Capitolo XVIII
Jiă Xū immagina la prossima mossa del nemico per strappargli la vittoria. Xiàhóu Dūn è colpito ad un occhio da una freccia sul campo di battaglia.
I. Ritorniamo a parlare di Jiă Xū, che era riuscito ad indovinare le intenzioni di Cáo Cāo e che stava preparando una contromossa. Egli si recò dunque da Zhāng Xiù e gli disse: “ Ero sulle mura ed ho visto Cáo Cāo girare intorno alla città ed ispezionare attentamente le nostre fortificazioni per tre giorni di seguito. Ha senza dubbio notato che l’angolo sudorientale delle mura è stato restaurato di recente e che la qualità dei vecchi mattoni e dei nuovi non è la stessa. Non gli è di certo sfuggito che i campi di triboli sono in cattive condizioni. (1) Perciò penso che cercherà di sfondare da quella parte, ma che prima lancerà un finto attacco dal lato opposto delle mura, dove sta ammucchiando balle di paglia e facendo ostentati preparativi per indurci a sguarnire il punto in cui intende veramente attaccare e a concentrare le nostre forze sull’angolo nordoccidentale delle mura, mentre le sue truppe, calata la notte, attaccheranno dall’angolo sudorientale e cercheranno di lì di penetrare in città .”
II. “In tal caso, che cosa potremmo fare?” gli domandò Xiù.
“È facile da spiegare” gli rispose Xū “ Domani, prendi i soldati più forti, e dopo aver dato loro un rancio abbondante ed armature leggere (2), nascondili nelle case del quartiere sudorientale della città. Poi travesti da soldati dei cittadini comuni e piazzali sulle mura, presso l’angolo nordoccidentale, perché fingano di essere le truppe destinate a difendere quel lato della città. Aspetta il momento in cui, giunta la notte, le truppe di Cáo Cāo scaleranno le mura intorno all’angolo sudorientale e cominceranno a penetrare nella città. A quel punto, ti basterà dare l’allarme con il lancio di un razzo (3) e scatterà l’imboscata. Forse riusciremo persino a far prigioniero Cáo Cāo”.
Xiù approvò il piano.
III. Il mattino seguente, gli esploratori a cavallo riferirono a Cáo Cāo che Zhāng Xiù aveva concentrato le proprie truppe nella parte nordoccidentale della città per difendere quel tratto di mura, lasciando quasi del tutto sguarnito il tratto sudorientale delle mura.
“Il mio piano sta andando bene” esclamò Cāo e ordinò ai suoi aiutanti di campo di far preparare pale e picconi e tutti gli attrezzi necessari per scalare le mura.(4)
IV. Per tutta la giornata le truppe di Cāo attaccarono l’angolo nordoccidentale delle mura, ma, intorno alla mezzanotte (5), alcuni contingenti di truppe scelte si spostarono verso il lato opposto, penetrarono nel fossato (6), neutralizzarono i triboli (7), entrarono in città e vi si raggrupparono, senza che apparentemente nessuno se ne accorgesse.
All’improvviso si udì il fischio di un razzo e i soldati nascosti nelle case si precipitarono fuori da ogni parte.
I soldati di Cāo si diedero alla fuga, mentre Zhāng Xiù li inseguiva incalzandoli con bravura e facendone strage.
Le truppe di Cāo furono sbaragliate e si ritirarono rovinosamente a più di cinque chilometri dalle mura. Zhāng Xiù proseguì l’inseguimento sino all’alba, poi ordinò ai suoi uomini di rientrare in città.
V. Raccolte le truppe sconfitte, Cáo Cāo constatò che aveva perso cinquantamila uomini ed un’enorme quantità di salmerie. I generali Lǚ Qián e Yú Jìn (8) avevano entrambi riportato ferite.
Jiă Xū, vedendo che Cāo era stato sconfitto, esortò subito Zhāng Xiù a scrivere a Liú Biăo perché inviasse le sue truppe a tagliargli la ritirata.
VI. Biăo ricevette la lettera e stava mobilitando i suoi soldati quando, all’improvviso, un messaggero gli annunciò che Sūn Cé s’era accampato con le proprie truppe presso Húkŏu. (9)
Il consigliere Kuăi Liáng osservò: “Questa mossa di Sun Cé faceva parte del piano strategico di Cáo Cāo. Visto che Cāo è stato appena sconfitto, sarebbe un vero peccato lasciarsi sfuggire l’occasione di annientarlo”.
Perciò Biăo, dopo aver ordinato al generale Huáng Zŭ di difendere con vigore i passi di montagna che davano accesso al territorio di Jìngzhōu, guidò lui stesso i suoi soldati a Ānzhòng (10) per tagliare la ritirata a Cāo e contemporaneamente informò Zhāng Xiù delle proprie mosse. Zhāng Xiù, quando seppe che le truppe di Biăo erano già in azione, partì con Jiă Xū all’inseguimento di Cāo.
VII. Nel frattempo, l’esercito di Cāo, ritirandosi con molta lentezza, era giunto a Xiāngchéng (11). Camminando sulla riva del fiume Yù , Cāo, improvvisamente, scoppiò in un pianto dirotto. I suoi ufficiali gliene domandarono il motivo e Cāo rispose loro: “ Mi sono ricordato che qui, l’anno scorso, ho perso il mio grande generale Diăn Wéi (12). Non ho forse ragione di piangere?”. Ordinò subito ai soldati di porre l’accampamento ed offrì un solenne sacrificio allo spirito di Diăn Wéi, spargendo egli stesso l’incenso e prostrandosi tra le lacrime. Tutti i soldati ne furono commossi. Dopo aver reso omaggio a Diăn Wéi, Cāo offrì sacrifici agli spiriti del proprio nipote Cáo Ānmín e del proprio figlio primogenito Cáo Áng, che erano stati uccisi nella stessa battaglia in cui era morto Diăn Wéi, nonché agli spiriti dei soldati caduti. Non dimenticò neppure il proprio destriero Dàwăn, che era stato ucciso da una freccia.
VIII. Il giorno seguente giunse all’improvviso un messaggero di Xún Yù (13), il quale riferì a Cāo che Liú Biăo s’era mosso con le sue truppe in soccorso di Zhāng Xiù e che si era accampato ad Ānzhòng, intenzionato a tagliare a Cāo la via della ritirata. Cāo gli rispose con una lettera del seguente tenore: “Poiché mi sposto ogni giorno a brevi tappe, è ovvio che so di essere inseguito dal nemico, ma ho progettato un piano e, se arrivo ad Ānzhòng, sconfiggerò Xiù. Di conseguenza, non preoccuparti per me”.
