Capitolo 46
C’era un uomo chiamato Gissur il bianco, figlio di Teit, figlio di Ketilbjòrn il vecchio di Mosfell. Sua madre si chiamava Olof ed era figlia di Bodvar il signore (1), figlio di Kari il Vikingo (2).
Uno dei figli di Gissur, Isleif, divenne più tardi vescovo.(3)
La madre di Teit si chiamava Helga ed era figlia di Thord il barbuto, figlio di Hrapp, figlio di Bjòrn dalle gambe scoperte, figlio di Grim signore del fiordo di Sogne.(4)
Gissur il bianco viveva a Mosfell e godeva di grande autorità.
Nella saga si parla anche di Geir detto il sacerdote (5), che viveva a Hlid sull’attuale Promontorio del Vescovo. (6) La madre di Geir si chiamava Thorkatla ed era figlia di Ketilbjòrn il vecchio di Mosfell. Gissur e Geir si sostenevano a vicenda in ogni occasione.
In quel tempo, Mord, figlio di Valgard, viveva a Hof nel Rangarvell. Era un uomo forte ed arrogante. Suo padre, Valgard, si trovava allora fuori d’Islanda; sua madre era morta. Nutriva un forte astio verso Gunnar di Hlidarend. Era ricco, ma non aveva amici.
NOTE
1) Nell’antica Norvegia un “signore” (“hersir”) era un capo locale, che comandava un centinaio di uomini e che era sottoposto al potere di un conte o di un re. Occorre ricordare che, prima dell’unificazione del paese intrapresa da Harald dalla bella capigliatura, si fregiava del titolo di re ogni signore locale capace di difendere la propria indipendenza. Più tardi, la maggior parte dei reucci dovettero sottomettersi al potere di un solo re ed assunsero il titolo di “conte” (“jarl”).
2) Poiché praticamente tutta la popolazione della Scandinavia si dedicava a scorrerie marittime, il termine “vikingo”, che significava “avventuriero”, “pirata”, si sarebbe legittimamente potuto applicare a quasi tutti i maschi adulti.
3) Isleif Gissurarson (circa 1006 –1080) divenne nel 1056 il primo vescovo d’Islanda, con sede a Skáholt.
4) Il fiordo di Sogne, situato nella parte occidentale della Norvegia, è lungo 205 chilometri.
5) Il termine “godhi” aveva in origine un significato religioso in quanto si riferiva alle persone che curavano i santuari degli dei e che organizzavano le cerimonie religiose. I sacerdoti degli dei assunsero però presto notevole importanza politica e sociale.
6) Il nome “Promontorio del Vescovo” non poteva esistere all’epoca dei fatti narrati che si svolgono alcuni decenni prima della cristianizzazione dell’Islanda.
Capitolo 47
Otkell, figlio di Skarf, figlio di Halkell che era il fratello di Ketilbjorn il vecchio, abitava a Kirkjubae. Sua moglie Thorgerd era figlia di Mar, figlio di Brundolf, figlio di Naddad, che era originario delle isole Faeroer.
Suo nonno Halkell aveva litigato con Grim di Grimsnes e lo aveva ucciso in duello. (1)
Otkell era molto ricco ed aveva un figlio Thorgeir, giovane e coraggioso.
Skamkell abitava a Hof e possedeva molto bestiame. Era malvagio e bugiardo, litigioso e vendicativo, ma era legato a Otkell da un rapporto di grande amicizia.
Abitava con Otkell un suo fratello, che si chiamava Halkell, uomo alto e robusto.
Un altro fratello, Hallbjorn, aveva un servo di origine irlandese, Merkolf, che era di pessimo carattere.
Un giorno, anche Hallbjorn, venne a stare con Otkell, portandosi dietro Merkolf.
Il servo diceva di continuo che sarebbe stato felice di avere Otkell come padrone. Otkell, infatti lo trattava bene ( gli regalò un coltello, una cintura ed un completo di abiti) e Merkolf faceva qualsiasi lavoro che Otkell gli ordinasse.
Ad un certo punto Otkell chiese al fratello di cedergli il servo. Il fratello acconsentì, ma gli disse che non stava facendo un buon affare. In effetti,dopo essere passato sotto Otkell, il servo cominciò a lavorare sempre di meno. Una volta che Otkell si lamentava apertamente con il fratello della poltronaggine di Merkolf, Hallbjorn gli rispose che il peggio doveva ancora venire.
