La prima parte della poesia di Dù Fŭ intitolata "Il canto delle belle fanciulle"( 麗 人 行 "lì rén xíng") è ingannevole. Essa ci dà infatti l'impressione di trovarci in mezzo ad un'allegra scampagnata organizzata da un gruppetto di ingenue adolescenti per festeggiare con un improvvisato picnic sulla riva del fiume l'arrivo della primavera. Ma, poco a poco, dettaglio dopo dettaglio, ci accorgiamo che ci stavamo sbagliando ed alla fine della poesia ci troviamo di fronte ad un quadro molto diverso e molto meno simpatico.
Questa lirica sarebbe stata composta nella primavera dell’anno 753 d.C.
IL CANTO DELLE BELLE FANCIULLE
Il terzo giorno del terzo mese arriva la nuova stagione.
A Cháng'Ān una folla di leggiadre fanciulle si sparge sulle rive del fiume.
Attente , sognanti, modeste e spontanee.(1)
Delicata è la loro pelle, aggraziate le loro forme minute.
Le loro gonne di seta ricamata brillano nel tramonto primaverile
con disegni di pavoni dorati ed unicorni d'argento.
Portano infilate nei capelli minuscole piume di martin pescatore
che pendono come foglioline dalle loro tempie.
Hanno intorno ai fianchi un cinturino solido ed elegante,
al quale sono appese perle preziose.
Fra di loro ci sono parenti della favorita imperiale, (2)(3)
le principesse titolari dei grandi regni di Guó e di Qín.(4)(5)
Bocconcini di gobba di cammello vengono serviti loro da pentole di giada
e pesci freschi vengono loro presentati su piatti di cristallo.(6)
Dopo aver mangiato a sazietà, indugiano a lungo
con le bacchette d'avorio in mano
e manovrano ripetutamente i coltelli in osso di fenice(7)
con movimenti malaccorti ed inutili.
Dalla Porta d'Oro arrivano a spron battuto, uno dopo l'altro,(8)
cavalieri che portano in continuazione piatti prelibati
preparati con cura dalle cucine imperiali.
Il suono acuto dei flauti ed il rullo dei tamburi
invocano gli spiriti e le divinità.(9)
Invitati e cortigiani si mescolano in gran numero,
sono veramente le persone che contano.
Arriva infine, con lento incedere, un dignitario a cavallo,
smonta di sella proprio davanti al padiglione,
entra e si siede sui tappeti di broccato.(10)
I gattini dei salici fioccano come neve,
ricoprendo di bianco le felci d'acqua.
Le cutrettole svolazzano intorno
tenendo nel becco nastrini purpurei.
Ma il troppo potere è pericoloso,
crea solitudine ed isolamento.
State attenti a non provocare l'ira
del precedente primo ministro.(11)
NOTE
(1) L’interpretazione di questo verso può variare secondo le sfumature di significato che si attribuiscono ai diversi aggettivi. La mia lettura parte dall’idea che Dù Fŭ non abbia voluto esprimere fin dall’inizio un netto giudizio negativo sui personaggi, ma abbia preferito, con raffinata arte poetica, accumulare lentamente e quasi insensibilmente i dettagli che conducono a tale conclusione.
(2) Comincia qui, senza che il lettore se ne accorga, il cambiamento di atmosfera. Anche le giovani principesse potrebbero far parte della schiera delle ingenue fanciulle che festeggiano l’arrivo della primavera, ma alcuni particolari ci mostrano, a poco a poco, che così non è.
(3) Sotto la dinastia Hàn 漢 朝 , la “Casa delle Spezie” 椒 房 (“jiāo fáng”) ,così chiamata perché i suoi muri erano intrisi di spezie profumate, era un padiglione del palazzo di Wèiyāng 未 央 che serviva da residenza alla consorte imperiale. I paraventi e le cortine di seta degli appartamenti recavano disegni di nuvole, simbolo di buon augurio. L’espressione “la casa delle spezie con le cortine di nuvole” (”雲 幕 椒 房 “ yún mù jiāo fáng”) è perciò una metafora dell’imperatrice o della favorita imperiale. Nonostante l’uso di un termine che rimanda a tempi remoti, l’allusione a Yáng Guìfēi 楊 貴 妃 , la favorita dell’imperatore Xuánzōng 玄 宗 , è trasparente ed è confermata dai versi successivi.
(4) Era uso dell’imperatore attribuire ai propri parenti più stretti titoli altisonanti che si ricollegavano a grandi regni del passato. Le fanciulle cui si riferisce Dù Fŭ sono le sorelle della famosa consorte imperiale Yáng Guìfēi, che l’imperatore Xuánzōng aveva nobilitato concedendo loro rispettivamente i titoli di signora di Guó 虢 國 夫 人 (“guó guó fū rén”) e signora di Qín 秦 國 夫 人 (qín guó fū rén”). Entrambe fecero una brutta fine, perché furono massacrate dalla guardia imperiale nel 756 d.C., durante la ribellione di Ān Lùshān 安 祿 山, giacché i soldati attribuivano agli intrighi di Yáng Guìfēi e dei suoi parenti la triste situazione in cui era caduto lo Stato. La signora di Guó è ritratta in un famoso dipinto di Zhāng Xuān 張 萱, che la rappresentò nel corso di un’escursione a cavallo insieme con altre dame e gentiluomini.
