s
Lĭ Qīngzhào 李 清 照 (1)
PRIMAVERA A WǓLÍNG (2)
武 陵 春 Wŭlíng Chūn
S’è chetato ora il vento.
La polvere profuma
di fiori già avvizziti.
Si sta facendo sera
e dovrei pettinarmi.(3)
Restano le sue cose,
ma l’uomo non vive più.
Tutto è finito per me.
Invece di parole,
scorrono le lacrime.
Dicon che ai Due Ruscelli (4)
si può ancora godere
la dolce primavera.
Anche a me piacerebbe
una gita in barchetta,
ma temo unicamente
che i minuscoli scafi (5)
siano troppo leggeri
per sopportare il peso
del mio immenso dolore.
風 住 塵 香 花 已 盡 fēng zhù chén xiāng huā yĭ jìn,
日 晚 捲 梳 頭 rì wăn juàn shū tóu.
物 是 人 非 事 事 休 wù shì rén fēi shì shì xiū,
欲 語 淚 先 流 yù yŭ lèi xiān liú.
聞 說 雙 溪 春 尚 好 wén shuō shuāng xī chūn shàng hăo,
也 擬 泛 輕 舟 yĕ nĭ fàn qīng zhōu.
只 恐 雙 溪 舴 艋 舟 zhĭ kŏng shuāng xī zé mĕng zhōu,
載 不 動 許 多 愁 zài bú dòng xŭ duō chóu.
NOTE
1) Lĭ Qīngzhào 李 清 照 , una delle più note poetesse cinesi, nasce a Zhānqiū 章 丘 presso Jìnán 濟 南 nello Shāndōng 山 東 verso il 1084 d.C. Suo padre Lĭ Géfēi 李 格 非 è funzionario a Kāifēng 開 封, la capitale della dinastia Sòng 宋 朝 , e fa parte del circolo di letterati che si raccoglie intorno al celebre poeta Sū Shì 蘇 軾 , meglio conosciuto come Sū Dōngpō 蘇 東 坡. Anche la madre, proveniente dalla famiglia Wáng 王 , è una persona colta ed istruita. La fanciulla riceve un’educazione raffinata, che spazia dalla storia alla poesia, dalla calligrafia alla musica ed al canto. Comincia a comporre liriche fin dalla più giovane età e, appena diciassettenne, è già apprezzata dai conoscenti per il suo eccezionale talento poetico.
Nel 1099 d.C. Lĭ Qīngzhào sposa Zhào Míngchéng 趙 明 誠 (1081 d.C.-1129 d.C.), giovane e brillante studioso, terzo figlio dell’alto dignitario Zhào Tĭngzhī 趙 挺 之. I due condividono molti interessi culturali, dedicandosi in particolare alla ricerca epigrafica, e sono appassionati collezionisti d’opere d’arte.
Nel 1103 d.C. Zhào Míngchéng inizia la sua carriera politico-amministrativa, che risulterà piuttosto movimentata, anché perché egli rimarrà presto coinvolto nella dura lotta per il potere scoppiata tra il padre ed il ministro Cài Jīng 蔡 京 Nel 1107 d.C. viene addirittura arrestato, ma è poi liberato, dopo un breve periodo di prigionia, dato che i suoi avversari non riescono a provare la consistenza delle accuse che gli hanno rivolto. Queste vicende non pregiudicano l’armonia della coppia, nonostante la diversa appartenenza politica delle rispettive famiglie: il padre di Lĭ Qīngzhào, Lĭ Géfēi, è infatti schierato con i conservatori, mentre il suocero Zhào Tĭngzhī è un esponente di spicco della tendenza riformista.
In seguito alle difficoltà incontrate, Zhào Míngféng si ritira, per qualche tempo, nella sua città natale di Zūchéng 諸 城, dove si dedica con la moglie allo studio delle antichità.
Più tardi, rientrato in servizio, è inviato a Qīngzhōu.青 州.Nel 1121 d.C. è nominato prefetto di Làizhōu 莱 州 e, successivamente, ricopre lo stesso incarico a Qīngzhōu.