Si verificò, in quel periodo, una grande carestia, che in breve si diffuse per tutta l’Islanda. Scarseggiavano sia il cibo per il uomini che il fieno per gli animali.
Gunnar mise le sue provviste a disposizione di tutti coloro che andavano a chiedergli aiuto, finché le scorte furono sufficienti, ma, alla fine, si trovò lui stesso in difficoltà. Allora, accompagnato dal fratello Kolskegg, da Thrain, figlio di Sigfus, e da Lambi, figlio di Sigurd, si recò a Kirkjubae.
Colà giunto, dopo aver salutato Otkell, Gunnar gli chiese di vendergli un po’di provviste e di fieno, se ne aveva ancora.
“Ho scorte di cibo e di fieno in magazzino, ma non intendo vendertele” gli rispose Otkell.
“Preferisci darmele sulla fiducia, aspettando che io te le restituisca quando sarò in grado di farlo?” gli domandò Gunnar. (3)
“No. Non intendo dartele affatto.” replicò Otkell, seguendo i cattivi consigli di Skamkell.
“ Se Otkell si comporta così” intervenne Thrain “ faremmo bene a prenderci ciò che ci serve e a lasciargli il prezzo che ci sembra equo, che lui voglia o che non voglia”.
“ Per derubarci dei nostri beni, Thrain, dovrai prima passare sui nostri cadaveri” replicò Skamkell.
“Non intendo essere coinvolto in violenze né in ruberie” taglio cortò Gunnar.
Otkell gli propose allora di vendergli un servo.
Gunnar accettò la proposta, comprò il servo e andò via senza aver potuto acquistare le provviste di cui aveva bisogno. (4)
Quando seppe dell’accaduto, Njal osservò: “Non è giusto che Gunnar veda opporre un rifiuto ad una sua richiesta d’acquisto. Cosa potrà succedere agli altri se uomini di valore come lui vengono trattati in questo modo?”
“Perché perdi tempo a parlarne?”lo rimbrottò Bergthora” Non faresti meglio a dargli tu il cibo e il fieno di cui ha bisogno, visto che hai buone scorte di entrambi?”.
“Certamente” le rispose Njal” Provvederò io, in un modo o nell’altro, a fargli avere delle provviste”.
Poi si recò con i suoi figli a Thorolfsfell (5), dove caricarono fieno su quindici cavalli e cibo su altri cinque.
Di lì, Njal proseguì per Hlidarend, dove chiamò fuori (6) Gunnar, che lo salutò amichevolmente.
“Ti ho portato cibo e fieno” gli disse Njal” e vorrei che tu ti rivolgessi soltanto a me , se mai tu dovessi aver bisogno di qualcosa”.
“Ti ringrazio di ciò che mi hai portato” gli rispose Gunnar” ma per me la cosa piùi mportante rimarrà sempre la tua amicizia e quella dei tuoi figli”.
Njal ritornò a casa e così trascorse la primavera.
NOTE
1) Il nome Kirkjubae significa “il bivio della chiesa” ed è un’altra prova del fatto che le saghe furono scritte lungo tempo dopo la conversione dell’Islanda quando la toponomastica era ormai largamente influenzata dal cristianesimo.
2) Il testo islandese dice “felldi hann á hólmi”, cioè “l’uccise sull’isola”, perché i duelli venivano in genere combattuti su isolette o piccoli scogli.
3) La domanda ci mostra bene il carattere di Gunnar. Nella sua rettitudine egli pensa ingenuamente che la frase di Otkell esprima l’intenzione di dargli in prestito le merci di cui ha bisogno, non di rifiutargli qualsiasi aiuto.
4) Anche nell’acquisto del servo Gunnar ci appare ingenuo. Non gli viene infatti alcun sospetto che Otkell, il quale, appena un attimo prima, si è mostrato mal disposto nei suoi confronti, possa tentare di raggirarlo.
5) Thorolfsfell era una seconda fattoria di proprietà di Njal, che, evidentemente, la utilizzava come magazzino e come fienile.
6) Non esistendo, a quell’epoca, nè campanelli né battenti delle porte, l’unico modo per far notare la propria presenza, se non c’era nessuno all’esterno, era chiamare a gran voce il padrone di casa.
