UN POETA PATRIOTTICO
Lù Yóu 陸 游 ( 1125 d.C.-1209 d.C.) visse in un periodo particolarmente tumultuoso della storia cinese. Poco più di un anno dopo la sua nascita, gli Jurchen 女 真 , popolo originario della Manciuria, attaccarono ed occuparono la capitale della dinastia Sòng 宋 朝 Kāifēng 開 封 , facendo prigionieri l’imperatore Huīzōng 徽 宗 ed i suoi familiari.
La famiglia di Lù Yóu, fedele alla dinastia, fuggì verso le regioni meridionali della Cina, dove un principe della famiglia imperiale Zhào Gòu 趙 構, sfuggito fortunosamente alla cattura da parte degli invasori, era riuscito a farsi proclamare imperatore, dando origine alla dinastia conosciuta come i Sòng Meridionali 南 宋 朝. .
Per oltre un secolo, i Sòng Meridionali cercarono invano di recuperare i territori perduti, mentre gli Jurchen , che avevano dato vita ad una dinastia chiamata Jīn 金 朝 , tentavano da parte loro, anch’essi senza successo, di estendere la propria dominazione all’intera Cina.
Lù Yóu, cresciuto in una famiglia di forti sentimenti patriottici, ritenne sempre che il suo principale dovere fosse quello di contribuire alla cacciata dei barbari ed alla riunificazione del paese sotto un’unica, legittima dinastia.
La sua carriera di funzionario potè cominciare soltanto dopo la morte di Qín Huì 秦 檜, un ministro corrotto che, per favorire il proprio nipote, aveva fatto annullare un concorso pubblico in cui Lù Yóu si era classificato primo.
Poiché Lù Yóu non perdeva occasione per proclamare la necessità di condurre una guerra di liberazione contro gli Jurchen, il suo infiammato patriottismo finì per irritare il governo, in cui, col passare del tempo, avevano a poco a poco preso il sopravvento i fautori di una politica timorosa e rinunciataria. Ciò spiega perché la sua carriera di funzionario fu caratterizzata da numerosi alti e bassi, che non gli permisero mai di diventare un personaggio di rilievo alla corte imperiale.
Nel 1174 d.C. fu nominato assistente del governatore militare del Sìchuān 四 川 , regione allora situata al confine con il territorio controllato dalla dinastia Jīn 金 朝 . Durante il periodo in cui prestò servizio nei ranghi militari, sfruttò gli studi di strategia che aveva compiuto da giovane per elaborare ambiziosi piani di riconquista dei territori occupati dal nemico, ma l’esercito imperiale non aveva più il nerbo di un tempo ed i generali preferivano una vita lussuosa e confortevole ai disagi ed ai pericoli della guerra.
Deluso ed amareggiato, rinunciò ai propri progetti e si dedicò con maggiore impegno alla poesia. Nel 1175 divenne amico di Fàn Chéngdà 范 成 大 , del quale condivideva gli interessi letterari, ed assunse il nome d’arte Fàng Wēng 放 翁 , che significa “il vecchio liberato” (dalle illusioni).
Espressione del suo atteggiamento disilluso e amareggiato è la poesia che segue, una canzonetta ( 詞 “cí ) intitolata “Il prugno” (詠 梅 “Yŏng Méi”) composta sull’aria di un’antica canzone: “L’indovino” (卜 算 子 “ Bŭ Suàn Zĭ ”).
Il PRUGNO
詠 梅 “Yŏng Méi”
Oltre la stazione di posta﹐ 驛 外 斷 橋 邊
accanto al ponte diroccato, yì wài duàn qiáo biān
quieto e solitario fiorisce, 寂 寞 開 無 主
senza appartenere a nessuno. jí mò kāi wú zhŭ
Sta solo e triste nella sera, 已 是 黃 昏 獨 自 愁
yĭ shì huáng hūn dú zì chóu
in mezzo al vento ed alla pioggia. 更 著 風 和 雨
gèng zháo fēng hé yŭ
Non ha più voglia di lottare, 無 意 苦 爭 春
coriaceo, per la primavera, wú yì kŭ zhēng chūn
ma lascia che i profumi, in folla, 一 任 群 芳 妒
s'accapiglino tra di loro. yí rèn qún fāng dù
Cadono i petali nel fango, 零 落 成 尼 碾 作 塵
le ruote ne fanno polvere, líng luò chéng ní niăn zuò chén
ma la fragranza resta intatta, 只 有 香 如 故
come era e come sarà, sempre. (1) zhĭ yŏu xiāng rù gù.
NOTA
1) Il prugno solitario è l’allegoria del poeta, ormai stanco di lottare. Lù Yóu sa che, per farsi ascoltare, dovrebbe procurarsi appoggi, aderire ad un partito, trovarsi un protettore politico, e non è più disposto a farlo. Rivendica la propria autonomia e la propria libertà di giudizio, lasciando che gli altri (“i profumi”) si azzannino tra di loro per le cariche e gli onori. Dichiara, orgoglioso, che i valori in cui crede rimarrano sempre validi, anche se la sua stagione politica deve considerarsi conclusa.
Nel 1190 d.C. Lù Yóu rinunciò definitivamente a qualsiasi incarico pubblico e si ritirò in solitudine nel suo villaggio natale, Shàoxīng 紹興, che sorgeva allora in aperta campagna. Là visse ancora una ventina d’anni, lucido ed energico sino alla fine, continuando a predicare senza sosta la lotta contro gli invasori stranieri.
