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LA SAGA DI NJAL (Capitoli 1-45)
tradotta da Giovanni Gallo
con note
Capitolo 1
Mord, detto il suonatore, figlio di Sighvat il rosso, abitava a Völl nella regione dei
Rangarvellir. Era un notabile ricco e molto esperto di procedure legali. La sua fama di giurista era così grande che nessuna decisione giudiziaria veniva considerata vincolante se egli non aveva partecipato alla deliberazione.
Aveva una sola figlia, di nome Unn, bella, amabile e bene educata, che era ritenuta il miglior partito della zona.
Spostiamoci ora ad ovest.
Nella regione chiamata le Valli del Breidafjord abitava Höskuld, figlio di Koll delle Valli. Sua madre Thorgerd era figlia di Thorstein il rosso, figlio di Olaf il bianco, il cui padre Ingjald era figlio di Helgi. Attraverso Thora, la madre di Ingjald, che era figlia di Sigurd serpente nell’occhio, la genealogia della famiglia risaliva al famoso Ragnar dalle brache di pelle. Attraverso Unn la saggia, la madre di Thorstein il rosso, che era figlia di Ketil dal naso piatto, Höskuld discendeva invece da Björn il robusto. Egli risiedeva a Höskuldstad nella Laxardal.
Il suo fratellastro Hrut, figlio di Herjolf, abitava a Hrutsstad. Era un uomo di bell’aspetto, alto e robusto, esperto nell’uso delle armi, di carattere equilibrato, molto saggio, servizievole con i suoi amici e pronto a fornire buoni consigli sulle questioni più importanti.
Accadde una volta che Hrut partecipò ad una festa offerta da Höskuld ai suoi amici e sedeva accanto al fratello.
Höskuld aveva una figlia di nome Hallgerd, che, in quel momento, stava giocando con altre bambine sul pavimento della sala dei banchetti. Era alta e bella ed i capelli, morbidi come seta, le scendevano fino alla vita.
Höskuld la chiamò e le disse di avvicinarsi. Quando la bambina gli fu accanto egli la prese per il mento e la baciò, poi la lasciò andare e, rivoltosi a Hrut, gli domandò:
“Che ne pensi di questa bambina? Non ti sembra davvero bella?”.
Hrut non rispose e Höskuld gli ripeté la domanda.
Allora Hrut disse: “La bambina è veramente bella e farà soffrire molta gente. Ma ciò
che non riesco a capire è da chi abbia preso quegli occhi da ladra”.
Höskuld se ne ebbe a male e, per qualche tempo, i rapporti tra i fratelli si raffreddarono.
I fratelli di Hallgerd erano Thorleik, che fu padre di Bolli, Olaf, che fu padre di Kjartan, e Bard.
Note
1.Cronologia della saga.
I fatti raccontati nella saga si svolgono tra il 930 ed il 1014 d.C. La parte iniziale della saga (cap. 2) menziona infatti una riunione dell’Althing, l’assemblea generale annuale degli Islandesi, che fu convocata per la prima volta nel 930 d.C.
Gli ultimi capitoli descrivono invece la battaglia di Clontarf, che si svolse presso Dublino nel 1014.C.
2 Mord (Mördh) detto Gígja è menzionato nella Laxdaela saga (cap.19), come padre di Unn e suocero di Hrut. Nella Landnamasaga (H 304) è detto che “fu, ai suoi tempi, uno dei notabili più importanti della regione dei Rangárvellir e nessuna assemblea legislativa veniva convocata senza la sua presenza”.
3 Il termine “gígja”indica un antico strumento musicale a corde ( “giga” in italiano,”gigue” in francese), le cui prime immagini risalgono al XII secolo d.C. Da questo termine è derivato il tedesco “Geige” (violino).Gli strumenti a corda derivano dalla “ribab” (ribeca) araba o dall“oud” (liuto) arabi, diffusisi dapprima in Spagna intorno al 9° secolo d.C., in seguito nell’Europa centro-settentrionale durante l’11° secolo ed in Inghilterra a partire dal 1100.E’dunque probabile che il riferimento alla “gígja” sia frutto dell’epoca tardiva della redazione della saga di Njal (13° secolo).
Non è però del tutto da escludere che Mord avesse riportato in Islanda questo strumento tornando da una spedizione commerciale o da una scorreria.
4. Rangárvellir è un termine che indica la regione intorno al fiume Rang (letteralmente : “i campi del fiume Rang”). Si tratta di una regione situata a circa 100 km ad est di Reykjavik ed a circa 300 km a sud del Breidafjord. “Vell” è un termine che significa “campo”, “pianura”.
5. La presenza dell’aggettivo “kurteis” (“cortese”),introdotto nell’uso letterario dai troubadours provenzali verso la fine del XII° secolo d.C: prova che la composizione della saga non è anteriore al XIII° secolo d.C.
6 Il Breidafjord (isl. Brejdhafjördhur) è un ampio fiordo, di circa 150 km di lunghezza, situato sulla costa nord-occidentale dell’Islanda. In esso sfociano numerosi fiumi cosicché la regione situata intorno al fiordo è chiamata le Valli del Breidafjord
(isl. Breidhafjördhdala)
7.Höskuld Dala-Kollson è uno dei personaggi principali della Laxdaela saga. Nato intorno al 905 d.C., morì probabilmente intorno al 970 d.C.
8. Dala-Koll accompagnò in Islanda Unn la Saggia, che lasciò la Scozia intorno
all’890 d.C.dopo la morte del marito Thorstein il Rosso, e ne sposò intorno al 900d.C. la figlia Thorgerd, da cui ebbe il figlio Höskuld.
9. Thorgerd, figlia di Thorstein il Rosso e di Unn la Saggia, sposò in prime nozze
Dala-Koll, da cui ebbe Höskuld, e, in seconde nozze, Herjolf il Norvegese, da cui ebbe Hrut.
10. Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il Bianco, re di Dublino, conquistò molti territori in Scozia, ma fu ucciso dai ribelli scozzesi tra l’880 e l’890 d.C.
11. Olaf il Bianco, re di Dublino, fu ucciso dagli Irlandesi fra l’860 e l’870 d.C.
12. L’albero genealogico fornito nel capitolo 1 della saga di Njal indica Thora, figlia di Sigurd Serpente nell’Occhio, figlio a sua volta del leggendario capo Vichingo Ragnar Lödbrok.,come madre del, trisnonno materno di Höskuld, Ingjald, figlio di Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il Bianco.Affinché questa genealogia risulti coerente, occorre assumere che il Ragnar Lödbrok cui essa si riferisce sia vissuto nella seconda metà dell’VIII° secolo d.C.
13.Le saghe intorno alla figura mitica di Ragnar Lödbrok sono talmente confuse che, per risolvere le loro incoerenze alcuni studiosi hanno ipotizzato che il nome Ragnar sia stato portato da due distinti capi vichinghi di epoche diverse: il primo Ragnar sarebbe morto nel 794 d.C., il secondo, dopo aver compiuto scorrerie in Francia e in Inghilterra, sarebbe stato ucciso da Aella, re di Northumbria, nell’865 d.C.
14 Sigurd, figlio di Ragnar e di Aslaug, doveva il suo soprannome “Serpente nell’occhio” ad un difetto della pupilla, su cui le saghe ricamarono le storie più
fantasiose.Sigurd avrebbe infatti avuto nella pupilla una macchia rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda.Questa macchia avrebbe provato,secondo la saga, l’esattezza dell’affermazione di Auslag di essere la figlia di Sigurd Fafnirsbani (nel Nibelungenlied, Sigfrido, uccisore del drago Fafnir).La genealogia di Höskuld risalirebbe quindi addirittura al mitico eroe Sigfrido.
15. Il bisnonno materno di Höskuld, Ketil il Camuso, è menzionato da fonti irlandesi intorno all’850 .d. C. ed abbandonò la Norvegia intorno all’890, dopo le campagne di conquista condotte dal re Harald Bellachioma, che, salito al trono nell’862 d.C., riuscì ad assoggettare in una ventina d’anni quasi tutto il paese.
16. Il primo capitolo della saga di Njal presenta rapidamente tutti i personaggi che graviteranno intorno a Gunnar di Hlidarendi, protagonista della prima parte della saga.
Il primo gruppo di persone (Mord, Unn, Hrút, Höskuld) fornisce gli attori del matrimonio andato a male che sarà il pretesto per chiamare in scena Gunnar.
Il secondo gruppo (Höskuld, Hallgerd) sarà invece all’origine dell’uscita di scena di Gunnar.
Essendo destinata esclusivamente alla presentazione dei personaggi, la scena in cui compare Hallgerd non è necessariamente anteriore alla storia del matrimonio di Hrút, che è narrata nei capitoli successivi.
Capitolo 2
Una volta, mentre cavalcavano per recarsi all’assemblea, alla quale partecipava molta gente, Höskuld disse a Hrut: “Mi piacerebbe, caro fratello, che tu mettessi ordine nella tua vita e ti cercassi una moglie”.
Hrut rispose:” Ci ho riflettuto a lungo, senza mai giungere ad una decisione. Ma ora, intendo seguire il tuo consiglio.Che cosa dobbiamo fare?”.
Höskuld gli disse: “ Ci sono molti uomini importanti che assistono all’assemblea e le loro figlie offrono una buona possibilità di scelta, ma io ho già in mente la ragazza che fa per te. Si chiama Unn ed è la figlia di Mord il suonatore, uno degli uomini più saggi e stimati. Ha accompagnato sin qui suo padre e così tu potrai vederla, se lo desideri.”
Il giorno successivo mentre si recavano alla seduta dell’assemblea scorsero, accanto al padiglione della gente dei Rangarvellir, una fanciulla di bell’aspetto.
Höskuld la mostrò a Hrut dicendogli: “Ecco Unn, la ragazza di cui ti ho parlato.Che cosa ne pensi?”.
Hrut rispose:”E’ bella. Ma non so se staremo bene insieme”.
Poi si recarono all’assemblea, in cui Mord presentò, come era solito fare, alcune proposte di nuove leggi e poi ritornò alla sua tenda. Höskuld e Hrut lo seguirono ed entrarono anch’essi nella tenda. Mord era seduto in fondo alla tenda. Si alzò, si fece incontro ai fratelli rispondendo al loro saluto e, stretta la mano di ¨Höskuld, lo fece sedere accanto a sé, mentre Hrut si sedeva a fianco di Höskuld.
Parlarono del più e del meno, poi Höskuld disse a Mord che intendeva fargli una proposta: “Hrut vuole sposare tua figlia ed io appoggio il suo desiderio di diventare tuo genero”.
Mord rispose: “ Di te so che sei una persona importante, ma di tuo fratello non so nulla”
“E’ uno che vale più di me” replicò Höskuld”
Mord osservò : “ Dovrai sborsare una somma importante per lui, perché, come sai, mia figlia è la mia unica erede”.
“Ecco che cosa ti propongo” rispone Höskuld “Hrut avrà la proprietà di Kambsnes e di Hrutstad nonché dei terreni che si estendono più all’interno sino a Thrandargils.
Inoltre è padrone di una nave commerciale che è attualmente in navigazione”.
Hrut disse a Mord: “Tieni conto che è per affetto che mio fratello mi dipinge molto migliore di quello che sono. Ma se vuoi prendere in esame la proposta, indicami, per favore, quali sono le tue condizioni”.
“Le mie condizioni” rispose Mord sono le seguenti: “ Darò a mia figlia una dote di 7.200 aune, alle quali tu dovrai aggiungere un terzo preso dal tuo patrimonio. Se avrete dei figli, dividerete il totale a metà.”.
“Accetto queste condizioni “ disse Hrut “ Ora cerchiamo i testimoni”.
Poi si alzarono, si strinsero la mano e stabilirono che il matrimonio si sarebbe celebrato due settimane dopo il solstizio d’estate alla fattoria di Mord.
I due fratelli lasciarono quindi l’assemblea e cavalcarono verso est in direzione del guado dell’Hallbjarná. Lì venne loro incontro,a cavallo, dalla Reykjardal, Thjostolf, figlio di Björn il portatore d’oro, per avvertirli che era approdata alla foce dello Hvitá una nave su cui viaggiava Össur, zio paterno di Hrut, il quale desiderava vedere subito il nipote. Quando Hrut sentì ciò pregò Höskuld di accompagnarlo fino alla nave e Höskuld accettò.
Quando giunsero alla nave, Hrut diede un caldo ed affettuoso benvenuto a suo zio Össur, il quale li invitò nella sua tenda a bere un bicchiere. Dissellarono quindi i loro cavalli ed entrarono nella tenda.
Hrut invitò Össur a trascorrere con lui l’inverno nelle regioni occidentali, ma Össur rispose che non poteva ed aggiunse: “Devo informarti che tuo fratello Eyvind è morto.
Aveva fatto testamento in tuo favore dinanzi al Gulathing, ma se tu non verrai a prendere possesso dell’eredità, i tuoi nemici se ne impadroniranno”.
“Che cosa mi consigli di fare , fratello?” domandò Hrut “ Le cose si complicato proprio ora che ho appena preso accordi per il mio matrimonio”.
“Devi ritornare al sud” rispose Höskuld “ e chiedere a Mord di posticipare la data del
matrimonio, prevedendo un periodo di fidanzamento di tre anni. Io ritornerò a casa e farò portare alla nave le tue merci”.
Hrut gli disse: “ Prendi pure da questo carico farina e legname e quant’altro ti faccia comodo”.
Hrut si fece portare il cavallo e si diresse verso il sud, mentre Höskuld andava ad occidente.
Hrut piegò poi verso est e giunse ai Rangarvellir,dove fu cordialmente accolto da Mord, al quale espose il suo problema e chiese consiglio.
Mord gli domandò di quale somma si trattasse.
Hrut rispose che, se fosse riuscito a recuperare tutta l’eredità, avrebbe intascato l’equivalente di 240 marchi.
Mord osservò :”E’un importo superiore a quello della mia eredità. Devi sicuramente andarci, se lo ritieni opportuno”.
Poi fissarono una nuova data per il matrimonio, stabilendo un periodo di fidanzamento di tre anni.
Fatto questo, Hrut si diresse verso la nave e trascorse l’estate preparandosi alla partenza.
Höskuld portò alla nave le merci di Hrut e questi gli affidò la gestione dei propri beni in Islanda, mentre egli era via, dopodiché Höskuld ritornò a casa.
Poco tempo appresso, approfittando del vento favorevole, salparono e, dopo aver navigato tre settimane, giunsero alle isole Hernar nella Hordaland, da dove proseguirono verso oriente in direzione del golfo di Oslo.
Note
1. La prima riunione dell’Althing, l’assemblea generale annuale degli Islandesi, si svolse nel 930. La scena descritta in questo capitolo non può quindi essere anteriore a tale data.
2.Il lögrett era al tempo stesso l’assemblea legislativa ed il tribunale supremo.
3.Nel testo originale , la proposta di matrimonio è formulata da Höskuld in questi termini : “Vill Hrútur …kaupa dóttur dhína”, cioè “Hrút desidera… comprare tua figlia”. Tale terminologia ricorda che il matrimonio avveniva in origine sotto la forma di un acquisto della sposa da parte dello sposo.Infatti uno dei termini in uso per indicare il matrimonio era “brúthkaup” cioè “acquisto della fidanzata”. Anche il termine “both” (nozze) sembra d’altra parte collegato al verbo “bitha” (offrire)
4.Höskuld elenca tra i beni di cui Hrút entrerà in possesso i terreni di Kambsnes,dove, secondo il cap.19 della Laxdaela saga ,Hrút era sbarcato provenendo dalla Norvegia, di Hrútsstad, zona più all’interno, dove Hrút aveva costruito la propria fattoria, e, più in alto ancora i terreni di Thrandargils. Il termine “skal hafa” sembra indicare che la proprietà di questi beni non sia stata ancora giuridicamente riconosciuta a Hrút. Si può quindi pensare che l’episodio si situi immediatamente dopo la riconciliazione fra Höskuld e Hrút, che avevano litigato per l’eredità di Thorgerd, ma prima della stipulazione ufficiale di un accordo fra i due. Cfr. Laxdaela saga
5..La dote offerta da Mord è pari a 60 centinaia di aune di filato. L’auna, termine che deriva dal latino “ulna” (osso del gomito) è un’antica misura di lunghezza fissata in 1,143 metri, che doveva corrispondere alla distanza fra l’osso del gomito e la punta delle dita. Poiché il termine “hundrath”indicava nelle lingue scandinave , che usavano un sistema di calcolo duodecimale,un insieme di 120 unità, la dote è pari a 7200 aune di filato, cioè a 8229, 6 metri di filato. Nell’Islanda del XII° secolo una vacca valeva fra le 72 e le 100 aune. Un importo di 7200 aune corrispondeva quindi al valore di una mandria di 100 vacche. Un’oncia d’argento valeva 6 aune. Un marco d’argento valeva otto once e quindi 48 aune.
6.Hallbjarnarvörd (il guado di Hallbjörn) doveva trovarsi sul cammino che i due fratelli dovevano percorrere per tornare a casa, quindi ad ovest dei Thingsvellir
7.Thjostolf Bjarnarson è menzionato nella Landnama saga (H15 e S32) nonché nella saga di Harth e di Holmverj (1253)
8.La Reykjardal (la valle dei fumi) andava attraversata prima di raggiungere il Hvitá (il Fiume Bianco), che sfociava nel fiordo di Borg. Era evidentemente possibile risalire per un certo tratto il corso del Hvitá.
9.Il Gulathing era un’assemblea con poteri legislativi e giudiziari che si riuniva presso Gulen, sulla costa occidentale della Norvegia, nella regione di Sogn e del (grande) Fiordo.
10.“Festar” era il fidanzamento, istituto cui si ricorreva di norma se il fidanzato (festarmadur) doveva intraprendere un viaggio.In tal caso la fidanzata(festarmaer) doveva aspettarlo per un periodo di tre anni. La lunga durata del periodo d’attesa si spiegava col fatto che, a quell’epoca, le rotte marittime per l’Islanda erano percorribili solo nel periodo estivo e che il numero delle navi che le percorrevano era assai ridotto, cosicché chi non trovasse posto su una nave poteva facilmente essere costretto ad attendere un anno intero prima di potersi di nuovo imbarcare.
11. Nel linguaggio delle saghe islandesi i termini “’ut” (fuori) e “utan” (dentro), quando si riferiscono a viaggi ,sono usati in un’accezione particolare in quanto “fora ut” (uscire,andar fuori) significa ritornare in Islanda, mentre “fora utan” (rientrare, andare dentro) significa andare in Norvegia. Questa terminologia può spiegarsi con lo stato d’animo dei primi coloni che continuavano inconsciamente a vedere il soggiorno in Islanda come una situazione provvisoria e per i quali, a livello del subconscio, la vera patria era sempre la Norvegia.
12.Le isole Hern sono situate sulla costa occidentale della Norvegia di fronte alla Hordaland.
13. La Hordaland è una regione situata sulla costa occidentale della Norvegia, a sud della regione di Sogn e del. (Grande) Fiordo. In essa si trova il porto di Bergen.
14.Il Vik è la regione del fiordo di Oslo.
15.L’eredità di cui Hrút doveva entrare in possesso valeva 240 marchi d’argento, corrispondenti a 11.520 aune.
Capitolo 3
Regnava allora in Norvegia Harald dalla pelliccia grigia, figlio di Eirik dall’ascia insanguinata e nipote di Harald bellachioma. Sua madre, Gunnhild, figlia di Össur toti, si trovava in quel momento con lui a Kungälv, nell’est del paese.
Si diffuse la notizia che una nave era giunta nel fiordo di Oslo e Gunnhild, non appena lo venne a sapere, domandò se ci fossero degli Islandesi a bordo. Le fu risposto che c’era un uomo chiamato Hrut, nipote di Össur, dal lato paterno.
Gunnhild osservò:” Lo immaginavo. E’ venuto a recuperare la sua eredità, di cui s’è impadronito un certo Soti”.
Poi chiamò uno dei suoi domestici, di nome Ögmund, e gli disse:” Va’ incontro a Össur e Hrut a nord, nel fiordo di Oslo, e di’ loro che io li invito entrambi a trascorrere l’inverno con me e che li aiuterò. Se Hrut mi ascolterà, lo assisterò non solo nella sua vertenza ereditaria, ma anche in qualsiasi altra cosa che gli stia a cuore e non mancherò di dire al re una buona parola in suo favore”.
Ögmund partì ed andò incontro ai due, i quali non appena seppero che era stato inviato da Gunnhild lo accolsero nel miglior modo che potevano.
Egli riferì loro il messaggio che gli era stato affidato.
Poi, zio e nipote cominciarono a riflettere sul da farsi e Össur disse: “Mi sembra , caro nipote, che la nostra decisione sia già stata presa perché conosco il carattere di Gunnhild e so che, se non andremo da lei, ci caccerà dalla Norvegia e ci priverà con la forza di tutti i nostri beni, mentre ,se ci presenteremo a lei, ci tratterà come ha promesso”.
Ögmund ritornò da Gunnhild e le riferì l’esito positivo della sua missione, preannunciandole l’arrivo di Össur e di Hrut.
Gunnhild osservò: “ Me lo aspettavo perché Hrut è un uomo saggio e di buone maniere”. Adesso, non ti resta che attendere il loro arrivo qui ed informarmene immediatamente”.
Össur e Hrut si misero in cammino verso est, in direzione di Kungälv, e , quando vi giunsero, si fecero loro incontro parenti ed amici per dar loro il benvenuto. Chiesero se il re fosse nella sua residenza e fu loro risposto di sì.
Incontrarono poi Ögmund, che portò loro i saluti di Gunnhild , la quale li informava che non poteva invitarli presso di sé prima dell’udienza reale per non dar adito a pettegolezzi e per evitare che si dicesse che li favoriva. Li avrebbe tuttavia aiutati come le sembrava più opportuno. Hrut avrebbe dovuto parlare con franchezza al re e chiedere di essere ammesso a far parte della sua guardia del corpo. La regina inviava inoltre a Hrut un abito da cerimonia che egli avrebbe dovuto indossare quando si fosse presentato al re.
Compiuta la sua missione, Ögmund se ne andò.
Il giorno successivo Hrut disse a Össur:” Presentiamoci al re” e Össur fu d’accordo.
Si fecero accompagnare da parenti ed amici – erano dodici in tutto – ed entrarono nella sala dei banchetti mentre il re stava bevendo.
Hrut si fece avanti e salutò il re, che guardò attentamente quell’uomo vestito con eleganza e gli domandò chi fosse.
Quando Hrut disse il proprio nome, il re gli chiese : “Sei islandese”?
Alla risposta affermativa di Hrut, gli domandò: “Per che motivo sei venuto a trovarci?”.
“Per ammirare lo splendore della vostra corte, Maestà, ed inoltre perché mi è stata lasciata un’importante eredità qui in Norvegia ed avrò bisogno del vostro appoggio per entrarne in possesso”.
Il re rispose: “ Io ho garantito a chiunque la corretta applicazione delle leggi in questo paese. La tua visita ha anche altri motivi?”.
“Vorrei offrirvi i miei servizi, Maestà, e diventare membro della vostra guardia”.
Il re tacque.
La regina Gunnhild , che partecipava al banchetto, osservò rivolgendosi al re :“Mi sembra che l’offerta di quest’uomo sia onorevolissima per voi giacché, se ce ne fossero molti come lui nella vostra guardia, sarebbe veramente composta di ottimi elementi”.
“E’ una persona capace?” domandò il re.
“Capace ed ambiziosa” rispose Gunnhild.
“Mi sembra che mia madre desideri che tu riceva il posto cui aspiri. Tuttavia, per rispetto della nostra dignità e delle consuetudini del paese, la tua domanda non potrà essere immediatamente accettata .Ritorna fra quindici giorni e diventerai membro della mia guardia. Nel frattempo mia madre si occuperà del tuo soggiorno qui”.
Gunnhild diede ordine a Ögmund: “Conducili a casa mia e prepara loro un buon pranzo.
Ögmund uscì e condusse Össur e Hrut ad una casa in muratura, in cui fu preparato per loro un ottimo pranzo. Ögmund indicò a Hrut la sedia di Gunnhild, che aveva la forma di un trono, e gli disse: “Siediti pure lì, finché Gunnhild non tornerà a casa”.
Poi fece servire loro il pranzo
Non era trascorso molto tempo quando giunse Gunnhild, e Hrut fece per alzarsi ed andarle incontro.
“Sta’ pure seduto” gli disse la regina “ e potrai continuare ad occupare questo posto finché sarai mio ospite”.
In seguito si sedette accanto a lui e bevvero insieme.
Giunta la sera, gli disse: “Perché non rimani a dormire con me questa notte?”.
“Come vuoi” rispose Hrut.
Quando andarono a letto, Gunnhild chiuse bene la porta della stanza in alto e dormirono insieme. Il mattino seguente scesero solo per fare colazione e poi per due intere settimane non uscirono praticamente dalla stanza.
Gunnhild disse ai domestici : “ State attenti, perché chiunque andrà a raccontare in giro ciò che succede qui, ci lascerà la pelle”.
Hrut le regalò centoventi aune di filo e dodici mantelli. Gunnhild lo ringraziò e Hrut partì, dopo averla baciata ancora una volta ed averle espresso la propria riconoscenza.
Il giorno successivo Hrut andò a salutare il re con un seguito di trenta uomini.
Il re gli disse:”E’giunto il momento di mantenere la promessa che ti ho fatto “ e lo nominò membro della guardia reale.
Hrut domandò: “Con quale grado?”.
“Lascio la decisione a mia madre” rispose il re.
La regina gli fece attribuire uno dei posti più importanti ed egli trascorse tutto l’inverno con il re, ricevendone grande onore.
Note
1. Harald Gráfell, figlio di Eirík Blódöx e nipote di Harald Hárfagr, regnò sulla Norvegia dal 961 al 970 d.C., quando fu attirato in un agguato dallo zio materno Harald Blǻtand, re di Danimarca, che lo fece uccidere e si impadronì così della Norvegia. Era detto Gráfell perché usava vestire una pelliccia di color grigio.
2. Eirik Blódöx, figlio di Harald Hárfagr, fu re di Norvegia dal 931 al 933 d.C., quando fu costretto a fuggire dinanzi all’avanzata del fratellastro Hakon il buono ed a rifugiarsi in Inghilterra, dove morì combattendo nel 954 d.C. Aveva sposato Gunnhild, che, secondo le fonti più credibili era figlia di Gorm il Vecchio, re di Danimarca. Gli fu attribuito il soprannome di Blódöx, che significa ascia insanguinata, probabilmente per la ferocia con cui fece uccidere alcuni dei suoi fratelli che gli contestavano il trono.
3.Tutte le saghe islandesi affermano che Gunnhild era figlia di Össur Toti e le attribuiscono una vita avventurosa e dissoluta, mentre altre fonti inducono a credere che fosse figlia di Gorm il Vecchio, re di Danimarca. Le fonti islandesi sono tuttavia molto più tarde delle altre e quindi meno attendibili.
4. Konungahella, oggi Kungälv, è situata sulla riva orientale del fiordo di Oslo, un po’a nord di Göteborg, che era allora il centro principale del Gautland, il territorio abitato dai Goti.
5. Soti non sembra essere un nome diffuso in Scandinavia. Nelle saghe è più volte attribuito a figure di pirati, briganti e masnadieri. Crf. La saga di Hallfred lo scaldo.
Un altro nome spesso attribuito, per ovvie ragioni, ai cattivi è Atli (Attila).
6. L’offerta di ospitalità ai naviganti per l’inverno era una tradizione scandinava e islandese. Poiché, infatti, non si poteva navigare durante l’inverno, i marinai erano costretti a cercare ospitalità nel paese in cui erano approdati durante l’estate.
7. Il termine “herbergissveinn” significa “domestico”ed è composto di due parole:
“herberg”che significa “casa, dimora” e “sveinn” che significa “ragazzo”.
8. La saga dice che il re “ var ‘i baenum”, cioè che ,letteralmente, “stava nelle fattorie”.
A quell’epoca non esistevano infatti vere e proprie città, ma i centri abitati erano costituiti da una fortificazione militare (bórg) o da un gruppo di fattorie situate l’una presso l’altra (bae). Un indizio che il nucleo originario delle città nei paesi nordici fu costituito dalle fattorie si può trovare nel fatto che il termine “stad”(stazione, stanza, dimora) da cui deriva il tedesco “Stadt” è usato nelle saghe come parte del nome di numerose fattorie (Höskuldsstad, Hrútsstad, Goddastad, etc.). Anche il termine “gard” che significa “cortile, giardino, fattoria” ha dato origine in Russia, paese che, come si sa, fu in origine colonizzato dai Vikinghi, al termine “Gorod” (città).
Solo più tardi le città cominciarono a svilupparsi anche nei luoghi dove si tenevano i mercati (köping, köbing, köbenhavn) con riferimento al verbo “kaupa” (comprare).
A Kungälv sono stati trovati i resti di una grande fattoria che poteva essere una residenza reale.
9. “Fraendur og vinir” indica “parenti ed amici”.Il termine “fraend”che sembra indicare la parentela vera e propria o una parentela più stretta ha perso nelle lingue germaniche moderne tale accezione e designa ormai semplicemente gli amici (ingl. friend, ted. Freund, neerl. vriend).Il termine „vin“ o „ven“ indicava invece un legame che probabilmente corrispondeva ad una comunanza di stirpe o di clan.
Si può infatti ben immaginare che gli “ovinir” ( i nemici, i rivali, le persone ostili) appartenessero normalmente ad un altro clan o ad un altro villaggio.
10. “Hirth” era la guardia del corpo del re, che costituiva anche il nucleo dell’esercito e ne forniva il nerbo, in quanto formata da militari in servizio permanente. In caso di spedizioni più importanti o di attacchi improvvisi il re poteva anche reclutare fra la popolazione truppe ausiliarie, la cui esperienza militare e le cui capacità combattive erano tuttavia molto più ridotte.
14. Con il termine“hall”si designava nelle case e nelle fattorie la grande sala in cui si svolgevano i banchetti e tutte le cerimonie più importanti della vita familiare.
15.La presentazione di Hrút al re avviene alla fine di un banchetto. Le regole di etichetta enumerate nel Konungskuggsjà (115) prevedono infatti che gli ospiti siano presentati al re quando questi ha finito di mangiare e sta bevendo.
16. I consigli della regina madre sono molto astuti dal punto di vista psicologico. Hrut non deve presentarsi a lei prima di aver incontrato il re, per non causare pettegolezzi e per non dare l’impressione di essere un raccomandato. Deve parlare al re “con franchezza”, cioè senza incertezza o timidezza, per apparire subito come un uomo deciso e risoluto. Deve indossare un abito elegante e costoso perché anche dal suo modo di vestire si deve capire immediatamente che è un uomo ricco e di buona famiglia.
17.All’epoca dei Vikinghi, si usava il “tu” a tutti i livelli nei rapporti sociali.
Nelle saghe non mancano però esempi sia di “pluralis majestatis”sia di forme di rispetto quando un personaggio si rivolge a re, principi, conti ed altri notabili.
Così, nel presente capitolo il re usa più volte l’espressione “alla nostra presenza”
( á vorn fund”), mentre Hrut usa, rivolgendosi al re, l’aggettivo “vostro” ad es.“il vostro splendore” (tign ythra), “vostro uomo” (ythvar mathur).
Esempi analoghi si trovano nella Laxdaela saga.
Quando Jorunn, che è descritta come una donna superba ed orgogliosa, usa il “noi” per rispondere alla proposta di matrimonio di Höskuld, è facile pensare ad un pluralis majestatis, piuttosto che ad un altro modo di dire “ io e la mia famiglia”.
Quando Olaf il pavone si rivolge al conte Hakon per chiedergli il legname necessario alla costruzione di Hjardarholt, usa, come forma di rispetto, la seconda persona plurale.
Si sa però che le saghe furono messe per iscritto nel 13° secolo d.C. e ci si può qundi legittimamente domandare se queste forme di espressione più elaborate non vadano ricondotte a tale epoca.
18. Si ha qui una fine notazione psicologica. A Hrut, che dice di aver bisogno dell’ appoggio regale per rientrare in possesso della sua eredità, il re risponde che non occorre alcun intervento specifico “ perché io ho garantito a tutti l’applicazione delle leggi in questo paese”. Si tratta di una bella enunciazione dell’idea dello Stato di diritto, anche se non sappiamo se a quei tempi – come al giorno d’oggi – la realtà corrispondesse a questi nobili princîpi.
