Shēn Jìyì 沈既濟 (750 d.C-797 d.C.)
Storia di ciò che avvenne in un poggiatesta
Nel settimo anno dell’era Kāiyuán (1), il vecchio Lǚ, un monaco taoista che grazie alla magia aveva conseguito l’immortalità (2), stava percorrendo la strada di Hándān. (3) Fermatosi in una locanda per riposarsi, si levò il cappello, lo depose nella borsa, poi si sedette e vi ci si appoggiò. (4) Ad un tratto, vide avvicinarsi, attraverso i campi (5), un gruppo di viaggiatori, fra cui c’era un giovane, vestito di un abito corto di color marrone (6), in sella ad un cavallo baio scuro (7). Il suo nome era Lú lo studente. Il giovane fece sosta anche lui alla locanda e si sedette allo stesso tavolo a cui era già seduto il vecchio monaco. I due avviarono un’ amabile conversazione.
Con lo sguardo fisso sui suoi vestiti impolverati, Lú lo studente non smetteva di sospirare, dicendo: "La mia vita non mi dà soddisfazione. (8) È così vuota."
“Guardandoti” gli rispose il vecchio monaco ” non vedo sul tuo corpo segni di sofferenza né di malattia. Si potrebbe dire che non c´è nulla che dovrebbe turbarti. Perché ti lamenti?”.
“La mia vita non ha senso.” replicò lo studente”Che cosa dovrei dire?”.
“Tu affermi che la tua vita non ha senso,”osservò il vecchio ” ma mi sai dire che cos`è una vita degna di essere vissuta?”.
“Sì.”gli rispose lo studente“ Nella sua vita, un uomo di valore dovrebbe compiere imprese meritorie e farsi un nome, diventare generale e primo ministro, condurre un’esistenza ricca e lussuosa (9), comporre ed ascoltare musica (10), procurare à sé ed alla propria famiglia ricchezza ed abbondanza. Ecco ciò che io chiamo una vita di successo. Ho tentato di sfondare studiando con ambizione, ho imparato molte cose, ed avrei l’età giusta per essere nominato ad un buon posto. (11) Ormai ho un’ottima preparazione e sono maturo per un incarico, ma non mi viene offerta altra possibilità che lavorare nei campi. Non posso affermare che la mia vita è vuota?”.
Detto ciò cominciò a sbadigliare dalla stanchezza.
Nel frattempo, il proprietario della locanda stava bollendo il miglio in cucina.
Il vecchio tirò fuori dalla borsa il proprio poggiatesta e lo porse allo studente , dicendo: "Riposati sul mio poggiatesta, figlio mio, e che la tua ambizione possa essere soddisfatta!”.
Il poggiatesta, di porcellana verde, recava due buchi alle sue estremità. (12) Lo studente vi poggiò sopra la testa e gli parve che le due aperture diventassero, a poco a poco, sempre più grandi e luminose. Ed ecco che, ad un tratto, entrò nel poggiatesta e in un istante si ritrovò a casa sua. Pochi mesi dopo era già sposato con una ragazza della famiglia Cuī (13) di Qīnghé (14), una fanciulla bellissima e ricchissima. Lo studente era straordinariamente contento, aveva a disposizione abiti sontuosi, carrozze e cavalli (15), la sua prosperità cresceva di giorno in giorno. L’anno seguente conseguì il più alto diploma di studio a livello nazionale (16) e fu nominato funzionario. (17) Gli venne assegnato l’incarico di segretario provinciale. (18) Divenne poeta di corte. (19) Fu promosso comandante di guarnigione (20) nella prefettura di Wèinán.(21) Venne in seguito elevato alla carica di supervisore dei censori imperiali. Fu incaricato di registrare gli atti di Stato (22) e di redigere gli editti imperiali.(23) Nel corso dei tre anni successivi, fu promosso e trasferito a Tóngzhōu (24) e poi nominato governatore dello Shănxī. (25) Svolse con competenza le sue funzioni, facendo dragare per una lunghezza di una quarantina di chilometri il fiume che scorreva nello Shănxī. Il popolo del paese ne trasse beneficio e per riconoscenza fece incidere su una stele di pietra gli atti di generosità da lui compiuti. (26) Fu mandato a governare la regione del Biánzhōu. (27) Fu nominato capo dei supervisori (28) del “Cammino del Hénán”. (29) Fu infine incaricato di amministrare il distretto della capitale.(30)
Quello stesso anno, il sublime e vittorioso (31) Imperatore progettò di attaccare i barbari per ampliare l’Impero ed affrontò il tibetano Xīmōluó e Mǎngbùzhī di Zhúlóng che avevano assalito le prefetture di Guā e Shā. (32)
Il governatore militare Wáng Jῡnchuò (33) fu ucciso e il territorio del Héhuáng(34) cadde nel disordine.
