Il poeta fa il bilancio di un decennio dissipato in divertimenti e amori mercenari. Per giustificarsi afferma di essere andato alla ricerca della donna ideale, ma in fondo non ci crede nemmeno lui. Passata l’euforia, rimangono la depressione e un’amara constatazione: le sue imprese gli hanno procurato dappertutto una solida fama di perdigiorno.
UNO SFOGO (1)
Vago depresso lungo il fiume e il lago
tenendo in mano il mio bicchier di vino. (2)
Una fanciulla snella, delicata,
così leggera da star nel mio palmo. (3)
Di nuovo sveglio dopo ben dieci anni
gettati e sprecati sognando a Yángzhōu.(4)
Fin nei bordelli mi son guadagnato (5)
la reputazione d’un buono a nulla.(6)
NOTE
1) Il dizionario on-line attribuisce al termine 遣 懷 (“qiăn huái”) il senso di “rilassarsi”, “distrarsi”. Mi sembra quindi più opportuno tradurlo con “Uno Sfogo” che con “A Confession”, come ha fatto il Bynner.
2) L’espressione 落 魄 (“luò pò”) vale “melanconico”, “depresso”, “avvilito”, “abbattuto”. Etimologicamente essa si compone dei termini 落 (“luò” “cadere”) e 魄 (“pò” “animo”) e indica la condizione di chi ha, come diremmo noi, “il morale a terra”.
3) Il poeta ci spiega qui la ragione del suo avvilimento: ha sprecato molti anni nella vana ricerca della fanciulla dei suoi sogni. La descrizione fisica che ne fa sembra corrispondere a quella della famosa imperatrice Zhāo Fēiyàn 趙 飛 燕 (c.32 a.C. 1 a.C.) , di cui si racconta che fosse così minuta e delicata da poter danzare sul palmo di una mano. Rimane l’impressione che Dù Mù cerchi di idealizzare con riferimenti romantici una condotta che molti suoi biografi considerano invece libertina e dissoluta.
4) Dù Mù ricoprì incarichi a Yángzhōu 揚 州 una prima volta nel periodo 833 d.C.-835 d.C. e, una seconda volta dall’837 d.C. all’838 d.C. La menzione di dieci anni trascorsi sognando a Yángzhōu va perciò intesa come una licenza poetica.
5) Ai tempi dei Táng 唐 朝 le case di piacere portavano in Cina il nome di 青 樓 (“qíng lóu”) cioè “case verdi”. L’origine di questo nome non ha tuttavia nulla a che fare con la prostituzione perché, sotto la dinastia Hàn 漢 朝 , esso indicava il Palazzo Imperiale, i cui muri erano dipinti di un colore verde-azzurro. Il termine passò poi a designare i palazzi dei nobili, dove si svolgevano di frequente feste e banchetti, e si applicò infine a tutte le case in cui si poteva trascorrere una serata allegra. Le fanciulle delle “case verdi” erano spesso , come le “geisha” 芸 者 giapponesi, ragazze coltivate che avevano studiato la musica, la poesia e il canto.
6) Il termine 薄 (“bò”) significa “magro”, “striminzito” “povero”,”misero”, "frivolo","disprezzato". Il termine 倖 (“xìng”) significa “fortuna”, “sorte”. Il loro composto 薄 倖(“bò xìng”) vale “sfortunato”, “miserabile” , “vagabondo”,“ buono a nulla”.
遣 懷
落 魄 江 湖 載 酒 行
楚 腰 纖 細 掌 中 輕
十 年 一 覺 揚 州 夢
贏 得 青 樓 薄 倖 名
Qiăn Huái
luò pò jiāng hú zài jiŭ xíng
chŭ yā xiān xì zhăng zhōng qīng
shí nián yī jiào yáng zhōu mèng
yíng dé qīng lóu bò xìng míng