ELOGIO DELL’UBRIACHEZZA
Sarebbe di certo troppo riduttivo non vedere in Lĭ Bái altro che uno sfaccendato perennemente ubriaco. Egli subì infatti, come risulta da molte sue poesie, l’influenza della dottrina taoista, che, in contrasto con i rigidi precetti del confucianesimo, predicava il disimpegno dalle attività politiche e tollerava che tale disimpegno si manifestasse in forme talvolta assai originali.
La passione che Lĭ Bai dimostra qui per i divertimenti e, soprattutto, per le grandi bevute, appare smodata, ma sincera.
Ho usato abbondanza di imperativi e di punti esclamativi per rendere al meglio il ritmo vigoroso ed incalzante della sua perorazione.
SI VERSI IL VINO
Non vedi, amico?
Piovute dal cielo, le acque del Fiume Giallo (1)
scorrono verso l’oceano,
senza ritorno.
Non vedi, amico?
Negli specchi l’orrore dei capelli bianchi:
corvini all’alba, candida neve la sera.
Perciò, divertiamoci! Perciò, stiamo allegri!
Non sia mai vuota la coppa al chiaro di luna!
Perché rinunciare a ciò che il Cielo ci dona?
Getti via le ricchezze? Potrai trovarne altre!.
Arrostite l’agnello! Macellate il bue!
Fate baldoria senza un attimo di sosta!.
Beviamo insieme! Tracanniamo con vigore!
Scoliamoci d’un sorso trecento bicchieri! (2)
Tu, Cén , il maestro, e tu, Dān Qiū, lo studente,(3)
versate vino! Versate, non vi fermate!
Cantiamo insieme una canzone! Do io il tono.
Attenti, amici miei, porgetemi l’orecchio!
“A noi non bastano campanelle e tamburi;
non sappiam che fare di cibi e di gioielli.
Vogliamo essere perpetuamente sbronzi,
non ritrovare mai i lumi della ragione.
Chi ricorda tutti i saggi e i grandi di un tempo?
Solo degli ubriaconi c`è giunta la fama.
Una volta, nel Palazzo della Gioiosa Pace, (4)
il principe di Chén diede un grande banchetto.(5)(6)
Allegria degli ospiti. Scrosci di applausi.
Diecimila per un barilotto di vino.(7)
“Non ci son più soldi” mormorò l’intendente.
“Signore, dovremmo interrompere la festa”.
“ Il mio cavallo pezzato. Le mie pellicce.
Prendeteli! Vendeteli!. Comprate vino.!
Beviamo in compagnia. Quest’è il miglior rimedio
per liberarsi delle tristezze del mondo!”.
NOTE
1) La mitologia cinese pone le sorgenti del Fiume Giallo nella Via Lattea, che, non per nulla, è chiamata il Fiume Celeste ( 天 河 “tiān hé”).
2) Si tratta senza dubbio di una “licenza poetica”, pur tenendo conto del fatto che Lĭ Bái era un robusto bevitore e che i “bicchieri” erano minuscole coppette simili a quelle che si usano per il sake.
3) Cén Shēn 岑 參 ( 715 d.C. -770 d.C.) fu un famoso politico e letterato dell’epoca dei Táng. A Dān Qiū , religioso taoista, di cuifu amico per molti anni, Lī Bái dedicò una breve poesia intitolata” Il Canto di Ruăn Dān Qiū” 阮 丹 丘 歌.
4) Il Pínglèguān 平 樂 觀 (“Belvedere della Gioiosa Pace”) sorgeva presso la porta occidentale della città di Luòyáng 洛楊 .
5) Cáo Zhí 曹 值 (192 d.C - 232 d.C.), figlio di Cáo Cāo 曹 操, il famoso ministro che aveva assunto il potere effettivo nella Cina Settentrionale negli ultimi anni della dinastia Hàn 漢 朝, fu un uomo di grande intelligenza ed ambizione, ma sprecò le occasioni di una straordinaria carriera politica a causa della sua condotta disordinata e delle frequenti ubriacature, che indussero il padre a preferirgli, come proprio erede, il fratello Cáo Pī 曹 丕. Questi depose nel 220 d.C. l’ultimo imperatore della dinastia Hàn e si proclamò imperatore della nuova dinastia Wèi 魏 朝, mentre Cáo Zhí dovette accontentarsi del principato di Chén 陳.
6) La festa ricordata da Lĭ Bái è menzionata dallo stesso Cáo Zhí in una sua poesia intitolata 名 都 篇 (“míng dū piān” “Le Famose Capitali”) , nella quale, dopo aver descritto una battuta di caccia nei dintorni di Luòyáng, scrive: “Ritorniamo e facciamo festa nel Belvedere di Pínglè”.
7) Anche questa è una citazione letterale dalla poesia di Cáo Zhí. La misura di volume che ho tradotto con “barilotto” è il 斗 “dŏu”, corrispondente a circa dieci litri. Non è precisato il tipo di moneta, ma, anche se si tratta, come è probabile, di monete di bronzo, il costo del vino è comunque molto elevato.
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