LONTANANZA E NOSTALGIA
Ecco due poesie di Li Bai che, nell'originale cinese, recano il medesimo titolo "Cháng xiàng sī zài Cháng'Ān" (長 相 思 在 長 安) per mettere in evidenza che si tratta di due composizioni che fanno "pendant", vale a dire di una stessa situazione vista da prospettive simmetriche: quella dell'uomo condannato all'esilio e quella della donna rimasta sola nella dimora familiare.
Nella traduzione italiana ho preferito dare alle due poesie titoli diversi ("Sempre pensando a Cháng'Ān" e "Un solo pensiero") per sottolineare il diverso atteggiamento psicologico dei due personaggi.
L'uomo è una persona di rilievo, partecipa alla vita politica e sociale, porta con sé passioni letterarie e ideologiche, rimpiange la propria libertà di movimento e la vita brillante della capitale e, se anche soffre per la mancanza della moglie o della compagna che ha dovuto lasciare, non lo dà a vedere, perché la manifestazione di questo affetto non sarebbe consona al suo rango ed alla sua dignità.
La donna, invece, si confessa senza ritegno ed urla la sua angoscia e la sua disperazione per la lontananza dell'amato senza pensare ad altro.
SEMPRE PENSANDO A CHÁNGĀN
Autunno.
Ronzio di insetti impigliati nella zanzariera
presso il bordo dorato del pozzo.(1)
Piccoli aghi di brina tremolano
minacciosi
sulla stuoia colorata.
La lampada solitaria non
manda più luce,
le passioni si smorzano.
Sollevo le tapparelle
e, con un lungo sospiro,
guardo in cielo la luna,
circondata dalle nuvole,
come una bella in mezzo ai fiori.
In alto l'azzurra profondità
del cielo infinito,
in basso l'acqua che turbina
in onde verdi e blu.
Immenso è il cielo,
lungo è il cammino,
l'animo vaga
assorto in amari pensieri.
Sogno di potermi muovere
liberamente,
sempre pensando
a Chang'An. (2)
NOTE
(1) L'espressione "bordo dorato" è certamente poetica e suggestiva, ma non può essere interpretata nel senso che all'epoca dei Táng le bocche dei pozzi fossero cerchiate d'oro. Si può però immaginare che, alla luce del sole o al chiaro di luna, il bordo metallico di un pozzo emettesse un riflesso dorato.
(2) L'originale cinese è più complicato. Esso dice letteralmente: "Sogno di non arrivare alle difficoltà di una barriera tra le montagne". I posti di controllo erano infatti situati sui valichi di montagna e, sognando di non incappare in una barriera, il poeta esprime la speranza di ritrovare la propria libertà di movimento e di poter presto ritornare alla
capitale.
UN SOLO PENSIERO
Il sole è già tramontato,
un vapore sottile
sale dai fiori.
In cielo brilla la luna,
ma io, poveretta,
ti desidero, soffro e non dormo.
Ho appena deposto
l'arpa di Zhào (1)
sul suo sostegno a forma di fenice
e la cetra di Shŭ si appresta ora (2)
a far risuonare le corde d'anatra.
In queste canzoni c'è tutto il mio amore,
ma nessuno le ascolta.
Ah, se accompagnassero la brezza di primavera
volando fino a te come rondini !
Ti penso,anche se siamo così lontani,
separati dalla distesa del cielo azzurro.
Dai miei occhi, un tempo splendenti,
ora sgorgano a fiotti le lacrime.
Se dubiti dell'affetto della tua donna,
torna! vieni a vedere!
controlla tu stesso dinanzi al lucido specchio!
NOTE
(1) Lo strumento qui menzionato è il "sè" 瑟 che, per l'elevato numero di corde, fissate alla cassa armonica con dei gancetti, ricorda un po' l'arpa
(2) Il poeta si riferisce qui al "qín" 琴, uno strumento con un numero più limitato di corde, che può essere paragonato alla cetra. Le corde del "qín" erano fatte normalmente con fili di seta, ma forse per gli strumenti tradizionalmente fabbricati nella regione di Shŭ si utilizzava il budello d'anatra.
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