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Articolo giornalistico del 15 giugno 2021
Settantacinque anni dopo il tradimento ancora nessuna scusa. Duemila marinai cinesi che aiutarono i Britannici a combattere nella Seconda Guerra Mondiale furono espulsi dopo la fine della guerra e separati dalle loro mogli e dai loro figli.
Ci sono delle persone di cui dobbiamo sempre ricordarci, anche se sono morte molti anni fa, e ci sono dei tradimenti di cui dobbiamo sempre ricordarci, perché appartengono alla storia.
L'anno 2021 segna il 75° anniversario del rastrellamento segreto e della deportazione degli eroici marinai cinesi che aiutarono la Gran Bretagna a sconfiggere la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale.
Kim Johnson, deputata della famosa città portuale di Liverpool, ha chiesto il 3 marzo di quest'anno al primo ministro britannico Boris Johnson di porgere le scuse del governo agli eroici marinai cinesi di settantacinque anni fa, ma non ha ricevuto risposta.
È ritornata alla carica, poco tempo fa, sottoponendo al Parlamento una mozione con cui chiedeva la presentazione di scuse ufficiali agli eroici marinai cinesi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, più di 20.000 marinai cinesi parteciparono alla sanguinosa battaglia condotta dalla Gran Bretagna contro la Germania nazista ed un gran numero di essi perì nel corso delle ostilità.
Tuttavia, quello stesso governo britannico che, durante la guerra, aveva dichiarato che quei marinai erano degli eroi, li tradì appena qualche mese dopo la vittoria.
Nell'ottobre del 1945 il Regno Unito elaborò infatti un piano segreto volto a rastrellare, raggruppare e deportare con la forza più di 2000 marinai cinesi che avevano partecipato alla guerra, rispedendoli nei loro luoghi d'origine. PIù di 2000 marinai cinesi che si erano comportati con grande valore durante la guerra furono così separati dalle loro mogli e dai loro figli.
Questo episodio è stato classificato "top secret" dal governo britannico ed è rimasto sepolto negli archivi per più di mezzo secolo.
Ora che la relativa documentazione è stata desecretata, il tradimento perpetrato dal governo britannico è finalmente venuto alla luce in tutta la sua insostenibilità.
Nonostante ciò, il governo britannico cerca ancora oggi dei pretesti per non porgere le sue scuse.
Si mescolano in questa vicenda gloria, coraggio e tradimento.È una questione di giustizia, di collera e di memoria.
Se non ci fosse negli Archivi Storici di Londra un documento desecretato, si farebbe fatica a credere che si tratti di fatti realmente avvenuti.
Dopo che l'8 maggio 1945 la Germania nazista ebbe firmato l'atto di resa incondizionata, la Gran Bretagna e l'Europa ritrovarono finalmente una pace da lungo tempo perduta.
Tuttavia, nessuno al mondo poteva credere che, cinque mesi più tardi, moltissimi marinai cinesi che avevano consacrato il sangue e la vita alla lotta contro il nazismo avrebbero dovuto affrontare il momento più oscuro della loro esistenza.
Il 19 ottobre si svolse a Whitehall in Inghilterra una riunione confidenziale di natura ignobile e perversa, presieduta da Courtenay Denis Carew Robinson, dirigente al Ministero dell'Interno (Home Office).
Vi partecipavano, in tutto, tredici alti funzionari britannici, in rappresentanza di diversi organi pubblici, tra gli altri: la Direzione di Polizia di LIverpool, l'Ispettorato all'Immigrazione, il Ministero della Guerra (War Office), il Ministero dei Trasporti e il Ministero degli Affari Esteri (Foreign Office).
Il carattere ignobile e perverso della riunione confidenziale era già posto in evidenza dalle "raccomandazioni" fatte ai partecipanti prima dell'incontro:
- Le discussioni e i risultati finali della riunione non dovevano essere resi noti a nessuno.
- Nessuna notizia sulle discussioni e sui risultati finali della riunione doveva essere fornita agli organi di stampa.
- Le discussioni e i risultati finali della riunione non dovevano essere comunicati né al Parlamento, né al Governo, né ad altri Ministeri, Camera dei Lord (House of Lords) e Camera dei Deputati (House of Commons) specificamente inclusi, ma senza esclusione di altri organi non espressamente menzionati.
Al documento che riportava le decisioni adottate in seguito alla riunione venne attribuito, fin dall'inizio, il massimo grado di confidenzialità, indicato dal codice HO/213/926.
Fu soltanto oltre mezzo secolo più tardi che i discendenti ancora in vita dei marinai ebbero la possibilità di consultare e di pubblicare questo documento e che se ne conobbe il titolo ufficiale: "Rimpatrio forzoso dei marinai cinesi indesiderabili".
I "marinai cinesi indesiderabili" menzionati nel documento erano i duemila sopravvissuti tra i marinai cinesi che avevano difeso le linee vitali di comunicazione marittima della Gran Bretagna durante la Seconda Guerra mondiale.
Appena un anno prima, nel 1944, quei marinai apparivano nei film di propaganda del governo britannico. nei quali erano designati come "gli eroi del quarto servizio". (1)
Questa decisione sbrigativa di liquidare i marinai cinesi (2), presa da una nazione come la Gran Bretagna che aveva fama di comportarsi normalmente con correttezza, fu il preludio di una serie di avvenimenti crudeli.
Lontani antecedenti.
Nonostante un secolo di lotte sociali, i marittimi cinesi che lavoravano in Gran Bretagna all'epoca della Seconda Guerra Mondiale erano ancora considerati degli "stranieri, se si guarda alle fonti storiche disponibili.
Si tratta di una storia che aveva avuto inizio circa cento anni prima dei fatti qui ricordati.
Nel 1866, la Alfred Holt & Company, una grande società armatoriale con sede in Liverpool, la cui attività consisteva essenzialmente nell'importare dalla Cina tessuti di seta, tè, porcellane ed altri prodotti assai richiesti sia in Europa sia nel resto del mondo, cominciò a reclutare, in tutte le regioni della Cina,un gran numero di marinai.
La maggior parte dei marinai ingaggiati da questa società e da altri armatori inglesi si stabilì in Inghilterra, dove moltissimi di loro si sposarono ed ebbero dei figli.
