La Santa Madre del Ranuncolo Giallo (1)
Nell’anno 1900 (2), al tempo della rivolta dei Boxer (3), Tiānjīn cadde in preda al più grande disordine. Le porte della città non venivano più chiuse al calar della notte, non si spegnevano più le luci, la gente non riusciva più a dormire, tutte le strade erano sempre piene d’agitazione e di tumulti.
Masse di Boxer affluivano in città dal Hébĕi e dallo Shāndōng. Come segno di riconoscimento avevano sul petto e sul dorso delle loro giacche l’emblema degli Otto Trigrammi.(4) Indossavano turbanti di vari colori e ciascuno di essi sventolava una bandiera. Portavano al fianco spade a doppio taglio (5) e coltellacci e tenevano in mano mazze o alabarde.
Le loro espressioni erano tuttavia diverse: c’era chi urlava selvaggiamente e chi invece si guardava intorno con aria torva, senza dire una parola, con uno sguardo da assassino e con un digrignar di denti che metteva i brividi.
Una volta entrati in città, i Boxer eressero per prima cosa un altare intorno al quale piantarono le loro bandiere e che decorarono con drappi gialli e con lanterne rosse. Gli abitanti della città, subito accorsi ad offrire focacce, panini, sottaceti, cipollotti e frittelle all’olio aromatico, vennero a sapere che i Boxer stavano per lanciare un grande attacco contro gli stranieri residenti nelle concessioni. (6) Già si vedevano ardere incendi nei quartieri di Mǎjiākǒu e Lǎolóngtóu (7) ed una coltre di fumo nero cominciava a diffondersi sulla città, mentre si sentivano di tanto in tanto scariche di fucileria. Da quelle parti, i Boxer stavano dando alle fiamme le “tane” degli stranieri. (8)
Alla popolazione della città vecchia, che ammontava a circa centomila persone, si erano ora aggiunti almeno duecentomila Boxer. In quegli anni gli abitanti di Tiānjīn avevano combattuto numerose battaglie contro gli stranieri e, indipendentemente dall’esito degli scontri, si erano abituati a non averne più paura.
Una sera, agli inizi del sesto mese lunare (9), tutti i reparti di Boxer presenti in città uscirono dalla Porta Settentrionale e si schierarono, in bell’ordine, sulle due rive del Canale Meridionale (10). Brillavano i loro coltellacci e l’ombra delle spade sguainate si rifletteva nelle acque del canale insieme con la luce delle torce che ardevano sfrigolando. Sorprendentemente, in mezzo a questa massa di gente, non si sentiva un sussurro…regnava uno strano silenzio, un silenzio che faceva paura. Correva voce che la flottiglia delle Lanterne Rosse (11), guidata dalla Santa Madre del Ranuncolo Giallo, si fosse mossa dal sud verso Tiānjīn e che ora stesse arrivando.
In quei giorni per tutta la città non facevano altro che girare storie concernenti la discesa sulla terra di queste divine guerriere. (12) Su ogni muro, in città e fuori città, era affisso un manifesto nel quale si leggevano parole minacciose:
“Ogni uomo è un Boxer. Ogni donna è una Lanterna Rossa. Sfondiamo le porte di Zĭzhúlín! (13) Facciamo a pezzi gli stranieri!”.
La parola “stranieri” era stata scritta in rosso, come era uso fare soltanto per scrivere i nomi dei condannati nei manifesti che annunciavano l’esecuzione di sentenze capitali. Si diceva che, quando i manifesti erano stati affissi nel quartier di Zĭzhúlín, gli stranieri ne erano stati talmente spaventati che non avevano più osato uscire per strada e si erano rintanati nelle loro case, sprangando porte e finestre. (14)
Sebbene i manifesti menzionassero le Lanterne Rosse, nessuno le aveva mai viste. Si diceva che fossero ragazze nubili o giovani spose, tutte vestite di rosso, tutte belle come fate, dotate di poteri magici che consentivano loro di annientare gli stranieri. Si raccontava che la loro guida, la Santa Madre del Ranuncolo Giallo, fosse splendida come una dea, affascinante come la statua della Regina Madre dell’Occidente(15) nel tempio dell’Imperatrice Celeste (16) e che, sia per quanto riguardava l’abilità nelle arti marziali sia per quanto riguardava la pratica della magia, superasse di gran lunga tutti i capi delle formazioni maschili.