L’Imperatore, rendendosi conto che aveva bisogno di un abile generale, promosse l’ex-studente Lù gran censore imperiale (35) e lo nominò governatore militare del Héxī. (36)
Lù mise in rotta i barbari, ne decapitò settemila, penetrò per circa 450 chilometri in territorio nemico e costruì tre grandi fortezze per controllare i punti nevralgici del paese conquistato, poi fece erigere una stele sul monte Jῡyán a ricordo delle proprie imprese.
Di ritorno alla Corte imperiale, fu colmato di favori e di onori: venne nominato ministro della Funzione Pubblica (37) e consigliere capo al Ministero delle Finanze (38). Diventò uno dei personaggi più rilevanti di quell’epoca ed era molto popolare tra la gente.
Incorse però nell’aperta ostilità di chi governava a quel tempo e, in seguito a calunnie infondate, fu relegato a Duānzhōu col modesto incarico di governatore di quella città. (39)
Tre anni dopo ritornò in grazia, fu nominato segretario personale dell’Imperatore e, per qualche tempo, ebbe il titolo di gran cancelliere onorario. (40)
Fu al governo con i primi ministri Xiào Sōng (41) e Péi Guāngtíng (42) per più di dieci anni. Agiva discretamente, con grande abilità e diplomazia (43), e godeva di grande favore. (44) Fu nominato consigliere privato dell’Imperatore (45) e fu infine chiamato a svolgere lui stesso, con saggezza, le funzioni di primo ministro. (46)
A questo punto, però, i colleghi invidiosi tramarono contro di lui e lo accusarono falsamente di aver complottato con i generali delle frontiere per organizzare un colpo di stato. (47)
Si decise di gettarlo in carcere e gli agenti della prefettura si presentarono rapidamente alle porte della sua residenza per arrestarlo.
Lú, disperato, disse alla moglie: “La mia famiglia, nello Shāndōng, possiede più di 33 ettari di campi coltivati (48), che sono sufficienti per risparmiarti fame e freddo. Perché preoccuparsi di salvare o stipendio? Non mi è neppure possibile, ormai, riprendere gli abiti di un cittadino qualunque, montare su un cavallo baio e ritornare all’epoca in cui, da giovane , percorrevo la strada di Hándān.
Voleva tagliarsi la gola con un pugnale, ma sua moglie lo trattenne e riuscì a salvarlo dal disastro.
Tutti i coimputati furono condannati a morte. Soltanto Lú, grazie alla protezione degli eunuchi (49), sfuggì alla pena capitale e fu confinato a Huāngzhōu.
Qualche anno dopo, l’Imperatore si rese conto che lo aveva trattato ingiustamente e lo reintegrò nelle funzioni di assistente imperiale (50), conferendogli il titolo di duca di Yàn (51) ed accordandogli il suo speciale favore con un decreto che lo dichiarava frugale, colto, saggio, benevolo, degno di fiducia, estremamente competente e dotato di discernimento.
Lù lo studente era stato uno dei primi classificati del concorso imperiale (52), poi membro della commissione d’esami (53), in seguito sostituto consigliere imperiale (54), ministro delle cerimonie (55), responsabile della preparazione del calendario (56) ed era considerato uno dei migliori funzionari dell’Impero.
A ventotto anni era già Assistente della Sinistra (57) ed attraverso i matrimoni era entrato in relazione con le famiglie più importanti dell’Impero. (58)
Aveva avuto più di una decina di nipoti.
