LA SAGA DELLA VALLE DEI SALMONI
tradotta da Giovanni Gallo
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Ketil dal naso piatto
Ketil dal naso piatto, figlio di Björn lo scalzo , potente signore di nobile famiglia, abitava la valle di Raum, nel distretto dello stesso nome, al centro della Norvegia, tra le regioni del Sunnmøre e del Nordmøre. Aveva sposato Yngvild, figlia di Ketil, soprannominato il montone, uomo di grande reputazione, dalla quale aveva avuto cinque figli: Björn detto lo svedese, Helgi “Bjolan”, Thorunn l’ostinata, che sposò Helgi il magro, figlio di Eyvind lo svedese e di Rafarta, figlia di Kjarval, re d’Irlanda, Unn la saggia ,che sposò Olaf il bianco, figlio di Ingjald, figlio di Frodi il coraggioso, quello che fu ucciso dai figli di Sverting, e infine Jorunn, la maliarda, madre di Ketil il pescatore, il quale sbarcò nella località che ora si chiama Kirkjuby ed ebbe come figlio Asbjörn, che fu a sua volta padre di Thorstein, padre di Surt, padre di Sighvat il giureconsulto, quello che ebbe l’incarico di promulgare le leggi.
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Via dalla Norvegia
Ketil era ormai vecchio quando il re Harald dalla bella capigliatura riuscì ad accrescere il proprio potere in modo tale che nessuno degli altri piccoli re né dei loro vassalli fu più grado di mantenersi indipendente. Allorché Ketil venne a sapere che Harald intendeva riservargli lo stesso trattamento applicato ad altri notabili, i quali erano stati privati del diritto di esigere ammende per l’uccisione dei loro familiari ed avevano dovuto sottomettersi al re , riunì il consiglio di famiglia e così parlò:
“Voi ricordate senz’altro i nostri passati contrasti con re Harald, che non occorre qui rievocare, perché è più urgente risolvere i problemi che ora abbiamo di fronte. So per certo che Harald ci è ostile e ritengo che non ci si possa attendere da lui alcuna benevolenza. Mi pare dunque che a ciascuno di noi resti un’unica scelta: lasciare il paese o rimanere nella propria casa e rischiare la vita. Io preferirei finire i miei giorni nella dimora dei miei avi, ma non voglio mettervi in gravi difficoltà con la mia ostinazione, perché conosco bene la tempra dei miei familiari e dei miei amici e so che non mi abbandonereste, per quanto grandi possano essere i pericoli che correreste restandomi accanto.”
Björn, figlio di Ketil, disse allora: “Esporrò il mio parere senza tergiversare: intendo seguire l’esempio di altri notabili e lasciare il paese. Non vedo che vantaggio ci sia ad aspettare, qui, che gli sgherri di re Harald ci caccino dalle nostre case o ci massacrino tutti.”
Il suo intervento fu bene accolto e giudicato avveduto. Quindi, poiché i figli di Ketil sostenevano con forza questa soluzione e nessuno vi si oppose, fu deciso di abbandonare la Norvegia. Björn e Helgi volevano salpare per l’Islanda, perché avevano ricevuto, a loro dire, informazioni molto positive su quell’isola, dove c’era buona terra da coltivare, senza che occorresse comprarla, dove numerose balene si arenavano sulle spiagge e dove si poteva pescare tutto l’anno il salmone ed altri pesci.
Ketil tuttavia dichiarò che non avrebbe trascorso la sua vecchiaia a pescare in Islanda, ma si sarebbe invece diretto verso le Isole Britanniche, dove pensava che si sarebbe trovato meglio. Conosceva infatti molto bene quelle terre perché vi aveva guerreggiato in lungo e in largo.
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I figli di Ketil in Islanda
Ciò deciso, Ketil fece celebrare le nozze di sua figlia Thorunn l’ostinata con Helgi il magro, di cui s’è già detto. Poi salpò verso ovest. Con lui partirono sua figlia Unn e molti altri familiari.
I figli di Ketil salparono quella stessa estate per l’Islanda in compagnia del cognato Helgi.
Björn giunse con la sua nave sulla costa occidentale dell’isola, all’imboccatura di un ampio fiordo che sarebbe poi stato chiamato il Breidafjörd e vi si inoltrò, bordeggiando lungo la riva meridionale, fino al punto in cui un fiordo più piccolo risaliva verso l’interno. Qui una roccia scoscesa si ergeva sul promontorio che chiudeva l’insenatura ed un’isola giaceva a poca distanza dalla costa. Björn ordinò di ancorarsi là per qualche tempo. Scese a terra con alcuni uomini ed esplorò la zona. C’era una striscia di terreno coltivabile tra la montagna e la costa e gli parve che fosse possibile stabilirvisi. In una baia vicina Björn ritrovò poi le colonnine di legno del suo seggio, che aveva gettato in acqua quando avevano avvistato la terra, e ritenne che ciò fosse di buon augurio per lo stabilimento. Prese quindi possesso di tutta la terra coltivabile situata fra il fiume Staf e il fiordo di Hraun e costruì colà una fattoria che da allora si chiama Bjarnarhöfn. Björn era soprannominato “lo svedese” ed aveva per moglie Gjaflaug, figlia di Kjallak il vecchio, dalla quale ebbe due figli, Ottar e Kjallak. Il figlio di quest’ultimo ,Thorgrim, fu il padre di Styr l’uccisore e di Vermund. Kjallak ebbe anche una figlia, Helga, che sposò Vest l’isolano, figlio di Thorolf dal viso macchiato, che si era stabilito sull’isola di cui s’è appena detto. Da Helga nacque Thorlak, padre di Steinthor l’isolano.
Helgi Bjolan approdò più a sud ed occupò tutto il promontorio
di Kjalar, cioè tutta la zona compresa tra il fiordo di Koll e Hvalfjörd, il fiordo della balena, e visse presso Esjusberg fino a tarda età.
Helgi il magro approdò invece più a nord ,occupò tutto l’Eyjafjörd, il fiordo delle isole, tra le due punte chiamate Siglunes et Reynisnes, e si stabilì sul promontorio che ora è detto Kristnes. I discendenti di Helgi e di Thorunn sono chiamati Eyfirdingar, cioè “quelli del fiordo delle isole.”
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Unn la saggia
Ketil approdò in Scozia, dove, essendo un uomo molto conosciuto e di nobile stirpe, fu bene accolto dai notabili, che lo autorizzarono a stabilirsi là dove preferisse. Egli scelse un luogo di residenza e vi si stabilì con il suo seguito.
Il nipote Thorstein invece si mise a fare scorrerie per tutta la Scozia e, dopo aver conseguito molte vittorie, fece la pace con gli Scozzesi, vedendosi riconosciuto il dominio sopra metà del paese. Aveva sposato Thurid, figlia di Eyvind e sorella di Helgi il magro. Ma gli Scozzesi non tennero fede ai patti per lungo tempo. Si ribellarono a Thorstein e lo uccisero nei pressi di Caithness, come racconta Ari il sapiente, figlio di Thorgils.
