姦夫出的主意,把你害得這樣苦法,他到躲得遠遠的,連飯都不替你送一碗,這人的情義也就很薄的了。你卻抵死不肯招出他來,反令生身老父,替他擔著死罪。聖人云:『人盡夫也,父一而已。』原配丈夫,為了父親尚且顧不得他,何況一個相好的男人呢!我勸你招了的好。」只聽底下只是嚶嚶啜泣。又聽堂上喝道:「你還不招嗎?不招我又要動刑了!」
又聽底下一絲半氣的說了幾句,聽不出甚麼話來。只聽堂上嚷道:「他說甚麼?」聽一個書吏上去回道:「賈魏氏說,是他自己的事,大老爺怎樣吩咐,他怎樣招。叫他捏造一個姦夫出來,實實無從捏造。」
又聽堂上把驚堂一拍,罵道:「這個淫婦,真正刁狡!拶起來!」堂下無限的人大叫了一聲「嗄」,只聽跑上幾個人去,把拶子往地下一摔,霍綽的一聲,驚心動魄。
老殘聽到這裡,怒氣上沖,也不管公堂重地,把站堂的差人用手分開,大叫一聲:「站開!讓我過去!」差人一閃。老殘走到中間,只見一個差人一手提著賈魏氏頭髮,將頭提起,兩個差人正抓他手在上拶子。老殘走上,將差人一扯,說道:「住手!」便大搖大擺走上暖閣。見公案上坐著兩人,下首是王子謹,上首心知就是這剛弼了,先向剛弼打了一躬。
子謹見是老殘,慌忙立起。剛弼卻不認得,並不起身,喝道:「你是何人?敢來攪亂公堂!拉他下去!」未知老殘被拉下去,後事如何,且聽下回分解。
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