MEDITAZIONI POETICHE SU TRACCE DELL’ANTICHITÀ
QUARTO POEMA (1)
詠 懷 古 跡 五 首 之 四 YǑNG HUÁI GǓ JÌ WǓ SHǑU ZHĪ SÌ
Il sovrano di Shŭ Hàn(2) invase il Wú (3)
ed andò avanti sino alle Tre Gole.(4)
L’anno della sua fine, stette anche lui
nel Palazzo della Pace Perpetua.(5)
Luccichio di stendardi verdazzurri,(6)
lassù, sulla collina ora deserta.(7)
Un rudere, ormai, la Sala di Giada (8)
nel mezzo del santuario abbandonato.
Tra i cipressi(9) del vecchio mausoleo (10)
fanno il loro nido le gru acquatiche.(11)
D’estate e d’inverno vengono i vecchi
del villaggio a celebrarvi i solstizi.(12)(13)
Il tempio del Marchese Coraggioso (14)(15)
gli fa compagnia per i secoli.
Il re ed il ministro, uno accanto all’altro,
insieme ricevono i sacrifici.(16)
蜀 王 征 吳 幸 三 峽 shŭ wáng zhēng wú xìng sān xiá
崩 年 亦 在 永 安 宮 bēng nián yì zài yŏng ān gōng
翠 華 想 像 空 山 裡 cuì huá xiăng xiàng kōng shān lĭ
玉 殿 虛 無 野 寺 中 yù diàn xū wú yĕ sì zhōng
古 廟 杉 松 巢 水 鶴 gŭ miào shā sōng cháo shuĭ hè
歲 時 伏 臘 走 村 翁 wŭ hóu cí wū cháng lín jìn
一 體 君 臣 祭 祀 同 yī tĭ jūn chén jì sì tóng
NOTE
1) Il quarto poema è un pellegrinaggio sulle tracce di Liú Bèi 劉 備 (161-223 d.C.), famoso generale ed uomo politico del Periodo dei Tre Regni 三 國 e primo Imperatore della breve dinastia dei Hàn di Shŭ 蜀 漢 . Il pellegrinaggio ha inizio presso le Tre Gole dello Yángzĭ 三 峽 , dove Liú Bèi fu rovinosamente sconfitto nel 222 d.C,. dal generale Lù Xùn 陸 遜 del Regno di Wú 吳 國 , continua con la visita del Palazzo della Pace Perpetua ( 永 安 宮 Yŏng Ān Gōng ) a Báidìchéng 白 帝 城 , dove Liú Bèi si ritirò dopo la disfatta e cadde mortalmente ammalato, e termina nei dintorni di Chéngdū 成 都 , dove il corpo di Liú Bèi fu trasportato dopo la sua morte e sepolto nel Mausoleo di Huìlíng 惠 陵 , all’interno del suo tempio ancestrale ( Tempio di Zhāoliè 照 烈 廟 ), che si fuse più tardi con il Tempio di Wŭhòu 武 侯 祠 , in cui venne sepolto, qualche anno dopo, il suo fedele ministro Zhūgĕ Liàng 諸 葛 亮 , detto “Wŭhòu” 武 侯 (“il marchese guerriero”).
2) Shŭ 蜀 e Wú 吳 erano, insieme con Wèi 魏 , i tre Stati sorti dal progressivo sembramento dell’impero Hàn alla fine del secondo secolo d.C. Per distinguerli da altri Stati che hanno recato gli stessi nomi in altre epoche , essi sono denominati più precisamente dagli storici Cáo Wèi 曹 魏 , Shŭ Hàn 蜀 漢 e Dōng Wú 東 吳 . Il territorio di Wèi comprendeva tutte le regioni della Cina settentrionale, a nord dello Yángzĭ, mentre Shŭ e Wú comprendevano rispettivamente le regioni del Sud-Ovest e del Sud-Est, a sud dello Yangzĭ. Questi tre Stati sono conosciuti con il nome di Tre Regni ( 三 國 “sānguó” ), anche se si dovrebbe chiamarli più esattamente i Tre Imperi (三 帝 國 “sāndìguó”), giacché ciascuno dei sovrani che li reggevano si dichiarava legittimo successore della dinastia Hàn. Nel 220 d. C. Cáo Pī 曹 丕 , figlio del famoso ministro Cáo Cāo 曹 操 , depose Xiàn 漢 獻 帝 , l’ultimo imperatore della dinastia Hàn 漢 朝 , e si proclamò primo imperatore della nuova dinastia Wèi 魏 朝 . Subito dopo, nel 221 d.C., Liú Bèi di Shŭ si proclamò a sua volta imperatore, in quanto discendeva da un ramo collaterale della dinastia Hàn. Infine, nel 229 d.C. anche Sūn Quán 孫 權 di Dōng Wú 東 吳 si proclamò imperatore. Il periodo dei Tre Regni prese fine nel 280 d. C. quando l’ultimo di essi fu sottomesso dalla nuova dinastia Jìn 晉 朝 .