I marinai cinesi, famosi per la loro grande capacità di lavoro e per la loro adattabilità, si guadagnarono la stima degli ambienti mercantili di Liverpool e di tutta l'industria marittima britannica. Molti comandanti britannici pensavano che i marinai cinesi fossero disposti a qualsiasi sacrificio per far bene il proprio lavoro.
Nel corso di quasi un secolo la situazione si sviluppò al punto che, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, circa il 15% del personale della flotta mercantile britannica era costituito da Cinesi.
Benché il ruolo dei marinai cinesi in Gran Bretagna fosse così rilevante, il loro trattamento rimase sempre caratterizzato dall'applicazione nei loro confronti dei criteri meno favorevoli.
Nei cent'anni di cui stiamo parlando, fu praticata, a danno dei marinai cinesi che vivevano in Gran Bretagna, un' ingiustificabile discriminazione, come dimostra con chiarezza già il fatto che il governo britannico li classificasse nella categoria degli "aliens".
La parola "alien", oltre a significare "straniero", può anche essere intesa nel senso di "individuo inadattato", "extraterrestre"," persona proveniente da un altro mondo".
Di conseguenza, i marinai cinesi di quel periodo dovevano sempre portare con sé un documento di identità e registrarsi regolarmente presso le autorità locali.
Questo status giuridico implicava che, nonostante le lotte di alcune generazioni, i marinai cinesi che vivevano in Inghilterra nell'epoca di cui stiamo parlando non godessero ancora del minimo dei diritti connessi alla nazionalità britannica.
Ciò spiega bene come, qualche anno più tardi, la Gran Bretagna abbia potuto tradirli.
Si leva il sipario
Ventimila marinai cinesi vengono incorporati nella macchina bellica britannica, di cui diventano un umile ingranaggio.
Giusto o ingiusto che sia, l'orologio della storia avanza senza fermarsi un solo istante. In un batter d'occhio la Gran Bretagna entra in uno dei momenti culminanti della sua storia.
Il 1° settembre 1939 la Germania nazista invade la Polonia. Due giorni più tardi, il 3 settembre, la Gran Bretagna e la Francia dichiarano guerra alla Germania.
Quello stesso giorno, alle 9 di sera, un sommergibile tedesco U-30 affonda il piroscafo britannico "Athina".
Tutto sembra assumere un significato simbolico.
Il piroscafo "Athina" era salpato da Liverpool a destinazione di Montreal nel Canadà. Il suo affondamento è il primo episodio di una spietata guerra sottomarina, la più brutale nella storia della Seconda Guerra Mondiale.
Nel periodo della guerra-lampo in Polonia, prima ancora che la Gran Bretagna e la Francia fossero riuscite a scendere concretamente in campo contro la Germania, la marina tedesca aveva già affondato 11 navi britanniche, in maggioranza navi passeggeri o mercantili come la "Bosnia" o il "Kronem Wat".
Mentre la Germania nazista dilagava in Europa, la Gran Bretagna lanciò una mobilitazione generale.
A quel tempo, l'unico potente strumento su cui la Gran Bretagna potesse contare per opporsi validamente alla Germania era la marina. Di conseguenza, tutti i marinai delle navi mercantili britanniche furono inclusi nella riserva navale e dovettero affrontare mansioni belliche sempre più impegnative.
Per un paese insulare, una guerra di dimensioni mai viste significava però forniture logistiche di dimensioni mai viste. Prima ancora che la guerra scoppiasse, era già chiaro che il numero di marinai disponibili non sarebbe stato sufficiente.
Senza dubbio, numerosi marinai originari di altri paesi si trovavano nel Regno Unito a quell'epoca, ma soltanto i marinai cinesi erano quasi sprovvisti di qualsiasi status giuridico. Altra cosa, ancor più importante: i marinai cinesi erano altamente qualificati, non bevevano, non causavano problemi ed erano facili da gestire. Divennero quindi la miglior manodopera marittima disponibile in Gran Bretagna durante la guerra.
Più di 20.000 marinai cinesi furono dunque incorporati, al più basso livello, nella macchina da guerra britannica.
ll momento della gloria
I marinai cinesi elogiati come "eroi di guerra" durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, i sommergibili tedeschi inflissero un duro colpo al Regno Unito, giungendo quasi a sconfiggere quell'impero su cui non calava mai il sole.
Nel 1939, a soli due mesi dall'inizio della guerra, i sommergibili tedeschi avevano già affondato 286.000 tonnellate di naviglio britannico.
Nel 1940, quando la Germania lanciò il suo attacco su larga scala contro l'Inghilterra, essa aveva affondato 2,43 milioni di tonnellate, soltanto di naviglio mercantile.
Nel 1941 furono affondati 2,83 milioni di tonnellate di naviglio mercantile e nel 1942 fu raggiunta la cifra record di 3,5 milioni di tonnellate.
Poiché la marina militare tedesca era assai meno potente di quella britannica, i Tedeschi adottarono la "tattica del branco di lupi", consistente nell'attaccare con i sommergibili il naviglio mercantile britannico. Di conseguenza, le navi mercantili britanniche furono sottoposte, durante il conflitto, ad attacchi assai più pesanti di quelli che subirono le navi da guerra.
È in tale contesto, nell'ambito di viaggi quasi "senza ritorno". che i marinai cinesi accettarono enormi sacrifici, esponendosi ogni giorno a rischi ben più elevati di quelli che affrontavano i militari della flotta britannica (bombardamenti aerei, tiri di artiglieria, lanci di siluri), per fornire armi, munizioni, carburante e viveri all'insieme del Regno Unito.
Per un paese insulare come la Gran Bretagna i trasporti marittimi garantiti dalla sua flotta mercantile erano assolutamente vitali. Per assicurarli, i marinai cinesi offrirono tutto il loro coraggio, tutti i loro sforzi e la loro stessa vita.
Durante la guerra, una nave mercantile britannica su cui si trovava il marinaio cinese Pan Lin fu affondata dai Tedeschi nell'Atlantico Meridionale. Quel marinaio cinese, tenace e coraggioso, andò alla deriva per 133 giorni su una zattera di fortuna, ma riuscì a sopravvivere.
Nel 1944, per rimontare il morale della popolazione, fu persino diffuso, a cura dell' Ufficio Propaganda del Ministero della Guerra, un documentario propagandistico intitolato "I Cinesi di Gran Bretagna in guerra", nel quale figurava questa frase sensazionale: "I marinai cinesi hanno combattuto a fianco dei loro commilitoni, i marinai britannici, partecipando insieme alla più grande battaglia della storia navale".