Mentre tutti guardavano, apparve effettivamente sul Canale Meridionale una flottiglia di grandi imbarcazioni, ciascuna delle quali recava, appese all’alberatura, un gran numero di lanterne rosse. Le imbarcazioni navigarono fino allo scalo del quartiere dei mercanti, dove le Lanterne Rosse scesero a terra. Ciascuna di esse indossava una giubba rossa e pantaloni rossi, portava a tracolla un pugnale d’argento, teneva in una mano un ventaglio di seta rossa e nell’altra una lanterna di garza rossa. Illuminati dal bagliore delle torce, i loro volti sembravano ancor più belli e più fieri di quelli delle generalesse della famiglia Yáng. (17)
I Boxer schierati sulle rive del canale erano ben disciplinati. Non appena videro le Lanterne Rosse, sollevarono tutti insieme una mano ponendosela sul petto in segno di rispettoso saluto e piegarono il capo abbassando lo sguardo. La Santa Madre del Ranuncolo Giallo non scese a terra e non si mostrò a nessuno, ma invitò i capi dei diversi reparti di Boxer a renderle visita sulla sua giunca. I comandanti più autorevoli, Zhāng Déchéng, Cáo Fútián, Liú Chéngxiáng (18) ed alcuni altri attesero, in fila indiana, di essere ricevuti uno per uno ed entrarono nella cabina con un atteggiamento di grande riverenza, come se si stessero recando in un tempio a pregare il Buddha.
Gli abitanti di Tiānjīn furono così costretti a strologare sull’identità della Santa Madre del Ranuncolo Giallo, di cui nessuno conosceva il nome. Alcuni sostenevano che si chiamasse Lín Hēi’er (19) e che fosse una ragazza di Tiānjīn cresciuta sulle rive del fiume Hăi, la quale aveva imparato le arti marziali dal padre quando era bambina. Dicevano che il padre fosse un acrobata che si esibiva per strada e che, un giorno, avendo offeso uno straniero, fosse stato gettato in prigione, dove era morto. La figlia, mossa dal risentimento, aveva giurato di vendicarlo. Altri affermavano invece che non si trattava affatto di un essere umano, bensì di un’incarnazione della stessa Regina Madre dell’Occidente, capace di bruciare con le sue arti magiche l’intero quartiere di Zĭzhúlín e di prosciugare il mare affinché le navi degli Occidentali non potessero entrare in porto. Anche la gente del porto aveva in proposito opinioni contrastanti: c’era chi diceva che fosse una fattucchiera che un tempo aveva danzato sulla riva orientale del fiume per invocare gli spiriti e c’era chi sosteneva invece che fosse una puttana del bordello di Hóujiāhòu nota per il suo cattivo carattere. Naturalmente, erano sempre le storie peggiori quelle a cui si prestava fede più volentieri.
Tre giorni dopo, di primo mattino, tutte le Lanterne Rosse scesero improvvisamente dalle loro imbarcazioni e si allinearono lungo le rive del canale. In un attimo, tremila donne presero posizione, una accanto all’altra, con un pugnale d’acciaio a tracolla, una lanterna nella mano destra ed un ventaglio nella sinistra. Neppure questa volta fece la sua apparizione la Santa Madre del Ranuncolo Giallo, ma fu una ragazza con i capelli raccolti in uno chignon in cima al capo alla maniera dI Sānxiāngū (20) a condurre il reggimento in città. I Boxer, che occupavano Tiānjīn, si erano già schierati ai lati delle strade per rendere gli onori militari alle Lanterne Rosse. Queste ultime entrarono in città a passo cadenzato. I piedi di migliaia di persone che battono contemporaneamente per terra rimbombano con fragore di tuono e sollevano nuvole di polvere che oscurano l’aria, scuotono il cielo e la terra, dimostrano potenza ed impressionano gli spettatori. Le Lanterne Rosse erano famose per questo loro passo cadenzato che chiamavano “calpestare la città”. Lo usavano per cacciare gli spiriti del male e per terrorizzare gli stranieri.