3) Liú Bèi e Sūn Quán erano stati alleati nel 208 d.C. contro Cáo Cāo ed avevano vinto insieme la famosa battaglie delle Rocce Rosse ( 赤 壁 “ chìbì” ) sullo Yángzĭ. Tuttavia nel 219 d.C., mentre il generale Guān Yŭ 關 羽 , assediava Fánchéng 樊 成 , occupata dalle truppe del generale Cáo Rén 曹 仁 di Wèi, Wú si accordò di nascosto con Wèi ed attaccò la città di Jīngzhōu 荊 州 nel territorio di Shŭ. Guān Yŭ fu costretto a ritirarsi e, durante la ritirata, fu circondato a Màichéng 麥 成 dalle truppe del generale Lǚ Mēng 呂蒙 di Wú, catturato ed ucciso. Infuriato per il “tradimento” di Wú, Liú Bèi, nonostante il parere contrario del suo primo ministro Zhūgĕ Liàng e di alcuni generali, preparò una spedizione per vendicare la morte di Guān Yŭ e recuperare Jīngzhōu .
4) Nonostante la superiorità numerica delle truppe di Wú, l’esercito di Liú Bèi, meglio addestrato alla lotta in territorio montagnoso, avanzò lungo lo Yángzĭ, conquistando successivamente Zĭguī 秭 归, Yídào 夷 道 e Xiāotíng 猇亭. finché giunse ad Yílíng 夷 陵 ( oggi Yíchāng 宜 昌 ) nei pressi della Gola di Xīlíng 西 陵 峽 . Qui fu costretto a fermarsi a causa dell’eccessivo allungamento delle sue linee di rifornimento ,che partivano da Chéngdū 成 都 nel Sìchuān 四 川 , e del fatto che le truppe nemiche si erano trincerate in robuste fortificazioni. Coll’arrivo dell’estate le forze di Liú Bèi cominciarono a soffrire del caldo torrido e della mancanza di rifornimenti ed un errore tattico del loro comandante, che aveva posto l’accampamento in un bosco, cui i nemici diedero improvvisamente fuoco, permise al generale Lù Xùn di Wú di lanciare un subitaneo contrattacco che disperse l’esercito di Shŭ. Solo l’intervento di Zhūgĕ Liàng, che aveva inviato rinforzi dalla capitale ed aveva fatto preparare nelle retrovie dei campi trincerati ( cfr. il poema di Dù Fŭ intitolato “Bāzhèntú “ (八 陣 圖 “La fortezza a scacchiera”), salvò le truppe di Liú Bèi dall’annientamento.
5) Dopo la sconfitta nella battaglia di Yílíng, Liú Bèi si rifugiò a Báidìchéng e riuscì a concludere una tregua con il regno di Wú, stabilizzando così la situazione. Ma il disastro subito lo aveva enormemente provato moralmente e fisicamente e, nella primavera del 223 d.C ( il quarto mese del terzo anno dell’era ZhāngWŭ 章 武 secondo la cronologia tradizionale cinese), morì di dissenteria. dopo aver esortato il figlio, che gli succedeva sul trono, ad ascoltare sempre i suggerimenti del saggio ministro Zhūgĕ Liàng. Il Palazzo della Pace Perpetua 永 安 宮, dove morì Liú Bèi, sorgeva circa otto miglia ad est dell’attuale Báidìchéng 白 帝城, in quella che è oggi la contea di Fèngjié 奉 节 县 .