Il Liverpool Daily Mail pubblicò, quello stesso anno, un reportage, in cui elogiava i marinai cinesi come "un gruppo di eroi".
In un libro, nel quale veniva posto in rilievo il ruolo fondamentale svolto dalla marina mercantile britannica ai fini della vittoria inglese nella Seconda Guerra Mondiale, venne espressamente sottolineato che "i marinai cinesi erano stati gli eroi del quarto servizio del Regno Unito".
Umiliazione dei marinai cinesi
I marinai cinesi furono degli eroi ai quali non venne riconosciuta nemmeno l'"indennità per rischi di guerra".
Sebbene sommersi di elogi per motivarli durante il periodo più critico della Seconda Guerra Mondiale, essi non ricevettero mai un compenso specifico per le difficoltà e i rischi del loro lavoro, ma sperimentarono invece un altro tipo di "fair play inglese" ed un trattamento estremamente ingiusto e discriminatorio, in quanto il governo britannico non prese mai in considerazione, nemmeno nei momenti più duri della guerra,l'idea di attribuire loro un preciso status giuridico.
I marinai cinesi che avevano rischiato la vita per difendere il Regno Unito scoprirono che, nonostante tutti gli elogi, i loro salari erano inferiori del 50% a quelli dei loro colleghi britannici.
Inoltre, sebbene svolgessero spesso i lavori più sporchi, più faticosi e più pericolosi, nell'Oceano Atlantico, sotto i bombardamenti, essi non ricevettero mai l'"Indennitä per rischi di guerra" concessa dal governo britannico.
L'enorme pressione della guerra e le condizioni di lavoro umilianti li indussero addirittura a scioperare nel 1942.
Si aggiunga che le pensioni e le indennità accordate alle famiglie dei marinai cinesi morti per cause di guerra erano molto inferiori a quelle percepite dalle famiglie dei caduti britannici.
Terminata la guerra, nessuno si preoccupò di accertare il numero di marinai cinesi caduti nel corso della lotta contro il nazismo, ma esistono due cifre il cui raffronto può consentire un calcolo delle perdite umane:
- più di 20.000 marinai cinesi furono incorporati nella marina mercantile britannica all'inizio del conflitto;
- un po' più di 2000 marinai cinesi furono segretamente arrestati ed espulsi dal governo britannico alla fine della guerra.
Comportamento senza scrupoli del governo britannico:
Il 19 ottobre 1945, nella già citata riunione segreta di 13 alti funzionari britannici, furono definiti i dettagli operativi del piano che costituiva l'oggetto del documento intitolato "Rimpatrio forzoso dei marinai cinesi indesiderabili".
Tale documento, fu trasmesso, in via confidenziale, al Ministero degli Affari Esteri, con la raccomandazione di non comunicarlo a nessuno e di non informarne la stampa.
Tuttavia, tenuto conto dell'enorme ruolo svolto dalla marina mercantile nella difesa degli interessi vitali britannici e del coraggio dimostrato dai marinai cinesi, che era valso loro una ben meritata fama, l'attuazione del piano segreto incontrava degli ostacoli di carattere legale.
Conformemente alle leggi britanniche e alla normativa di guerra vigente all'epoca, i più di 2000 marinai cinesi erano sottoposti alla disciplina della Royal Navy e non potevano essere deportati dalle autorità civili, salvo il caso in cui fossero stati previamente espulsi dalla marina mercantile o dalla marina militare per aver commesso dei reati.
La polizia britannica lanciò pertanto un'"indagine segreta", una ricerca su larga scala volta ad accertare l'eventuale esistenza di prove di reato, con riferimento a più di 2000 marinai cinesi, ma, dopo una lunga inchiesta, dovette constatare impotente, nonostante l'estrema puntigliosità delle verifiche, che soltanto 18 persone su più di 2000 soddisfacevano i requisiti previsti per l'espulsione.
La decisione adottata nel corso della "riunione dei 13 alti funzionari"* era tuttavia una decisione presa al più alto livello nazionale: i più di 2000 marinai cinesi sopravvissuti alla guerra dui mari dovevano essere tutti espulsi, indipendentemente dall'esistenza o meno di prove di reato.
La prima mossa dei ministeri britannici interessati consistette nel privare i marinai cinesi del lavoro normale e legittimo che essi esercitavano, vale a dire nel porre fine al loro rapporto d'impiego con la marina mercantile o con la marina militare britanniche.
La tragedia
I marinai cinesi vennero privati dei loro impieghi nella marina mercantile e nella marina militare britanniche e deportati, all'insaputa delle loro mogli e dei loro figli, che credettero di essere stati volontariamente "abbandonati".
Il licenziamento non sarebbe stato, a quell' epoca, un grosso problema per i marinai cinesi che, essendo tutti persone fisicamente abili e professionalmente qualificate, avrebbero potuto trovare un altro lavoro, ad es. nel settore della pesca.
Le autorità britanniche competenti vietarono tuttavia a qualsiasi impresa, istituto o cittadino del Regno Unito di assumere quei marinai, perché risultavano sprovvisti di un valido documento di identità.
Dopo aver così privato dei loro mezzi di sussistenza oltre 2000 persone, il Ministero dell' Interno passò immediatamente all'attuazione della seconda fase del piano.
Rastrellamento segreto dei marinai cinesi.
Più di 2000 marinai cinesi furono segretamente arrestati nell'ambito di un'operazione diretta e pianificata dal Ministero dell'Interno ed eseguita dall'Ispettorato all'Immigrazione, dalla Direzione di Polizia di Liverpool, dalla British Shipping Company e da altri organi ed istituti.
Uno degli agenti dell'Ispettorato all'Immigrazione descrisse i dettagli del rastrellamento segreto in un rapporto del 1946, recentemente declassificato:
" Sono stati necessari due giorni interi per effettuare un gran numero di perquisizioni e di arresti in più di 150 residenze destinate al personale marittimo, pensioni ed abitazioni private...".
Peggio ancora:
Per garantire la segretezza dell'operazione, l'arresto dei marinai avvenne senza che le autorità ne informassero le loro famiglie ed i loro amici. In molti casi, le mogli e i figli dei marinai non hanno mai potuto sapere, per tutto il resto della loro esistenza, se i loro cari fossero vivi o morti né dove si trovassero.