Unn la saggia si trovava a Caithness allorché suo figlio Thorstein fu ucciso. E quando seppe che il figlio era caduto in battaglia capì che non aveva più alcuna possibilità di restare in Scozia, visto che anche suo padre era ormai morto. Fece allora costruire di nascosto una nave in un bosco e quando la nave fu pronta la armò e vi fece caricare molte ricchezze.Condusse con sé tutti i familiari ancora in vita e la gente ebbe difficoltà a trovare un altro esempio di una donna che fosse riuscita a sfuggire a gravi pericoli portando con sé tanti beni ed un così folto seguito. Era certamente una donna molto più avveduta delle altre.
Accompagnavano Unn parecchi uomini capaci e di nobili origini. Il più noto fra costoro era Koll. La sua reputazione era dovuta in primo luogo al fatto che discendeva da una famiglia importante. Un altro dei seguaci di Unn era Hörd, anche lui uomo degno e di nobile stirpe.
Quando tutto fu pronto, Unn salpò per le Isole Orcadi, dove si fermò per qualche tempo e organizzò il matrimonio della figlia Groa. Groa ebbe per figlia Grelad, che sposò Thorfinn, conte delle Orcadi, figlio del conte Torf-Einar, figlio di Rögnvald, conte di Møre. Da loro nacque Hlödvir, padre del conte Sigurd, padre del conte Thorfinn e da loro traggono origine, in qualche modo, tutti i successivi conti delle Orcadi.
Dopo di ciò Unn salpò per le Faer Øer, dove si trattenne abbastanza a lungo e diede in sposa un’altra figlia di Thorstein, Olöf, da cui discende la più grande famiglia di quel paese, i Götusskeggja.
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Unn arriva in Islanda
A questo punto Unn comincia a preparare la partenza ed annuncia ai suoi compagni di viaggio che intende salpare per l’Islanda. Ha con sé Olaf Feilan, figlio di Thorstein il rosso, e le figlie ancora nubili. Dirige la nave verso l’alto mare e al termine di un viaggio tranquillo la nave giunge nel sud dell’Islanda, a Vikrarskeid. Qui la nave si incaglia, ma tutti si salvano e l’intero carico viene recuperato.
Appena sbarcata, Unn si recò in visita dal fratello Helgi, con venti uomini di scorta. Quando giunse da lui Helgi le andò incontro e le disse che l’avrebbe ospitata volentieri, ma che era in grado di accogliere solo dieci dei suoi accompagnatori. Unn rispose sdegnata che non lo avrebbe mai creduto così meschino e se ne andò.
Si recò allora dall’altro fratello Björn, nel Brejdafjörd. Questi, non appena seppe della sua venuta, le andò incontro con molti uomini, la ricevette con grande onore e la invitò a rimanere da lui con tutto il suo seguito, perché conosceva bene il carattere della sorella. Ella ne fu incantata e lo ringraziò molto della sua generosità. Rimase con lui tutto l’inverno e fu trattata con grande rispetto, poiché c’erano abbondanti provviste e non si badò a spese.
In primavera Unn costeggiò il Breidafjörd e giunse ad un promontorio su cui fece colazione. Da allora questo promontorio, che sta di fronte alla spiaggia del Medalfell, è chiamato Dögudarnes, la “Punta della colazione.” Poi penetrò con la sua nave nello Hvammsfjörd e sbarcò su un altro promontorio dove si trattenne per un po’ di tempo. Vi smarrì il suo pettine e da allora quel promontorio fu chiamato Kambsnes, la” Punta del pettine.” In seguito risalì tutte le valli del Breidafjörd e prese possesso di tutta la terra che volle. Infine veleggiò verso l’estremità del fiordo e là ritrovò le colonnine del suo seggio. Ne dedusse che là doveva costruire la propria casa. Fece erigere in quel luogo una fattoria ,che da allora si chiama la “fattoria di Hvamm”, e vi si stabilì.
La stessa primavera in cui Unn costruì la fattoria di Hvamm, Koll sposò Thorgerd, figlia di Thorstein il rosso. Unn si addossò le spese del matrimonio e diede in dote a Thorgerd tutta la Valle dei salmoni e Koll costruì la propria casa a sud del Fiume dei salmoni. Koll era un uomo di grande dignità. Suo figlio fu chiamato Höskuld.
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Unn distribuisce le terre
In seguito Unn distribuì fra coloro che l’avevano accompagnata le terre di cui aveva preso possesso. A Hörd diede tutta la valle ora chiamata Valle di Hörd fino alle cascate di Skram. Hörd visse colà nel luogo che fu poi detto la “Casa di Hörd”, fu un uomo molto stimato e diede origine a una bella famiglia. Suo figlio fu Asbjörn il ricco, che si stabilì nel luogo detto la “Sede di Asbjörn” nella Valle di Örnolf. Asbjörn sposò Thorbjörg, figlia del capo della famiglia che abitava il Midfjörd, dalla quale ebbe Ingibjörg, che sposò Illugi il nero. Figli di questi ultimi furono Hermund e Gunnlaug il linguacciuto.Questa famiglia ebbe il cognome di Gillsbekk.
Unn disse ai suoi uomini: “Ora avrete la ricompensa delle vostre fatiche .Non mi mancano più i mezzi per ripagarvi dei vostri servizi e del vostro zelo. Sappiate che ho ridato la libertà a Erp, figlio del conte Meldun, perché non voglio che un uomo di così nobili natali sia trattato come uno schiavo.”
Poi assegnò ad Erp la terra intorno al Saudafell fra i torrenti Tunguar e Midar. Erp generò Orm e Asgeir, Gunnbjörg e Alldis,che andò sposa ad Alf il valligiano.
A Sokkölf diede la valle ora chiamata Valle di Sokkölf, in cui egli visse sino alla vecchiaia.
Aveva ancora un servo liberato di nome Hund, originario della Scozia, al quale diede la Valle di Hund ed un quarto servo Vifil, al quale assegnò la Valle di Vifil.
La quarta figlia di Thorstein il rosso si chiamava Osk e fu la madre di Thorstein il nero, il saggio, quello che inventò la settimana intercalare.
La quinta, Thorild, fu la madre di Alf il valligiano, al quale molti fanno risalire la propria genealogia. Sua figlia Thorgerd sposò Ari di Reykjanes, figlio di Mar, figlio di Atli, figlio di Ulf lo strabico e di Björg, figlia di Eyvind, sorella di Helgi il magro. Da essi discende la gente che abita a Reykjanes.
La sesta figlia Vigdis fu la capostipite della famiglia di Höfdi, che abita nel Fiordo delle isole.
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L’ultima festa di Unn
Olaf Feilan era il più giovane tra i figli di Thorstein. Era un uomo alto e forte, di aspetto gradevole e di belle maniere. Unn lo stimava più di tutti gli altri e fece sapere in giro che intendeva istituirlo suo erede universale.
Con l’avanzare dell’età Unn si stancava sempre di più. Un giorno fece chiamare Olaf Feilan e gli disse: “Ho riflettuto, mio caro, e sono giunta alla conclusione che dovresti sistemarti e prendere moglie.”
Olaf si dichiarò d’accordo e precisò che avrebbe seguito i suoi consigli.
