Gù Kăizhī
Gù Kăizhī 顧愷之 (circa 344 d.C.- circa 406 d.C.), nome di cortesia Chángkāng 長康, fu un famoso pittore vissuto sotto la dinastia dei Jìn orientali 東晉朝 ( 316 d.C.-420 d.C.).
Nato a Wúxí 无锡 nel Jiāngsū 江苏, in una famiglia di letterati, percorse le tappe della carriera pubblica, anche se non giunse mai a ricoprire alte cariche.
Nel 366 d.C. fu nominato “assistente” (參軍 “cānjūn”) del Gran Maresciallo” (大司馬 “dà sīmă“) Huán Wén (312 d.C.-373 d.C.) .
Operò in seguito alle dipendenze di Yīn Zhòngkān 殷仲堪, ispettore generale del Jīngzhōu 荊州.
Nel 405 d.C. fu promosso assistente imperiale” (“ 散騎常侍 “sàn qí cháng shì”).
Morì poco dopo, in data sconosciuta.
Fu un uomo di molteplici capacità. Oltre che pittore, fu infatti anche poeta di talento e abile calligrafo.
Putroppo non ci è giunta alcuna sua poesia.
Possediamo invece alcuni suoi testi teorici sulla pittura:
- “Discorso sulla pittura" (畫論 “huàlù” );
- “Elogio di famosi dipinti delle dinastie Wèi e JÌn” (魏晉勝流畫贊 “wèijìn shèng liú huà zàn”);
- “Appunti sul modo di dipingere il monte Yúntāi” (畫雲台山記 "huà yúntāishān jì).
Qualche aneddoto riportato nella breve biografia di Gù Kăizhī che figura al 92° volume del “Libro dei Jìn”( 晉書 “jìn shū”), 62a serie biografica intitolata ”Il giardino letterario”( 文苑 “wén yuán”), 16a biografia, ci permette di intuire a che cosa l’artista desse maggiore importanza nel dipingere.
Al paragrafo 9 leggiamo: “Dopo aver ritratto una persona, Gù lasciava passare anni prima di dipingerne gli occhi. Quando qualcuno gliene chiese il perché, rispose: ‘La bellezza o la bruttezza delle membra non è qualcosa che influisca sulla perfezione di un dipinto, ma sono proprio gli occhi che trasmettono lo spirito del modello e ce ne danno il ritratto perfetto’ ”.(愷之每畫人成,或數年不點目精。人問其故答曰:「四體妍蚩,本無闕少於妙處,傳神寫照,正在阿堵中。)
Al paragrafo 11 leggiamo: “Quando dipingeva, Gù ripeteva sempre, riferendosi ai versi di una quartina di Jī Kāng: ”È facile disegnare le mani che pizzicano le cinque corde, è difficile disegnare gli occhi di chi guarda uno stormo di oche selvatiche che vola via” (愷之每重嵇康四言詩,因為之圖,恆云: 手揮五弦易,目送歸鴻難).(1)
L“Antologia dei dipinti famosi di tutti i tempi” (歷 代 名 畫 記 “lì dài míng huà jì” ) di Zhāng Yànyuăn 張 彥 遠 (c.815 d.C.-c.877 d.C.) riporta, nel suo quinto volume, dedicato alle vite di pittori famosi dell’epoca Jìn, una biografia di Gù Kăizhī.
In tale biografia, che costituisce il n.9 della serie, viene ripreso un elenco di opere che figurava nel “Libro dei Liáng”( 梁書 “liáng shū” ), “Trattato sulle frontiere esterne” (外域傳) “wài yú chuán”).(2)
Nessuna di queste opere è giunta sino a noi.
Alcune altre fonti menzionano tuttavia tre opere che possiamo ammirare ancor oggi. anche se sono pervenute fino ai nostri giorni, secondo l'opinione prevalente tra gli esperti, sotto forma di copie eseguite all'epoca dei Táng (618 d.C.-907 d.C.) o, addirittura, dei Sòng (960 d.C-1279 d.C.).