Un gran numero di marinai cinesi sparirono per sempre da Liverpool e dall'Inghilterra e le loro famiglie, oltre a dover sopportare la "vergogna" di essere state "abbandonate" dai loro congiunti, si trovarono anche ad affrontare condizioni di vita particolarmente difficili.
Le donne britanniche che avevano sposato dei marinai cinesi, furono qualificate come "straniere" dal governo britannico e non poterono ricevere aiuti statali. Tali donne furono addirittura discriminate dalle loro famiglie perché avevano sposato dei Cinesi e molte di esse dovettero dare in adozione i propri figli. Alcune tentarono addirittura il suicidio. Alla fine, un gran numero di queste donne dovettero cercarsi un altro marito e i loro figli furono mandati negli orfanotrofi o dati in adozione in gran numero, innescando una serie di tragedie umane.
La figlia di un marinaio cinese, la quale ha ormai compiuto più di 70 anni, ha raccontato con amarezza di non aver mai visto suo padre, di cui le è rimasto soltanto il nome riportato sul suo certificato di nascita.Tutto ciò la riempie di tristezza e di rabbia."A causa delle menzogne del governo britannico " dice "mia madre non ha mai saputo che mio padre era stato arrestato e deportato, ma ha sempre creduto di essere stata abbandonata." (3)
Rifiuto di riconoscere le proprie responsabilità.
La Gran Bretagna è ancora alla ricerca di scuse per sottrarsi alle proprie responsabilità.
Dopo quella terribile retata segreta su larga scala, il governo britannico requisì i documenti di tutti i marittimi cinesi per cancellare completamente le identità di queste persone. Successivamente, essi vennero caricati come bestiame su navi da trasporto oceaniche e deportati nel loro luogo di origine.
Il marinaio inglese Bill Anderson lavorava su una nave mercantile, dove suo suocero Lin Sheng faceva il cuoco. Bill Anderson ha ascoltato molte volte suo suocero raccontare le storie terrificanti e tragiche dei marinai cinesi di oltre mezzo secolo fa: "Furono prelevati dalle strade e dalle loro case, condotti al al porto e messi nelle stive, non nelle stive normali, ma in quelle utilizzate per il bestiame. Nemmeno gli animali dovrebbero essere trattati così." Per molti anni questa storia è rimasta sconosciuta e ora finalmente può essere raccontata.
I documenti declassificati del Ministero degli Interni mostrano che, alla data del 23 marzo 1946, 800 marinai cinesi erano stati rimpatriati, 231 di loro dopo essere stati addirittura ricercati e arrestati dalla polizia. (4) Alla data dell'11 luglio 1946 il numero dei marinai cinesi deportati era salito a 1.362.
Tuttavia, di fronte a queste verità storiche portate alla luce dai discendenti dei marinai cinesi, le autorità britanniche e persino il governo britannico cercano ancora di trovare delle giustificazioni.
Ecco una delle giustificazioni che sono state avanzate dalle autorità:
" A quel tempo, la Gran Bretagna era in fase di ripresa postbellica, con centinaia di migliaia di morti, milioni di senzatetto, disoccupazione e inflazione alle stelle... Era urgente liberare alloggi per i soldati di ritorno dalla guerra... "
"La 'necessità di liberare alloggi' non sembra una ragione molto valida per consentire alla Gran Bretagna di sottrarsi alle proprie colpe. Innumerevoli famiglie ne hanno sofferto per tutta la vita, e molte persone non hanno mai potuto conoscere la la verità su ciò che è accaduto ai loro cari. I loro discendenti sono ancora alla ricerca di risposte e dei parenti perduti." ha dichiarato con grande emozione Kim Johnson, deputata di Liverpool, quando ha chiesto al governo britannico di presentare scuse ufficiali alle famiglie delle vittime.
Tuttavia, anche se si trattava di "scuse" richieste per una tragedia, il primo ministro britannico Boris Johnson si è limitato a dare una risposta freddamente burocratica: "Il nostro intero Paese è ovviamente molto grato per l'eccezionale contributo fornito dalla comunità cinese.La mozione di Kim Johnson è molto chiara e inequivocabile e ne prendiamo atto".
E allora? Finirà tutto con questa risposta?
Ricordo che ricorre, quest'anno, il 75° anniversario dell’espulsione dal Regno Unito di oltre 2.000 eroici marinai cinesi. Spero che i loro figli e le loro famiglie possano conoscere, come richiedono da tempo e come meritano, la completa verità su ciò che accadde allora. Spero che quei marinai, di cui probabilmente nessuno è più in vita, possano ricevere le scuse, anche se tardive, del governo britannico. La storia non è soltanto un peso, è anche una fonte di motivazione. Solo affrontando la storia con fermezza possiamo davvero affrontare il futuro.
Spero che, nel loro lontano paese, il governo britannico e il primo ministro britannico Boris Johnson leggano questo articolo proveniente dalla Cina.
NOTA
(1) Con il termine" quarto servizio" ("fourth service") si indicava la marina mercantile, che svolse, durante la Seconda Guerra Mondiale, un ruolo fondamentale per assicurare i rifornimenti di viveri e di materiale bellico. Essa veniva quindi equiparata, per l'importanza del suo contributo, alle tre armi combattenti: Esercito, Aviazione e Marina Militare.
(2) L'espressione idiomatica 卸磨杀驴 ("xiè mò sha lú"), letteralmente "uccidere l'asino non appena ha smesso di girare la macina", indica il comportamento cinico e spregevole di chi si sbarazza freddamente di un amico o di un collaboratore non appena ha smesso di essergli utile.
(3) Non è verosimile che la sparizione, in pochi giorni, di oltre 2000 persone non abbia suscitato sospetti nelle loro famiglie. Si può però immaginare che l'estrema segretezza con cui fu condotta l'operazione abbia permesso di evitare che essa giungesse a conoscenza dell'opinione pubblica e di sopprimere così qualsiasi fonte di scandalo.
(4) Questa frase va probabilmente interpretata nel senso che ai marinai cinesi di cui si conosceva l'indirizzo fu semplicemente notificato il provvedimento di rimpatrio forzoso, mentre per quelli non immediatamente reperibili fu dato ordine alla polizia di ricercarli e di arrestarli.