Attraversata, sempre a passo cadenzato tutta Tiānjīn, le Lanterne Rosse giunsero dinanzi ad una chiesa che sorgeva nella parte occidentale della città e cinquecento donne si schierarono sul sagrato in formazione da combattimento. Improvvisamente, come se fosse piovuto dal cielo, apparve sul piazzale un palanchino sorretto da quattro portatori. Il palanchino si fermò proprio davanti alla chiesa e qualcuno dall’interno scostò le tendine senza che fosse possibile vedere chi era. Tuttavia non sussisteva il minimo dubbio che la persona seduta nel palanchino fosse la Santa Madre del Ranuncolo Giallo. È impossibile sapere quale maledizione ella lanciasse contro la chiesa, ma si vide “Sānxiāngū” correre dal palanchino alla porta dell’edificio, spalancarla con un calcio, voltarsi ed urlare: “Bruciamo tutto!”.
A quel grido, le cinquecento donne corsero avanti e scagliarono tutte insieme le lanterne rosse che tenevano in mano. In un attimo alte fiamme si levarono all’interno della chiesa ed un fumo denso e nero cominciò a salire verso l’alto. Allora le cinquecento Lanterne Rosse si misero tutte insieme a sventolare sulle fiamme per alimentare il fuoco i ventagli che tenevano nella mano sinistra. Sembrò che i ventagli avessero un potere magico: si vide l’incendio divampare con sempre maggior violenza e furore. Tra le urla e gli applausi della folla, della chiesa presto non rimasero se non muri anneriti che infine crollarono.
Le voci che correvano sui grandi poteri magici di cui avrebbe goduto la Santa Madre del Ranuncolo Giallo giunsero alle orecchie del governatore Yù Lù, il quale, tre giorni dopo gli avvenimenti di cui s’è detto, invitò la Santa Madre ed i capi più autorevoli dei Boxer, quali Zhāng Déchéng e Cáo Fútián, nella sua residenza presso l’estuario del fiume Sānchá per discutere insieme un piano d’attacco contro gli stranieri che abitavano il quartiere di Zĭzhúlín.
Nessuno è mai venuto a sapere che cosa si dissero Yù Lù e la Santa Madre quando si incontrarono, ma uno degli uomini che portavano il palanchino raccontò di aver sentito il governatore chiedere alla Santa Madre se gli Occidentali sarebbero entrati in Tiānjīn e di averla sentita rispondere dall’interno del palanchino, attraverso le tendine abbassate, che non c'era alcun motivo di preoccuparsene. La noncuranza con cui furono pronunciate queste parole dimostrava tuttavia, ad un più attento esame, una grande sicurezza di sé. Doveva esserci una valida ragione se la Santa Madre riteneva di non dover attribuire alcuna importanza ad un rischio così grave. Il governatore se ne sentì rassicurato nel suo intimo. Con un sorriso di gioia sul volto, regalò alla Santa Madre una larga pezza di stoffa gialla per farne bandiere.
La Santa Madre usò quella pezza di stoffa gialla per fabbricare un immenso gonfalone, lungo più di sei metri (21), su cui fu scritto, in quattro grandi caratteri di velluto color nero inchiostro: Santa Madre del Ranuncolo Giallo. Il gonfalone era listato di bande dorate e, quando era appeso all’albero maestro della capitana, gli facevano corona due file di lanterne rosse, che scendevano dal pennone di maestra fino al ponte della nave. Lo spettacolo era magnifico, e lo era ancor di più quando calava la notte. Ogni sera gli abitanti di Tiānjīn accorrevano in massa al quartiere dei mercanti, erigevano altarini dinanzi alla capitana e vi bruciavano bacchette d’incenso. Trattavano la Santa Madre come una vera divinità e invocavano la sua protezione. Pettegolezzi ed insinuazioni erano stati spazzati via ed erano ormai dimenticati.