Capitolo 48
Quell’estate, mentre Gunnar si preparava a recarsi all’assemblea, passarono da Hlidarend molti che provenivano da Side nelle regioni orientali dell’isola. Gunnar li ospitò e li invitò a fermarsi da lui al loro ritorno dall’assemblea. Essi promisero di farlo, poi tutti partirono.Anche Njal e i suoi figli parteciparono all’assemblea, che si svolse senza che accadesse nulla degno di nota.
Mentre il marito era lontano, Hallgerd chiamò Merkolf e gli disse: “Ho una commissione da affidarti. Devi andare a Kirkjubae”.
“ A far che?” le domandò Merkolf.
“Quandi sarai là, dovrai rubare formaggio e burro in quantità tale da poterne caricare due cavalli. Poi darai fuoco alla capanna che serve da magazzino, così tutti crederanno che sia stato un incidente ed a nessuno verrà il sospetto che si sia trattato di un furto”.
“Io sono un uomo di brutto carattere” obiettò il servo” ma non sono mai stato un ladro”.
“ Che bella faccia di bronzo!” gli disse Hallgerd con sarcasmo “Non contarmi storie. So bene che sei un ladro e un assassino e non rifiutarti di fare ciò che ti ho ordinato, perché lo pagheresti con la vita”.
Il servo sapeva che lo avrebbe fatto uccidere se non le avesse obbedito, perciò, un notte, prese due cavalli, mise loro il basto e si diresse a Kirkjubae.
Il cane di guardia non abbaiò, perché lo conosceva, ma gli corse incontro scodinzolando.
Melkolf andò alla capanna in cui era immagazzinato il cibo, la aprì e caricò i due cavalli, poi diede fuoco alla capanna e uccise il cane. (1)
Mentre risaliva il corso del fiume Rang, gli si ruppe la cinghia di una scarpa. Allora prese il coltello e riparò il danno, ma dimenticò sul posto il coltello e la cintura.(2) Giunto a Hlidarend, se ne accorse, ma non ebbe più il coraggio di tornare indietro. Portò quindi il cibo rubato a Hallgerd, che ne fu molto contenta.
Il mattino seguente, la gente di Kirkjubae si svegliò e vide il disastro accaduto durante la notte. Un uomo fu mandato all’assemblea per avvertire Otkell, il quale la prese con filosofia e si disse convinto che l’incidente fosse dovuto ad una scintilla partita dal focolare della cucina, che non era lontana dal magazzino. Tutti si persuasero che le cose dovevano essere andate proprio in quel modo.
Al ritorno dall’assemblea, molti di coloro che vi avevano partecipato passarono da Hlidarend. Hallgerd offrì loro un pasto a base di formaggio e di burro. Gunnar, il quale sapeva che in casa non c’erano scorte di formaggio e di burro, le domandò da dove provenisse quel cibo,
“Che cosa t’importa da dove proviene?” gli rispose Hallgerd “Tocca forse agli uomini occuparsi della cucina?”
“Non ho nessuna voglia di essere coinvolto in furti di cibo!” gridò Gunnar, irritato, e le rifilò uno schiaffo.
Hallgerd gli disse che non avrebbe dimenticato lo schiaffo e che se ne sarebbe vendicata, se ne avesse avuto l’occasione.
Poi uscì dalla sala e Gunnar la seguì. Il formaggio e il burro furono portati via e, al loro posto, fu servita della carne. Tutti pensarono che ciò fosse stato fatto perché la carne era di provenienza più sicura.(3)
Dopo di ciò, gli uomini che avevano partecipato all’assemblea ritornarono alle loro case.
NOTE
1) C’è qui un’incongruenza, perché l’uccisione del cane dovrebbe naturalmente suscitare il sospetto di un incendio doloso. Si tratta però di un piccolo dettaglio che evidentemente è sfuggito all’attenzione del narratore.
2) Merkolf dimentica anche la cintura o perché se l’è tolta momentaneamente per procedere con maggior comodo alla riparazione della scarpa o perché la cintura era in realtà una fascia in cui era avvolto il coltello e se l’e dovuta togliere per prendere il coltello.
3) La carne era di provenienza sicura perché, come s’è visto nel capitolo precedente, era stata ceduta a Gunnar dal suo amico Njal.
Capitolo 49
Parliamo ora di Skamkell.