Titolo dell'articolo in lingua cinese: 背叛75年拒道歉:2千中国海员助英国作战,战后被驱逐,妻离子散犀利呱
Articolo giornalistico del 15 giugno 2021
Settantacinque anni dopo il tradimento ancora nessuna scusa. Duemila marinai cinesi che aiutarono i Britannici a combattere nella Seconda Guerra Mondiale furono espulsi dopo la fine della guerra e separati dalle loro mogli e dai loro figli.
Ci sono delle persone di cui dobbiamo sempre ricordarci, anche se sono morte molti anni fa, e ci sono dei tradimenti di cui dobbiamo sempre ricordarci, perché appartengono alla storia.
L'anno 2021 segna il 75° anniversario del rastrellamento segreto e della deportazione degli eroici marinai cinesi che aiutarono la Gran Bretagna a sconfiggere la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale.
Kim Johnson, deputata della famosa città portuale di Liverpool, ha chiesto il 3 marzo di quest'anno al primo ministro britannico Boris Johnson di porgere le scuse del governo agli eroici marinai cinesi di settantacinque anni fa, ma non ha ricevuto risposta.
È ritornata alla carica, poco tempo fa, sottoponendo al Parlamento una mozione con cui chiedeva la presentazione di scuse ufficiali agli eroici marinai cinesi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, più di 20.000 marinai cinesi parteciparono alla sanguinosa battaglia condotta dalla Gran Bretagna contro la Germania nazista ed un gran numero di essi perì nel corso delle ostilità.
Tuttavia, quello stesso governo britannico che, durante la guerra, aveva dichiarato che quei marinai erano degli eroi, li tradì appena qualche mese dopo la vittoria.
Nell'ottobre del 1945 il Regno Unito elaborò infatti un piano segreto volto a rastrellare, raggruppare e deportare con la forza più di 2000 marinai cinesi che avevano partecipato alla guerra, rispedendoli nei loro luoghi d'origine. PIù di 2000 marinai cinesi che si erano comportati con grande valore durante la guerra furono così separati dalle loro mogli e dai loro figli.
Questo episodio è stato classificato "top secret" dal governo britannico ed è rimasto sepolto negli archivi per più di mezzo secolo.
Ora che la relativa documentazione è stata desecretata, il tradimento perpetrato dal governo britannico è finalmente venuto alla luce in tutta la sua insostenibilità.
Nonostante ciò, il governo britannico cerca ancora oggi dei pretesti per non porgere le sue scuse.
Si mescolano in questa vicenda gloria, coraggio e tradimento.È una questione di giustizia, di collera e di memoria.
Se non ci fosse negli Archivi Storici di Londra un documento desecretato, si farebbe fatica a credere che si tratti di fatti realmente avvenuti.
Dopo che l'8 maggio 1945 la Germania nazista ebbe firmato l'atto di resa incondizionata, la Gran Bretagna e l'Europa ritrovarono finalmente una pace da lungo tempo perduta.
Tuttavia, nessuno al mondo poteva credere che, cinque mesi più tardi, moltissimi marinai cinesi che avevano consacrato il sangue e la vita alla lotta contro il nazismo avrebbero dovuto affrontare il momento più oscuro della loro esistenza.
Il 19 ottobre si svolse a Whitehall in Inghilterra una riunione confidenziale di natura ignobile e perversa, presieduta da Courtenay Denis Carew Robinson, dirigente al Ministero dell'Interno (Home Office).
Vi partecipavano, in tutto, tredici alti funzionari britannici, in rappresentanza di diversi organi pubblici, tra gli altri: la Direzione di Polizia di LIverpool, l'Ispettorato all'Immigrazione, il Ministero della Guerra (War Office), il Ministero dei Trasporti e il Ministero degli Affari Esteri (Foreign Office).
Il carattere ignobile e perverso della riunione confidenziale era già posto in evidenza dalle "raccomandazioni" fatte ai partecipanti prima dell'incontro:
- Le discussioni e i risultati finali della riunione non dovevano essere resi noti a nessuno.
- Nessuna notizia sulle discussioni e sui risultati finali della riunione doveva essere fornita agli organi di stampa.
- Le discussioni e i risultati finali della riunione non dovevano essere comunicati né al Parlamento, né al Governo, né ad altri Ministeri, Camera dei Lord (House of Lords) e Camera dei Deputati (House of Commons) specificamente inclusi, ma senza esclusione di altri organi non espressamente menzionati.
Al documento che riportava le decisioni adottate in seguito alla riunione venne attribuito, fin dall'inizio, il massimo grado di confidenzialità, indicato dal codice HO/213/926.
Fu soltanto oltre mezzo secolo più tardi che i discendenti ancora in vita dei marinai ebbero la possibilità di consultare e di pubblicare questo documento e che se ne conobbe il titolo ufficiale: "Rimpatrio forzoso dei marinai cinesi indesiderabili".
I "marinai cinesi indesiderabili" menzionati nel documento erano i duemila sopravvissuti tra i marinai cinesi che avevano difeso le linee vitali di comunicazione marittima della Gran Bretagna durante la Seconda Guerra mondiale.
Appena un anno prima, nel 1944, quei marinai apparivano nei film di propaganda del governo britannico. nei quali erano designati come "gli eroi del quarto servizio". (1)
Questa decisione sbrigativa di liquidare i marinai cinesi (2), presa da una nazione come la Gran Bretagna che aveva fama di comportarsi normalmente con correttezza, fu il preludio di una serie di avvenimenti crudeli.
Lontani antecedenti.
Nonostante un secolo di lotte sociali, i marittimi cinesi che lavoravano in Gran Bretagna all'epoca della Seconda Guerra Mondiale erano ancora considerati degli "stranieri, se si guarda alle fonti storiche disponibili.
Si tratta di una storia che aveva avuto inizio circa cento anni prima dei fatti qui ricordati.
Nel 1866, la Alfred Holt & Company, una grande società armatoriale con sede in Liverpool, la cui attività consisteva essenzialmente nell'importare dalla Cina tessuti di seta, tè, porcellane ed altri prodotti assai richiesti sia in Europa sia nel resto del mondo, cominciò a reclutare, in tutte le regioni della Cina,un gran numero di marinai.
La maggior parte dei marinai ingaggiati da questa società e da altri armatori inglesi si stabilì in Inghilterra, dove moltissimi di loro si sposarono ed ebbero dei figli.