IX. Cāo, inseguito da presso dai soldati di Zhāng Xiù, fece marciare in fretta l’esercito fino ai dintorni di Ānzhòng, dove già avevano preso posizione le truppe di Liú Biăo, e, durante la notte, ordinò ai suoi uomini di aprire di nascosto un sentiero verso una posizione strategicamente importante e vi nascose, in imboscata, una parte delle sue forze.
Al sorgere dell’alba, le truppe di Liú Biăo, da un lato, e quelle di Zhāng Xiù, dall’altro, chiusero la tenaglia sull’esercito di Cāo. I comandanti, vedendo che i soldati di Cāo apparivano poco numerosi, ritennero che il grosso delle truppe nemiche fosse sfuggito all’accerchiamento e ordinarono ai propri uomini di inoltrarsi nella gola in cui erano schierate le forze avversarie per distruggerle. Allora Cāo diede ordine alle sue truppe di uscire dall’imboscata e i due eserciti attaccanti subirono una grave sconfitta. I soldati di Cāo riuscirono ad uscire dalla gola di Ānzhòng e si accamparono al di là del passo.
X. Liù Biăo e Zhāng Xiù, raccolti i soldati dispersi, si incontrarono.
“ Come era possibile immaginare un simile stratagemma?” esclamò Liú Biăo.
“Riproviamoci!” propose Zhāng Xiù e i due riunirono le loro forze ad Ānzhòng.
In quel momento Xún Yù venne a sapere che Yuán Shào stava formando un esercito per attaccare la capitale e spedì a Cāo una lettera urgente (14) per informarlo di ciò che stava accadendo. Cáo Cāo ne fu molto preoccupato e decise, quel giorno stesso, di ritornare a Xŭdū con le sue truppe.
XI. Quando Zhāng Xiù fu informato dai suoi esploratori della ritirata di Cāo voleva inseguirlo, ma Jiă Xū si oppose a questa idea affermando che l’inseguimento non avrebbe avuto successo e si sarebbe risolto in una sconfitta. Liú Biăo osservò che sarebbe stato stupido lasciarsi sfuggire una simile occasione e incitò Zhān Xiù a lanciarsi all’inseguimento di Cāo con più di diecimila uomini.
Dopo aver marciato per circa cinque chilometri, gli inseguitori piombarono sulla retroguardia di Cāo, che si difese con grande vigore, ricacciando indietro le truppe di Zhāng Xiù e di Liú Biăo.
Allora Zhāng Xiù si rivolse a Jiă Xū ed ammise: “ Non ho voluto ascoltare i tuoi consigli e mi è andata male”, ma, questa volta, Jiă Xū gli rispose: “Rimetti in ordine l’esercito e continua l’inseguimento!”.
“Siamo appena stati sconfitti” obiettarono i due generali “ e tu suggerisci di continuare l’inseguimento?”.
“Se lo farete, questa volta vincerete.” replicò Jiă Xū “Sono pronto a scommetterci la testa”.
XII. Zhāng Xiù ebbe fiducia nei consigli di Jiă Xū, ma Liú Biăo era timoroso e non volle accompagnarlo, così il solo Zhāng Xiù condusse le sue truppe all’inseguimento.
L’esercito di Cāo subì una grave sconfitta e le salmerie andarono perdute.
Zhāng Xiù inseguì il nemico in fuga, ma, all’improvviso, dei soldati sbucarono da dietro le montagne, ed egli, non volendo rischiare, si ritirò ad Ānzhòng.
XIII. Liú Biăo domando a Jiă Xū: “Dapprima, quando i nostri veterani inseguivano le truppe nemiche in ritirata, tu hai detto che saremmo sicuramente stati sconfitti. Successivamente, quando i nostri soldati sconfitti affrontavano quelli che li avevano disfatti, tu hai detto che avremmo sicuramente vinto. Entrambe le volte hai avuto ragione.(15) Sarai mica uno stregone? (16) Per favore, spiegami come hai fatto”.
“È molto facile da spiegare.” gli rispose Jiă Xū” Sebbene voi siate dei bravi generali, i generali di Cáo Cāo sono più sperimentati di voi. È vero che Cáo aveva perso una battaglia, ma disponeva ancora di ottime truppe per formare la retroguardia ed opporsi validamente agli inseguitori. Nemmeno le nostre migliori truppe sono in grado di affrontare i veterani di Cáo. Era dunque scontato che perdessero.
Quando invece ho saputo che Cáo era ansioso di ritornare alla capitale, sicuramente preoccupato del rischio che correva Xŭdū, mi sono reso conto che, sebbene avesse appena respinto il nostro attacco, si sarebbe ritirato in gran fretta, senza più adottare le dovute precauzioni. Ho quindi capito che, se lo avessimo di nuovo attaccato, mentre era impreparato, avremmo potuto vincere”.
Liú Biăo e Zhāng Xiù dovettero convenire che Jiă Xū aveva perfettamente valutato la situazione. Seguendo il suo consiglio, Liú Biăo ritornò a Jīnzhōu, mentre Zhān Xiù rimase a difendere Xiāngchéng, cosicché, proteggendosi a vicenda, i due eserciti ripresero le loro posizioni iniziali.
XIV. Nel frattempo Cáo Cāo, che marciava in testa all’esercito, avendo sentito che la retroguardia era stata attaccata da Zhāng Xiù, s’era affrettato a tornare indietro per salvarla, ma, quando giunse sul posto, vide che gli inseguitori si stavano già ritirando.
I soldati della retroguardia gli raccontarono che, se non fosse stato per quegli uomini che erano sbucati da dietro le montagne, sarebbero morti tutti.
Cáo Cāo domandò allora chi fosse l’uomo che comandava quelle truppe e l’interessato, dopo aver fatto un ampio gesto di saluto con la lancia, smontò da cavallo e si inchinò di fronte a Cāo: era un generale della guardia imperiale, originario di Píngchūn nel distretto di Jiāngxià, Lĭ Tōng, conosciuto con il nome di cortesia di Wéndá.