Allora Unn aggiunse: “Ho pensato che sarebbe opportuno celebrare il tuo matrimonio verso la fine dell’estate perché è il momento migliore per trovare tutte le provviste necessarie, visto che, a mio parere, molti amici e conoscenti vorranno partecipare a quella che sarà probabilmente l’ ultima festa che potrò organizzare.”
Olaf rispose :” Mi sembra un’ottima idea. Sii però certa che non permetterò alla mia futura moglie di toglierti la gestione della casa né di contestare la tua autorità.”
Quello stesso autunno Olaf sposò Alfdis nella fattoria di Hvamm. Unn fece grandi spese per il matrimonio poiché invitò molti notabili di altri distretti, fra cui i suoi due fratelli Björn e Helgi., che vennero con un largo seguito. Furono invitati anche il genero di Unn, Koll, e Hörd della Valle di Hörd e numerosi altri uomini eminenti. Sebbene moltissimi fossero presenti, non vennero tutti coloro che Unn aveva invitato, perché quelli del Fiordo delle isole abitavano troppo lontano.
A causa dell’età avanzata Unn aveva preso l’abitudine di dormire fino a mezzogiorno e di andare a letto presto la sera.
Nessuno era autorizzato ad importunarla dal momento in cui si coricava fino a quando non si era alzata e rivestita ed ella rispondeva irosamente se qualcuno le chiedeva udienza durante questo periodo.
Il giorno delle nozze Unn dormì più a lungo del solito, ma era già in piedi quando cominciarono a giungere gli ospiti. Ella andò loro incontro ed accolse con gentilezza i parenti e gli amici, ringraziandoli per l’affetto che avevano dimostrato percorrendo un così lungo cammino per essere presenti alle nozze :"Menziono in particolare Björn e Helgi, ma desidero ringraziare tutti voi che siete venuti fin qui.”
Poi entrò nella sala e gli altri la seguirono. E quando la sala fu piena di ospiti tutti si meravigliarono dello splendore della festa. Allora Unn disse: “ Chiamo i miei fratelli Björn e Helgi, i nostri parenti e i nostri amici, a testimoni che lascio questa fattoria e tutte le sue pertinenze a mio nipote Olaf, che istituisco mio erede universale ed immetto nel possesso dei beni"
Detto questo Unn si alzò e disse che intendeva ritirarsi nella camera in cui era solita dormire. Invitò gli ospiti a divertirsi come preferivano e ordinò di versare birra a volontà. Si racconta che Unn fosse alta e robusta. Ella attraversò rapidamente la sala e tutti notarono quanto il suo portamento fosse ancora maestoso.
Gli ospiti bevvero fino a sera quando pensarono che fosse giunta l’ora di andare a dormire.
Il mattino successivo Olaf Feilan si recò nella camera della nonna, ma quando vi entrò vide che Unn sedeva immobile sul letto, appoggiata ai cuscini. Era morta.
Olaf discese nella sala e diede la notizia agli ospiti. Questi furono molto impressionati dal modo in cui Unn aveva saputo mantenere la propria dignità sino agli ultimi istanti di vita. Furono così celebrati insieme il matrimonio di Olaf e il funerale di Unn. L’ultimo giorno della festa Unn fu sepolta nel tumulo che era stato elevato per lei. Fu posta a giacere in una barca che era stata introdotta nel tumulo e molti gioielli furono sepolti con lei.Dopo di ciò la bocca del tumulo fu chiusa.
Olaf Feilan acquisì allora, col consenso dei parenti presenti, la proprietà di Hvamm e ne entrò subito in possesso. Quando la festa finì Olaf offrì ricchi doni agli ospiti più ragguardevoli prima della loro partenza.
Olaf divenne poi molto ricco e conseguì una grande autorità. Visse nella sua fattoria di Hvamm fino a tarda età. Da lui e da Alfdis nacquero Thord Gellir, che sposò Hrodny, figlia di Skeggi di Midfjörd, e che ebbe per figli Eyolf il grigio, Thorarin Fylsenni e Thorkel Kuggi. Figlia di Olaf fu anche Thora, che sposò Thorstein mangiamerluzzo, figlio di Thorolf dalla gran barba. I loro figli furono Börk il superbo e Thorgrimm, padre di Snorri il sacerdote. Un’altra figlia di Olaf fu Helga, che sposò Gunnar, figlio di Hlif, dal quale ebbe una figlia, Jofrid, che andò in moglie dapprima a Thorodd, figlio di Odd, quello che abitava sul promontorio, e poi, in seconde nozze, a Thorstein, figlio di Egil. La loro figlia Thorunn andò sposa a Herstein, figlio di Thorkel, figlio di Ketil Blund. La terza figlia di Olaf, Thordis, sposò Thorarin il giureconsulto, fratello di Ragi.
Mentre Olaf abitava a Hvamm, suo cognato Koll della valle si ammalò e morì. A quell’epoca suo figlio Höskuld era ancora molto giovane, ma ben più maturo ed esperto di quanto i suoi pochi anni lasciassero pensare.Era un ragazzo simpatico e capace. Prese possesso della fattoria di suo padre e vi si stabilì. La fattoria, che era stata costruita da Koll, prese ora il suo nome ed è, da quell’epoca, conosciuta come Höskuldsstad,"la casa di Hoskuld.”Presto Höskuld divenne popolare per conto suo perché era sostenuto da molti, vale a dire sia dai suoi parenti sia dagli amici di suo padre.
Thorgerd Thorsteindottir, madre di Höskuld, era a quell’epoca una donna ancor giovane e molto bella. Dopo la morte di Koll si trovava a disagio in Islanda e disse a suo figlio che intendeva andarsene in Norvegia con la parte dell’eredità che le spettava. Höskuld rispose che gli sarebbe molto dispiaciuto se si fossero separati, ma aggiunse che non si sarebbe comunque opposto al desiderio della madre.
Comprò allora a nome della madre una quota pari alla metà di una nave che era alla fonda presso il Dögurdarnes.
Thorgerd salì a bordo portando con sé molti beni e salpò. La navigazione fu tranquilla e la nave giunse sana e salva in Norvegia.
Thorgerd aveva ancora in Norvegia molti parenti e molti amici di nobile famiglia, che la accolsero a braccia aperte e le offrirono tutto ciò che potesse desiderare da loro. Thorgerd fu molto contenta dell’accoglienza ricevuta e disse loro che era sua intenzione stabilirsi nel paese.
Thorgerd non rimase a lungo vedova. Un uomo chiamato Herjolf la chiese ben presto in moglie. Era un proprietario terriero, ricco e stimato. Era alto e robusto, non bello, ma di aspetto molto dignitoso., espertissimo nell’uso delle armi.
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Thorgerd poteva decidere liberamente se accettare o no la proposta di matrimonio perché era vedova.
Col pieno accordo dei suoi parenti, ella non rifiutò la proposta, ma sposò Herjolf e andò a vivere con lui. Mostrarono presto di volersi molto bene. Thorgerd diede subito la prova di essere una donna capace . Il prestigio del marito crebbe ed egli acquistò maggiore considerazione di quella di cui godeva prima di sposare Thorgerd.
