Capitolo X
Di primo mattino sono andato a cercare mio fratello. Stava al di fuori della porta del cortile, intento a guardare il cielo. Mi sono allora avvicinato fino a giungere proprio alle sue spalle, tra lui e la porta, poi, con estrema
compostezza ed estrema cortesia, gli ho detto: “Fratello, dovrei parlarti un
momento”.
“Dimmi pure” ha risposto, voltandosi rapidamente verso di me e facendomi un cenno con la testa.
“Ciò che ho da dirti sono soltanto poche parole, ma difficili da tirar fuori. Per cominciare...i selvaggi primitivi mangiavano tutti un po’ di carne umana. Più tardi, in seguito ad un’evoluzione nel loro modo di pensare, alcuni smisero di mangiare carne umana e vollero essere buoni. Allora si trasformarono in uomini, in veri esseri umani. Altri invece continuarono a mangiare carne umana e ne mangiano ancora proprio come gli animali.
Alcuni sono andati avanti e, passando per differenti stadi di sviluppo, prima pesci, poi uccelli, poi scimmie, alla fine sono diventati esseri umani, ma altri, al contrario, non hanno voluto progredire e sono ancor oggi come le bestie. Quando coloro che mangiano gli esseri umani si paragonano con quelli che non mangiano carne umana quanto non debbono vergognarsi. Temo che si vergognino più di quanto le bestie feroci si vergognano di fronte alle scimmie, perché la differenza è ancor più grande, terribilmente grande.
Una volta Yi Ya fece bollire il proprio figlio per darlo in pasto a Jie e a Zhou, ma questa è ancora una storia antica. In realtà si sa che gli uomini
si son sempre divorati l’un l’altro da quando Pangu creò il cielo e la terra fino ai tempi del figlio di Yi Ya, e poi dai tempi del figlio di Yi Ya fino ai tempi molto recenti di Xu Xilin il rivoluzionario, ed infine dai tempi di Xu Xilin fino all’episodio di quell’uomo che hanno preso ed ucciso poco tempo fa nel villaggio di Langzi.
Appena l’anno scorso, in città, hanno decapitato un criminale ed un tisico ha bagnato un pezzo di pane nel sangue per mangiarlo.
Vogliono mangiarmi, e tu, da solo, non puoi certo impedirglielo, ma perché devi diventare loro complice? Sono cannibali! Sono capaci di tutto! Dopo aver mangiato me, mangeranno anche te. Non c’è nulla che li trattenga dal mangiarsi anche tra di loro.
Ma basta che tu sia disposto a fare un solo passo, è sufficiente che tu cambi subito il tuo modo d’agire, e potremo vivere tutti in pace e serenità.
È vero che il mondo va così da sempre, ma oggi è ancora possibile, a noi personalmente, di volere il bene e di dichiarare apertamente che queste cose non devono succedere.
Fratello, io sono sicuro che tu avrai il coraggio di dirlo. L’altro giorno, quando il fittavolo voleva che gli riducessi l’affitto, hai ben saputo dirgli che non si poteva fare.”
All’inizio si è limitato a sogghignare, ma subito dopo il suo sguardo si è fatto cattivo e, quando ho cominciato a parlare delle loro tendenze nascoste,è diventato tutto pallido.
Intanto, dinanzi al portone, s’era raccolto un guppetto di persone, tra cui Padron Zhào con il suo cane, che allungavano il collo per cercare di vedere che cosa stava succedendo.
Di alcuni non riuscivo a scorgere bene le facce, sembravano essersele coperte con maschere di tessuto. Altri, pallidi e con i denti affilati, continuavano a sorridere.
Sapevo che erano tutti d’accordo, che erano tutti mangiatori di carne umana.
Ma sapevo anche che non la pensavano tutti allo stesso modo, ben al contrario.
Alcuni di loro ritenevano di dover mangiare carne umana perché era sempre stato così, mentre altri sapevano bene che non si doveva mangiare carne umana,e ciononostante volevano ancora mangiarne, pur avendo paura che il loro segreto venisse divulgato.
Perciò, quando hanno sentito il mio discorso, si sono irritati ancora di più, anche se hanno mantenuto sulle labbra quel loro sorriso ipocrita.
A questo punto mio fratello si è improvvisamente infuriato e si è messo a gridare: “Andate via tutti! Che soddisfazione vi dà guardare un pazzo?”.
Allora ho capito un po' della loro astuzia. Non volevano proprio cambiare ed i loro piani erano pronti da lungo tempo.
