Mă Duānlín 馬端臨 (1254-1322) fu uno storico cinese che pubblicò nel 1317 il “Wénxiàn Tōngkăo” 文献通考, opera enciclopedica in 348 volumi, alla quale lavorò per più di 45 anni.
Suo padre, il ministro Mă Tíngluán 马廷鸾 (1222-1298), aveva accesso, a causa delle sue funzioni, ad un gran numero di atti.
Basandosi su queste fonti e sfruttando le conoscenze del padre, Mă Duānlín cominciò, dal 1273, a redigere compilazioni di documenti storici.
Dopo la caduta della dinastia dei Sòng Meridionali 宋朝, nel 1279, Mă Duānlín passò al servizio della dinastia Yuán 元朝 .
Il “Wénxiàn Tōngkăo”, il cui titolo significa “Ricerche dettagliate di letteratura e di documentazione” si compone di 26 parti, chiamate 考 (“kăo”), cioè “ricerca”, ciascuna delle quali è suddivisa in un certo numero di volumi 卷 (“juăn”).
Esso è l’equivalente di un’enciclopedia relativa alla vita e all’organizzazione della società cinese dell’epoca. Vi sono infatti affrontati i temi più diversi: dalla geografia amministrativa alle cerimonie imperiali, dalla divinazione ai codici militari. Importante è la parte relativa all’astronomia, nella quale figurano numerose osservazioni relative a fenomeni astronomici verificatisi nel periodo medievale che hanno consentito agli astronomi europei di completare le loro conoscenze “storiche”.
Le fonti dell’opera sono le Storie Ufficiali delle precedenti dinastie nonché il “Tōngdián” 通典, compilazione di leggi amministrative in 200 volumi redatta da Dú Yòu 杜佑 ( 755-812) tra il 766 e l’801.
La ventiseiesima “ricerca”, suddivisa in 25 volumi, riguarda i paesi stranieri e reca il titolo 四裔 “síyì”, vale a dire “i barbari dei quattro punti cardinali”, mentre in origine era intitolata ( 邊防“biānfáng”), vale a dire “la difesa delle frontiere”.
Il sedicesimo volume della ventiseiesima ricerca (volume n.342 dell'enciclopedia), contiene una trattazione relativa al Dà Qìn 大 秦, paese che viene identificato con l’Impero Romano e con il successivo Impero Romano d’Oriente.
Poiché i rapporti tra il Celeste Impero e l’Impero Romano furono assai sporadici, le notizie che vi sono riportate non sono frutto di osservazione diretta e spesso non trovano precisi riscontri nelle fonti romane e bizantine.
L’Impero Romano (“Dà Qín”)
Un altro nome con cui è conosciuto questo paese è Líjiān (1), come spiegheremo dopo. Si dice che questo Stato esistesse già ai tempi dei Hàn anteriori e che abbia continuato ad esistere ai tempi dei Hàn posteriori. (2)
Poiché si trova ad ovest del Mare Occidentale (3) è anche chiamato “il Paese ad occidente del mare”. Il suo sovrano risiede nella capitale, in un palazzo che poggia su colonne piantate nell’acqua. (4) Dista dalla Persia (5),seguendo la costa, diecimila “lĭ”(6), da Cháng’Ān più di quarantamila. Il suo territorio è pianeggiante; i suoi abitanti numerosissimi. Si estende per parecchie migliaia di “lĭ” da nord a sud, da est a ovest, e conta quattrocento città. Ha dozzine di piccoli regni che sono suoi vassalli. Ad occidente c’è un gran mare, oltre il quale c’è la città di Chísàn.(7) Nella capitale ci sono i ministeri, gli archivi e le scuole di grammatica.
Tutti i cittadini portano i capelli corti, indossano abiti damascati, si spostano su carri coperti da tendoni bianchi, come quelli dei soldati.
Lungo le strade, ogni dieci “lĭ” sorge un padiglione, ogni trenta “lĭ” una stazione di posta fortificata, proprio come in Cina. Molti soldati vi si accantonano durante i loro spostamenti. Ogni stazione può infatti ospitare fino a cento militari con le loro salmerie.
I loro re sono temporanei. Il popolo si affida a chi ha fama di saggio. Qualora sopravvengano grandi calamità naturali, come tempeste e uragani, vengono destituiti e sostituiti, e se ne vanno senza rammarico.(8)
Gli abitanti del paese sono d’alta statura e di bell’aspetto (9), un po’ come in Cina. Per questo il loro regno si chiama Dà Qín e qualcuno s’azzarda addirittura a sostenere che siano originari della Cina.
