I DIFFICILI RAPPORTI TRA LA CINA E L'OCCIDENTE
Nel 2008, le Olimpiadi di Pechino fornirono ai Paesi Occidentali lo spunto per criticare numerosi aspetti da essi ritenuti negativi della politica e della società cinesi. Queste critiche non furono bene accolte dai Cinesi e, fra le altre reazioni, ci fu anche una “poesia dedicata all’Occidente”( 给 西 方 的 诗 ),che ebbe larga diffusione su Internet sotto il titolo “Diteci, una volta per tutte, che cosa dobbiamo fare!” ( 你 究 竟 要 我 们 怎 样 生 存 ).
Questo testo, la cui traduzione inglese fu pubblicata sul Washington Post, venne attribuito a Duō Liáng Lín 林 良 多, già professore di fisica all’Università di Buffalo nello Stato di New York, il quale smentì tuttavia di esserne l’autore, dichiarando di essersi limitato a farlo circolare dopo averlo ricevuto per e-mail da un mittente non identificato.
Prima di presentarne qui la mia traduzione, ritengo opportuno soffermarmi su due punti.
Innanzitutto, tra coloro che hanno commentato il testo su Internet, non è mancato chi ha sostenuto che si tratta semplicemente di un pamphlet politico, di un arido elenco degli infiniti torti asseritamente subiti dalla Cina negli ultimi due secoli.
Per prudenza, ho quindi riportato questa composizione in una rubrica diversa da quella delle poesie. Si tenga tuttavia presente che il negare a priori natura poetica ad ogni testo politicamente impegnato porterebbe a sfoltire notevolmente la poesia europea degli ultimi secoli, ad esempio la poesia italiana del periodo risorgimentale in cui sono frequenti i canti di ispirazione patriottica e nazionalistica.
Va poi osservato, in secondo luogo, che le affermazioni contenute nel testo riflettono il punto di vista cinese circa una serie di problemi sorti nel corso delle relazioni tra la Cina ed i Paesi Occidentali. Si tratta quindi di una visione parziale, che è molto utile conoscere per poter valutare il più correttamente possibile queste relazioni, ma che non può essere assunta come unico metro di giudizio.
A titolo di esempio, da un lato, mi sembra evidente che l’invocazione dei principi del libero commercio per giustificare la “guerra dell’oppio” appare oggi particolarmente ipocrita e doveva apparirlo anche nel 1842, sebbene la vendita di tale droga non fosse allora legalmente proibita nel Regno Unito e gli Inglesi.non potessero dunque essere accusati di ritenere lecito in Cina ciò che vietavano nel proprio paese. D’altro lato, l’affermazione che i Cinesi hanno annesso il Tibet per “rimettere insieme le loro terre frammentate” risulta , alla luce dei dati storici disponibili, largamente contestabile, a prescindere dal fatto che la violenta repressione di cui sono attualmente vittime i Tibetani sarebbe inaccettabile anche se questa regione fosse sempre stata una provincia della Cina.
La presentazione del testo che segue in questa rubrica va quindi intesa come un semplice contributo informativo, senza implicare un giudizio sul suo carattere poetico né una condivisione dei suoi contenuti.
Poesia dedicata all’Occidente
Diteci, una volta per tutte, che cosa dobbiamo fare!
Quando eravamo il “malato” dell’Asia,
ci chiamavate il "disordine giallo".
Ora che ci profetizzano il destino d’una grande potenza
ci additate come coloro che vogliono dominare il mondo.
Quando vivevamo per conto nostro, soli e lontani da tutti,
contrabbandavate oppio per sfondare le porte del paese.
Abbiamo accettato il principio del libero scambio
ed ora venite ad accusarci di rubarvi il pane.
Quando eravamo in mezzo alla bufera,
venivate col piede di porco a scassinare i confini,
ben decisi a reclamare la vostra parte di bottino,
ma quando abbiamo cercato di rimettere insieme
le nostre terre frammentate,
ci avete subito detto che eravamo degli invasori
ed avete cominciato ad urlare:"LIbertà per il Tibet".
Quando sperimentavamo il marxismo-leninismo,
deploravate che fossimo diventati comunisti,
ma ora che abbiamo adottato il sistema capitalista,
ci aborrite di nuovo a causa del nostro affarismo.
Quando siamo arrivati ad un miliardo di persone
ci avete detto che stavamo distruggendo il pianeta.
Abbiamo cercato di frenare la crescita demografica
e ci rimproverate di calpestare i diritti dell’uomo.
Quando eravamo dei poveracci, ci trattavate come cani.
Ora che vi prestiamo i soldi,ci incolpate dei vostri debiti.
Se sviluppiamo le industrie,ci chiamate inquinatori.
Se vendiamo dei prodotti, causiamo l’effetto serra.
Quando noi compriamo petrolio,siamo solo sfruttatori ed affamatori.
Se voi fate la guerra per averlo, siete salvatori e liberatori dei popoli.
Quando eravamo immersi nell’anarchia ci dicevate privi di legge,
ora che cerchiamo di mantenere l’ordine, opprimiamo i cittadini.
Quando stavamo in silenzio, dicevate che non c’era libertà di parola.
Ora che parliamo, siamo xenofobi e vittime del lavaggio del cervello.
“Perché ci volete tanto male?”chiediamo.
“Noi non vi odiamo affatto” rispondete.
"Neppure noi vi odiamo.
Ma, per favore, diteci sinceramente se ci avete mai capiti".
"Certo che vi capiamo!" è la vostra risposta.
"Noi siamo perfettamente informati su di voi. Non abbiamo l'AFP, la CNN e pure la BBC?
Non potreste spiegarci una volta per tutte come volete che noi ci comportiamo?
Per favore, pensate bene prima di dircelo, perché non avrete un’infinità di opzioni.
Già basta ed avanza ciò che è stato fatto.
Il mondo non sopporta più tanta ipocrisia.
Ciò che noi desideriamo è un mondo unito, dei sogni comuni e pace sulla terra.
Questo vasto pianeta azzurro non è forse abbastanza grande per voi e per noi?
(Traduzione di Giovanni Gallo) 2 luglio 2012
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