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Hrut, figlio di Herjolf
Herjolf e Thorgerd erano sposati da poco tempo quando nacque loro un figlio che spruzzarono d’acqua e a cui diedero il nome di Hrut. Hrut fu fin da ragazzo forte e robusto. Era il più alto di tutti, quello con le spalle più larghe, snello e con le membra ben proporzionate. Era gradevolissimo d’aspetto, come lo erano stati il nonno materno Thorstein il rosso ed il bisnonno Ketil. Era abilissimo in tutte le cose.
Un giorno Herjolf si ammalò e morì, tra il compianto di molti. Dopo di ciò Thorgerd ardeva dal desiderio di tornare in Islanda e di rivedere il figlio Höskuld, che amava più di tutti gli altri, potendo lasciare Hrut in cura ai parenti norvegesi. Partì dunque per l’Islanda e si recò nella Valle dei salmoni, da suo figlio Höskuld, che l’accolse amorevolmente. Ella aveva portato con sé molte ricchezze e rimase con Höskuld fino a quando morì. Alcuni anni dopo il suo ritorno Thorgerd contrasse una malattia che la condusse alla morte e fu sepolta in un tumulo. Il figlio Höskuld prese possesso di tutti i suoi beni, sebbene la metà di essi spettasse in proprietà a Hrut.
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Il matrimonio di Höskuld
A quel tempo regnava sulla Norvegia Hakon, il figlioccio di Atelstano, e Höskuld, che faceva parte della sua guardia, aveva l’abitudine di trascorrere alternativamente un inverno in Norvegia col re ed un inverno a casa sua in Islanda. Godeva così di grande reputazione tanto in Norvegia quanto in Islanda.
Nel Bjarnarfjörd, che si insinua nella costa a nord del Fiordo di Steingrim e che è separato da questo da una lingua di terra, abitava un uomo chiamato Björn, il quale per primo era sbarcato in quel fiordo e gli aveva dato il suo nome. Björn era ricco e di nobile famiglia. Sua moglie si chiamava Ljufa e sua figlia Jorunn. Jorunn era graziosa e molto intelligente, ma superba. Era considerata il miglior partito di tutta la regione dei fiordi occidentali.
Höskuld aveva sentito parlare della ragazza e sapeva anche che il padre era il maggior proprietario di tutto il litorale. Partì dunque da casa sua con dieci uomini e si recò in visita da Björn nel Bjarnarfjörd. Fu ben accolto perché Björn ne conosceva la buona reputazione. Poi Höskuld chiese la mano di Jorunn e Björn diede il suo consenso, aggiungendo che la figlia non avrebbe potuto fare un matrimonio migliore, ma che occorreva comunque accertarsi che lei pure fosse d’accordo. Quando Höskuld fece la sua proposta a Jorunn, questa rispose: “Tutto ciò che abbiamo udito di te, Höskuld, ci indurrebbe a risponderti di sì, perché pensiamo che la donna che ti sposerà troverà veramente una buona sistemazione. Però tocca a mio padre decidere ed io mi conformerò alla sua decisione.”
In conclusione, fu deciso che Jorunn sarebbe andata in sposa a Höskuld con una ricca dote e che le nozze si sarebbero svolte nella fattoria di Höskuld.
Höskuld ritornò allora a casa sua e vi rimase finché non giunse il giorno delle nozze. Björn venne dal nord con una numerosa compagnia. Höskuld lo attendeva, da parte sua, con molti ospiti, alcuni dei quali erano suoi parenti, altri amici . La festa fu magnifica. Alla fine ciascuno tornò a casa contento, dopo aver ricevuto pregevoli doni.
Jorunn Bjarnardottir si stabilì a Höskuldsstad e si occupò insieme con Höskuld della gestione della fattoria. Fu presto evidente dal suo comportamento che era avveduta, abile e capace, ma piuttosto altezzosa. Höskuld e Jorunn stavano bene insieme, ma non erano molto espansivi nei loro rapporti.
Höskuld acquisì col tempo una grande autorità: era ricco, potente, deciso e non era ritenuto per nulla inferiore a ciò che era stato suo padre Koll. Il matrimonio di Höskuld e di Jorunn si rivelò presto fecondo: il loro primo figlio fu chiamato Thorleik, il secondo Bard.
Ebbero anche una figlia Thorgerd, che fu poi soprannominata Gambalunga, ed un’altra figlia, che fu chiamata Thurid. Erano tutti bei ragazzi.
Thorleik era grande e forte e di bell’aspetto, ma taciturno e brusco di modi. Sembrava alla gente che avesse un carattere troppo impulsivo per poter diventare un uomo saggio ed equilibrato. Höskuld soleva dire che aveva preso molto dalla famiglia della madre.
Bard era di bell’aspetto e robusto. Mostrava di aver preso piuttosto dalla famiglia paterna. Crescendo si mostrava di carattere allegro e cordiale. Höskuld gli voleva bene più che a tutti gli altri figli.
Höskuld era giunto a quell’epoca all’apice della sua autorità e della sua fama. In quel periodo diede anche in moglie sua sorella Groa a Veleif il vecchio. Da questo matrimonio nacque Bersi il duellante.
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Hrapp l’assassino
Sul lato nord della Valle dei salmoni, proprio di fronte alla fattoria di Höskuld, c’era una fattoria, che oggi è abbandonata. Si chiamava la Casa di Hrapp perché vi abitava Hrapp, soprannominato l’assassino, figlio di Sumarlidi. Hrapp era di padre scozzese, ma la famiglia materna risiedeva tutta nelle Ebridi, dove egli era cresciuto. Era alto, robusto e di carattere ostinato, mai disposto a cedere. Poiché era così ostinato come si è detto e non voleva riparare i torti che faceva agli altri, fu costretto a fuggire in Islanda dove comprò l’appezzamento di terra in cui abitava. Aveva sposato Vigdis, figlia di Hallstein, da cui aveva avuto un figlio chiamato Sumarlidi. Il fratello della moglie si chiamava Thorstein il nero ed abitava a Thorsnes, come s’è già detto. Sumarlidi cresceva presso lo zio ed era un ottimo ragazzo.
Thorstein era stato sposato, ma la moglie era morta lasciandogli due figlie Gudrid e Osk. Gudrid aveva poi sposato Thorkel dalla frangia, uomo potente e saggio, figlio di quel Björn che possedeva una cava di metalli. L’altra figlia, Osk, era stata data in moglie ad un uomo del Breidafjörd che si chiamava Thorarin. Thorarin era un uomo solido e cordiale ed abitava col suocero, perché a quell’epoca Thorstein era ormai anziano ed aveva bisogno di aiuto per gestire la sua fattoria.
Hrapp era malvisto da tutti ed era in pessimi rapporti con i vicini, ai quali aveva fatto sapere che avrebbero passato dei guai se avessero cercato appoggio presso altri. Alla fine i vicini si riunirono e decisero di recarsi da Höskuld, al quale esposero le loro difficoltà. Höskuld li invitò a riferirgli qualsiasi minaccia o abuso di Hrapp ed aggiunse che non avrebbe tollerato che Hrapp gli sottraesse uomini o beni.
