MEDITAZIONI POETICHE SU TRACCE DELL’ANTICHITÀ
SECONDO POEMA
詠 懷 古 跡 五 首 之 二 YǑNG HUÁI GǓ JÌ WǓ SHǑU ZHĪ ÈR
"Tremano e cadono”(2). Conosco bene
l’amarezza che risentiva Sòng Yù.(3)
Per la sua eleganza(4) e raffinatezza,(5)
annovero anche lui tra i miei maestri.
Contemplo,rattristato(6),mille autunni,(7)
un unico torrente di lacrime.
Tempi diversi, differenti epoche,
sola ed identica desolazione. (8)
Tra fiumi e monti una vecchia dimora,
ora vuota come le sue belle rime.(9)(10).
Deserto è il padiglione dell’amore.(11)
Possibile che sia soltanto un sogno?(12)
Scomparsi del tutto i palazzi di Chū(13)
rasi al suolo senza alcuna eccezione.
I barcaioli (14) ne mostrano i resti,
ma saranno veramente esistiti? (15)
搖 落 深 知 宋 玉 悲 yáo lào shēn zhì sòng yù bēi
風 流 儒 雅 亦 吾 師 fēng liú rú yă yì wú shī
悵 望 千 秋 一 灑 淚 chàng wáng qiān qiū yī să lèi
蕭 條 異 代 不 同 時 xiāo tiáo yì dài bù tóng shí
江 山 故 宅 空 文 藻 jiāng shān gù zhái kōng wén zăo
雲 雨 荒 臺 豈 夢 思 yún yŭ huáng tái qĭ mèng sī
最 是 楚 宮 俱 泯 滅 zuì shì chŭ gōng jū mĭn miè
舟 人 指 點 到 今 疑 zhōu rén zhĭ diăn dào jīn yí
NOTE
1) In questo secondo poema, dedicato a Sòng Yù 宋 玉 , che visse durante il 3° secolo a. C. nel Regno di Chŭ 楚 國 , troviamo maggiori riferimenti a precise località geografiche. Vi si menzionano infatti la dimora di Sòng Yù, il tempio del Gāotáng e gli antichi palazzi della capitale di Chŭ , che costituiscono il punto di partenza per una meditazione sulla vanità delle cose umane.
Sòng Yù (290-223 a C.) è da taluni considerato - senza prove documentali – nipote del famoso Qū Yuán 屈 原﹐ di cui fu comunque allievo. Scrisse molti “cífù” 辭 賦 ( opere letterarie di carattere sentimentale o descrittivo, spesso rimate).
Alcuni suoi scritti sono conservati nel “Chŭ Cí” 楚 辭 (“Raccolta dei canti del Regno di Chŭ”), uno dei classici più antichi della letteratura cinese. Tra di essi si possono menzionare: “Le nove discussioni” ( 九 辯 “jiŭ biàn), “Il richiamo dell’anima” (招 魂 “zhāohún”), “Il Tempio di Gāotáng ” (高 唐 賦 “ Gāotáng fù”), “La Dea” (神 女 賦 “Shēnnǚ fù”) e “ Mastro Dēng Tú, l’amatore di belle donne”(登 徒 子 好 色 賦 “dēng tú zĭ hăo sè fù”). In queste opere sono spesso descritti incontri con dee o bellissime creature magiche, che hanno fatto considerare Sòng Yù come un autore erotico e, per certi versi, romantico. Tra l’altro, fu lui a coniare la celebre espressione “nuvola e pioggia” (雲 雨 “yún yŭ”) , usata per indicare la passione amorosa.