Hanno deciso di dire in giro che sono matto.
Così, quando mi mangeranno, non solo non ci saranno problemi, ma temo addirittura che ci sarà gente che li approverà.
Quando il nostro fittavolo ci ha raccontato che i suoi compaesani avevano mangiato quel cattivo soggetto, la cosa è stata presentata proprio negli stessi termini. È questo il loro vecchio trucco.
Il vecchio Chen si è precipitato con rabbia verso di me. Come se avessero potuto chiudermi la bocca! Io volevo assolutamente parlare a quella gente:
“Voi potete cambiare. Cominciate a cambiare nel profondo dei vostri cuori. Deve esservi chiaro che in futuro non ci sarà più posto per i cannibali sulla faccia della terra. Se persistete a non voler cambiare, finirete col mangiarvi tra di voi. E sarete sterminati dagli autentici esseri umani, proprio come lupi braccati dai cacciatori, proprio come bestie feroci”.
Il vecchio Chen ha cacciato via tutta quella piccola folla che s’era raccolta a guardarmi.
Nel frattempo anche mio fratello era sparito, chissa dove.
Il vecchio Chen mi ha consigliato di rientrare nella mia stanza.
Nella stanza era tutto buio, ero immerso nell’oscurità.
Travi ed assi del soffitto sembravano muoversi. Dopo aver oscillato per un bel momento, sono diventate grandi grandi e si sono accumulate sopra di me. Pesavano enormemente. Non riuscivo più a muovermi.
Mi sono reso conto che la loro idea era di farmi morire schiacciato o soffocato.
Ma io avevo capito che questo enorme peso era soltanto un trucco, un’illusione, così ho lottato con tutte le mie forze per liberarmene.
Alla fine ero tutto madido di sudore.
Ma ho tenuto a ripeterglierlo: “ Cambiate! Cambiate sinceramente! Sapete bene che nel mondo del futuro non ci sarà posto per i cannibali...”.
Capitolo XI
Non vedo più splendere il sole. Sono stato rinchiuso nella mia camera. Unica distrazione i due pasti che mi portano ogni giorno.
Prendo in mano le bacchette e penso a mio fratello. Ho capito che, quando la nostra sorellina è morta, è stato per colpa sua. A quell’epoca la mia sorellina aveva solo cinque anni. L’ho ancora davanti agli occhi: era così graziosa, così tenera. La mamma piangeva a dirotto, ma lui le diceva di non piangere, probabilmente perché l’aveva mangiata lui stesso e quel pianto continuava a ricordarglielo. Come se avesse ancora potuto non pensarci più....
La mia sorellina era stata mangiata da mio fratello, ma se la mamma lo sapesse o no, neppure io sono in grado di dirlo.
Sono propenso a credere che lo sapesse, ma, quando piangeva, non lo diceva chiaramente, forse perché pensava anche lei che si dovessero accettare queste cose.
Ricordo che, quando avevo quattro o cinque anni, una volta che ero seduto al fresco dell’anticamera, mio fratello disse che, se il padre o la madre soffrivano la fame, i figli dovevano tagliarsi via un pezzo di carne e farlo bollire perché i genitori potessero nutrirsene, se volevano essere considerati figli devoti, e che, quella volta, neppure la mamma disse che non andava bene. Ma, se è lecito mangiare un pezzo di carne umana, allora naturalmente si possono mangiare anche uomini interi.
Eppure, quando mi viene da pensare al pianto di quei giorni, il mio cuore ne soffre ancora.
È questa la cosa che trovo più stupefacente.
Capitolo XII
Non posso pensarci.
Questo è un posto dove per quattro millenni hanno mangiato carne umana, e continuano chiaramente a mangiarne anche oggi, ed io ci sono vissuto tanti anni.
Mio fratello ha cominciato ad occuparsi della gestione della casa proprio all’epoca in cui morì la mia sorellina e non è affatto escluso che, a tavola, ci sia stata servita la sua carne senza che noi lo sapessimo.
Forse, senza saperlo, non avrò mangiato anch’io qualche boccone di carne della mia sorellina?
Ed ora è già arrivato anche il mio turno.
Mi rendo conto ora che sarà difficile per un uomo come me, su cui pesano quattromila anni di cannibalismo – anche se all’inizio non ne sapevo niente – guardare in faccia i veri esseri umani.
Capitolo XIII
Forse esistono dei bambini che non hanno ancora mangiato carne umana.
Salvateli! Salvate i bambini...
Aprile 1918
(Traduzione di Giovanni Gallo)
12 giugno 2012
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