19. Il re non risponde subito alla richiesta di Hrut di entrare nella sua guardia del corpo, ma gli fissa una nuova udienza dopo due settimane, perché era costume, come è provato ancora da fonti del 13° secolo, che i membri della guardia del corpo fossero consultati in merito al reclutamento di un nuovo collega.
20. La saga attribuisce alla regina Gunnhild una residenza in muratura, cosa che appare abbastanza improbabile nella Norvegia del 10° secolo d.C. Se si guarda infatti alla testimonianza di altre saghe, anche grandi edifici come le chiese fatte costruire da Olaf Trygvasson e da Olaf il Santo agli inizi dell’11° secolo erano ancora di legno.
(cfr. Laxdaela saga).
Solo nel 13° secolo i monasteri e i palazzi reali cominciarono ad essere costruiti in muratura, ma le abitazioni comuni continuarono ad essere in legno.
21. L’uso di tappezzerie per coprire i muri sembra un uso di epoca più tarda, legato alla costruzione di castelli ed alla vita delle corti feudali.E’vero che anche la Laxdaela saga afferma che le pareti in legno della casa di Olaf il pavone a Hjardarholt erano ricoperte di tappezzerie, ma non bisogna dimenticare che l’epoca di composizione delle saghe è il 13° secolo e che molto spesso gli autori delle saghe introducono, senza accorgersene, nei loro racconti elementi contemporanei.
22. Il termine “hásaeti” deriva etimologicamente dall’aggettivo “há” (alto) e dal nome “saeti” (seggio) ed indica il trono. (Si veda in proposito anche Dante che, nella Divina Commedia, si riferisce al trono papale con l’espressione “alto seggio”). Nel Medioevo e quindi, a fortiori, durante il periodo vikingo, l’arredamento delle case era ridotto al minimo. Le tavole erano costituite da assi montate su cavalletti e le sedie erano costituite da panche o panchette. Solo gli imperatori, i re ed i grandi signori avevano diritto ad una vera e propria sedia con braccioli e schienale, spesso accompagnato da colonnine, cioè ad un “trono”.
Nelle saghe il termine “hásaeti” è menzionato solo con riferimento a re, regine, conti o notabili di rilevante importanza.
Nella Laxdaela saga sono menzionate, con riferimento a Björn, figlio diKetil il camuso, e ad Unn la saggia, le colonnine che fiancheggiavano lo schienale dei loro seggi.(Capitoli 3 e 5 della Laxdaela saga).
Occorre però tener presente che si trattava di personaggi di notevole rilievo: Björn era il figlio primogenito di Ketil, hersir, cioè signore, della valle di Raum e Unn era la vedova di Thorstein il rosso, che aveva regnato su larga parte della Scozia.
23. Hrút regala alla regina 120 aune di filato, per un valore pari ad un po’ più di due marchi d’argento e 12 mantelli tessuti a casa.
24 .Il seggio nella sala dei banchetti corrispondeva all’importanza sociale di una persona. Si può supporre che il re, lasciando alla madre il compito di indicare il seggio riservato a Hrút, le abbia anche implicitamente permesso di stabilirne il grado come membro della guardia reale
25. Il posto attribuito a Hrut è indicato semplicemente con i termini “saeti” e “sess”, il che conferma quanto detto prima, cioè che, anche a corte, solo il re, la regina ed i principi avevano un “hásaeti”, cioè una vera e propria sedia con schienale, braccioli e colonnine, mentre i cortigiani sedevano su semplici panche.
26. Si può pensare che l’autore della saga, il quale riporta, dopo tre secoli, fatti ricordati dalla sola tradizione orale, confonda il re Harald Harfagr, che regnò fino al 931,con il nipote, Harald Gráfell che regnò dal 961 al 970. Gli elementi forniti dalle varie saghe ci permettono infatti di ritenere che Hrut fosse nato all'inizio del X° secolo d.C. La regina Gunnhild sarebbe nata intorno al 910 d.C. I loro ardori amorosi, comprensibili quando i due erano giovani, risulterebbero un po' meno verosimili una trentina d'anni più tardi.
Capitolo 4
In primavera Hrut venne a sapere che Soti era fuggito in Danimarca con l’eredità. Andò allora dalla regina e la informò della fuga di Soti.
Gunnhild gli disse: “Ti procurerò due navi da guerra, complete di equipaggio, e metterò ai tuoi ordini uno degli uomini più forti, Ulf lo sporco, che è il capo dei nostri
“attendenti”.Ma, prima di salpare, rendi visita al re.
Hrut si recò dal re e lo informò della fuga di Soti e della propria intenzione di inseguirlo.
Il re gli domandò: “Che aiuto ti ha fornito mia madre?”.
“Due navi da guerra e Ulf lo sporco come capo degli equipaggi”.
“Molto bene” commentò il re “Ed io ti fornirò altre due navi, perché avrai certamente bisogno di molta gente”.
Poi accompagnò Hrut alle navi e gli augurò buona fortuna.
Hrut ed i suoi marinai salparono verso il sud.
Note
1. Le navi da guerra erano lunghe e snelle ed erano perciò chiamate “navi lunghe”. Queste loro caratteristiche le rendevano però inadatte alla navigazione in alto mare, per la quale erano invece utilizzato un tipo di nave più largo e con i bordi più alti, detto “knarr”.
.
2. La guardia reale era composta da un certo numero di guerrieri di nobili origini, che avevano funzioni di comando (e che potrebbero essere paragonati agli ufficiali di un esercito), e da altri, chiamati “gesta” (ospiti), che costituivano la truppa. I militari di truppa erano utilizzati per recare messaggi od eseguire altri incarichi, erano alloggiati in una sala diversa da quella degli ufficiali, detta “gestaskal”, e si ritrovavano con gli ufficiali solo per partecipare a spedizioni, sfilate o cerimonie solenni.
3. Il “gestarhofdingj”(capo della truppa) potrebbe essere paragonato ad un maresciallo maggiore.
4. L’equipaggio di una nave da guerra era costituito da una cinquantina di uomini.
Il re stima tuttavia che la forza di cui dispone Hrut, pari ad un centinaio di uomini, sia insufficiente ad affrontare l’impresa cui egli si accinge e raddoppia il numero delle navi e degli uomini.
5..Se si assume che il cap.2 faccia riferimento alla prima sessione dell'Allting, svoltasi nel 930d.C., i fatti di cui si parla in questo capitolo si svolgerebbero un paio d'anni più tardi, intorno al 932 d.C.
Capitolo 5
Atli, figlio del conte Arnvid di Östergotland, era un famoso pirata che aveva raccolto una flotta di otto navi, ad est, nel lago Mälären. Suo padre si era rifiutato di pagare tributo al re Hakon Adalsteinfostri ed era stato costretto a fuggire, con i figli, dallo Jamtaland nel Gotland. Atli era uscito dal lago con la sua flotta attraverso lo stretto di Stokk e si era diretto a sud verso la Danimarca, dove si era posto in agguato nell’Öresund. Era stato dichiarato fuorilegge tanto in Danimarca quanto in Svezia per le razzie ed i massacri che aveva compiuto in entrambi i regni.
Hrut fece rotta a sud in direzione dell’Öresund e quando giunse all’imboccatura dello stretto vide che vi erano molte navi alla fonda.
Ulf gli domandò: “Che cosa dobbiamo fare ora, Islandese?”.
“Andare avanti” rispose Hrut “perché chi non risica, non rosica. La nave su cui stiamo Össur ed io navigherà per prima. Quanto a te, puoi fare come preferisci”.
“Non ho l’abitudine di ripararmi dietro gli altri” replicò Ulf e fece avanzare la sua nave a fianco di quella di Hrut.
Entrarono così nello stretto.
Quelli che erano alla fonda nello stretto videro le navi e ne informarono subito Atli, il quale disse: “Ecco l’occasione di procurarci un buon bottino. Dite agli uomini di togliere le tele dal ponte delle navi e di prepararsi subito al combattimento. Io starò con la mia nave al centro della flotta”.
Poi remarono verso le navi di Hrut, e, quando furono a portata di voce, Atli si alzò e urlò: “ Siete stati piuttosto imprudenti. Non vi siete accorti che c’erano navi da guerra nello stretto? Chi è il vostro capo?”.
“Mi chiamo Hrut” fu la risposta.
“Da chi dipendi?”domandò Atli.
“ Presto servizio nella guardia del corpo di Harald Gráfell” replicò Hrut.
“E’ da lungo tempo che io ed i miei non siamo in buoni rapporti con i vostri re di Norvegia” disse Atli.
“Peggio per voi” rispose Hrut.
“Non credo che avrai la possibilità di andare in giro a raccontare del nostro incontro” concluse Atli e scagliò la sua lancia contro la nave di Hrut, colpendo a morte l’uomo che stava a prua.
Poi cominciò la battaglia, ma non fu facile abbordare la nave di Hrut. Ulf , da parte sua, combatteva valorosamente di punta e di taglio.
Asolf, l’uomo che stava sulla prua della nave di Atli, balzò sulla nave di Hrut ed abbatté quattro uomini prima che Hrut lo scorgesse e lo affrontasse. Quando si scontrarono, Asolf trapassò con la lancia lo scudo di Hrut, ma questi lo colpì a morte con la spada.
Ulf lo sporco vide lo scontro e commentò: “ Hai dato un gran bel colpo, Hrut, ma ricordati che ne devi ancora molti a Gunnhild”.
“Dannata linguaccia” replicò Hrut.
Nel frattempo Atli aveva notato che Ulf si era scoperto e gli scagliò contro una lancia trafiggendolo.
La battaglia diventava sempre più feroce. Atli balzò sulla nave di Hrut e si aprì la via a colpi di spada. Össur gli si fece incontro per colpirlo con la spada, ma dovette tirarsi indietro per fronteggiare l’attacco di un altro combattente.
Atli e Hrut si affrontarono. Atli colpì dall’alto in basso lo scudo di Hrut e lo spezzò, ma in quel momento ricevette una sassata sulla mano e lasciò cadere la spada. Hrut prese la spada e colpì Atli alla gamba e poi gli diede il colpo di grazia.
Hrut ed i suoi fecero un ricco bottino e tennero per sé le due migliori navi della flotta di Atli, poi rimasero qualche tempo all’ancora per riparare le navi.
Nel frattempo, Soti passò al largo e veleggiò verso la Norvegia. Giunto sulla costa di Limgard, scese a terra ed incontrò per caso Ögmund, il domestico di Gunnhild.
Ögmund, che lo aveva immediatamente riconosciuto, gli domandò quanto tempo intendesse restare in Norvegia e Soti rispose “ Tre notti”, aggiungendo, in risposta ad un’altra domanda di Ögmund, che poi si sarebbe diretto ad ovest verso l’Inghilterra e che non sarebbe più tornato finché la Norvegia fosse rimasta nelle mani di Gunnhild.
Ögmund partì ed andò a trovare Gunnhild, che partecipava, poco lontano, ad una festa insieme con suo figlio Gudröd e le riferì le intenzioni di Soti. Gunnhild pregò subito suo figlio di andare ad uccidere Soti.
Gudröd partì immediatamente e, colto di sorpresa Soti, lo fece trascinare a terra ed impiccare sul posto, poi prese tutti i suoi beni e ritornò dalla madre. Ella diede ordine ai suoi domestici di portare tutti quei beni a Kungälv, dove ritornò più tardi ella stessa.
Hrut ritornò in autunno con un grande bottino e si recò subito a rendere omaggio al re che lo accolse amichevolmente. Offrì al re ed a sua madre la quota di bottino che volessero ed il re ne prese un terzo. Gunnhild riferì a Hrut che aveva recuperato l’eredità e fatto uccidere Soti. Hrut la ringraziò e le diede metà degli averi recuperati.
Note
1. Atli (Attila) era uno dei figli del conte (jarl) Arnvid , che era stato costretto a fuggire dallo Jamtaland nel Gautaland per non essersi sottomesso al re Hakon Adalsteinsfostri.
2. Lo Jamtaland è una regione che oggi è situata nella parte nord-occidentale della Svezia. Il fatto che a quei tempi il re di Norvegia potesse imporre un tributo ai capi locali mostra che, in quel periodo di formazione dei due regni di Svezia e di Norvegia, le frontiere non erano ancora ben definite e numerose regioni, più o meno indipendenti, potevano essere rivendicate sia dall’uno che dall’altro regno.
3.L’Östergötland (eystri Gotland) è una provincia svedese che con il Vestergötland¨(vestri Gautland), di cui è capoluogo Göteborg, costituì fino intorno all’anno 1000 d.C. il regno dei Gautar (Goti), distinto da quello degli Svear (Svedesi), che aveva come capitale Uppsala. Il territorio dell’Östergötland è situato a sud del lago Väner,
mentre il Vestergötland, situato sulla costa occidentale della Svezia, confina per un certo tratto con la Norvegia.
4. Hakon Adalstheinfostri, così soprannominato perché il suo padrino di battesimo era stato il re d’Inghilterra Atelstano, presso la cui corte era stato mandato ancor bambino dal padre Harald Bellachioma, regnò sulla Norvegia dal 936 al 961 d.C.
5. Atli si era fatto pirata ed aveva messo insieme, attraverso razzie e saccheggi, una piccola flotta di otto navi nel Lag o Lögur, che era quell’insieme di piccoli laghi collegati fra di loro attualmente chiamato Mälären, nei pressi di Stoccolma.
Il termine Lag (pl. Lögur) appare chiaramente collegato al latino “lacus”, da cui l’italiano “lago”.
6. Lo Stocksund, situato nell’attuale comune di Dirkaved, presso Stoccolma, è un braccio di mare che permette di passare dal Mälären al mare aperto. Quando Atli, che era ricercato dal re dello Svealand per i suoi misfatti, capì che la situazione si faceva insostenibile, passò in mare aperto e si diresse verso la Danimarca.
7. Lo Svealand o Svialand era il regno degli Svear,che occupava in origine la zona centrale dell’attuale Svezia, intorno al lago Mälären. La sua capitale era Uppsala.
8. L’Öresund è il braccio di mare che separa attualmente la Danimarca dalla Svezia. A quei tempi entrambe le sue rive erano danesi, perché la Scania fu conquistata dalla Svezia soltanto alla fine del 17° secolo. Era un posto ideale per le imprese piratesche in quanto passaggio obbligato di tutto il commercio marittimo tra il Baltico e
l’Europa occidentale.
9.Atli era stato dichiarato “utlagi” (bandito), sia in Svezia sia in Danimarca, a causa delle sue imprese piratesche.
10.Hrut, salpato dal fiordo di Oslo, fa rotta verso il sud per recarsi in Danimarca e non appena arriva con le sue navi all’imboccatura dell’Öresund incontra i pirati.
11. Le navi da guerra non avevano un ponte, perciò quando erano all’ancora, venivano ricoperte con un telo.
12. “Stafnbui” era l’uomo che stava a prua della nave e che era quindi il primo ad andare all’arrembaggio o a sostenere l’attacco del nemico. Per questa ragione il posto era riservato a combattenti di provata esperienza.
13. La battutaccia di Ulf non gli porta fortuna. Infatti, mentre la pronuncia, si distrae e viene colpito a morte da Atli.
14. Mentre le navi di Hrut sono ferme per riparare i danni della battaglia, Soti, forse informato dei fatti, passa al largo e riesce così a sfuggirgli, dirigendosi verso la Norvegia.
15. Soti fa scalo a Limgard, nella regione di Aust-Agder, sulla costa occidentale del fiordo di Oslo, con l’intenzione di recarsi in Inghilterra.
16.Gudröd è uno dei numerosi figli di Eirik Blödöx e Gunnhild. Fu ucciso nel 999 d.C. dopo che era sbarcato in Norvegia per rivendicare il trono contro Olaf Tryggvason.
17. Riferimenti cronologici.
Il re Hakon, il figlioccio del re d'Inghilterra Atelstano, salì nel 933 d.C. sul trono norvegese, da cui cacciò il fratellastro Eirik dall'ascia insanguinata.
I fatti narrati in questo capitolo si svolgono quindi in un periodo di poco successivo al 933 d.C. e la menzione di Gudröd, che visse nella seconda metà del X° secolo, è chiaramente dovuta ad una disattenzione dell'autore della saga.
Capitolo 6
Hrut rimase con il re durante l’inverno e godeva di molta considerazione, ma, quando giunse la primavera, si fece taciturno.
Gunnhild se ne accorse ed una volta che i due si ritrovarono soli gli domandò: “Hai qualche pensiero che ti tormenta, Hrut?”.
“Si dice” rispose Hrut” che è triste abitare in terra straniera”.
“Vuoi ritornare in Islanda?”.
“Sì”.
“C`è una donna che ti aspetta laggiù”?
“No”
“Ed io, invece, sono certa del contrario".
Dopo questo scambio di battute si separarono.
Hrut si recò poi a salutare il re, che gli chiese che cosa volesse.
“Voglio pregarti, Signore, di autorizzarmi a tornare in Islanda”.
“Pensi che là riceverai più onori di qui?”gli domandò il re.
“Non lo credo “rispose Hrut”, ma ciascuno deve seguire il proprio destino”.
“E` un uomo ostinato” intervenne Gunnhild, rivolgendosi al figlio “Lascia che vada dove gli pare”.
C’era stato un cattivo raccolto nel paese, ma il re riuscì a procurare a Hrut le provviste che questi desiderava.
Hrut e Össur fecero i preparativi per il viaggio e, quando tutto fu pronto, Hrut andò a prendere congedo dal re e da Gunnhild.
Gunnhild lo prese da parte e gli disse “Eccoti un anello d’oro, che voglio regalarti” e glielo mise al dito.
“Mi hai già fatto molti bei regali” le rispose Hrut.
Gunnhild lo abbracciò, lo baciò e gli disse: “ Se io ho veramente su di te il potere che credo di possedere, allora desidero che tu non riesca ad avere dei rapporti fisici con la donna che pensi di sposare in Islanda, pur senza perdere la tua capacità sessuale”.
Hrut le sorrise e si allontanò. Poi si recò dal re e lo ringraziò di tutti i favori che gli aveva fatto. Il re gli augurò buon viaggio ed affermò che Hrut era un uomo di valore, degno di essere annoverato fra i notabili del regno.
Hrut si recò poi alla nave e salpò. Trovò venti favorevoli e giunse al fiordo di Borg.
Non appena tirata a secco la nave, si diresse a casa, mentre Össur sorvegliava lo scarico delle marci. Hrut cavalcò fino a Höskuldstad, dove fu bene accolto da suo fratello, al quale raccontò tutti i suoi viaggi. In seguito mandò un messaggero ad est da Mord il suonatore per fissare la data delle nozze. Poi i due fratelli si diressero alla nave e Höskuld fece a Hrut il rendiconto della gestione dei beni, che si erano di molto accresciuti durante la sua assenza.
Hrut disse: “ Tu non sarai mai ricompensato abbastanza per quello che hai fatto, fratello, ma ti darò tutta la farina di cui avrai bisogno per la tua famiglia durante l’inverno”.
Poi tirarono in secco la nave e, dopo averla ben fissata, trasportarono tutte le merci nelle valli del Breidafjörd.
Hrut rimase a Höskuldstad fino a sei settimane prima dell’inverno.
Poi, i due fratelli, accompagnati da Össur e da altri sessanta uomini si misero in viaggio per il matrimonio di Hrut e cavalcarono finché giunsero nelle regioni orientali a Rangarvoll, dove già si erano raccolti molti invitati.Gli uomini sedettero sulle panche, le donne sul palco. La sposa aveva però l’aria triste. Ci fu una grande festa ed essa si comportò molto bene. Mord versò la dote della figlia e la lasciò partire con Hrut verso ovest. Cavalcarono finché giunsero a casa. Hrut le attribuì piena autorità per la gestione della casa e tutti ne furono soddisfatti. Tuttavia non ci fu tra gli sposi una grande intesa sul piano sessuale e così trascorse l’inverno.
Giunta la primavera, Hrut dovette recarsi nei fiordi occidentali per riscuotere il pagamento delle merci che aveva venduto a credito. Prima che partisse, Unn gli domandò se intendeva ritornare prima che gli uomini si recassero all’assemblea annuale.
“Perché me lo chiedi” la interrogò Hrut.
“ Voglio recarmi anch’io all’assemblea e vedere mio padre” rispose Unn.
“Va bene” fece Hrut “Ti porterò con me all’assemblea”.
“Grazie” rispose Unn.
Hrut partì da casa, si recò nei fiordi occidentali, dove riscosse i suoi crediti, e fece subito ritorno. Non appena tornato, si preparò per l’assemblea e pregò tutti i suoi vicini di accompagnarlo. Anche Höskuld, suo fratello, si recò all’assemblea.
Hrut disse ad Unn: “ Se intendi ancora assistere all’assemblea, come mi avevi detto, preparati e vieni con me”.
Unn si preparò rapidamente. I due partirono e giunsero all’assemblea.
Unn si recò alla tenda di suo padre, che la accolse con affetto, ma aveva l’aria abbattuta. Il padre se ne accorse e le disse: “Ti ho già vista di miglior umore.
Che cosa ti tormenta?”.
Unn si mise a piangere e non rispose.
Suo padre insistette: “ Perché sei venuta all’assemblea se non vuoi rispondermi né confidarti con me? Non sei contenta là nelle regioni occidentali?”.
Unn rispose: “Darei tutto quello che possiedo per non essere mai andata lassù”.
Allora Mord disse: “Devo subito chiarire questa faccenda”.
Mandò a chiamare Hrut e Höskuld, che si presentarono subito. Mord si alzò, li accolse amichevolmente e li invitò a sedersi. Cominciarono a parlare del più e del meno ed ebbero una lunga conversazione.
Ad un certo punto, Mord chiese a Hrut: “Perché mia figlia non si trova bene con te ?”.
Hrut rispose: “Lasciamo dire a lei stessa se ha qualcosa da rimproverarmi”.
Ma nessuna accusa precisa fu sollevata contro Hrut. Questi, da parte sua, fece venire i vicini ed i domestici perché testimoniassero sul modo in cui trattava sua moglie. Tutte le testimonianze gli furono favorevoli e risultò che Unn aveva piena libertà di fare ciò che voleva.
Mord le disse: “Torna a casa tua e non lamentarti più perché tutte le testimonianze sono state più favorevoli a tuo marito che a te”.
Hrut e sua moglie lasciarono l’assemblea e tornarono a casa. L’estate trascorse abbastanza bene, ma durante l’autunno i rapporti peggiorarono e quando giunse la primavera la situazione era pessima.
Hrut doveva nuovamente recarsi per affari nei fiordi occidentali e disse che non avrebbe partecipato all’assemblea. Unn non fece commenti. Hrut partì non appena fu pronto.
Note
1.“Vid ramman mun reip ad draga” significa “ stai cercando di speronare una forte nave” ed è una metafora tratta dalla terminologia della guerra navale.
2.In molte saghe nordiche Gunnhild è presentata come una specie di fattucchiera, esperta in arti magiche che avrebbe imparato dai Finni. Cfr. l’Heimskringla di Snorri Sturlason.
3.Borgarfjörd. Il fiordo di Borg era situato a sud del Breidafjörd. Borg era la sede della famiglia di Egill lo scaldo.
4.“Red Hrútur vestur heim”: „si dirige a casa cavalcando verso ovest“. In realtà la posizione del Breiafjörd rispetto al fiordo di Borg era piuttosto in direzione nord-ovest.
5.“Sendi hann mann austur à Rangarvöllur“: "mandò un uomo ad est verso i Rangarvöllur”. Anche qui la direzione è indicata sommariamente, in quanto i Rangarvöllur son situati a sud-est rispetto al Breidafjörd.
6. I beni di Hrut si erano molto accresciuti durante la sua assenza.
Se la cosa, a prima vista, può parere strana, non bisogna dimenticare che le ricchezze dei coloni islandesi erano costituite soprattutto da bestiame (pecore, capre e bovini), come risulta dal termine usato per indicare i beni mobili “fé”, che significa pecore
Cfr. al riguardo il latino “pecus” (bestiame”) da cui derivò il termine “pecunia” (denaro, ricchezze). L’incremento naturale delle mandrie e delle greggi aveva quindi portato ad un aumento della ricchezza di Hrut.
7. Hrut rimase a Höskuldstad fino a sei settimane prima dell’inverno, cioè fin verso la metà di settembre.
8. Nella grande sala gli ospiti di sesso maschile sedevano su banchi collocati accanto alle pareti più lunghe, mentre le donne sedevano su un palco di legno chiamato “langpallur” se collocato nel lato lungo della sala o “dverpallur” se collocato nel lato corto.
9.“Heimanfylgja”: dote. Terra o beni mobili che la donna porta con sé come dote quando si sposa ed esce dalla casa paterna (heiman).
10.Il periodo di 2 anni e mezzo durante il quale si svolgono i fatti narrati in questo capitolo potrebbe essere il periodo che va dal 934 d.C. al 936 d.C.
Capitolo 7
Mentre si avvicinava la data dell’assemblea annuale, Unn chiese a Sigmund Össurarson se fosse disposto ad accompagnarla a Thingsvellir. Sigmund rispose che non intendeva far torto al suo parente Hrut.
“Te l’ho chiesto” precisò Unn “ perché tu sei la persona che mi deve più favori”.
“Sigmund pose allora una condizione:” Accetto di accompagnarti, ma dovrai tornare indietro con me e non dovrai ordire alcun intrigo né contro Hrut né contro di me”.
Unn si impegnò a fare ciò che le si chiedeva e partì con Sigmund per Thingsvellir, dove incontrò suo padre Mord, che la accolse con affetto e che le offrì ospitalità nel proprio padiglione durante l’assemblea. Unn accettò volentieri l’offerta.
Mord domandò alla figlia : “Cosa mi racconti di tuo marito Hrut?”.
Unn gli rispose: “ Non posso che parlarne bene per tutto ciò che dipende dalla sua volontà”.
Mord rimase un momento silenzioso, poi le disse: “ Figlia mia, tu sei turbata da qualcosa che vuoi far sapere soltanto a me. Confidati con me e vedrai che riusciremo a risolvere nel modo migliore i tuoi problemi”.
Si recarono quindi in un posto isolato dove nessuno potesse udire la loro conversazione.
Allora Mord disse alla figlia: “Adesso raccontami tutte le difficoltà che hai con tuo marito e non lasciare che diventino enormi proprio a furia di pensarci sopra”.
“ Va bene” rispose Unn “ Voglio lasciare Hrut e ti racconterò tutte le ragioni che mi inducono a farlo. Egli non riesce ad avere con me rapporti sessuali soddisfacenti per quanto sia sotto tutti gli aspetti un uomo estremamente virile”.
“Come può succedere una cosa del genere?” si stupì Mord “Spiegati meglio”.
“Quando mi si avvicina, il suo membro è così grosso che non riesce a penetrarmi.
Abbiamo tentato in tutti i modi di congiungerci, ma non ci siamo riusciti. Eppure, ho constatato che la sua struttura fisica non è per nulla diversa da quella degli altri uomini”.
Mord, allora, le disse: “ Hai fatto bene a confidarti con me. Ho immaginato un piano che ti sarà utile, se lo seguirai con cura e non te ne discosterai minimamente. Per prima cosa devi ritornare a casa ed accogliere come si deve tuo marito quando rientrerà dal suo giro d’affari. Devi essere gentile e premurosa con lui; così penserà che tutto stia andando per il meglio. Non mostrarti mai irritata. Quando si avvicinerà la primavera, fingi di non sentirti bene e mettiti a letto. Hrut non cercherà di indagare le cause della tua malattia né di metterti alle strette, ma piuttosto dirà a tutti i domestici di fare quanto possono per aver cura di te. Più tardi, lui e Sigmund dovranno recarsi nei fiordi occidentali e riportare indietro di là le loro greggi e dovranno perciò rimanere assenti parecchio tempo durante l’estate. Quando la gente partirà per l’assemblea, e tutti gli abitanti delle Valli che avevano intenzione di partecipare all’assemblea si saranno messi in viaggio, ti alzerai dal letto e parlerai ai domestici da cui intendi farti accompagnare. Prima di partire, andrai nella tua camera, insieme agli uomini con cui farai il viaggio, e, dopo esserti posta accanto al letto coniugale, dalla parte di tuo marito, chiamerai i presenti a testimoni del fatto che ti dichiari divorziata da lui, come ti consentono di fare le decisioni dell’assemblea e le leggi del paese. Ripeterai la stessa dichiarazione in presenza dei testimoni dinanzi alla porta principale della vostra casa. Una volta partita, dovrai attraversare prima la brughiera della Laxardal e poi la brughiera di Holtavardi, perché non ti cercheranno fino al fiordo di Hrut. Di lì proseguirai finché non arriverai da me. Quando sarai giunta qui, mi occuperò io degli aspetti legali della faccenda e ti garantisco che non ricadrai mai più nelle sue mani”.
Unn tornò dall’assemblea e Hrut, che nel frattempo era rientrato, l’accolse con affetto.
Ella gli rispose cortesemente e si mostrò gentile e premurosa con lui. Durante l’estate ed il successivo inverno le loro relazioni furono buone. All’avvicinarsi della primavera Unn si ammalò e si mise a letto. Hrut dovette partire per i fiordi occidentali, ma prima di mettersi in viaggio ordinò ai domestici di fare tutto il necessario per prendersi cura di lei nel modo migliore.
Quando giunse l’epoca dell’assemblea annuale, Unn fece i preparativi per il viaggio, eseguì tutte le formalità che sono state prima ricordate e partì per l’assemblea. La gente della zona la inseguì, ma non la trovò.
Mord fece una buona accoglienza alla figlia e le domandò se avesse seguito alla lettera le sue istruzioni.
“Ho fatto esattamente come mi avevi detto” rispose Unn.
Allora Mord si recò alla Roccia della legge e dichiarò pubblicamente che Unn e Hrut erano legalmente divorziati.
La notizia fece scalpore.
Unn ritornò alla casa di suo padre e non si fece mai più vedere nelle regioni occidentali.
Note
1.Non si sa nulla di Sigmund Össurarson, ma poiché egli dice di essere “fraendi”, cioè parente di Hrut, si potrebbe pensare che fosse figlio di Össur, zio di Hrut.
2. Il termine “ félag” ( da cui deriva l’odierno inglese “fellow”), qui usato nel senso di marito, significa etimologicamente socio, colui che portava in un’iniziativa comune il proprio capitale, in origine costituito da pecore. Il senso originario di “félag” è infatti “colui che conferisce le pecore” da “fé” (pecora) e “laga” ( mettere, depositare)).
3. La procedura di divorzio su iniziativa della moglie esigeva, secondo la legge islandese, tre distinte dichiarazioni di divorzio dinanzi a testimoni. La prima doveva essere effettuata accanto al letto matrimoniale, la seconda dinanzi alla porta principale della casa ( la cosiddetta “karldyr” o porta degli uomini), la terza dinanzi alla Roccia della legge in occasione dell’assemblea generale.
4. Considerate le limitatissime conoscenze mediche, anatomiche e psicologiche dell’epoca e della regione, tutti i numerosi fenomeni di cui risultava impossibile dare una spiegazione venivano subito ricollegati a magie e stregonerie. Così, nella saga di Njal, le difficoltà che incontrano Unn e Hrut non vengono attribuite, come ci sembrerebbe logico, a cause fisiche o psicologiche bensì alla maledizione dell’amante in precedenza abbandonata da Hrut.
5. Mord istruisce la figlia affinché compia correttamente tutte le formalità giuridiche necessarie perché il divorzio su iniziativa della moglie sia considerato valido.
Mancando a quell’epoca qualsiasi documentazione scritta, la validità di un atto dipendeva dal rispetto di rigorose esigenze di pubblicità, ancora più severe quando l’iniziativa veniva presa da una donna, che nel sentire comune dell’epoca era considerata volubile ed incostante. Solo così si spiega infatti che alla donna fossero necessarie per divorziare tre dichiarazioni di identico tenore, mentre all’uomo era sufficiente una sola dichiarazione.
Il numero dei testimoni richiesti dipendeva dall’importanza dell’atto. Ad esempio, nella saga della Valle dei salmoni, un atto importante come la vendita di una fattoria viene considerato nullo perché concluso in presenza di un numero insufficiente di testimoni.
