La poesia che figura qui di seguito è stata tratta dalla “Raccolta completa delle opere di Yù Míngtáng” (玉茗堂全集 “yù míngtáng quánjí”), pseudonimo del famoso poeta e drammaturgo 湯 顯 祖Tāng Xiǎnzǔ (1550-1616). Essa è contenuta nell’ottavo volume della raccolta.
Una Poesia
Nell’anno della pecora del fuoco (1), il giorno in cui si lavano le statue del Buddha (2), vidi in sogno mio figlio (3) che teneva in mano un libro di poesie ed appariva molto felice, perché -mi disse- aveva conseguito, tra i fiumi e sui monti dell’oltretomba, il prestigioso diploma di “studioso provetto”. (4) Dopo che ebbimo sospirato e riso insieme per un bel momento, mi svegliai e composi i seguenti versi (5)... :
Ho bruciato infiniti volumi
quasi fossero soldi di carta. (6)
Che tristezza che tu sia partito,
tu che primeggiavi su molti altri.
Laggiù, presso le Sorgenti Gialle (7),
c’è ancora il mondo dei letterati? (8)
Quanti dei tuoi compagni di studi
sono saliti fino al Sesto Cielo? (9)
NOTE
(1) L’anno “della pecora del fuoco”( in mandarino “dīngwèi” 丁未) è il quarantaquattresimo anno del calendario sessagesimale cinese. Nel caso specifico corrisponde al 1607 d.C.
2) L’anniversario dell’illuminazione del Buddha è tradizionalmente celebrato l’ottavo giorno del quarto mese lunare. Tale data è anche detta “il giorno in cui si aspergono d’acqua le statue del Buddha”(“ yù fú rì” 浴佛日) con riferimento ad una delle cerimonie che si compiono in tale occasione.
3) Ho qui ripreso un’interpretazione trovata nel sito Internet “O vento nos bambus”, il quale, all’articolo “Sobre o prazer de ler”, riporta, senza una precisa indicazione della fonte, una traduzione di Jonathan Chaves in cui si legge:
“On the day of Washing the Buddha1 in the year ting-wei (1607), I dreamed that my late son Shih-ch'ii was holding a book and appeared to be quite happy. 2 He said that he had earned his chin-shih degree in the underworld. After we sighed and laughed together for a long time, I woke up and wrote this poem.”
La nota 2 è del seguente tenore:
“Shih-ch'ii had died seven years earlier in Nanking. He had gone there to take examinations leading eventually to the bestowal of the Presented Scholar's degree, which would allow the candidate to enter the official bureaucracy. T'ang had been sending his son books to study from by burning them instead of the usual paper money, hoping that the books will reach him in the underworld (Yellow Springs).”
Suscita qualche dubbio il fatto che il carattere 且 ( “qiĕ”) fosse usato, nei tempi più antichi, per indicare non già un figlio, bensì un ascendente o antenato, mentre qui sembra indicare, in modo più generale, un membro della famiglia.
Occorre d’altra parte constatare che la poesia figura in un gruppo di testi introdotti dalla frase 呼亡子得见三二亡一时闻 (“hū wáng zi dé jiàn sān'èr wáng yīshí wén”), che significa “evocando un figlio morto lo si può vedere un paio di volte e parlare con lui per un momento”. Ciò sembra quindi giustificare l’interpretazione di Jonathan Chaves, il quale si fonda certamente su precisi riscontri.
4) Il diploma di “studioso provetto” ( 进士“jìnshì”) era il titolo di studio più elevato che si poteva conseguire in epoca imperiale superando gli appositi esami nazionali che si svolgevano ogni tre anni nella capitale.
5) Il carattere 句 (“jù”) indica, secondo i casi, una frase, un verso o una strofa.
6) Già da tempi abbastanza antichi si era affermato l’uso di bruciare sulle tombe, come offerta ai defunti, fogli di carta detti “zhĭqián” (纸钱 “soldi di carta ”), che riproducevano la forma delle monete metalliche e, in epoca assai più recente, delle banconote. Bruciando libri si intendeva, metaforicamente, offrire al defunto i mezzi per partecipare in modo attivo ad un’ipotetica vita intellettuale nell’aldilà.
7) Con l’espressione “Sorgenti Gialle” (黄泉“huáng quán”) i Cinesi erano soliti indicare il mondo dei morti.
8) Il termine 业 (”yè”) si applica ad una vasta serie di concetti tra di loro correlati: “lavoro”, “professione”,”opera”, “studio”, “realizzazioni” e “carriera”. Il termine 书生 (“shῡshēng”) indica i letterati. Ho quindi creduto di poter tradurre l’espressione 书生业 come “il mondo dei letterati”.
9) Il Sesto Cielo ( 六天“liù tiān”) è il più alto dei Sei Cieli del Mondo del Desiderio nella cosmologia buddhista. L’espressione “salire al Sesto Cielo” significa dunque vedere pienamente realizzati i propri desideri e le proprie ambizioni e può venir comparata al nostro detto “essere al Settimo Cielo”.
湯 顯 祖
一脉
丁未浴佛日梦还见诗书颇乐且语地下满浔山姚进士虞笑久之觉而成句
万卷 都抛 作纸钱
伤心 本在 数人前
黄泉 尚有书生业
同学 谁登第六天.