Cāo gli chiese perché fosse venuto in suo soccorso e Lĭ Tōng gli rispose:”Ero di guarnigione nella vicina Rŭnán, quando ho sentito che il signor Primo Ministro era impegnato in una grande battaglia contro Zhāng Xiù e Liú Biăo, e così sono venuto a portargli soccorso”.
Cāo ne fu molto lieto e concesse a Lĭ Tōng il titolo di marchese “distintosi per le sue imprese” (17), lasciandolo a presidiare il territorio ad ovest di Rŭnan per prevenire eventuali attacchi da parte di Zhāng Xiù e di Liú Biăo. Lĭ Tōng lo ringraziò prostrandosi sino a terra e poi se ne andò.
XV. Una volta ritornato alla capitale, Cáo Cāo presentò un memoriale sui grandi servizi resi da Sūn Cè, al quale l’imperatore conferì il titolo di “generale che distrugge i ribelli”, nominandolo, nello stesso tempo, marchese di Wú. Il messaggero che si recò nello Jiāngdōng per consegnare il decreto imperiale a Sūn Cè, gli trasmise anche l’ordine di attaccare Liú Biăo.
XVI. Cāo ritornò nel suo palazzo, dove i dignitari andarono in folla a congratularsi con lui. Xún Yù osservò che il Primo Ministro si era mosso con molta calma ad Ānzhòng e gli domandò come avesse potuto prevedere con sicurezza che si sarebbe tolto d’impaccio. Cāo gli rispose: “Sapevo che i miei soldati, se si fossero visti tagliare la via della ritirata, avrebbero combattuto con la forza della disperazione, perciò mi sono ritirato lentamente per indurre il nemico ad inseguirci e a ritornare all’attacco. Sono queste considerazioni che mi hanno dato la certezza di poter resistere”. Xún Yù chinò la testa, stupito.
Quando si presentò Guō Jiā, Cāo gli domandò: “Hai qualcosa da dirmi?” Allora Guō Jiā tirò fuori una lettera dalla manica dell’abito e gliela porse dicendo: “Yuán Shào vi manda questa lettera per farvi sapere che intende attaccare Gōngsūn Zàn e pregarvi di fornirgli truppe e vettovaglie”.
“Avevo sentito dire che Yuán Shào intendeva attaccare Xŭdū.” osservò Cāo “ Evidentemente il mio ritorno gli ha fatto cambiare idea”.
Prese subito la lettera e la lesse. La missiva era redatta in termini piuttosto arroganti.
XVII. Cāo chiese consiglio a Guō Jiā: “ Yuán Shào si comporta in modo così scorretto che mi fa venire voglia di attaccarlo, ma purtroppo non ho forze sufficienti per muovere contro di lui. Che cosa si può fare?”.
Guō Jiā gli rispose: “Voi avete certamente sentito parlare della guerra tra Chŭ e Hàn. Liú Bāng la vinse grazie alla sua saggezza e alla sua intelligenza. Xiàng Yŭ disponeva di un esercito più potente, ma alla fine fu sconfitto. Il vostro rivale ha dieci punti deboli, mentre voi avete dieci qualità che vi danno un vantaggio su di lui. Il suo esercito è forte, ma non c’è da averne paura.”
“Yuán Shào” continuò Guō Jiā “è una persona estremamente rigida e formale, mentre voi siete di tratto facile e spontaneo, e questo è il vostro primo vantaggio. Yuán Shào è intollerante e autoritario, mentre voi siete conciliante e disposto ad ascoltare gli altri, e questo è un secondo vantaggio. Yuán Shào non si preoccupa dell’efficienza dell’amministrazione, anche se la burocrazia, dai tempi dell’imperatore Huán e dell’imperatore Líng, è diventata sempre più scadente e corrotta (18), mentre voi siete rigoroso nell’applicare la legge, ed anche questa correttezza è un vantaggio per voi. Yuán Shào è cortese e generoso in apparenza, ma, nel suo intimo, è geloso e sospettoso degli altri. Inoltre tende ad attribuire la maggioranza degli incarichi a persone della sua famiglia. Voi, in apparenza, badate poco alle buone maniere, ma sapete scegliere i vostri collaboratori in base alla loro reputazione, guardando unicamente al loro talento. Perciò anche nel valutare gli uomini siete superiore al vostro rivale. Yuán Shào è sempre incerto e tentennante, voi siete un uomo deciso e risoluto. La vostra capacità di decisione vi conferisce un ulteriore vantaggio su di lui. Yuán Shào bada soltanto ai titoli altisonanti, ma privi di sostanza, voi cercate uomini che siano veramente virtuosi e capaci. La vostra attenzione alle esigenze etiche è un’altra qualità che lui non ha. Yuán Shào si impietosisce per i mali di chi vede intorno a sé, ma ignora le sofferenze di coloro che non gli sono vicini, mentre voi avete pietà di tutti. Voi siete dunque compassionevole, mentre lui non lo è. Yuán Shào si lascia facilmente fuorviare dalle calunnie, mentre voi ascoltate soltanto chi vi dice la verità. Siete quindi molto più perspicace di lui. Yuán Shào non ha una chiara nozione di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto, mentre voi sapete distinguere nettamente ciò che è lecito da ciò che non lo è ed avete quindi, rispetto a lui, il vantaggio della saggezza. Infine, Yuán Shào, pur amando le dimostrazioni di forza, non capisce niente di arte militare, mentre voi siete in grado di resistere anche a forze superiori alle vostre perché eccellete nell’utilizzare i soldati e le armi. Voi siete uno stratega e lui non lo è. Queste dieci qualità, che mancano al vostro rivale vi permetteranno di sconfiggerlo facilmente.”
XVIII.“È mai possibile che io abbia tutte queste virtù ?” gli domandò Cāo, sorridendo.
“ Ciò che Guō Jiā ha appena detto sui dieci punti forti e sui dieci punti deboli concorda pienamente con ciò che penso io.” intervenne Xún Yù “ L’esercito di Yuán Shào non deve farci paura, nonostante le sue dimensioni”.
“Chi mi preoccupa veramente” proseguì allora Guō Jiā “ è Lǚ Bù di Xùzhōu. Se Yuán Shào si muoverà verso il nord per annientare Gōngsūn Zàn, noi dovremo approfittare della sua lontananza ed attaccare subito Lǚ Bù, per eliminare qualsiasi rischio in provenienza dal sud-est, e solo dopo potremo affrontare Yuán Shào. Questa è la migliore strategia da seguire. Se facessimo il contrario ed attaccassimo per primo Yuán Shào, Lǚ Bù sfrutterebbe certamente il nostro errore per muovere sulla capitale e noi ci ritroveremmo nei guai”.