2) La poesia comincia con una citazione di Sòng Yù. Le due prime parole 搖 落 (“yáo luò” “scuotersi e cadere”) sono infatti prese da una composizione attribuita a quest’ultimo, “Le Nove Discussioni”(九 辯 “jiŭ biàn”),in cui troviamo i seguenti versi:
Ahimè, il tempo d’autunno! 悲 哉! 秋 之 為 氣 也。 bēi zāi! qiū zhī wéi qì yĕ
Triste e melanconico! 蕭 瑟 兮, xiāo sè xī
Erbe e piante tremano, cadono e appassiscono. 草 木 搖 落 而 變 衰 căo mù yáo luò ér biàn shuāi
3) Dù Fŭ istituisce qui un parallelo tra la sua esperienza dell’amarezza della vita e quella di Sòng Yù. Non risulta dalle fonti storiche disponibili che Sòng Yù abbia avuto un’esistenza particolarmente tragica o tormentata. Si può tuttavia pensare che, essendo vissuto nel periodo di maggiore decadenza del Regno di Chŭ 楚 國 e degli altri Stati dell’epoca, che furono, uno dopo l’altro, assorbiti dal Regno di Qín 秦 國 , abbia espresso qualche considerazione sul carattere illusorio e transitorio della potenza e della gloria nel mondo. Dù Fŭ, vissuto circa mille anni dopo, può constatare l’esattezza di queste riflessioni quando, visitando i luoghi dove sorgeva la capitale del Regno di Chŭ si accorge che neppur più le rovine degli splendidi palazzi possono essere identificate con sicurezza.
4) Ho tradotto l’espressione “fēng liú”風 流 con il termine“elegante”.La parola “fēng” 風, il cui significato di base è “vento”, ha poi assunto anche il senso di “aria del tempo”, “tendenza”, “stile”. Allo stesso modo, “liù” 流, dal senso originario di “scorrere”, “fluire” ha poi assunto il significato di “modo”, “stile”. L’espressione “fēng liù” può dunque essere interpretata come un’endiadi: “stile e scorrevolezza” e quindi “eleganza”, “compiutezza artistica”. Nei dizionari moderni “feng liù” viene anche tradotto con “romantico”, ma mi sembra un po’forzato definire “romantico” un letterato cinese dell’epoca classica. Ciò non toglie che certi aspetti dell’opera di Sòng Yù, per esempio gli incontri con fanciulle di favolosa bellezza sullo sfondo di boschi o di montagne, possano essere interpretati come segno di una sensibilità in qualche modo “romantica”.
5) L’espressione “rú yă” 儒 雅 è composta dal termine “rú” 儒 , che indica “il pensiero di Confucio” e per estensione il “letterato confuciano”, cioè l’uomo colto che ha studiato e fatto propria la dottrina di Confucio, e dal termine “yă” 雅 che significa “elegante”, “fine”, “eccellente”, “dal gusto sicuro”. Il secondo termine può essere considerato come una logica conseguenza del primo giacché l’insegnamento di Confucio era in Cina la base di ogni formazione culturale ed il primo punto di riferimento per il comportamento in società, le buone maniere, il giudizio politico ed artistico. Dù Fŭ, uomo di amplissima cultura, aveva certamente letto e approfondito le opere di Sòng Yù, che sentiva come suo maestro anche per la comune adesione al confucianesimo.
6) La poesia di Dù Fŭ è sempre pervasa di tristezza e di pessimismo , qualunque sia l’argomento che essa tratta. Qui la fonte dell’amarezza e della depressione non è la vita di Sòng Yù, ma la considerazione che tutto passa e tutto svanisce.
7) “Qiān qiū” 千 秋 (“mille autunni”) sono approssimativamente gli anni che dividono Sòng Yù (290-223 a.C.) da Dù Fŭ (712-769 d.C.). L’espressione “mille autunni” genera ovviamente una sensazione di freddo e di tristezza che non avremmo provato se il poeta avesse parlato, ad esempio, di “ mille primavere”.
8) Traduzione letterale:”Un lungo periodo di desolazione in varie epoche, in tempi differenti ”.Mi è sembrato di poter attribuire all’espressione “xiāo tiáo” 蕭 條 il significato di “lungo periodo di desolazione”, in quanto al termine “tiáo” 條, che vuol dire “lunga striscia”, può, senza dubbio, essere dato anche un senso metaforico. Il pessimismo diventa qui veramente cosmico, portando il poeta a considerare un intero millennio come un solo insieme di disgrazie. La parentela ideale con il Leopardi appare, in poesie come questa, più che evidente.
9) Dù Fŭ passa ora a descriverci i luoghi la cui contemplazione gli ha fornito lo spunto per riflettere sulla vanità del mondo. Vedendo ciò che resta della casa di Sòng Yù in una zona abbandonata si domanda che cosa rimanga ormai anche della famosa eleganza letteraria del poeta. Non sono forse le celeberrime poesie di Sòng Yù divenute vuote ed inutili come le rovine della sua casa?
