Ho trovato sul sito https://kknews.cc/history/j2qgo9y.html un fumetto di cui presento, qui di seguito, le didascalie tradotte in italiano. L’autore del testo è Zhōu Yǔjiāo 周雨浇. Il disegnatore è Xú Xiūyú 徐修余 .
La storia di Lǐ Shìxián
Album n.1
1. Dopo essere stata sconfitta nella Guerra dell’Oppio del 1840, la Cina fu invasa dalle Potenze imperialiste: Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti d’America. La classe dominante, che faceva capo alla dinastia Qīng, era corrotta, incompetente e incapace di opporre qualsiasi resistenza. A partire da quel momento, il paese, pur conservando la sua struttura feudale, fu ridotto in condizioni simili a quelle di una colonia e il popolo dovette affrontare gravi difficoltà.
2. La crudele oppressione della classe dominante reazionaria e degli imperialisti stranieri provocò rivolte contadine più o meno estese in tutto il territorio dell’Impero. La più importante di queste insurrezioni contadine fu la ribellione dei Tàipíng che culminò con la creazione del Regno Celeste della Pace Suprema.
3. L’11 gennaio 1851, nel giorno del suo compleanno, Hóng Xiùquán convocò a Jjntián più di 10.000 seguaci della Società degli Adoratori di Dio e, insieme con Féng Yúnshān, Yáng Xiùqīng, Xiāo Cháogu ed altri compagni, proclamò ufficialmente l’inizio dell’insurrezione e la creazione del Regno Celeste della Pace Suprema.
4. Per domare la rivolta il governo imperiale nominò ministro l’accademico mongolo Alut Saishanga e lo inviò nel Guăngxī come comandante in capo delle truppe ivi stazionate. Con l’aiuto dei generali Wū Lántài e Xiàng Róng, egli reclutò in varie province un gran numero di soldati.
5. I ribelli Tàipíng, guidati da Hóng Xiùquán e Féng Yúnshān , si scontrarono più volte con le truppe imperiali. L’Armata Verde, sotto il comando di Xiàng Róng e di altri generali, fu sconfitta. Anche il potente esercito guidato da Saishanga fu messo in fuga. Le imprese dei Tàipíng divennero celebri. Molti uomini insoddisfatti delle proprie condizioni di vita corsero ad arruolarsi nelle loro file.
6. Quando le schiere dei Tàipíng attraversarono la contea di Téng nel Guǎngxī, tre giovani del villaggio di Xīnwàng nella zona di Gōnglǐ, distretto di Níngfēng, Lǐ Xiùchéng, Lǐ Shìxián e Chén Yùchéng , si unirono alla loro marcia.
7. Lǐ Shìxián era un cugino terzo di Lǐ Xiùchéng e fin da ragazzo aveva fatto il bovaro e il pastore per conto di un proprietario terriero. A causa della povertà della sua famiglia non aveva potuto studiare. Aveva diciott’anni, era molto robusto ed era un abile artigiano.
8. Dopo essersi arruolato nell’esercito dei Tàipíng, Lǐ Shìxián divenne un “soldato consacrato”, sotto il comando di Yáng Xiùqīng. Studiò con molta applicazione le tecniche militari, si sottopose con fervore alla disciplina e si dimostrò molto coraggioso in battaglia. Yáng Xiùqīng lo apprezzava profondamente e lo lodava spesso.
9. Dopo la conquista della regione di Shuǐ´ān nel Guāngxī, il Re Celeste Hóng Xiùquán emanò un editto con cui nominava Yáng Xiùqīng Principe dell’Oriente, Féng Yúnshān Principe del Meridione, Xiāo Cháoguì Principe dell’Occidente, Wéi Chānghuī Principe del Settentrione e Shí Dákāi Principe delle Ali. A Shuǐ´ān
Lǐ Shìxián intensificò il proprio addestramento militare.
10. Quando i Tàipíng attaccarono Chǎngshā, a Lǐ Shìxián fu ordinato di introdursi di notte in città con un commando di dieci uomini e di tentar di prendere la polveriera. In un feroce corpo a corpo, nel quale riportò gravi ferite, Lǐ Shìxián uccise i soldati che stavano a guardia della polveriera e si impadronì di centinaia di barili di polvere da sparo.