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Thord il sacerdote
Nella parte settentrionale della Valle dei salmoni, ,su terreni che egli aveva comprato e su cui aveva costruito una fattoria che da allora è chiamata Goddastad, la casa del sacerdote, viveva Thord il sacerdote degli dei, uomo ricco, ma senza figli. Era vicino di Hrapp, che spesso tentava di sconfinare e di portargli via dei pezzi di terreno, ma grazie all’appoggio di Höskuld, Thord riuscì a mantenere intatta la sua proprietà.
Sua moglie si chiamava Vigdis ed era figlia di Ingjald, figlio di Olaf Feilan. Zio paterno di Vigdis era Thord Gellir e zio materno Thorolf detto Nasorosso, di Saudafell, uomo ricco e potente, a cui tutti i membri della famiglia si rivolgevano sempre quando avevano bisogno di aiuto. Vigdis era stata data in moglie a Thord perché era ricco, non perché fosse particolarmente stimato.
Thord aveva portato con sé in Islanda uno schiavo di nome Asgaut, che era robusto e capace. Benché fosse di stato servile, pochi tra gli uomini liberi potevano dirsi abili quanto lui e rendeva al padrone ottimi servizi. Thord aveva anche altri servi di cui non è stato tramandato il nome.
Sempre nella Valle dei salmoni, vicino alla fattoria di Thord, ma un poco più in su, abitava Thorbjörn ,detto il debole. Era ricco, soprattutto d’oro e di argento, ma piuttosto avaro. Nonostante il soprannome, era alto di statura e di corporatura robusta.
Höskuld ,figlio di Koll, riteneva che una sola cosa mancasse alla sua fama: la sua casa non gli sembrava così splendida come avrebbe voluto. Perciò comprò da un uomo delle isole Shetland una nave che era ormeggiata nell’estuario del fiume Blönd. Armò la nave e fece sapere che intendeva recarsi all’estero, lasciando a Jorunn la cura della fattoria e dei figli.
Salpò e fece una buona traversata approdando nella parte meridionale della Norvegia, nella Hördaland, dove oggi sorge la città di Bergen. Tirò a terra la nave ed andò a trovare i suoi parenti, di cui non ci sono stati tramandati i nomi.
Il re Hakon si trovava in quel momento nella regione di Vik, ma Hoskuld non sentì il bisogno di andarlo a trovare, perché già i suoi parenti l’avevano accolto a braccia aperte ed egli trascorse tranquillamente con loro tutto l’inverno.
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La concubina
Sul cominciare dell’estate si sparse la notizia che il re avrebbe tenuto un’ assemblea nelle isole Bren, che sono situate nella parte orientale della Norvegia. Secondo la legge, ogni tre anni doveva infatti essere indetta un’assemblea per mantenere la pace e l’ordine nel paese. In tale occasione il re, alla presenza dei notabili, risolveva le questioni che richiedevano una sua pronuncia. Sembrava opportuno partecipare a questi incontri perché vi confluivano uomini provenienti da quasi tutti i paesi allora conosciuti. Höskuld mise in mare la sua nave. Intendeva partecipare all’assemblea perché non aveva avuto occasione di rendere visita al re durante l’inverno, ma anche perché l’assemblea costituiva al tempo stesso un grande mercato. V’era un’enorme quantità di gente, si beveva e si giocava e c’erano divertimenti di ogni tipo. Höskuld incontrò in quella occasione molti suoi parenti danesi. Non fu deciso però nel corso dell’assemblea nulla di importante.
Un giorno in cui Höskuld stava andando a trovare alcuni amici per passare un po’ di tempo con loro vide una tenda di vivi colori collocata a qualche distanza dalle altre. Hoskuld si avvicinò e scorse sulla soglia della tenda un uomo riccamente vestito, con un colbacco in testa. Hoskuld gli chiese chi fosse . L’uomo rispose :"Mi chiamo Gilli, ma i più capiscono meglio chi sono solo quando sentono il mio soprannome: Gilli il russo.”
Höskuld rispose di avere spesso sentito il suo nome perché si diceva che quell’uomo fosse il più ricco dei mercanti. Ed aggiunse:” Avrai senza dubbio da venderci qualsiasi cosa che noi possiamo desiderare.”
Gilli gli chiese che cosa volesse comprare e Höskuld rispose che intendeva comprare una schiava “se ce ne erano in vendita.”
Gilli replicò: “Mi sembra che tu voglia mettermi in imbarazzo dicendo che vuoi comprare qualcosa di cui mi credi sprovvisto. Eppure, se era questo il tuo intento, rischi di esserti sbagliato.”
Höskuld vide che sulla porta del padiglione c’era una cortina. Gilli la sollevò e Höskuld poté osservare che all’interno del padiglione stavano sedute dodici donne. Gilli lo invitò ad entrare e ad esaminarle per decidere se comprarne una.
Le donne stavano tutte insieme presso la porta del padiglione e Höskuld le esaminò con attenzione. C’era una donna seduta proprio accanto alla cortina ed a Höskuld, per quel poco che riuscì a vedere, sembrò piacente, sebbene vestita in modo piuttosto misero.
Höskuld chiese a Gilli: “Quanto mi costerebbe quella donna se volessi comprarla?” Gilli rispose: “Dovrai sborsare tre marchi d’argento.” “Mi sembra “ replicò Höskuld” che tu chieda per questa donna un prezzo piuttosto alto. È tre volte il prezzo corrente.”
"Hai perfettamente ragione” ammise Gilli “ Io valuto questa donna più delle altre. Ma tu puoi benissimo lasciarmela e prenderti una qualunque delle altre undici per un marco d’argento.”
"Devo prima controllare quanto denaro ho nella mia borsa” disse Höskuld e invitò Gilli a prendere le bilance, mentre lui guardava nella borsa attaccata alla cintura.
Gilli aggiunse :"Sarei un commerciante disonesto se non ti dicessi che questa donna ha un grave difetto. Voglio che tu lo sappia, Höskuld, prima di concludere la compravendita.”
Höskuld domandò quale fosse il difetto ed ebbe questa risposta: “ La donna è muta. Ho cercato più volte di farla parlare e non sono mai riuscito a tirarle fuori una sola parola. Sono convinto che non sia in grado di emettere alcun suono.”
Höskuld tagliò corto: “ Porta fuori le bilance e vediamo quanto pesa l’argento che ho con me, in modo che io possa comprarla.”
Gilli fece così e, pesato l’argento, risultò che valeva esattamente tre marchi.
Allora Höskuld disse: “ Mi sembra che l’affare sia concluso. Prenditi il denaro ed io mi porterò via la donna. Devo riconoscere che ti sei comportato in modo estremamente corretto e che non mi hai nascosto nulla.”
Poi Höskuld ritornò alla sua tenda e quella stessa notte si congiunse con la donna.
Il mattino dopo, mentre si rivestivano, Höskuld osservò:” Non sei molto elegante con l’abito che ti ha fornito Gilli il ricco, ma è pur vero che era più difficile per lui vestire dodici donne che per me vestirne una sola.” Poi rovistò in uno dei suoi cassoni, ne trasse un bell’abito femminile e glielo diede. Tutti osservarono in seguito che quel vestito le stava molto bene.