Si trova in questo regno un tipo di giada molto dura come il corno del rinoceronte chiamato “ spaventagalline”. (10)
( Il “Bàopŭzĭ “ (11) chiarisce a questo riguardo: “ Se si riempie di chicchi la cavità di un corno di rinoceronte e si posa il corno in mezzo ad un branco di galline perché queste becchino i chicchi, le galline hanno paura di farlo, perciò nella Cina Meridionale il corno del rinoceronte è anche chiamato “spaventagalline”.)
Viene raccolto anche molto incenso, che è fatto bollire per ricavarne un liquido usato a scopi terapeutici.
La terra (12) fornisce fantastiche quantità d’oro e d’argento, di giada luminosa, di perle brillanti, d’ ambra, di lapislazuli, di testuggini, di stalloni bianchi e fulvi (13), di gusci di tartaruga marina, di orsi bruni, di porpora (14), di manguste (15), di fritillarie (16), di madreperla (17) (della quale il dizionario Guăngyă (18) dice che è un minerale simile alla giada), di agata, che è una pietra preziosa simile alla giada.
NOTE
1) Il nome Líjiān 犂 鞬 è menzionato nella relazione di Gān Yīng 甘英, che, nel 97 a.C., giunse sino al “Mare Occidentale” 西 海 (“xīhăi”).
2) Il periodo in cui si formò e poi giunse al suo apice la potenza di Roma corrisponde all’epoca in cui regnò sulla Cina la dinastia Hàn 漢 朝 ( Hàn Occidentali 西 漢 dal 202 a.C. al 9 d.C e Hàn Orientali 東 漢 dal 23 d.C. al 220 d.C.)
3) Il “Mare Occidentale” non è individuabile con sicurezza.
Potrebbe trattarsi:
-della parte orientale del Mediterraneo;
-del Mar Nero;
-del Golfo Persico,le cui coste settentrionali erano allora in mano ai Parti.
4) La descrizione non sembra convenire a Roma, città di cui i Cinesi non ebbero conoscenza fino a tempi più recenti.
5) Si ritiene che il termine 条 支 (“tiáozhī”) derivi dal nome di Antiochia, la città intorno a cui gravitavano la Siria e la Mesopotamia ellenizzate. Esso fu poi applicato a regioni sempre più vaste,fino ad inglobare addirittura la Persia.
6) Il “lī” 里era un’antica misura di lunghezza corrispondente a circa 500 metri.
7) Potrebbe trattarsi d’Alessandria d’Egitto. Alcuni studiosi ritengono infatti che il termine 海 西 国 (“hăixī guó”), letteralmente “paese ad occidente del mare”, designi più specificamente l’Egitto. Un passo del capitolo 221 del “Nuovo Libro dei Táng”( 新唐書 “xīn táng shū”), che si può interpretare più o meno in questo modo “ andando sempre più ad ovest, per quarantamila lĭ, attraversando la Khazaria 突 厥 可 薩 (“tūjué kĕsà”), dove stanno i Turchi (la regione tra il Mar Caspio e il Mar Nero), e il Mare Interno Occidentale 西 瀕 海 (il Mediterraneo?), si giunge alla città di Chísàn 遲 散 城, che è a sud-est della Persia (波 斯 “bōsī”), parrebbe confermare tale ipotesi. Poichè dal testo sembra ricavarsi che Chísàn si trovasse ad occidente della capitale, si può supporre che i Cinesi ritenessero tale Antiochia, città di cui, nei tempi più antichi, avevano qualche notizia, mentre ignoravano l’esistenza di Roma.
8) L’accenno al carattere temporaneo dell’esercizio della magistratura suprema potrebbe riferirsi al fatto che i consoli della repubblica romana rimanevano in carica un solo anno. I consoli continuarono ad essere eletti anche durante il periodo imperiale e, nell’Impero d’Oriente, fino al 541 d.C., anche se non godevano più di alcun potere reale.
L’affermazione secondo cui i sovrani venivano destituiti in caso di grandi calamità naturali non trova riscontro nelle fonti storiche, ma corrisponde ad una credenza largamente diffusa nelle società primitive per cui il re fungeva da tramite tra il popolo e la divinità, cosicchè un periodo di disgrazie significava che egli aveva perso il favore degli dei e non era più in grado di svolgere la sua funzione di mediatore tra la Terra e il Cielo.
Una credenza analoga portò in Cina a ritenere che un Imperatore il cui regno fosse stato funestato da grandi disordini, inondazioni e carestie avesse perso il “mandato del Cielo”.