I marinai cinesi, famosi per la loro grande capacità di lavoro e per la loro adattabilità, si guadagnarono la stima degli ambienti mercantili di Liverpool e di tutta l'industria marittima britannica. Molti comandanti britannici pensavano che i marinai cinesi fossero disposti a qualsiasi sacrificio per far bene il proprio lavoro.
Nel corso di quasi un secolo la situazione si sviluppò al punto che, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, circa il 15% del personale della flotta mercantile britannica era costituito da Cinesi.
Benché il ruolo dei marinai cinesi in Gran Bretagna fosse così rilevante, il loro trattamento rimase sempre caratterizzato dall'applicazione nei loro confronti dei criteri meno favorevoli.
Nei cent'anni di cui stiamo parlando, fu praticata, a danno dei marinai cinesi che vivevano in Gran Bretagna, un' ingiustificabile discriminazione, come dimostra con chiarezza già il fatto che il governo britannico li classificasse nella categoria degli "aliens".
La parola "alien", oltre a significare "straniero", può anche essere intesa nel senso di "individuo inadattato", "extraterrestre"," persona proveniente da un altro mondo".
Di conseguenza, i marinai cinesi di quel periodo dovevano sempre portare con sé un documento di identità e registrarsi regolarmente presso le autorità locali.
Questo status giuridico implicava che, nonostante le lotte di alcune generazioni, i marinai cinesi che vivevano in Inghilterra nell'epoca di cui stiamo parlando non godessero ancora del minimo dei diritti connessi alla nazionalità britannica.
Ciò spiega bene come, qualche anno più tardi, la Gran Bretagna abbia potuto tradirli.
Si leva il sipario
Ventimila marinai cinesi vengono incorporati nella macchina bellica britannica, di cui diventano un umile ingranaggio.
Giusto o ingiusto che sia, l'orologio della storia avanza senza fermarsi un solo istante. In un batter d'occhio la Gran Bretagna entra in uno dei momenti culminanti della sua storia.
Il 1° settembre 1939 la Germania nazista invade la Polonia. Due giorni più tardi, il 3 settembre, la Gran Bretagna e la Francia dichiarano guerra alla Germania.
Quello stesso giorno, alle 9 di sera, un sommergibile tedesco U-30 affonda il piroscafo britannico "Athina".
Tutto sembra assumere un significato simbolico.
Il piroscafo "Athina" era salpato da Liverpool a destinazione di Montreal nel Canadà. Il suo affondamento è il primo episodio di una spietata guerra sottomarina, la più brutale nella storia della Seconda Guerra Mondiale.
Nel periodo della guerra-lampo in Polonia, prima ancora che la Gran Bretagna e la Francia fossero riuscite a scendere concretamente in campo contro la Germania, la marina tedesca aveva già affondato 11 navi britanniche, in maggioranza navi passeggeri o mercantili come la "Bosnia" o il "Kronem Wat".
Mentre la Germania nazista dilagava in Europa, la Gran Bretagna lanciò una mobilitazione generale.
A quel tempo, l'unico potente strumento su cui la Gran Bretagna potesse contare per opporsi validamente alla Germania era la marina. Di conseguenza, tutti i marinai delle navi mercantili britanniche furono inclusi nella riserva navale e dovettero affrontare mansioni belliche sempre più impegnative.
Per un paese insulare, una guerra di dimensioni mai viste significava però forniture logistiche di dimensioni mai viste. Prima ancora che la guerra scoppiasse, era già chiaro che il numero di marinai disponibili non sarebbe stato sufficiente.
Senza dubbio, numerosi marinai originari di altri paesi si trovavano nel Regno Unito a quell'epoca, ma soltanto i marinai cinesi erano quasi sprovvisti di qualsiasi status giuridico. Altra cosa, ancor più importante: i marinai cinesi erano altamente qualificati, non bevevano, non causavano problemi ed erano facili da gestire. Divennero quindi la miglior manodopera marittima disponibile in Gran Bretagna durante la guerra.
Più di 20.000 marinai cinesi furono dunque incorporati, al più basso livello, nella macchina da guerra britannica.
ll momento della gloria
I marinai cinesi elogiati come "eroi di guerra" durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, i sommergibili tedeschi inflissero un duro colpo al Regno Unito, giungendo quasi a sconfiggere quell'impero su cui non calava mai il sole.
Nel 1939, a soli due mesi dall'inizio della guerra, i sommergibili tedeschi avevano già affondato 286.000 tonnellate di naviglio britannico.
Nel 1940, quando la Germania lanciò il suo attacco su larga scala contro l'Inghilterra, essa aveva affondato 2,43 milioni di tonnellate, soltanto di naviglio mercantile.
Nel 1941 furono affondati 2,83 milioni di tonnellate di naviglio mercantile e nel 1942 fu raggiunta la cifra record di 3,5 milioni di tonnellate.
Poiché la marina militare tedesca era assai meno potente di quella britannica, i Tedeschi adottarono la "tattica del branco di lupi", consistente nell'attaccare con i sommergibili il naviglio mercantile britannico. Di conseguenza, le navi mercantili britanniche furono sottoposte, durante il conflitto, ad attacchi assai più pesanti di quelli che subirono le navi da guerra.
È in tale contesto, nell'ambito di viaggi quasi "senza ritorno". che i marinai cinesi accettarono enormi sacrifici, esponendosi ogni giorno a rischi ben più elevati di quelli che affrontavano i militari della flotta britannica (bombardamenti aerei, tiri di artiglieria, lanci di siluri), per fornire armi, munizioni, carburante e viveri all'insieme del Regno Unito.
Per un paese insulare come la Gran Bretagna i trasporti marittimi garantiti dalla sua flotta mercantile erano assolutamente vitali. Per assicurarli, i marinai cinesi offrirono tutto il loro coraggio, tutti i loro sforzi e la loro stessa vita.
Durante la guerra, una nave mercantile britannica su cui si trovava il marinaio cinese Pan Lin fu affondata dai Tedeschi nell'Atlantico Meridionale. Quel marinaio cinese, tenace e coraggioso, andò alla deriva per 133 giorni su una zattera di fortuna, ma riuscì a sopravvivere.
Nel 1944, per rimontare il morale della popolazione, fu persino diffuso, a cura dell' Ufficio Propaganda del Ministero della Guerra, un documentario propagandistico intitolato "I Cinesi di Gran Bretagna in guerra", nel quale figurava questa frase sensazionale: "I marinai cinesi hanno combattuto a fianco dei loro commilitoni, i marinai britannici, partecipando insieme alla più grande battaglia della storia navale".