Più tardi ,quando i notabili ebbero finito di discutere i problemi che la legge richiedeva di esaminare, l’assemblea fu sciolta e Höskuld si recò a rendere omaggio al re Hakon, come era suo dovere.
Il re lo squadrò e disse: “Il tuo omaggio avrebbe potuto essere un po’ più tempestivo, Höskuld, ma ci è ugualmente gradito e lo accettiamo lo stesso.”
13
La nascita di Olaf
Detto ciò, il re lo accolse con grande cortesia e lo invitò a salire sulla sua nave e a stare con lui finché desiderasse rimanere in Norvegia.
Ma Höskuld rispose: “Grazie per il tuo invito, ma quest’estate ho molto da fare. La ragione principale per cui ho tardato tanto a chiederti udienza è che stavo cercando legname da costruzione.”
Il re lo invitò allora ad entrare con la sua nave nel fiordo di Oslo, dove Höskuld rimase con lui per qualche tempo. Durante questo periodo il re gli procurò del legname da costruzione, che fece caricare sulla sua nave.
Allora il re disse a Höskuld: “Non sei obbligato a rimanere con noi più a lungo di quanto desideri, ma di certo sentiremo la tua mancanza.” Poi, accompagnatolo alla nave, aggiunse:” Ti ho sempre stimato molto e questa volta ho la sensazione che sia l’ultima volta che tu salpi dalla Norvegia mentre io regno sul paese.” Si tolse dal braccio un braccialetto d’oro, che pesava un marco, e gliene fece dono. Gli regalò anche una spada in cui era contenuto oro per un peso di mezzo marco. Höskuld ringraziò il re dei doni e dell’onorevole accoglienza che gli aveva riservato, poi, salito sulla nave, si diresse verso il mare aperto.
Navigarono senza problemi e, toccata terra nella zona meridionale dell’Islanda, risalirono poi la costa occidentale dell’isola passando prima accanto al Reykjanes e poi al ghiacciaio dello Snaefell, inoltrandosi infine nel Breidafjörd. Gettata l’ancora alla foce del Fiume dei salmoni, Höskuld fece scaricare la nave, la fece tirare in secco sulla riva del fiume e le fece costruire una darsena di cui si vedono ancora le rovine. Poi costruì alcune capanne in quella zona, che è oggi chiamata la “Valle delle capanne.”
Fece quindi fluttuare il legname fino a casa e non fu difficile perché la sua fattoria non era molto distante. In seguito cavalcò fino a casa con alcuni uomini e ricevette una buona accoglienza come c’era da aspettarsi. La fattoria era stata ben gestita nel frattempo.
Jorunn gli domandò chi fosse la donna che era con lui. Höskuld rispose: “Tu penserai che io ti prenda in giro, ma non ne conosco il nome.”
Jorunn osservò:” Delle due l’una: o le voci che mi sono giunte sono completamente false oppure tu le hai parlato abbastanza a lungo da poterle domandare il suo nome.”
Höskuld allora rinunciò a negare l’evidenza e, raccontatale la verità, le chiese di trattar bene quella donna, che egli intendeva introdurre nella cerchia della famiglia.
Jorunn rispose:"Non mi metterò di certo a litigare con la concubina che ti sei portato dietro dalla Norvegia, per quanto la sua presenza mi irriti, e potrò mantenere facilmente la parola visto che è sorda e muta.”
Höskuld dormì ogni notte con la moglie dopo il suo ritorno a casa e si tenne lontano dalla concubina. Tutti però notavano in quest’ ultima una certa nobiltà di portamento e intuivano che non era una poveraccia.
Sul finire dell’inverno la concubina ebbe un figlio. Höskuld fu chiamato e, quando gli mostrarono il neonato, ebbe l’impressione, condivisa dagli altri presenti, di non aver mai visto un bambino più bello e di più nobile aspetto.Dovendo dargli un nome, decise di chiamarlo Olaf in ricordo del proprio zio materno Olaf Feilan, che era morto poco tempo prima. Olaf si dimostrò un bimbo eccezionale e Höskuld lo amava teneramente.
Giunta l’estate, Jorunn proclamò che la concubina doveva decidersi a lavorare oppure andarsene. Höskuld disse allora alla concubina che avrebbe dovuto fare da cameriera a lui e a Jorunn, il che le avrebbe lasciato il tempo di occuparsi del bambino. Quando il piccolo ebbe due anni era già in grado di esprimersi perfettamente e correva come un bambino di quattro anni.
Si dice che un mattino Höskuld era uscito ad occuparsi delle faccende agricole. Il tempo era bello. Splendeva il sole ed era da poco passata l’alba. Höskuld udì delle voci provenienti dal ruscello che scorreva dove finivano i campi e cominciava il pendio della montagna. Avvicinatosi, vide due figure che riconobbe: una era Olaf, l’altra sua madre. Si accorse subito che non era muta perché stava parlando fitto fitto al figlio. Allora Höskuld si fece vedere e le chiese come si chiamasse, osservando che ormai non poteva più nascondere il suo nome. Si sedettero quindi dove comincia il pendio.
Allora ella disse: “Se vuoi conoscere il mio nome, mi chiamo Melkorka.”
Höskuld la pregò di raccontargli qualcosa della sua famiglia.
Ella rispose:” Mio padre si chiama Myrkjartan ed è re d’Irlanda. Io sono stata rapita dai Vichinghi e portata via all’età di quindici anni.”
Höskuld osservò che ella aveva taciuto troppo a lungo la sua nobile origine.
Rientrato in casa, Höskuld raccontò a Jorunn ciò di cui era venuto a conoscenza. Jorunn replicò che non si poteva sapere se la donna avesse detto la verità, aggiunse che le storie misteriose la lasciavano indifferente e concluse che per lei la cosa finiva lì.
Continuò a trattare Melkorka esattamente come prima, mentre invece Höskuld era diventato molto più gentile.
Poco tempo dopo, una sera, mentre Jorunn stava andando a letto, Melkorka, che l’aiutava a svestirsi, lasciò cadere per terra le calze. Jorunn le raccolse e gliele sbattè in faccia. Melkorka
reagì con un gran pugno sul naso, facendola sanguinare. Dovette intervenire Höskuld a separarle.
Dopo quella rissa, Höskuld allontanò da casa Melkorka e le fece costruire un’abitazione nell’alta Valle dei salmoni, a sud del fiume,in una località che da allora si chiama la Casa di Melkorka, sebbene oggi la casa non esista più. Melkorka vi si trasferì con il figlio Olaf e Höskuld vi fece portare tutto ciò di cui potevano avere bisogno.
Crescendo Olaf si dimostrò ben presto superiore a tutti gli altri in simpatia e cortesia.
14
Thorolf uccide Hall
Nelle Isole delle pecore, che si trovano in mezzo al Brejdafjörd, viveva Ingjald, detto il sacerdote delle isole, uomo ricco e di molta reputazione. Aveva un fratello minore chiamato Hall, forte e robusto, ma con scarse risorse finanziarie, che molti ritenevano uno scapestrato e un buono a nulla. I due fratelli si frequentavano poco perché Ingjald pensava che Hall non si sforzasse affatto di mettere la testa a partito e Hall rimproverava a Ingjald di non far niente per aiutarlo.