XIX. Cāo si dichiarò d’accordo con lui e cominciò subito a discutere con i suoi consiglieri i piani per una spedizione verso est, contro Lǚ Bù. Xún Yù espresse il parere che, prima di muovere le truppe, fosse opportuno mandare un messaggero a chiedere l’appoggio di Liú Bèi e attendere la risposta di quest’ultimo. Cāo ascoltò il suo consiglio, spedendo in segreto una lettera a Liú Bèi, ma congedando nel frattempo con tutti gli onori l’inviato di Yuán Shào, il quale riportò con sé un decreto dell’Imperatore che nominava Yuán Shào Gran Maresciallo e Generale di Stato Maggiore (19) nonché Comandante Militare di quattro regioni: il Jìzhōu, il Qīngzhōu, lo Yōuzhōu e il Bìngzhōu. Cāo consegnò al messaggero anche una lettera privata in cui assicurava Yuán Shào che, se avesse attaccato Gōngsūn Zàn, lui lo avrebbe aiutato con le proprie truppe. Yuán Shào ricevette la lettera con grande piacere e mosse con i suoi soldati contro Gōngsūn Zàn.
XX. Nel frattempo, a Xúzhou, ogni volta che Lǚ Bù invitava degli ospiti ad un banchetto, Chén Guī e suo figlio non mancavano mai di celebrare le sue lodi in modo sperticato. Questo fatto indispose e insospettì Chén Gōng che colse l’occasione per parlarne a Lǚ Bù dicendogli: “ Chén Guī e suo figlio non fanno altro che lodarvi, Generale, ma che cosa pensino veramente non si può sapere. Sarebbe meglio diffidare di loro”.
“Sta’ zitto” gli rispose Lǚ Bù molto irritato “Perché vuoi far del male a delle brave persone?”.
Chén Gōng si allontanò mormorando tra sé: “Se i consigli leali non trovano ascolto, andremo di sicuro incontro al disastro”. In seguito, pensò seriamente di partire e di lasciare che Lǚ Bù si facesse consigliare da altri, ma non ebbe il coraggio di farlo ed inoltre temeva di essere preso in giro dalla gente. Così rimase, ma era sempre scontento e di cattivo umore.
XXI. Un giorno che, per distrarsi, era andato a cacciare con alcuni amici nelle campagne di Xiăopèi, scorse all’improvviso un cavaliere che galoppava sulla strada ed essendosi chiesto che cosa ciò potesse significare abbandonò la caccia e si mise, accompagnato dal suo seguito, ad inseguirlo sul sentiero. Quando l’ebbe raggiunto gli domandò da dove venisse e chi l’avesse inviato.
Il messaggero, sapendo che aveva a che fare con uomini di Lǚ Bù, si rifiutò di rispondere, ma venne perquisito, per ordine di Chéng, e gli fu trovata addosso una lettera di Liú Bèi indirizzata a Cáo Cāo.
Il messaggero, con la lettera, fu subito condotto alla presenza di Lǚ Bù, che lo interrogò.
L’uomo rispose: “Il Primo Ministro mi aveva incaricato di recapitare una sua lettera a Liú Bèi. Gli stavo riportando la lettera di risposta. Non so che ci sia scritto in questa lettera né di che cosa si tratti”.
XXII. Lǚ Bù strappò il sigillo della missiva e la lesse con attenzione. Vi era scritto quanto segue: “Se la Corte Imperiale desidera che io attacchi Lǚ Bù, come potrei mai osare di non obbedire ai suoi ordini?. Tuttavia, i miei soldati sono poco numerosi ed i miei ufficiali poco esperti, cosicché non posso azzardarmi ad agire con leggerezza, senza aver prima profondamente riflettuto. Quando il signor Primo Ministro avrà mosso il grosso del suo esercito, allora avanzerò anch’io. Nel frattempo, in attesa di istruzioni, metterò in stato d’allerta ed armerò le mie truppe”.
XXIII. Dopo aver finito di leggere, Lǚ Bù esclamò, vivamente allarmato: “Quel mascalzone di Cāo! Come osa farmi questo?” ed ordinò di tagliare subito la testa al messaggero. Poi, per prima cosa, mandò Chén Gōng e Zāng Bà ad arruolare i banditi del Taìshān - Sūn Guān, Wú Dūn, Yĭn Lĭ e Chāng Xī – per attaccare, insieme a loro, molti distretti di Yănzhōu nello Shāndōng. A Gāo Shùn e Zhāng Liáo fu ordinato di muovere contro Liú Bèi e la città di Xiăopèi. Sòng Xiān e Wèi Xū mossero verso occidente per attaccare Rŭnán e Yīngchuān. Lo stesso Lǚ Bù, infine, prese il comando di un importante contingente pronto ad intervenire dovunque fosse necessario. (20)
XXIV. Gāo Shùn e i suoi ufficiali fecero uscire le loro truppe da Xúzhōu e giunsero rapidamente nei pressi di Xiăopèi.
Qualcuno si recò ad informare del loro avvicinarsi Liú Bèi, che riunì subito i suoi consiglieri per discutere la situazione.
XXV. Sūn Qián propose di correre immediatamente ad avvertire Cáo Cāo e Liú Bèi domandò chi fosse disposto a portare un messaggio a Xŭdū. Un uomo si fece allora avanti dicendo che era pronto ad andare. Si trattava del segretario personale di Liú Bèi, un suo compaesano, Jiăn Yōng, detto Xiànhé. Liú Bèi gli consegnò una lettera e lo spedì, in piena notte, a Xŭdū a cercare aiuto.
XXVI. Nello stesso tempo, si preparò la difesa della città. Lo stesso Liú Bèi si pose a guardia della porta meridionale, Sūn Qián della porta settentrionale, Guān Yŭ della porta occidentale e Zhāng Fēi della porta orientale. La difesa del palazzo al centro della città fu affidata a Mí Zhú e a suo fratello minore Mí Fāng. Mí Zhú aveva infatti una sorella minore che era diventata, tempo prima, la seconda moglie di Liú Bèi. Quest’ultimo riteneva pertanto che, essendo suoi cognati, i fratelli Mí fossero i più adatti a proteggere la sua famiglia.
