Una traduzione inglese di questa poesia di Lĭ Bái apparve, agli inizi del 1915, nella raccolta di liriche cinesi pubblicata dal poeta americano Ezra Pound con il titolo “Cathay”. Pound ne spedì una copia al giovane scultore francese Henri Gaudier-Brezka, che era allora ufficiale sul Fronte Occidentale e che sarebbe morto in combattimento qualche mese più tardi. In una lettera indirizzata all’amica Olivia Shakespear l’11 aprile 1915, Gaudier-Brezka scrisse: “...Mi ha inviato il suo libro di poesie cinesi. Lo tengo in tasca e lo leggo ai miei compagni per far loro coraggio. Mi sembra che poesie come “Gli Arcieri di Shu” e “Il Lamento della Sentinella” descrivano perfettamente la nostra situazione...”.
Il lamento della sentinella
胡关饶风沙 hú guān ráo fēng shā Alla frontiera dei barbari solo vento e sabbia.
萧索竟终古 xiāo suǒ jìng zhōng gǔ Desolazione e rovina dall’inizio dei tempi..
木落秋草黄 mù luò qiū cǎo huáng Alberi rinsecchiti, erbe avvizzite dall’autunno.
登高望戎虏 dēng gāo wàng róng lǔ Dall’alto scruto in lontananza le orde dei selvaggi. (1)
荒城空大漠 huāng chéng kōng dà mò Villaggi abbandonati, grandi distese deserte.
边邑无遗堵 biān yì wú yí dǔ Intorno non è rimasto in piedi nemmeno un muro.
白骨横千霜 bái gǔ héng qiān shuāng Per terra mucchi d’ossa imbiancate da mille geli,
嵯峨蔽榛莽 cuó é bì zhēn mǎng alti cumuli coperti di cespugli e d’erbacce.(2)
借问谁凌虐 jiè wèn shuí líng nüè Chi mai-mi domando- causò tutti questi disastri?
天骄毒威武 tiān jiāo dú wēi wǔ La velenosa sete di potenza del Tartaro.(3)
赫怒我圣皇 hè nù wǒ shèng huáng eccitò il furore del nostro Sacro Imperatore.(4)
劳师事鼙鼓 láo shī shì pí gǔ Il rullo dei tamburi fece marciare le truppe.(5)(6).
阳和变杀气 yáng hé biàn shā qì Da una bella primavera ad un tempo di massacri.
发卒骚中土 fā zú sāo zhōng tǔ Un turbine di soldati sulla Terra di Mezzo. (7)
三十六万人 sān shí liù wàn rén Centinaia di migliaia. Torme innumerevoli (8)
哀哀泪如雨 āi āi lèi rú yǔ Dolore senza limiti. Lacrime come pioggia.
且悲就行役 qiě bēi jiù xíng yì Un dolore ancor più grande nel partire soldati(9).
安得营农圃 ān dé yíng nóng pǔ Campi abbandonati, desolati ed incolti. (10)
不见征戍儿 bù jiàn zhēng shù ér Non si vedono i giovani, arruolati per la guerra.(11)
岂知关山苦 qǐ zhī guān shān kǔ Chi mai capirà quanto sia amara la porta del Nord.?(12)
李牧今不在 lǐ mù jīn bù zài Oggi non esiste più nessuno simile a Lĭ Mù.(13)
边人饲豺虎 biān rén sì chái hǔ e noi , sulla frontiera, siam cibo di lupi e tigri. (14)
NOTE
1) I termini 戎 (“rong”) e 西 戎 (“xī róng”) designavano nei tempi più antichi le tribù nomadi delle steppe nord-occidentali. Molte di esse furono sottomesse dai duchi di Qín 秦 國 e finirono, nel 3° secolo a.C., per confondersi con la popolazione cinese. In questa poesia di Lĭ Bái 李 白 il termine ha valenza generica per indicare i barbari contro cui gli imperatori Táng avevano condotto molte spedizioni. L’espediente di ambientare in tempi remoti poesie di critica politica e sociale che, altrimenti, si sarebbero potute ritenere lesive del prestigio delle autorità era molto usato dai poeti, anche se è difficile supporre che potesse davvero trarre in inganno gli interessati.
2) La mancanza di un soggetto lascia pensare che gli aggettivi 嵯 (“cuó” “alto” “torreggiante”) e 峨 (“é” “elevato”) si riferiscano al soggetto del verso precedente, cioè ai mucchi di ossa che testimoniano l’asprezza delle battaglie combattute nella steppa.