6. Hrut deve, come risulta dalla saga, recarsi ogni anno nei fiordi occidentali durante l’estate per raccogliere i suoi beni o capitali (fé). La periodicità di questi viaggi può far pensare a pratiche pastorizie quali la transumanza, specie se si considerà il termine “fé” nel suo significato originario di “pecora, gregge”.
7. Poiché, come ci mostra la saga, i vicini, i parenti ed i domestici di Hrut non possono essere utilizzati da Unn né per aiutarla a preparare la fuga né per fungere da testimoni della dichiarazione di divorzio, si deve supporre che Unn abbia portato con sé dalla casa paterna un certo numero di servitori legati a lei da un particolare vincolo di fedeltà.
8. Nella formula della dichiarazione di divorzio erano menzionati il diritto posto dall’assemblea generale (althingismali rett) e le leggi delle diverse regioni (allsherjarlög).
9. L’Islanda era divisa in circoscrizioni (herad), a ciascuna delle quali sovrintendeva un “godhi”, che aveva al tempo stesso funzioni civili e religiose.
10.Le raccomandazioni di Mord tendono a permettere a Unn di lasciare senza problemi il domicilio coniugale. Egli le consiglia infatti di andarsene da casa, quando il marito è via per affari e la maggioranza degli uomini del distretto si sono recati all’assemblea annuale, e di seguire un percorso inusuale per confondere eventuali inseguitori.Il cammino normale dal Breidafjörd a Rangarvöllir volge infatti direttamente verso il sud, in direzione del fordo di Borg, mentre il percorso consigliato da Mord prevede innanzitutto una diversione verso nord-est dalla Laxardal al fiordo di Hrut attraverso la Laxardalsheidhi e solo in seguito piega verso il sud attraverso la Holtavördhurheidhi. Con questo stratagemma gli inseguitori, che si dirigeranno immediatamente verso sud, non troveranno nessuno e saranno presto indotti ad abbandonare le ricerche.
11. Lögberg è la Roccia della legge nella regione dei Thingsvellir.
Capitolo 8
Hrut ritornò a casa e si irritò molto quando venne a sapere che sua moglie se ne era andata, ma rimase zitto e non si mosse da casa per tutto l’autunno e l’inverno, senza parlare con nessuno di ciò che gli era accaduto.
All’approssimarsi dell’estate successiva, si recò all’assemblea, accompagnato da suo fratello Höskuld e da un folto seguito. Giunto al luogo in cui si svolgeva l’assemblea domandò se Mord il suonatore fosse presente. Gli fu risposto di sì e tutti si aspettavano che cercasse di incontrarlo per parlare del suo problema, ma Hrut non fece niente.
Allora , un giorno in cui era prevista una seduta dell’assemblea, Mord, in presenza di testimoni, citò in giudizio Hrut per la dote della figlia, chiedendo il versamento di 10.200 aune. Con la citazione si chiedeva l’accertamento del debito ed il suo immediato pagamento e si fissava una penalità di 3 marchi d’argento in caso di inadempienza. La citazione fu presentata contemporaneamente sia dinanzi al tribunale regionale competente a conoscerne sia dinanzi all’assemblea riunita sul Lögberg.
Hrut rispose alla citazione in questi termini: “ Tu mi stai perseguendo in giudizio in merito alla dote di tua figlia più per avidità e rancore che per ragioni valide ed oneste.
Ma io non permetterò che tu prenda nulla di ciò che mi appartiene. Tutti coloro che partecipano all’assemblea qui al Lögberg mi siano testimoni che io ti sfido ad un duello giudiziario: metterò in palio tutta la dote e la mia quota del patrimonio dotale, a cui aggiungerò una somma di pari valore, e, quello dei due che vincerà si prenderà tutto. Ma se tu rifiuti il duello, non vedrai un soldo”.
Mord tacque e chiese consiglio ai suoi amici sull’opportunità di accettare il duello.
Jorund il godi gli rispose: “ E` perfettamente superfluo che tu ci chieda di consigliarti in questa faccenda quando sai benissimo che, se accetterai la sfida, perderai non solo i beni, ma anche la vita. Hrut è un combattente esperto, robusto e molto coraggioso”.
Allora Mord dichiarò che non accettava la sfida. La sua decisione fu accolta dall’assemblea con disappunto e con grandi manifestazioni di disapprovazione e la reputazione di Mord subì un duro colpo.
Ritornando a casa, i fratelli passarono dalla Reykjardal e pernottarono a Lund, nella fattoria di Thiostolf, figlio di Björn dai braccialetti d’oro. Durante la giornata era piovuto molto, e grandi fuochi erano stati accesi in mezzo alla sala per far asciugare gli abiti bagnati. Il padrone di casa Thiostolf sedeva tra Höskuld e Hrut. Sul pavimento della sala giocavano due bambini, che erano rimasti senza genitori e di cui Thiostolf si prendeva cura. Con loro giocava una ragazzina. I bambini, come tutti quelli della loro età, parlavano senza rendersi conto del senso di ciò che dicevano e senza sapere di fronte a chi lo dicevano.
Ad un certo punto, uno di essi disse: “ Io sono Mord e ti faccio causa in nome di mia figlia perché non sei stato capace di scoparla”.
L’altro replicò: “ Io sono Hrut, e ti dico che non avrai un soldo se non avrai il coraggio di combattere con me”.
I ragazzini continuarono così per un po’di tempo suscitando l’ilarità generale. Höskuld si irritò e diede una bastonata al ragazzino che imitava Mord, provocandogli una graffiatura in faccia.
Höskuld urlò al bambino: “ Sparisci e smettila di prenderci in giro”, ma Hrut gli disse: “Vieni qui”.
Il bambino si avvicinò e Hrut, toltosi dal dito l’anello d’oro, glielo diede con queste parole: “ Adesso va e, in futuro, non scimmiottare più la gente”.
Il ragazzino gli rispose:” Non dimenticherò mai la tua gentilezza “ e si allontanò.
Il gesto di Hrut fu molto apprezzato. In seguito si diressero ad ovest verso casa e qui termina la narrazione della loro lite con Mord.
Note
1) Il comportamento riservato di Hrut è molto dignitoso, ma anche non privo di astuzia. Egli infatti sa benissimo che, se reclamasse il ritorno della moglie, gli verrebbe opposto lo scioglimento del matrimonio e gli verrebbe chiesta la restituzione della dote. Ciò lo porta ad evitare i contatti con Mord anche quando i due si ritrovano insieme all’assemblea generale.
2) Mord cita in giudizio Hrut dinanzi a testimoni chiedendo la restituzione della dote di Unn ed il versamento del contributo di Hrut alla massa dei beni dotali per un totale di 10.800 aune di filato ( 60 “hundrath” di aune, cioè 7.200 come dote più 30 “hundrath, cioè 3.600 come contributo del marito). Il testo norreno dice “ níu tigu
hundrada fjàr “, ma il termine “ fé, fjar (pecus, pecora) va qui inteso come unità di conto, cioè come “aune”, a meno di pensare che nel IX° secolo in Islanda un’auna di filato costituisse effettivamente il prezzo di una pecora.I tre marchi, d’argento fissati come penalità di mora per il caso di ritardo nel pagamento corrispondevano a 48 aune di filato.
3) Hrut è citato in giudizio dinanzi al Fjórdungsdom (tribunale regionale) competente.Intorno al 965 d.C. l’Islanda fu divisa in quattro quartieri (Fjórdung), rispettivamente Sud, Ovest, Nord ed Est, ciascuno dei quali aveva un proprio tribunale, contro le cui sentenze si poteva proporre appello all’Althing. Anche qui l’autore della saga sembra cadere in un’incongruenza, perché la lite tra Mord e Hrut si svolse almeno una ventina d’anni prima della creazione dei tribunali regionali..
4) La notifica della citazione all’interessato doveva avvenire, in presenza di testimoni al domicilio dello stesso ( il che, considerati i costumi del tempo, non era un’impresa scevra di pericoli), ma Mord riesce ad evitare la difficoltà effettuando una notifica, egualmente valida e meno pericolosa, dinanzi all’assemblea generale.
5) Hrut si trae d’impaccio proponendo a Mord un duello giudiziario, cioè una forma di ordalia che consente di risolvere la causa senza bisogno di esaminare le prove talvolta lacunose fornite dalle parti. Si deve ritenere che non ci fosse una grande differenza di età tra Mord e Hrut. Infatti, se Mord fosse stato molto più anziano di Hrut, non sarebbe stato obbligato a combattere personalmente, ma avrebbe potuto farsi rappresentare da un suo campione.
6) “Eg skora der á holm“ Il duello, ai tempi dei vichinghi, era chiamato „holmgang“
(andata all’isola) perché i duellanti si davano abitualmente appuntamento su un isolotto..
7) Jörundur il godi era un notabile della zona dei Rangavellir, amico di Mord. Nella
Landnamasaga (Il racconto dell’occupazione dell’Islanda) è indicato come “landnamamadhur” , cioè come uno dei primi colonizzatori che presero possesso del territorio. La colonizzazione dell’Islanda fu un processo abbastanza lungo e graduale.che si può considerare concluso solo intorno al 930 d.C:, quando gli abitanti dell’isola si diedero un insieme di istituzioni ben definite ( notabili locali, tribunali regionali, assemblea generale).Non si deve quindi pensare che all’epoca dei fatti narrati nella saga ( 935-940 d.C. circa) Jörund fosse un vegliardo. Era possibile invece che fosse sulla cinquantina e che fosse sbarcato in Islanda negli anni 910-915 d.C.
Suo figlio Valgard il grigio, che abitava ad Hof, sposò in seguito Unn, la figlia di Mord, che aveva divorziato da Hrut.
8) Le qualità di Hrut sono indicate come segue: “er honum vel farid” (è molto esperto), “mikill af sjálfum sér” ( di corporatura alta e robusta), “manna fraeknastur” (il più audace e coraggioso).
9) La Reykjardal (valle del fumo) si trova a metà strada tra il Rangarvellir e la Laxdal, sopra il fiordo di Borg. Hrut e Hoskuld, di ritorno dall’assemblea, pernottano a Lund, ospiti di Thiostolf, figlio di Björn. Thiostolf è detto “ bondi”(“agricoltore”) perché possedeva una fattoria a Lund.
10) Le sale delle fattorie erano riscaldate mediante un fuoco acceso in un fornello posto nel mezzo della sala. Per ottenere maggiore calore il fornello poteva essere allungato e si parlava in questo caso di “langeld” (fuoco lungo).
11) Nel capitolo 19 della Laxdaela si legge: “Hrut si sposò con una donna chiamata Unn, figlia di Mord il suonatore, che poi lo lasciò, e questa fu la causa del conflitto tra gli abitanti del Laxdaela e quelli di Fliothlid”.Fliothlid era una parte della regione dei Rangarvellir, dove abitava Mord.
Capitolo 9
Ritorniamo ora a Hallgerd, la figlia di Höskuld, che, nel frattempo era cresciuta ed era diventata una bellissima ragazza. Hallgerd era molto alta, per cui le era stato dato il soprannome di “gambelunghe”. Aveva dei bellissimi capelli, così lunghi che la coprivano tutta. Era però di carattere aspro ed irascibile.
Era stata allevata da un domestico di nome Thiostolf, originario delle Ebridi. Thiostolf era un uomo robusto e violento. Si era reso colpevole nel suo paese di parecchie uccisioni ed aveva sempre rifiutato di pagare i risarcimenti previsti dalla legge.Si riteneva che non fosse la persona più adatta per fornire una buona educazione a Hallgerd.
Thorvald, figlio di Osvif, abitava la Medalfellstrand, sotto la roccia detta Fell, ed era un uomo ricco. Possedeva, in quella zona, anche le isole dette Isole di Bjarn, situate appena fuori del Breidafjord, che coltivava a cereali e nelle cui acque esercitava la pesca. Thorvald era un uomo robusto e ben educato, ma un po’autoritario.
Una sera, mentre discorreva con suo padre, Thorvald manifestò il desiderio di cercarsi una moglie e fece notare che non c’era purtroppo grande possibilità di scelta.
Osvif gli domandò: “ Intendi chiedere in moglie Hallgerd gambelunghe, la figlia di Höskuld?”.
“Proprio lei” rispose Thorvald.
“Non sarà facile andare d’accordo” osservò Osvif “ Hallgerd è una donna di carattere molto forte e tu sei rigido e poco disposto a cedere”.
“Sono disposto a correre questo rischio” replicò Thorvald “ ed è inutile tentare di dissuadermi”.
“Affari tuoi” concluse pacatamente Osvif.
Si recarono quindi da Höskuld, per presentargli la proposta di matrimonio, e furono bene accolti. Spiegarono subito a Höskuld le ragioni della loro visita e presentarono la loro proposta.
Höskuld rispose: “ Poiché so chi siete, non voglio nascondervi che mia figlia è una ragazza di carattere difficile.Per quanto riguarda il suo aspetto e le sue maniere, sono cose di cui potete giudicare coi vostri stessi occhi”.
Thorvald rispose: “ Fissa le clausole del matrimonio, perché io non considero il carattere di Hallgerd come un ostacolo alla nostra unione."
Discussero quindi le clausole matrimoniali , senza che Höskuld chiedesse il parere della figlia, perché aveva voglia di mandarla via di casa, e si giunse così ad un pieno accordo. Poi Höskuld e Thorvald si strinsero la mano. Così Thorvald si fidanzò con Hallgerd e ritornò a casa dopo aver ben sistemato tutta la faccenda.
Note
1) Hallgerd, figlia di Höskuld, era una ragazza di alta statura e fu perciò detta “langbrók” ( calzelunghe). Il soprannome è riportato anche nel capitolo 9 della Laxdaela.
Il termine “brók” poteva riferirsi sia ai calzoni maschili sia alle calze femminili.
Si può ricordare, a questo riguardo, il soprannome “lóthbrók” (“brache di pelle”) dato al famoso capo vichingo Ragnar Sigurdsson (v. cap. 1 della saga di Njal).
I calzoni erano però ben differenti dalle calze, come risulta con chiarezza dal capitolo 35 della Laxdaela, in cui Gudrun domanda a Thor Ingunnarson: “E´vero che tua moglie Aud porta le brache con la patta come un uomo?”.(“Hvort er dath satt Thordur ad Audur kona din er jafnan i brókum og setgeiri?”).
Un altro esempio dell’uso del termine “brók” per indicare le calze femminili si potrebbe invece trovare nel capitolo 123 della saga di Njal quando Skarphedhin offre a Flosi un paio di “brókum” dicendogli che ne ha veramente bisogno.
L’intepretazione non è però sicura perché l’ingiuria rivolta a Flosi, accusato di omosessualità passiva, potrebbe consistere tanto nell’offrirgli un paio di calze femminili, a conferma della sua sessualità distorta, quanto nell’offrirgli un paio di pantaloni maschili perché si comporti finalmente da uomo.
L’uso del termine “brók” per indicare le calze femminili potrebbe però essere tardivo.
Infatti, per indicare le calze femminili, esistevano termini più specifici, come il termine” skoklaedin”, usato nel capitolo 13 della Laxdaela, che si riferisce ad un indumento che copriva l’intera gamba ed il piede e che era evidentemente portato sotto la gonna.
2) “Hún var fagurhar og svo mikidh haridh adh hún matti hylja sig medh” (Aveva capelli così belli e lunghi che vi ci si poteva avvolgere”). E`qui ripreso il tema dei lunghi capelli di Hallgerd, già accennato nel primo capitolo, che assumerà un’importanza determinante nell’episodio della morte di suo marito Gunnar di Hlidarendi.
3) Thióstolf è qui indicato come “fóstri” di Hallgerd. In senso tecnico il termine “fóstri” si riferiva al rapporto creatosi fra un bambino ed un parente o anche una persona estranea alla famiglia a cui il bambino stesso veniva affidato per essere allevato ed educato.
Esso poteva quindi indicare sia l’educatore sia l’educando.
Nel capitolo 5 della Saga di Njal il re Hákon Haraldsson, che era cresciuto sotto le cure del re di Inghilterra Atelstano, è chiamato “Hákon Adhalsteinfóstri”.
La persona scelta come “fóstri” nel senso di educatore doveva normalmente essere una persona di valore, affinché il bambino fosse educato alla virtù, al coraggio ed alle buone maniere.
Cosí nel capitolo 17 della Laxdaela Melkorka si lamenta perché il figlio Olaf è stato affidato a Tord che, pur essendo molto ricco, è un uomo che gode di modesta reputazione.
Trattandosi di un vero e proprio servizio che veniva reso alla famiglia del bambino, in tempi in cui le risorse a disposizione erano limitate ed una bocca in meno da sfamare poteva essere importante, esso veniva in genere offerto da persone di grado inferiore a persone di grado superiore, come osserva Olaf, nel capitolo 27 della Laxdaela Saga, quando si propone come educatore del figlio di Thorleik :” Er sá kalladur ae minni madhur er ödrum fóstrar barn” (chi educa i figli di un altro è sempre considerato inferiore).
Non era questo però certamente il caso del re d’Inghilterra che accettò di far crescere ed educare alla sua corte il figlio del re di Norvegia nell’ambito di una politica volta a rafforzare ed approfondire i rapporti fra i due regni.
Ciò detto, si può escludere che il rapporto fra Thióstolf e Hallgerd sia un rapporto di
“fóstri” in senso tecnico, in quanto Thióstolf non sembra possedere né le risorse materiali né le qualità morali per educare Hallgerd.
Sotto il primo aspetto, egli non è un “bondi”, cioè un agricoltore indipendente, che dispone dei mezzi per nutrire un bambino, ma figura piuttosto come un domestico di Höskuld.
Sotto il secondo aspetto, egli viene presentato come violento, litigioso, irrispettoso delle leggi e quindi assolutamente inadatto ad educare correttamente un bambino.
A completamento del quadro, egli viene presentato come “sudhureyskur”, cioè originario delle isole del sud, che, per gli Islandesi, erano le Ebridi.
La fama degli isolani delle Ebridi era molto cattiva in Islanda, sia perché in genere si rifugiavano in Islanda i criminali e gli avventurieri, sia perché la diversità di lingua e di costumi provocava spesso reazioni di rigetto da parte degli Islandesi.
Nella Laxdaela Saga i caratteri più negativi sono personaggi originari delle Ebridi:
Hrapp l’uccisore (cap. 10), la cui famiglia materna proveniva tutta dalle Ebridi (“módhurkyn hans var allt í Sudhureyum”) e Kotkel lo stregone (cap. 35), con la sua famiglia, anche loro provenienti dalle Ebridi (“ Thessir menn voru sudhureyskir”).
4) Thorvald Osvifursson, il primo marito di Hallgerd, aveva una fattoria sulla Medalfellströnd, una lingua di terra posta davanti al Dögudarnes (la punta della colazione), cioè il promontorio che segnava l’entrata del Breidafjord. Possedeva e coltivava inoltre le Bjarneyjar, piccole isole situate dinanzi al promontorio, appena fuori dal Breidafjord.
5) Il termine“Kurteisi” indica le maniere, il modo di comportarsi ed è evidentemente un termine tardivo che deriva dagli usi raffinati delle corti signorili nel XII e nel XIII secolo. E’ certo comunque che, anche in epoca vichinga, esistevano un modello di comportamento sociale ed alcuni requisiti minimi di saper vivere.
6) L’uso del termine “kaupi” (vendita) per indicare il matrimonio sembra un ricordo di epoche primitive in cui le donne venivano “comprate” come ogni altra cosa di cui si avesse bisogno.
7)“Höskuldur rétti fram höndina og Thorvaldur tók í”. La stretta di mano era, nei tempi antichi, in mancanza di forme scritte, l’atto formale con cui si stipulava un contratto o un accordo.
8) Comincia qui un’altra storia che si riattacca anch’essa al capitolo iniziale, in cui ci è stata presentata Hallgerd ancora bambina.
Capitolo 10
Höskuld informò Hallgerd del fidanzamento che era stato deciso.
Hallgerd osservò: “ Ora mi è chiaro quello che da tempo sospettavo cioè che tu non mi ami così tanto come vai sempre dicendo, visto che non hai ritenuto opportuno consultarmi a proposito di questa faccenda. Mi sembra inoltre che questo matrimonio sia al di sotto di quanto mi avevi promesso”.
Era perfettamente chiaro che si considerava malmaritata.
Höskuld rispose: “ Non attribuisco al tuo orgoglio un’importanza tale da farmi rinunciare al matrimonio che ho concordato per te e ricordati che sono io che decido, anche se tu non sei d’accordo”.
“Voi siete gente molto orgogliosa” replicò Hallgerd “ e non c’è da stupirsi che lo sia anch’io” e se andò via.
Chiamò poi Thiostiolf, che l’aveva allevata, lo informò di ciò che succedeva e gli manifestò la sua amarezza.
“Non preoccuparti troppo” le rispose Thiostolf” Ti sposerai una seconda volta ed allora ti domanderanno il tuo parere perché io farò tutto ciò che mi chiederai purché non si tratti di qualcosa che rechi danno a Höskuld o a Hrut”.
Con queste parole terminò la conversazione.
Höskuld preparò la cerimonia ed andò in giro ad invitare i vicini. Si recò anche a Hrutsstad e chiese a Hrut di uscire a parlargli. Hrut uscì di casa e cominciarono a conversare. Hoskuld raccontò a Hrut tutti i dettagli del matrimonio e lo invitò alle nozze, aggiungendo “ spero che tu non ti sia offeso del fatto che ho deciso questo matrimonio senza informartene”.
“Preferisco non aver avuto nulla a che fare con questa storia” rispose Hrut “ perché da questo matrimonio non uscirà nulla di bene per nessuno dei due, né per lui né per lei”.
Ciononostante assisterò alle nozze, se tu pensi che questo possa renderti onore”.
“Certamente” rispose Höskuld e ritornò a casa.
Anche Osvif e Thorvald fecero a loro volta degli inviti, ed il totale degli invitati fu superiore a centoventi persone.
Svan, lo zio materno di Hallgerd, abitava sul Bjarnafjord, in una fattoria chiamata Svanshóll che si trova a nord dello Steingrimsfjord. Era molto esperto di arti magiche, prepotente e difficile da trattare. Hallgerd lo invitò alle sue nozze e mandò Thiostolf a prenderlo.I due fecero il viaggio insieme e divennero subito amici.
Giunsero gli invitati alla cerimonia. Hallgerd sedeva sul palchetto ed era molto carina.
Thiostolf le si avvicinava ad ogni momento per parlarle e poi andava a parlare con Svan e la gente si stupiva di tutti questi conciliaboli.
La festa si svolse in perfetto ordine e Höskuld versò con grande disponibilità la dote di Hallgerd, poi rivoltosi a Hrut gli domandò: “ Pensi che dovrei ancora aggiungere qualche regalo?”.
“Risparmia i soldi per ora “ rispose Hrut” Avrai abbastanza occasioni di sprecarli in futuro a causa di Hallgerd”.
Note
1) Hallgerd si considera “data male” (“vargefin”) cioè mal maritata. L’uso del verbo dare (“gefa”) ricorda ancora una volta quanto, in origine, il matrimonio fosse una consegna della sposa al marito (e alla sua famiglia).
2) Hrut, che conosce il carattere di Hallgerd, accetta di partecipare alla festa di nozze per far piacere al fratello, ma predice il fallimento del matrimonio.
3) Circa 120 persone (hundrathi) sono invitate al matrimonio. Si tratta quindi di un matrimonio medio, visto che per un matrimonio importante,come quello tra Thorkel e Gudrun, raccontato nel capitolo 68 della Laxdaela Saga, gli invitati sono quasi duecento. ( circa 120 invitati della sposa e 60 dello sposo).
Vi furono però riunioni anche più importanti. Come risulta dal capitolo 27 della Laxdaela Saga, Olaf e i suoi fratelli invitarono alla cerimonia funebre in memoria di Höskuld più di 1.000 persone ( "niu hundruth", vale a dire circa 1.080).
La cerimonia più grandiosa mai svoltasi in Islanda fu però quella in ricordo di Hjalte,
padre di Thord e di Thorvald di Hof nella Hjaltadal, a cui parteciparono più di 1.400 persone ("tólf hundruth", vale a dire circa 1.440).
4) Svan era uno zio materno di Hallgerd. Risulta infatti dalla Landnama Saga e dalla Saga di Gretti che era figlio di Björn, uno dei primi colonizzatori dell’Islanda, che diede il nome al Bjarnafjord nella parte più settentrionale dell’Islanda. Come racconta la Laxdaela Saga, al capitolo 9, una figlia di Björn Jorunn aveva sposato Höskuld.
Svan, il cui nome significa Cigno, viveva in una fattoria chiamata Svanshóll (sede di Svan) situata a nord dello Steingrimsfjord, in prossimità del Bjarnafjord.
5) Il cattivo carattere e l’orgoglio smodato di Hallgerd derivano, se si deve credere alle saghe, dalla famiglia materna. Nel capitolo 9 della Laxdaela Saga sua madre Jorunn è infatti definita “óflati mikill” (molto superba”) e “heldur skapstor” (piuttosto ostinata”). Nello stesso capitolo della saga si racconta come Höskuld solesse dire che il figlio maggiore Thorleik, taciturno e brusco, aveva preso tutto dalla famiglia materna. Il capitolo 10 della Saga di Njal afferma a sua volta che Svan era infido, arrogante ed esperto di arti magiche.
6) I conciliaboli tra Hallgerd, Svan e Thiostolf in occasione del matrimonio sembrano già il primo passo di una cospirazione contro un marito non amato.
Capitolo 11
Thorvald ritornò dalle nozze portando con sé la moglie e Thiostolf. Quest’ultimo cavalcava subito dietro Hallgerd e le parlava continuamente.
Osvif, voltandosi verso il figlio gli domandò: “ Sei contento di questo matrimonio?
Come vi intendete l’un altro?”
“Bene” rispose il figlio” E sempre molto gentile con me e puoi vederlo dal sorriso con cui accoglie ogni mia parola”.
“Il suo sorriso non mi sembra così gentile come sembra a te” osservò il padre”, ma, chi vivrà vedrà”.
Cavalcarono finché giunsero a casa. La sera Hallgerd si sedette a tavola accanto al marito e pose Thiostolf all’altro fianco. I due non avevano nulla in comune e poche cose da dirsi e così passò l’inverno.
Hallgerd era generosa e spendacciona, voleva avere tutto ciò che avevano i vicini e sprecava molto. Quando giunse la primavera le scorte di farina e di pesce essiccato vennero a mancare.
Hallgerd andò da Thorvald e gli disse: “ Non puoi stare qui in panciolle quando non abbiamo più farina né pesce essiccato.”
Thorvald le rispose: “Ho preso le solite scorte che prendevo prima e che duravano di solito fino all’estate”
Hallgerd replicò: “ Che c’entro io, se tu e tuo padre facevate la fame per risparmiare qualche soldo?”.
Thorvald si irritò e le diede uno schiaffone.tale da farla sanguinare, poi uscì di casa e chiamò i suoi garzoni. Poi lanciò in mare una barca e remò verso le Bjarneyjar con otto uomini.per prendere la farina e il pesce secco che vi aveva depositato.
Hallgerd si mise a sedere fuori casa ed aveva un aspetto sconvolto.
Passò Thiostolf e, vedendo che era ferita in volto, le domandò: “ Chi ti ha maltrattata così?”.
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“E’ stato mio marito” singhiozzò Hallgerd” e tu non te ne saresti andato così lontano se ti fosse importato qualcosa di me”.
“Non ne sapevo nulla” rispose Thiostolf “ ma gliela farò pagare”.
Corse alla riva e lanciò in mare una barca a sei remi. Aveva in mano la sua grande ascia col manico rafforzato di ferro. Balzò sulla barca e remò verso le Barneyjar.
Quando vi giunse tutti coloro che si trovavano sulle isole erano già tornati in terraferma salvo Thorvald ed i suoi. Thorvald stava caricando sulla barca le scorte che i suoi garzoni gli portavano dal magazzino.
Thiostolf giunse, saltò sulla barca di Thorvald, lo aiutò un momento a caricare, poi gli disse: “Tu lavori veramente poco e male”.
”Sapresti far meglio?” gli domandò Thorvald.
“Vedremo subito se so fare meglio di te” replicò Thiostolf” Tua moglie è capitata proprio male con te, ma non resterete più sposati a lungo”.
Thorvald afferrò un coltellaccio che si trovava accanto a lui e si lanciò contro Thiostolf, ma questi aveva già sollevato l’ascia all’altezza della spalla e lo colpì alla mano, spezzandogli il polso e facendogli cadere il coltello. Poi, risollevata l’ascia, colpì Thorvald alla testa uccidendolo.
Note
1) Hallgerd si porta dietro Thiostolf, la cui continua presenza accanto a lei, è mal sopportata dal marito e rende presto irrespirabile l’atmosfera della casa.
2) Hallgerd, abituata ad una vita agiata, impone subito al marito un tenore di vita superiore ai suoi mezzi, gareggiando con i vicini per dimostrare a tutti che è la donna più ricca e generosa di tutta la zona e spreca molte risorse. Il risultato si vede rapidamente: Hallgerd è entrata in casa nell’autunno e la primavera dell’anno successivo vengono già a mancare le scorte di farina e di pesce essiccato.
3) Hallgerd rimprovera il marito di non darsi da fare per procurarsi nuove scorte di alimenti. Il marito le risponde che in precedenza le scorte abituali erano sempre bastate fino all’estate ed al nuovo raccolto nonché alle nuove campagne di pesca.
Halgerd replica con un’osservazione malvagia, volta a mettere in rilievo la differenza di status sociale fra i coniugi: “ Non è colpa mia se finora tu e tuo padre avete fatto la fame per mettere soldi da parte e sembrare ricchi”. Thorvald irritato ed offeso la prende a schiaffi.
4) La partenza immediata di Thorvald e dei suoi otto garzoni per le isole Bjarneyjar lascia pensare che Thorvald avesse su quelle isole dei depositi da cui prelevare la farina ed il pesce essiccato. Si può quindi immaginare che Thorvald limitasse i consumi familiari per poter vendere l’eccedenza dei prodotti ed aumentare così la propria ricchezza. La fine della primavera sembra infatti una data troppo prematura per procedere alla mietitura o per lanciare una campagna di pesca.
5) Thiostolf prende da solo una barca a sei remi per navigare verso le Bjarneyjar. Probabilmente era la sola imbarcazione disponibile oppure imbarcazioni più piccole non erano abbastanza sicure per attraversare un tratto di mare abbastanza ampio.
6) Le armi offensive dei Vichinghi erano la spada (sverth), il coltello o pugnale ( sax, handsax), l’ascia (uxa), l’ascia a falce di luna (breidhuxa), la lancia (spjót), la lancia a punta barbata ( krókaspjót), la lancia a punta larga (hoggspjót), l’alabarda (bryntröll, atgeir), l’arco (bog) e le frecce (örum).
Le armi difensive erano lo scudo grande (skjöld), l’elmo (hjálm) e la cotta di maglia (brynja).
Poiché il prezzo del metallo e della sua lavorazione era elevatissimo, solo i re ed i grandi capi potevano permettersi una spada. Il dono di una spada o di un’ascia da parte di un re è considerato nelle saghe un dono preziosissimo, perché solo i re potevano ricorrere ai migliori artigiani ed ottenere armi perfettamente temprate.
Le altre spade erano spesso mal temprate e si piegavano facilmente. Così Kjartan, che è pur sempre un notabile importante, è costretto quando cade nell’ agguato tesogli dai fratelli di Gudrun a raddrizzare più volte la lama della sua spada ( Cap. 49 della Laxdaela: Kjartan hjó stort en sverdii dugdi illa. Bra hann dví jafnan undir fót ser. vale a dire :“Kjartan menava grandi colpi, ma la spada si piegava ed egli era sempre costretto a passarne la lama sotto la scarpa per raddrizzarla”).
Ciò spiega anche perché chi disponeva di una spada, di un elmo e di una cotta di maglia potesse spesso affrontare con successo un numero importante di avversari, perché l’armamento tradizionale era costituito semplicemente da una lancia e da un pugnale (sax) lungo circa 50 centimetri o da un’ascia.
Venivano spesso usati come armi attrezzi agricoli quali l’accetta o la falce, da cui si svilupparono con qualche modifica l’ascia da guerra e l’alabarda.