XXVII. Quando Gāo Shùn arrivò con il suo esercito dinanzi alla città, Liú Bèi, salito sulle mura, gli domandò: “ Tra me e Lŭ Bù non c’è alcun contrasto. Perché mi attaccate con le vostre truppe?”.
“Tu hai complottato con Cáo Cāo contro il mio signore” gli rispose Gāo Shùn” e noi siamo venuti a saperlo. Perché non dovremmo attaccarti?”. Ciò detto, ordinò ai suoi soldati di assalire la città. Liú Bèi, dal canto suo, non tentò una sortita, ma si limitò a far sbarrare la porta.
XXVIII. Il giorno successivo, Zhāng Liào guidò le sue truppe all’assalto della porta occidentale che era difesa da Guān Yŭ, il quale gli domandò dall’alto delle mura: “Perché una persona eccezionale come voi assiste i malvagi nei loro intrighi?”. (21)
Zhāng Liáo chinò la testa, senza rispondere.
Guān Yŭ capÌ che Zhāng Liáo era un uomo giusto, perciò non disse più nulla, per non offenderlo, e si astenne dall’effettuare una sortita per attaccarlo.
Zhāng Liáo si ritirò e si spostò verso la porta orientale, dove Zhāng Fēi uscì per dargli battaglia.
La cosa fu subito riferita a Guān Yŭ, il quale accorse verso la porta orientale in tempo per vedere Zhāng Fēi che stava facendo una sortita e Zhāng Liáo che si stava già ritirando.
XXIX. Zhāng Fēi voleva inseguire il nemico, ma Guān Yŭ lo fece rientrare in città.
“Si ritira perché ha paura” disse Zhāng Fēi “Dovremmo inseguirlo”.
“No.” gli rispose Guān Yŭ “ Come soldato quell’uomo non è inferiore né a te né a me. Si sente in colpa perché io gli ho detto alcune parole sincere che lo hanno toccato profondamente, ed è per questo che non vuole combattere contro di noi.”
Zhāng Fēi capì; ordinò ai suoi uomini di rimanere saldamente a difesa della porta e rinunciò a combattere in campo aperto.
XXX. Nel frattempo, Jiăn Yōng era giunto a Xŭdū e aveva raccontato a Cáo Cāo ciò che stava accadendo a Xiăopèi.
Cāo convocò subito un consiglio di guerra e lo aprì dicendo: “ Vorrei attaccare Lǚ Bù. Non temo che Yuán Shào lo aiuti, ma ho paura che Liú Biăo e Zhāng Xiù mi attacchino alle spalle”.
Xún Yōu (22) osservò:”Quei due sono stati sconfitti pochissimo tempo fa e non oseranno compiere azioni avventate, ma Lǚ Bù è un soldato coraggioso ed audace e, se unisse le sue forze a quelle di Yuán Shào per conquistare le regioni dei fiumi Huái e Sì, temo che non saremmo più in grado di resistergli”.
“Approfittiamo del fatto che Lǚ Bù in questo momento non si aspetta azioni da parte nostra” propose allora Guō Jiā “ ed attacchiamolo subito”.
XXXI. Cáo Cāo seguì la sua proposta e mandò in avanscoperta cinquantamila uomini sotto il comando di Xiàhóu Dūn, Xiàhóu Yuān, Lǚ Qián e Lĭ Diăn . Al centro seguiva lui stesso con il grosso dell’esercito ripartito in numerose divisioni, mentre Jiăn Yōng guidava la retroguardia.
Ben presto gli esploratori informarono del loro avvicinarsi Gāo Shùn, che mandò un messaggio urgente a Lǚ Bù.
Quest’ultimo ordinò subito a Hòu Chéng, Hăo Méng e Cáo Xìng di correre in suo aiuto con più di duecento cavalieri, che Gāo spedì a quindici chilometri da Xiăopèi ad attendere le truppe di Cāo, mentre egli seguiva con il grosso dell’esercito.
XXXII. Quando Liú Bèi vide, dalle mura di Xiăopèi, che Gāo Shùn si stava ritirando, capì che l’armata di Cāo doveva essere vicina. Perciò dopo aver dato istruzioni a Sūn Qián per la difesa della città e ai due fratelli Mí per la difesa del palazzo, insieme a Guān Yù e Zhāng Fēi, portò i suoi uomini fuori città e li fece accampare in aperta campagna perché fossero pronti a portare aiuto all’esercito di Cāo.
XXXIII. L’avanguardia dell’esercito di Cāo entrò in contatto con il nemico e la divisione guidata da Xiàhóu Dūn fu la prima a trovarsi di fronte alle forze di Gāo Shùn.
Brandendo la lancia, Xiàhóu Dūn si fece avanti e sfidò a duello il comandante nemico. Gāo Shùn accettò la sfida. Mentre i due cavalli volteggiavano, i contendenti si scambiarono decine di colpi, ma, alla fine, Gāo Shùn, sentendo che non era più in grado di resistere, si diede alla fuga cercando di ritornare alle proprie linee. Xiàhóu Dūn si lanciò al suo inseguimento. Gāo Shùn galoppava di qua e di là in cerca di scampo, ma Xiàhóu Dūn lo incalzava senza sosta. Allora Cāo Xìng, che si trovava in mezzo ai soldati, tese furtivamente il proprio arco, vi incoccò una freccia, prese la mira e scoccò il dardo, colpendo Xiàhóu Dūn esattamente in mezzo all’occhio sinistro. Xiàhóu Dūn lanciò un grande urlo e con la mano estrasse la freccia dalla testa. Con la freccia venne fuori anche l’occhio. “Seme di mio padre! Sangue di mia madre! Non posso gettarti via.” esclamò ad alta voce Xiàhóu Dūn e, messosi l’occhio in bocca, lo inghiottì (23), poi, lancia in resta, si gettò su Cāo Xìng per ucciderlo. Cāo Xìng non ebbe scampo; colpito dalla lancia di Xiàhóu Dūn in mezzo al volto morì all’istante. Quando videro ciò, i soldati di entrambi gli eserciti furono colti da un grande stupore.
Dopo aver ucciso Cāo Xìng, Xiàohóu Dūn rientrò tra le proprie file.