3) Ho reso con “Tartaro” il termine 天 骄 (“tiān jiāo”) , abbreviazione di 天 之 骄 子 (“tiān zhī jiāo zĭ” “l’orgoglioso figlio prediletto del Cielo), con cui viene indicato il sovrano dei barbari. Si veda, a questo riguardo, il “Libro dei Hàn” ( 漢 書 Hàn Shū), “Storia degli Unni” ( 匈 奴 傳 Xiōngnú Zhuàn) Sezione Prima, Paragrafo 70, in cui questo termine designa il capo degli Unni. Nella sua poesia intitolata “Neve” ( 雪 “xuĕ”) Máo Zédōng 毛 澤 東 lo applica a Gengis Khan. 成 吉 思 汗: “ l’orgoglioso figlio prediletto del Cielo Gengis Khan” (一 代 天 驕 成 吉 思 汗 “yī dài tiān jiāo chéng jì sī hán”).
4) Nella concisa analisi delle cause del conflitto sembra di poter cogliere una critica anche al comportamento dell’Imperatore, la cui violenta reazione alle incursioni dei barbari è andata ben al di là di ciò che sarebbe stato ragionevole.
5) L’espressione 劳 师 (láo shī) significa “stancare”. Le truppe vengono stancate con le esercitazioni e con le lunghe marce per affrontare il nemico.
6 ) Il “gŭ” 鼓 è il tamburo. Il “pí” 鼙 è un tipo di tamburo che veniva suonato da un soldato a cavallo (spesso si trattava di due tamburi, uno per ciascun fianco dell’animale).
7) Mi sembra che il termine 中 土 (“zhōng tǔ “ “terra di mezzo”) sia uno dei molti termini che un tempo servivano ad indicare la Cina e che oggi sono caduti in disuso. Se si digitano i caratteri 中 土 , Wikipedia rimanda infatti soltanto a “Middle-earth”, il continente centrale del mondo immaginario creato da J.R.R. Tolkien nei suoi libri “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”.
8) L’espressione 三 十 六 万 人 (sān shí liù wàn rén “trentasei miriadi di uomini”) non va presa alla lettera. “Trentasei” è una metafora che viene usata per indicare un “gran numero" di persone o di cose e che deriverebbe dall’osservazione che “trentasei” è il quadrato di “sei”, cioè “molte volte sei”. Tale metafora compare per la prima volta nella Biografia di Wáng Jìngzé” (王 敬 則 傳 “Wáng Jìngzé Zhuàn”) che figura nel “Libro di Qí” (齊 書 “Qí Shū”). Wáng Jìngzé avrebbe infatti usato l’espressione “trentasei stratagemmi” ( 三 十 六 計 “sān shí liù jì”) per indicare “numerosi stratagemmi”.
10) I soldati, in maggioranza di origine contadina, soffrono per l’abbandono dei campi e la miseria delle loro famiglie rimaste senza sostegno..
11) Ho così tradotto il termine 关 山 (“guān shān”), che significa letteralmente “passo di montagna”, “valico”, e quindi, per estensione, “posto di frontiera”. Sebbene ci siano , specialmente nello Shāndōng 山 東 e nello Shănxī陝 西 , numerose località che recano questo nome, il termine è qui usato in senso generico per indicare una delle località remote ai confini della steppa in cui i soldati sono inviati a combattere.La stessa accezione si ritrova in un’altra poesia di Lĭ Bái intitolata “La luna sul valico di montagna” (關 山 月 “guān shān yuè”).
13) Lĭ Mù 李 牧, vissuto intorno alla metà del III° secolo a.C. nel regno di Zhào 趙 國 ﹐è ricordato come uno dei quattro grandi generali del periodo degli Stati combattenti 战 国 时 代 (”zhàn guó shí dài”). Si illustrò, all’inizio della sua carriera, con una grande vittoria nella guerra contro gli Xiōngnú 匈 奴 . Fu giustiziato nel 229 a.C. per ordine del re di Zhào in seguito a false accuse fabbricate dagli agenti del re di Qín 秦 國 che vedeva in lui l’ultimo ostacolo alle proprie ambizioni di predominio su tutta la Cina.
14) Il termine 豺 (“chái”) significa “bestia feroce”, “lupo”, “sciacallo”. È spesso usato in senso metaforico con riferimento ad individui malvagi, oppressori e tiranni, ad esempio nell’espressione idiomatica 豺 狼 虎 豹 . (“chái láng hŭ bào” “sciacalli, lupi, tigri e pantere”).