Era stato mandato due volte in esilio nelle desolate terre di frontiera, ma era ritornato in favore (59), aveva viaggiato in Cina e nei paesi stranieri, aveva fatto carriera nella pubblica amministrazione ed aveva avuto una vita densa di avvenimenti e ricca di successi per più di cinquant’anni.
Era stato un uomo di carattere piuttosto allegro, aveva amato molto la musica, i divertimenti, i piaceri della carne e tutte le cose più gradevoli. Nel corso della sua vita aveva ricevuto in dono, non so quante volte, terre, palazzi, belle donne, splendidi purosangue.
Invecchiando, aveva ripetutamente chiesto di ritirarsi a vita privata (60), ma la sue dimissioni non erano state accettate.
Alla fine, si ammalò. La gente veniva a chiedere come stava, i visitatori si susseguivano, medici famosi prescrivevano medicine, ma tutto ciò non servi a nulla.
In punto di morte, il ministro così riassunse la propria esistenza: “All’inizio ero uno studente dello Shāndōng, obbligato a lavorare nelle risaie per guadagnarmi da vivere. Ebbi fortuna e fui assunto come funzionario.
(segue)
NOTE
1) L’era Kāiyuán 開元 (713 d.C.-741 d.C.) corrisponde al primo periodo di regno dell’imperatore Xuánzōng 玄宗. Il settimo anno di tale era è il 719 d.C.
2) I saggi taoisti erano famosi perché, grazie al rispetto di certe regole di vita, riuscivano spesso a raggiungere un’età assai avanzata. Nel popolo si diffuse perciò la credenza che fossero a conoscenza di pratiche magiche che permettevano loro di conseguire l’immortalità.
3) Hándān 邯鄲 è un’antica città del Hébĕi 河北, che, nel periodo degli Stati Combattenti 戰國, fu la capitale del regno di Zhào 魏國.
4) La borsa con il cappello dentro fungeva evidentemente da cuscino rendendo più comodo il sedersi con la schiena appoggiata alla parete.
5) Si può immaginare che, all’esterno della locanda, ci fossero alcune panche appoggiate al muro della costruzione. Le persone sedute sulle panche potevano quindi vedere, già da una certa distanza, chi sopraggiungeva.
6)Le lunghe tuniche di seta erano riservate alle cerimonie e alla vita di casa, mentre per i viaggi si preferivano evidentemente abiti più funzionali, semplici e corti.
7) ll termine 青(“qīng”) copre in cinese un’ampia gamma di colori cha va dall’azzurro al nero. L’ho qui interpretato nel senso di “scuro”.
8) L’espressione “dàzhàngfῡ shēng” 大丈夫生, letteralmente “la vita di un uomo” va qui interpretata come “la mia vita”.
9) La frase idiomatica cinese è “liè dǐng ér shí” 列鼎而食, che significa “mangiare in mezzo ai tripodi”, cioè condurre una vita privilegiata. I tripodi di bronzo (鼎 “ding”) erano oggetti che soltanto i ricchi e i potenti potevano permettersi.
10) Questi svaghi presuppongono non soltanto un’educazione raffinata, ma anche molto tempo da dedicare all’attività intellettuale ed artistica.
11) Il termine “qīnzĭ” 青紫, letteralmente “il color viola intenso” è una metafora riferita ai funzionari imperiali, che indossavano abiti ornati di nastri di color viola. “Prendere il viola” significa pertanto “essere nominato ad un incarico pubblico”.
12) I poggiatesta di porcellana recavano sempre una o più aperture sulla base o sui lati per evitare che l’aria contenuta al loro interno, dopo essersi surriscaldata ed essere aumentata di volume a causa delle alte temperature di cottura, non trovando una via d’uscita facesse esplodere il manufatto.
13) La famiglia Cuī 崔氏 era, nei tempi più antichi, una famiglia dell’alta nobiltà, il cui nome passò poi a designare l’aristocrazia per antonomasia.
14) Qīnghè 清河 era un’antica contea situata nella parte centro-meridonale della provincia del Hébĕi 河北.