I compiti amministrativi costringono Zhào Míngchéng ad assentarsi di casa per lunghi periodi, nello svolgimento di ispezioni per conto del governo o di altre missioni. In occasione della sua prima assenza, Lĭ Qīngzhào gli invia una poesia che desta la sua ammirazione. Da allora in poi gli scambi epistolari tra i coniugi avverranno spesso in forma poetica.
La vita della coppia trascorre serena fino al 1126 d.C., anno in cui gli Jurchen invadono l’impero dei Sòng e ne conquistano la capitale. Quando la guerra si estende allo Shāndōng, Zhào Míngchéng e Lĭ Qīngzhào sono costretti a fuggire verso sud, abbandonando la loro casa e parte delle preziose collezioni di libri e d’opere d’arte che vi hanno raccolto. Nel 1127 d.C.la casa sarà incendiata e distrutta.
I due coniugi si stabiliscono dapprima a Jiāngníng 江 寧 (oggi un quartiere della città di Nánjīng 南 京 ), di cui Zhào Míngchéng è stato nominato prefetto. Nel 1129 d.C., Zhào è trasferito a Húzhōu 湖 州 nello Zhèjiāng 浙 江, ma muore a Jiànkāng 建康 mentre si reca a prendere possesso del nuovo incarico. La sua morte è un duro colpo per Lĭ Qīngzhào, che non se ne risolleverà mai più.
Tocca ora a lei salvaguardare l’eredità culturale del marito e conservare ciò che resta delle loro collezioni.
Dopo aver vagato tra il 1129 d.C. ed il 1131 d.C. per una mezza dozzina di città, Lĭ si stabilisce infine a Hángzhōu杭 州 , nuova capitale dei Sòng, dove rimarrà fino al 1034 d.C. Qui pubblica il “Catalogo delle iscrizioni su bronzo e pietra” ( 金石录 “jīnshílù”), al quale Zhào Míngchéng aveva lavorato durante numerosi anni, aggiungendovi una postfazione, lo Hòuxù 后 序, in cui descrive la sua vita matrimoniale e le avventurose vicende che ha dovuto affrontare con il marito per sfuggire all’invasione dei barbari.
Si colloca in questo periodo, esattamente nel 1132 d.C., un episodio assai controverso della vita di Lĭ Qīngzhào il breve ed infelice matrimonio con un funzionario di nome Zhāng Rŭzhōu 張 汝 舟 . Sembra che costui l’avesse chiesta in moglie nella speranza di poter mettere le mani sulla sua preziosa collezione di libri antichi e che, dopo aver constatato come la maggior parte dei libri era andata perduta durante la guerra o era stata venduta per bisogno, sfogasse la sua delusione sulla donna picchiandola e maltrattandola. Dopo pochi mesi Lĭ Qīngzhào chiese il divorzio per colpa del marito, motivando la richiesta con la scoperta che quest’ultimo si era reso responsabile di un reato di corruzione, e l’ottenne. Tuttavia, la legge dell’epoca prevedeva che qualsiasi donna che denunciasse il proprio marito, indipendentemente dalla fondatezza della denuncia, fosse punita con una pena di due anni di prigione. Solo il pronto intervento di un alto dignitario Qí Chónglĭ 綦 崇 禮 , parente del defunto Zhào Mínchéng, la tirò fuori dai guai dopo che aveva già trascorso alcuni giorni in carcere.
Nei secoli successivi, il secondo matrimonio di Lĭ Qīngzhào fu sistematicamente ignorato, o addirittura considerato come un’invenzione calunniosa, perché contrastava con l’immagine idealizzata che si voleva dare della poetessa, la quale, conformemente alla morale predicata dalla dottrina neoconfuciana, sarebbe rimasta eternamente fedele alla memoria del primo marito. Solo in epoca recente, si è cominciato ad ammettere che il tentativo di ricrearsi una famiglia non diminuiva la statura morale di Lĭ Qīngzhào e non era incompatibile con l’amore che ella continuava a nutrire per Zhào Míngchéng.
Lĭ Qīngzhào si stabilisce in seguito presso un suo fratello a Jīnhuá 金 華 nello Zhèjiāng 浙 江, ma si sa che trascorre gli ultimi anni della sua vita in condizioni di solitudine e di disagio economico. Ciononostante continua a scrivere versi, che fa pervenire alla Corte imperiale.