Un giorno che stava cavalcando lungo le rive del fiume Rang alla ricerca delle sue pecore, scorse sul sentiero qualcosa che luccicava, balzò giù di sella, guardò gli oggetti da vicino e si accorse che si trattava di un coltello e di una cintura, che gli sembrava di aver già visto. Li prese e li portò a Kirkjubae, dove li mostrò a Otkell e gli domandò se li conosceva.
“Certo che li conosco” gli rispose Otkell.
“E di chi sono?”
“Appartengono a Merkolf il servo”.
“Allora molti dovrebbero essere in grado di riconoscerli” osservò Skamkell
Infatti li mostrarono a diverse persone e tutte li riconobbero.
A questo punto Skamkell domandò a Otkell: “ Che cosa intendi fare?”.
“Dobbiamo andare a trovare Mord Valgardsson e vedere che cosa ci consiglia lui” gli rispose Otkell.
Si recarono dunque a Hof, mostrarono gli oggetti a Mord e gli domandarono se li riconosceva.
Mord disse che li riconosceva, ma domandò a sua volta:”Ed ora che pensate di fare? Ritenete che a Hlidarend si possa trovare qualcosa”?
I due ammisero che era difficile sapere come comportarsi in una faccenda nella quale erano coinvolti uomini di peso come Gunnar.
“ Avete ragione, ma io so cose che voi non sapete su ciò che succede in casa di Gunnar” osservò Mord. (1)
“Siamo disposti a pagarti se ti occuperai di questa faccenda”.
“Saranno soldi difficili da guadagnare” rispose loro Mord ”ma ho una mezza idea di occuparmi di questa storia.
Per convincerlo ad assisterli e ad aiutarli, gli diedero tre marchi d’argento.
Egli espose loro il suo piano d’azione:
“ Dobbiamo mandare in giro per le fattorie delle venditrici ambulanti (2) con piccoli oggetti da offrire in vendita alle donne di casa e fare attenzione a ciò che ricevono in cambio.
È normale infatti che la gente tenda a sbarazzarsi per prima cosa degli oggetti rubati che si trova tra le mani. Le donne ci mostreranno ciò che avranno ricevuto in ciascuna delle fattorie da loro visitate e, una volta che si sarà scoperta la verità, io avrò esaurito il mio compito”.
Otkell e Skamkell si dichiararono d’accordo e tornarono a casa.
Mord spedì in tutto il distretto alcune venditrici ambulanti, che stettero in giro circa due settimane e tornarono indietro con i loro sacchi pieni di mercanzie. Mord domandò loro dove avessero ricevuto più cose. Risposero che la maggiore generosità era stata mostrata da Hallgerd di Hlidarend.
Mord domandò che cosa avessero ricevuto in dono a Hlidarend e le donne risposero che avevano ricevuto del formaggio.Chiese di poterlo vedere e gli mostrarono numerose fette di formaggio.
Mord prese il formaggio e si recò da Otkell, al quale chiese di mostrargli gli stampi usati da sua moglie Thorgerd per la preparazione del formaggio. Otkell andò a prenderli e Mord ci mise dentro i pezzi di formaggio, che si adattavano perfettamente agli stampi. Mettendo insieme i vari pezzi, i due poterono anche constatare che alle donne era stata regalata un’intera forma.
“Come puoi vedere” commentò Mord” è stata Hallgerd a rubare il formaggio.
Fornita così la prova del furto, Mord dichiarò di aver fatto il suo lavoro e se ne andò.
Kolskegg andò a riferire a Gunnar una brutta notizia: si mormorava dappertutto che Hallgerd aveva fatto rubare il formaggio ed era la responsabile del disastro avvenuto a Kirkjubae.
Gunnar ammise di non avere molti dubbi sulla fondatezza della voce che correva e domandò al fratello: “Che cosa possiamo fare?”.
“Sei tu che rispondi del comportamento di tua moglie” gli rispose Kolskegg” mi sembra che dovresti recarti da Otkell ed offrigli un adeguato risarcimento”.
“Il tuo è un buon suggerimento” disse Gunnar “ e lo seguirò”.
Fece chiamare Thrain Sigfusson e Lambi Sigurdsson e spiegò loro che cosa intendeva fare. I due approvarono. Poi Gunnar formò un gruppo di una dozzina di persone e si recò con loro da Otkel a Kirkjubae.