Capitolo 12
Nel frattempo, gli uomini di Thorvald stavano tornando indietro con i loro sacchi.
Thiostolf agì rapidamente. Afferrata l’ascia a due mani, menò grandi colpi sullo scafo aprendovi una falla larga quanto due posti di rematori. Poi saltò sulla propria barca.
Le scure acque del mare penetrarono nella barca di Thorvald e la fecero affondare con tutto il suo carico. Anche il cadavere di Thorvald andò a fondo ed i suoi compagni non seppero come era stato ucciso, anche se non c’era più alcun dubbio che fosse morto.
Thiostolf remò verso il fiordo, mentre quelli lo maledicevano e gli auguravano di naufragare. Egli non rispose e continuò a remare finché non entrò nel fiordo e giunse a riva. Qui tirò in secco la barca e si diresse verso casa, tenendo alta l’ascia insanguinata.
Hallgerd stava fuori della casa e gli domandò: “ La tua ascia è insanguinata. Che cosa hai fatto?”.
“Ho fatto in modo” rispose” che tu possa sposarti una seconda volta”.
“Mi stai dicendo che Thorvald è morto?” lo interrogò Hallgerd.
“E così” rispose” Ma ora devi darti da fare per salvarmi”.
“Non preoccuparti” gli rispose Hallgerd “Ti manderò verso settentrione, nel Bjarnafjord, a Svanshól, dove Svan ti accoglierà a braccia aperte. Egli incute una tale paura che nessuno andrà a cercarti lassù”.
Thiostolf sellò il cavallo, balzò in sella e si diresse a settentrione verso il Bjarnafjord a Svanshól dove Svan lo accolse a braccia aperte e gli chiese quali novità ci fossero. Thiostolf gli raccontò in tutti i dettagli l’assassinio di Thorvald.
“Ecco chi io chiamo un uomo” disse Svan” Qualcuno che risolve rapidamente i problemi senza lasciare che diventino insormontabili. Ti assicuro che, se ti cercheranno qui, se ne ritorneranno con le pive nel sacco”.
Hallgerd, da parte sua, chiamò il suo domestico Ljót il nero e lo pregò di sellare i cavalli per un viaggio “perché voglio tornare a casa di mio padre”.
Mentre Ljót sellava i cavalli, Hallgerd andò al suo baule, lo aprì, fece chiamare tutti i domestici e diede a ciascuno un dono, cosicché tutti si rattristarono della sua partenza.
Poi si mise in viaggio e cavalcò finché giunse a casa di Höskuld, il quale la accolse affettuosamente perché non conosceva ancora la brutta notizia.
Höskuld chiese a Hallgerd:” Perché Thorvald non è venuto con te?”.
Rispose: “E’ morto”.
“Deve essere stato Thiostolf ad ucciderlo” osservò Höskuld e Hallgerd confermò che così era.
Allora Höskuld disse fra sé e sé: “ Devo proprio sempre credere a ciò che mi dice Hrut. Mi aveva predetto che questo matrimonio avrebbe causato grossi guai, ma ormai è inutile piangere sul latte versato”.
I compagni di Thorvald, da parte loro, dovettero attendere finché qualche imbarcazione non approdò sull’isola. Raccontarono l’assassinio di Thorvald e si fecero subito prestare una barca, con cui si diressero a Reykjanes dove incontrarono Osvif e gli riferirono l’accaduto.
Osvif osservò: “ I cattivi progetti producono cattivi risultati. Riesco a veder bene come sono andate le cose. Hallgerd deve aver inviato Thiostolf al Biarnarfjord e deve essere ritornata a casa di suo padre. Raccogliamo gente e cerchiamo Thiostolf là nelle zone del Nord”.
Così fecero ed andarono in giro in cerca di sostegno. Raccolto un bel gruppo di armati, cavalcarono fino allo Steingrimsfjord e poi fino alla Ljótardal, da dove entrarono nella Selardal e proseguirono fino a Bassastad, dove comincia il costone da cui si scende verso il Bjarnarfjord.
Svan fece un grande sbadiglio e disse: “Sento gli spiriti protettori di Osvif”.
Thiostolf allora balzò in piedi ed afferrò la propria ascia.
Svan gli disse: “Vieni fuori con me. Non c’è bisogno di questa”.
I due uscirono. Svan prese una pelle di capra e se la gettò sopra la testa mormorando:
“Venga la nebbia
ed appaiano mostri e fantasmi
a tutti coloro che ti inseguono”.
Mentre Osvif ed i suoi cavalcavano lungo il costone, venne loro incontro un fitto banco di nebbia.
“Deve essere Svan” osservò Osvif “ Speriamo che non succeda niente di peggio”.
A poco a poco l’oscurità dinanzi ai loro occhi si fece tale che non vedevano più niente e cominciarono a cadere di sella e a perdere di vista i cavalli. Alcuni si impantanarono, altri si inoltrarono nella boscaglia, così che rischiarono di farsi male.
Persero anche le loro armi.
Allora Osvif disse: “Se riesco a ritrovare il mio cavallo e le mie armi, lascio perdere tutto”.
Appena ebbe detto queste parole, la nebbia si schiarì un po’ e riuscirono a ritrovare
i cavalli e le armi.
Molti tuttavia insistevano per continuare le ricerche e così fecero per tre volte, e per tre volte si trovarono avvolti in una fitta nebbia.
Allora Osvif disse: “Sia come sia, ci conviene abbandonare questa impresa. Occorre trovare un altro piano. Mi è venuto in mente che posso andare a trovare Höskuld, il padre di Hallgerd, e chiedergli un risarcimento per la morte di mio figlio, perché dove c’è abbondanza di mezzi c’è anche maggiore possibilità di ottenere soddisfazione.
Discesero quindi la vallata del Brejdafjord e si diressero poi verso Höskuldsstad.
Osvif salutò Höskuld e Hrut, che era in visita dal fratello. Entrambi gli si fecero incontro, lo salutarono e cominciarono a conversare. Höskuld domandò ad Osvif per quale ragione fosse venuto a rendergli visita e quest’ultimo gli spiegò che aveva cercato Thiostolf, senza riuscire a trovarlo.
Höskuld osservò che Thiostolf doveva essersi rifugiato al Nord a Svanhól e che non era affatto facile scovarlo lassù.
“ E’ per questo” lo interruppe Osvif “ che ho deciso di chiedere a te un risarcimento per la morte di mio figlio”.
“Non l’ho ucciso io, tuo figlio, né l’ho fatto uccidere” rispose Höskuld”, ma hai comunque ragione di tentare di ottenere un risarcimento per la sua morte”.
“Ricordati che il naso sta proprio sotto gli occhi, fratello” intervenne Hrut” e che è opportuno evitare che si diffondano voci malevole. Ti conviene quindi pagare ad Osvif un risarcimento per la morte di suo figlio e salvare così la reputazione di tua figlia. La nostra sola via d’uscita è di chiudere al più presto la questione, perché, meno se ne parlerà, meglio sarà”.
Höskuld domandò: “Sei disposto a fungere da arbitro?”.
“Sì, lo sono “ rispose Hrut “ ma non aspettarti da me un trattamento di favore, perché, se vogliamo essere sinceri, non c’è dubbio che è stata tua figlia a farlo ammazzare”
Höskuld divenne tutto rosso e rimase un momento taciturno. Poi si alzò e disse a Osvif:” Se sei d’accordo per comporre così la questione, dammi la mano”.
Anche Osvif si alzò e disse: “ A stretto rigore non sarebbe corretto affidare l’arbitrato a tuo fratello. Ma tu, Hrut, ti sei dimostrato così obiettivo che sono disposto ad accettarti come arbitro.”.
I due si strinsero la mano ed affidarono così l’arbitrato a Hrut , il quale doveva decidere prima della partenza di Osvif.
Hrut fissò un’ammenda di duecento grammi d’argento da pagarsi immediatamente in
una sola rata. Era un buon risarcimento.
Höskuld eseguì subito l’arbitrato.
Hrut si rivolse a Osvif e gli disse: “ Ti regalerò anche un buon mantello che ho portato dalla Norvegia”.
Osvif lo ringraziò del dono e, soddisfatto di come erano andate le cose, tornò a casa.
Qualche tempo dopo Höskuld e Hrut si recarono da Osvif per la divisione dei beni comuni e, messisi d’accordo, ritornarono a casa con la parte che spettava a Hallgerd.
D’ora in poi non sentiremo più parlare di Osvif in questo racconto.
Hallgerd pregò Höskuld di lasciar tornare a casa Thiostolf. Höskuld lo autorizzò a tornare ed in casa l’assassinio di Thorvald fu oggetto di molte conversazioni.
Le greggi di Hallgerd crebbero e si moltiplicarono.
Note
1) Mun Svanur taka vid der bádum höndum = Svan ti accoglierà a braccia aperte.
L’immagine è icastica: “ con le due mani” sembra infatti indicare un’accoglienza particolarmente calorosa, un abbraccio.
2) Ljót hin svarta. E’ menzionato solo qui, col termine „fraend“, che, a stretto rigore, significa „parente“, ma sembra avere piuttosto le funzioni di un domestico. Non è del resto da escludere che le famiglie più abbienti ospitassero lontani parenti meno agiati attribuendo loro funzioni subordinate.
3)“Hún gekk til kistna sinna”= Andò ai suoi bauli. L’uso del plurale lascia qualche dubbio perché non doveva essere frequente nel decimo secolo che le donne islandesi disponessero di molti bauli e soprattutto di oggetti da metterci dentro. Bisogna però ricordare che Hallgerd apparteneva ad una famiglia particolarmente benestante.
4) Per abbandonare l’isola, i compagni di Thorvald, cui Thiostolf ha affondato la barca, devono attendere che giungano altre imbarcazioni e poi farsene prestare una. Con questa si recano a Reykjanes sulla costa situata a nord delle Bjarneyjar, dove si trova Osvif, padre di Thorvald., la cui residenza abituale era stata tuttavia in un precedente capitolo posta a Fell.
5) Il percorso degli inseguitori di Thiostolf parte da Reykjanes e volge dapprima a nord-est per raggiungere lo Steingrimsfjörd, poi dal fiordo risale la valle di Ljót (Ljótardalur) dalla quale passa alla Selardalur fino a Bassastad, da dove discendendo la cresta montuosa si arriva al Bjarnafjörd.
6) Gli antichi Islandesi credevano che ciascuno fosse accompagnato da una sorta di spiriti protettori (cfr. in proposito la credenza cristiana negli angeli). Questi spiriti erano detti “Fylgjur” (seguaci) perché si pensava che accompagnassero la persona su cui vegliavano.
Un chiaro esempio di spirito protettore è fornito dal capitolo 67 della Laxdaela Saga, relativo all’assassinio di Thorgils Hölluson. Quando Thorgils giunge all’Althing “gli si fece incontro una donna di alta statura. Egli cavalcò verso la donna, ma questa si allontanò (Og er their komo à hraunidh adh Völlum sáu their konu ganga í móti sér.
Sú var konu mikil harthla. Thorgils reith í móti henni en hún veik undan).
Svan, che ha la sensibilità del mago, avverte, all’avvicinarsi di Osvif, la presenza dei suoi “fylgjur”.
7)”Geispathi”=sbadigliò. Le visioni venivano spesso in seguito a stati di trance, caratterizzati da lunghi periodi di insonnia, il che piega lo sbadiglio.
8) Il rito magico consistente nel coprirsi la testa con una pelle di capro tende a provocare nella realtà un fenomeno analogo: la nebbia ricopre la superficie della terra.
9)“Sonarbóta”= ammenda per la morte del figlio. Il sistema tradizionale di risarcimento creato dai Vichinghi tendeva ad evitare, per quanto possibile, in caso di ferimenti e di uccisioni, l’applicazione della legge del taglione, cioè la vendetta familiare.ed a soddisfare l’orgoglio della famiglia della vittima. Infatti, solo coloro di cui nessuno si interessava o la cui famiglia era insignificante, rimanevano invendicati o privi di risarimento. Sfumata la possibilità di vendicarsi su Thiostolf, Osvif pensa quindi di chiedere un risarcimento a Höskuld, la persona più vicina ai responsabili del delitto.
10) Höskuld afferma di non essere né l’autore del delitto né il mandante, ma si dichiara disposto a pagare qualcosa. Hrut lo invita invece ad assumersi un a maggiore responsabilità perché sua figlia Hallgerd è chiaramente implicata nell’assassinio del marito e “náid er nef augum”, “il naso è vicino agli occhi”
11) Hrut, designato come arbitro, fissa l’ammenda in “tvö hundruth silfurs”, duecento misure d’argento.
Nel capitolo 38 della saga, Njal dice a Gunnar che non può valutare l’uccisione di una persona particolarmente capace come Atli secondo i criteri fissati per l’uccisione di uno schiavo e fissa l’ammenda a 100 misure d’argento. Si deve quindi ritenere che tale somma corrispondesse almeno al minimo dell’ammenda prevista per l’uccisione di un uomo libero o fosse addirittura superiore, visto che,come ci informa la saga, molti presenti ritennero l’importo dell’ammenda molto elevato.
Ciò ci spiega perché, a sua volta, nel successivo capitolo 40, Gunnar fissi a cento unità d’argento l’ammenda per l’uccisione di Brynjolf, che era un uomo libero.
Nel capitolo 43 della saga Njal fissa a duecento unità d’argento l’ammenda per l’uccisione del suo schiavo liberato Thord. L’importo è molto elevato se si considera che, in precedenza, Njal e Gunnar avevano fissato a cento misure d’argento le ammende pagate perAtli e per Brynjiolf, che erano uomini liberi..
Infatti Njal dice a Gunnar “mun dhér mikith dhykja” (ti sembrerà molto) e spiega poi al figlio Skarphedhin che Gunnar ha pagato doppia compensazione ("tvennu manngjöld")
Nel capitolo 99 della saga Lýting è condannato a pagare duecento misure d’argento per l’uccisione di Höskuld, figlio di Njal.
Nel capitolo 123 della saga Snorri spiega che tre “manngjöld” sono misure unità d’argento (“eru sex hundruth silfurs”).
Da tutto ciò non risulta però chiaramente:
1) a che cosa corrisponda una "misura d'argento";
2) se le somme pagate da Gunnar e da Njal corrispondano al minimo del "manngjöld" o costituiscano importi superiori.
Il commento islandese alla saga di Njal ricorda che il “manngjöld” corrispondeva a tre marchi d’argento per uno schiavo e a sei marchi d’argento per un uomo libero.
Capitolo 13
La saga parla ora di tre fratelli Thorarin, Ragi e Glúm, figli di Oleif Hjalti. Erano uomini ricchi e di grande prestigio. Thorarin, che era soprannominato “il fratello di Ragi”, era un uomo molto intelligente e svolse le funzioni di giureconsulto dell’assemblea dopo Hrafn Haengsson. Abitava a Varmalaek, dove gestiva una fattoria con suo fratello Glúm. Glúm aveva viaggiato molto. Era di alta statura, robusto e di aspetto piacevole. Il loro fratello Ragi era un gran combattente.Questi fratelli erano anche proprietari della fattoria di Laugarnes e dell’isola di Engey nelle regioni meridionali.
Una volta che Thorarinn e Glúm stavano conversando, il primo chiese al secondo se intendesse fare un viaggio d’affari come era sua abitudine.
Glúm rispose che aveva invece pensato di lasciare il commercio.
“A che cosa pensi? “ gli domandò Thorarinn “ Non vorrai mica sposarti?”.
“E’ proprio questo che voglio fare, se troverò la donna adatta”.
Thorarin passò in rassegna le ragazze da marito del fiordo di Borg e chiese al fratello se pensasse ad una di loro, nel qual caso lo avrebbe accompagnato a presentare la domanda di matrimonio.
“Nessuna di quelle che hai nominato” disse il fratello.
“Allora dimmi tu chi vorresti sposare” replicò Thorarinn.
“ Se vuoi saperlo, la ragazza che desidero sposare si chiama Hallgerd ed è la figlia di Höskuld che abita ad Ovest nelle valli del Brejdafjord”.
“ Allora è proprio vero, come dice il proverbio, che le disgrazie degli altri non ci insegnano niente. Aveva già un marito e l’ha fatto ammazzare”.
Glúm rispose: “ Forse non sarà così sfortunata la seconda volta. Ho motivo di credere che non desideri la mia morte. E, se tu vuoi farmi un piacere, vieni con me a chiederla in sposa”.
“Non c’è niente da fare contro il destino” concluse Thorarin “ Ciò che deve accadere, accadrà”.
Glúm ritornò spesso all’attacco con Thorarin, che cercò a lungo di sottrarsi alle sue richieste, ma, alla fine cedette e, raccolta una ventina di uomini, si recò da Höskuld con il fratello. Giunti da Höskuld furono cortesemente accolti ed invitati a pernottare nella fattoria. Il mattino presto Höskuld mandò un domestico a chiamare Hrut. Hrut arrivò subito e trovò Höskuld che lo stava già aspettando nel cortile e che lo informò dell’arrivo dei visitatori.
“Che cosa possono volere?” chiese Hrut.
“ Non me l’hanno ancora detto “ rispose Höskuld.
“Eppure deve trattarsi di qualcosa che ti riguarda” continuò Hrut” Se dovessero chiederti la mano di Hallgerd, che cosa risponderesti?”
“Che cosa mi consiglieresti?” fece Höskuld.
“ Di rispondere favorevolmente, ma di indicare bene i pregi e i difetti della ragazza”.
Mentre parlavano, gli ospiti uscirono nel cortile. I due fratelli si fecero loro incontro e Hrut li salutò cortesemente.
Poi cominciarono a parlare e Thorarinn disse: “ Höskuld, sono venuto qui con mio fratello Glúm per chiederti in suo nome la mano di tua figlia Hallgerd. Tu sai senza dubbio che è un uomo di valore”.
“So bene che siete entrambi persone di valore” rispose Höskuld” ma devo anche ricordarvi che mia figlia è già stata sposata e che il suo matrimonio è finito molto male”,
“Ciò non deve costituire un ostacolo al matrimonio” replicò Thorarin” così come un giuramento falso non deve farci dubitare del valore di tutti i giuramenti. Nulla impedisce a questo matrimonio di andar bene, anche se l’altro è finito male, e non dimentichiamo che è andato male soprattutto grazie agli intrighi di Thiostolf”.
Intervenne allora Hrut:” Se proprio non volete dare importanza a ciò che è successo prima con Hallgerd vi consiglio di fare in modo che, se il matrimonio sarà celebrato, Thiostolf non l’accompagni nella sua nuova casa .e che le sue visite non durino mai più di tre notti senza il consenso di Glúm, essendo inteso che, se dovesse trattenersi più a lungo, Glúm potrà punirlo come se fosse un fuorilegge. Naturalmente Glúm potrà autorizzare visite più lunghe, ma io lo sconsiglio vivamente. Non dobbiamo inoltre procedere come la volta scorsa senza chiedere il parere di Hallgerd. Hallgerd dovrà conoscere tutte le clausole del contratto matrimoniale, incontrare Glúm e decidere liberamente se vuole sposarlo o no. Così non potrà attribuire a nessun altro la colpa di un eventuale fallimento del matrimonio. Tutto dovrà svolgersi con la massima trasparenza”.
“Ora, come sempre” osservò Thorarin” la cosa migliore da fare è seguire i tuoi consigli”
Fu mandata a chiamare Hallgerd, che giunse accompagnata da due altre donne. Era vestita di una sopravveste blu sotto la quale si vedeva una tunica dai bordi scarlatti e portava una cintura d’argento, sotto la quale aveva raccolto i lunghi capelli che le scendevano da ambo i lati fin sotto i seni. Si sedette fra Hrut e suo padre, salutò cortesemente gli invitati, scambiò qualche parola con garbo e buon senso e si informò delle novità. Poi tacque ed attese.
Glúm cominciò: “ Mio fratello Thorarin ed io abbiamo parlato di matrimonio con tuo padre ed abbiamo convenuto che io ti prenderei per moglie qualora anche tu fossi d’accordo. Tu, che sei una ragazza molto intelligente, devi ora dirci se la cosa ti conviene. Se questo matrimonio non ti piace, non ne parleremo più.”
Hallgerd rispose:” So che voi fratelli siete uomini di grande valore e mi rendo conto che questo matrimonio è molto migliore di quello che m’era stato imposto prima. Vorrei però sapere che cosa avete discusso e a quali decisioni siete già arrivati.
Credo che potremo volerci bene, se i nostri temperamenti si accorderanno”.
Glúm le ripeté lui stesso tutte le clausole, entrando nei dettagli di ciascuna di esse, e chiedendo ogni volta conferma a Höskuld e a Hrut dell’esattezza della sua esposizione.
Höskuld confermò che le clausole erano proprio quelle.
“Tu, padre, e tu, Hrut, mi avete trattato in questa faccenda con tale riguardo che desidero conformarmi a quanto avete disposto ed accetto le clausole matrimoniali così come voi le avete convenute”.
Allora Hrut concluse: “ Mi sembra opportuno, Höskuld, che chiamiamo i testimoni e che Hallgerd manifesti essa stessa il suo consenso, se il giureconsulto trova legale questa procedura”
“E’ legale” rispose Thorarin.
Poi furono valutati i beni di Hallgerd, ai quali Glúm doveva aggiungere lo stesso importo, in regime di comunione legale.
Glúm si fidanzò con Hallgerd e poi ritornò a casa con suo fratello. Si stabilì che le nozze si sarebbero svolte nella fattoria di Höskuld.
Prima del matrimonio non accadde più nulla che fosse degno di nota.
Note
1) Thorarinn Ragabrothir fu giureconsulto dell’Althing (lögsögamadhur) dal 950 al 969, dopo il mandato di Hrafn Haengson, che fu il primo lögsögamadhur dal 930 al 949. E’ menzionato con il fratello Ragi nella Landnama Saga. La saga di Njal menziona la sua funzione di giureconsulto.Thorarinn aveva sposato Thordis, la figlia di Olaf feilan, nipote di Unn la saggia (cfr.Cap. 7 della Laxdaela Saga), che era quindi una lontana cugina di Hallgerd.
2)I fratelli vivono a Varmalaek nella Reykjadal, sopra il fiordo di Borg., ma possiedono altresì una fattoria nel sud a Laugarnes, nella zona dove sorge attualmente Reykjavik, e delle terre sull’isola di Engey, situata nella baia di Faxafloi, appena a nord di Reykjavik.
3) L’abbigliamento di Hallgerd è molto elegante: una tunica scarlatta (skarlatskyrtli) tenuta ferma in vita da una cintura d’argento (silfurbelti) e sopra di essa un mantello blu (vefjarmöttul blán). I lunghi capelli son fatti passare sotto la cintura.
4) "Dath dhykir mir rétt ath Hallgerdur festi sog sjalf ef lögmanni dhykir dath rétt": mi sembra bene che Hallgerd si fidanzi se al giurista ciò sembra corretto.
Il problema giuridico sorge dal fatto che, questa volta, il fidanzamento non avviene sulla base della sola volontà del padre, ma con l’espresso consenso della donna, che deve dunque essere ritenuta capace di compiere tale atto. Infatti le donne di età inferiore ai vent’anni non potevano decidere da sole se non erano vedove od orfane, mentre le donne di età superiore ai vent’anni potevano farlo a speciali condizioni.
La vedova non poteva tuttavia risposarsi senza il consenso del figlio maggiore, che ne aveva la tutela.Si vedano, al riguardo, i capitoli 7 e 19 della Laxdaela Saga..
5) Il matrimonio di Hallgerd con Glúm va situato tra il 950 e il 955 d.C.
Capitolo 14
I fratelli raccolsero gente e s si recarono alle nozze accompagnati da molti amici.
Cavalcarono verso nord-ovest in direzione delle valli del Brejdafjord e giunsero a Höskuldstad, dove si erano già radunati molti invitati. Höskuld e Hrut erano seduti su una panca, il fidanzato e i suoi su quella di fronte. Hallgerd sedeva sul palchetto dal lato corto della sala e fece una buona impressione. Thiostolf se ne andava in giro brandendo la sua ascia e dicendo sciocchezze, ma nessuno gli faceva caso.
Celebrate le nozze, Hallgerd partì per il sud con il marito ed i suoi. Quando giunsero a Varmalaek, Thorarinn domandò a Hallgerd se voleva occuparsi della gestione della fattoria.
Hallgerd rispose: “No, non lo desidero”.
Hallgerd fece molta attenzione a come si comportava durante l’inverno e la gente non la trovò antipatica.
Giunta la primavera, i fratelli parlarono del loro patrimonio e Thorarinn disse: “Visto che per voi è più comodo vi lascerò la fattoria di Varmalaek, e mi trasferirò al sud, a Laugarnes, per gestire la fattoria che possediamo laggiù. Le terre di Engey continueremo a sfruttarle insieme”.
Glum si dichiarò d’accordo. Thorarinn si trasferì al sud, e Glum e Hallgerd rimasero a Varmalaek.
Hallgerd assunse nuovi domestici. Era abituata a vivere con larghezza e senza fare troppe economie.
Durante l’estate partorì una figlia.
Glum le domandò che nome avrebbero dovuto darle.
“Dovrà portare il nome di mia nonna materna Thorgerd che, dal lato paterno, discendeva, attraverso molte generazioni, da Sigurd, l’uccisore di Fafnir”.
La bambina fu spruzzata d’acqua e chiamata Thorgerd. Crescendo diventò bella come la madre. Glum e Hallgerd si intendevano bene e le cose andarono avanti così per un po’ di tempo.
Giunse poi dal nord, dal Bjarnarfjord, la notizia che Svan era uscito in barca a pescare ed era stato colto da una grande tempesta provocata dal vento dell’est; la barca era stata spinta nella baia di Veithilaus, dove era affondata, e Svan era sparito.
Alcuni pescatori, che si trovavano a Kaldbak, dissero che era loro sembrato di vedere Svan che entrava nel fianco della montagna detta Kaldbakshorn e che veniva accolto dagli spiriti della montagna, ma altri sostennero che non era vero. Tutti però erano concordi nel dire che Svan non era più stato ritrovato né vivo né morto. Quando Hallgerd apprese la notizia, fu molto rattristata dalla sorte dello zio.
Glum propose poi a Thorarinn di permutare le rispettive fattorie.
Thorarinn rispose che non desiderava effettuare alcuna permuta e lo pregò di riferire a Hallgerd che, se fosse vissuto più a lungo di Glum, avrebbe comunque ripreso Varmalaek.
Glum riferì la risposta a Hallgerd, che osservò: “Thorarinn ha il diritto di aspettarsi questo da noi”.
Note
1) "Hún var komin frá Sigurdi Fáfnisbana“: discendeva da Sigfrido, l’uccisore del drago Fafnir. Hallgerd era figlia di Höskuld, che a sua volta era figlio di Koll e di Thorgerda. Thorgerda era figlia di Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il bianco, figlio di Ingjald, che a sua volta era figlio di Thora, figlia di Sigurd orms í auga, figlio di Ragnar Lothbrók, che aveva sposato Aslaug, figlia di Sigurd Fáfnisbani.
Questo albero genealogico che figura almeno in parte sia nel capitolo 1 della Saga di Njal sia nel capitolo 1 della Laxdaela Saga solleva parecchie difficoltà.
Le fonti storiche menzionano due Ragnar: il primo sarebbe vissuto nell'VIII° secolo d.C., il secondo sarebbe morto nell'865 d.C. Quest'ultimo non va tuttavia preso in considerazione, perché, se si pone la nascita di suo figlio Sigurd tra il'825 e l'830, la nascita di Thora non può essere fissata prima dell'845-850.
Se Thorstein il rosso, nipote di Ingjald, era un uomo adulto quando fu ucciso dagli Scozzesi intorno all’890, se ne deduce che dovrebbe essere nato intorno agli anni 860, prima della morte del padre, Olaf il bianco (ucciso dagli Irlandesi intorno all’870), che doveva a sua volta essere nato tra l’830 e l’840. Di conseguenza Ingjald, dovrebbe essere nato nei primi anni del IX° secolo.
Ciò porta ad una palese incongruenza:
Helgi, il padre di Ingjald, nato negli ultimi decenni dell’VIII° secolo, avrebbe sposato Thora, la madre, in età estremamente avanzata, visto che Thora non sarebbe potuta nascere prima dell’845 circa.
Le storie di Ingjald, Olaf il bianco e Thorstein il Rosso si concentrerebbero inoltre in un periodo di meno di 40 anni, il che appare inverosimile.
Una certa coerenza si ottiene solo supponendo che Ragnar sia un altro capo vichingo attivo nella seconda metà dell'VIII° secolo d.C..
Un’altra e maggiore difficoltà è data dal fatto che, secondo le fonti più sicure, Sigfrido, personaggio leggendario famoso presso tutte le stirpi germaniche, visse intorno alla fine del V° secolo d.C. Per ricollegarlo ad un principe vichingo di nome Ragnar occorre quindi superare un vuoto di almeno tre secoli.
Questo vuoto appariva facilmente colmabile in un’epoca in cui, in mancanza di qualsiasi fonte scritta nel mondo germanico, non poteva esserci nessuna prospettiva storica ed avvenimenti famosi svoltisi secoli prima potevano facilmente venir equiparati sul piano temporale ai fatti di poche generazioni precedenti.
2) “Maerin var vatni ausin”= La bambina fu spruzzata d’acqua. Un’analoga cerimonia è ricordata nel capitolo 28 della Laxdaela Saga per la nascita di Kjartan ( so sveinn var vatni ausin og nafna gefid= il bambino fu spruzzato d’acqua e gli fu dato il nome).
Questo rito pagano sembra avere un significato di purificazione simile a quello del battesimo. Non è però provata l’influenza del cristianesimo, sebbene in questo periodo esso cominciasse a diffondersi nei paesi nordici.
3) Austanvedur = vento dell’est. E’ un vento gelido che soffia dalla Siberia.
Il Veithilausafjord si trova a nord del Bjarnarfjord. Tra i due fiordi c’è la baia di Kaldbak e la fattoria di Kaldbak, a sud della quale c’è lo sperone roccioso del Kaldbakshorn, forse di origine vulcanica.
La fine di Svan è riportata anche nella Landnama Saga “ annegò nel fiordo e sembrò che entrasse nel fianco della montagna”.
Capitolo 15
Thiostolf aveva malmenato uno dei garzoni di Höskuld e Höskuld lo cacciò via. Thiostolf prese il suo cavallo e le sue armi e disse a Höskuld: “Me ne vado e non tornerò mai più”.
“Non sentiremo la tua mancanza” rispose Höskuld.
Thiostolf cavalcò finché giunse a Varmalaek, dove Hallgerd lo accolse amichevolmente e Glum non gli si mostrò ostile. Raccontò a Hallgerd che Höskuld lo aveva cacciato e le chiese ospitalità. Hallgerd gli rispose che non poteva promettergli nulla circa un possibile soggiorno a Varmalaek prima di averne parlato con Glum.
“Andate d’accordo ?” le domandò Thiostolf.
“Sì, ci intendiamo bene” gli rispose Hallgerd.
Poi andò a trovare Glum e , abbracciandolo, gli domandò: “ Se ti chiedessi un favore, me lo faresti?”.
“ Se è qualcosa che si può fare decorosamente, sì. Che cosa desideri?”
Hallgerd gli spiegò: “ Thiostolf è stato cacciato via da mio padre, lassù all’ovest, ed io vorrei che tu gli permettessi di rimanere qui. Ma, se tu non sei d’accordo, non fa nulla”.
“Mi hai chiesto questo favore con tanta gentilezza che te lo concederò.” rispose Glum” Ma sia chiaro che, se si comporterà male, dovrà andarsene subbito”.
Hallgerd informò della decisione Thiostolf, che la ringraziò di aver fatto proprio quanto si aspettava da lei.
Thiostolf rimase dunque a Varmalaek e per un po’di tempo cercò di controllarsi, ma presto fu chiaro a tutti che non era stato un buon acquisto. Litigava con tutti e mostrava rispetto solo per Hallgerd, che tuttavia non prendeva mai le sue parti nelle discussioni.
Thorarinn rimproverò suo fratello Glum per aver permesso che Thiostolf si installasse a Varmalaek, dichiarando che qualcosa di brutto sarebbe accaduto e che le tristi vicende di prima si sarebbero ripetute se Thiostolf fosse rimasto.
Glum gli rispose cortesemente e non ne fece nulla.