Una volta la settimana le Lanterne Rosse sfilavano in città per stimolare il proprio ardore, per mostrare la propria forza ai Boxer e per tenere su il morale della popolazione. Alcuni giorni dopo, quando si cominciò a combattere, queste sfilate diventarono essenziali. Ogni volta che passavano le Lanterne Rosse, gli abitanti di Tiānjīn si sentivano ringagliarditi ed il loro animo si esaltava. Si cominciò a sfilare ogni tre giorni, poi ogni giorno.
Le ragazze erano così indaffarate che non avevano più neppure il tempo di pettinarsi, di truccarsi e di acconciarsi correttamente, ma andavano in giro con i capelli in disordine e con le divise tutte spiegazzate. Del resto nel mezzo della battaglia, ciò che conta non è l’abito, ma lo spirito combattivo. Sfilando a passo cadenzato, le ragazze cantavano:
“Le donne non si pettinano, ma tagliano le teste degli stranieri.
Le donne non si fasciano i piedi (22), ma ridono quando uccidono gli stranieri.”
Durante la battaglia, le Lanterne Rosse fecero numerose sortite. Volavano (23) a spegnere gli incendi, ma correvano ad appiccarli nel quartiere delle concessioni. (24). Ogni volta che nelle concessioni bruciava una casa, una Lanterna Rossa tornava al galoppo per dare la buona notizia, tenendo in mano un gagliardetto giallo, simbolo di vittoria. Le bandierine venivano poi appese al tetto delle imbarcazioni come una sorta di gran pavese.
Circolava in quei giorni una gran quantità di dicerie e di storie fantastiche intorno alla Santa Madre, anche se nessuno l’aveva mai vista in faccia. Pensate! Una donna che comandava migliaia di guerriere, che aveva soggiogato l’intera città, che si imponeva ai funzionari imperiali ed anche ai dignitari di alto rango, che si lanciava impavida tra spade e cannoni a massacrare gli stranieri! Come avrebbe potuto una tale persona essere una comune mortale? E se fosse stata una comune mortale, non sarebbe per ciò stesso stata ancor più ammirevole?
La rivolta del 1900 fu domata, i Boxer furono sconfitti dalle truppe occidentali e della maggior parte delle Lanterne Rosse non si sa che fine facessero, ma solo fino a poco tempo prima gli stranieri se l’erano fatta addosso al pensiero delle Lanterne Rosse. Ora, mentre penetravano in Tiānjīn, sparavano a qualsiasi donna vestita di rosso si vedessero venire incontro, anche se è da escludere che tutte le donne vestite di rosso che ammazzavano fossero delle Lanterne Rosse. La gente di Tiānjīn usava vestirsi di rosso per feste e cerimonie ed anche le donne amavano indossare abiti rossi, ma, da quel momento in poi, per una ventina d’anni, fu impossibile incontrare in città una sola donna che portasse un vestito di color rosso.
Nessuno seppe mai che fine avesse fatto la Santa Madre. Alcuni dicevano che era caduta in combattimento, altri che si era data alla macchia, altri ancora che era stata fatta prigioniera. Circolavano le storie più diverse. Si raccontò che gli Occidentali avevano catturato la Santa Madre e “Sānxiāngū” presso la foce del fiume Sānchá e che le avevano rinchiuse nella prigione attigua alla residenza del governatore. Gli Occidentali avrebbero anche preso delle fotografie alle due donne, per mostrarle poi nei loro paesi come trofei di guerra, ma non si ebbe mai la minima notizia o il minimo indizio che permettesse si sapere se ciò era vero o falso.
La gente di Tiānjīn non accettò questa spiegazione. Si argomentò che le due prigioniere mostrate nelle fotografie avevano l’aspetto di donne ordinarie e che si trattava di un’impostura architettata dagli Occidentali per mostrare la loro forza. Nessuno a Tiānjīn aveva mai visto in faccia la Santa Madre del Ranuncolo Giallo. Come potevano gli Occidentali essere sicuri che la prigioniera fosse lei? La sola cosa che si potesse dire era che, pur avendo vinto, avevano ancora paura di quella donna.
NOTE
1)Il termine 黄莲 (“huáng lián”) designa la Coptis chinensis, pianta delle Ranunculaceae, che è una delle cinquanta erbe usate nella medicina tradizionale cinese.