Nel Brejdafjörd c’era un banco di pesca conosciuto come “le Isole di Björn”: un piccolo arcipelago molto pescoso e perciò assai frequentato dai pescatori durante tutto l’anno. Gli uomini di buon senso davano molta importanza ai buoni rapporti tra i pescatori e pensavano, giustamente, che senza intesa e collaborazione la pesca non potesse essere fruttuosa. Perciò la maggior parte dei pescatori si atteneva a queste regole.
Si racconta che un’ estate Hall, il fratello di Ingjald, si recò alle Isole di Björn per pescare. Prese con sé, nella sua barca, un uomo del posto, un certo Thorolf, che era un poveraccio, ma non era privo d’ orgoglio. Hall rimase in quella zona per un po’ di tempo e si dava molte arie, credendosi superiore agli altri.
Una sera, Hall e Thorolf, tornati dalla pesca, dovevano dividere il loro bottino. Hall sosteneva che toccava a lui scegliere per primo, perché era un notabile. Thorolf non voleva rinunciare a quanto gli spettava e rispondeva per le rime. Volarono parole grosse ed ambedue si ostinavano a non cedere. Alla fine Hall, esasperato, afferrò un remo che giaceva per terra e voleva spaccarlo in testa a Thorolf. Coloro che stavano intorno intervennero e lo bloccarono, ma siccome egli era di rango sociale più elevato ed era infuriato, non fu possibile procedere alla divisione della preda. Quella sera, Thorolf si allontanò e Hall, abusando dei suoi privilegi, tenne.per sé tutto il pesce che i due avevano pescato.
In seguito Hall prese con sé un altro al posto di Thorolf e continuò a pescare come se nulla fosse. accaduto.
Thorolf però ci rimase molto male e si ritenne gravemente offeso da ciò che era successo al momento della spartizione del pesce. Non si allontanò dalle isole e meditava sul modo di vendicarsi del torto che gli era stato fatto. Hall non se ne preoccupò, in quanto pensava che nessuno avrebbe osato aggredirlo in una zona così vicina a casa sua.
Un giorno che il tempo era particolarmente bello, Hall uscì a pescare con due compagni. Fecero un’ottima pesca e quando ritornarono a riva la sera erano di buon umore. Thorolf aveva spiato i movimenti di Hall durante tutta la giornata e, verso sera, si era posto in agguato là dove Hall e i suoi dovevano sbarcare. Hall remava a prua e saltò giù per primo per ormeggiare la barca. Ma aveva appena messo piede a terra che Thorolf gli corse addosso e gli menò un gran fendente. La lama della spada colpì il collo, proprio all’attaccatura della spalla, e staccò di netto la testa dal busto. Thorolf si diede immediatamente alla fuga, mentre i compagni di Hall raccoglievano il corpo di quest’ultimo.
La notizia dell’assassinio di Hall si sparse subito per le isole, e fece molto scalpore, perché Hall era un ragazzo di buona famiglia, anche se aveva condotto una vita disordinata. Thorolf cercò allora di andarsene dalle isole, perché sapeva che nessuno avrebbe osato proteggerlo dopo un tale fattaccio e non aveva in quella zona alcun parente da cui potesse aspettarsi un sostegno, ma abitavano invece nelle vicinanze uomini potenti come il fratello di Hall, Ingjald il sacerdote, che avrebbero cercato di vendicarne la morte.
Riuscì in qualche modo a passare sulla terraferma e.si spostò poi con grande precauzione, cosicché si sa soltanto che un giorno giunse a Goddastöd. Vigdis, la moglie di Thord il sacerdote, era una sua lontana parente e per questa ragione egli aveva pensato di rifugiarsi nella sua fattoria., tanto più che aveva saputo che in casa di Thord era la moglie che portava i pantaloni. Perciò la sera stessa in cui giunse alla fattoria si presentò subito a Vigdis, le raccontò i suoi guai e le chiese protezione.
Vigdis gli rispose: “Io ti sono legata da parentela ed inoltre ciò che hai fatto mi sembra scusabile, ma bisogna considerare che chi è disposto a proteggerti rischia la vita ed i beni, vista la forza e l’importanza di coloro che cercheranno vendetta per questo omicidio. Mio marito Thord non è molto coraggioso e noi donne non siamo abituate a prendere l’iniziativa quando ce n’è bisogno. Eppure io non posso rassegnarmi a disinteressarmi di te, ora che tu sei venuto fin qui pensando di trovare soccorso.”
Ciò detto, lo condusse in un capanno, dove depositavano gli attrezzi, gli disse di non muoversi e chiuse la porta col catenaccio.
Poi si recò da Thord e gli raccontò che era giunto un visitatore, un certo Thorolf, che era anche un suo lontano parente.
Avrebbe passato la notte da loro, ma, se Thord fosse stato d’accordo, avrebbe potuto trattenersi più a lungo.
Thord rispose che non gli piaceva avere ospiti, che comunque Thorolf sarebbe potuto restare fino al giorno dopo se non si portava guai appresso, ma doveva andarsene subito in caso contrario.
Vigdis replicò:” Io gli ho già offerto la mia ospitalità e non mi rimangerò la mia parola, anche se ha dei nemici”, poi raccontò al marito dell’assassinio di Hall e gli svelò che Thorolf, l’uomo che aveva chiesto loro ospitalità, era l’ uccisore.
Thord si inquietò molto di ciò ed osservò che Ingjald gli avrebbe fatto pagar cara l’ospitalità che di fatto era già stata concessa a Thorolf “visto che si trova già in casa nostra, a porte chiuse.”
Vigdis allora ribattè:” Ingjald non avrà bisogno di farti pagare un’ammenda per aver ospitato Thorolf una sola notte, dal momento che lo faremo rimanere qui tutto l’inverno.”
Thord cercò ancora di obiettare che avrebbero avuto grossi guai e che lui era fermamente contrario ad ospitare quel farabutto in casa sua, ma il risultato fu che Thorolf trascorse là tutto l’inverno.
Quando, verso la fine dell’inverno, Ingjald, su cui incombeva l’obbligo di vendicare il fratello, venne a sapere dell’accaduto, preparò una spedizione nelle Valli. Mise in mare una barca e, salitovi con undici compagni, fece rotta verso occidente con vento propizio. La sera stessa giunse all’imboccatura del Fiume dei salmoni, tirò a terra la barca e proseguì immediatamente per Goddastad. Non giunse inaspettato e fu accolto con le dovute cerimonie.
Ingjald trasse da parte Thord e gli spiegò le ragioni della sua venuta . Gli era stato infatti riferito che l’assassino di suo fratello era nascosto in casa di Thord. Thord negò recisamente. Allora Ingjald gli spiegò che era inutile negare e gli propose un patto: “Tu mi fai mettere le mani su quell’individuo senza che io sia costretto ad usare la forza ed io ti regalo tre marchi d’argento che ho portato con me. Inoltre rinuncio a renderti responsabile per l’ospitalità che tu hai offerto a Thorolf.”