11. A Shāzhōu, di fronte a Chǎngshā, i Tàipíng riportarono una grande vittoria, uccidendo migliaia di ufficiali e di soldati dell’esercito imperiale. Dopo aver bruciato Chǎngshā, essi proseguirono la loro marcia verso il nord.
12. Dopo aver attaccato Yìyáng e Yuèzhōu, i Tàipíng si procurarono migliaia di imbarcazioni civili, di battelli da pesca e di navi mercantili. Molti proprietari di barche si unirono al loro esercito. I Tàipíng, che ora disponevano anche di una flotta fluviale, continuarono ad avanzare con impeto irrefrenabile.
13. Bó Lēigōng, l’ammiraglio del Húbĕi, che comandava la guarnigione di Yuèzhōu, quando sentì come tirava il vento, abbandonò in fretta la città. La popolazione diede il benvenuto ai ribelli che entrarono a Yuèzhōu in folte schiere. I Tàipíng si impadronirono del parco d’artiglieria che conteneva numerosi cannoni dell’epoca di Wú Sānguì.
14, Durante l’inverno, tra la neve e il gelo, i Tàipíng conquistarono Wǔchāng. In quel momento, l’esercito dei Tàipíng contava ormai 500.000 uomini.
15. Un giorno, la flotta dei Tàipíng veleggiava verso Jiāoqìng. All’improvviso, un vecchio marinaio incespicò in una fune e cadde in acqua. Si levò un grido:”Un uomo è caduto in acqua. Salvatelo!”.
16. Lǐ Shìxián, resosi conto di ciò che stava accadendo, si tuffò immediatamente in acqua e, con grande sforzo, portò in salvo il vecchio marinaio.
17. In seguito al tuffo nell’acqua gelida Lǐ Shìxián riportò un inizio di congelamento. Yáng Xiùqīng e Lǐ Xiùchéng andarono a rendergli visita. A Yáng Xiùqīng, che lo lodava per il suo ammirevole coraggio, Lǐ Shìxián rispose: ”Io non ho fatto niente rispetto a persone come Féng Yúnshān e Xiāo Cháoguì, che hanno sacrificato la loro vita per la causa”.
18. Il 19 marzo 1853, i Tàipíng conquistarono Nanchino e la proclamarono capitale del Regno Celeste, cambiando il nome della città in Tiānjīng. Il loro esercito era composto, a quell’epoca, da più di un milione di uomini.
19. Dopo che Nanchino divenne la capitale del Regno Celeste, il Principe dell’Oriente Yáng Xiùqīng ricompensò Lǐ Xiùchéng e Lǐ Shìxián per i loro meriti di guerra. Lǐ Xiùchéng fu nominato comandante del quarto corpo d’armata di destra e Lǐ Shìxián fu incaricato di amministrare la città di Tiānjīng, tenendo i registri dello stato civile e garantendo la sicurezza della popolazione.
20. In quel periodo il governo imperiale pose il valente generale Xiàng Róng alla testa dell’Armata del Jiāngnán, forte di 100.000 uomini, che, accampatasi nella zona di Xiàolíngwèi e sulle montagne di Zǐjīn, bloccò Tiānjīng. Il Re Celeste ordinò immediatamente a Lǐ Xiùchéng e a Chén Yùchéng di accorrere in difesa della città. A Lǐ Shìxián fu comandato di unirsi alle loro forze.
21. Nel 1856, dopo lo scontro fratricida tra Yáng Xiùqīng e Wéi Chānghuī, il Re Celeste Hóng Xiùquán nominò Lǐ Xiùchéng comandante in capo dell’esercito e affidò a Lǐ Shìxián la responsabilità della difesa di Tiānjīng.
22. L’esercito Tàipíng si concentrò intorno a Dàjīng e dopo parecchi giorni di duri combattimenti mise in rotta le truppe imperiali. Il 14 giugno 1856 l’Armata del Jiāngnán fu sconfitta per la prima volta.
23. Xiàng Róng, costretto a ritirarsi, cercò senza successo di difendere le piazzeforti situate lungo il Grande Canale: Lìyáng, Jùróng e Dānyáng. Alla fine, fu circondato a Dānyáng e, vedendo che non aveva più alcuna via di scampo, si impiccò.