LA SAGA DI NJAL (Capitoli 1-45)
tradotta da Giovanni Gallo
con note
Capitolo 1
Mord, detto il suonatore, figlio di Sighvat il rosso, abitava a Völl nella regione dei
Rangarvellir. Era un notabile ricco e molto esperto di procedure legali. La sua fama di giurista era così grande che nessuna decisione giudiziaria veniva considerata vincolante se egli non aveva partecipato alla deliberazione.
Aveva una sola figlia, di nome Unn, bella, amabile e bene educata, che era ritenuta il miglior partito della zona.
Spostiamoci ora ad ovest.
Nella regione chiamata le Valli del Breidafjord abitava Höskuld, figlio di Koll delle Valli. Sua madre Thorgerd era figlia di Thorstein il rosso, figlio di Olaf il bianco, il cui padre Ingjald era figlio di Helgi. Attraverso Thora, la madre di Ingjald, che era figlia di Sigurd serpente nell’occhio, la genealogia della famiglia risaliva al famoso Ragnar dalle brache di pelle. Attraverso Unn la saggia, la madre di Thorstein il rosso, che era figlia di Ketil dal naso piatto, Höskuld discendeva invece da Björn il robusto. Egli risiedeva a Höskuldstad nella Laxardal.
Il suo fratellastro Hrut, figlio di Herjolf, abitava a Hrutsstad. Era un uomo di bell’aspetto, alto e robusto, esperto nell’uso delle armi, di carattere equilibrato, molto saggio, servizievole con i suoi amici e pronto a fornire buoni consigli sulle questioni più importanti.
Accadde una volta che Hrut partecipò ad una festa offerta da Höskuld ai suoi amici e sedeva accanto al fratello.
Höskuld aveva una figlia di nome Hallgerd, che, in quel momento, stava giocando con altre bambine sul pavimento della sala dei banchetti. Era alta e bella ed i capelli, morbidi come seta, le scendevano fino alla vita.
Höskuld la chiamò e le disse di avvicinarsi. Quando la bambina gli fu accanto egli la prese per il mento e la baciò, poi la lasciò andare e, rivoltosi a Hrut, gli domandò:
“Che ne pensi di questa bambina? Non ti sembra davvero bella?”.
Hrut non rispose e Höskuld gli ripeté la domanda.
Allora Hrut disse: “La bambina è veramente bella e farà soffrire molta gente. Ma ciò
che non riesco a capire è da chi abbia preso quegli occhi da ladra”.
Höskuld se ne ebbe a male e, per qualche tempo, i rapporti tra i fratelli si raffreddarono.
I fratelli di Hallgerd erano Thorleik, che fu padre di Bolli, Olaf, che fu padre di Kjartan, e Bard.
Note
1.Cronologia della saga.
I fatti raccontati nella saga si svolgono tra il 930 ed il 1014 d.C. La parte iniziale della saga (cap. 2) menziona infatti una riunione dell’Althing, l’assemblea generale annuale degli Islandesi, che fu convocata per la prima volta nel 930 d.C.
Gli ultimi capitoli descrivono invece la battaglia di Clontarf, che si svolse presso Dublino nel 1014.C.
2 Mord (Mördh) detto Gígja è menzionato nella Laxdaela saga (cap.19), come padre di Unn e suocero di Hrut. Nella Landnamasaga (H 304) è detto che “fu, ai suoi tempi, uno dei notabili più importanti della regione dei Rangárvellir e nessuna assemblea legislativa veniva convocata senza la sua presenza”.
3 Il termine “gígja”indica un antico strumento musicale a corde ( “giga” in italiano,”gigue” in francese), le cui prime immagini risalgono al XII secolo d.C. Da questo termine è derivato il tedesco “Geige” (violino).Gli strumenti a corda derivano dalla “ribab” (ribeca) araba o dall“oud” (liuto) arabi, diffusisi dapprima in Spagna intorno al 9° secolo d.C., in seguito nell’Europa centro-settentrionale durante l’11° secolo ed in Inghilterra a partire dal 1100.E’dunque probabile che il riferimento alla “gígja” sia frutto dell’epoca tardiva della redazione della saga di Njal (13° secolo).
Non è però del tutto da escludere che Mord avesse riportato in Islanda questo strumento tornando da una spedizione commerciale o da una scorreria.
4. Rangárvellir è un termine che indica la regione intorno al fiume Rang (letteralmente : “i campi del fiume Rang”). Si tratta di una regione situata a circa 100 km ad est di Reykjavik ed a circa 300 km a sud del Breidafjord. “Vell” è un termine che significa “campo”, “pianura”.
5. La presenza dell’aggettivo “kurteis” (“cortese”),introdotto nell’uso letterario dai troubadours provenzali verso la fine del XII° secolo d.C: prova che la composizione della saga non è anteriore al XIII° secolo d.C.
6 Il Breidafjord (isl. Brejdhafjördhur) è un ampio fiordo, di circa 150 km di lunghezza, situato sulla costa nord-occidentale dell’Islanda. In esso sfociano numerosi fiumi cosicché la regione situata intorno al fiordo è chiamata le Valli del Breidafjord
(isl. Breidhafjördhdala)
7.Höskuld Dala-Kollson è uno dei personaggi principali della Laxdaela saga. Nato intorno al 905 d.C., morì probabilmente intorno al 970 d.C.
8. Dala-Koll accompagnò in Islanda Unn la Saggia, che lasciò la Scozia intorno
all’890 d.C.dopo la morte del marito Thorstein il Rosso, e ne sposò intorno al 900d.C. la figlia Thorgerd, da cui ebbe il figlio Höskuld.
9. Thorgerd, figlia di Thorstein il Rosso e di Unn la Saggia, sposò in prime nozze
Dala-Koll, da cui ebbe Höskuld, e, in seconde nozze, Herjolf il Norvegese, da cui ebbe Hrut.
10. Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il Bianco, re di Dublino, conquistò molti territori in Scozia, ma fu ucciso dai ribelli scozzesi tra l’880 e l’890 d.C.
11. Olaf il Bianco, re di Dublino, fu ucciso dagli Irlandesi fra l’860 e l’870 d.C.
12. L’albero genealogico fornito nel capitolo 1 della saga di Njal indica Thora, figlia di Sigurd Serpente nell’Occhio, figlio a sua volta del leggendario capo Vichingo Ragnar Lödbrok.,come madre del, trisnonno materno di Höskuld, Ingjald, figlio di Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il Bianco.Affinché questa genealogia risulti coerente, occorre assumere che il Ragnar Lödbrok cui essa si riferisce sia vissuto nella seconda metà dell’VIII° secolo d.C.
13.Le saghe intorno alla figura mitica di Ragnar Lödbrok sono talmente confuse che, per risolvere le loro incoerenze alcuni studiosi hanno ipotizzato che il nome Ragnar sia stato portato da due distinti capi vichinghi di epoche diverse: il primo Ragnar sarebbe morto nel 794 d.C., il secondo, dopo aver compiuto scorrerie in Francia e in Inghilterra, sarebbe stato ucciso da Aella, re di Northumbria, nell’865 d.C.
14 Sigurd, figlio di Ragnar e di Aslaug, doveva il suo soprannome “Serpente nell’occhio” ad un difetto della pupilla, su cui le saghe ricamarono le storie più
fantasiose.Sigurd avrebbe infatti avuto nella pupilla una macchia rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda.Questa macchia avrebbe provato,secondo la saga, l’esattezza dell’affermazione di Auslag di essere la figlia di Sigurd Fafnirsbani (nel Nibelungenlied, Sigfrido, uccisore del drago Fafnir).La genealogia di Höskuld risalirebbe quindi addirittura al mitico eroe Sigfrido.
15. Il bisnonno materno di Höskuld, Ketil il Camuso, è menzionato da fonti irlandesi intorno all’850 .d. C. ed abbandonò la Norvegia intorno all’890, dopo le campagne di conquista condotte dal re Harald Bellachioma, che, salito al trono nell’862 d.C., riuscì ad assoggettare in una ventina d’anni quasi tutto il paese.
16. Il primo capitolo della saga di Njal presenta rapidamente tutti i personaggi che graviteranno intorno a Gunnar di Hlidarendi, protagonista della prima parte della saga.
Il primo gruppo di persone (Mord, Unn, Hrút, Höskuld) fornisce gli attori del matrimonio andato a male che sarà il pretesto per chiamare in scena Gunnar.
Il secondo gruppo (Höskuld, Hallgerd) sarà invece all’origine dell’uscita di scena di Gunnar.
Essendo destinata esclusivamente alla presentazione dei personaggi, la scena in cui compare Hallgerd non è necessariamente anteriore alla storia del matrimonio di Hrút, che è narrata nei capitoli successivi.
Capitolo 2
Una volta, mentre cavalcavano per recarsi all’assemblea, alla quale partecipava molta gente, Höskuld disse a Hrut: “Mi piacerebbe, caro fratello, che tu mettessi ordine nella tua vita e ti cercassi una moglie”.
Hrut rispose:” Ci ho riflettuto a lungo, senza mai giungere ad una decisione. Ma ora, intendo seguire il tuo consiglio.Che cosa dobbiamo fare?”.
Höskuld gli disse: “ Ci sono molti uomini importanti che assistono all’assemblea e le loro figlie offrono una buona possibilità di scelta, ma io ho già in mente la ragazza che fa per te. Si chiama Unn ed è la figlia di Mord il suonatore, uno degli uomini più saggi e stimati. Ha accompagnato sin qui suo padre e così tu potrai vederla, se lo desideri.”
Il giorno successivo mentre si recavano alla seduta dell’assemblea scorsero, accanto al padiglione della gente dei Rangarvellir, una fanciulla di bell’aspetto.
Höskuld la mostrò a Hrut dicendogli: “Ecco Unn, la ragazza di cui ti ho parlato.Che cosa ne pensi?”.
Hrut rispose:”E’ bella. Ma non so se staremo bene insieme”.
Poi si recarono all’assemblea, in cui Mord presentò, come era solito fare, alcune proposte di nuove leggi e poi ritornò alla sua tenda. Höskuld e Hrut lo seguirono ed entrarono anch’essi nella tenda. Mord era seduto in fondo alla tenda. Si alzò, si fece incontro ai fratelli rispondendo al loro saluto e, stretta la mano di ¨Höskuld, lo fece sedere accanto a sé, mentre Hrut si sedeva a fianco di Höskuld.
Parlarono del più e del meno, poi Höskuld disse a Mord che intendeva fargli una proposta: “Hrut vuole sposare tua figlia ed io appoggio il suo desiderio di diventare tuo genero”.
Mord rispose: “ Di te so che sei una persona importante, ma di tuo fratello non so nulla”
“E’ uno che vale più di me” replicò Höskuld”
Mord osservò : “ Dovrai sborsare una somma importante per lui, perché, come sai, mia figlia è la mia unica erede”.
“Ecco che cosa ti propongo” rispone Höskuld “Hrut avrà la proprietà di Kambsnes e di Hrutstad nonché dei terreni che si estendono più all’interno sino a Thrandargils.
Inoltre è padrone di una nave commerciale che è attualmente in navigazione”.
Hrut disse a Mord: “Tieni conto che è per affetto che mio fratello mi dipinge molto migliore di quello che sono. Ma se vuoi prendere in esame la proposta, indicami, per favore, quali sono le tue condizioni”.
“Le mie condizioni” rispose Mord sono le seguenti: “ Darò a mia figlia una dote di 7.200 aune, alle quali tu dovrai aggiungere un terzo preso dal tuo patrimonio. Se avrete dei figli, dividerete il totale a metà.”.
“Accetto queste condizioni “ disse Hrut “ Ora cerchiamo i testimoni”.
Poi si alzarono, si strinsero la mano e stabilirono che il matrimonio si sarebbe celebrato due settimane dopo il solstizio d’estate alla fattoria di Mord.
I due fratelli lasciarono quindi l’assemblea e cavalcarono verso est in direzione del guado dell’Hallbjarná. Lì venne loro incontro,a cavallo, dalla Reykjardal, Thjostolf, figlio di Björn il portatore d’oro, per avvertirli che era approdata alla foce dello Hvitá una nave su cui viaggiava Össur, zio paterno di Hrut, il quale desiderava vedere subito il nipote. Quando Hrut sentì ciò pregò Höskuld di accompagnarlo fino alla nave e Höskuld accettò.
Quando giunsero alla nave, Hrut diede un caldo ed affettuoso benvenuto a suo zio Össur, il quale li invitò nella sua tenda a bere un bicchiere. Dissellarono quindi i loro cavalli ed entrarono nella tenda.
Hrut invitò Össur a trascorrere con lui l’inverno nelle regioni occidentali, ma Össur rispose che non poteva ed aggiunse: “Devo informarti che tuo fratello Eyvind è morto.
Aveva fatto testamento in tuo favore dinanzi al Gulathing, ma se tu non verrai a prendere possesso dell’eredità, i tuoi nemici se ne impadroniranno”.
“Che cosa mi consigli di fare , fratello?” domandò Hrut “ Le cose si complicato proprio ora che ho appena preso accordi per il mio matrimonio”.
“Devi ritornare al sud” rispose Höskuld “ e chiedere a Mord di posticipare la data del
matrimonio, prevedendo un periodo di fidanzamento di tre anni. Io ritornerò a casa e farò portare alla nave le tue merci”.
Hrut gli disse: “ Prendi pure da questo carico farina e legname e quant’altro ti faccia comodo”.
Hrut si fece portare il cavallo e si diresse verso il sud, mentre Höskuld andava ad occidente.
Hrut piegò poi verso est e giunse ai Rangarvellir,dove fu cordialmente accolto da Mord, al quale espose il suo problema e chiese consiglio.
Mord gli domandò di quale somma si trattasse.
Hrut rispose che, se fosse riuscito a recuperare tutta l’eredità, avrebbe intascato l’equivalente di 240 marchi.
Mord osservò :”E’un importo superiore a quello della mia eredità. Devi sicuramente andarci, se lo ritieni opportuno”.
Poi fissarono una nuova data per il matrimonio, stabilendo un periodo di fidanzamento di tre anni.
Fatto questo, Hrut si diresse verso la nave e trascorse l’estate preparandosi alla partenza.
Höskuld portò alla nave le merci di Hrut e questi gli affidò la gestione dei propri beni in Islanda, mentre egli era via, dopodiché Höskuld ritornò a casa.
Poco tempo appresso, approfittando del vento favorevole, salparono e, dopo aver navigato tre settimane, giunsero alle isole Hernar nella Hordaland, da dove proseguirono verso oriente in direzione del golfo di Oslo.
Note
1. La prima riunione dell’Althing, l’assemblea generale annuale degli Islandesi, si svolse nel 930. La scena descritta in questo capitolo non può quindi essere anteriore a tale data.
2.Il lögrett era al tempo stesso l’assemblea legislativa ed il tribunale supremo.
3.Nel testo originale , la proposta di matrimonio è formulata da Höskuld in questi termini : “Vill Hrútur …kaupa dóttur dhína”, cioè “Hrút desidera… comprare tua figlia”. Tale terminologia ricorda che il matrimonio avveniva in origine sotto la forma di un acquisto della sposa da parte dello sposo.Infatti uno dei termini in uso per indicare il matrimonio era “brúthkaup” cioè “acquisto della fidanzata”. Anche il termine “both” (nozze) sembra d’altra parte collegato al verbo “bitha” (offrire)
4.Höskuld elenca tra i beni di cui Hrút entrerà in possesso i terreni di Kambsnes,dove, secondo il cap.19 della Laxdaela saga ,Hrút era sbarcato provenendo dalla Norvegia, di Hrútsstad, zona più all’interno, dove Hrút aveva costruito la propria fattoria, e, più in alto ancora i terreni di Thrandargils. Il termine “skal hafa” sembra indicare che la proprietà di questi beni non sia stata ancora giuridicamente riconosciuta a Hrút. Si può quindi pensare che l’episodio si situi immediatamente dopo la riconciliazione fra Höskuld e Hrút, che avevano litigato per l’eredità di Thorgerd, ma prima della stipulazione ufficiale di un accordo fra i due. Cfr. Laxdaela saga
5..La dote offerta da Mord è pari a 60 centinaia di aune di filato. L’auna, termine che deriva dal latino “ulna” (osso del gomito) è un’antica misura di lunghezza fissata in 1,143 metri, che doveva corrispondere alla distanza fra l’osso del gomito e la punta delle dita. Poiché il termine “hundrath”indicava nelle lingue scandinave , che usavano un sistema di calcolo duodecimale,un insieme di 120 unità, la dote è pari a 7200 aune di filato, cioè a 8229, 6 metri di filato. Nell’Islanda del XII° secolo una vacca valeva fra le 72 e le 100 aune. Un importo di 7200 aune corrispondeva quindi al valore di una mandria di 100 vacche. Un’oncia d’argento valeva 6 aune. Un marco d’argento valeva otto once e quindi 48 aune.
6.Hallbjarnarvörd (il guado di Hallbjörn) doveva trovarsi sul cammino che i due fratelli dovevano percorrere per tornare a casa, quindi ad ovest dei Thingsvellir
7.Thjostolf Bjarnarson è menzionato nella Landnama saga (H15 e S32) nonché nella saga di Harth e di Holmverj (1253)
8.La Reykjardal (la valle dei fumi) andava attraversata prima di raggiungere il Hvitá (il Fiume Bianco), che sfociava nel fiordo di Borg. Era evidentemente possibile risalire per un certo tratto il corso del Hvitá.
9.Il Gulathing era un’assemblea con poteri legislativi e giudiziari che si riuniva presso Gulen, sulla costa occidentale della Norvegia, nella regione di Sogn e del (grande) Fiordo.
10.“Festar” era il fidanzamento, istituto cui si ricorreva di norma se il fidanzato (festarmadur) doveva intraprendere un viaggio.In tal caso la fidanzata(festarmaer) doveva aspettarlo per un periodo di tre anni. La lunga durata del periodo d’attesa si spiegava col fatto che, a quell’epoca, le rotte marittime per l’Islanda erano percorribili solo nel periodo estivo e che il numero delle navi che le percorrevano era assai ridotto, cosicché chi non trovasse posto su una nave poteva facilmente essere costretto ad attendere un anno intero prima di potersi di nuovo imbarcare.
11. Nel linguaggio delle saghe islandesi i termini “’ut” (fuori) e “utan” (dentro), quando si riferiscono a viaggi ,sono usati in un’accezione particolare in quanto “fora ut” (uscire,andar fuori) significa ritornare in Islanda, mentre “fora utan” (rientrare, andare dentro) significa andare in Norvegia. Questa terminologia può spiegarsi con lo stato d’animo dei primi coloni che continuavano inconsciamente a vedere il soggiorno in Islanda come una situazione provvisoria e per i quali, a livello del subconscio, la vera patria era sempre la Norvegia.
12.Le isole Hern sono situate sulla costa occidentale della Norvegia di fronte alla Hordaland.
13. La Hordaland è una regione situata sulla costa occidentale della Norvegia, a sud della regione di Sogn e del. (Grande) Fiordo. In essa si trova il porto di Bergen.
14.Il Vik è la regione del fiordo di Oslo.
15.L’eredità di cui Hrút doveva entrare in possesso valeva 240 marchi d’argento, corrispondenti a 11.520 aune.
Capitolo 3
Regnava allora in Norvegia Harald dalla pelliccia grigia, figlio di Eirik dall’ascia insanguinata e nipote di Harald bellachioma. Sua madre, Gunnhild, figlia di Össur toti, si trovava in quel momento con lui a Kungälv, nell’est del paese.
Si diffuse la notizia che una nave era giunta nel fiordo di Oslo e Gunnhild, non appena lo venne a sapere, domandò se ci fossero degli Islandesi a bordo. Le fu risposto che c’era un uomo chiamato Hrut, nipote di Össur, dal lato paterno.
Gunnhild osservò:” Lo immaginavo. E’ venuto a recuperare la sua eredità, di cui s’è impadronito un certo Soti”.
Poi chiamò uno dei suoi domestici, di nome Ögmund, e gli disse:” Va’ incontro a Össur e Hrut a nord, nel fiordo di Oslo, e di’ loro che io li invito entrambi a trascorrere l’inverno con me e che li aiuterò. Se Hrut mi ascolterà, lo assisterò non solo nella sua vertenza ereditaria, ma anche in qualsiasi altra cosa che gli stia a cuore e non mancherò di dire al re una buona parola in suo favore”.
Ögmund partì ed andò incontro ai due, i quali non appena seppero che era stato inviato da Gunnhild lo accolsero nel miglior modo che potevano.
Egli riferì loro il messaggio che gli era stato affidato.
Poi, zio e nipote cominciarono a riflettere sul da farsi e Össur disse: “Mi sembra , caro nipote, che la nostra decisione sia già stata presa perché conosco il carattere di Gunnhild e so che, se non andremo da lei, ci caccerà dalla Norvegia e ci priverà con la forza di tutti i nostri beni, mentre ,se ci presenteremo a lei, ci tratterà come ha promesso”.
Ögmund ritornò da Gunnhild e le riferì l’esito positivo della sua missione, preannunciandole l’arrivo di Össur e di Hrut.
Gunnhild osservò: “ Me lo aspettavo perché Hrut è un uomo saggio e di buone maniere”. Adesso, non ti resta che attendere il loro arrivo qui ed informarmene immediatamente”.
Össur e Hrut si misero in cammino verso est, in direzione di Kungälv, e , quando vi giunsero, si fecero loro incontro parenti ed amici per dar loro il benvenuto. Chiesero se il re fosse nella sua residenza e fu loro risposto di sì.
Incontrarono poi Ögmund, che portò loro i saluti di Gunnhild , la quale li informava che non poteva invitarli presso di sé prima dell’udienza reale per non dar adito a pettegolezzi e per evitare che si dicesse che li favoriva. Li avrebbe tuttavia aiutati come le sembrava più opportuno. Hrut avrebbe dovuto parlare con franchezza al re e chiedere di essere ammesso a far parte della sua guardia del corpo. La regina inviava inoltre a Hrut un abito da cerimonia che egli avrebbe dovuto indossare quando si fosse presentato al re.
Compiuta la sua missione, Ögmund se ne andò.
Il giorno successivo Hrut disse a Össur:” Presentiamoci al re” e Össur fu d’accordo.
Si fecero accompagnare da parenti ed amici – erano dodici in tutto – ed entrarono nella sala dei banchetti mentre il re stava bevendo.
Hrut si fece avanti e salutò il re, che guardò attentamente quell’uomo vestito con eleganza e gli domandò chi fosse.
Quando Hrut disse il proprio nome, il re gli chiese : “Sei islandese”?
Alla risposta affermativa di Hrut, gli domandò: “Per che motivo sei venuto a trovarci?”.
“Per ammirare lo splendore della vostra corte, Maestà, ed inoltre perché mi è stata lasciata un’importante eredità qui in Norvegia ed avrò bisogno del vostro appoggio per entrarne in possesso”.
Il re rispose: “ Io ho garantito a chiunque la corretta applicazione delle leggi in questo paese. La tua visita ha anche altri motivi?”.
“Vorrei offrirvi i miei servizi, Maestà, e diventare membro della vostra guardia”.
Il re tacque.
La regina Gunnhild , che partecipava al banchetto, osservò rivolgendosi al re :“Mi sembra che l’offerta di quest’uomo sia onorevolissima per voi giacché, se ce ne fossero molti come lui nella vostra guardia, sarebbe veramente composta di ottimi elementi”.
“E’ una persona capace?” domandò il re.
“Capace ed ambiziosa” rispose Gunnhild.
“Mi sembra che mia madre desideri che tu riceva il posto cui aspiri. Tuttavia, per rispetto della nostra dignità e delle consuetudini del paese, la tua domanda non potrà essere immediatamente accettata .Ritorna fra quindici giorni e diventerai membro della mia guardia. Nel frattempo mia madre si occuperà del tuo soggiorno qui”.
Gunnhild diede ordine a Ögmund: “Conducili a casa mia e prepara loro un buon pranzo.
Ögmund uscì e condusse Össur e Hrut ad una casa in muratura, in cui fu preparato per loro un ottimo pranzo. Ögmund indicò a Hrut la sedia di Gunnhild, che aveva la forma di un trono, e gli disse: “Siediti pure lì, finché Gunnhild non tornerà a casa”.
Poi fece servire loro il pranzo
Non era trascorso molto tempo quando giunse Gunnhild, e Hrut fece per alzarsi ed andarle incontro.
“Sta’ pure seduto” gli disse la regina “ e potrai continuare ad occupare questo posto finché sarai mio ospite”.
In seguito si sedette accanto a lui e bevvero insieme.
Giunta la sera, gli disse: “Perché non rimani a dormire con me questa notte?”.
“Come vuoi” rispose Hrut.
Quando andarono a letto, Gunnhild chiuse bene la porta della stanza in alto e dormirono insieme. Il mattino seguente scesero solo per fare colazione e poi per due intere settimane non uscirono praticamente dalla stanza.
Gunnhild disse ai domestici : “ State attenti, perché chiunque andrà a raccontare in giro ciò che succede qui, ci lascerà la pelle”.
Hrut le regalò centoventi aune di filo e dodici mantelli. Gunnhild lo ringraziò e Hrut partì, dopo averla baciata ancora una volta ed averle espresso la propria riconoscenza.
Il giorno successivo Hrut andò a salutare il re con un seguito di trenta uomini.
Il re gli disse:”E’giunto il momento di mantenere la promessa che ti ho fatto “ e lo nominò membro della guardia reale.
Hrut domandò: “Con quale grado?”.
“Lascio la decisione a mia madre” rispose il re.
La regina gli fece attribuire uno dei posti più importanti ed egli trascorse tutto l’inverno con il re, ricevendone grande onore.
Note
1. Harald Gráfell, figlio di Eirík Blódöx e nipote di Harald Hárfagr, regnò sulla Norvegia dal 961 al 970 d.C., quando fu attirato in un agguato dallo zio materno Harald Blǻtand, re di Danimarca, che lo fece uccidere e si impadronì così della Norvegia. Era detto Gráfell perché usava vestire una pelliccia di color grigio.
2. Eirik Blódöx, figlio di Harald Hárfagr, fu re di Norvegia dal 931 al 933 d.C., quando fu costretto a fuggire dinanzi all’avanzata del fratellastro Hakon il buono ed a rifugiarsi in Inghilterra, dove morì combattendo nel 954 d.C. Aveva sposato Gunnhild, che, secondo le fonti più credibili era figlia di Gorm il Vecchio, re di Danimarca. Gli fu attribuito il soprannome di Blódöx, che significa ascia insanguinata, probabilmente per la ferocia con cui fece uccidere alcuni dei suoi fratelli che gli contestavano il trono.
3.Tutte le saghe islandesi affermano che Gunnhild era figlia di Össur Toti e le attribuiscono una vita avventurosa e dissoluta, mentre altre fonti inducono a credere che fosse figlia di Gorm il Vecchio, re di Danimarca. Le fonti islandesi sono tuttavia molto più tarde delle altre e quindi meno attendibili.
4. Konungahella, oggi Kungälv, è situata sulla riva orientale del fiordo di Oslo, un po’a nord di Göteborg, che era allora il centro principale del Gautland, il territorio abitato dai Goti.
5. Soti non sembra essere un nome diffuso in Scandinavia. Nelle saghe è più volte attribuito a figure di pirati, briganti e masnadieri. Crf. La saga di Hallfred lo scaldo.
Un altro nome spesso attribuito, per ovvie ragioni, ai cattivi è Atli (Attila).
6. L’offerta di ospitalità ai naviganti per l’inverno era una tradizione scandinava e islandese. Poiché, infatti, non si poteva navigare durante l’inverno, i marinai erano costretti a cercare ospitalità nel paese in cui erano approdati durante l’estate.
7. Il termine “herbergissveinn” significa “domestico”ed è composto di due parole:
“herberg”che significa “casa, dimora” e “sveinn” che significa “ragazzo”.
8. La saga dice che il re “ var ‘i baenum”, cioè che ,letteralmente, “stava nelle fattorie”.
A quell’epoca non esistevano infatti vere e proprie città, ma i centri abitati erano costituiti da una fortificazione militare (bórg) o da un gruppo di fattorie situate l’una presso l’altra (bae). Un indizio che il nucleo originario delle città nei paesi nordici fu costituito dalle fattorie si può trovare nel fatto che il termine “stad”(stazione, stanza, dimora) da cui deriva il tedesco “Stadt” è usato nelle saghe come parte del nome di numerose fattorie (Höskuldsstad, Hrútsstad, Goddastad, etc.). Anche il termine “gard” che significa “cortile, giardino, fattoria” ha dato origine in Russia, paese che, come si sa, fu in origine colonizzato dai Vikinghi, al termine “Gorod” (città).
Solo più tardi le città cominciarono a svilupparsi anche nei luoghi dove si tenevano i mercati (köping, köbing, köbenhavn) con riferimento al verbo “kaupa” (comprare).
A Kungälv sono stati trovati i resti di una grande fattoria che poteva essere una residenza reale.
9. “Fraendur og vinir” indica “parenti ed amici”.Il termine “fraend”che sembra indicare la parentela vera e propria o una parentela più stretta ha perso nelle lingue germaniche moderne tale accezione e designa ormai semplicemente gli amici (ingl. friend, ted. Freund, neerl. vriend).Il termine „vin“ o „ven“ indicava invece un legame che probabilmente corrispondeva ad una comunanza di stirpe o di clan.
Si può infatti ben immaginare che gli “ovinir” ( i nemici, i rivali, le persone ostili) appartenessero normalmente ad un altro clan o ad un altro villaggio.
10. “Hirth” era la guardia del corpo del re, che costituiva anche il nucleo dell’esercito e ne forniva il nerbo, in quanto formata da militari in servizio permanente. In caso di spedizioni più importanti o di attacchi improvvisi il re poteva anche reclutare fra la popolazione truppe ausiliarie, la cui esperienza militare e le cui capacità combattive erano tuttavia molto più ridotte.
14. Con il termine“hall”si designava nelle case e nelle fattorie la grande sala in cui si svolgevano i banchetti e tutte le cerimonie più importanti della vita familiare.
15.La presentazione di Hrút al re avviene alla fine di un banchetto. Le regole di etichetta enumerate nel Konungskuggsjà (115) prevedono infatti che gli ospiti siano presentati al re quando questi ha finito di mangiare e sta bevendo.
16. I consigli della regina madre sono molto astuti dal punto di vista psicologico. Hrut non deve presentarsi a lei prima di aver incontrato il re, per non causare pettegolezzi e per non dare l’impressione di essere un raccomandato. Deve parlare al re “con franchezza”, cioè senza incertezza o timidezza, per apparire subito come un uomo deciso e risoluto. Deve indossare un abito elegante e costoso perché anche dal suo modo di vestire si deve capire immediatamente che è un uomo ricco e di buona famiglia.
17.All’epoca dei Vikinghi, si usava il “tu” a tutti i livelli nei rapporti sociali.
Nelle saghe non mancano però esempi sia di “pluralis majestatis”sia di forme di rispetto quando un personaggio si rivolge a re, principi, conti ed altri notabili.
Così, nel presente capitolo il re usa più volte l’espressione “alla nostra presenza”
( á vorn fund”), mentre Hrut usa, rivolgendosi al re, l’aggettivo “vostro” ad es.“il vostro splendore” (tign ythra), “vostro uomo” (ythvar mathur).
Esempi analoghi si trovano nella Laxdaela saga.
Quando Jorunn, che è descritta come una donna superba ed orgogliosa, usa il “noi” per rispondere alla proposta di matrimonio di Höskuld, è facile pensare ad un pluralis majestatis, piuttosto che ad un altro modo di dire “ io e la mia famiglia”.
Quando Olaf il pavone si rivolge al conte Hakon per chiedergli il legname necessario alla costruzione di Hjardarholt, usa, come forma di rispetto, la seconda persona plurale.
Si sa però che le saghe furono messe per iscritto nel 13° secolo d.C. e ci si può qundi legittimamente domandare se queste forme di espressione più elaborate non vadano ricondotte a tale epoca.
18. Si ha qui una fine notazione psicologica. A Hrut, che dice di aver bisogno dell’ appoggio regale per rientrare in possesso della sua eredità, il re risponde che non occorre alcun intervento specifico “ perché io ho garantito a tutti l’applicazione delle leggi in questo paese”. Si tratta di una bella enunciazione dell’idea dello Stato di diritto, anche se non sappiamo se a quei tempi – come al giorno d’oggi – la realtà corrispondesse a questi nobili princîpi.
