Nella raccolta di poesie “Juvenilia”, pubblicata da Giosué Carducci nel 1853, troviamo , al libro II, xxxii , il seguente componimento, intitolato:
PRIMAVERA CINESE
“Or sono i dí che zefiro
tepido e lieve aleggia
e che la pioggia placida
i nuovi fior careggia.
Ora un mattino in floridi
rami le gemme afforza
che timidette ruppero
de la materna scorza.
Ora a gli affetti sposansi
i facili pensieri
e impazïenti volano
in cantici leggeri,
come la nebbia ch’umida
gli archi del ponte gira,
come quest’ombra tremula
ad ogni aura che spira.
Oh misero a cui scemasi
degli anni il bel tesoro
mentre alla terra indocile
chiede l’inutil oro!
La neve ch’empiea rigida
tutto pur dianzi il cielo,
e i fior che lieti salgono
dal fuggitivo gelo,
son della vita immagine
fuggente e in lei s’appaga
tra i desiderii l’anima
e le memorie vaga.
Pace! Anche tu bellissima
colomba vïatrice
che lamentando mormori
da la natia pendice,
se pïetosa il numero
de’ miei pensier richiedi
lascia il soave gemito
ed al tuo nido riedi.
Pria conteransi i tumidi
germi che il suolo or manda
e i fiori onde sí splendida
quest’albero ha ghirlanda.
In una nota a pié di pagina, il giovane poeta ci informa: “Fatta veramente su ‘l motivo d’antico poeta cinese Kaokiti, il cui canto può vedersi tradotto nella Storia Universale di Cesare Cantú (Letteratura, Vol.1, pag.372, Torino, Pomba, 1841).
Risalendo all’opera e alla pagina citata incontriamo la seguente traduzione in prosa di una poesia che il Cantù attribuisce a Kaokiti (1), ”poeta antico assai”:
“Ecco il tempo che zefiro è più leggero, che più dolce è la pioggia; una mattinata cangia in rami le gemme che un arbusto germoglia.I miei sentimenti volano in versi leggeri, come questa nebbia che colora gli archi del ponte, come questi rami la cui ombra tremula al soffio della primavera. Oh, infelice chi si strugge a cavar l’oro dalle viscere della terra! La neve che testé empiva il cielo, bel suggetto a meditare. Se la colomba viaggiatrice chiede il numero dei miei pensieri, sappia che più presto si conteranno le ciocche di seta sospese a queste piante.”
La fonte da cui Cesare Cantú trasse questo testo, da lui tradotto in italiano, è il “Yu-Kiao-Li ou les deux cousines”, pubblicato nel 1826 presso l’editore Moutardier di Parigi da Jean-Pierre Abel Rémusat (1788-1832), professore di lingua e letteratura cinese al College de France.
Si tratta della traduzione francese del romanzo 玉嬌梨 (“yù jiāolì”), vale a dire “Le amabili pere di giada” (2), appartenente al genere detto “studenti e belle donne” (才子 佳 人 “cáizĭjiārén”). (3)
La poesia figura al cap.VI, pag.234:
“Voici le temps où le zéphyre a toute sa legéreté et la pluie sa plus grande douceur.
L’espace d’un matin change en rameaux les bourgeons que chaque arbuste a fait éclore.
Mes sentiments s’envolent en vers légers comme ces brumes qui colorent les arches du pont.
Telles encore ces branches dont l’ombre est agitée par le souffle du printemps.
Que je plains ceux qui se consument à tirer l’or des entrailles de la terre!
La neige qui naguère emplissait le ciel est aussi digne objet de nos pensées.
Si la colombe voyageuse s’informe du nombre et de l’étendue de mes sentiments,
qu’elle apprenne qu’on aurait plus tôt compté les touffes de soie qui sont suspendues à ces arbres”
Il testo originale cinese è il seguente:
風 最 輕 柔 雨 最 時,根 芽 長 就 六 朝 枝。
畫 橋 煙 浅 詩 魂 瘦,隋 苑 春 憐 舞 影 垂。
拖 地 黃 金 應 自 惜,漫 天 白 雪 為 誰 思。
流 鶯 若 問 情 長 短,請 驗 青 青 一 樹 絲。
Ne do qui di seguito una mia traduzione. L’indeterminatezza della poesia cinese può giustificare talune differenze d’interpretazione rispetto alla traduzione francese
È il tempo della brezza più lieve e della pioggerella più fine.
Nel giro d’un mattino I germogli cominciano a trasformarsi in rametti.
Fluttuano i versi come nebbia sul ponte colorato (4).L’ animo è leggero.
Le ombre si agitano mentre la primavera di Suiyuàn danza.(5)
Perché affannarsi ad estrarre l’oro dalle viscere della terra?
Chi pensa più alla candida neve che ricopriva il cielo?
Il rigogolo vagabondo mi domanda quanto sia grande la mia emozione?
È come chiedermi di contare i boccioli sui verdi alberi. (6)
NOTE
1) L’antico poeta Kaokiti sembra doversi identificare con Gāo Qĭ 高 啟 (1336-1374), brillante letterato dei primi anni della dinastia Míng, il quale, avendo preferito ritirarsi a vita privata anziché collaborare con il governo, fu accusato di cospirare contro l’imperatore e fu messo a morte.
2) Il titolo fa riferimento agli orecchini di giada in forma di pera molto diffusi tra le donne eleganti di un tempo. La coppia di orecchini simboleggia evidentemente le due cugine protagoniste del romanzo.
3) Questo genere di romanzi il cui tema è l’amore tra un giovane studioso ed una bella fanciulla fu molto popolare negli ultimi anni della dinastia Míng 明 朝 e nei primi anni della dinastia Qíng 清 朝. Esso è solitamente ambientato nella cerchia dei letterati ed i protagonisti, sia maschili sia femminili, si distinguono per la loro delicata sensibilità poetica e per il loro amore della cultura. Spesso il giovane studioso ha un rivale ambizioso, ma ignorante, che si finge appassionato di poesia e di letteratura per entrare nelle grazie della fanciulla. I tentativi dell’impostore sono però destinati al fallimento perché ogni volta un piccolo dettaglio, apparentemente insignificante, permette di smascherarlo. Nel “Yù Jiāolì”, ad esempio, il terzo incomodo, che ha ottenuto un diploma grazie agli intrighi del padre, si tradisce quando legge in modo errato un verso classico inciso sulla parete di un padiglione.
4) Ho preferito leggere i caratteri (“畫 橋 煙 “huà qiáo yān”) come “nebbia sul ponte colorato”. La traduzione “nebbia che colora il ponte” mi sembra infatti contrastare con l’osservazione empirica che la foschia tende a smorzare i colori più che ad accentuarli.
5) Il Suíyuàn 隋 苑 è un parco fatto costruire dall’imperatore Suí Yángdì 隋 煬 帝 (604 d.C.-618 d.C.) a Yángzhōu 揚 州 nella provincia di Jiāngsū江 蘇 . Un verso del poeta Dù Mù 杜 牧 (803 d.C.-852 d.C.) menziona “il suono delle campane notturne del Suíyuàn”. (“隋 苑 暮 鐘 聲 “suí yuàn mù zhōng shēng”). Il manifestarsi della primavera nel parco Suíyuàn, ricco di alberi e di fiori, è particolarmente suggestivo.
6) Il termine “seta” (絲 “sī”) che figura nel testo cinese mi sembra un’evidente metafora degli innumerevoli boccioli sparsi sui rami degli alberi, che vengono paragonati a fiocchi di seta.