24. Al posto di Xiàng Róng subentrò Hé Chūn, ministro della corte imperiale, che inviò immediatamente l’ammiraglio Zhāng Guóliáng e il comandante regionale Fù Zhènbāng ad attaccare Jùróng.
25. In quel momento anche la città di Zhènjiāng era assediata dalle forze imperiali e si trovava in una situazione critica. Lǐ Xiùchéng e Lǐ Shìxián accorsero a Zhènjiāng per portare soccorso al comandante della guarnigione Wú Rúxiào, ma non riuscirono ad evitare che la città cadesse in mano al nemico. Lǐ Shìxián ricondusse le sue truppe a Tiānjīng che era di nuovo minacciata.
26. La situazione era grave. Il Re Celeste chiamò Lǐ Xiùchéng a proteggere la capitale e a fronteggiare l’Armata del Jiāngnán. Lǐ Shìxián fu inviato a difendere Wúhú. Sotto le continue piogge primaverili, egli si mise in marcia verso Wúhú alla testa di più di 10.000 uomini.
27. Giunto a Wúhú, Lǐ Shìxián guidò la flotta Tàipíng in incessanti azioni di guerra, notte e giorno, lungo il Fiume Azzurro. Fece costruire decine di forti lungo le rive del fiume e sconfisse ripetutamente le truppe di Zéng Guófán.
28. Durante l’estate, Lǐ Shìxián sconfisse il comandante regionale dell’esercito imperiale Wú Quánměi e l’ammiraglio Dèng Shàoliáng nella zona dei monti Yǐjī, a Chǎngshān, a Gūshān e a Lǔgǎng, a sud del Fiume Azzurro.
29. Tiānjīng continuava ad essere sottoposta ad un pesante assedio da parte dell’esercito imperiale. Lǐ Xiùchéng, che si era occupato fino a quel momento della difesa della città, cedette il comando a Méng Déēn e si recò a Wúhú, da dove, con le truppe di Chén Kūnshū e di altri comandanti, marciò verso il nord in direzione dei monti Hàn, cercando di creare nuovi fronti ad est e ad ovest per alleggerire la pressione sulla capitale del Regno Celeste. Per coprire la marcia di Lǐ Xiùchéng verso il nord, Lǐ Shìxián fece piazzare postazioni di artiglieria nella zona di Lǔgǎng.
30. Come era prevedibile, un giorno, le truppe dell’ammiraglio Zhāng Guóliáng, provenienti dalla riva meridionale del Fiume Azzurro, attaccarono la porta occidentale di Wúhú. L’artiglieria di Lǐ Shìxián, piazzata sulla torre della porta occidentale, fece fuoco e i soldati nemici si ritirarono in disordine.
31, I capi militari dei Táipíng si riunirono a Zōngyáng nell’Ānhuī e decisero che, nell’esercito destinato a portare soccorso a Tiānjīng, Lǐ Shìxián sarebbe stato il comandante dell’ala destra, Chén Yùchéng il comandante dell’avanguardia e Lǐ Xiùchéng il comandante della retroguardia.
32. Lǐ Shìxián si scontrò con le truppe del generale Xiāo Zhīyīn a Huángchí , prefettura di Tàipíng, nell’ Ānhuī e le mise in rotta. Gli sconfitti si rifugiarono durante la notte nella città di Xīnfēng.
33. In seguito , Lǐ Shìxián occupò Lìshuǐ, mentre il comandante imperiale Hǔ Sōnglín ripiegava in gran fretta su Lìyáng. Lǐ Shìxián approfittò della vittoria per attaccare il passo di Wàlíng e stabilizzare la situazione intorno alla capitale.
34. Lǐ Shìxián e Lǐ Xiùchéng diedero un grande contributo alla lotta per rompere l’accerchiamento della capitale. Il Re Celeste conferì a Lǐ Xiùchéng il titolo di “Principe Leale” e lodò grandemente anche Lǐ Shìxián. Lǐ Shìxián, tutto contento, disse a Lǐ Xiùchéng: “Tu intendi affrontare i nostri nemici al nord. Io li affronterò al sud.”