10) “Wén zăo”文 藻 = “artificio letterario”, “eleganza stilistica”. Il termine “zăo” 藻 indica le “piante acquatiche”, le “alghe” che, mosse dalla corrente sotto la superficie dell’acqua, sembrano formare senza sosta immagini fantasmagoriche. In senso metaforico il termine “pianta acquatica” è stato poi utilizzato per indicare “espressione”, “figura retorica”, “ornamento stilistico”.
11) Il “padiglione dell’amore” (雲 雨 臺 “yún yŭ tái”) potrebbe essere il Tempio del Gāotáng , fatto costruire sulla cima del monte Gāotáng 高 唐 山 , da un mitico re di Chŭ che, essendosi addormentato sulla montagna, aveva sognato di aver incontrato ed amato una bellissima fanciulla, la”fata del Wūshān” (巫 山 神 女 “wūshān shénnǚ”). All’epoca di Dù Fŭ non ne restavano evidentemente che rovine, e forse nemmeno quelle. L’espressione “yún yŭ” 雲 雨, eufemismo di uso corrente per indicare un rapporto sessuale, risale a quanto narrato da Sòng Yù nella sua prefazione al “Gāotáng fù”. Sòng Yù racconta infatti che, trovandosi un giorno a passare con Xiāng , re di Chŭ (楚 襄 王), presso la Yún Mèng Tái (雲 夢 臺 “La terrazza del sogno delle nuvole”) e guardando verso il Gāotáng, videro levarsi una nebbiolina che era conosciuta nella zona come “Zhāoyún”(朝 雲 “La nuvola del mattino”). Il re Xiāng domandò al poeta se conoscesse la ragione di questa denominazione e Sòng Yù gli raccontò che, nei tempi antichi, un re di Chŭ, durante un viaggio, si era addormentato nella zona ed aveva sognato di fare l’amore con una bellissima fanciulla. Durante il sogno il re chiese alla fanciulla chi fosse e dove avrebbero potuto rivedersi e la fanciulla gli rispose: “ Abito il mattino sul pendio del Wūshān e la sera sulla cima del Gāotáng. Sono la nuvola del mattino e la pioggia della sera. Se vuoi, potremo rivederci ogni giorno ai piedi della Torre Splendente”.
Purtroppo quello del re era stato soltanto un sogno, ma a ricordo di quel bellissimo sogno egli fece costruire un tempietto sul Gāotáng e da quel giorno la nebbiolina che si levava nella zona fu conosciuta come “la nuvola del mattino”.
La frase “nuvola e pioggia” assunse col tempo, sulla base di questo racconto di Sòng Yù, il significato di incontro amoroso.
12) Troviamo qui un secondo riferimento alla storia narrata nel “Gāotáng fù”. Come l’antico re aveva sognato di aver incontrato la meravigliosa fanciulla, così Dù Fŭ, non vedendo più alcun resto del tempio, teme di aver soltanto sognato che esistesse.
13) Il regno di Chŭ 楚 國 fu uno dei Regni che si fronteggiarono durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni (722-481 a. C.) e, successivamente, nel Periodo degli Stati Combattenti (481-221 a.C.), che si concluse con l’unificazione della Cina sotto la dinastia Qín 秦 朝 . Esso era situato nella Cina centro-meridionale e comprendeva le seguenti regioni: Húnán, Húbĕi, Chóngqìng, Hénán, Shànghăi e parte dello Jiāngsū. La sua capitale era Yĭng 郢 , che sorgeva nei pressi dell’attuale Jīngzhōu.荊 州
14) Le rovine dell’antica capitale di Chŭ giacciono sulla riva di un fiume. Sono dunque i barcaioli che fungono, per così dire, da guide, indicando ai viaggiatori i resti degli antichi palazzi.
15) Il carattere estremamente sintetico della poesia cinese appare in quest’ultimo verso che si conclude con il termine 疑 (“yí” “dubitare”, “ essere incerto”). Che cosa ha inteso dire il poeta? Il Bynner attribuisce l’incertezza ai barcaioli: le rovine dei palazzi sono così misere che nemmeno gli abitanti del posto sono più in grado di dire con sicurezza di quali edifici si trattasse. Mi pare però ammissibile anche un’altra interpretazione: degli antichi, meravigliosi palazzi è rimasto così poco che il visitatore è portato a credere che la loro stessa esistenza sia solo una leggenda.