15) L’espressione “yīzhuāng fú yù, “ 衣裝服馭, letteralmente “abiti e bagagli, carrozze e cavalli” designava in generale tutto ciò che era posto a disposizione di un alto dignitario nell’esercizio delle sue funzioni. Grazie al matrimonio, lo studente ottiene ricchezza e privilegi prima ancora di diventare funzionario.
16) Il diploma di “jìnshì” 進士, vale a dire “letterato provetto”, veniva conferito al candidato che si classificava primo agli esami nazionali che si svolgevano ogni triennio nella capitale.
17) L’espressione “shì hè” 釋褐, letteralmente”lasciare l’abito marrone”, è una metafora usata per indicare la nomina ad un incarico pubblico. Chi era nominato funzionario lasciava infatti i rozzi abiti grigi o marroni indossati dalla gente comune per le sontuose tuniche di seta multicolori riservate ai dignitari imperiali.
18) Il termine “mìxiào” 秘校, qui tradotto con “segretario provinciale”, indica il titolo che veniva abitualmente conferito ai funzionari di nuova nomina.
19) Era chiamata “yìngzhì” 應制 la persona a cui l’Imperatore affidava con un editto il compito di comporre poemi in sua lode e a celebrazione della pace e della virtù. Questa figura corrispondeva, in un certo senso, a quella del “poeta laureato”, che esisteva un tempo presso le corti europee (si veda l’esempio del Metastasio a Vienna) e che esiste ancora presso la corte inglese.
20) Il termine “wèi” 尉 si riferiva generalmente ai comandanti militari incaricati di mantenere l’ordine in una determinata zona.
21) Wèinán 渭南 era una prefettura situata nella regione dello Shănxi陝西.
22) Il “qǐ jū shè rén” 起居舍人 era un funzionario incaricato, all’epoca della dinastia Táng, di registrare gli atti dell’Imperatore e gli affari di Stato.
23) Era designato con titolo di “zhīzhìgào” 知制誥 l’alto funzionario incaricato di redigere gli editti imperiali.
24) Tóngzhōu 同州 (anticamente Tónguó 同國) corrispondeva alla contea di Dàlì 大荔, che fa oggi parte della città di Wèinán 渭南.
25) Il termine “mù” 牧 , che significa “pastore”, era usato anticamente in senso metaforico per indicare i governatori delle Nove Provincie 九州 (“jiŭ zhǒu”) che costituivano il nucleo dell’Impero cinese sotto le dinastie Xià 夏朝 e Shāng 商朝.
26 ) Era uso fare incidere su lastre di pietra la narrazione delle gesta dei governanti o il ricordo dei benefici del loro governo. Si veda in proposito la poesia “La canzone dei tamburi di pietra” (石故歌 “shí gù gē”) di Hàn Yú 韓 愈. Il termine 德 (“dé”), generalmente interpretato come “virtù”, mi sembra qui potersi intendere come “favore”, “benevolenza”, “generosità”.
27) Biànzhōu è l’antico nome di una parte della provincia del Hénán 河南.
28) Sotto la dinastia Táng, l’Impero fu suddiviso in quindici grandi regioni dette “cammini”(dào 道). I “supervisori”( 采訪使” cǎifǎng shǐ”) erano incaricati di controllare la buona amministrazione di questi territori, in particolare verificando il comportamento dei funzionari statali e degli amministratori locali e ispezionando le carceri.
29) Il “Cammino del Hénán” 河南道 (“hénándào”) era una divisione amministrativa dell’epoca Táng che corrispondeva all'attuale provincia dello Shāndōng 山東, all'intero territorio del Hénán 河南, alla parte settentrionale del Jiāngsῡ 江蘇 e alla parte settentrionale dell’ Ānhuī 安徽.
30) Con il termine “jīng zhào yǐn” 京兆尹 , letteralmente “amministratore delle masse della capitale” si indicava, sotto la dinastia Táng, l’alto funzionario incaricato di amministrare il distretto di Jīngzhào 京兆, che comprendeva la capitale Cháng’Ān 长安 e le aree limitrofe. Utilizzando una terminologia moderna, si potrebbe parlare di “sindaco della capitale”.