35. All’inizio del mese di febbraio del 1860, in seguito alla caduta di Lìshuǐ e di altre piazzeforti situate intorno a Tiānjīng, l’esercito imperiale, guidato da Zēng Guófān pose di nuovo l’assedio alla capitale del Regno Celeste. Lǐ Xiùchéng, Lǐ Shìxián ed altri comandanti dell'esercito Tàipíng, riunitisi nella contea di Jiàn píng (oggi Lángxī) nell’Ānhuī, decisero di recarsi a Tiānjīng per rompere l'assedio.
36. Terminata la riunione, Lǐ Shìxián uscì da Wúhú alla testa di 10.000 uomini e marciò su Lìyáng nel Jiāngsū.
37. Una sera, cessò la pioggia e il cielo si schiarì. Lǐ Shìxián condusse le sue truppe a Guānshān presso Lìyáng.
38. Durante la notte l’esercito Tàìpíng si accampò sulle pendici del monte Lìyáng. Quando la gente del paese venne a saperlo, accorse per portare ai soldati cibo, indumenti, calzature e tutto ciò di cui avevano bisogno.
39. Guānshān distava soltanto una quindicina di chilometri da Lìyáng ed i soldati erano in grado di marciare molto rapidamente. Nel corso della notte, Lǐ Shìxián e i suoi ufficiali tennero un consiglio di guerra per decidere la strategia da seguire. Stabilirono che,il giorno successivo, avrebbero circondato Lìyáng per intimorire la guarnigione.
40. Il prefetto di Lìyáng, Nàbùchāng, non appena seppe che i Tàipíng erano arrivati a Guānshān fu colto dalla paura e corse in fretta a discutere con i suoi subordinati le misure da adottare.
41. Durante la riunione, il generale Lǔ Zhàn’áo disse a Nàbùchāng: ”So che il generale Tàipíng Lǐ Shìxián è un uomo molto abile. Ne ho sentito parlare a Lìshuǐ. Molti dei nostri ufficiali e soldati sono stati di recente trasferiti nella zona di Yíxìng per combattere i ribelli. Con le poche forze che ci restano a disposizione potremo solo pensare a difenderci, ma dovremo rinunciare a qualsiasi idea d’attacco”.
42. Nàbùchāng decise allora di affidare a Zǒng Xióngdé la difesa della porta meridionale della città, a Chéng Yúdì la difesa della porta settentrionale, a Zhāng Cài la difesa della porta orientale e a Xú Lóngbiāo la difesa della porta occidentale.
43. Nàbùchāng e il generale Lǔ Zhàn’áo dirigevano la difesa dal palazzo della prefettura. Il comandante Xú Xìngrú fu inviato a presidiare la torre Tàibái, che controllava il passo di Sìshuǐ. Quella notte, l’intera città di Lìyáng era sotto la legge marziale e tutte le porte della città erano strettamente sorvegliate dai soldati imperiali.
44. Nel pieno della notte si sentirono rullare i tamburi e alte grida si levarono di fronte alla città. Guidati dai contadini della zona, i Tàipíng attraversarono in barca il fossato che circondava la piazzaforte ed appoggiarono le loro scale alle mura. Una grandine di razzi si abbatté sul centro abitato e sui dintorni. Il combattimento si protrasse sino alle prime ore del mattino.
45. Lǐ Shìxián guidò personalmente i suoi soldati all’attacco della torre Tàibái, che chiudeva il passo di Sìshuǐ. Ordinò a Wú Rénjié di prendere d’assalto la porta occidentale della città e al capo dell’ala destra Liú Guānfāng di attaccare la porta settentrionale. L’artiglieria, piazzata sul Colle della Fenice, batteva la porta settentrionale.
46. All’alba, Lǐ Shìxián, caricati i suoi uomini su piccole imbarcazioni, giunse per via fluviale al passo di Sìshuǐ e circondò la torre di Tàibái. Delle scale furono appoggiate alla torre ed i soldati si arrampicarono su di esse per salire sulle mura ed affrontare i difensori.
47. Al levar del sole, i Táipíng si erano impadroniti della torre Tàibái. Il comandante Xú Xìngrú rifiutò di arrendersi e fu scaraventato giù dalle mura.