2) Il termine 庚子 (“gēngzĭ”), che designa il trentasettesimo anno del ciclo sessagesimale tradizionale, corrisponde qui all’anno 1900 del calendario occidentale.
3)ll termine 義和團 (“yìhétuán”), letteralmente “le milizie che perseguono la giustizia e la pace”, designa gli appartenenti ai gruppi xenofobi conosciuti in Occidente con il nome di “Boxer”.
4) L’emblema degli Otto Trigrammi 八卦字符 (“bāguá zìfú”) è costituito da un ottagono su ciascuno dei cui lati è raffigurato uno degli Otto Trigrammi. Gli Otto Trigrammi 八卦 sarebbero stati trovati dal mitico imperatore Fúxī 伏羲 sul carapace di una tartaruga.
5) Il termine 佩剑 (“péi jián”) indica una spada diritta a doppio taglio.
6) Le concessioni erano zone situate all’interno di alcune città cinesi (in prevalenza città portuali) che, pur rimanendo sotto la sovranità del Celeste Impero, erano totalmente soggette all’amministrazione di una potenza occidentale. Avevano ottenuto concessioni a Tiānjīn la Gran Bretagna dal 1860, la Francia dal 1861, la Germania dal 1895, il Giappone dal 1896. In seguito al Protocollo dei Boxer, che pose fine alle ostilità seguite alla rivolta del 1900, ottennero una concessione a Tiānjīn, la Russia dal 1900, l’Italia dal 1901, il Belgio e l’Impero Austro-Ungarico dal 1902.
7) Il quartiere di Mǎjiākǒu马家口 era situato nella zona sud-orientale di Tiānjīn. Lǎolóngtóu 老龙头 era il quartiere della stazione ferroviaria, nella parte orientale della città.
8) Il termine 狗窩(“gŏuwō”) designa più precisamente il canile o la cuccia di un cane. Il suo uso deriva dal fatto che gli stranieri erano spesso chiamati “cani” per disprezzo.
9) Approssimativamente tra la fine del mese di giugno e gli inizi del mese di luglio
10) ll Canale Meridionale (南运河 “nán yùnhé”) è la quinta sezione del Gran Canale della Cina (大运河 “dà yùnhé”). Esso collega 臨清 Línqīng a Tiānjīn. Nei pressi di Tiānjīn incontra il Canale Settentrionale (北运河 “bĕiyùnhé”), che conduce a Pechino.
11) Le Lanterne Rosse (紅燈照 “hóng dēng zhào”) erano gruppi armati femminili sorti all’epoca della rivolta dei Boxer. Si diceva che fossero esperte di arti marziali e dotate di poteri magici. Indossavano giacche e pantaloni rossi, cappelli rossi e scarpe rosse e ciascuna di esse portava in mano una lanterna dello stesso colore. Furono loro attribuite dalla voce popolare imprese leggendarie, anche se l’unica loro azione storicamente accertata è la partecipazione alla battaglia di Tiānjīn del 13-14 luglio 1900 tra i ribelli cinesi e le forze dell’Alleanza delle Otto Nazioni.
Le Lanterne Rosse compaiono nelle avventure di Corto Maltese di Hugo Pratt (“Corte Sconta detta Arcana”).
12) Il termine 天降 (“tiān jiàng”) indica la discesa sulla terra di un dio che assume forma umana. Il popolino vedeva infatti le Lanterne Rosse come l’incarnazione o, per dirla con un termine indiano ormai entrato nell’uso, un “avatar” di divinità guerriere.
13) Zĭzhúlín 紫竹林 era il quartiere delle concessioni, in cui risiedevano alcune centinaia di funzionari e di mercanti occidentali. Esso era situato fuori dalle mura della città vecchia, ma all’interno del muro di fango alto circa tre metri che circondava i sobborghi.
14) L’originale cinese reca “chiudendo bene tutte le tende delle finestre” (窗帘都拉得死死的 “huānglián dū lā dé sǐ sǐ de”). Mi è parso che in italiano questa frase non rendesse pienamente l’idea del terrore che aveva colto gli stranieri e ho preferito rimpiazzarla con una frase più “energica”.