Nella "Storia della Pittura (書史 "huà shì"), pubblicata dal famoso poeta e pittore Mǐ Fú 米芾 (1051 d.C.-1107 d.C.), si legge, con riferimento alla pittura dell'epoca Jìn, questa annotazione: "Nella collezione di un letterato si trova oggi una copia di epoca Táng delle " Vite di donne esemplari" di Gù...che è praticamente identica agli "Ammonimenti della dama precettrice" in possesso del signor Liú" (今士人家收得唐摹顧筆【列女圖】,至刻板作扇,皆是三寸餘人物,與劉氏【女史箴】一同).(3)
Nel primo volume della “Raccolta di dipinti dell’era Xuānhé” (宣和畫譜 “Xuānhé Huàpū), un catalogo della dinastia Sòng 宋朝, databile intorno al 1120 d.C, che descrive 6396 dipinti appartenenti alla collezione dell’imperatore Huīzōng 徽宗, si legge, ai paragrafi 6 e 7: “Troviamo nel palazzo imperiale nove dipinti (di Gù Kăizhī): …un dipinto intitolato ‘Ammonimenti della dama precettrice' ”… (今御府所藏九:…女史箴圖一…)
Da ultimo, secondo quanto afferma la relativa voce dell'enciclopedia on line Băidù Băikē 百度百科, l' attribuzione a Gù Kăizhī del dipinto intitolato “Rapsodia sulla ninfa del fiume Luò” (洛神賦圖 "luòshén fù tú") risulta dal “Prologo alla poesia sul dipinto della ninfa del fiume Luò”(题洛神赋图诗序 “tí luòshén fù tú shī xù”) del poeta Wáng Zhì 王铚, vissuto sotto la dinastia Sòng.(4)
Ciascuno dei tre dipinti è conosciuto con il nome del testo letterario che lo ha ispirato:
il primo rimanda agli “Ammonimenti della dama precettrice” (女史箴 “nǚshǐ zhēn “) di Zhāng Huá 張 華 (232 d.C.-300 d.C.); il secondo alle “Vite di donne esemplari” (列女傳 “liènǚ zhuàn”) di Liú Xiàng 劉向 (77 a.C.- 6 a.C.); il terzo alla “Rapsodia sulla ninfa del fiume Luò” (洛神賦 "luòshén fù") di Cáo Zhí 曹植 (192 d.C.-232 d.C.).
Il numero di copie dei diversi dipinti (tutte in possesso di musei) non è elevato:
- due copie degli "Ammonimenti della dama precettrice", conservate l'una al British Museum di Londra (5) e l'altra al Museo del Palazzo (故宫博物院 " gùgōng bówùyuàn") di Pechino;
- una copia delle "Vite di donne esemplari", conservata nel Museo del Palazzo a Pechino;
- tre copie della "Rapsodia della ninfa del fiume Luò", conservate nel Museo del Palazzo a Pechino, nel Museo Provinciale di Liáoníng (辽宁省博物馆 ”liáoníngshĕng bówùguăn”) e nella Freer Sackler Gallery di Washington, più un frammento conservato nel Museo Nazionale del Palazzo (国立故宫博物院 "guólí gùgōng bówùyuàn”) di Taipei.
Se la generalità degli esperti concorda nel sostenere che nessuna delle opere di cui sopra sia da considerarsi come un originale (6), c`è invece un vivace dibattito sull’antichità rispettiva delle singole copie.
L’esemplare degli “Ammonimenti” ora in possesso del British Museum fu ritenuto per secoli, in Cina, un originale. Soltanto nel 1818 Hú Jìng 胡敬 (1769-1845) suggerí che fosse una copia di epoca Táng. Oggi viene attribuito da alcuni all’epoca Táng 唐朝 (618 d.C.-907 d.C.), mentre altri lo retrodatano all’epoca Suì 隋朝 (581 d.C.-618 d.C.) o addirittura al periodo delle Dinastie Meridionali e Settentrionali 南北朝 (420 d.C.-589 d.C.).
L’esemplare in possesso del Museo del Palazzo a Pechino è considerato una copia di epoca Sòng eseguita a partire dal rotolo attualmente conservato al British Museum.
Il rotolo raffigurante "Donne esemplari", in possesso del Museo del Palazzo a Pechino, è ritenuto essere una copia risalente alla dinastia dei Sòng Meridionali 南宋朝 (1127 d.C.- 1279 d.C.).
Anche per quanto riguarda i dipinti che raccontano la storia della "Ninfa del fiume Luò" è opinione comune che si tratti, in tutti i casi, di copie dell'epoca Sòng.
La datazione viene effettuata tenendo conto di una molteplicità di elementi quali il supporto materiale, i colori, la tecnica e lo stile del dipinto, le iscrizioni che vi sono apposte, i sigilli dei successivi proprietari, il cui studio ha dato vita ad una ricca letteratura.
I soggetti delle tre opere sono tratti, come si è già detto, dai testi letterari che le hanno ispirate.
Gli "Ammonimenti della dama precettrice" contengono dodici scene nella versione del Museo del Palazzo, nove in quella del British Museum.
Cfr: https://en.wikipedia.org/wiki/Admonitions_Scroll
Le "Vite di donne esemplari" contengono quindici figure femminili.
Cfr:https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gu_Kaizhi._Wise_and_Benevolent_Women._Scroll._Song_copy_of_4_century_work._Palace_museum,_Beizing.jpg
La "Rapsodia della ninfa del fiume Luò" contiene dodici scene ( numero che può variare secondo le versioni).
Cfr:https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gu_Kaizhi-Nymph_of_the_Luo_River_(full),_Palace_Museum,_Beijing.jpg
È interessante notare alcune caratteristiche che i diversi dipinti hanno in comune.
Vi si vedono, ad esempio, donne con abiti ornati di nastri svolazzanti.
Questo particolare ci permette di affermare con una certa sicurezza che si tratta di copie di opere risalenti ad un'epoca anteriore alla dinastia Táng.