Due poesie, composte in tarda età, testimoniano il suo indomito ardore patriottico.
La prima, scritta nel novembre del 1192 d.C., quando il poeta entrava nel suo sessantottesimo anno di vita, è intitolata:
Tempesta di vento e di pioggia il quarto giorno dell’undicesimo mese
十 一 月 四 日 风 雨 大 作 shí yī yuè sì rì fēng yŭ dà zuò
Giaccio inerte nel villaggio solitario 僵 臥 孤 村 不 自 哀
senza piagnucolare sulla mia sorte. jiāng wò gū cūn bú zì āi
Il mio pensiero corre sempre alla patria: 尚 思 為 國 戍 輪 臺
difendere le frontiere fino a Lúntái. (1) shàng sī wéi guó shù lún tái
A notte fonda, disteso nel mio letto, 夜 蘭 臥 聽 風 吹 雨
odo urlare il vento che scaccia la pioggia yè lán wò tíng fēng chuī yŭ
ed ecco che i miei sogni si popolano 鐵 馬 冰 河 入 夢 來
di cavalli in guerra e di fiumi ghiacciati.(2) tiĕ mă bíng hé rù mèng lái
NOTE
(1) Lúntái 輪 臺 (oggi scritto 轮台) nello Xīnjiāng 新 疆 fu conquistata dai Cinesi all’epoca dell’imperatore Wŭdì della dinastia Hàn 漢 武 帝 (145 a.C.- 87 a.C.) ed è qui menzionata come esempio dell’estrema frontiera dell’impero da difendere colle unghie e coi denti per mantenere l’integrità territoriale del paese.
(2) Il poeta, vecchio e stanco, s’è ormai ritirato nel suo villaggio, rinunciando definitivamente alle ambizioni politiche ed alle spedizioni militari, ma basta il frastuono di un temporale nella notte per ricordargli le battaglie della giovinezza nelle fredde ed inospitali regioni di frontiera. L’espressione “tiĕ mă”( 鐵 馬 “cavalli di ferro”) ci ricorda che in guerra anche i cavalli erano corazzati per evitare che fossero feriti e per aumentarne la forza d’urto nelle cariche contro le linee nemiche.
La seconda poesia, composta da Lù Yóu poco prima della sua morte, è intitolata:
“ AI MIEI FIGLI ” (1)
示 兒 shì ér
Quando s’avvicina la morte t’accorgi 死 去 原 知 萬 事 空
che tutte le cose son solo vanità, sĭ qù yuán zhī wàn shì kōng
eppure, continua a tormentarmi il cruccio 但 悲 不 見 九 州 同。
di non veder riunite le Nove Terre. (2) dān bēi bú jiàn jiù zhōu tóng
Allorché le truppe dell’Imperatore 王 師 北 定 中 原 日,
dilagheranno nelle pianure del Nord, (3) wáng shī bĕi dìng zhōng yuán rì
non scordatevi di dirlo al vostro vecchio 家 祭 無 忘 告 乃 翁。
mentre renderete omaggio alla sua tomba.(4) jiā jì wŭ wàng gào năi wēng
NOTE
(1) Il titolo di questa poesia è generalmente tradotto “A mio figlio”. Tuttavia, poiché il cinese classico non conosce una distinzione morfologica tra il singolare ed il plurale di un nome, si può tradurre, altrettanto a buon diritto, “Ai miei figli”. L’esattezza della traduzione dipende quindi dalla possibilità di accertare concretamente quanti fossero i figli del poeta.
(2) L’espressione “Jiù Zhōu” ( 九 州 ”Le Nove Province”, termine che, per ragioni di metrica, ho tradotto con “Le Nove Terre”) è una vecchia denominazione della Cina. La menzione più antica delle Nove Province sembrerebbe essere quella che figura nei listelli di bambù di Rónchéngshì 容 成 氏 , oggi custoditi nel Museo di Shànghăi, che risalgono al Regno di Chŭ 楚 國 . Tuttavia, l’elenco generalmente accettato delle Nove Province è quello fornito dal “Libro dei Documenti” 書 經 , “Libro dei Xià” 夏 書 , “Tributo di Yŭ” 禹 貢 , in cui si narra che Yŭ il Grande 大 禹 divise il territorio da lui governato in nove province: Jì (冀), Yăn (兗), Qīng (青), Xú (徐), Yáng (揚), Jīng (荊), Yù (豫), Liáng (梁) e Yōng (雍).
(3) L’espressione “Zhōng Yuán” ( 中 原 “Pianure Centrali” ) indica l’area della bassa valle del Fiume Giallo, che fu culla della civiltà cinese. Le Pianure Centrali fanno parte delle Pianure della Cina Settentrionale ( 華 北 平 原 “huá bĕi píngyuán”). Anche il termine “Zhōng Yuán” è spesso usato per designare la Cina. Al tempo in cui visse Lù Yóu, le Pianure Centrali erano occupate dagli invasori Jurchen. La frontiera si era stabilizzata, dopo alcuni tentativi dei barbari di giungere sino al Fiume Azzurro, a metà strada tra il Fiume Giallo ed il Fiume Azzurro ( linea del fiume Huái 淮 河 ).
(4) L’espressione “jiă jì” (家 祭 “festa delle famiglie”) designa il sacrificio che i membri della famiglia offrivano sulla tomba degli antenati, spesso in occasione delle festività.