31) L’epiteto”shēnwŭ” 神武 , letteralmente” divino e guerresco”, era abitualmente usato per rendere onore agli imperatori e ai generali vittoriosi.
32) La storia di Lú lo studente è, come è ovvio, tutta inventata, ma vi sono menzionati alcuni fatti realmente avvenuti sotto il regno di Xuánzōng 玄宗. Risulta infatti dal “Vecchio Libro dei Táng” (唐書 “tang shŭ”) che nel 727 d.C. il generale tibetano Xīmōluó (吐蕃悉抹邏 “tŭbō xīmōluó”, in tibetano: Stagra Konlog) attaccò insieme con Mǎngbùzhī di Zhúlóng ( 燭龍莽布支, in tibetano Kogro Mangpoje) due prefetture situate ai confini occidentali dell’Impero: la prefettura di Guā 瓜 e più tardi un ‘altra prefettura situata ad ovest della prefettura di Shā 沙. (Cfr. “Il Vecchio Libro dei Táng”, vol.196, seconda parte, paragrafo 26, dove si legge: “Nel nono mese di quell’anno (727 d.C.), i generali tibetani Xīnuòluó Gōnglù e Mǎngbùzhī di Zhúlóng conquistarono la città di Guāzhōu” (其年九月,吐蕃大將悉諾邏恭祿及燭龍莽布支攻陷瓜州城 “qí nián jiǔ yuè, tǔbō dà jiàng xīnuòluó gōnglù jí zhúlóng mǎngbùzhī gōngxiàn guāzhōu”).
33) Wáng Jῡnchuò 王君㚟, nominato governatore militare del Héxī (河西节度使 “héxī jiédùshĭ”) nel 721 d.C., sconfisse Xīmōluó 悉抹邏 nel 727 d.C., ma fu ucciso poco tempo dopo in un agguato.
34) Era designato con il nome di Héhuáng 河湟 il vastissimo territorio compreso tra il Fiume Giallo e il fiume Huáng, di cui facevano parte le regioni del Gānsù 甘肃 e del Qīnghăi 青海, conosciute come “il paese dei barbari occidentali”.
35) Lo “yùshǐzhōngchéng” 御史中丞 era una specie di censore imperiale, dotato di vasti poteri, che in talune epoche svolse anche le funzioni di vice primo-ministro.
36) La regione del Héx ī河西 comprendeva lo Shănxī, il Gānsù e la Mongolia Interna.
37) Il Ministro della Funzione Pubblica (吏部侍郎 “lìbùshìláng”) era competente per la nomina e la revoca dei funzionari civili nonché per gli esami, le promozioni, le onorificenze e i trasferimenti.
38) In lingua cinese il titolo suona: “ hùbù shàngshū jiān yùshǐdàfū” 戶部尚書兼御史大夫.
39) Duānzhōu 端州 era una città del Guăndōng 广东, molto lontana dalla capitale.
40) Tale titolo suona: “tóng zhōngshū ménxiàpíng zhāngshì” 同中書門下平章事, che significa più o meno” persona che esercita funzioni simili a quelle di un coadiutore del Segretario di Stato”.
41) Xiào Sōng 蕭嵩 ( morto nel 749 d.C.) fu primo ministro (中令 “zhōng líng”) durante l’era Kāiyuán 開元.
42) Péi Guāngtíng 裴光庭 ( 676 d.C.- 733 d.C.) divenne primo ministro nel diciassettesimo anno dell’era Kāiyuán 開元 (729 d.C.). Qui è indicato con il titolo di “shìzhōng” 侍中, corrispondente ad un’alta carica creata per la prima volta sotto la dinastia Qín, il cui status e le cui funzioni variarono grandemente nel corso dei secoli.
43) Ho interpretato in questo modo la frase “jiā mó mìlìng” 嘉謨密令, che suonerebbe letteralmente “emise ordini segreti di strategia”.
44) L’espressione “yī rì sān jiē” 一日三接 (“tre volte al giorno”) è usata per indicare che una persona gode di particolare favore presso i suoi superiori.