XXXIV. Gāo Shùn approfittò proprio di questo momento per attaccare, incitando le proprie truppe ad andare in massa all’assalto, e l’esercito di Cāo subì una grave sconfitta. Xiàhóu Yuān, accorso in aiuto del fratello maggiore, riuscì a salvarlo, mentre Lǚ Qián e Lĭ Diăn si ritirarono con le truppe fino a Jìbĕi, dove posero l’accampamento.
Gāo Shùn, vittorioso, si volse allora contro Liú Bèi. Per una fortunata coincidenza, proprio in quel momento arrivò Lǚ Bù. I tre generali, Lǚ Bù, Zhāng Liáo e Gāo Shùn, si divisero i compiti: uno di essi attaccò l’accampamento di Liú Bèi, l’altro quello di Guān Yŭ e il terzo quello di Zhāng Fēi.
Come fu scritto:
“ Sebbene il fiero generale che si mangiò un occhio fosse un prode combattente,
la freccia che lo colpì mentre era all’avanguardia gli rese difficile resistere più a lungo”.
Liú Bèi riuscirà a cavarsela o no? Lo saprete leggendo il prossimo capitolo.
NOTE
1) Il termine 鹿 角 (“lùjiăo”), letteralmente “ corna di cervo”, corrisponde alle difese che nell’antica terminologia militare europea erano dette “triboli”, cioè grovigli di sterpi e pali appuntiti oppure, nella loro forma più elaborata, arnesi metallici infissi nel terreno e muniti di quattro o cinque punte acuminate. Queste difese erano piazzate di fronte agli accampamenti o sotto le mura della città nell’intento, rispettivamente, di prevenire attacchi della cavalleria nemica o di ostacolare le truppe nemiche nei loro tentativi di avvicinarsi alle mura.
2) Il riferimento all’”equipaggiamento leggero” 輕 裝 (“qīng zhuāng”) si spiega facilmente con il fatto che per travestire i cittadini da soldati occorreva utilizzare delle armature e che, non essendocene altre a disposizione, era evidentemente necessario toglierle ai soldati.
3) Il termine 砲 響 (“pàoxiăng”) designa il botto fragoroso originato da un colpo di cannone o dal lancio di un razzo. Il suo uso in questo contesto sembra un anacronismo, poiché la scoperta e l’utilizzazione della polvere da sparo risultano attestate soltanto in epoca molto più tarda, anche se un vago riferimento ad un miscuglio di polveri “che danza e vola” figura già in un testo del 142 d.C.
4) Pale e picconi sono gli strumenti con cui si scava e si sparge la terra necessaria per colmare il fossato che circonda le mura e per creare un terrapieno che agevoli la scalata delle mura. Gli strumenti per scalare le mura sono evidentemente scale, corde e grappini.
5) Il termine 二 更 時 分 (“èr gēng shí fēn”) indicava, nel linguaggio militare, il secondo turno di guardia durante la notte. Poiché l’inizio della notte era convenzionalmente fissato intorno alle ore 19 ed un turno di guardia durava poco meno di due ore e mezza, il periodo di tempo qui indicato è compreso tra le ore 22.30 e le ore 24.
6) L’uso del termine 爬(“pá”), cioè “scalare”, indica probabilmente che dal lato esterno il fossato era protetto da una specie di terrapieno.
7) Il fossato non era, evidentemente, pieno d’acqua, bensì bloccato da sbarramenti di triboli, che erano l’equivalente dei moderni campi minati.
8) Lǚ Qián 呂 虔 (date di nascita e di morte sconosciute) fece una brillante carriera sotto Cáo Cāo 曹 操 ed i suoi successori.
Yú Jìn 于 禁 raggiunse Cáo Cāo 曹 操 nel 192 d.C. e partecipò a numerose campagne militari condotte da quest’ultimo, accumulando gradi ed onori. Nel 219 d.C. inviato a soccorrere Cáo Rèn 曹 仁 , dovette arrendersi a Guàn Yŭ 關 羽. Morì nel 221 d.C.
9) Húkŏu 湖 口 , letteralmente “bocca del lago”è una contea situata nella parte settentrionale della provincia del Jiàngxī 江 西.
10) Ānzhòng 安眾 era una antica contea situata nell’attuale provincia del Hénán 河 南.
11) Xiāngchéng 襄 城 è una città della prefettura di Xiāngyáng 襄 阳 nella regione del Húbĕi 湖 北.
12) Diăn Wéi fu ucciso nel 197 d.C durante la battaglia di Wănchéng 宛 城. L’episodio è narrato nel cap.16 del Romanzo dei Tre Regni.
13) Xún Yù 荀 彧 (163 d.C.-212 d.C.), come risulta dal capitolo precedente, era stato lasciato da Cāo a difendere la capitale Xŭdū 許都 .
14) Letteralmente “a mezzanotte”, “nel pieno della notte” (夜半”yèbàn”).
15) Letteralmente “le tue parole si sono trasformate in profezia” (一语成谶 “yīyŭchéngchèn”). Si tratta di un modo di dire usato per indicare che qualcuno ha indovinato qualcosa quando non c’era nulla che potesse far pensare che aveva ragione.
16) Il termine 神仙 (“shénxiān”) designava gli immortali della mitologia cinese, ma poteva applicarsi, in senso più lato, anche ai saggi, agli stregoni e in genere a chiunque manifestasse doti di chiaroveggenza.
17 ) Nell’antica Cina i titoli nobiliari non erano necessariamente connessi a concessioni feudali. Il predicato nobiliare poteva quindi riferirsi non già al nome di un feudo bensì ai meriti conseguiti dall’interessato in campo civile o militare.
18) L'imperatore Huán 桓帝 regnò dal 146 d.C. al 168 d.C. L'imperatore Líng 灵帝 regnò dal 168 d.C.al 189 d.C.
19) I titoli magniloquenti non apportavano a Yuán Shào nessun aumento concreto di potere così come la nomina ufficiale a comandante militare di talune regioni che erano già, di fatto, sotto il suo controllo.
20) Si indicavano tradizionalmente con il termine “tre vie” ( 三 路 “sān lù”), la destra, la sinistra e il centro. L’espressione equivaleva dunque a “dappertutto”.