15) Il termine 娘娘 (“niáng niáng”) è di solito usato nell’espressione 王母娘娘 (“wáng mŭ niáng niáng””), cioè l’”Imperatrice Madre”, per indicare Xīwángmŭ 西王母, la Regina Madre dell’Occidente, una delle divinità più importanti del pantheon cinese.
16) Il termine “Imperatrice Celeste” (“tiān hòu”) è uno dei molti nomi con cui viene designata la dea del mare Māzú 媽祖.
17) Gli Yáng 杨 sono menzionati dalle fonti storiche come una famiglia di militari, che, durante l’11° secolo d.C. fornì molti generali alla dinastia Sòng 宋朝 nelle sue continue guerre con gli Xià Occidentali 西夏. Secondo alcune leggende formatesi in epoca successiva, essendo la maggior parte degli uomini della famiglia morti in battaglia, le loro vedove assunsero il comando delle truppe che erano state agli ordini dei defunti mariti e continuarono a combattere coraggiosamente contro il nemico. Le storie dei generali e delle generalesse della famiglia Yáng ebbero grande diffusione tra il popolo e divennero uno dei soggetti preferiti dell'Opera di Pechino.
18) Zhāng Déchéng 张德成 (1846-1900), fondatore del movimento dei Boxer, partecipò alla battaglia di Tiānjīn nel luglio del 1900 e fu ucciso poco tempo dopo.
Cáo Fútián 曹福田, un ex-soldato, era il numero due dei Boxer. Datosi alla macchia dopo la sconfitta dei ribelli, fu arrestato a Jìnghăi 静海 nel maggio del 1901 e decapitato.
Liú Chéngxiáng 刘呈祥 era il terzo nella gerarchia di comando dei Boxer.
19) Poco si sa ancor oggi di Lín Hēi’er 林黑儿 (1871-1900?). Figlia di un saltimbanco di Tiānjīn, avrebbe imparato dal padre le arti marziali e acrobatiche. Dopo aver perso un congiunto, arrestato da soldati inglesi e morto in prigione( Wikipedia parla del marito e non del padre, come fa Féng Jìcái 冯骥才), fu costretta a prostituirsi. Mossa dal risentimento contro gli stranieri, aderì con entusiasmo alla ribellione dei Boxer e formò il gruppo femminile delle Lanterne Rosse, con cui partecipò alla Battaglia di Tiānjīn. Ferita durante la battaglia, fu catturata e da quel momento non se ne ebbero più notizie. Probabilmente fu giustiziata nei giorni successivi.
20) Il termine 仙姑 (“xiān gū”) designa un essere femminile dotato di poteri magici, in altre parole una fata o una strega. Esso veniva spesso applicato alle donne che si dichiaravano capaci di compiere prodigi applicando le formule magiche del Taoismo, nella sua versione di superstizione popolare. I capelli raccolti in uno chignon in cima al capo erano un segno di adesione al Taoismo. Gli uomini potevano così sfuggire (come i monaci buddhisti con la rasatura totale del cranio) all’obbligo di portare il codino imposto dal regime mancese. Non è chiaro se l’espressione 三仙姑 (“sānxiāngū”) sia il nome di una singola divinità o di un trio di fate. In ogni caso, la donna che comandava il reparto delle Lanterne Rosse imitava la sua (o la loro ) acconciatura.
21) Il testo cinese dice “lungo due zhàng”. Il “zhàng”(“ 丈”) era un’unità di misura della lunghezza pari a 10 “piedi”
( 尺 ”chì”), cioè a 3,33 metri.
22) La canzone allude alla pratica della fasciatura dei piedi, a cui le fanciulle della buona società erano sottoposte fin dall’infanzia perché i loro piedini rimanessero minuscoli, cosa che era ritenuta conferire loro un particolare fascino. Le Lanterne Rosse reclutavano invece le loro aderenti tra le popolane che si sentivano ben diverse dalle giovani aristocratiche e della ricca borghesia, non solo per le dimensioni dei piedi, ma anche per la differenza di idee.
23) L’espressione “volare nel cielo” (飞天 “fēi tiān”) assimila la corsa delle Lanterne Rosse al volo delle creature celesti cui esse venivano paragonate.
