Un aspetto meno conosciuto della personalità di Li Bai è la sua passione per le arti marziali. La poesia che segue testimonia la sua ammirazione per i “xiàkè” (俠 客 ), avventurieri animati da spirito di giustizia che percorrevano il paese intervenendo con la forza là dove era necessario portare aiuto agli oppressi e punire gli abusi dei potenti.
IL CANTO DEL CAVALIERE ERRANTE
Abiti semplici e nappe modeste
per il cavaliere errante di Zhào (1),
ma la scimitarra di Wú (2) splende
con riflessi di neve e di ghiaccio.
La sella d’argento illumina
lo stallone dal bianco mantello
lanciato in galoppo senza freno
come una meteora celeste.
Quando deve uccidere il nemico,
dieci mosse gli son sufficienti. (3)
Si nasconde e viaggia mille miglia
senza farsi notare da alcuno.(4)
Portata a termine la sua impresa,
si riassetta le vesti e se ne va
silenzioso, celando con cura
dove si trovi e come si chiami.
Ha preso parte ai ricevimenti,
bevendo col signore di Xìnlíng.(5)
Ha sguainato la sua sciabola,
l’ha levata in segno di saluto.
Ha diviso e mangiato con Zhū Hài (6)
le porzioni di carne arrostita.
Ha scambiato brindisi con Hòu Yíng (7)
alzando la coppa nelle feste.(8)
Suggellate da tre libazioni(9),
le promesse saranno valide
anche se dovessero crollare
tutte cinque le montagne sacre.(10)
Quando la vista si fa confusa
e si senton bruciare le orecchie
nel cuore si desta l’entusiasmo
come al sorgere dell’arcobaleno.(11)
Brandendo una mazza ferrata (12)
Zhū Hài protesse la terra di Zhào
pur se prima la città di Hándān
dovette provare la paura. (13)
Ecco due valorosi guerrieri
la cui fama perdura nel tempo,
il cui splendore è un raggio di sole
che illumina la città di Dàliáng.(14)
Anche senza vita i loro corpi
spandono ancora dolce profumo (15)
e non recano disdoro agli eroi
in tutto il territorio del paese. (16)
Chi potrà mai starsene a studiare
confinato in una biblioteca,
leggendo il Libro del Gran Mistero (17)
finché non avrà i capelli bianchi? (18)
NOTE
1) Il termine “zhào ké”( 趙客) indica tradizionalmente il “giustiziere”, figura che è stata equiparata a quella del “cavaliere errante” del medioevo europeo. Termini di significato analogo sono “cìkè” ( 刺 客), letteralmente “viaggiatori col pugnale”, “yóuxiá” (游 侠), letteralmente “forza errante”, “xiákè” (侠 客) ,letteralmente “valorosi erranti”, ”jiànxiá ”(剑侠)’, letteralmente “forza con la spada”, e infine “wŭxiá” (武 侠), letteralmente “forza guerriera”. Gruppi di individui militarmente addestrati che ricorrono alla forza per opporsi agli abusi compiuti dalle autorità e che possono essere considerati, secondo i punti di vista, come riparatori di ingiustizie o come banditi sono anche indicati con i termini “jiānghú” (江 湖), letteralmente “fiumi e laghi”, e “wŭlín”(武 林) , letteralmente “foresta guerriera”. L’origine del termine “zhào ké” non è chiara. Forse entrò in uso perché molti “cavalieri erranti” provenivano dal regno di Zhào.
2) La “scimitarra di Wú” 吳 鉤 (“wúgōu”) è un’arma a “lama ricurva (“wāndāo”弯 刀) tipica dell’antico regno di Wú 吳 國
3) L’espressione 十 步 (“shíbù), cioè “dieci passi”, va ovviamente intesa nel senso di “mosse” in quanto ad ogni passo corrisponde una parata, una finta, un attacco.
4) Una delle caratteristiche dei giustizieri era la capacità di spostarsi senza essere notati e di mimetizzarsi tra la gente per poi manifestarsi dove nessuno se lo aspettava e colpire il nemico là dove era totalmente impreparato a respingere l’attacco. La loro tattica era quella degli attuali “commandos”.
5) Il titolo di “Signore di Xìnlíng” (信 陵 君 “xìnlíng jūn”) designa Wèi Wújì 魏 無 忌 (morto nel 243 a.C.), figlio del re Zhào di Wèi 魏 昭 王 e fratellastro del re Ānxī di Wèi 魏 安 釐 王 , famoso uomo politico e generale del periodo degli Stati Combattenti 戰 國 時 代, al quale lo storico Sīmă Qiàn 司 馬 遷 ha dedicato una biografia ( biografia n.77 intitolata“La vita del Duca di Wèi” 魏 公 子 列 傳 “wèi gōngzĭ lièzhuàn”) nelle sue celebri ”Memorie Storiche”史 記.
I successi di Wèi Wújì furono spesso dovuti alla sua capacità di circondarsi di uomini di talento quale che fosse la loro condizione sociale.