6) La fervida immaginazione del poeta ritorna indietro nei secoli fino al 223 d.C. quando le colline ora deserte intorno allo Yángzĭ brulicavano di uomini, di cavalli e di bandiere. Mancano precisi riscontri geografici circa la località in cui si svolge la scena. Si può pensare che si tratti delle alture intorno a Báidìchéng, la città menzionata nel verso precedente, ma potrebbe anche essere una zona diversa se si considera Kōngshān 空 山 ( che significa“la montagna cava”, “la montagna piena di grotte”) come denominazione di una montagna o di una collina ben individuata.
7) “Cui huá” 翠 華 , termine che può essere inteso come “splendore verdazzurro”, “bagliore di giada”, “alone di smeraldo", era l’espressione usata per indicare le insegne imperiali, poiché il colore della dinastia Hàn era il verde smeraldo. “Cuì” 翠 è infatti il colore verde-azzurro delle piume del martin-pescatore, il quale era indicato anche con un ideogramma utilizzato per quella giada di colore verde intenso che è chiamata nefrite. Nel Romanzo dei Tre Regni si narra che uno degli slogan usato dal capo dei Turbanti Gialli, Zhāng Jué 张 角 , per istigare il popolo alla rivolta contro la dinastia Hàn suonava così : “È finita l’epoca del cielo azzurro ( il colore degli Hàn), è cominciata l’epoca del cielo giallo ( il colore della setta dei Turbanti Gialli)”. Ho utilizzato il termine “stendardi” perché non è ben chiaro se le insegne imperiali fossero bandiere, labari o addirittura pennacchi di piume di martin pescatore.
8) È difficile stabilire a quali edifici si riferisca quesato verso. Il termine “diàn” 殿 significa “sala”, “palazzo”, “tempio”. L’espressione “yu diàn” 玉 殿 (“palazzo di giada”), che indica i meravigliosi palazzi di Pénglái, l’isola degli immortali 蓬 萊 , designa, se riferito alla realtà terrena, il palazzo imperiale. Il termine “si” 寺 indica un tempio ( in genere un tempio buddista). Si può supporre che, intorno al Palazzo della Pace Perpetua, fosse stato eretto un tempio e che, all’epoca di Dù Fŭ, del sontuoso palazzo non restasse che qualche rovina o ancor meno ( 虛 無 “xū wú = nulla”).
9) Per indicare gli alberi che crescono nel recinto del tempio, Dù Fŭ usa i termini “ sōng” 松 e “shā” 杉. Non c’è dubbio che il termine “sōng” 松 designa il “pino silvestre”, mentre per il termine “shā” 杉 è più difficile individuare esattamente di che albero si tratti. È senz’altro un albero del genere delle Ciparissacee, ma quale sia precisamente è difficile dire perché l’antica lingua poetica non si curava molto dell’esattezza delle classificazioni botaniche. Nel poema “Il primo ministro di Shŭ”, ( 蜀 相 “Shŭ xiàng” ) dedicato proprio a Zhūgĕ Liàng ed al suo tempio ancestrale, Dù Fŭ afferma che esso sorge “băi sēn sēn” 柏 森 森 (“tra immensi boschi di “băi"). Il termine “băi”, che compare anche nella poesia “La bella signora”( 佳 人 “jiā rén”), è attualmente usato come termine generale per le Ciparissacee, ma non è chiaro a quale specifico albero Dù Fŭ intendesse riferirsi. In giapponese l’ideogramma 杉, che viene letto “san”, identifica il “cedrus cryptomeria japonica “ o “sugi”, ma ciò non ci è utile in quanto non possiamo avere la certezza che un tempo questa pianta fosse diffusa anche in Cina. Il termine “shā” 杉, che Du Fu sembrerebbe dunque usare come un equivalente di “băi” 柏, può allora essere tradotto indifferentemente con “cedro” o con “cipresso”, tenendo tuttavia presente che tale albero non è il cipresso che si vede nei nostri paesi di fronte ai cimiteri.
10) La parola “miào” 廟 indica “il santuario ove si conservano le ceneri degli antenati”, il tempio ancestrale”, “il mausoleo. “Gŭ miào” 古 廟 ci fa capire che si tratta di un antico mausoleo. In effetti il mausoleo di Huìlíng 惠 陵 , in cui è sepolto Liù Bèi, risale all’epoca stessa del sovrano, cioè agli inizi del 3° secolo d.C.