Thord trovò che la proposta era allettante e fu ancor più contento di essere liberato di tutta la responsabilità che temeva di essersi addossato con il suo comportamento. Così rispose:” Non dirò a nessuno di questo patto, ma sono pienamente d’accordo.”
Poi andarono tutti a dormire e dormirono fino ad un’ora prima dell’alba.
15
Vigdis prende l’iniziativa
Sul far del mattino, Ingjald e i suoi si alzarono e cominciarono a vestirsi. Nel frattempo Vigdis aveva chiesto a Thord che cosa lui e Ingjald si fossero detti nel colloquio che avevano avuto durante la sera. Thord rispose che avevano parlato di molte cose e che lui aveva autorizzato Ingjald a perquisire tutta la casa con l’accordo che, se Thorolf non fosse stato trovato, Thord e Vigdis sarebbero stati liberati da qualsiasi responsabilità. “Naturalmente” aggiunse” ho mandato il nostro servo Asgaut a portar via Thorolf.”
Vigdis osservò che non le piaceva esser presa per il naso, fece anche notare che non gradiva che Ingjald venisse a frugare in casa sua, ma concluse dicendo a Thord che facesse pure come gli pareva meglio.
Ingjald intanto aveva cominciato a perquisire la casa, ma non aveva trovato nessuno.
In quel momento tornò Asgaut e Vigdis gli domandò dove avesse condotto Thorolf.
“L’ho portato nell’ovile, come mi aveva comandato Thord” rispose Asgaut.
Vigdis cominciò a riflettere: “Proprio sulla strada di Ingjald quando ritornerà alla sua barca. Chi può escludere che Ingjald e Thord non si siano messi d’accordo ieri sera? Non voglio correre rischi.” E rivoltasi a Asgaut, gli disse: “Torna laggiù e porta via Thorolf il più rapidamente possibile. Accompagnalo da Thorolf Nasorosso, quello che sta a Saudafell. Se tu farai ciò che ti ordino, avrai una buona ricompensa: ti libererò e ti darò anche un gruzzoletto in modo che tu possa andartene e stabilirti dove vuoi.”
Asgaut accettò e, tornato all’ovile, disse a Thorolf che bisognava andarsene in gran fretta.
Ingjald, intanto, stava lasciando Goddastad, sicuro che, grazie al suo denaro, avrebbe presto messo le mani su Thorolf. Appena uscito dalla fattoria, vide in lontananza due uomini che venivano nella sua direzione: erano Asgaut e Thorolf. Era l’alba e c’era ancora poca luce. Asgaut e Thorolf si trovarono intrappolati perché di fronte avevano Ingjald e i suoi uomini e dietro avevano il fiume in periodo di piena primaverile, nel quale galleggiavano grandi blocchi di ghiaccio trascinati a valle dalla corrente impetuosa. Attraversarlo a nuoto in quelle condizioni era pericolosissimo.
Thorolf si rivolse ad Asgaut:” Mi sembra che ci sia una sola alternativa: aspettarli qui e batterci finché forze e coraggio ci basteranno - anche se è prevedibile che non ci metteranno molto a farci fuori - o tuffarci nel fiume, sebbene anche ciò sia molto pericoloso.”
Asgaut lasciò a lui la decisione e lo assicurò che gli sarebbe rimasto accanto “qualsiasi cosa avesse deciso.”
Allora Thorolf disse: “Cerchiamo di attraversare il fiume.”
Detto, fatto. Si spogliarono e, dopo essersi lanciati di corsa sulla banchisa, si tuffarono in mezzo alla corrente. Poiché erano uomini robusti ,e poiché non era ancora giunta la loro ora, riuscirono ad attraversare il fiume e a rimontare la banchisa sulla sponda opposta. Erano appena risaliti quando Ingjald e i suoi giunsero alla riva del fiume. Ingjald si volse allora ai suoi compagni e domandò: “Che cosa ne pensate? Dobbiamo rischiare o no?.”
Gli risposero che toccava a lui decidere e che loro avrebbero eseguito i suoi ordini, anche se ritenevano che fosse estremamente temerario attraversare il fiume. Ingjald si dichiarò d’accordo con loro e concluse :"Torniamo indietro.”
Quando Thorolf e Asgaut videro che Ingjald e i suoi avevano rinunciato ad inseguirli, si rivestirono e si rimisero in cammino. Dopo aver marciato tutto il giorno, la sera giunsero a Saudafell, dove furono bene accolti in ossequio alle regole dell’ospitalità. La sera stessa Asgaut andò a trovare Thorolf Nasorosso e gli raccontò i retroscena della loro visita, precisando che l’uomo che era giunto con lui era stato mandato a Thorolf dalla sua parente Vigdis perché lo proteggesse. Gli raccontò anche tutto ciò che era successo in casa di Thord il sacerdote e gli mostrò i segni di riconoscimento che Vigdis aveva inviato a Thorolf.
Thorolf rispose:” Riconosco questi contrassegni e mi prenderò cura di quest’uomo come mi ha chiesto Vigdis. Mi sembra che Vigdis si sia comportata molto bene ed è un vero peccato che una donna così capace abbia sposato un imbecille. Quanto a te, Asgaut, potrai rimanere qui tutto il tempo che vorrai.”
Asgaut rispose che non si sarebbe trattenuto a lungo. Thorolf Nasorosso accolse dunque il suo omonimo in casa propria, mentre Asgaut si congedò amichevolmente da loro e ritornò da dove era venuto.
Va ricordato che Ingjald, dopo aver rinunciato ad inseguire Thorolf e il suo compagno, era ritornato a Goddastad, dove nel frattempo si erano radunati numerosi uomini delle fattorie vicine che Vigdis aveva mandato a chiamare. Vi erano in tutto non meno di venti uomini.
Ingjald, giunto sull’aia, chiamò fuori Thord e gli disse: “ Ti sei comportato scorrettamente nei nostri confronti, Thord, perché abbiamo tutte le ragioni di credere che tu abbia aiutato Thorolf a scappare.”
Thord replicò che lui non aveva fatto niente. Venne così alla luce tutto l’accordo che era stato concluso fra Ingjald e Thord, perché Ingjald rivoleva indietro il denaro che aveva dato a Thord.
Vigdis, che assisteva alla conversazione, disse che entrambi avevano avuto quel che meritavano, poi, rivoltasi a Thord, lo invitò a restituire i soldi “ così disonestamente guadagnati.”
Thord rispose che facesse quel che voleva. Vigdis rientrò in casa, si diresse verso la cassapanca di Thord e in fondo alla cassapanca trovò una pesante borsa. La prese in mano e, uscita di nuovo, si avvicinò a Ingjald invitandolo a riprendersi il suo denaro. Ingjald si rallegrò di questo invito e stese la mano, ma Vigdis, alzato il braccio, gli sbattè la borsa sul naso, facendoglielo sanguinare. Nello stesso tempo lo derideva con parole offensive, facendogli capire che non avrebbe più rivisto i suoi soldi, e lo incitava a togliersi dai piedi.
Ingjald capì che avrebbe fatto meglio ad andarsene subito e non se lo fece ripetere. Se ne andò e non si fermò fino a casa sua, dove giunse di pessimo umore.