6) Zhū Hài 朱 亥 fu presentato a Wèi Wújì da Hòu Yíng 候 贏 che lo definì “una persona di talento della quale nessuno riconosce il valore”.Quando, come racconta Sīmă Qiān, il re di Qín attaccò il regno di Zhào e ne assediò la capitale, Hándān 邯 鄲 , il re di Wèi raccolse un potente esercito agli ordini del generale Jìn Bĭ 晉 鄙 , ma, intimorito dalle minacce del re di Qín, non osò inviarlo in aiuto alla città assediata e lo fece stazionare alla frontiera di Zhào. Il Signore di Xìnlíng decise di portare soccorso a Hándān, ma, per poterlo fare con buone probabilità di successo, doveva poter disporre dell’esercito di Wèi. Si impadronì quindi di nascosto, con l’aiuto della dama Rú如 , concubina di Ānxī, del sigillo reale, e, recatosi all’accampamento dell’esercito, chiese a Jìn Bĭ di cedergli il comando. Poiché il vecchio generale, sospettando un intrigo, si rifiutava di farlo, Zhū Hài, che accompagnava Wèi Wújì, intervenne e lo uccise. In seguito, il Signore di Xìnlíng guidò l’esercito di Wèi contro il re di Qín, lo sconfisse e liberò dall’assedio la città di Hándān.
Il riferimento all’arrosto quando si parla di Zhū Hài non è affatto casuale perché Zhū Hài era un macellaio e doveva quindi essere esperto nella scelta dei migliori tagli di carne da arrostire.
7) Hòu Yíng 候 贏 era il custode della Porta di Yí 夷 門 a Dàliáng 大 量 , capitale del Regno di Wèi 魏 國 . Era vecchio e povero, ma Wèi Wújì seppe riconoscerne la saggezza e gli rese onore, ricevendone in cambio preziosi consigli.
8) Come ci si poteva attendere, Lĭ Bái tiene a sottolineare che la vita del cavaliere errante non è solo un susseguirsi di duelli e di combattimenti, di agguati e di imboscate, di galoppate, di fughe e di inseguimenti. Ci sono anche momenti di riposo e di allegria, feste e banchetti, robuste scorpacciate e abbondanti bevute.
9) I giuramenti più solenni erano tradizionalmente suggellati da tre libazioni: una coppa di vino era offerta al Cielo, una seconda consacrata alla Terra e una terza deposta sull’altare del tempio in cui si svolgeva la cerimonia. Si ha però l’impressione che qui Lĭ Bái usi il termine semplicemente per alludere ad “abbondanti libagioni”.
10) Le Cinque Montagne Sacre del Taoismo sono: il Monte Héng 恆 山 a Nord, il Monte Tài 泰 山 ad Est , il Monte Huá 華 山 ad Ovest , il Monte Sōng 嵩 山 al Centro ed il Monte Héng 衡 山 a Sud. Wèi Yuán (1794-1856) 魏 源 , poeta dell’epoca Qīng, così li descrive:”Il Monte Héng del Nord sembra camminare, il Monte Tài è seduto, il Monte Huá è ritto in piedi, il Monte Sōng è disteso ed il Monte Héng del Sud sembra volare”.
11) È qui molto ben descritto lo stato di eccitazione e di esaltazione derivante da una bella sbornia.
12) Sīmă Qiān racconta che Zhū Hài uccise Jìn Bĭ fracassandogli la testa con una mazza ferrata.
13) Lĭ Bái sembra qui accennare al fatto che l’assedio di Hándān si sarebbe potuto evitare, se il re di Wèi avesse subito inviato le sue truppe in soccorso del re di Zhào.
14) Dàliáng 大 量 , oggi Kāifēng 开 封 , fu la capitale del regno di Wèi 魏 國 dal 364 a.C. al 225 a.C.
15) Le ossa o i corpi incorrotti degli eroi emanano un soave profumo. Si può ricordare che fenomeni simili sono menzionati in Europa con riferimento alle spoglie di numerosi santi.
16) L’espressione 世 上 (“shì shàng” “nel mondo”) equivale a 天 下(“tiān xià” “sotto il cielo”), nel senso di “su tutta la terra”, “in tutto il mondo”, “in tutto l’impero”.
17) Il “Canone del Mistero Supremo” (太 玄 “tái xuán jīng”) è un’opera composta dallo scrittore confuciano Yáng Xióng 禓 雄 (53 a.C.-18 d.C.), che la completò nell’anno 2 d.C. Ci è pervenuta per intero grazie a Fán Wàng 范 望 , che, all’epoca della dinastia Jìn晉 朝 , ne scrisse un commento in margine al testo originale, che si è così conservato. Può essere considerata come una risistemazione della dottrina confuciana che pose le basi ideologiche su cui si fondò in seguito l’impero cinese, rispondendo alle critiche di altre scuole di pensiero quali il Taoismo, il Mohismo, il Legalismo e la Teoria delle Cinque Fasi. È spesso usata a scopi divinatori, in modo analogo a quel che viene fatto con il Libro dei Mutamenti (易 經 “yì jīng”).
18) Questa poesia ci mostra che l’ideale di Lĭ Bái non è l’erudito che invecchia nel chiuso di una biblioteca leggendo libri astrusi, bensì l’uomo d’azione che vive all’aria aperta, praticando le arti marziali e godendo delle gioie dell’esistenza.
俠客行
趙客縵胡纓,吳鉤霜雪明. 銀鞍照白馬,颯沓如流星.
十步殺一人,千里不留行. 事了拂衣去,深藏身與名.
閒過信陵飲,脫劍膝前橫. 將炙啖朱亥,持觴勸侯嬴.
三盃吐然諾,五岳倒為輕. 眼花耳熱後,意氣素霓生.
救趙揮金槌,邯鄲先震驚. 千秋二壯士,烜赫大梁城.
縱死俠骨香,不慚世上英 誰能書閣下,白首太玄經.