24) Sembra qui di cogliere una certa ironia da parte dell’autore. Le Lanterne Rosse si affannavano a spegnare gli incendi (降火 “jiàng huō”) in città, ma, nello stesso tempo, correvano a dar fuoco alle case degli stranieri.
黄莲圣母
庚子闹义和团时,天津大乱,入夜城门不关,灯火通明,人不睡觉,满街乱窜。一群群打河北山东来的义和团拥入天津,衣服的前胸后背写着各自的八卦字符,扎各色的包头,举着自己的旗号,佩剑提刀,提棍拿枪,神情也不一样,有的狂喊乱叫,有的全都阴沉着脸,口不出声,面带杀气,后槽牙咬得咯吱咯吱响,叫人不寒而栗。入城之后先立坛口、竖旗幡、升黄表、挂红灯。城中百姓马上把大饼、馒头、咸菜、大葱和香喷喷的油食一车车送来。听说义和团马上就要和租界里的洋人大打一仗了;马家口和老龙头那边已经有了火光,冒着黑烟,枪声一会儿紧一会儿松。义和团正在那边烧洋人的“狗窝”。
老城里人居十万,义和团一来至少二十万。这些年天津人和洋人打过不少仗,不管打赢打输,从来不怵洋人。
六月初的一天傍晚,城中各团都跑到北城外,沿着南运河两岸,人马整齐列出阵式,一片刀光剑影连同呼呼燃烧的火炬,倒映在河中。可是这么大的场面居然听不到半点儿人声,静得出奇,也静得吓人。据说是黄莲圣母带领红灯照的船队由南边开来了,说到就到。
这些天有关红灯照神兵天降的消息传遍津城。有一样揭帖贴满了城里城外,上边的话口气凶猛:“男练义和拳,女练红灯照;踹开紫竹林,大刀砍洋人。”
这揭帖上的“洋人”两字还用朱笔勾了,只有死刑告示才用这写法。据说这帖子贴到了紫竹林,把洋人吓得不敢上街,窗帘都拉得死死的。
可是红灯照嘛样,谁也没见过。都说是些大姑娘小媳妇,穿一身红,个个貌美如天仙,手里握着灭洋人的法术。首领黄莲圣母长相美过天仙,好赛天后宫里的娘娘像;要说她武艺之强和法术之高,各团大师兄都差一大截。
眼瞧着,南运河上真的来了一队大船,桅杆上挂满红灯,一直开到贾家胡同停住,红灯照们出舱登岸,个个红裤红袄,背插银刀,一手拿红纱折扇,一手提红绢灯笼;灯光照在脸上,真比戏里的杨门女将还好看还神气。
站在岸上的义和团规矩很大,一见红灯照,一齐单手竖立胸前打问心,同时低下头来,不能瞪着眼瞧。黄莲圣母不出舱,不露面,各团大师兄全要进舱拜见。大师兄张德成、曹福田、刘呈祥等站成竖排依次入舱时,神态虔敬至极,好像进庙拜佛。
这一来,就招得天津人对身世不明的黄莲圣母胡猜乱想。有人说她名叫林黑儿,就是喝海河水长大的本地人,自小从父学武,随父卖艺,父亲惹了洋人入狱死了,她怀恨报仇。也有人说她根本不是凡人,是王母娘娘附体,能降神火烧掉紫竹林,直到把海水烧干,洋船开不进来;天津码头人杂嘴杂,有的说她是河东那边跳大神的巫婆,甚至说她是侯家后妓院里一个挺邪性的土娼。坏话一出来就会占上风。
三天后一早,红灯照忽然全从舱里出来,在岸上列队。刹那间,三千红灯照背插钢刀站成一片,右手提灯,左手执扇。黄莲圣母仍然没露面,由一位头发梳成高髻的“三仙姑”引着排队入城。城中义和团早已分列街道两边,守护着红灯照。红灯照一进城门,便一齐跺脚。数千人跺脚响声震地,尘土遮天,铺天盖地,气势压人。这便是红灯照出名的“踩城”;踩城就是压邪气,震洋人。
红灯照先在城里踩了一圈,然后来到西城里的教堂前。五百红灯照摆出一个阵势,突然一个四人抬的轿子出现,好赛由天而降,轿子直对教堂,敞开轿帘,还是无法瞧到里边的人,可是人人都知道黄莲圣母就坐在轿子里。不知黄莲圣母在轿子里施了嘛法术,只见站在轿边的三仙姑跑到教堂门前,一脚踹开教堂门,回头大叫一声:“烧!”