(5) Il Regno di Guó 虢 國 è un antico regno che esistette sino al termine della dinastia degli Zhōu orientali 東 周 e agli inizi del Periodo delle Primavere e degli Autunni ( 8° secolo a.C./7°secolo a.C.) nella regione del Hénán 河 南. Un cimitero dell’età del bronzo, ricollegato al Regno di Guó, è stato recentemente scoperto presso la città di Sānménxiá 三 門 峽.
(6) Con la descrizione del picnic il quadro comincia lentamente a guastarsi. Ci troviamo di fronte alle stesse fanciulle che Dù Fŭ ha ritenuto a torto schiette e genuine oppure ad un gruppo diverso che, all’improvviso, si insinua fra le altre giovani?. In ogni caso, i personaggi che ora dominano la scena si dimostrano dei “parvenus” che amano il lusso e lo spreco, che imitano malaccortamente le maniere dei “veri signori” , che ostentano, in maniera volgare le loro ricchezze e che approfittano senza alcun pudore dell’organizzazione dello Stato per il proprio divertimento..
(7) Il termine usato da Dù Fŭ è 鸞 刀 (“luán dāo” “coltelli in osso di fenice”). Non è chiaro se il poeta intenda riferirsi a qualche materiale pregiato proveniente da paesi lontani o se il riferimento ad animali mitici e favolosi mira soltanto a farci capire quanto siano preziosi gli oggetti messi in mostra. Lo stesso discorso vale per il termine 犀 著 (“xī zhù” “bacchette in osso di unicorno”) che ho tradotto con “bacchette d’avorio”.
(8) La Porta d’Oro ( 黃 門 Huáng Mén) è un’evidente metonimia del Palazzo Imperiale.
9) Per rallegrare la scampagnata le dame si sono fatte accompagnare da un’intera orchestra che comincia a suonare pezzi impegnativi con cui si invoca la protezione delle divinità e degli spiriti degli antenati. Esse stanno trasformando la loro escursione primaverile in una cerimonia ufficiale, anche se non hanno alcun titolo per farlo, salvo la parentela con la consorte dell’imperatore.
(10 )Il dignitario pieno di alterigia qui rappresentato potrebbe essere Yáng Guózhōng 楊 國 忠 , cugino di Yáng Guìfēi 楊 貴 妃 , che aveva fatto rapidamente carriera alla corte imperiale grazie alla sua parentela con la favorita e che, proprio all’inizio del 753 d.C., aveva ottenuto l’altissima carica di cancelliere dell’Impero. Yáng Guózhōng, che in precedenza si chiamava Yáng Zhāo 楊 釗 , aveva avuto a suo tempo una relazione con la signora di Guó, quando questa era ancora la figlia di una famiglia modesta e quasi sconosciuta. Anche Yáng Guózhōng fu trucidato dai soldati della guardia imperiale in occasione della rivolta di Ān Lùshān.
(11) L'ultimo verso ci mostra chiaramente, se già non ce n'eravamo accorti, che si tratta di una poesia d'argomento politico. Il primo ministro citato è Lĭ Línfŭ 李 林 甫 , morto nel gennaio del 753 d.C., dopo aver ferocemente lottato per il potere con Yáng Guózhōng, cugino di Yáng Guìfēi, la favorita dell'imperatore Xuánzōng. Yáng Guózhōng ne aveva in seguito pubblicamente infangato la memoria, comportamento che, secondo le credenze cinesi, avrebbe potuto provocare l'ira e la vendetta dello spirito del defunto.
L'ammonimento di Dù Fŭ ha però una portata molto più vasta e non è diretto soltanto a Yáng Guózhōng, ma a tutto il clan di Yáng Guìfēi: alle sorelle, diventate principesse e riempite d'onori e di privilegi, ai parenti ed agli amici, elevati alle più alte cariche dell'Impero).
Il lusso ostentato da questi nuovi ricchi e gli sprechi dissennati che essi si permettavano a carico delle casse dello Stato non potevano non suscitare lo sdegno di una persona come Dù Fŭ, legata ad una rigorosa etica confuciana.
Il popolo e l'esercito videro in questi abusi una delle cause principali della successiva rivolta di Ān Lùshān e della decadenza della dinastia Táng.
L'odio dei soldati per Yáng Guìfēi portò all'uccisione della favorita ed allo sterminio della sua famiglia pochi mesi dopo l'inizio della rivolta.