45) Il termine “qĭwò” 啟沃, qui usato nel senso di “consigliere personale dell’Imperatore”, è formato dai caratteri iniziali di due frasi : “qǐ nǎi xīn” 啓乃心 (“illumina la mia mente”) e “wò zhèn xīn” 沃朕心 (“rendi fertile la mia mente”), che l’Imperatore della dinastia Shàng, Wǔdīng 武丁, avrebbe rivolto al suo primo ministro Fù Yuè 傅说 per chiedergli consiglio.
46) Il termine “xián xiàng” 賢相 significa “saggio primo ministro”. Evidentemente si dà per scontato che tutti i primi ministri siano saggi e virtuosi.
47) I generali incaricati di difendere le frontiere avevano ai loro ordini importanti contigenti di truppe. I politici potevano quindi essere facilmente tentati di rivolgersi a loro per organizzare un colpo di stato.
48) Un “qĭng” 頃 equivale a cento “mǔ” 亩. Poiché il “mǔ” corrisponde a 666, 23 metri quadri, cinque “qīng” corrispondono a 333.115 metri quadri, cioè a più di 33 ettari.
49) Il termine “zhōnguān” 中官, che si riferiva genericamente ai funzionari del governo, era usato, nei tempi antichi, per indicare in modo più specifico gli eunuchi, che erano in contatto diretto con l’Imperatore e che avevano spesso notevole influenza su quest’ultimo.
50) Il termine “zhōngshῡlíng” 中书令 indicava all'inizio un alto funzionario che aiutava l'imperatore a gestire gli affari di governo ed era responsabile degli "affari segreti" affidati direttamente all'Imperatore. I compiti conferiti i a questo funzionario variarono ampiamente nel corso dei secoli.
51) Il Regno di Yàn 燕國, sorto nella parte nord-orientale dela Cina agli inizi del secondo secolo a.C., fu dissolto e rifondato più volte, sino alla sua scomparsa definitiva, avvenuta tra 291 d.C. e il 306 d.C., all’epoca della dinastia Jìn 晉朝 (266 d.C.- 420 d.C.). Successivamente, il titolo di principe o duca di Yàn divenne un titolo onorifico conferito a membri della casa imperiale o ad alti dignitari particolarmente meritevoli.
52) Il termine 登第 “dēng dì” designava il primo e il secondo classificato degli esami imperiali.
53) Si indicava con il termine 考功 “kāo gōng” la commissione d’esami che valutava le prove dei candidati al pubblico impiego.
54) Il termine 侍御史 “shìyùshǐ” designava l’assistente del censore imperiale.
55) Il termine 太常丞 «tàichángqīng » indicava il Ministro delle Cerimonie.
56) Il termine 萬年尉 “wànniánwèi” dovrebbe riferirsi all’alto funzionario che si occupava della fissazione del calendario ufficiale dell’Impero, incombenza molto importante nell’antica Cina.
57) Alla Corte Imperiale cinese esistevano per ogni settore amministrativo due uffici paralleli detti della Sinistra e della Destra. L’Ufficio della Sinistra era considerato il più importante ed il suo titolare aveva la precedenza sul collega della Destra.
58) Nell’antica Cina un uomo poteva avere, accanto alla moglie, anche numerose concubine. La posizione della concubina era inferiore a quella della moglie ufficiale, ma poteva essere ambita per le proprie figlie anche da famiglie importanti qualora il pretendente fosse un personaggio di grande rilievo.
59) La frase cinese è: 再登臺鉉 “zài dēng táixuàn”, letteralmente “era risalito ai tripodi”. Poiché i tripodi ornavano il palazzo imperiale, la metafora significa che Lù lo studente era rientrato nel favore della Corte.
60) Il testo cinese usa la frase idiomatica 乞骸骨 “qĭ háigǔ”, letteralmente” chiedere le proprie ossa”. Metaforicamente, il vecchio funzionario, ormai ridotto quasi ad uno scheletro, chiede che gli siano restituite le proprie ossa per tumularle nella tomba di famiglia.