9) Il termine平 正 (“píngzhèng”) può voler dire sia “ di aspetto armonioso”, sia “d’animo giusto ed equilibrato”. Ho scelto il primo significato perché mi sembra che si accordi meglio con il termine che lo precede: 长 大 (“chángdà”), vale a dire “di alta statura”.
10) Questo materiale duro come il corno di rinoceronte potrebbe essere il marmo.
11) Il Bāopŭzĭ 抱 朴 子, vale a dire “Il Maestro che pratica la semplicità”, è un testo taoista composto dallo studioso Gé Hóng 葛 洪 (283 d.C.- 343 d.C. o, secondo altre fonti, 364 d.C.)
12) Il termine 土 (“tŭ), che significa “terra”,”suolo”, è qui usato con portata molto ampia per indicare il suolo, il sottosuolo, il fondo marino, cioé tutto ciò che produce animali, piante e minerali.
13) I termini 白 马 (“báimă”) e 朱 髦 (“zhūmáo”) sono usati per indicare cavalli dalle doti eccezionali, come risulta dal volume 99, capitolo nono (马 “cavalli”), paragrafo 2, della “Collezione di opere letterarie ripartite per categorie” (艺 文 类 聚 “yìwén lèijù), opera enciclopedica redatta sotto i Táng, in cui si legge: “Il sovrano non detiene cavalli se non cavalli drago, cavalli di essenza divina, cavalli di buon augurio, stalloni bianchi, stalloni fulvi e così via”. ( 王者不储马,则龙马乘黄泽马朱髦并集 “wángzhě bù chǔ mǎ, zé lóngmǎ, chénghuáng, zémǎ, báimǎ, zhūmáo bìng jí.”).
14) Ho dato tale senso all’espressione 赤 螭 (“chì chī”), letteralmente “drago vermiglio”, pensando che la porpora era ricavata da molluschi di colore vermiglio. Sono ovviamente possibili altre interpretazioni.
15) Nel volume 911, capitolo 23, paragrafo 12 delle “Letture dell’epoca Táipíng” ( 太平御览 “tàipíng yùlăn”), enciclopedia compilata fra il 977 ed il 983 d.C, è riportata,alla voce “topo” (鼠“shŭ”) questa nota: “La “Storia di Wèi” dice che nell’ Impero Romano ci sono topi che evitano il veleno”( 魏略曰:大秦国有辟毒鼠 “wèi lüè” yuē: “dàqín guóyǒu pì dú shǔ”). Alcuni studiosi hanno ritenuto che si facesse qui allusione alle manguste, roditori che attaccano ed uccidono i serpenti velenosi evitandone abilmente I morsi.
16) Il termine (大 贝“dàbèi”) sembra riferirsi alla fritillaria, comunemente detta corona imperiale, pianta erbacea del genere Liliacee, originaria del Medio Oriente, utilizzata in Persia e in Cina come pianta medicinale.
17) Ho così interpretato il termine 车 渠(“chēqú”) , che letteralmente significa “solchi delle ruote di un carro”, ma che è passato ad indicare per metonimia le enormi conchiglie di un mollusco bivalve del genere Tridacna, che si possono trovare sulle coste del golfo Persico e che sono caratterizzate all’esterno da profonde solcature. Lo strato interno di tali conchiglie presenta colore chiaro e lucentezza madreperlacea.
18) Il Guăngyă 廣雅 è un dizionario del 3° secolo d.C.
大秦
大秦一名犁干(干,居言反。一云前汉时犁干国也),後汉时始通焉。
其国在西海之西,亦云海西国。其王治安都城,宫室皆以水精为柱。从条支西度海曲万里,去长安盖四万里。其国平正,人居星布。其地东西南北各数千里,有四百馀城。小国役属者数十。西有大海,海西有迟散城。王城有官曹、簿领,而文字习胡。人皆髦头,而衣文绣,亦有白盖小车、旌旗之属。又十里一亭,三十里一堠,一如
中州。地多师子,遮害行旅,不百馀人持兵器,辄为所食。伤其王无常人,皆循立贤者,有灾异及风雨不时,辄废而更立,受放者无怨。其人长大平正,有类中国,故谓之大秦,或曰本中国人也。玉有骇鸡犀(《抱朴子》云:“通天犀有一白理如纟延者,以盛米,置群鸡中,欲啄米,至辄惊去,故南人名为‘骇鸡’也。”),合会诸香,煎其汁以为苏合。土多金银奇宝,夜光璧、明月珠、琥珀、琉璃、神龟、白马朱髦、玳瑁、元熊、赤螭、辟毒鼠、大贝、车渠(《广雅》云:“车渠,石,似玉。”)、玛瑙(石似玉)。