21) Dal punto di vista della legittimità istituzionale, i generali che, come Lǚ Bù, cercavano di sottrarsi all’autorità dell’Imperatore erano evidentemente dei ribelli. Ciò poteva porre dei problemi di coscienza ai loro subordinati che, in quanto soldati, avevano giurato fedeltà all’Imperatore.
22) Xún Yōu 荀 攸 apparteneva come Xún Yù 荀 彧 ad un’importante famiglia originaria di Yīngchuān 穎 川 nell’attuale Hénán 河 南.
23) La dottrina confuciana insegnava che era dovere dei figli conservare intatto il corpo che avevano ricevuto dai loro genitori e che qualsiasi mutilazione, specie se volontaria, andava interpretata come un segno di mancanza di pietà filiale. L'episodio riportato in questo capitolo ci mostra però un' interpretazione rigoristica ed esagerata di tale principio.
第十八回
贾文和料敌决胜 夏侯惇拔矢啖睛
却说贾诩料知曹操之意,便欲将计就计而行,乃谓张绣曰:“某在城上见曹操绕城而观者三日。他见城东南角砖土之色,新旧不等,鹿角多半毁坏,意将从此处攻进,却虚去西北上积草,诈为声势,欲哄我撤兵守西北,彼乘夜黑必爬东南角而进也。绣曰:“然则奈何?”诩曰:“此易事耳。来日可令精壮之兵,饱食轻装,尽藏于东南房屋内,却教百姓假扮军士,虚守西北。夜间任他在东南角上爬城。俟其爬进城时,一声炮响,伏兵齐起,操可擒矣。”绣喜,从其计。
早有探马报曹操,说张绣尽撤兵在西北角上,呐喊守城,东南却甚空虚。操曰:“中吾计矣!”遂命军中密备锹爬城器具。日间只引军攻西北角。至二更时分,却领精兵于东南角上爬过壕去,砍开鹿角。城中全无动静,众军一齐拥入。只听得一声炮响,伏兵四起。曹军急退,背后张绣亲驱勇壮杀来。曹军大败,退出城外,奔走数十里。张绣直杀至天明方收军入城。曹操计点败军,折兵五万余人,失去辎重无数。吕虔、于禁俱各被伤。却说贾诩见操败走,急劝张绣遗书刘表,使起兵截其后路。表得书,即欲起兵。忽探马报孙策屯兵湖口。蒯良曰:“策屯兵湖口,乃曹操之计也。今操新败,若不乘势击之,后必有患。”表乃令黄祖坚守隘口,自己统兵至安众县截操后路;一面约会张绣。绣知表兵已起,即同贾诩引兵袭操。
且说操军缓缓而行,至襄城,到淯水,操忽于马上放声大哭。众惊问其故,操曰:“吾思去年于此地折了吾大将典韦,不由不哭耳!”因即下令屯住军马,大设祭筵,吊奠典韦亡魂。操亲自拈香哭拜,三军无不感叹。祭典韦毕,方祭侄曹安民及长子曹昂,并祭阵亡军士;连那匹射死的大宛马,也都致祭。次日,忽荀□差人报说:“刘表助张绣屯兵安众,截吾归路。”操答彧书曰:“吾日行数里,非不知贼来追我;然吾计划已定,若到安众,破绣必矣。君等勿疑。”便催军行至安众县界。刘表军已守险要,张绣随后引军赶来。操乃令众军黑夜凿险开道,暗伏奇兵。及天色微明,刘表、张绣军会合,见操兵少,疑操遁去,俱引兵入险击之。操纵奇兵出,大破两家之兵。曹兵出了安众隘口,于隘外下塞。刘表、张绣各整败兵相见。表曰:“何期反中曹操奸计!”绣曰:“容再图之。”于是两军集于安众。且说荀彧探知袁绍欲兴兵犯许都,星夜驰书报曹操。操得书心慌,即日回兵。细作报知张绣,绣欲追之。贾诩曰:“不可追也,追之必败。”刘表曰:“今日不追,坐失机会矣。”力劝绣引军万余同往追之。约行十余里,赶上曹军后队。曹军奋力接战,绣、表两军大败而还。绣谓诩曰:“不用公言,果有此败。”诩曰:“今可整兵再往追之。”绣与表俱曰:“今已败,奈何复追?”诩曰:“今番追去,必获大胜;如其不然,请斩吾首。”绣信之。刘表疑虑,不肯同往。绣乃自引一军往追。操兵果然大败,军马辎重,连路散弃而走。绣正往前追赶。忽山后一彪军拥出。绣不敢前追,收军回安众。刘表问贾诩曰:“前以精兵追退兵,而公曰必败;后以败卒击胜兵,而公曰必克:究竟悉如公言。何其事不同而皆验也?愿公明教我。”诩曰:“此易知耳。将军虽善用兵,非曹操敌手。操军虽败,必有劲将为后殿,以防追兵;我兵虽锐,不能敌之也:故知必败。夫操之急于退兵者,必因许都有事;既破我追军之后,必轻车速回,不复为备;我乘其不备而更追之:故能胜也。”刘表、张绣俱服其高见。诩劝表回荆州,绣守襄城,以为唇齿。两军各散。且说曹操正行间,闻报后军为绣所追,急引众将回身救应,只见绣军已退。败兵回告操曰:“若非山后这一路人马阻住中路,我等皆被擒矣。”操急问何人。那人绰枪下马,拜见曹操,乃镇威中郎将,江夏平春人,姓李,名通,字文达。操问何来。通曰:“近守汝南,闻丞相与张绣、刘表战,特来接应。”操喜,封之为建功侯,守汝南西界,以防表、绣。李通拜谢而去。操还许都,表奏孙策有功,封为讨逆将军,赐爵吴侯,遣使赍诏江东,谕令防剿刘表。