Il Liverpool Daily Mail pubblicò, quello stesso anno, un reportage, in cui elogiava i marinai cinesi come "un gruppo di eroi".
In un libro, nel quale veniva posto in rilievo il ruolo fondamentale svolto dalla marina mercantile britannica ai fini della vittoria inglese nella Seconda Guerra Mondiale, venne espressamente sottolineato che "i marinai cinesi erano stati gli eroi del quarto servizio del Regno Unito".
Umiliazione dei marinai cinesi
I marinai cinesi furono degli eroi ai quali non venne riconosciuta nemmeno l'"indennità per rischi di guerra".
Sebbene sommersi di elogi per motivarli durante il periodo più critico della Seconda Guerra Mondiale, essi non ricevettero mai un compenso specifico per le difficoltà e i rischi del loro lavoro, ma sperimentarono invece un altro tipo di "fair play inglese" ed un trattamento estremamente ingiusto e discriminatorio, in quanto il governo britannico non prese mai in considerazione, nemmeno nei momenti più duri della guerra,l'idea di attribuire loro un preciso status giuridico.
I marinai cinesi che avevano rischiato la vita per difendere il Regno Unito scoprirono che, nonostante tutti gli elogi, i loro salari erano inferiori del 50% a quelli dei loro colleghi britannici.
Inoltre, sebbene svolgessero spesso i lavori più sporchi, più faticosi e più pericolosi, nell'Oceano Atlantico, sotto i bombardamenti, essi non ricevettero mai l'"Indennitä per rischi di guerra" concessa dal governo britannico.
L'enorme pressione della guerra e le condizioni di lavoro umilianti li indussero addirittura a scioperare nel 1942.
Si aggiunga che le pensioni e le indennità accordate alle famiglie dei marinai cinesi morti per cause di guerra erano molto inferiori a quelle percepite dalle famiglie dei caduti britannici.
Terminata la guerra, nessuno si preoccupò di accertare il numero di marinai cinesi caduti nel corso della lotta contro il nazismo, ma esistono due cifre il cui raffronto può consentire un calcolo delle perdite umane:
- più di 20.000 marinai cinesi furono incorporati nella marina mercantile britannica all'inizio del conflitto;
- un po' più di 2000 marinai cinesi furono segretamente arrestati ed espulsi dal governo britannico alla fine della guerra.
Comportamento senza scrupoli del governo britannico:
Il 19 ottobre 1945, nella già citata riunione segreta di 13 alti funzionari britannici, furono definiti i dettagli operativi del piano che costituiva l'oggetto del documento intitolato "Rimpatrio forzoso dei marinai cinesi indesiderabili".
Tale documento, fu trasmesso, in via confidenziale, al Ministero degli Affari Esteri, con la raccomandazione di non comunicarlo a nessuno e di non informarne la stampa.
Tuttavia, tenuto conto dell'enorme ruolo svolto dalla marina mercantile nella difesa degli interessi vitali britannici e del coraggio dimostrato dai marinai cinesi, che era valso loro una ben meritata fama, l'attuazione del piano segreto incontrava degli ostacoli di carattere legale.
Conformemente alle leggi britanniche e alla normativa di guerra vigente all'epoca, i più di 2000 marinai cinesi erano sottoposti alla disciplina della Royal Navy e non potevano essere deportati dalle autorità civili, salvo il caso in cui fossero stati previamente espulsi dalla marina mercantile o dalla marina militare per aver commesso dei reati.
La polizia britannica lanciò pertanto un'"indagine segreta", una ricerca su larga scala volta ad accertare l'eventuale esistenza di prove di reato, con riferimento a più di 2000 marinai cinesi, ma, dopo una lunga inchiesta, dovette constatare impotente, nonostante l'estrema puntigliosità delle verifiche, che soltanto 18 persone su più di 2000 soddisfacevano i requisiti previsti per l'espulsione.
La decisione adottata nel corso della "riunione dei 13 alti funzionari"* era tuttavia una decisione presa al più alto livello nazionale: i più di 2000 marinai cinesi sopravvissuti alla guerra dui mari dovevano essere tutti espulsi, indipendentemente dall'esistenza o meno di prove di reato.
La prima mossa dei ministeri britannici interessati consistette nel privare i marinai cinesi del lavoro normale e legittimo che essi esercitavano, vale a dire nel porre fine al loro rapporto d'impiego con la marina mercantile o con la marina militare britanniche.
La tragedia
I marinai cinesi vennero privati dei loro impieghi nella marina mercantile e nella marina militare britanniche e deportati, all'insaputa delle loro mogli e dei loro figli, che credettero di essere stati volontariamente "abbandonati".
Il licenziamento non sarebbe stato, a quell' epoca, un grosso problema per i marinai cinesi che, essendo tutti persone fisicamente abili e professionalmente qualificate, avrebbero potuto trovare un altro lavoro, ad es. nel settore della pesca.
Le autorità britanniche competenti vietarono tuttavia a qualsiasi impresa, istituto o cittadino del Regno Unito di assumere quei marinai, perché risultavano sprovvisti di un valido documento di identità.
Dopo aver così privato dei loro mezzi di sussistenza oltre 2000 persone, il Ministero dell' Interno passò immediatamente all'attuazione della seconda fase del piano.
Rastrellamento segreto dei marinai cinesi.
Più di 2000 marinai cinesi furono segretamente arrestati nell'ambito di un'operazione diretta e pianificata dal Ministero dell'Interno ed eseguita dall'Ispettorato all'Immigrazione, dalla Direzione di Polizia di Liverpool, dalla British Shipping Company e da altri organi ed istituti.
Uno degli agenti dell'Ispettorato all'Immigrazione descrisse i dettagli del rastrellamento segreto in un rapporto del 1946, recentemente declassificato:
" Sono stati necessari due giorni interi per effettuare un gran numero di perquisizioni e di arresti in più di 150 residenze destinate al personale marittimo, pensioni ed abitazioni private...".
Peggio ancora:
Per garantire la segretezza dell'operazione, l'arresto dei marinai avvenne senza che le autorità ne informassero le loro famiglie ed i loro amici. In molti casi, le mogli e i figli dei marinai non hanno mai potuto sapere, per tutto il resto della loro esistenza, se i loro cari fossero vivi o morti né dove si trovassero.