Le ultime menzioni di Lĭ Qīngzhào risalgono al 1151 d.C. Si presume quindi che sia morta quello stesso anno o in uno degli anni immediatamente successivi. È ignoto anche il luogo in cui morì.
Le vengono attribuite con una certa sicurezza solo un centinaio di poesie ( 79 詞 “cí” e 18 詩 “shī”), una rapsodia 賦 (“fù”) ed alcune opere in prosa. Scrisse anche un trattato di metrica il “Cílùn” 詞 侖 (“Discorso sul Cí”).
È considerata come un maestro dello stile femminile della poesia “cí”, conosciuto come “wănyuèpài“ 婉 约 派 (“stile del delicato riserbo“), in contrapposizione allo stile maschile, conosciuto come“háofàngpài“ 豪 放 派 (“stile dell’eroico abbandono“), il cui primo esponente fu il celebre Sū Shì.
2) “Primavera a Wŭlíng”( 武 陵 春 "Wŭlíng Chūn") è il titolo della canzone sulla cui melodia(“cípái” 詞 牌 ) Lĭ Qīngzhào compose questo “cí” 詞. L’antica Wŭlíng 武 陵 è oggi un quartiere della città di Chángdé 常 德 nella provincia di Húnán 湖 南 . La zona della Sorgente del Wŭlíng ( 武 陵 Wŭlíngyuán) famosa fin dall’antichità per la bellezza del paesaggio, è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei siti che costituiscono Patrimonio dell’Umanità. Alla Sorgente del Wŭling sono legati un celebre racconto di Tào Yuān Míng 陶 淵 明 intitolato “táo huā yuán jì” 桃 花 原 記 (“La storia della sorgente dei fiori di pesco”) ed una famosa poesia di Wáng Wéi 王 維 intitolata “táo yuán xíng" 桃 原 行 (“Il canto della sorgente dei peschi”). Quasi sicuramente la canzone utilizzata da Lĭ Qīngzhào si ispirava alla leggenda narrata da Tào Yuān Míng.
3) Il verso cinese è molto sintetico . La traduzione letterale di 日 晚 捲 梳 頭 ( rì wăn juàn shū tóu.) sarebbe infatti “di sera pettinare la testa”.L’interpretazione che ne è data dalla maggioranza dei commentatori tende a mettere in risalto la tristezza e la malinconia che sembrano togliere a Lĭ Qīngzhào il piacere di vivere: “è già sera e devo ancora pettinarmi”, “il giorno è passato e non mi è neppure venuta la voglia di acconciarmi e di farmi bella”.
4) Shuāng Xī 雙溪,vale a dire I Due Ruscelli, è il nome dato al punto in cui confluiscono a Jīnhuá 金 華 nel Zhèjiāng 浙 江 , due torrenti: uno che scorre dal sud in provenienza dalla contea di Yŏngkāng 永 康 , l’altro che scorre dall’est in provenienza dalla contea di Jìwū 義 烏. Il fiume che si forma così a Jīnhuá si chiama Dōngyáng 東 陽 . Nel punto di confluenza, chiamato anche Wŭgăng 婺 港 (“la baia di Wù“) si formano due insenature: Dōnggăng 東 港 (“la baia orientale“) e Xīgăng 西 港 (“la baia occidentale“), famose per la loro bellezza e meta, fin dai tempi più antichi, di escursioni in barca. Sappiamo che all’epoca in cui fu composta la poesia intitolata “Primavera a Wŭlíng“, nel 1135 d.C., Lĭ Qīngzhào risiedeva a Jīnhuá.
5) Le barchette che venivano usate per le escursioni sulle acque dei Due Ruscelli erano comunemente chiamate “cavallette“ a causa della rapidità e dell’agilità con cui si muovevano. Lĭ Qīngzhào trova qui un modo molto curioso e originale di ricordare questo nome, usando il termine 舴 艋 "zémĕng“ (con il radicale di “barca“ 舟 “zhōu“) cioè "piccole barche", la cui pronuncia ed i cui caratteri richiamano immediatamente la parola 蚱 蜢 “zhàmĕng“ ( con il radicale di „insetto“: 虫 „chóng“) cioè "cavallette".