19. Il re non risponde subito alla richiesta di Hrut di entrare nella sua guardia del corpo, ma gli fissa una nuova udienza dopo due settimane, perché era costume, come è provato ancora da fonti del 13° secolo, che i membri della guardia del corpo fossero consultati in merito al reclutamento di un nuovo collega.
20. La saga attribuisce alla regina Gunnhild una residenza in muratura, cosa che appare abbastanza improbabile nella Norvegia del 10° secolo d.C. Se si guarda infatti alla testimonianza di altre saghe, anche grandi edifici come le chiese fatte costruire da Olaf Trygvasson e da Olaf il Santo agli inizi dell’11° secolo erano ancora di legno.
(cfr. Laxdaela saga).
Solo nel 13° secolo i monasteri e i palazzi reali cominciarono ad essere costruiti in muratura, ma le abitazioni comuni continuarono ad essere in legno.
21. L’uso di tappezzerie per coprire i muri sembra un uso di epoca più tarda, legato alla costruzione di castelli ed alla vita delle corti feudali.E’vero che anche la Laxdaela saga afferma che le pareti in legno della casa di Olaf il pavone a Hjardarholt erano ricoperte di tappezzerie, ma non bisogna dimenticare che l’epoca di composizione delle saghe è il 13° secolo e che molto spesso gli autori delle saghe introducono, senza accorgersene, nei loro racconti elementi contemporanei.
22. Il termine “hásaeti” deriva etimologicamente dall’aggettivo “há” (alto) e dal nome “saeti” (seggio) ed indica il trono. (Si veda in proposito anche Dante che, nella Divina Commedia, si riferisce al trono papale con l’espressione “alto seggio”). Nel Medioevo e quindi, a fortiori, durante il periodo vikingo, l’arredamento delle case era ridotto al minimo. Le tavole erano costituite da assi montate su cavalletti e le sedie erano costituite da panche o panchette. Solo gli imperatori, i re ed i grandi signori avevano diritto ad una vera e propria sedia con braccioli e schienale, spesso accompagnato da colonnine, cioè ad un “trono”.
Nelle saghe il termine “hásaeti” è menzionato solo con riferimento a re, regine, conti o notabili di rilevante importanza.
Nella Laxdaela saga sono menzionate, con riferimento a Björn, figlio diKetil il camuso, e ad Unn la saggia, le colonnine che fiancheggiavano lo schienale dei loro seggi.(Capitoli 3 e 5 della Laxdaela saga).
Occorre però tener presente che si trattava di personaggi di notevole rilievo: Björn era il figlio primogenito di Ketil, hersir, cioè signore, della valle di Raum e Unn era la vedova di Thorstein il rosso, che aveva regnato su larga parte della Scozia.
23. Hrút regala alla regina 120 aune di filato, per un valore pari ad un po’ più di due marchi d’argento e 12 mantelli tessuti a casa.
24 .Il seggio nella sala dei banchetti corrispondeva all’importanza sociale di una persona. Si può supporre che il re, lasciando alla madre il compito di indicare il seggio riservato a Hrút, le abbia anche implicitamente permesso di stabilirne il grado come membro della guardia reale
25. Il posto attribuito a Hrut è indicato semplicemente con i termini “saeti” e “sess”, il che conferma quanto detto prima, cioè che, anche a corte, solo il re, la regina ed i principi avevano un “hásaeti”, cioè una vera e propria sedia con schienale, braccioli e colonnine, mentre i cortigiani sedevano su semplici panche.
26. Si può pensare che l’autore della saga, il quale riporta, dopo tre secoli, fatti ricordati dalla sola tradizione orale, confonda il re Harald Harfagr, che regnò fino al 931,con il nipote, Harald Gráfell che regnò dal 961 al 970. Gli elementi forniti dalle varie saghe ci permettono infatti di ritenere che Hrut fosse nato all'inizio del X° secolo d.C. La regina Gunnhild sarebbe nata intorno al 910 d.C. I loro ardori amorosi, comprensibili quando i due erano giovani, risulterebbero un po' meno verosimili una trentina d'anni più tardi.
Capitolo 4
In primavera Hrut venne a sapere che Soti era fuggito in Danimarca con l’eredità. Andò allora dalla regina e la informò della fuga di Soti.
Gunnhild gli disse: “Ti procurerò due navi da guerra, complete di equipaggio, e metterò ai tuoi ordini uno degli uomini più forti, Ulf lo sporco, che è il capo dei nostri
“attendenti”.Ma, prima di salpare, rendi visita al re.
Hrut si recò dal re e lo informò della fuga di Soti e della propria intenzione di inseguirlo.
Il re gli domandò: “Che aiuto ti ha fornito mia madre?”.
“Due navi da guerra e Ulf lo sporco come capo degli equipaggi”.
“Molto bene” commentò il re “Ed io ti fornirò altre due navi, perché avrai certamente bisogno di molta gente”.
Poi accompagnò Hrut alle navi e gli augurò buona fortuna.
Hrut ed i suoi marinai salparono verso il sud.
Note
1. Le navi da guerra erano lunghe e snelle ed erano perciò chiamate “navi lunghe”. Queste loro caratteristiche le rendevano però inadatte alla navigazione in alto mare, per la quale erano invece utilizzato un tipo di nave più largo e con i bordi più alti, detto “knarr”.
.
2. La guardia reale era composta da un certo numero di guerrieri di nobili origini, che avevano funzioni di comando (e che potrebbero essere paragonati agli ufficiali di un esercito), e da altri, chiamati “gesta” (ospiti), che costituivano la truppa. I militari di truppa erano utilizzati per recare messaggi od eseguire altri incarichi, erano alloggiati in una sala diversa da quella degli ufficiali, detta “gestaskal”, e si ritrovavano con gli ufficiali solo per partecipare a spedizioni, sfilate o cerimonie solenni.
3. Il “gestarhofdingj”(capo della truppa) potrebbe essere paragonato ad un maresciallo maggiore.
4. L’equipaggio di una nave da guerra era costituito da una cinquantina di uomini.
Il re stima tuttavia che la forza di cui dispone Hrut, pari ad un centinaio di uomini, sia insufficiente ad affrontare l’impresa cui egli si accinge e raddoppia il numero delle navi e degli uomini.
5..Se si assume che il cap.2 faccia riferimento alla prima sessione dell'Allting, svoltasi nel 930d.C., i fatti di cui si parla in questo capitolo si svolgerebbero un paio d'anni più tardi, intorno al 932 d.C.
Capitolo 5
Atli, figlio del conte Arnvid di Östergotland, era un famoso pirata che aveva raccolto una flotta di otto navi, ad est, nel lago Mälären. Suo padre si era rifiutato di pagare tributo al re Hakon Adalsteinfostri ed era stato costretto a fuggire, con i figli, dallo Jamtaland nel Gotland. Atli era uscito dal lago con la sua flotta attraverso lo stretto di Stokk e si era diretto a sud verso la Danimarca, dove si era posto in agguato nell’Öresund. Era stato dichiarato fuorilegge tanto in Danimarca quanto in Svezia per le razzie ed i massacri che aveva compiuto in entrambi i regni.
Hrut fece rotta a sud in direzione dell’Öresund e quando giunse all’imboccatura dello stretto vide che vi erano molte navi alla fonda.
Ulf gli domandò: “Che cosa dobbiamo fare ora, Islandese?”.
“Andare avanti” rispose Hrut “perché chi non risica, non rosica. La nave su cui stiamo Össur ed io navigherà per prima. Quanto a te, puoi fare come preferisci”.
“Non ho l’abitudine di ripararmi dietro gli altri” replicò Ulf e fece avanzare la sua nave a fianco di quella di Hrut.
Entrarono così nello stretto.
Quelli che erano alla fonda nello stretto videro le navi e ne informarono subito Atli, il quale disse: “Ecco l’occasione di procurarci un buon bottino. Dite agli uomini di togliere le tele dal ponte delle navi e di prepararsi subito al combattimento. Io starò con la mia nave al centro della flotta”.
Poi remarono verso le navi di Hrut, e, quando furono a portata di voce, Atli si alzò e urlò: “ Siete stati piuttosto imprudenti. Non vi siete accorti che c’erano navi da guerra nello stretto? Chi è il vostro capo?”.
“Mi chiamo Hrut” fu la risposta.
“Da chi dipendi?”domandò Atli.
“ Presto servizio nella guardia del corpo di Harald Gráfell” replicò Hrut.
“E’ da lungo tempo che io ed i miei non siamo in buoni rapporti con i vostri re di Norvegia” disse Atli.
“Peggio per voi” rispose Hrut.
“Non credo che avrai la possibilità di andare in giro a raccontare del nostro incontro” concluse Atli e scagliò la sua lancia contro la nave di Hrut, colpendo a morte l’uomo che stava a prua.
Poi cominciò la battaglia, ma non fu facile abbordare la nave di Hrut. Ulf , da parte sua, combatteva valorosamente di punta e di taglio.
Asolf, l’uomo che stava sulla prua della nave di Atli, balzò sulla nave di Hrut ed abbatté quattro uomini prima che Hrut lo scorgesse e lo affrontasse. Quando si scontrarono, Asolf trapassò con la lancia lo scudo di Hrut, ma questi lo colpì a morte con la spada.
Ulf lo sporco vide lo scontro e commentò: “ Hai dato un gran bel colpo, Hrut, ma ricordati che ne devi ancora molti a Gunnhild”.
“Dannata linguaccia” replicò Hrut.
Nel frattempo Atli aveva notato che Ulf si era scoperto e gli scagliò contro una lancia trafiggendolo.
La battaglia diventava sempre più feroce. Atli balzò sulla nave di Hrut e si aprì la via a colpi di spada. Össur gli si fece incontro per colpirlo con la spada, ma dovette tirarsi indietro per fronteggiare l’attacco di un altro combattente.
Atli e Hrut si affrontarono. Atli colpì dall’alto in basso lo scudo di Hrut e lo spezzò, ma in quel momento ricevette una sassata sulla mano e lasciò cadere la spada. Hrut prese la spada e colpì Atli alla gamba e poi gli diede il colpo di grazia.
Hrut ed i suoi fecero un ricco bottino e tennero per sé le due migliori navi della flotta di Atli, poi rimasero qualche tempo all’ancora per riparare le navi.
Nel frattempo, Soti passò al largo e veleggiò verso la Norvegia. Giunto sulla costa di Limgard, scese a terra ed incontrò per caso Ögmund, il domestico di Gunnhild.
Ögmund, che lo aveva immediatamente riconosciuto, gli domandò quanto tempo intendesse restare in Norvegia e Soti rispose “ Tre notti”, aggiungendo, in risposta ad un’altra domanda di Ögmund, che poi si sarebbe diretto ad ovest verso l’Inghilterra e che non sarebbe più tornato finché la Norvegia fosse rimasta nelle mani di Gunnhild.
Ögmund partì ed andò a trovare Gunnhild, che partecipava, poco lontano, ad una festa insieme con suo figlio Gudröd e le riferì le intenzioni di Soti. Gunnhild pregò subito suo figlio di andare ad uccidere Soti.
Gudröd partì immediatamente e, colto di sorpresa Soti, lo fece trascinare a terra ed impiccare sul posto, poi prese tutti i suoi beni e ritornò dalla madre. Ella diede ordine ai suoi domestici di portare tutti quei beni a Kungälv, dove ritornò più tardi ella stessa.
Hrut ritornò in autunno con un grande bottino e si recò subito a rendere omaggio al re che lo accolse amichevolmente. Offrì al re ed a sua madre la quota di bottino che volessero ed il re ne prese un terzo. Gunnhild riferì a Hrut che aveva recuperato l’eredità e fatto uccidere Soti. Hrut la ringraziò e le diede metà degli averi recuperati.
Note
1. Atli (Attila) era uno dei figli del conte (jarl) Arnvid , che era stato costretto a fuggire dallo Jamtaland nel Gautaland per non essersi sottomesso al re Hakon Adalsteinsfostri.
2. Lo Jamtaland è una regione che oggi è situata nella parte nord-occidentale della Svezia. Il fatto che a quei tempi il re di Norvegia potesse imporre un tributo ai capi locali mostra che, in quel periodo di formazione dei due regni di Svezia e di Norvegia, le frontiere non erano ancora ben definite e numerose regioni, più o meno indipendenti, potevano essere rivendicate sia dall’uno che dall’altro regno.
3.L’Östergötland (eystri Gotland) è una provincia svedese che con il Vestergötland¨(vestri Gautland), di cui è capoluogo Göteborg, costituì fino intorno all’anno 1000 d.C. il regno dei Gautar (Goti), distinto da quello degli Svear (Svedesi), che aveva come capitale Uppsala. Il territorio dell’Östergötland è situato a sud del lago Väner,
mentre il Vestergötland, situato sulla costa occidentale della Svezia, confina per un certo tratto con la Norvegia.
4. Hakon Adalstheinfostri, così soprannominato perché il suo padrino di battesimo era stato il re d’Inghilterra Atelstano, presso la cui corte era stato mandato ancor bambino dal padre Harald Bellachioma, regnò sulla Norvegia dal 936 al 961 d.C.
5. Atli si era fatto pirata ed aveva messo insieme, attraverso razzie e saccheggi, una piccola flotta di otto navi nel Lag o Lögur, che era quell’insieme di piccoli laghi collegati fra di loro attualmente chiamato Mälären, nei pressi di Stoccolma.
Il termine Lag (pl. Lögur) appare chiaramente collegato al latino “lacus”, da cui l’italiano “lago”.
6. Lo Stocksund, situato nell’attuale comune di Dirkaved, presso Stoccolma, è un braccio di mare che permette di passare dal Mälären al mare aperto. Quando Atli, che era ricercato dal re dello Svealand per i suoi misfatti, capì che la situazione si faceva insostenibile, passò in mare aperto e si diresse verso la Danimarca.
7. Lo Svealand o Svialand era il regno degli Svear,che occupava in origine la zona centrale dell’attuale Svezia, intorno al lago Mälären. La sua capitale era Uppsala.
8. L’Öresund è il braccio di mare che separa attualmente la Danimarca dalla Svezia. A quei tempi entrambe le sue rive erano danesi, perché la Scania fu conquistata dalla Svezia soltanto alla fine del 17° secolo. Era un posto ideale per le imprese piratesche in quanto passaggio obbligato di tutto il commercio marittimo tra il Baltico e
l’Europa occidentale.
9.Atli era stato dichiarato “utlagi” (bandito), sia in Svezia sia in Danimarca, a causa delle sue imprese piratesche.
10.Hrut, salpato dal fiordo di Oslo, fa rotta verso il sud per recarsi in Danimarca e non appena arriva con le sue navi all’imboccatura dell’Öresund incontra i pirati.
11. Le navi da guerra non avevano un ponte, perciò quando erano all’ancora, venivano ricoperte con un telo.
12. “Stafnbui” era l’uomo che stava a prua della nave e che era quindi il primo ad andare all’arrembaggio o a sostenere l’attacco del nemico. Per questa ragione il posto era riservato a combattenti di provata esperienza.
13. La battutaccia di Ulf non gli porta fortuna. Infatti, mentre la pronuncia, si distrae e viene colpito a morte da Atli.
14. Mentre le navi di Hrut sono ferme per riparare i danni della battaglia, Soti, forse informato dei fatti, passa al largo e riesce così a sfuggirgli, dirigendosi verso la Norvegia.
15. Soti fa scalo a Limgard, nella regione di Aust-Agder, sulla costa occidentale del fiordo di Oslo, con l’intenzione di recarsi in Inghilterra.
16.Gudröd è uno dei numerosi figli di Eirik Blödöx e Gunnhild. Fu ucciso nel 999 d.C. dopo che era sbarcato in Norvegia per rivendicare il trono contro Olaf Tryggvason.
17. Riferimenti cronologici.
Il re Hakon, il figlioccio del re d'Inghilterra Atelstano, salì nel 933 d.C. sul trono norvegese, da cui cacciò il fratellastro Eirik dall'ascia insanguinata.
I fatti narrati in questo capitolo si svolgono quindi in un periodo di poco successivo al 933 d.C. e la menzione di Gudröd, che visse nella seconda metà del X° secolo, è chiaramente dovuta ad una disattenzione dell'autore della saga.
Capitolo 6
Hrut rimase con il re durante l’inverno e godeva di molta considerazione, ma, quando giunse la primavera, si fece taciturno.
Gunnhild se ne accorse ed una volta che i due si ritrovarono soli gli domandò: “Hai qualche pensiero che ti tormenta, Hrut?”.
“Si dice” rispose Hrut” che è triste abitare in terra straniera”.
“Vuoi ritornare in Islanda?”.
“Sì”.
“C`è una donna che ti aspetta laggiù”?
“No”
“Ed io, invece, sono certa del contrario".
Dopo questo scambio di battute si separarono.
Hrut si recò poi a salutare il re, che gli chiese che cosa volesse.
“Voglio pregarti, Signore, di autorizzarmi a tornare in Islanda”.
“Pensi che là riceverai più onori di qui?”gli domandò il re.
“Non lo credo “rispose Hrut”, ma ciascuno deve seguire il proprio destino”.
“E` un uomo ostinato” intervenne Gunnhild, rivolgendosi al figlio “Lascia che vada dove gli pare”.
C’era stato un cattivo raccolto nel paese, ma il re riuscì a procurare a Hrut le provviste che questi desiderava.
Hrut e Össur fecero i preparativi per il viaggio e, quando tutto fu pronto, Hrut andò a prendere congedo dal re e da Gunnhild.
Gunnhild lo prese da parte e gli disse “Eccoti un anello d’oro, che voglio regalarti” e glielo mise al dito.
“Mi hai già fatto molti bei regali” le rispose Hrut.
Gunnhild lo abbracciò, lo baciò e gli disse: “ Se io ho veramente su di te il potere che credo di possedere, allora desidero che tu non riesca ad avere dei rapporti fisici con la donna che pensi di sposare in Islanda, pur senza perdere la tua capacità sessuale”.
Hrut le sorrise e si allontanò. Poi si recò dal re e lo ringraziò di tutti i favori che gli aveva fatto. Il re gli augurò buon viaggio ed affermò che Hrut era un uomo di valore, degno di essere annoverato fra i notabili del regno.
Hrut si recò poi alla nave e salpò. Trovò venti favorevoli e giunse al fiordo di Borg.
Non appena tirata a secco la nave, si diresse a casa, mentre Össur sorvegliava lo scarico delle marci. Hrut cavalcò fino a Höskuldstad, dove fu bene accolto da suo fratello, al quale raccontò tutti i suoi viaggi. In seguito mandò un messaggero ad est da Mord il suonatore per fissare la data delle nozze. Poi i due fratelli si diressero alla nave e Höskuld fece a Hrut il rendiconto della gestione dei beni, che si erano di molto accresciuti durante la sua assenza.
Hrut disse: “ Tu non sarai mai ricompensato abbastanza per quello che hai fatto, fratello, ma ti darò tutta la farina di cui avrai bisogno per la tua famiglia durante l’inverno”.
Poi tirarono in secco la nave e, dopo averla ben fissata, trasportarono tutte le merci nelle valli del Breidafjörd.
Hrut rimase a Höskuldstad fino a sei settimane prima dell’inverno.
Poi, i due fratelli, accompagnati da Össur e da altri sessanta uomini si misero in viaggio per il matrimonio di Hrut e cavalcarono finché giunsero nelle regioni orientali a Rangarvoll, dove già si erano raccolti molti invitati.Gli uomini sedettero sulle panche, le donne sul palco. La sposa aveva però l’aria triste. Ci fu una grande festa ed essa si comportò molto bene. Mord versò la dote della figlia e la lasciò partire con Hrut verso ovest. Cavalcarono finché giunsero a casa. Hrut le attribuì piena autorità per la gestione della casa e tutti ne furono soddisfatti. Tuttavia non ci fu tra gli sposi una grande intesa sul piano sessuale e così trascorse l’inverno.
Giunta la primavera, Hrut dovette recarsi nei fiordi occidentali per riscuotere il pagamento delle merci che aveva venduto a credito. Prima che partisse, Unn gli domandò se intendeva ritornare prima che gli uomini si recassero all’assemblea annuale.
“Perché me lo chiedi” la interrogò Hrut.
“ Voglio recarmi anch’io all’assemblea e vedere mio padre” rispose Unn.
“Va bene” fece Hrut “Ti porterò con me all’assemblea”.
“Grazie” rispose Unn.
Hrut partì da casa, si recò nei fiordi occidentali, dove riscosse i suoi crediti, e fece subito ritorno. Non appena tornato, si preparò per l’assemblea e pregò tutti i suoi vicini di accompagnarlo. Anche Höskuld, suo fratello, si recò all’assemblea.
Hrut disse ad Unn: “ Se intendi ancora assistere all’assemblea, come mi avevi detto, preparati e vieni con me”.
Unn si preparò rapidamente. I due partirono e giunsero all’assemblea.
Unn si recò alla tenda di suo padre, che la accolse con affetto, ma aveva l’aria abbattuta. Il padre se ne accorse e le disse: “Ti ho già vista di miglior umore.
Che cosa ti tormenta?”.
Unn si mise a piangere e non rispose.
Suo padre insistette: “ Perché sei venuta all’assemblea se non vuoi rispondermi né confidarti con me? Non sei contenta là nelle regioni occidentali?”.
Unn rispose: “Darei tutto quello che possiedo per non essere mai andata lassù”.
Allora Mord disse: “Devo subito chiarire questa faccenda”.
Mandò a chiamare Hrut e Höskuld, che si presentarono subito. Mord si alzò, li accolse amichevolmente e li invitò a sedersi. Cominciarono a parlare del più e del meno ed ebbero una lunga conversazione.
Ad un certo punto, Mord chiese a Hrut: “Perché mia figlia non si trova bene con te ?”.
Hrut rispose: “Lasciamo dire a lei stessa se ha qualcosa da rimproverarmi”.
Ma nessuna accusa precisa fu sollevata contro Hrut. Questi, da parte sua, fece venire i vicini ed i domestici perché testimoniassero sul modo in cui trattava sua moglie. Tutte le testimonianze gli furono favorevoli e risultò che Unn aveva piena libertà di fare ciò che voleva.
Mord le disse: “Torna a casa tua e non lamentarti più perché tutte le testimonianze sono state più favorevoli a tuo marito che a te”.
Hrut e sua moglie lasciarono l’assemblea e tornarono a casa. L’estate trascorse abbastanza bene, ma durante l’autunno i rapporti peggiorarono e quando giunse la primavera la situazione era pessima.
Hrut doveva nuovamente recarsi per affari nei fiordi occidentali e disse che non avrebbe partecipato all’assemblea. Unn non fece commenti. Hrut partì non appena fu pronto.
Note
1.“Vid ramman mun reip ad draga” significa “ stai cercando di speronare una forte nave” ed è una metafora tratta dalla terminologia della guerra navale.
2.In molte saghe nordiche Gunnhild è presentata come una specie di fattucchiera, esperta in arti magiche che avrebbe imparato dai Finni. Cfr. l’Heimskringla di Snorri Sturlason.
3.Borgarfjörd. Il fiordo di Borg era situato a sud del Breidafjörd. Borg era la sede della famiglia di Egill lo scaldo.
4.“Red Hrútur vestur heim”: „si dirige a casa cavalcando verso ovest“. In realtà la posizione del Breiafjörd rispetto al fiordo di Borg era piuttosto in direzione nord-ovest.
5.“Sendi hann mann austur à Rangarvöllur“: "mandò un uomo ad est verso i Rangarvöllur”. Anche qui la direzione è indicata sommariamente, in quanto i Rangarvöllur son situati a sud-est rispetto al Breidafjörd.
6. I beni di Hrut si erano molto accresciuti durante la sua assenza.
Se la cosa, a prima vista, può parere strana, non bisogna dimenticare che le ricchezze dei coloni islandesi erano costituite soprattutto da bestiame (pecore, capre e bovini), come risulta dal termine usato per indicare i beni mobili “fé”, che significa pecore
Cfr. al riguardo il latino “pecus” (bestiame”) da cui derivò il termine “pecunia” (denaro, ricchezze). L’incremento naturale delle mandrie e delle greggi aveva quindi portato ad un aumento della ricchezza di Hrut.
7. Hrut rimase a Höskuldstad fino a sei settimane prima dell’inverno, cioè fin verso la metà di settembre.
8. Nella grande sala gli ospiti di sesso maschile sedevano su banchi collocati accanto alle pareti più lunghe, mentre le donne sedevano su un palco di legno chiamato “langpallur” se collocato nel lato lungo della sala o “dverpallur” se collocato nel lato corto.
9.“Heimanfylgja”: dote. Terra o beni mobili che la donna porta con sé come dote quando si sposa ed esce dalla casa paterna (heiman).
10.Il periodo di 2 anni e mezzo durante il quale si svolgono i fatti narrati in questo capitolo potrebbe essere il periodo che va dal 934 d.C. al 936 d.C.
Capitolo 7
Mentre si avvicinava la data dell’assemblea annuale, Unn chiese a Sigmund Össurarson se fosse disposto ad accompagnarla a Thingsvellir. Sigmund rispose che non intendeva far torto al suo parente Hrut.
“Te l’ho chiesto” precisò Unn “ perché tu sei la persona che mi deve più favori”.
“Sigmund pose allora una condizione:” Accetto di accompagnarti, ma dovrai tornare indietro con me e non dovrai ordire alcun intrigo né contro Hrut né contro di me”.
Unn si impegnò a fare ciò che le si chiedeva e partì con Sigmund per Thingsvellir, dove incontrò suo padre Mord, che la accolse con affetto e che le offrì ospitalità nel proprio padiglione durante l’assemblea. Unn accettò volentieri l’offerta.
Mord domandò alla figlia : “Cosa mi racconti di tuo marito Hrut?”.
Unn gli rispose: “ Non posso che parlarne bene per tutto ciò che dipende dalla sua volontà”.
Mord rimase un momento silenzioso, poi le disse: “ Figlia mia, tu sei turbata da qualcosa che vuoi far sapere soltanto a me. Confidati con me e vedrai che riusciremo a risolvere nel modo migliore i tuoi problemi”.
Si recarono quindi in un posto isolato dove nessuno potesse udire la loro conversazione.
Allora Mord disse alla figlia: “Adesso raccontami tutte le difficoltà che hai con tuo marito e non lasciare che diventino enormi proprio a furia di pensarci sopra”.
“ Va bene” rispose Unn “ Voglio lasciare Hrut e ti racconterò tutte le ragioni che mi inducono a farlo. Egli non riesce ad avere con me rapporti sessuali soddisfacenti per quanto sia sotto tutti gli aspetti un uomo estremamente virile”.
“Come può succedere una cosa del genere?” si stupì Mord “Spiegati meglio”.
“Quando mi si avvicina, il suo membro è così grosso che non riesce a penetrarmi.
Abbiamo tentato in tutti i modi di congiungerci, ma non ci siamo riusciti. Eppure, ho constatato che la sua struttura fisica non è per nulla diversa da quella degli altri uomini”.
Mord, allora, le disse: “ Hai fatto bene a confidarti con me. Ho immaginato un piano che ti sarà utile, se lo seguirai con cura e non te ne discosterai minimamente. Per prima cosa devi ritornare a casa ed accogliere come si deve tuo marito quando rientrerà dal suo giro d’affari. Devi essere gentile e premurosa con lui; così penserà che tutto stia andando per il meglio. Non mostrarti mai irritata. Quando si avvicinerà la primavera, fingi di non sentirti bene e mettiti a letto. Hrut non cercherà di indagare le cause della tua malattia né di metterti alle strette, ma piuttosto dirà a tutti i domestici di fare quanto possono per aver cura di te. Più tardi, lui e Sigmund dovranno recarsi nei fiordi occidentali e riportare indietro di là le loro greggi e dovranno perciò rimanere assenti parecchio tempo durante l’estate. Quando la gente partirà per l’assemblea, e tutti gli abitanti delle Valli che avevano intenzione di partecipare all’assemblea si saranno messi in viaggio, ti alzerai dal letto e parlerai ai domestici da cui intendi farti accompagnare. Prima di partire, andrai nella tua camera, insieme agli uomini con cui farai il viaggio, e, dopo esserti posta accanto al letto coniugale, dalla parte di tuo marito, chiamerai i presenti a testimoni del fatto che ti dichiari divorziata da lui, come ti consentono di fare le decisioni dell’assemblea e le leggi del paese. Ripeterai la stessa dichiarazione in presenza dei testimoni dinanzi alla porta principale della vostra casa. Una volta partita, dovrai attraversare prima la brughiera della Laxardal e poi la brughiera di Holtavardi, perché non ti cercheranno fino al fiordo di Hrut. Di lì proseguirai finché non arriverai da me. Quando sarai giunta qui, mi occuperò io degli aspetti legali della faccenda e ti garantisco che non ricadrai mai più nelle sue mani”.
Unn tornò dall’assemblea e Hrut, che nel frattempo era rientrato, l’accolse con affetto.
Ella gli rispose cortesemente e si mostrò gentile e premurosa con lui. Durante l’estate ed il successivo inverno le loro relazioni furono buone. All’avvicinarsi della primavera Unn si ammalò e si mise a letto. Hrut dovette partire per i fiordi occidentali, ma prima di mettersi in viaggio ordinò ai domestici di fare tutto il necessario per prendersi cura di lei nel modo migliore.
Quando giunse l’epoca dell’assemblea annuale, Unn fece i preparativi per il viaggio, eseguì tutte le formalità che sono state prima ricordate e partì per l’assemblea. La gente della zona la inseguì, ma non la trovò.
Mord fece una buona accoglienza alla figlia e le domandò se avesse seguito alla lettera le sue istruzioni.
“Ho fatto esattamente come mi avevi detto” rispose Unn.
Allora Mord si recò alla Roccia della legge e dichiarò pubblicamente che Unn e Hrut erano legalmente divorziati.
La notizia fece scalpore.
Unn ritornò alla casa di suo padre e non si fece mai più vedere nelle regioni occidentali.
Note
1.Non si sa nulla di Sigmund Össurarson, ma poiché egli dice di essere “fraendi”, cioè parente di Hrut, si potrebbe pensare che fosse figlio di Össur, zio di Hrut.
2. Il termine “ félag” ( da cui deriva l’odierno inglese “fellow”), qui usato nel senso di marito, significa etimologicamente socio, colui che portava in un’iniziativa comune il proprio capitale, in origine costituito da pecore. Il senso originario di “félag” è infatti “colui che conferisce le pecore” da “fé” (pecora) e “laga” ( mettere, depositare)).
3. La procedura di divorzio su iniziativa della moglie esigeva, secondo la legge islandese, tre distinte dichiarazioni di divorzio dinanzi a testimoni. La prima doveva essere effettuata accanto al letto matrimoniale, la seconda dinanzi alla porta principale della casa ( la cosiddetta “karldyr” o porta degli uomini), la terza dinanzi alla Roccia della legge in occasione dell’assemblea generale.
4. Considerate le limitatissime conoscenze mediche, anatomiche e psicologiche dell’epoca e della regione, tutti i numerosi fenomeni di cui risultava impossibile dare una spiegazione venivano subito ricollegati a magie e stregonerie. Così, nella saga di Njal, le difficoltà che incontrano Unn e Hrut non vengono attribuite, come ci sembrerebbe logico, a cause fisiche o psicologiche bensì alla maledizione dell’amante in precedenza abbandonata da Hrut.
5. Mord istruisce la figlia affinché compia correttamente tutte le formalità giuridiche necessarie perché il divorzio su iniziativa della moglie sia considerato valido.
Mancando a quell’epoca qualsiasi documentazione scritta, la validità di un atto dipendeva dal rispetto di rigorose esigenze di pubblicità, ancora più severe quando l’iniziativa veniva presa da una donna, che nel sentire comune dell’epoca era considerata volubile ed incostante. Solo così si spiega infatti che alla donna fossero necessarie per divorziare tre dichiarazioni di identico tenore, mentre all’uomo era sufficiente una sola dichiarazione.
Il numero dei testimoni richiesti dipendeva dall’importanza dell’atto. Ad esempio, nella saga della Valle dei salmoni, un atto importante come la vendita di una fattoria viene considerato nullo perché concluso in presenza di un numero insufficiente di testimoni.