Mentre Otkell si apprestava ad andare incontro ai visitatori, Skamkell gli disse: “ Vengo con te. In due si riflette meglio. Voglio essere al tuo fianco quando tu ne avrai più bisogno, come accadrà ora. Mi sembra che la miglior cosa da fare sia che tu ti comporti con autorità”.
Otkell e Skamkell, Hallkell e Hallbjörn uscirono di casa e salutarono Gunnar che rispose cortesemente al saluto. Otkell gli chiese dove fosse diretto.
“Sono venuto espressamente da te” disse Gunnar “ per riconoscere che quel grave ed orribile danno che hai subito è opera di mia moglie e di quello schiavo che mi hai venduto”.
“Proprio come pensavamo” osservò Hallbjörn.
“Intendo offrirti un equo risarcimento” proseguì Gunnar “e propongo che gli uomini più autorevoli di questo distretto ne fissino l’ammontare.”
“La tua proposta sembra corretta, ma non lo è “obiettò Skamkell “Tu hai molti amici tra coloro che risiedono in questo distretto, mentre Otkell non ne ha”.
“Allora facciamo così” replicò Gunnar ”Fisserò io stesso ora il risarcimento e te lo pagherò subito, aggiungendoci la promessa della mia amicizia. Ti offro una somma pari al doppio del danno che hai subito”.
“Non accettare!” consigliò Skamkell a Otkell” Sarebbe ingenuo concedergli di fissare lui stesso l’ammontare del risarcimento quando sei tu quello cui tocca decidere”.
“Non accetto la tua proposta, Gunnar” dichiarò allora Otkell.
“Sento che qui c’è lo zampino di altri, che un giorno riceveranno il premio che meritano.Se non vuoi che decida io, decidi tu stesso”.
Otkell si rivolse a Skamkell e gli domandò “Ora che devo fare?”.
“Dì che accetti la proposta e che sottoporrai la questione a Gissur il bianco e a Geir il sacerdote” gli suggerì Skamkell “Molti diranno allora che sei un uomol importante come lo era tuo nonno Hallkell”.
“La tua offerta è buona, Gunnar” rispose allora Otkell” ma voglio che tu mi dia il tempo di consultare Gissur il bianco e Geir il sacerdote”.
“Fa’ come ti pare” gli rispose Gunnar “ma qualcuno osserverà che tu non sai dove sta il tuo prestigio se rifiuti di accettare un’offerta come la mia”.
Poi Gunnar ritornò a casa.
Dopo che se ne fu andato, Hallbjörn commentò:”Qui ho visto come sono diversi i caratteri degli uomini.Gunnar ti ha fatto delle buone proposte, che tu non hai voluto accettare. Che cosa pensi di poter guadagnare litigando con Gunnar, che è un uomo con cui nessuno è in grado di competere? Nonostante ciò, Gunnar è una persona di tale integrità che considererà ancora valida la sua promessa anche se tu tarderai ad accettarla. A mio parere, ti conviene andar subito a consultare Gissur il bianco e Geir il sacerdote.”
Otkell si fece portare il cavallo e si preparò a partire. Poiché Otkell era miope, Skamkell lo accompagnò per un pezzo di cammino.
“Mi stupisco” gli disse” che tuo fratello non si sia offerto di andare al tuo posto. Sono disposto ad andarci io, perché so che per te è faticoso viaggiare”.
“Accetto la tua offerta” lo ringraziò Otkell” ma riferisci le cose esattamente come sono andate”.
“Non mancherò di farlo” promise Skamkell.
Allora Skamkell prese il cavallo e il mantello di Otkell e quest’ultimo tornò indietro.
Hallbjörn, che stava dinanzi alla casa, gli disse:”È brutto avere un furfante come migliore amico e dovremo sempre rimpiangere che tu sia tornato indietro: è da stupidi affidare al più bugiardo degli uomini una missione dal cui esito- si può veramente dire- dipendono vite umane.”
“Se parli così già ora” replicò Otkell” chissà che paura avresti se Gunnar dovesse prendere in mano la sua alabarda”.
“Non so chi avrebbe più paura” gli rispose Hallbjörn” ma tu, un giorno, mi saprai dire quanto Gunnar è abile nel manovrare l'alabarda allorché è infuriato”.
“Siete tutti dei vigliacchi, salvo Skamkell” sbottò Otkell.
Entrambi erano irritati l’uno con l’altro.