48. Il comandante dell’ala destra Liú Guānfāng approfittò dell’occasione per attaccare il palazzo della prefettura. Dopo ripetuti assalti, i Tàipíng riuscirono ad attraversare il ponte di Běigù. Chéng Yúdì ripiegò in fretta sulla cittadella.
49. Tuttavia, Wú Rénjié, impegnato in un feroce combattimento sul ponte che conduceva alla porta occidentale della città, non riusciva ad avanzare. Lǐ Shìxián inviò allora una parte dei suoi uomini a rinforzarlo in modo da poter prendere la porta occidentale e catturare Xú Lóngbiāo. Con i soldati che gli rimanevano continuò l’attacco al palazzo della prefettura.
50. A mezzogiorno, il palazzo fu espugnato e Nàbùchāng, che aveva cercato di nascondersi tra le cataste di legna da ardere delle cucine, fu preso prigioniero. I difensori delle altre porte della città, Zhāng Cài ad est, Xióngdé a sud e YúdÌ a nord, spaventati, si arresero senza combattere.
51. Il giorno successivo alla conquista della città, Lǐ Shìxián e Liú Guānfāng fecero giustiziare Nàbùchāng, Xú Lóngbiāo, Zhāng Cài e gli altri comandanti dell’esercito imperiale che avevano catturato. La popolazione, felice, diceva: “I Tàipíng ci hanno liberato da gravi sofferenze”.
52. I Tàipíng posero in atto a Lìyáng diverse politiche del Regno Celeste. Tra l’altro, misero a disposizione della gente le provviste di cereali depositate nei granai. Gli abitanti aiutarono i soldati a rafforzare le fortificazioni della città e collaborarono con i Tàipíng nelle loro operazioni militari.
53. Lǐ Shìxián affidò Lìyáng ai suoi subordinati e proseguì la sua campagna militare, conquistando Jùróng e marciando, successivamente, su Yíxìng.
54. Dopo aver annientato le milizie di Wéi Bǐngjī a Guānlín presso Yíxìng, Lǐ Shìxián sbaragliò i mercenari inglesi a Hŭdú, sconfisse le forze di Jiǎng Hào a Cánglín e disperse i volontari reclutati dai latifondisti locali. Poi attaccò Chángzhōu.
55. Vedendo che Chángzhōu non poteva essere conquistata subito, Lǐ Shìxián operò una diversione su Jīntán, dove affrontò il comandante imperiale Xiāo Zhīyīn e l’amministratore della contea Lǐ Zhǔn .
56. Da Jīntán Lǐ Shìxián mosse in seguito verso Jùróng, dove fu raggiunto da Lĭ Xiùchéng, che proveniva da Lìyáng con le sue truppe. Insieme, i due occuparono rapidamente tutta la contea di Jùróng, poi si diressero verso Chúnhuà e conquistarono il Passo di Mòlíng, bloccando così la strada che conduceva a Dàyíng nel Jiāngnán.
57. Le truppe di Lǐ Shìxián occuparono Yànzìjī e circondarono, insieme ad altri contingenti dell’esercito Tàipíng, l’Armata del Jiāngnán.
58. I generali Tàipíng Lǐ Xiùchéng, Lǐ Shìxián, Chén Yùchéng, Yáng Fǔqīng, Liú Guānfāng, Huáng Wénjīn ed altri ancora concentrarono le loro forze ed attaccarono, tutti insieme, l ’Armata del Jiāngnán. Anche le truppe assediate a Tiānjīng fecero una sortita. L’esercito imperiale fu assalito dall’esterno e dall’interno e, all’improvviso, si sbandò. L’assedio della capitale fu rotto per la seconda volta.
59. Il Re Celeste riconobbe che Lǐ Shìxián con la sua offensiva su Lìyáng, Jīntán e Jùróng aveva largamente contribuito alla sconfitta dell’Armata del Jiāngnán e gli conferì il titolo di “Principe Coadiutore”. A quell’epoca, Lǐ Shìxián aveva soltanto ventisette anni.
60.Quando seppe che Lǐ Shìxián era stato nominato “Principe Coadiutore”, la gente espresse la sua gioia con canti come questo:
“Settembre è arrivato a Chóngyáng,
a`Lìyáng stanno i soldati del Cielo
Salve al Principe Coadiutore!
Quanto è felice il popolo!”.