五百红灯照上去把手里的红灯一齐扔进去,登时教堂里边轰轰炸响,大火黑烟冲天而起。五百红灯照同时举起左手,朝着大火摇起了手里的小折扇。小扇如有神力,眼看着火势猛起,愈烧愈旺。在众人呐喊助威声中,顷刻教堂烧成了一个黑乎乎的废砖窑,然后稀里哗啦成了一片废墟。
黄莲圣母大显神威的事,传到了总督裕禄的耳朵里。三天后裕禄把黄莲圣母和张德成、曹福田等师兄请到了三岔河口的总督衙门,共议攻打紫竹林洋人的大事。至于裕禄与圣母怎么见的面,说了嘛话,谁也不知道。只是抬轿子的轿夫听到裕禄问圣母:“洋人会打进天津城吗?”圣母隔着轿帘只说了三个字:“不当紧。”这话好赛没说出嘛,可是细一琢磨,这话却是又大气,又有根儿,拿着天大的事不当事,叫裕禄心里有了底,喜笑颜开,当下送了圣母一大捆黄布做旗子。
黄莲圣母回去就用这捆黄布做了一个特大的幡旗,足足两丈长,上缝四个墨色绒布大字:黄莲圣母。周围镶一圈金色的流苏,高挂在大船的桅杆上,两边再配上两串红灯笼,威风十足,入夜之后更加耀眼。天津百姓天天晚间跑到贾家胡同口对着这大船摆案烧香,拿她当神仙,求她保平安。各种坏话全给一扫而空。
红灯照每隔七天踩城一次,给自己壮势,给义和团师兄们壮威,也给津城百姓壮胆。过了些天,仗打起来,踩街更是必不可少。每踩一次街,天津人觉得浑身的力气和精神都加了一倍。于是踩城改作每隔三天一次,后来干脆就一天一次了。姑娘们一忙就来不及梳妆,头发蓬散着,衣衫皱巴巴,可是在炮火里,谁还看穿戴,要的是精气神。她们踩街时便一边跺脚,一边唱道:
妇女不梳头,砍掉洋人头。
妇女不裹脚,杀尽洋人笑呵呵。
打仗时,红灯照常常出征,飞天降火,火烧租界。每烧一次租界,就有一个红灯照,手举黄色三角得胜旗,骑着马跑回来报喜,完事把旗子插在船篷上。这时候,关于黄莲圣母的说法又多又神,却一直也没人见到她的模样。想想看,一个女子,能带数千女兵,威镇津城,叫朝廷命官一品大臣也弯下腰来,还飞身杀洋人刀枪中出生入死,能是凡人吗?若是凡人,不就更叫人佩服得五体投地了?
庚子之战,义和团败了,红灯照大多不知去向。前一阵子,洋人们给红灯照吓得尿了裤子,现在闯进天津城,见到穿红衣的女子就开枪,其实他们枪杀的红衣女子未必都是红灯照。天津人素来以红色为喜庆,女子好穿红衣。这一来,事后二十年,天津城里看不见穿红衣服的女子了。
至于黄莲圣母的下落,无人能说清楚;或战死,或隐匿,或被俘,其说不一。据说洋人在三岔河口一带抓到了黄莲圣母和三仙姑,一度关在总督衙门的大牢里,洋人还给她俩拍了照片,后来被作为战利品押到西方展览。是真是假,再没有一点儿消息和凭据。
这说法天津人不认。天津人说,照片上这两个被俘虏的女子,看上去是普通人家的妇女,肯定是洋人为了炫耀武力,瞎编的。连天津人都没一个见过黄莲圣母,洋人凭嘛说是?这只能说,洋人虽然打赢了,可心里还是怕咱的黄莲圣母。
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