Troviamo nella poesia che segue tutti gli elementi che caratterizzano Li Hé: una sensibilità esacerbata e morbosa, una profonda malinconia, un’alta coscienza di sé e del proprio valore, la convivenza con il pensiero costante della malattia e della morte, il gusto per le scene tenebrose, le apparizioni e i fantasmi. Ne esce fuori la figura di un poeta “romantico” che non rispondeva per nulla ai canoni di compostezza e di equilibrio a cui si ispiravano i letterati cinesi e che, non a caso, fu riscoperto e rivalutato soltanto quando la Cina si aprì alle influenze occidentali.
“GIUNGE L’AUTUNNO”.
Il vento tra le paulonie mi stringe il cuore (1)
e mi rattrista anche se non son più un bambino,(2)
mentre nel fioco chiarore delle lucerne
i telai gemono la loro fredda seta.(3)(4)
Chi potrà mai vedere un solo antico libro,
un fascetto di verdi listelli di bambù,(5)
che non venga infestato da torme di insetti,
da tarli che scavano buchi polverosi?
Stanotte cupi pensieri mi tormentano,
mi mordono violentemente lo stomaco.
Tra la pioggia e il gelo, le anime profumate (6)
verranno a piangere la morte del poeta.(7)
L’ autunno circonderà la mia sepoltura
ed un fantasma vi intonerà i canti di Bào.(8)
Purtroppo trascorreranno migliaia d’anni
prima che dal sangue nasca preziosa giada. (9)
NOTE
1) Il termine paulonia designa un genere di piante originarie della Cina e del Giappone (genere Paulownia della famiglia delle Scrofulariacee), che fu così chiamato in onore della principessa russa Anna Pavlovna, figlia dello zar Paolo I°. Le paulonie sono alberi a foglie caduche, spesso coltivati per ornamento dei giardini. Possono raggiungere i quindici metri d’altezza.
2) Il termine 莊士 (“zhuàng shì”) indica l’uomo adulto, d’animo saldo e di corpo robusto, che affronta senza esserne turbato le difficoltà della vita. Il poeta si rende conto che il senso d’angoscia che prova nell’udire il soffio rabbioso del vento autunnale corrisponde alla reazione di un bambino più che a quella di una persona matura e razionale quale egli dovrebbe essere. Tale almeno è la mia interpretazione di questo verso, il cui significato non è chiarissimo.
3) I movimenti dei telai di legno che tessono i fili di seta causano scricchiolii e cigolii. Questa constatazione, del tutto banale, si trasforma, con un piccolo cambiamento di verbo, in un’immagine fortemente emotiva. I telai non “scricchiolano”, ma “gemono”,quasi fossero consapevoli e partecipi della sofferenza del poeta.
L’atmosfera di tristezza e di tensione che ne deriva è rafforzata da un’altra considerazione.
Leggiamo infatti che i telai funzionano “nel fioco chiarore delle lucerne”. Si tratta quindi di un lavoro notturno. Molte famiglie cinesi allevavano in casa bachi da seta e provvedevano esse stesse alla tessitura dei loro abiti ed eventualmente alla vendita dei tessuti. L’attività notturna lascia però pensare ad una necessità imposta dal bisogno e suggerisce l’idea di una situazione di indigenza, che contribuisce a rendere più cupa la scena.
4) Ci rendiamo conto che, pur essendo notte, il poeta non dorme, disturbato, se non addirittura angosciato, dal soffio del vento e dallo scricchiolio dei telai. L’ipersensibilità ai rumori è un fenomeno che spesso trova le sue cause nella sfera psichica. Dal punto di vista poetico, l’insonnia è un tratto tipicamente romantico.
5) Prima dell’invenzione della carta, i libri erano scritti su listelli di canna di bambù legati gli uni agli altri e poi arrotolati. La lettura era fatta svolgendo il rotolo proprio come si fece più tardi con i libri scritti su carta.( La parola latina “volumen” ha infatti precisamente il significato di ”oggetto avvolto intorno a sé stesso”,”rotolo”). I vecchi libri rosi dai tarli possono simboleggiare tanto la vanità della fama politica o letteraria quanto il destino inesorabile di ogni cosa umana.
6) Le “anime profumate”( 香 魂 “xiāng hún”) sono gli spiriti degli antichi poeti che accoglieranno il loro confratello nel regno dei morti. Potrebbero anche essere i pochi spiriti eletti che lo hanno stimato e apprezzato in vita,ma il gusto di Lĭ Hè per le scene “gotiche” ci fa propendere per la prima ipotesi.
7) Lĭ Hé si autodefinisce qui 書 客 (“shū kè”), vale a dire “ospite dei libri”,”amico dei libri”. Per semplicità ho tradotto “poeta”, anche se sarebbe stato più preciso usare il termine “letterato” o “studioso”.
8) Bào Zhào 鮑 照 (411 d.C.-464 d.C. ) fu un famoso autore di ballate popolari ( 樂 府 “yuèfŭ`”). Il tono melanconico di molte sue liriche, ad es. di quelle che formano la raccolta intitolata “Viaggiare è arduo” ( 行 路 難 “xíng lù nán”), era probabilmente il più consono alla personalità tormentata di Lĭ Hè, che condivideva certamente questa sua affermazione: “Nella vita dell’uomo molte sono le amarezze, poche le gioie e i divertimenti” (“人 生 苦 多 歡 樂 少 “rén shēng kŭ duō huān lè shào”).
9) Il verso allude al primo paragrafo del ventiseiesimo capitolo del Zhuāngzĭ 莊 子, intitolato “Le cose che vengono dall’esterno” 外 物 (“wài wù”), in cui si legge: “ Cháng Hóng morì nel regno di Shŭ. Il suo sangue fu conservato per tre anni e si tramutò in giada”.(萇 弘 死 于 蜀, 藏 其 血 三 年,化 而 為 碧 “cháng hóng sĭ yú shŭ, cáng qí xiĕ sān nián, huà ér wéi bì”).
Cháng Hóng 萇 弘, originario di Shŭ 蜀, fu ministro sotto tre successivi re della dinastia dei Zhōu Orientali 東 周. Nel 492 a.C. fu giustiziato per essersi opposto alle strategie militari del re Jìng 周 敬 王. Leggiamo nel decimo capitolo del Zhuāngzī, intitolato “Il saccheggio dei bauli” (胠篋“qū qiè”) che fu ucciso mediante sventramento. (萇 弘胞 “cháng hóng bāo”).
Lĭ Hè scherza sulla leggenda secondo cui il sangue di Cháng Hóng si sarebbe mutato in giada, fingendo di rattristarsi all’idea che ci vorrà almeno un millennio perché il proprio sangue si trasformi in pietra preziosa. Anche questo tratto di umorismo dissacrante ci conferma l’originalità del poeta rispetto ai letterati del suo tempo.
桐 風 驚 心 壯 士 苦 tóng fēng jīng xīn zhuāng shì kŭ
衰 燈 絡 緯 啼 寒 素 shuāi dēng luò wĕi tí hán sù
誰 看 青 簡 一 編 書 shéi kàn qīng jiăn yī biān shū
不 遣 花 蟲 粉 空 蠹 bù qiăn huā chóng fĕn kōng dù
思 牽 今 夜 腸 應 直 sī qiān jīn yè cháng yīng zhí
雨 冷 香 魂 弔 書 客 yŭ lĕng xiāng hún diào shū kè
秋 墳 鬼 唱 鮑 家 詩 qiū fén guĭ chàng bào jiā shī
恨 血 千 年 土 中 碧 hèn xuĕ qiān nián tŭ zhōng bì