6. Hrut deve, come risulta dalla saga, recarsi ogni anno nei fiordi occidentali durante l’estate per raccogliere i suoi beni o capitali (fé). La periodicità di questi viaggi può far pensare a pratiche pastorizie quali la transumanza, specie se si considerà il termine “fé” nel suo significato originario di “pecora, gregge”.
7. Poiché, come ci mostra la saga, i vicini, i parenti ed i domestici di Hrut non possono essere utilizzati da Unn né per aiutarla a preparare la fuga né per fungere da testimoni della dichiarazione di divorzio, si deve supporre che Unn abbia portato con sé dalla casa paterna un certo numero di servitori legati a lei da un particolare vincolo di fedeltà.
8. Nella formula della dichiarazione di divorzio erano menzionati il diritto posto dall’assemblea generale (althingismali rett) e le leggi delle diverse regioni (allsherjarlög).
9. L’Islanda era divisa in circoscrizioni (herad), a ciascuna delle quali sovrintendeva un “godhi”, che aveva al tempo stesso funzioni civili e religiose.
10.Le raccomandazioni di Mord tendono a permettere a Unn di lasciare senza problemi il domicilio coniugale. Egli le consiglia infatti di andarsene da casa, quando il marito è via per affari e la maggioranza degli uomini del distretto si sono recati all’assemblea annuale, e di seguire un percorso inusuale per confondere eventuali inseguitori.Il cammino normale dal Breidafjörd a Rangarvöllir volge infatti direttamente verso il sud, in direzione del fordo di Borg, mentre il percorso consigliato da Mord prevede innanzitutto una diversione verso nord-est dalla Laxardal al fiordo di Hrut attraverso la Laxardalsheidhi e solo in seguito piega verso il sud attraverso la Holtavördhurheidhi. Con questo stratagemma gli inseguitori, che si dirigeranno immediatamente verso sud, non troveranno nessuno e saranno presto indotti ad abbandonare le ricerche.
11. Lögberg è la Roccia della legge nella regione dei Thingsvellir.
Capitolo 8
Hrut ritornò a casa e si irritò molto quando venne a sapere che sua moglie se ne era andata, ma rimase zitto e non si mosse da casa per tutto l’autunno e l’inverno, senza parlare con nessuno di ciò che gli era accaduto.
All’approssimarsi dell’estate successiva, si recò all’assemblea, accompagnato da suo fratello Höskuld e da un folto seguito. Giunto al luogo in cui si svolgeva l’assemblea domandò se Mord il suonatore fosse presente. Gli fu risposto di sì e tutti si aspettavano che cercasse di incontrarlo per parlare del suo problema, ma Hrut non fece niente.
Allora , un giorno in cui era prevista una seduta dell’assemblea, Mord, in presenza di testimoni, citò in giudizio Hrut per la dote della figlia, chiedendo il versamento di 10.200 aune. Con la citazione si chiedeva l’accertamento del debito ed il suo immediato pagamento e si fissava una penalità di 3 marchi d’argento in caso di inadempienza. La citazione fu presentata contemporaneamente sia dinanzi al tribunale regionale competente a conoscerne sia dinanzi all’assemblea riunita sul Lögberg.
Hrut rispose alla citazione in questi termini: “ Tu mi stai perseguendo in giudizio in merito alla dote di tua figlia più per avidità e rancore che per ragioni valide ed oneste.
Ma io non permetterò che tu prenda nulla di ciò che mi appartiene. Tutti coloro che partecipano all’assemblea qui al Lögberg mi siano testimoni che io ti sfido ad un duello giudiziario: metterò in palio tutta la dote e la mia quota del patrimonio dotale, a cui aggiungerò una somma di pari valore, e, quello dei due che vincerà si prenderà tutto. Ma se tu rifiuti il duello, non vedrai un soldo”.
Mord tacque e chiese consiglio ai suoi amici sull’opportunità di accettare il duello.
Jorund il godi gli rispose: “ E` perfettamente superfluo che tu ci chieda di consigliarti in questa faccenda quando sai benissimo che, se accetterai la sfida, perderai non solo i beni, ma anche la vita. Hrut è un combattente esperto, robusto e molto coraggioso”.
Allora Mord dichiarò che non accettava la sfida. La sua decisione fu accolta dall’assemblea con disappunto e con grandi manifestazioni di disapprovazione e la reputazione di Mord subì un duro colpo.
Ritornando a casa, i fratelli passarono dalla Reykjardal e pernottarono a Lund, nella fattoria di Thiostolf, figlio di Björn dai braccialetti d’oro. Durante la giornata era piovuto molto, e grandi fuochi erano stati accesi in mezzo alla sala per far asciugare gli abiti bagnati. Il padrone di casa Thiostolf sedeva tra Höskuld e Hrut. Sul pavimento della sala giocavano due bambini, che erano rimasti senza genitori e di cui Thiostolf si prendeva cura. Con loro giocava una ragazzina. I bambini, come tutti quelli della loro età, parlavano senza rendersi conto del senso di ciò che dicevano e senza sapere di fronte a chi lo dicevano.
Ad un certo punto, uno di essi disse: “ Io sono Mord e ti faccio causa in nome di mia figlia perché non sei stato capace di scoparla”.
L’altro replicò: “ Io sono Hrut, e ti dico che non avrai un soldo se non avrai il coraggio di combattere con me”.
I ragazzini continuarono così per un po’di tempo suscitando l’ilarità generale. Höskuld si irritò e diede una bastonata al ragazzino che imitava Mord, provocandogli una graffiatura in faccia.
Höskuld urlò al bambino: “ Sparisci e smettila di prenderci in giro”, ma Hrut gli disse: “Vieni qui”.
Il bambino si avvicinò e Hrut, toltosi dal dito l’anello d’oro, glielo diede con queste parole: “ Adesso va e, in futuro, non scimmiottare più la gente”.
Il ragazzino gli rispose:” Non dimenticherò mai la tua gentilezza “ e si allontanò.
Il gesto di Hrut fu molto apprezzato. In seguito si diressero ad ovest verso casa e qui termina la narrazione della loro lite con Mord.
Note
1) Il comportamento riservato di Hrut è molto dignitoso, ma anche non privo di astuzia. Egli infatti sa benissimo che, se reclamasse il ritorno della moglie, gli verrebbe opposto lo scioglimento del matrimonio e gli verrebbe chiesta la restituzione della dote. Ciò lo porta ad evitare i contatti con Mord anche quando i due si ritrovano insieme all’assemblea generale.
2) Mord cita in giudizio Hrut dinanzi a testimoni chiedendo la restituzione della dote di Unn ed il versamento del contributo di Hrut alla massa dei beni dotali per un totale di 10.800 aune di filato ( 60 “hundrath” di aune, cioè 7.200 come dote più 30 “hundrath, cioè 3.600 come contributo del marito). Il testo norreno dice “ níu tigu
hundrada fjàr “, ma il termine “ fé, fjar (pecus, pecora) va qui inteso come unità di conto, cioè come “aune”, a meno di pensare che nel IX° secolo in Islanda un’auna di filato costituisse effettivamente il prezzo di una pecora.I tre marchi, d’argento fissati come penalità di mora per il caso di ritardo nel pagamento corrispondevano a 48 aune di filato.
3) Hrut è citato in giudizio dinanzi al Fjórdungsdom (tribunale regionale) competente.Intorno al 965 d.C. l’Islanda fu divisa in quattro quartieri (Fjórdung), rispettivamente Sud, Ovest, Nord ed Est, ciascuno dei quali aveva un proprio tribunale, contro le cui sentenze si poteva proporre appello all’Althing. Anche qui l’autore della saga sembra cadere in un’incongruenza, perché la lite tra Mord e Hrut si svolse almeno una ventina d’anni prima della creazione dei tribunali regionali..
4) La notifica della citazione all’interessato doveva avvenire, in presenza di testimoni al domicilio dello stesso ( il che, considerati i costumi del tempo, non era un’impresa scevra di pericoli), ma Mord riesce ad evitare la difficoltà effettuando una notifica, egualmente valida e meno pericolosa, dinanzi all’assemblea generale.
5) Hrut si trae d’impaccio proponendo a Mord un duello giudiziario, cioè una forma di ordalia che consente di risolvere la causa senza bisogno di esaminare le prove talvolta lacunose fornite dalle parti. Si deve ritenere che non ci fosse una grande differenza di età tra Mord e Hrut. Infatti, se Mord fosse stato molto più anziano di Hrut, non sarebbe stato obbligato a combattere personalmente, ma avrebbe potuto farsi rappresentare da un suo campione.
6) “Eg skora der á holm“ Il duello, ai tempi dei vichinghi, era chiamato „holmgang“
(andata all’isola) perché i duellanti si davano abitualmente appuntamento su un isolotto..
7) Jörundur il godi era un notabile della zona dei Rangavellir, amico di Mord. Nella
Landnamasaga (Il racconto dell’occupazione dell’Islanda) è indicato come “landnamamadhur” , cioè come uno dei primi colonizzatori che presero possesso del territorio. La colonizzazione dell’Islanda fu un processo abbastanza lungo e graduale.che si può considerare concluso solo intorno al 930 d.C:, quando gli abitanti dell’isola si diedero un insieme di istituzioni ben definite ( notabili locali, tribunali regionali, assemblea generale).Non si deve quindi pensare che all’epoca dei fatti narrati nella saga ( 935-940 d.C. circa) Jörund fosse un vegliardo. Era possibile invece che fosse sulla cinquantina e che fosse sbarcato in Islanda negli anni 910-915 d.C.
Suo figlio Valgard il grigio, che abitava ad Hof, sposò in seguito Unn, la figlia di Mord, che aveva divorziato da Hrut.
8) Le qualità di Hrut sono indicate come segue: “er honum vel farid” (è molto esperto), “mikill af sjálfum sér” ( di corporatura alta e robusta), “manna fraeknastur” (il più audace e coraggioso).
9) La Reykjardal (valle del fumo) si trova a metà strada tra il Rangarvellir e la Laxdal, sopra il fiordo di Borg. Hrut e Hoskuld, di ritorno dall’assemblea, pernottano a Lund, ospiti di Thiostolf, figlio di Björn. Thiostolf è detto “ bondi”(“agricoltore”) perché possedeva una fattoria a Lund.
10) Le sale delle fattorie erano riscaldate mediante un fuoco acceso in un fornello posto nel mezzo della sala. Per ottenere maggiore calore il fornello poteva essere allungato e si parlava in questo caso di “langeld” (fuoco lungo).
11) Nel capitolo 19 della Laxdaela si legge: “Hrut si sposò con una donna chiamata Unn, figlia di Mord il suonatore, che poi lo lasciò, e questa fu la causa del conflitto tra gli abitanti del Laxdaela e quelli di Fliothlid”.Fliothlid era una parte della regione dei Rangarvellir, dove abitava Mord.
Capitolo 9
Ritorniamo ora a Hallgerd, la figlia di Höskuld, che, nel frattempo era cresciuta ed era diventata una bellissima ragazza. Hallgerd era molto alta, per cui le era stato dato il soprannome di “gambelunghe”. Aveva dei bellissimi capelli, così lunghi che la coprivano tutta. Era però di carattere aspro ed irascibile.
Era stata allevata da un domestico di nome Thiostolf, originario delle Ebridi. Thiostolf era un uomo robusto e violento. Si era reso colpevole nel suo paese di parecchie uccisioni ed aveva sempre rifiutato di pagare i risarcimenti previsti dalla legge.Si riteneva che non fosse la persona più adatta per fornire una buona educazione a Hallgerd.
Thorvald, figlio di Osvif, abitava la Medalfellstrand, sotto la roccia detta Fell, ed era un uomo ricco. Possedeva, in quella zona, anche le isole dette Isole di Bjarn, situate appena fuori del Breidafjord, che coltivava a cereali e nelle cui acque esercitava la pesca. Thorvald era un uomo robusto e ben educato, ma un po’autoritario.
Una sera, mentre discorreva con suo padre, Thorvald manifestò il desiderio di cercarsi una moglie e fece notare che non c’era purtroppo grande possibilità di scelta.
Osvif gli domandò: “ Intendi chiedere in moglie Hallgerd gambelunghe, la figlia di Höskuld?”.
“Proprio lei” rispose Thorvald.
“Non sarà facile andare d’accordo” osservò Osvif “ Hallgerd è una donna di carattere molto forte e tu sei rigido e poco disposto a cedere”.
“Sono disposto a correre questo rischio” replicò Thorvald “ ed è inutile tentare di dissuadermi”.
“Affari tuoi” concluse pacatamente Osvif.
Si recarono quindi da Höskuld, per presentargli la proposta di matrimonio, e furono bene accolti. Spiegarono subito a Höskuld le ragioni della loro visita e presentarono la loro proposta.
Höskuld rispose: “ Poiché so chi siete, non voglio nascondervi che mia figlia è una ragazza di carattere difficile.Per quanto riguarda il suo aspetto e le sue maniere, sono cose di cui potete giudicare coi vostri stessi occhi”.
Thorvald rispose: “ Fissa le clausole del matrimonio, perché io non considero il carattere di Hallgerd come un ostacolo alla nostra unione."
Discussero quindi le clausole matrimoniali , senza che Höskuld chiedesse il parere della figlia, perché aveva voglia di mandarla via di casa, e si giunse così ad un pieno accordo. Poi Höskuld e Thorvald si strinsero la mano. Così Thorvald si fidanzò con Hallgerd e ritornò a casa dopo aver ben sistemato tutta la faccenda.
Note
1) Hallgerd, figlia di Höskuld, era una ragazza di alta statura e fu perciò detta “langbrók” ( calzelunghe). Il soprannome è riportato anche nel capitolo 9 della Laxdaela.
Il termine “brók” poteva riferirsi sia ai calzoni maschili sia alle calze femminili.
Si può ricordare, a questo riguardo, il soprannome “lóthbrók” (“brache di pelle”) dato al famoso capo vichingo Ragnar Sigurdsson (v. cap. 1 della saga di Njal).
I calzoni erano però ben differenti dalle calze, come risulta con chiarezza dal capitolo 35 della Laxdaela, in cui Gudrun domanda a Thor Ingunnarson: “E´vero che tua moglie Aud porta le brache con la patta come un uomo?”.(“Hvort er dath satt Thordur ad Audur kona din er jafnan i brókum og setgeiri?”).
Un altro esempio dell’uso del termine “brók” per indicare le calze femminili si potrebbe invece trovare nel capitolo 123 della saga di Njal quando Skarphedhin offre a Flosi un paio di “brókum” dicendogli che ne ha veramente bisogno.
L’intepretazione non è però sicura perché l’ingiuria rivolta a Flosi, accusato di omosessualità passiva, potrebbe consistere tanto nell’offrirgli un paio di calze femminili, a conferma della sua sessualità distorta, quanto nell’offrirgli un paio di pantaloni maschili perché si comporti finalmente da uomo.
L’uso del termine “brók” per indicare le calze femminili potrebbe però essere tardivo.
Infatti, per indicare le calze femminili, esistevano termini più specifici, come il termine” skoklaedin”, usato nel capitolo 13 della Laxdaela, che si riferisce ad un indumento che copriva l’intera gamba ed il piede e che era evidentemente portato sotto la gonna.
2) “Hún var fagurhar og svo mikidh haridh adh hún matti hylja sig medh” (Aveva capelli così belli e lunghi che vi ci si poteva avvolgere”). E`qui ripreso il tema dei lunghi capelli di Hallgerd, già accennato nel primo capitolo, che assumerà un’importanza determinante nell’episodio della morte di suo marito Gunnar di Hlidarendi.
3) Thióstolf è qui indicato come “fóstri” di Hallgerd. In senso tecnico il termine “fóstri” si riferiva al rapporto creatosi fra un bambino ed un parente o anche una persona estranea alla famiglia a cui il bambino stesso veniva affidato per essere allevato ed educato.
Esso poteva quindi indicare sia l’educatore sia l’educando.
Nel capitolo 5 della Saga di Njal il re Hákon Haraldsson, che era cresciuto sotto le cure del re di Inghilterra Atelstano, è chiamato “Hákon Adhalsteinfóstri”.
La persona scelta come “fóstri” nel senso di educatore doveva normalmente essere una persona di valore, affinché il bambino fosse educato alla virtù, al coraggio ed alle buone maniere.
Cosí nel capitolo 17 della Laxdaela Melkorka si lamenta perché il figlio Olaf è stato affidato a Tord che, pur essendo molto ricco, è un uomo che gode di modesta reputazione.
Trattandosi di un vero e proprio servizio che veniva reso alla famiglia del bambino, in tempi in cui le risorse a disposizione erano limitate ed una bocca in meno da sfamare poteva essere importante, esso veniva in genere offerto da persone di grado inferiore a persone di grado superiore, come osserva Olaf, nel capitolo 27 della Laxdaela Saga, quando si propone come educatore del figlio di Thorleik :” Er sá kalladur ae minni madhur er ödrum fóstrar barn” (chi educa i figli di un altro è sempre considerato inferiore).
Non era questo però certamente il caso del re d’Inghilterra che accettò di far crescere ed educare alla sua corte il figlio del re di Norvegia nell’ambito di una politica volta a rafforzare ed approfondire i rapporti fra i due regni.
Ciò detto, si può escludere che il rapporto fra Thióstolf e Hallgerd sia un rapporto di
“fóstri” in senso tecnico, in quanto Thióstolf non sembra possedere né le risorse materiali né le qualità morali per educare Hallgerd.
Sotto il primo aspetto, egli non è un “bondi”, cioè un agricoltore indipendente, che dispone dei mezzi per nutrire un bambino, ma figura piuttosto come un domestico di Höskuld.
Sotto il secondo aspetto, egli viene presentato come violento, litigioso, irrispettoso delle leggi e quindi assolutamente inadatto ad educare correttamente un bambino.
A completamento del quadro, egli viene presentato come “sudhureyskur”, cioè originario delle isole del sud, che, per gli Islandesi, erano le Ebridi.
La fama degli isolani delle Ebridi era molto cattiva in Islanda, sia perché in genere si rifugiavano in Islanda i criminali e gli avventurieri, sia perché la diversità di lingua e di costumi provocava spesso reazioni di rigetto da parte degli Islandesi.
Nella Laxdaela Saga i caratteri più negativi sono personaggi originari delle Ebridi:
Hrapp l’uccisore (cap. 10), la cui famiglia materna proveniva tutta dalle Ebridi (“módhurkyn hans var allt í Sudhureyum”) e Kotkel lo stregone (cap. 35), con la sua famiglia, anche loro provenienti dalle Ebridi (“ Thessir menn voru sudhureyskir”).
4) Thorvald Osvifursson, il primo marito di Hallgerd, aveva una fattoria sulla Medalfellströnd, una lingua di terra posta davanti al Dögudarnes (la punta della colazione), cioè il promontorio che segnava l’entrata del Breidafjord. Possedeva e coltivava inoltre le Bjarneyjar, piccole isole situate dinanzi al promontorio, appena fuori dal Breidafjord.
5) Il termine“Kurteisi” indica le maniere, il modo di comportarsi ed è evidentemente un termine tardivo che deriva dagli usi raffinati delle corti signorili nel XII e nel XIII secolo. E’ certo comunque che, anche in epoca vichinga, esistevano un modello di comportamento sociale ed alcuni requisiti minimi di saper vivere.
6) L’uso del termine “kaupi” (vendita) per indicare il matrimonio sembra un ricordo di epoche primitive in cui le donne venivano “comprate” come ogni altra cosa di cui si avesse bisogno.
7)“Höskuldur rétti fram höndina og Thorvaldur tók í”. La stretta di mano era, nei tempi antichi, in mancanza di forme scritte, l’atto formale con cui si stipulava un contratto o un accordo.
8) Comincia qui un’altra storia che si riattacca anch’essa al capitolo iniziale, in cui ci è stata presentata Hallgerd ancora bambina.
Capitolo 10
Höskuld informò Hallgerd del fidanzamento che era stato deciso.
Hallgerd osservò: “ Ora mi è chiaro quello che da tempo sospettavo cioè che tu non mi ami così tanto come vai sempre dicendo, visto che non hai ritenuto opportuno consultarmi a proposito di questa faccenda. Mi sembra inoltre che questo matrimonio sia al di sotto di quanto mi avevi promesso”.
Era perfettamente chiaro che si considerava malmaritata.
Höskuld rispose: “ Non attribuisco al tuo orgoglio un’importanza tale da farmi rinunciare al matrimonio che ho concordato per te e ricordati che sono io che decido, anche se tu non sei d’accordo”.
“Voi siete gente molto orgogliosa” replicò Hallgerd “ e non c’è da stupirsi che lo sia anch’io” e se andò via.
Chiamò poi Thiostiolf, che l’aveva allevata, lo informò di ciò che succedeva e gli manifestò la sua amarezza.
“Non preoccuparti troppo” le rispose Thiostolf” Ti sposerai una seconda volta ed allora ti domanderanno il tuo parere perché io farò tutto ciò che mi chiederai purché non si tratti di qualcosa che rechi danno a Höskuld o a Hrut”.
Con queste parole terminò la conversazione.
Höskuld preparò la cerimonia ed andò in giro ad invitare i vicini. Si recò anche a Hrutsstad e chiese a Hrut di uscire a parlargli. Hrut uscì di casa e cominciarono a conversare. Hoskuld raccontò a Hrut tutti i dettagli del matrimonio e lo invitò alle nozze, aggiungendo “ spero che tu non ti sia offeso del fatto che ho deciso questo matrimonio senza informartene”.
“Preferisco non aver avuto nulla a che fare con questa storia” rispose Hrut “ perché da questo matrimonio non uscirà nulla di bene per nessuno dei due, né per lui né per lei”.
Ciononostante assisterò alle nozze, se tu pensi che questo possa renderti onore”.
“Certamente” rispose Höskuld e ritornò a casa.
Anche Osvif e Thorvald fecero a loro volta degli inviti, ed il totale degli invitati fu superiore a centoventi persone.
Svan, lo zio materno di Hallgerd, abitava sul Bjarnafjord, in una fattoria chiamata Svanshóll che si trova a nord dello Steingrimsfjord. Era molto esperto di arti magiche, prepotente e difficile da trattare. Hallgerd lo invitò alle sue nozze e mandò Thiostolf a prenderlo.I due fecero il viaggio insieme e divennero subito amici.
Giunsero gli invitati alla cerimonia. Hallgerd sedeva sul palchetto ed era molto carina.
Thiostolf le si avvicinava ad ogni momento per parlarle e poi andava a parlare con Svan e la gente si stupiva di tutti questi conciliaboli.
La festa si svolse in perfetto ordine e Höskuld versò con grande disponibilità la dote di Hallgerd, poi rivoltosi a Hrut gli domandò: “ Pensi che dovrei ancora aggiungere qualche regalo?”.
“Risparmia i soldi per ora “ rispose Hrut” Avrai abbastanza occasioni di sprecarli in futuro a causa di Hallgerd”.
Note
1) Hallgerd si considera “data male” (“vargefin”) cioè mal maritata. L’uso del verbo dare (“gefa”) ricorda ancora una volta quanto, in origine, il matrimonio fosse una consegna della sposa al marito (e alla sua famiglia).
2) Hrut, che conosce il carattere di Hallgerd, accetta di partecipare alla festa di nozze per far piacere al fratello, ma predice il fallimento del matrimonio.
3) Circa 120 persone (hundrathi) sono invitate al matrimonio. Si tratta quindi di un matrimonio medio, visto che per un matrimonio importante,come quello tra Thorkel e Gudrun, raccontato nel capitolo 68 della Laxdaela Saga, gli invitati sono quasi duecento. ( circa 120 invitati della sposa e 60 dello sposo).
Vi furono però riunioni anche più importanti. Come risulta dal capitolo 27 della Laxdaela Saga, Olaf e i suoi fratelli invitarono alla cerimonia funebre in memoria di Höskuld più di 1.000 persone ( "niu hundruth", vale a dire circa 1.080).
La cerimonia più grandiosa mai svoltasi in Islanda fu però quella in ricordo di Hjalte,
padre di Thord e di Thorvald di Hof nella Hjaltadal, a cui parteciparono più di 1.400 persone ("tólf hundruth", vale a dire circa 1.440).
4) Svan era uno zio materno di Hallgerd. Risulta infatti dalla Landnama Saga e dalla Saga di Gretti che era figlio di Björn, uno dei primi colonizzatori dell’Islanda, che diede il nome al Bjarnafjord nella parte più settentrionale dell’Islanda. Come racconta la Laxdaela Saga, al capitolo 9, una figlia di Björn Jorunn aveva sposato Höskuld.
Svan, il cui nome significa Cigno, viveva in una fattoria chiamata Svanshóll (sede di Svan) situata a nord dello Steingrimsfjord, in prossimità del Bjarnafjord.
5) Il cattivo carattere e l’orgoglio smodato di Hallgerd derivano, se si deve credere alle saghe, dalla famiglia materna. Nel capitolo 9 della Laxdaela Saga sua madre Jorunn è infatti definita “óflati mikill” (molto superba”) e “heldur skapstor” (piuttosto ostinata”). Nello stesso capitolo della saga si racconta come Höskuld solesse dire che il figlio maggiore Thorleik, taciturno e brusco, aveva preso tutto dalla famiglia materna. Il capitolo 10 della Saga di Njal afferma a sua volta che Svan era infido, arrogante ed esperto di arti magiche.
6) I conciliaboli tra Hallgerd, Svan e Thiostolf in occasione del matrimonio sembrano già il primo passo di una cospirazione contro un marito non amato.
Capitolo 11
Thorvald ritornò dalle nozze portando con sé la moglie e Thiostolf. Quest’ultimo cavalcava subito dietro Hallgerd e le parlava continuamente.
Osvif, voltandosi verso il figlio gli domandò: “ Sei contento di questo matrimonio?
Come vi intendete l’un altro?”
“Bene” rispose il figlio” E sempre molto gentile con me e puoi vederlo dal sorriso con cui accoglie ogni mia parola”.
“Il suo sorriso non mi sembra così gentile come sembra a te” osservò il padre”, ma, chi vivrà vedrà”.
Cavalcarono finché giunsero a casa. La sera Hallgerd si sedette a tavola accanto al marito e pose Thiostolf all’altro fianco. I due non avevano nulla in comune e poche cose da dirsi e così passò l’inverno.
Hallgerd era generosa e spendacciona, voleva avere tutto ciò che avevano i vicini e sprecava molto. Quando giunse la primavera le scorte di farina e di pesce essiccato vennero a mancare.
Hallgerd andò da Thorvald e gli disse: “ Non puoi stare qui in panciolle quando non abbiamo più farina né pesce essiccato.”
Thorvald le rispose: “Ho preso le solite scorte che prendevo prima e che duravano di solito fino all’estate”
Hallgerd replicò: “ Che c’entro io, se tu e tuo padre facevate la fame per risparmiare qualche soldo?”.
Thorvald si irritò e le diede uno schiaffone.tale da farla sanguinare, poi uscì di casa e chiamò i suoi garzoni. Poi lanciò in mare una barca e remò verso le Bjarneyjar con otto uomini.per prendere la farina e il pesce secco che vi aveva depositato.
Hallgerd si mise a sedere fuori casa ed aveva un aspetto sconvolto.
Passò Thiostolf e, vedendo che era ferita in volto, le domandò: “ Chi ti ha maltrattata così?”.
.
“E’ stato mio marito” singhiozzò Hallgerd” e tu non te ne saresti andato così lontano se ti fosse importato qualcosa di me”.
“Non ne sapevo nulla” rispose Thiostolf “ ma gliela farò pagare”.
Corse alla riva e lanciò in mare una barca a sei remi. Aveva in mano la sua grande ascia col manico rafforzato di ferro. Balzò sulla barca e remò verso le Barneyjar.
Quando vi giunse tutti coloro che si trovavano sulle isole erano già tornati in terraferma salvo Thorvald ed i suoi. Thorvald stava caricando sulla barca le scorte che i suoi garzoni gli portavano dal magazzino.
Thiostolf giunse, saltò sulla barca di Thorvald, lo aiutò un momento a caricare, poi gli disse: “Tu lavori veramente poco e male”.
”Sapresti far meglio?” gli domandò Thorvald.
“Vedremo subito se so fare meglio di te” replicò Thiostolf” Tua moglie è capitata proprio male con te, ma non resterete più sposati a lungo”.
Thorvald afferrò un coltellaccio che si trovava accanto a lui e si lanciò contro Thiostolf, ma questi aveva già sollevato l’ascia all’altezza della spalla e lo colpì alla mano, spezzandogli il polso e facendogli cadere il coltello. Poi, risollevata l’ascia, colpì Thorvald alla testa uccidendolo.
Note
1) Hallgerd si porta dietro Thiostolf, la cui continua presenza accanto a lei, è mal sopportata dal marito e rende presto irrespirabile l’atmosfera della casa.
2) Hallgerd, abituata ad una vita agiata, impone subito al marito un tenore di vita superiore ai suoi mezzi, gareggiando con i vicini per dimostrare a tutti che è la donna più ricca e generosa di tutta la zona e spreca molte risorse. Il risultato si vede rapidamente: Hallgerd è entrata in casa nell’autunno e la primavera dell’anno successivo vengono già a mancare le scorte di farina e di pesce essiccato.
3) Hallgerd rimprovera il marito di non darsi da fare per procurarsi nuove scorte di alimenti. Il marito le risponde che in precedenza le scorte abituali erano sempre bastate fino all’estate ed al nuovo raccolto nonché alle nuove campagne di pesca.
Halgerd replica con un’osservazione malvagia, volta a mettere in rilievo la differenza di status sociale fra i coniugi: “ Non è colpa mia se finora tu e tuo padre avete fatto la fame per mettere soldi da parte e sembrare ricchi”. Thorvald irritato ed offeso la prende a schiaffi.
4) La partenza immediata di Thorvald e dei suoi otto garzoni per le isole Bjarneyjar lascia pensare che Thorvald avesse su quelle isole dei depositi da cui prelevare la farina ed il pesce essiccato. Si può quindi immaginare che Thorvald limitasse i consumi familiari per poter vendere l’eccedenza dei prodotti ed aumentare così la propria ricchezza. La fine della primavera sembra infatti una data troppo prematura per procedere alla mietitura o per lanciare una campagna di pesca.
5) Thiostolf prende da solo una barca a sei remi per navigare verso le Bjarneyjar. Probabilmente era la sola imbarcazione disponibile oppure imbarcazioni più piccole non erano abbastanza sicure per attraversare un tratto di mare abbastanza ampio.
6) Le armi offensive dei Vichinghi erano la spada (sverth), il coltello o pugnale ( sax, handsax), l’ascia (uxa), l’ascia a falce di luna (breidhuxa), la lancia (spjót), la lancia a punta barbata ( krókaspjót), la lancia a punta larga (hoggspjót), l’alabarda (bryntröll, atgeir), l’arco (bog) e le frecce (örum).
Le armi difensive erano lo scudo grande (skjöld), l’elmo (hjálm) e la cotta di maglia (brynja).
Poiché il prezzo del metallo e della sua lavorazione era elevatissimo, solo i re ed i grandi capi potevano permettersi una spada. Il dono di una spada o di un’ascia da parte di un re è considerato nelle saghe un dono preziosissimo, perché solo i re potevano ricorrere ai migliori artigiani ed ottenere armi perfettamente temprate.
Le altre spade erano spesso mal temprate e si piegavano facilmente. Così Kjartan, che è pur sempre un notabile importante, è costretto quando cade nell’ agguato tesogli dai fratelli di Gudrun a raddrizzare più volte la lama della sua spada ( Cap. 49 della Laxdaela: Kjartan hjó stort en sverdii dugdi illa. Bra hann dví jafnan undir fót ser. vale a dire :“Kjartan menava grandi colpi, ma la spada si piegava ed egli era sempre costretto a passarne la lama sotto la scarpa per raddrizzarla”).
Ciò spiega anche perché chi disponeva di una spada, di un elmo e di una cotta di maglia potesse spesso affrontare con successo un numero importante di avversari, perché l’armamento tradizionale era costituito semplicemente da una lancia e da un pugnale (sax) lungo circa 50 centimetri o da un’ascia.
Venivano spesso usati come armi attrezzi agricoli quali l’accetta o la falce, da cui si svilupparono con qualche modifica l’ascia da guerra e l’alabarda.
