Le bacchette d’avorio
Il testo che segue figura al capitolo 21 (喻老 “ yù lăo”), paragrafo 12, del “Hánfēizĭ” 韓非子, opera filosofica del III° secolo a.C.
昔者紂為象箸而箕子怖。以為象箸必不加於土鉶,必將犀玉之杯。象箸玉杯必不羹菽藿,則必旄象豹胎。旄象豹胎必不衣短褐而食於茅屋之下,則錦衣九重,廣室高臺。吾畏其卒,故怖其始。居五年,紂為肉圃,設炮烙,登糟邱,臨酒池,紂遂以亡。故箕子見象箸以知天下之禍,故曰:「見小曰明。」
Una volta, Zhòu (1) si fece fabbricare delle bacchette d’avorio e Jìzĭ (2) se ne inquietò. Una persona abituata a mangiare con bacchette d’avorio, non si sarebbe di certo accontentata di scodelle d’argilla, ma avrebbe senz’altro utilizzato coppe di giada. Bacchette d’avorio e coppe di giada non sarebbero certamente andate bene per mangiare legumi e bere zuppa di verdure e si sarebbe quindi senza dubbio dovuto portare in tavola carne di yak, d’elefante e di leopardi non ancora nati. (3) Questi cibi esotici e delicati non si sarebbero sicuramente potuti mangiare vestiti di abiti dimessi e in casette dal tetto di paglia, ma sarebbe stato necessario abbigliarsi sontuosamente e farsi costruire vaste sale ed imponenti palazzi. Vedendo questo inizio preoccupante, lui temeva che le cose sarebbero finite male.
Nei cinque anni che seguirono, Zhòu fece piantare un boschetto con alberi da cui pendevano pezzi di carne seccata (4), inventò il supplizio della colonna rovente (5), salì sulla collina dove c’erano i depositi di cereali da distillare (6), fece scavare una grande piscina che riempì di vino (7) e, alla fine, perì miseramente. (8)
Jìzĭ, vedendo le bacchette d’avorio, aveva previsto la rovina della dinastia. Ecco perché il proverbio dice: “Bastano piccoli indizi per indovinare il futuro”.
NOTE
1) Zhòu 紂 (1105 a.C.-1046 a.C.) fu l’ultimo sovrano della dinastia Shāng 商 朝. Salito al trono nel 1075 a.C., ebbe fama di uomo crudele e depravato. Sconfitto dal re Wŭ dei Zhōu 周 武 王 nella battaglia di Mùyĕ 牧 野, si suicidò gettandosi tra le fiamme del suo palazzo.
2) Secondo le antiche fonti cinesi, Jīzĭ 箕子 era un parente del già citato re Zhòu, che fu imprigionato per aver criticato il malgoverno di quest’ultimo e che riuscì ad evitare l’esecuzione fingendosi pazzo. Dopo la caduta della dinastia Shāng, sarebbe divenuto consigliere del re Wŭ dei Zhōu, che gli avrebbe dato in feudo il territorio di Cháoxiăn 朝 鮮, cioè la parte settentrionale della Corea. Fu perciò venerato a lungo come uno dei primi re della storia coreana.
3) La carne di animali non ancora nati era certamente tenerissima, ma il procurarsela era particolarmente complicato e costoso.
4) Lo storico Sīmă Qiān 司馬遷 riferisce nelle sue "Memorie Storiche" 史記("Annali" 本紀 , "Annali degli Yīn" 殷本紀, paragrafo 30, che Zhòu "fece appendere pezzi di carne agli alberi del paese" (縣肉為林 "xiàn ròu wèi lín”).
5) Viene attribuita a Zhòu l’invenzione di uno strumento di tortura detto 炮烙 (“páolào”), cioè “tubo rovente”. Si trattava di un tubo di bronzo che veniva cosparso d’olio e sospeso sopra uno spiazzo dove bruciavano grandi quantità di carbone. Il condannato doveva tentare di attraversare lo spiazzo mantenendosi in equilibrio sul tubo. Era pressoché inevitabile che cadesse nella brace ardente e morisse tra atroci tormenti.
6) Non ho trovato altre fonti che citino questo episodio, il quale evidentemente si riferisce alla passione di Zhòu per le bevande alcoliche.
7) Nel già citato paragrafo 30 degli “Annali degli Yīn” si legge che Zhòu “fece scavare uno stagno e lo riempì di vino” ( 以酒為池 “yǐ jiǔ wèi chí”).
8) Partendo da un dettaglio apparentemente insignificante: la fabbricazione di bacchette in avorio, Jìzĭ prevede, con logica stringente, tutti i successivi sviluppi della situazione. Le bacchette d’ avorio testimoniano infatti il gusto per il lusso che Zhòu non riuscirà più a frenare. Alle bacchette faranno seguito le coppe di giada, i cibi esotici e prelibati, le vesti di broccato, le sale sfarzose, i lussuosi palazzi, in un crescendo inarrestabile di spese sempre più folli che culmineranno nella creazione di un vero “paese di Bengodi” come quello descritto dal Boccaccio nella novella “Calandrino e l’elitropia”:” Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone, terra de' Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d'acqua”. Per finanziare queste spese Zhòu è costretto ad aumentare le tasse, provocando il malcontento della popolazione che si ribella. Si instaura così un circolo vizioso di rivolte sempre più gravi e di repressioni sempre più spietate, finché si giunge al’insurrezione generale che provocherà la caduta della dinastia Shāng.