Un gran numero di marinai cinesi sparirono per sempre da Liverpool e dall'Inghilterra e le loro famiglie, oltre a dover sopportare la "vergogna" di essere state "abbandonate" dai loro congiunti, si trovarono anche ad affrontare condizioni di vita particolarmente difficili.
Le donne britanniche che avevano sposato dei marinai cinesi, furono qualificate come "straniere" dal governo britannico e non poterono ricevere aiuti statali. Tali donne furono addirittura discriminate dalle loro famiglie perché avevano sposato dei Cinesi e molte di esse dovettero dare in adozione i propri figli. Alcune tentarono addirittura il suicidio. Alla fine, un gran numero di queste donne dovettero cercarsi un altro marito e i loro figli furono mandati negli orfanotrofi o dati in adozione in gran numero, innescando una serie di tragedie umane.
La figlia di un marinaio cinese, la quale ha ormai compiuto più di 70 anni, ha raccontato con amarezza di non aver mai visto suo padre, di cui le è rimasto soltanto il nome riportato sul suo certificato di nascita.Tutto ciò la riempie di tristezza e di rabbia."A causa delle menzogne del governo britannico " dice "mia madre non ha mai saputo che mio padre era stato arrestato e deportato, ma ha sempre creduto di essere stata abbandonata." (3)
Rifiuto di riconoscere le proprie responsabilità.
La Gran Bretagna è ancora alla ricerca di scuse per sottrarsi alle proprie responsabilità.
Dopo quella terribile retata segreta su larga scala, il governo britannico requisì i documenti di tutti i marittimi cinesi per cancellare completamente le identità di queste persone. Successivamente, essi vennero caricati come bestiame su navi da trasporto oceaniche e deportati nel loro luogo di origine.
Il marinaio inglese Bill Anderson lavorava su una nave mercantile, dove suo suocero Lin Sheng faceva il cuoco. Bill Anderson ha ascoltato molte volte suo suocero raccontare le storie terrificanti e tragiche dei marinai cinesi di oltre mezzo secolo fa: "Furono prelevati dalle strade e dalle loro case, condotti al al porto e messi nelle stive, non nelle stive normali, ma in quelle utilizzate per il bestiame. Nemmeno gli animali dovrebbero essere trattati così." Per molti anni questa storia è rimasta sconosciuta e ora finalmente può essere raccontata.
I documenti declassificati del Ministero degli Interni mostrano che, alla data del 23 marzo 1946, 800 marinai cinesi erano stati rimpatriati, 231 di loro dopo essere stati addirittura ricercati e arrestati dalla polizia. (4) Alla data dell'11 luglio 1946 il numero dei marinai cinesi deportati era salito a 1.362.
Tuttavia, di fronte a queste verità storiche portate alla luce dai discendenti dei marinai cinesi, le autorità britanniche e persino il governo britannico cercano ancora di trovare delle giustificazioni.
Ecco una delle giustificazioni che sono state avanzate dalle autorità:
" A quel tempo, la Gran Bretagna era in fase di ripresa postbellica, con centinaia di migliaia di morti, milioni di senzatetto, disoccupazione e inflazione alle stelle... Era urgente liberare alloggi per i soldati di ritorno dalla guerra... "
"La 'necessità di liberare alloggi' non sembra una ragione molto valida per consentire alla Gran Bretagna di sottrarsi alle proprie colpe. Innumerevoli famiglie ne hanno sofferto per tutta la vita, e molte persone non hanno mai potuto conoscere la la verità su ciò che è accaduto ai loro cari. I loro discendenti sono ancora alla ricerca di risposte e dei parenti perduti." ha dichiarato con grande emozione Kim Johnson, deputata di Liverpool, quando ha chiesto al governo britannico di presentare scuse ufficiali alle famiglie delle vittime.
Tuttavia, anche se si trattava di "scuse" richieste per una tragedia, il primo ministro britannico Boris Johnson si è limitato a dare una risposta freddamente burocratica: "Il nostro intero Paese è ovviamente molto grato per l'eccezionale contributo fornito dalla comunità cinese.La mozione di Kim Johnson è molto chiara e inequivocabile e ne prendiamo atto".
E allora? Finirà tutto con questa risposta?
Ricordo che ricorre, quest'anno, il 75° anniversario dell’espulsione dal Regno Unito di oltre 2.000 eroici marinai cinesi. Spero che i loro figli e le loro famiglie possano conoscere, come richiedono da tempo e come meritano, la completa verità su ciò che accadde allora. Spero che quei marinai, di cui probabilmente nessuno è più in vita, possano ricevere le scuse, anche se tardive, del governo britannico. La storia non è soltanto un peso, è anche una fonte di motivazione. Solo affrontando la storia con fermezza possiamo davvero affrontare il futuro.
Spero che, nel loro lontano paese, il governo britannico e il primo ministro britannico Boris Johnson leggano questo articolo proveniente dalla Cina.
NOTA
(1) Con il termine" quarto servizio" ("fourth service") si indicava la marina mercantile, che svolse, durante la Seconda Guerra Mondiale, un ruolo fondamentale per assicurare i rifornimenti di viveri e di materiale bellico. Essa veniva quindi equiparata, per l'importanza del suo contributo, alle tre armi combattenti: Esercito, Aviazione e Marina Militare.
(2) L'espressione idiomatica 卸磨杀驴 ("xiè mò sha lú"), letteralmente "uccidere l'asino non appena ha smesso di girare la macina", indica il comportamento cinico e spregevole di chi si sbarazza freddamente di un amico o di un collaboratore non appena ha smesso di essergli utile.
(3) Non è verosimile che la sparizione, in pochi giorni, di oltre 2000 persone non abbia suscitato sospetti nelle loro famiglie. Si può però immaginare che l'estrema segretezza con cui fu condotta l'operazione abbia permesso di evitare che essa giungesse a conoscenza dell'opinione pubblica e di sopprimere così qualsiasi fonte di scandalo.
(4) Questa frase va probabilmente interpretata nel senso che ai marinai cinesi di cui si conosceva l'indirizzo fu semplicemente notificato il provvedimento di rimpatrio forzoso, mentre per quelli non immediatamente reperibili fu dato ordine alla polizia di ricercarli e di arrestarli.
Titolo dell'articolo in lingua cinese: 背叛75年拒道歉:2千中国海员助英国作战,战后被驱逐,妻离子散犀利呱