Lĭ Qīngzhào 李 清 照 (1)
PRIMAVERA A WǓLÍNG (2)
武 陵 春 Wŭlíng Chūn
S’è chetato ora il vento.
La polvere profuma
di fiori già avvizziti.
Si sta facendo sera
e dovrei pettinarmi.(3)
Restano le sue cose,
ma l’uomo non vive più.
Tutto è finito per me.
Invece di parole,
scorrono le lacrime.
Dicon che ai Due Ruscelli (4)
si può ancora godere
la dolce primavera.
Anche a me piacerebbe
una gita in barchetta,
ma temo unicamente
che i minuscoli scafi (5)
siano troppo leggeri
per sopportare il peso
del mio immenso dolore.
風 住 塵 香 花 已 盡 fēng zhù chén xiāng huā yĭ jìn,
日 晚 捲 梳 頭 rì wăn juàn shū tóu.
物 是 人 非 事 事 休 wù shì rén fēi shì shì xiū,
欲 語 淚 先 流 yù yŭ lèi xiān liú.
聞 說 雙 溪 春 尚 好 wén shuō shuāng xī chūn shàng hăo,
也 擬 泛 輕 舟 yĕ nĭ fàn qīng zhōu.
只 恐 雙 溪 舴 艋 舟 zhĭ kŏng shuāng xī zé mĕng zhōu,
載 不 動 許 多 愁 zài bú dòng xŭ duō chóu.
NOTE
1) Lĭ Qīngzhào 李 清 照 , una delle più note poetesse cinesi, nasce a Zhānqiū 章 丘 presso Jìnán 濟 南 nello Shāndōng 山 東 verso il 1084 d.C. Suo padre Lĭ Géfēi 李 格 非 è funzionario a Kāifēng 開 封, la capitale della dinastia Sòng 宋 朝 , e fa parte del circolo di letterati che si raccoglie intorno al celebre poeta Sū Shì 蘇 軾 , meglio conosciuto come Sū Dōngpō 蘇 東 坡. Anche la madre, proveniente dalla famiglia Wáng 王 , è una persona colta ed istruita. La fanciulla riceve un’educazione raffinata, che spazia dalla storia alla poesia, dalla calligrafia alla musica ed al canto. Comincia a comporre liriche fin dalla più giovane età e, appena diciassettenne, è già apprezzata dai conoscenti per il suo eccezionale talento poetico.
Nel 1099 d.C. Lĭ Qīngzhào sposa Zhào Míngchéng 趙 明 誠 (1081 d.C.-1129 d.C.), giovane e brillante studioso, terzo figlio dell’alto dignitario Zhào Tĭngzhī 趙 挺 之. I due condividono molti interessi culturali, dedicandosi in particolare alla ricerca epigrafica, e sono appassionati collezionisti d’opere d’arte.
Nel 1103 d.C. Zhào Míngchéng inizia la sua carriera politico-amministrativa, che risulterà piuttosto movimentata, anché perché egli rimarrà presto coinvolto nella dura lotta per il potere scoppiata tra il padre ed il ministro Cài Jīng 蔡 京 Nel 1107 d.C. viene addirittura arrestato, ma è poi liberato, dopo un breve periodo di prigionia, dato che i suoi avversari non riescono a provare la consistenza delle accuse che gli hanno rivolto. Queste vicende non pregiudicano l’armonia della coppia, nonostante la diversa appartenenza politica delle rispettive famiglie: il padre di Lĭ Qīngzhào, Lĭ Géfēi, è infatti schierato con i conservatori, mentre il suocero Zhào Tĭngzhī è un esponente di spicco della tendenza riformista.
In seguito alle difficoltà incontrate, Zhào Míngféng si ritira, per qualche tempo, nella sua città natale di Zūchéng 諸 城, dove si dedica con la moglie allo studio delle antichità.
Più tardi, rientrato in servizio, è inviato a Qīngzhōu.青 州.Nel 1121 d.C. è nominato prefetto di Làizhōu 莱 州 e, successivamente, ricopre lo stesso incarico a Qīngzhōu.