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NOTE
1) Mord è probabilmente venuto a sapere in qualche modo dell’incidente occorso in casa di Gunnar alla presenza degli ospiti di ritorno dall’assemblea.
2) Forse, più che di vere venditrici ambulanti, si trattava di donne che andavano a visitare le donne di altre fattorie e ne approfittavano per fare un po’ di conversazione e scambiare qualche oggetto. Poiché si trattava di piccoli oggetti, questi non erano pagati in moneta d’argento (della quale disponevano solo gli uomini e per acquisti importanti), ma con prodotti casalinghi (formaggio, burro, uova, etc.) o con altre cianfrusaglie.
Capitolo 50
Skammkell giunse a Mossfell e riferì a Gissur tutte le offerte fatte da Gunnar.
“Mi sembra che fossero delle ottime proposte “ osservò Gissur “ Perché Otkell non le ha accettate?”.
“Penso che sia perché tutti volevano che fossi tu a decidere” gli rispose Skammkell” Per questo ti prega di dare il tuo parere, a cui tutti si conformeranno”.
Skammkell pernottò a casa di Gissur. Quest’ultimo mandò a chiamare Geir il sacerdote, che arrivò il mattino seguente all’alba.
Gissur gli raccontò tutta la storia e gli chiese che cosa ritenesse opportuno fare.
“Quello che tu hai certo già deciso di fare” gli rispose Geir” vale a dire comporre questa vertenza nel modo più conveniente per tutti”. Facciamoci ripetere la storia e vediremo se Skammkell questa volta la racconterà in modo diverso”.
Così fecero.
“Mi sembra che tu abbia raccontato i fatti in modo corretto “ disse Geir a Skammkell “ anche se hai l’aria di uno del quale non ci si può minimamente fidare. Si vede che le apparenze possono ingannare”.
Tornando a casa, Skammkell passò da Kirkjubae e si presentò a Otkell, che lo accolse cordialmente.
Skammkell gli portò i saluti di Gissur e di Geir il sacerdote e gli raccontò che non c’era modo di comporre amichevolmente la vertenza perché i due erano contrari a qualsiasi accomodamento, anzi consigliavano di presentare denuncia contro Hallgerd per furto e contro Gunnar per ricettazione.
“Seguiremo i loro consigli” disse Otkell.
“Sono stati molto impressionati dal fatto che tu ti sia comportato come un uomo di polso” aggiunse Skammkell “ Se hai guadagnato tanta considerazione, lo devi a me”.
Otkell riferì ai suoi fratelli ciò che Skamkell gli aveva detto, ma Hallbjörn commentò: “ Deve essere una menzogna colossale”.
Passò il tempo e venne a scadenza il termine per la citazione in giudizio dinanzi all’assemblea di tutto il popolo. Otkell pregò i suoi fratelli e Skammkell di accompagnarlo a Hlidarend per notificare ufficialmente a Gunnar la citazione in giudizio.
Dodici uomini, in tutto, cavalcarono fino a Hlidarend.
Hallbjörn acconsentì ad accompagnare il fratello, ma dichiarò che un giorno si sarebbero pentiti di ciò che stavano facendo.
Gunnar era fuori a lavorare nei campi e non si accorse del loro arrivo se non quando li vide fermi dinanzi a casa sua. Non li fece entrare e Otkell gli notificò la citazione lÌ all’aperto.
Quando Otkell ebbe finito di parlare, Skammkell domandò a Gunnar se la citazione era stata fatta nelle forme prescritte.
“Non hai bisogno di domandarmelo, Skammkell ” gli rispose Gunnar “ ma verrà un giorno in cui ti ricorderai di questa visita e dei consigli che hai dato”.
“Non me ne preoccuperò” gli rispose Skammkell “ finché tu non avrai in mano la tua alabarda”.
Gunnar era molto irritato. Rientrò in casa e parlò con Kolskegg di ciò che era accaduto.”Peccato che non fossimo tutti fuori con te quando sono arrivati, altrimenti questa visita sarebbe finita molto male per loro”.
“Ogni cosa a suo tempo” gli rispose Gunnar “Non trarranno molto onore da questa loro impresa”.
Poco tempo dopo Gunnar si recò a trovare Njal e gli raccontò i fatti.
“Non preoccuparti “lo rassicurò Njal “ perché questa vicenda ti porterà molta considerazione prima ancora che si concluda l’assemblea. Saremo tutti presenti e ti assisteremo con i nostri consigli e, se necessario, con la forza.”