11) Tutta la descrizione tende a darci un’impressione di decadenza e di abbandono, ma si può sospettare che Dù Fŭ abbia calcato un po’ le tinte per rafforzare il carattere “romantico” del suo poema, che è un’elegia sulla caducità delle cose umane. In realtà Liú Bèi e Zhūgĕ Liàng furono due personaggi che lasciarono una grandissima impronta nella fantasia popolare ed è probabile che le loro tombe fossero oggetto di frequenti pellegrinaggi sia da parte di potenti e di letterati sia da parte della gente comune. È però anche vero che il poeta visitò questi luoghi negli anni successivi alla ribellione di Ān Lùshān 安 祿 山 , cioè in anni durante i quali tutta la vita della Cina fu sconvolta da disordini, ribellioni e stragi , che portarono forse all’abbandono di molti palazzi e templi famosi.
12) Il termine “fú” 伏 designa il periodo dell’anno immediatamente successivo al solstizio d’estate (21 giugno). L’espressione “sān fú” 三 伏 indica le prime tre decadi successive al 21 giugno, che sono considerate il periodo più caldo dell’anno.
13) Il termine “là” 臘 designava un tempo il dodicesimo mese del calendario lunare, che aveva inizio verso la fine di dicembre. L’ideogramma “là” 臘contiene il radicale della “carne” 肉 , essiccata e conservata per essere offerta agli dei in occasione del solstizio d’inverno (21 dicembre).
14) Si allude qui al Wŭ Hóu Cí 武 侯 祠 (“Tempio ancestrale del Marchese Guerriero “), costruito probabilmente durante il VI° secolo d.C in ricordo del grande ministro Zhūgĕ Liàng accanto al Zhāoliè Miào 照 烈 廟, il tempio dedicato a Liú Bèi.
15) Zhūgĕ Liàng è conosciuto tra l’altro con il titolo di “Wŭ Hòu” 武 候 .Tale denominazione può derivare sia dal titolo di “Marchese di Wŭ “(Wŭ è una abbreviazione di Wŭxiāng 武 鄉 , presso Hànzhōng 漢 中 nello Shănxī 陝 西 ), che gli fu concesso dall’imperatore Líu Shàn 劉禪 ,figlio di Liú Bèi, sia dal titolo postumo di “Zhōng Wŭ Hóu” 忠 武 侯 (“Marchese Leale e Coraggioso”) che gli fu conferito per onorarne l’impegno politico e militare.
Il termine “hóu” 侯 indica un titolo che, nel tentativo di trovare una corrispondenza con le strutture nobiliari europee, è stato reso con “marchese”. Naturalmente la corrispondenza è approssimativa, ma l’equivalenza consente di valutare in modo relativamente preciso l’importanza del titolo nella scala gerarchica cinese.Nel sistema nobiliare cinese il titolo di “hóu” 侯 (“marchese”) veniva subito dopo il titolo di principe o duca ( 公 “gōng” ) e prima di quelli di “bó” ( 伯 “conte” ), “zĭ” ( 子 “visconte” ) e “nán” ( 男 “barone” )
16) Già ai tempi di Dù Fŭ la grande vicinanza fra i due templi aveva avviato quel processo di fusione che fu portato a termine all’inizio della dinastia dei Míng 明 朝 (1368-1643 d. C.). Attualmente i due templi sono fusi in un unico complesso conosciuto come “ Wŭ hóu cí” 武 侯 祠 , composto di cinque edifici: la porta esterna, sul cui frontone figura ancora l’antica denominazione “Hàn Zhāolié Miáo” ( 漢 照 烈 廟“Tempio di Zhaolié”), la porta interna, la sala di Liú Bèi, la sala di Zhūgĕ Liàng ed il Mausoleo di Liú Bèi. Col decorso del tempo, la figura di Zhūgĕ Liàng ha persino un po’ eclissato quella di Liú Bèi. L’osservazione di Dù Fŭ che Liú Bèi e Zhūgĕ Liàng sono venerati insieme e ricevono insieme i sacrifici mostra che era già in corso quel processo di fusione che doveva portare più tardi alla creazione di un unico tempio.