I compiti amministrativi costringono Zhào Míngchéng ad assentarsi di casa per lunghi periodi, nello svolgimento di ispezioni per conto del governo o di altre missioni. In occasione della sua prima assenza, Lĭ Qīngzhào gli invia una poesia che desta la sua ammirazione. Da allora in poi gli scambi epistolari tra i coniugi avverranno spesso in forma poetica.
La vita della coppia trascorre serena fino al 1126 d.C., anno in cui gli Jurchen invadono l’impero dei Sòng e ne conquistano la capitale. Quando la guerra si estende allo Shāndōng, Zhào Míngchéng e Lĭ Qīngzhào sono costretti a fuggire verso sud, abbandonando la loro casa e parte delle preziose collezioni di libri e d’opere d’arte che vi hanno raccolto. Nel 1127 d.C.la casa sarà incendiata e distrutta.
I due coniugi si stabiliscono dapprima a Jiāngníng 江 寧 (oggi un quartiere della città di Nánjīng 南 京 ), di cui Zhào Míngchéng è stato nominato prefetto. Nel 1129 d.C., Zhào è trasferito a Húzhōu 湖 州 nello Zhèjiāng 浙 江, ma muore a Jiànkāng 建康 mentre si reca a prendere possesso del nuovo incarico. La sua morte è un duro colpo per Lĭ Qīngzhào, che non se ne risolleverà mai più.
Tocca ora a lei salvaguardare l’eredità culturale del marito e conservare ciò che resta delle loro collezioni.
Dopo aver vagato tra il 1129 d.C. ed il 1131 d.C. per una mezza dozzina di città, Lĭ si stabilisce infine a Hángzhōu杭 州 , nuova capitale dei Sòng, dove rimarrà fino al 1034 d.C. Qui pubblica il “Catalogo delle iscrizioni su bronzo e pietra” ( 金石录 “jīnshílù”), al quale Zhào Míngchéng aveva lavorato durante numerosi anni, aggiungendovi una postfazione, lo Hòuxù 后 序, in cui descrive la sua vita matrimoniale e le avventurose vicende che ha dovuto affrontare con il marito per sfuggire all’invasione dei barbari.
Si colloca in questo periodo, esattamente nel 1132 d.C., un episodio assai controverso della vita di Lĭ Qīngzhào il breve ed infelice matrimonio con un funzionario di nome Zhāng Rŭzhōu 張 汝 舟 . Sembra che costui l’avesse chiesta in moglie nella speranza di poter mettere le mani sulla sua preziosa collezione di libri antichi e che, dopo aver constatato come la maggior parte dei libri era andata perduta durante la guerra o era stata venduta per bisogno, sfogasse la sua delusione sulla donna picchiandola e maltrattandola. Dopo pochi mesi Lĭ Qīngzhào chiese il divorzio per colpa del marito, motivando la richiesta con la scoperta che quest’ultimo si era reso responsabile di un reato di corruzione, e l’ottenne. Tuttavia, la legge dell’epoca prevedeva che qualsiasi donna che denunciasse il proprio marito, indipendentemente dalla fondatezza della denuncia, fosse punita con una pena di due anni di prigione. Solo il pronto intervento di un alto dignitario Qí Chónglĭ 綦 崇 禮 , parente del defunto Zhào Mínchéng, la tirò fuori dai guai dopo che aveva già trascorso alcuni giorni in carcere.
Nei secoli successivi, il secondo matrimonio di Lĭ Qīngzhào fu sistematicamente ignorato, o addirittura considerato come un’invenzione calunniosa, perché contrastava con l’immagine idealizzata che si voleva dare della poetessa, la quale, conformemente alla morale predicata dalla dottrina neoconfuciana, sarebbe rimasta eternamente fedele alla memoria del primo marito. Solo in epoca recente, si è cominciato ad ammettere che il tentativo di ricrearsi una famiglia non diminuiva la statura morale di Lĭ Qīngzhào e non era incompatibile con l’amore che ella continuava a nutrire per Zhào Míngchéng.
Lĭ Qīngzhào si stabilisce in seguito presso un suo fratello a Jīnhuá 金 華 nello Zhèjiāng 浙 江, ma si sa che trascorre gli ultimi anni della sua vita in condizioni di solitudine e di disagio economico. Ciononostante continua a scrivere versi, che fa pervenire alla Corte imperiale.