Gunnar lo ringraziò e tornò a casa.
Otkell si recò all’assemblea accompagnato dai suoi fratelli e da Skammkell.
Capitolo 51
Gunnar si recò all’assembela accompagnato da tutti i figli di Sigfus. Si unirono a lui anche Njal e i suoi figli, Tutti insieme formavano un gruppo a cui nessun altro gruppo era in grado di contrapporsi.
Un giorno Gunnar andò a trovare gli uomini della Valle dei Salmoni. Hrut, che stava davanti al suo padiglione con Höskuld, lo salutò cordialmente. Gunnar raccontò loro tutta la storia.
“Che cosa ti consiglia Njal?” gli domandò Hrut.
“MI ha consigliato di venirvi a trovare” gli rispose Gunnar” e mi ha detto che approva in anticipo il vostro parere”.
“Ciò significa “ osservò Hrut” che ritiene che tocchi a me, in quanto tuo parente, decidere che cosa si debba fare. Non mi tirerò indietro. Propongo che, se non ti consentono di fissare tu stesso l’ammontare del risarcimento, tu sfidi a duello giudiziario Gissur il bianco e Kolskegg sfidi, a sua volta, Geir il sacerdote. Non ci mancheranno certo gli uomini per afrontare Otkell e i suoi fratelli. Del resto, siamo già così numerosi che tu potrai fare quello che vuoi.”
Gunnar ritornò al suo padiglione e riferì a Njal ciò che gli era stato detto.
“È ciò che avevo pensato” commentò Njal.
Ulf di Aur, il sacerdote, venne a conoscenza di questi propositi e ne informò Gissur, il quale domandò a Otkell: “Chi mai ti ha messo in testa di citare in giudizio Gunnar?”.
“Skammkell mi ha detto” gli rispose Otkell” che questo era il suggerimento che gli era stato dato da te e da Geir il sacerdote”.
“Dove sta quel farabutto che ti ha detto una simile menzogna?” gli domandò Gissur.
“Giace malato nel suo padiglione” gli rispose Otkell.
“Gli auguro di non rimettersi mai più in piedi” imprecò Gissur “perché ora saremo costretti ad andare tutti da Gunnar e ad offrirgli di decidere lui stesso, sebbene io non sia sicuro che lui, a questo punto, sia disposto ad accettare”.
Molti criticarono Skammkel, che rimase a letto malato per tuta la durata dell’assemblea.
Gissur e i suoi amici si recarono da Gunnar. Gunnar, che stava nel suo padiglione, fu avvisato del loro arrivo ed uscì loro incontro con i suoi uomini. (1)
Gissur il bianco, parlò per primo: “ Noi ti offriamo, Gunnar, di decidere tu stesso la tua controversia con Otkel”.
“Mi sembra una proposta molto diversa dal vostro consiglio di citarmi in giudizio” commentò Gunnar.
“Non sono stato io a dare questo consiglio” si giustificò Gissur “ e non è stato neppure Geir il sacerdote.”
“Provatemelo!” ribattè Gunnar.
“Come possiamo provartelo?” domandò Gissur.
“Giurando che non siete stati voi.” rispose Gunnar.
“Siamo pronti a farlo, se tu accetti di decidere tu stesso nella controversia che ti oppone a Otkell.” disse Gissur.
“È quello che avevo proposto io tempo fa” rispose Gunnar” ma mi sembra che ora ci siano altre cose in ballo.” (2)
Intervenne allora Njal, che consigliò a Gunnar di non rifiutare la proposta, osservando che quanto più importante era la controversia, tanto più onorevole era poterla giudicare lui stesso.
Gunnar disse: “ Seguirò il consiglio dei miei amici e deciderò io stesso sulla controversia, ma Otkell farà meglio a smetterla di provocarmi".
Furono chiamati Hrut e Höskuld, che vennero subito.
Gissur rese il giuramento richiesto e così fece Geir il sacerdote.