Capitolo 12
Nel frattempo, gli uomini di Thorvald stavano tornando indietro con i loro sacchi.
Thiostolf agì rapidamente. Afferrata l’ascia a due mani, menò grandi colpi sullo scafo aprendovi una falla larga quanto due posti di rematori. Poi saltò sulla propria barca.
Le scure acque del mare penetrarono nella barca di Thorvald e la fecero affondare con tutto il suo carico. Anche il cadavere di Thorvald andò a fondo ed i suoi compagni non seppero come era stato ucciso, anche se non c’era più alcun dubbio che fosse morto.
Thiostolf remò verso il fiordo, mentre quelli lo maledicevano e gli auguravano di naufragare. Egli non rispose e continuò a remare finché non entrò nel fiordo e giunse a riva. Qui tirò in secco la barca e si diresse verso casa, tenendo alta l’ascia insanguinata.
Hallgerd stava fuori della casa e gli domandò: “ La tua ascia è insanguinata. Che cosa hai fatto?”.
“Ho fatto in modo” rispose” che tu possa sposarti una seconda volta”.
“Mi stai dicendo che Thorvald è morto?” lo interrogò Hallgerd.
“E così” rispose” Ma ora devi darti da fare per salvarmi”.
“Non preoccuparti” gli rispose Hallgerd “Ti manderò verso settentrione, nel Bjarnafjord, a Svanshól, dove Svan ti accoglierà a braccia aperte. Egli incute una tale paura che nessuno andrà a cercarti lassù”.
Thiostolf sellò il cavallo, balzò in sella e si diresse a settentrione verso il Bjarnafjord a Svanshól dove Svan lo accolse a braccia aperte e gli chiese quali novità ci fossero. Thiostolf gli raccontò in tutti i dettagli l’assassinio di Thorvald.
“Ecco chi io chiamo un uomo” disse Svan” Qualcuno che risolve rapidamente i problemi senza lasciare che diventino insormontabili. Ti assicuro che, se ti cercheranno qui, se ne ritorneranno con le pive nel sacco”.
Hallgerd, da parte sua, chiamò il suo domestico Ljót il nero e lo pregò di sellare i cavalli per un viaggio “perché voglio tornare a casa di mio padre”.
Mentre Ljót sellava i cavalli, Hallgerd andò al suo baule, lo aprì, fece chiamare tutti i domestici e diede a ciascuno un dono, cosicché tutti si rattristarono della sua partenza.
Poi si mise in viaggio e cavalcò finché giunse a casa di Höskuld, il quale la accolse affettuosamente perché non conosceva ancora la brutta notizia.
Höskuld chiese a Hallgerd:” Perché Thorvald non è venuto con te?”.
Rispose: “E’ morto”.
“Deve essere stato Thiostolf ad ucciderlo” osservò Höskuld e Hallgerd confermò che così era.
Allora Höskuld disse fra sé e sé: “ Devo proprio sempre credere a ciò che mi dice Hrut. Mi aveva predetto che questo matrimonio avrebbe causato grossi guai, ma ormai è inutile piangere sul latte versato”.
I compagni di Thorvald, da parte loro, dovettero attendere finché qualche imbarcazione non approdò sull’isola. Raccontarono l’assassinio di Thorvald e si fecero subito prestare una barca, con cui si diressero a Reykjanes dove incontrarono Osvif e gli riferirono l’accaduto.
Osvif osservò: “ I cattivi progetti producono cattivi risultati. Riesco a veder bene come sono andate le cose. Hallgerd deve aver inviato Thiostolf al Biarnarfjord e deve essere ritornata a casa di suo padre. Raccogliamo gente e cerchiamo Thiostolf là nelle zone del Nord”.
Così fecero ed andarono in giro in cerca di sostegno. Raccolto un bel gruppo di armati, cavalcarono fino allo Steingrimsfjord e poi fino alla Ljótardal, da dove entrarono nella Selardal e proseguirono fino a Bassastad, dove comincia il costone da cui si scende verso il Bjarnarfjord.
Svan fece un grande sbadiglio e disse: “Sento gli spiriti protettori di Osvif”.
Thiostolf allora balzò in piedi ed afferrò la propria ascia.
Svan gli disse: “Vieni fuori con me. Non c’è bisogno di questa”.
I due uscirono. Svan prese una pelle di capra e se la gettò sopra la testa mormorando:
“Venga la nebbia
ed appaiano mostri e fantasmi
a tutti coloro che ti inseguono”.
Mentre Osvif ed i suoi cavalcavano lungo il costone, venne loro incontro un fitto banco di nebbia.
“Deve essere Svan” osservò Osvif “ Speriamo che non succeda niente di peggio”.
A poco a poco l’oscurità dinanzi ai loro occhi si fece tale che non vedevano più niente e cominciarono a cadere di sella e a perdere di vista i cavalli. Alcuni si impantanarono, altri si inoltrarono nella boscaglia, così che rischiarono di farsi male.
Persero anche le loro armi.
Allora Osvif disse: “Se riesco a ritrovare il mio cavallo e le mie armi, lascio perdere tutto”.
Appena ebbe detto queste parole, la nebbia si schiarì un po’ e riuscirono a ritrovare
i cavalli e le armi.
Molti tuttavia insistevano per continuare le ricerche e così fecero per tre volte, e per tre volte si trovarono avvolti in una fitta nebbia.
Allora Osvif disse: “Sia come sia, ci conviene abbandonare questa impresa. Occorre trovare un altro piano. Mi è venuto in mente che posso andare a trovare Höskuld, il padre di Hallgerd, e chiedergli un risarcimento per la morte di mio figlio, perché dove c’è abbondanza di mezzi c’è anche maggiore possibilità di ottenere soddisfazione.
Discesero quindi la vallata del Brejdafjord e si diressero poi verso Höskuldsstad.
Osvif salutò Höskuld e Hrut, che era in visita dal fratello. Entrambi gli si fecero incontro, lo salutarono e cominciarono a conversare. Höskuld domandò ad Osvif per quale ragione fosse venuto a rendergli visita e quest’ultimo gli spiegò che aveva cercato Thiostolf, senza riuscire a trovarlo.
Höskuld osservò che Thiostolf doveva essersi rifugiato al Nord a Svanhól e che non era affatto facile scovarlo lassù.
“ E’ per questo” lo interruppe Osvif “ che ho deciso di chiedere a te un risarcimento per la morte di mio figlio”.
“Non l’ho ucciso io, tuo figlio, né l’ho fatto uccidere” rispose Höskuld”, ma hai comunque ragione di tentare di ottenere un risarcimento per la sua morte”.
“Ricordati che il naso sta proprio sotto gli occhi, fratello” intervenne Hrut” e che è opportuno evitare che si diffondano voci malevole. Ti conviene quindi pagare ad Osvif un risarcimento per la morte di suo figlio e salvare così la reputazione di tua figlia. La nostra sola via d’uscita è di chiudere al più presto la questione, perché, meno se ne parlerà, meglio sarà”.
Höskuld domandò: “Sei disposto a fungere da arbitro?”.
“Sì, lo sono “ rispose Hrut “ ma non aspettarti da me un trattamento di favore, perché, se vogliamo essere sinceri, non c’è dubbio che è stata tua figlia a farlo ammazzare”
Höskuld divenne tutto rosso e rimase un momento taciturno. Poi si alzò e disse a Osvif:” Se sei d’accordo per comporre così la questione, dammi la mano”.
Anche Osvif si alzò e disse: “ A stretto rigore non sarebbe corretto affidare l’arbitrato a tuo fratello. Ma tu, Hrut, ti sei dimostrato così obiettivo che sono disposto ad accettarti come arbitro.”.
I due si strinsero la mano ed affidarono così l’arbitrato a Hrut , il quale doveva decidere prima della partenza di Osvif.
Hrut fissò un’ammenda di duecento grammi d’argento da pagarsi immediatamente in
una sola rata. Era un buon risarcimento.
Höskuld eseguì subito l’arbitrato.
Hrut si rivolse a Osvif e gli disse: “ Ti regalerò anche un buon mantello che ho portato dalla Norvegia”.
Osvif lo ringraziò del dono e, soddisfatto di come erano andate le cose, tornò a casa.
Qualche tempo dopo Höskuld e Hrut si recarono da Osvif per la divisione dei beni comuni e, messisi d’accordo, ritornarono a casa con la parte che spettava a Hallgerd.
D’ora in poi non sentiremo più parlare di Osvif in questo racconto.
Hallgerd pregò Höskuld di lasciar tornare a casa Thiostolf. Höskuld lo autorizzò a tornare ed in casa l’assassinio di Thorvald fu oggetto di molte conversazioni.
Le greggi di Hallgerd crebbero e si moltiplicarono.
Note
1) Mun Svanur taka vid der bádum höndum = Svan ti accoglierà a braccia aperte.
L’immagine è icastica: “ con le due mani” sembra infatti indicare un’accoglienza particolarmente calorosa, un abbraccio.
2) Ljót hin svarta. E’ menzionato solo qui, col termine „fraend“, che, a stretto rigore, significa „parente“, ma sembra avere piuttosto le funzioni di un domestico. Non è del resto da escludere che le famiglie più abbienti ospitassero lontani parenti meno agiati attribuendo loro funzioni subordinate.
3)“Hún gekk til kistna sinna”= Andò ai suoi bauli. L’uso del plurale lascia qualche dubbio perché non doveva essere frequente nel decimo secolo che le donne islandesi disponessero di molti bauli e soprattutto di oggetti da metterci dentro. Bisogna però ricordare che Hallgerd apparteneva ad una famiglia particolarmente benestante.
4) Per abbandonare l’isola, i compagni di Thorvald, cui Thiostolf ha affondato la barca, devono attendere che giungano altre imbarcazioni e poi farsene prestare una. Con questa si recano a Reykjanes sulla costa situata a nord delle Bjarneyjar, dove si trova Osvif, padre di Thorvald., la cui residenza abituale era stata tuttavia in un precedente capitolo posta a Fell.
5) Il percorso degli inseguitori di Thiostolf parte da Reykjanes e volge dapprima a nord-est per raggiungere lo Steingrimsfjörd, poi dal fiordo risale la valle di Ljót (Ljótardalur) dalla quale passa alla Selardalur fino a Bassastad, da dove discendendo la cresta montuosa si arriva al Bjarnafjörd.
6) Gli antichi Islandesi credevano che ciascuno fosse accompagnato da una sorta di spiriti protettori (cfr. in proposito la credenza cristiana negli angeli). Questi spiriti erano detti “Fylgjur” (seguaci) perché si pensava che accompagnassero la persona su cui vegliavano.
Un chiaro esempio di spirito protettore è fornito dal capitolo 67 della Laxdaela Saga, relativo all’assassinio di Thorgils Hölluson. Quando Thorgils giunge all’Althing “gli si fece incontro una donna di alta statura. Egli cavalcò verso la donna, ma questa si allontanò (Og er their komo à hraunidh adh Völlum sáu their konu ganga í móti sér.
Sú var konu mikil harthla. Thorgils reith í móti henni en hún veik undan).
Svan, che ha la sensibilità del mago, avverte, all’avvicinarsi di Osvif, la presenza dei suoi “fylgjur”.
7)”Geispathi”=sbadigliò. Le visioni venivano spesso in seguito a stati di trance, caratterizzati da lunghi periodi di insonnia, il che piega lo sbadiglio.
8) Il rito magico consistente nel coprirsi la testa con una pelle di capro tende a provocare nella realtà un fenomeno analogo: la nebbia ricopre la superficie della terra.
9)“Sonarbóta”= ammenda per la morte del figlio. Il sistema tradizionale di risarcimento creato dai Vichinghi tendeva ad evitare, per quanto possibile, in caso di ferimenti e di uccisioni, l’applicazione della legge del taglione, cioè la vendetta familiare.ed a soddisfare l’orgoglio della famiglia della vittima. Infatti, solo coloro di cui nessuno si interessava o la cui famiglia era insignificante, rimanevano invendicati o privi di risarimento. Sfumata la possibilità di vendicarsi su Thiostolf, Osvif pensa quindi di chiedere un risarcimento a Höskuld, la persona più vicina ai responsabili del delitto.
10) Höskuld afferma di non essere né l’autore del delitto né il mandante, ma si dichiara disposto a pagare qualcosa. Hrut lo invita invece ad assumersi un a maggiore responsabilità perché sua figlia Hallgerd è chiaramente implicata nell’assassinio del marito e “náid er nef augum”, “il naso è vicino agli occhi”
11) Hrut, designato come arbitro, fissa l’ammenda in “tvö hundruth silfurs”, duecento misure d’argento.
Nel capitolo 38 della saga, Njal dice a Gunnar che non può valutare l’uccisione di una persona particolarmente capace come Atli secondo i criteri fissati per l’uccisione di uno schiavo e fissa l’ammenda a 100 misure d’argento. Si deve quindi ritenere che tale somma corrispondesse almeno al minimo dell’ammenda prevista per l’uccisione di un uomo libero o fosse addirittura superiore, visto che,come ci informa la saga, molti presenti ritennero l’importo dell’ammenda molto elevato.
Ciò ci spiega perché, a sua volta, nel successivo capitolo 40, Gunnar fissi a cento unità d’argento l’ammenda per l’uccisione di Brynjolf, che era un uomo libero.
Nel capitolo 43 della saga Njal fissa a duecento unità d’argento l’ammenda per l’uccisione del suo schiavo liberato Thord. L’importo è molto elevato se si considera che, in precedenza, Njal e Gunnar avevano fissato a cento misure d’argento le ammende pagate perAtli e per Brynjiolf, che erano uomini liberi..
Infatti Njal dice a Gunnar “mun dhér mikith dhykja” (ti sembrerà molto) e spiega poi al figlio Skarphedhin che Gunnar ha pagato doppia compensazione ("tvennu manngjöld")
Nel capitolo 99 della saga Lýting è condannato a pagare duecento misure d’argento per l’uccisione di Höskuld, figlio di Njal.
Nel capitolo 123 della saga Snorri spiega che tre “manngjöld” sono misure unità d’argento (“eru sex hundruth silfurs”).
Da tutto ciò non risulta però chiaramente:
1) a che cosa corrisponda una "misura d'argento";
2) se le somme pagate da Gunnar e da Njal corrispondano al minimo del "manngjöld" o costituiscano importi superiori.
Il commento islandese alla saga di Njal ricorda che il “manngjöld” corrispondeva a tre marchi d’argento per uno schiavo e a sei marchi d’argento per un uomo libero.
Capitolo 13
La saga parla ora di tre fratelli Thorarin, Ragi e Glúm, figli di Oleif Hjalti. Erano uomini ricchi e di grande prestigio. Thorarin, che era soprannominato “il fratello di Ragi”, era un uomo molto intelligente e svolse le funzioni di giureconsulto dell’assemblea dopo Hrafn Haengsson. Abitava a Varmalaek, dove gestiva una fattoria con suo fratello Glúm. Glúm aveva viaggiato molto. Era di alta statura, robusto e di aspetto piacevole. Il loro fratello Ragi era un gran combattente.Questi fratelli erano anche proprietari della fattoria di Laugarnes e dell’isola di Engey nelle regioni meridionali.
Una volta che Thorarinn e Glúm stavano conversando, il primo chiese al secondo se intendesse fare un viaggio d’affari come era sua abitudine.
Glúm rispose che aveva invece pensato di lasciare il commercio.
“A che cosa pensi? “ gli domandò Thorarinn “ Non vorrai mica sposarti?”.
“E’ proprio questo che voglio fare, se troverò la donna adatta”.
Thorarin passò in rassegna le ragazze da marito del fiordo di Borg e chiese al fratello se pensasse ad una di loro, nel qual caso lo avrebbe accompagnato a presentare la domanda di matrimonio.
“Nessuna di quelle che hai nominato” disse il fratello.
“Allora dimmi tu chi vorresti sposare” replicò Thorarinn.
“ Se vuoi saperlo, la ragazza che desidero sposare si chiama Hallgerd ed è la figlia di Höskuld che abita ad Ovest nelle valli del Brejdafjord”.
“ Allora è proprio vero, come dice il proverbio, che le disgrazie degli altri non ci insegnano niente. Aveva già un marito e l’ha fatto ammazzare”.
Glúm rispose: “ Forse non sarà così sfortunata la seconda volta. Ho motivo di credere che non desideri la mia morte. E, se tu vuoi farmi un piacere, vieni con me a chiederla in sposa”.
“Non c’è niente da fare contro il destino” concluse Thorarin “ Ciò che deve accadere, accadrà”.
Glúm ritornò spesso all’attacco con Thorarin, che cercò a lungo di sottrarsi alle sue richieste, ma, alla fine cedette e, raccolta una ventina di uomini, si recò da Höskuld con il fratello. Giunti da Höskuld furono cortesemente accolti ed invitati a pernottare nella fattoria. Il mattino presto Höskuld mandò un domestico a chiamare Hrut. Hrut arrivò subito e trovò Höskuld che lo stava già aspettando nel cortile e che lo informò dell’arrivo dei visitatori.
“Che cosa possono volere?” chiese Hrut.
“ Non me l’hanno ancora detto “ rispose Höskuld.
“Eppure deve trattarsi di qualcosa che ti riguarda” continuò Hrut” Se dovessero chiederti la mano di Hallgerd, che cosa risponderesti?”
“Che cosa mi consiglieresti?” fece Höskuld.
“ Di rispondere favorevolmente, ma di indicare bene i pregi e i difetti della ragazza”.
Mentre parlavano, gli ospiti uscirono nel cortile. I due fratelli si fecero loro incontro e Hrut li salutò cortesemente.
Poi cominciarono a parlare e Thorarinn disse: “ Höskuld, sono venuto qui con mio fratello Glúm per chiederti in suo nome la mano di tua figlia Hallgerd. Tu sai senza dubbio che è un uomo di valore”.
“So bene che siete entrambi persone di valore” rispose Höskuld” ma devo anche ricordarvi che mia figlia è già stata sposata e che il suo matrimonio è finito molto male”,
“Ciò non deve costituire un ostacolo al matrimonio” replicò Thorarin” così come un giuramento falso non deve farci dubitare del valore di tutti i giuramenti. Nulla impedisce a questo matrimonio di andar bene, anche se l’altro è finito male, e non dimentichiamo che è andato male soprattutto grazie agli intrighi di Thiostolf”.
Intervenne allora Hrut:” Se proprio non volete dare importanza a ciò che è successo prima con Hallgerd vi consiglio di fare in modo che, se il matrimonio sarà celebrato, Thiostolf non l’accompagni nella sua nuova casa .e che le sue visite non durino mai più di tre notti senza il consenso di Glúm, essendo inteso che, se dovesse trattenersi più a lungo, Glúm potrà punirlo come se fosse un fuorilegge. Naturalmente Glúm potrà autorizzare visite più lunghe, ma io lo sconsiglio vivamente. Non dobbiamo inoltre procedere come la volta scorsa senza chiedere il parere di Hallgerd. Hallgerd dovrà conoscere tutte le clausole del contratto matrimoniale, incontrare Glúm e decidere liberamente se vuole sposarlo o no. Così non potrà attribuire a nessun altro la colpa di un eventuale fallimento del matrimonio. Tutto dovrà svolgersi con la massima trasparenza”.
“Ora, come sempre” osservò Thorarin” la cosa migliore da fare è seguire i tuoi consigli”
Fu mandata a chiamare Hallgerd, che giunse accompagnata da due altre donne. Era vestita di una sopravveste blu sotto la quale si vedeva una tunica dai bordi scarlatti e portava una cintura d’argento, sotto la quale aveva raccolto i lunghi capelli che le scendevano da ambo i lati fin sotto i seni. Si sedette fra Hrut e suo padre, salutò cortesemente gli invitati, scambiò qualche parola con garbo e buon senso e si informò delle novità. Poi tacque ed attese.
Glúm cominciò: “ Mio fratello Thorarin ed io abbiamo parlato di matrimonio con tuo padre ed abbiamo convenuto che io ti prenderei per moglie qualora anche tu fossi d’accordo. Tu, che sei una ragazza molto intelligente, devi ora dirci se la cosa ti conviene. Se questo matrimonio non ti piace, non ne parleremo più.”
Hallgerd rispose:” So che voi fratelli siete uomini di grande valore e mi rendo conto che questo matrimonio è molto migliore di quello che m’era stato imposto prima. Vorrei però sapere che cosa avete discusso e a quali decisioni siete già arrivati.
Credo che potremo volerci bene, se i nostri temperamenti si accorderanno”.
Glúm le ripeté lui stesso tutte le clausole, entrando nei dettagli di ciascuna di esse, e chiedendo ogni volta conferma a Höskuld e a Hrut dell’esattezza della sua esposizione.
Höskuld confermò che le clausole erano proprio quelle.
“Tu, padre, e tu, Hrut, mi avete trattato in questa faccenda con tale riguardo che desidero conformarmi a quanto avete disposto ed accetto le clausole matrimoniali così come voi le avete convenute”.
Allora Hrut concluse: “ Mi sembra opportuno, Höskuld, che chiamiamo i testimoni e che Hallgerd manifesti essa stessa il suo consenso, se il giureconsulto trova legale questa procedura”
“E’ legale” rispose Thorarin.
Poi furono valutati i beni di Hallgerd, ai quali Glúm doveva aggiungere lo stesso importo, in regime di comunione legale.
Glúm si fidanzò con Hallgerd e poi ritornò a casa con suo fratello. Si stabilì che le nozze si sarebbero svolte nella fattoria di Höskuld.
Prima del matrimonio non accadde più nulla che fosse degno di nota.
Note
1) Thorarinn Ragabrothir fu giureconsulto dell’Althing (lögsögamadhur) dal 950 al 969, dopo il mandato di Hrafn Haengson, che fu il primo lögsögamadhur dal 930 al 949. E’ menzionato con il fratello Ragi nella Landnama Saga. La saga di Njal menziona la sua funzione di giureconsulto.Thorarinn aveva sposato Thordis, la figlia di Olaf feilan, nipote di Unn la saggia (cfr.Cap. 7 della Laxdaela Saga), che era quindi una lontana cugina di Hallgerd.
2)I fratelli vivono a Varmalaek nella Reykjadal, sopra il fiordo di Borg., ma possiedono altresì una fattoria nel sud a Laugarnes, nella zona dove sorge attualmente Reykjavik, e delle terre sull’isola di Engey, situata nella baia di Faxafloi, appena a nord di Reykjavik.
3) L’abbigliamento di Hallgerd è molto elegante: una tunica scarlatta (skarlatskyrtli) tenuta ferma in vita da una cintura d’argento (silfurbelti) e sopra di essa un mantello blu (vefjarmöttul blán). I lunghi capelli son fatti passare sotto la cintura.
4) "Dath dhykir mir rétt ath Hallgerdur festi sog sjalf ef lögmanni dhykir dath rétt": mi sembra bene che Hallgerd si fidanzi se al giurista ciò sembra corretto.
Il problema giuridico sorge dal fatto che, questa volta, il fidanzamento non avviene sulla base della sola volontà del padre, ma con l’espresso consenso della donna, che deve dunque essere ritenuta capace di compiere tale atto. Infatti le donne di età inferiore ai vent’anni non potevano decidere da sole se non erano vedove od orfane, mentre le donne di età superiore ai vent’anni potevano farlo a speciali condizioni.
La vedova non poteva tuttavia risposarsi senza il consenso del figlio maggiore, che ne aveva la tutela.Si vedano, al riguardo, i capitoli 7 e 19 della Laxdaela Saga..
5) Il matrimonio di Hallgerd con Glúm va situato tra il 950 e il 955 d.C.
Capitolo 14
I fratelli raccolsero gente e s si recarono alle nozze accompagnati da molti amici.
Cavalcarono verso nord-ovest in direzione delle valli del Brejdafjord e giunsero a Höskuldstad, dove si erano già radunati molti invitati. Höskuld e Hrut erano seduti su una panca, il fidanzato e i suoi su quella di fronte. Hallgerd sedeva sul palchetto dal lato corto della sala e fece una buona impressione. Thiostolf se ne andava in giro brandendo la sua ascia e dicendo sciocchezze, ma nessuno gli faceva caso.
Celebrate le nozze, Hallgerd partì per il sud con il marito ed i suoi. Quando giunsero a Varmalaek, Thorarinn domandò a Hallgerd se voleva occuparsi della gestione della fattoria.
Hallgerd rispose: “No, non lo desidero”.
Hallgerd fece molta attenzione a come si comportava durante l’inverno e la gente non la trovò antipatica.
Giunta la primavera, i fratelli parlarono del loro patrimonio e Thorarinn disse: “Visto che per voi è più comodo vi lascerò la fattoria di Varmalaek, e mi trasferirò al sud, a Laugarnes, per gestire la fattoria che possediamo laggiù. Le terre di Engey continueremo a sfruttarle insieme”.
Glum si dichiarò d’accordo. Thorarinn si trasferì al sud, e Glum e Hallgerd rimasero a Varmalaek.
Hallgerd assunse nuovi domestici. Era abituata a vivere con larghezza e senza fare troppe economie.
Durante l’estate partorì una figlia.
Glum le domandò che nome avrebbero dovuto darle.
“Dovrà portare il nome di mia nonna materna Thorgerd che, dal lato paterno, discendeva, attraverso molte generazioni, da Sigurd, l’uccisore di Fafnir”.
La bambina fu spruzzata d’acqua e chiamata Thorgerd. Crescendo diventò bella come la madre. Glum e Hallgerd si intendevano bene e le cose andarono avanti così per un po’ di tempo.
Giunse poi dal nord, dal Bjarnarfjord, la notizia che Svan era uscito in barca a pescare ed era stato colto da una grande tempesta provocata dal vento dell’est; la barca era stata spinta nella baia di Veithilaus, dove era affondata, e Svan era sparito.
Alcuni pescatori, che si trovavano a Kaldbak, dissero che era loro sembrato di vedere Svan che entrava nel fianco della montagna detta Kaldbakshorn e che veniva accolto dagli spiriti della montagna, ma altri sostennero che non era vero. Tutti però erano concordi nel dire che Svan non era più stato ritrovato né vivo né morto. Quando Hallgerd apprese la notizia, fu molto rattristata dalla sorte dello zio.
Glum propose poi a Thorarinn di permutare le rispettive fattorie.
Thorarinn rispose che non desiderava effettuare alcuna permuta e lo pregò di riferire a Hallgerd che, se fosse vissuto più a lungo di Glum, avrebbe comunque ripreso Varmalaek.
Glum riferì la risposta a Hallgerd, che osservò: “Thorarinn ha il diritto di aspettarsi questo da noi”.
Note
1) "Hún var komin frá Sigurdi Fáfnisbana“: discendeva da Sigfrido, l’uccisore del drago Fafnir. Hallgerd era figlia di Höskuld, che a sua volta era figlio di Koll e di Thorgerda. Thorgerda era figlia di Thorstein il Rosso, figlio di Olaf il bianco, figlio di Ingjald, che a sua volta era figlio di Thora, figlia di Sigurd orms í auga, figlio di Ragnar Lothbrók, che aveva sposato Aslaug, figlia di Sigurd Fáfnisbani.
Questo albero genealogico che figura almeno in parte sia nel capitolo 1 della Saga di Njal sia nel capitolo 1 della Laxdaela Saga solleva parecchie difficoltà.
Le fonti storiche menzionano due Ragnar: il primo sarebbe vissuto nell'VIII° secolo d.C., il secondo sarebbe morto nell'865 d.C. Quest'ultimo non va tuttavia preso in considerazione, perché, se si pone la nascita di suo figlio Sigurd tra il'825 e l'830, la nascita di Thora non può essere fissata prima dell'845-850.
Se Thorstein il rosso, nipote di Ingjald, era un uomo adulto quando fu ucciso dagli Scozzesi intorno all’890, se ne deduce che dovrebbe essere nato intorno agli anni 860, prima della morte del padre, Olaf il bianco (ucciso dagli Irlandesi intorno all’870), che doveva a sua volta essere nato tra l’830 e l’840. Di conseguenza Ingjald, dovrebbe essere nato nei primi anni del IX° secolo.
Ciò porta ad una palese incongruenza:
Helgi, il padre di Ingjald, nato negli ultimi decenni dell’VIII° secolo, avrebbe sposato Thora, la madre, in età estremamente avanzata, visto che Thora non sarebbe potuta nascere prima dell’845 circa.
Le storie di Ingjald, Olaf il bianco e Thorstein il Rosso si concentrerebbero inoltre in un periodo di meno di 40 anni, il che appare inverosimile.
Una certa coerenza si ottiene solo supponendo che Ragnar sia un altro capo vichingo attivo nella seconda metà dell'VIII° secolo d.C..
Un’altra e maggiore difficoltà è data dal fatto che, secondo le fonti più sicure, Sigfrido, personaggio leggendario famoso presso tutte le stirpi germaniche, visse intorno alla fine del V° secolo d.C. Per ricollegarlo ad un principe vichingo di nome Ragnar occorre quindi superare un vuoto di almeno tre secoli.
Questo vuoto appariva facilmente colmabile in un’epoca in cui, in mancanza di qualsiasi fonte scritta nel mondo germanico, non poteva esserci nessuna prospettiva storica ed avvenimenti famosi svoltisi secoli prima potevano facilmente venir equiparati sul piano temporale ai fatti di poche generazioni precedenti.
2) “Maerin var vatni ausin”= La bambina fu spruzzata d’acqua. Un’analoga cerimonia è ricordata nel capitolo 28 della Laxdaela Saga per la nascita di Kjartan ( so sveinn var vatni ausin og nafna gefid= il bambino fu spruzzato d’acqua e gli fu dato il nome).
Questo rito pagano sembra avere un significato di purificazione simile a quello del battesimo. Non è però provata l’influenza del cristianesimo, sebbene in questo periodo esso cominciasse a diffondersi nei paesi nordici.
3) Austanvedur = vento dell’est. E’ un vento gelido che soffia dalla Siberia.
Il Veithilausafjord si trova a nord del Bjarnarfjord. Tra i due fiordi c’è la baia di Kaldbak e la fattoria di Kaldbak, a sud della quale c’è lo sperone roccioso del Kaldbakshorn, forse di origine vulcanica.
La fine di Svan è riportata anche nella Landnama Saga “ annegò nel fiordo e sembrò che entrasse nel fianco della montagna”.
Capitolo 15
Thiostolf aveva malmenato uno dei garzoni di Höskuld e Höskuld lo cacciò via. Thiostolf prese il suo cavallo e le sue armi e disse a Höskuld: “Me ne vado e non tornerò mai più”.
“Non sentiremo la tua mancanza” rispose Höskuld.
Thiostolf cavalcò finché giunse a Varmalaek, dove Hallgerd lo accolse amichevolmente e Glum non gli si mostrò ostile. Raccontò a Hallgerd che Höskuld lo aveva cacciato e le chiese ospitalità. Hallgerd gli rispose che non poteva promettergli nulla circa un possibile soggiorno a Varmalaek prima di averne parlato con Glum.
“Andate d’accordo ?” le domandò Thiostolf.
“Sì, ci intendiamo bene” gli rispose Hallgerd.
Poi andò a trovare Glum e , abbracciandolo, gli domandò: “ Se ti chiedessi un favore, me lo faresti?”.
“ Se è qualcosa che si può fare decorosamente, sì. Che cosa desideri?”
Hallgerd gli spiegò: “ Thiostolf è stato cacciato via da mio padre, lassù all’ovest, ed io vorrei che tu gli permettessi di rimanere qui. Ma, se tu non sei d’accordo, non fa nulla”.
“Mi hai chiesto questo favore con tanta gentilezza che te lo concederò.” rispose Glum” Ma sia chiaro che, se si comporterà male, dovrà andarsene subbito”.
Hallgerd informò della decisione Thiostolf, che la ringraziò di aver fatto proprio quanto si aspettava da lei.
Thiostolf rimase dunque a Varmalaek e per un po’di tempo cercò di controllarsi, ma presto fu chiaro a tutti che non era stato un buon acquisto. Litigava con tutti e mostrava rispetto solo per Hallgerd, che tuttavia non prendeva mai le sue parti nelle discussioni.
Thorarinn rimproverò suo fratello Glum per aver permesso che Thiostolf si installasse a Varmalaek, dichiarando che qualcosa di brutto sarebbe accaduto e che le tristi vicende di prima si sarebbero ripetute se Thiostolf fosse rimasto.
Glum gli rispose cortesemente e non ne fece nulla.