Le ultime menzioni di Lĭ Qīngzhào risalgono al 1151 d.C. Si presume quindi che sia morta quello stesso anno o in uno degli anni immediatamente successivi. È ignoto anche il luogo in cui morì.
Le vengono attribuite con una certa sicurezza solo un centinaio di poesie ( 79 詞 “cí” e 18 詩 “shī”), una rapsodia 賦 (“fù”) ed alcune opere in prosa. Scrisse anche un trattato di metrica il “Cílùn” 詞 侖 (“Discorso sul Cí”).
È considerata come un maestro dello stile femminile della poesia “cí”, conosciuto come “wănyuèpài“ 婉 约 派 (“stile del delicato riserbo“), in contrapposizione allo stile maschile, conosciuto come“háofàngpài“ 豪 放 派 (“stile dell’eroico abbandono“), il cui primo esponente fu il celebre Sū Shì.
2) “Primavera a Wŭlíng”( 武 陵 春 "Wŭlíng Chūn") è il titolo della canzone sulla cui melodia(“cípái” 詞 牌 ) Lĭ Qīngzhào compose questo “cí” 詞. L’antica Wŭlíng 武 陵 è oggi un quartiere della città di Chángdé 常 德 nella provincia di Húnán 湖 南 . La zona della Sorgente del Wŭlíng ( 武 陵 Wŭlíngyuán) famosa fin dall’antichità per la bellezza del paesaggio, è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei siti che costituiscono Patrimonio dell’Umanità. Alla Sorgente del Wŭling sono legati un celebre racconto di Tào Yuān Míng 陶 淵 明 intitolato “táo huā yuán jì” 桃 花 原 記 (“La storia della sorgente dei fiori di pesco”) ed una famosa poesia di Wáng Wéi 王 維 intitolata “táo yuán xíng" 桃 原 行 (“Il canto della sorgente dei peschi”). Quasi sicuramente la canzone utilizzata da Lĭ Qīngzhào si ispirava alla leggenda narrata da Tào Yuān Míng.
3) Il verso cinese è molto sintetico . La traduzione letterale di 日 晚 捲 梳 頭 ( rì wăn juàn shū tóu.) sarebbe infatti “di sera pettinare la testa”.L’interpretazione che ne è data dalla maggioranza dei commentatori tende a mettere in risalto la tristezza e la malinconia che sembrano togliere a Lĭ Qīngzhào il piacere di vivere: “è già sera e devo ancora pettinarmi”, “il giorno è passato e non mi è neppure venuta la voglia di acconciarmi e di farmi bella”.
4) Shuāng Xī 雙溪,vale a dire I Due Ruscelli, è il nome dato al punto in cui confluiscono a Jīnhuá 金 華 nel Zhèjiāng 浙 江 , due torrenti: uno che scorre dal sud in provenienza dalla contea di Yŏngkāng 永 康 , l’altro che scorre dall’est in provenienza dalla contea di Jìwū 義 烏. Il fiume che si forma così a Jīnhuá si chiama Dōngyáng 東 陽 . Nel punto di confluenza, chiamato anche Wŭgăng 婺 港 (“la baia di Wù“) si formano due insenature: Dōnggăng 東 港 (“la baia orientale“) e Xīgăng 西 港 (“la baia occidentale“), famose per la loro bellezza e meta, fin dai tempi più antichi, di escursioni in barca. Sappiamo che all’epoca in cui fu composta la poesia intitolata “Primavera a Wŭlíng“, nel 1135 d.C., Lĭ Qīngzhào risiedeva a Jīnhuá.
5) Le barchette che venivano usate per le escursioni sulle acque dei Due Ruscelli erano comunemente chiamate “cavallette“ a causa della rapidità e dell’agilità con cui si muovevano. Lĭ Qīngzhào trova qui un modo molto curioso e originale di ricordare questo nome, usando il termine 舴 艋 "zémĕng“ (con il radicale di “barca“ 舟 “zhōu“) cioè "piccole barche", la cui pronuncia ed i cui caratteri richiamano immediatamente la parola 蚱 蜢 “zhàmĕng“ ( con il radicale di „insetto“: 虫 „chóng“) cioè "cavallette".