Possediamo infatti un paravento laccato, databile al periodo dei Wèi settentrionali 北魏 (386 d.C.-535 d.C.), che ci mostra lo stesso dettaglio.(7)
Nel suo libro intitolato "La Peinture Chinoise"(8), James Cahill osserva che questa tecnica "è un'ultima eco dei giochi lineari che utilizzavano i pittori dell'epoca Hàn per introdurre nelle loro opere l'illusione della vita.Tuttavia, una volta che gli artisti cominciano a rendere l'azione in modo convincente,viene meno il bisogno di ricorrere a questi artifici. In seguito, essi saranno capaci di rappresentare un'intera massa in movimento".
Si può altresì constatare che i colori sono stesi in modo uniforme e piatto senza far ricorso ad una diversità di gradazioni per modellare un corpo o per riprodurre un effetto di luce su una superficie, anche se una lieve ombreggiatura su alcuni volti induce i critici a ritenere, proprio per questa ragione, che si abbia a che fare con copie di età più tarda rispetto agli originali.
Un ultimo dettaglio che richiama l'attenzione è l'evidente sproporzione tra le figure umane e il paesaggio che le circonda.
Ciò è particolarmente evidente nella "Rapsodia della ninfa del fiume Luò", dove i personaggi sono alti quanto gli alberi dei boschi in cui si aggirano e superano con la testa le cime delle montagne, ma si può rilevare anche nella sesta scena degli "Ammonimenti", dove il cacciatore che insegue una tigre è appena più piccolo della montagna su cui la belva si è rifugiata.
Tutte queste osservazioni legittimano quindi la conclusione che i dipinti giunti sino a noi sono copie abbastanza fedeli degli originali di Gù Kăizhī.
NOTE
1) Jī Kāng 嵆 康 ( 223 d.C-—262 d.C.) fu un poeta, scrittore e filosofo del periodo dei Tre Regni. I versi citati da Gù Kăizhī dicono: “Gli occhi salutano le oche selvatiche che migrano, le mani pizzicano le cinque corde”( 目送歸鴻,手揮五弦).
2) Nel lungo elenco di opere figura un affresco raffigurante Vimalakīrti (in cinese 維摩詰 “wéimójié”), figura eminente del Buddhismo, dipinto da Gù Kăizhī su una parete del cortile del tempio Wăguān 瓦棺寺.
A proposito di questo dipinto, le fonti riportano un curioso aneddoto.
Quando fu deciso di costruire il tempio, i monaci andarono in giro a sollecitare offerte per finanziarne la costruzione.
Gù Kăizhī, il quale, malgrado il suo talento, era, nella vita quotidiana, una persona che non dimostrava troppo buon senso, si impegnò a versare una cifra spropositata.
Naturalmente, giunto il momento di onorare il suo impegno, non fu in grado di versare la somma promessa.
Propose allora ai monaci di concedergli un mese di tempo e di lasciargli fare qualunque cosa volesse nel cortile del tempio.
Il risultato fu il ritratto di Vimalakīrti che, in breve , grazie alle offerte dei fedeli e dei pellegrini venuti ad ammirarlo, fece incassare ai monaci un importo ancor maggiore di quello promesso dal pittore.
3) Il termine 一同 (“yītóng”), cioè “identico”, va ovviamente inteso come “dello stesso stile”, non come “avente lo stesso soggetto”.
4) Menzioni di un dipinto ispirato alla “Rapsodia della ninfa del fiume Luò” figurano già nella “Antologia dei pittori famosi di tutti i tempi” (“Lì Dài Míng Huà Jì” 歷 代 名 畫 記, libro 5°, paragrafo 1), che lo cita con riferimento all’imperatore Sīma Shào 司马绍 dei Jìn Orientali 東晉朝, vissuto dal 299 d.C. al 325 d.C., e nella “Storia dei dipinti pubblici e privati dell’era Zhēnguàn" (贞观公私画史 “zhēnguàn gōngsī huà shǐ”), pubblicata intorno al 640 d.C. da Péi Xiàoyuán 裴孝源 (paragrafo 14). Non viene però nominato il suo autore, che, almeno per il rotolo esistente al tempo di Sīma Shào, non potrebbe in alcun caso essere Gù Kăizhī.
5) Il dipinto fu venduto al British Museum nel 1903 da un ufficiale inglese che aveva partecipato, tre anni prima, alla spedizione internazionale contro i Boxer e che asserì di averlo ricevuto in dono per aver salvato la vita ad una nobile dama cinese.
6) Gli esperti concordano nel ritenere che la firma di Gù Kăizhī che figura accanto all'ultima scena nell'esemplare in possesso del British Museum sia un falso. Essa sarebbe stata apposta ai tempi della dinastia Míng quando il dipinto finì nelle mani del ricco collezionista Xiàng Yuánbiàn 項元汴 (1525–1590). Per un collezionista era infatti considerato particolare motivo di vanto possedere l'originale di un'opera famosa.
7) Il paravento proviene da una tomba scoperta nel 1986 che apparteneva a un funzionario della dinastia dei Wèi Settentrionali 北魏朝 (386 d.c.-535 d.C.) di nome Sīmǎ Jīnlóng 司馬金龍, morto nel 484 d.C.
8) J. Cahill,"La Peinture Chinoise", Editions d'Art Albert Skira S.A., Genève, 1977, pag.15 (La traduzione è mia)