操回府,众官参见毕,荀彧问曰:“丞相缓行至安众,何以知必胜贼兵?”操曰:“彼退无归路,必将死战,吾缓诱之而暗图之,是以知其必胜也。”荀彧拜服。郭嘉入,操曰:“公来何暮也?”嘉袖出一书,白操曰:“袁绍使人致书丞相,言欲出兵攻公孙瓚,特来借粮借兵。”操曰:“吾闻绍欲图许都,今见吾归,又别生他议。”遂拆书观之。见其词意骄慢,乃问嘉曰:“袁绍如此无状,吾欲讨之,恨力不及,如何?”嘉曰:“刘、项之不敌,公所知也。高祖惟智胜,项羽虽强,终为所擒。今绍有十败,公有十胜,绍兵虽盛,不足惧也:绍繁礼多仪,公体任自然,此道胜也;绍以逆动,公以顺率,此义胜也;桓、灵以来,政失于宽,绍以宽济,公以猛纠,此治胜也;绍外宽内忌,所任多亲戚,公外简内明,用人惟才,此度胜也;绍多谋少决,公得策辄行,此谋胜也;绍专收名誉,公以至诚待人,此德胜也;绍恤近忽远,公虑无不周,此仁胜也;绍听谗惑乱,公浸润不行,此明胜也;绍是非混淆,公法度严明,此文胜也;绍好为虚势,不知兵要,公以少克众,用兵如神,此武胜也。公有此十胜,于以败绍无难矣。”操笑曰:“如公所言,孤何足以当之!”荀彧曰:“郭奉孝十胜十败之说,正与愚见相合。绍兵虽众,何足惧耶!”嘉曰:“徐州吕布,实心腹大患。今绍北征公孙瓚,我当乘其远出,先取吕布,扫除东南,然后图绍,乃为上计;否则我方攻绍,布必乘虚来犯许都,为害不浅也。”操然其言,遂议东征吕布。荀彧曰:“可先使人往约刘备,待其回报,方可动兵。”操从之,一面发书与玄德,一面厚遣绍使,奏封绍为大将军、太尉,兼都督冀、青、幽、并四州,密书答之云:“公可讨公孙瓚。吾当相助。”绍得书大喜,便进兵攻公孙瓚。
且说吕布在徐州,每当宾客宴会之际,陈珪父子必盛称布德。陈宫不悦,乘间告布曰:“陈珪父子面谀将军,其心不可测,宜善防之。”布怒叱曰:“汝无端献谗,欲害好人耶?”宫出叹曰:“忠言不入,吾辈必受殃矣!”意欲弃布他往,却又不忍;又恐被人嗤笑。乃终日闷闷不乐。一日,带领数骑去小沛地面围猎解闷,忽见官道上一骑驿马,飞奔前去。宫疑之,弃了围场,引从骑从小路赶上,问曰:“汝是何处使命?”那使者知是吕布部下人,慌不能答。陈宫令搜其身,得玄德回答曹操密书一封。宫即连人与书,拿见吕布。布问其故。来使曰:“曹丞相差我往刘豫州处下书,今得回书,不知书中所言何事。”布乃拆书细看。书略曰:“奉明命欲图吕布,敢不夙夜用心。但备兵微将少,不敢轻动。丞相兴大师,备当为前驱。谨严兵整甲,专待钧命。”
吕布见了,大骂曰:“操贼焉敢如此!”遂将使者斩首。先使陈宫、臧霸、结连泰山寇孙观、吴敦、尹礼、昌豨,东取山东兖州诸郡。令高顺、张辽取沛城,攻玄德。令宋宪、魏续西取汝、颍。布自总中军为三路救应。
且说高顺等引兵出徐州,将至小沛,有人报知玄德。玄德急与众商议。孙乾曰:“可速告急于曹操。”玄德曰:“谁可去许都告急?”阶下一人出曰:“某愿往。”视之,乃玄德同乡人,姓简,名雍,字宪和,现为玄德幕宾。玄德即修书付简雍,使星夜赴许都求援;一面整顿守城器具。玄德自守南门,孙乾守北门,云长守西门,张飞守东门,令糜竺与其弟糜芳守护中军。原来糜竺有一妹,嫁与玄德为次妻。玄德与他兄弟有郎舅之亲,故令其守中军保护妻小。高顺军至,玄德在敌楼上问曰:“吾与奉先无隙,何故引兵至此?”顺曰:“你结连曹操,欲害吾主,今事已露,何不就缚!”言讫,便麾军攻城。玄德闭门不出。次日,张辽引兵攻打西门。云长在城上谓之曰:“公仪表非俗,何故失身于贼?”张辽低头不语。云长知此人有忠义之气,更不以恶言相加,亦不出战。辽引兵退至东门,张飞便出迎战。早有人报知关公。关公急来东门看时,只见张飞方出城,张辽军已退。飞欲追赶,关公急召入城。飞曰:“彼惧而退,何不追之。”关公曰:“此人武艺不在你我之下。因我以正言感之,颇有自悔之心,故不与我等战耳。”飞乃悟,只令士卒坚守城门,更不出战。
却说简雍至许都见曹操,具言前事。操即聚众谋士议曰:“吾欲攻吕布,不忧袁绍掣肘,只恐刘表、张绣议其后耳。”荀攸曰:“二人新破,未敢轻动。吕布骁勇,若更结连袁术,纵横淮、泗,急难图矣。”郭嘉曰:“今可乘其初叛,众心未附,疾往击之。”操从其言。即命夏侯惇与夏侯渊、吕虔、李典领兵五万先行,自统大军陆续进发,简雍随行。早有探马报知高顺。顺飞报吕布。布先令侯成、郝萌、曹性引二百余骑接应高顺,用离沛城三十里去迎曹军,自引大军随后接应。玄德在小沛城中见高顺退去,知是曹家兵至,乃只留孙乾守城,糜竺、糜芳守家,自己却与关、张二公,提兵尽出城外,分头下寨,接应曹军。却说夏侯惇引军前进,正与高顺军相遇,便挺枪出马搦战。高顺迎敌。两马相交,战有四五十合,高顺抵敌不住,败下阵来。惇纵马追赶,顺绕阵而走。惇不舍,亦绕阵追之。阵上曹性看见,暗地拈弓搭箭,觑得亲切,一箭射去,正中夏侯惇左目。惇大叫一声,急用手拔箭,不想连眼珠拨出,乃大呼曰:“父精母血,不可弃也!”遂纳于口内啖之,仍复挺枪纵马,直取曹性。性不及提防,早被一枪搠透面门,死于马下。两边军士见者,无不骇然。夏侯惇既杀曹性,纵马便回。高顺从背后赶来,麾军齐上,曹兵大败。夏侯渊救护其兄而走。吕虔、李典将败军退去济北下寨。高顺得胜,引军回击玄德。恰好吕布大军亦至,布与张辽、高顺分兵三路,来攻玄德、关、张三寨,正是:啖睛猛将虽能战,中箭先锋难久持。
未知玄德胜负如何,且听下文分解。