Gunnar decise sulla controversia senza consultarsi con nessuno e si pronunciò nei seguenti termini:
“Sono disposto a risarcire il valore del magazzino bruciato e delle provviste che vi erano contenute. Non sono tuttavia disposto a pagare per il comportamento dello schiavo Markolf, che Otkell mi ha venduto tacendomene i difetti e che io ora gli restituiscono perché le orecchie del bue appartengono al bue. (3) Constato tuttavia che Otkell mi ha citato in giudizio senza alcuna ragione, nel solo intento di umiliarmi, e mi attribuisco per questo suo comportamento un indennizzo pari al valore del magazzino bruciato e delle provviste che vi erano contenute. Se la parte avversa preferisce non accettare tale proposta, è libera di non accettarla, ma, in tal caso, mi riservo di procedere in altro modo e vi garantisco che lo farò”.
“Siamo d’accordo sul fatto che tu non paghi alcun risarcimento a Otkell” rispose Gissur” ma ti preghiamo di conservargli la tua amicizia”.
“Questo mai, finché vivrò” ribattè Gunnar “ ma potrà sempre avere l’amicizia di Skammkell, sulla quale ha fatto conto per sì lungo tempo”.
“ Chiudiamo così la vertenza” concluse Gissur” anche se hai deciso tutto tu.”
Si strinsero la mano e confermarono così tutte le clausole della transazione.
Gunnar si rivolse poi a Otkell e gli disse: “Faresti meglio ad andare a vivere presso i tuoi parenti in un altro distretto, ma se vuoi continuare a star qui, fa’ in modo di non aver più da discutere con me”.
“È un buon consiglio, che sarebbe saggio seguire” commentò Gissur.
Gunnar trasse da questa vicenda grande reputazione. Dopo di ciò,la gente ritornò a casa dall’assemblea. Gunnar stava nella sua fattoria e per un po’ di tempo non accadde nulla che fosse degno di nota.
NOTE
1) La situazione è ormai estremamente tesa. Gunnar non va incontro da solo ai visitatori, di cui non conosce bene le intenzioni, ma si fa accompagnare dai suoi amici, ovviamente bene armati.
2) Otkell e Skammkell, presumendo troppo della loro forza, hanno citato in giudizio Gunnar per umiliarlo pubblicamente. Al motivo originario del litigio si aggiunge quindi una grave lesione all’onore di Gunnar, che è pronto a vendicare col sangue l’offesa che gli è stata fatta. I mediatori si sforzano ora di comporre la contesa senza spargimento di sangue.
3) Con questo provebio si intende dire che il posto più adatto ad una persona è quello in cui è cresciuto, del quale ha spontaneamente assimilato i pregi e i difetti.
Capitolo 52
Ritornando a casa dall’assemblea, Otkell fece il viaggio insieme a Runolf, il figlio di Ulf di Aur il sacerdote, che abitava a Dal, ad occidente del Markarfljot. Runolf fu ospitato nella fattoria di Otkell e questi gli regalò un bue nero, di nove anni. Runolf lo ringraziò del dono e lo invitò a rendergli visita nella sua fattoria, quando volesse, ma, per un po’ di tempo, Otkell non diede seguito all’invito. Runolf gli mandava spesso qualcuno a rinnovare l’invito e Otkell ripeteva sempre che un giorno si sarebbe mosso.
Otkell possedeva due cavalli con una striscia nera sul dorso. Erano i migliori stalloni del distretto ed erano così attaccati l’uno all’altro che galoppavano sempre insieme.
Presso Otkell soggiornava un Norvegese di nome Authulf, uomo alto e robusto, che era innamorato di Signy, la figlia di Otkell.
Capitolo 53
La primavera seguente Otkell annunciò che si sarebbe diretto ad est per visitare Runolf a Dal e tutti ne furono contenti. Otkell si mise in cammino con i suoi due fratelli, Skammkell, Authulf ed altri tre uomini.
Otkell cavalcava uno degli stalloni con la striscia nera sul dorso, mentre l’altro trottava a fianco.
Cavalcarono verso il fiume Markarfljot e Otkell era in testa al gruppo.
I due stalloni si imbizzarrirono e, usciti fuori dal sentiero, galopparono verso Fljotshlid, senza che Otkell riuscisse a controllarli. (1)
Gunnar era uscito di casa per andare a seminare. Teneva in una mano un cesto pieno di semi e nell’altra la sua accetta. Giunto ai campi, depose per terra il suo bel mantello e l’accetta e si mise a spargere la semenza.
Nel frattempo Otkell stava attraversando i campi al galoppo perché non riusciva a trattenere il suo stallone.
Non si accorse della presenza di Gunnar, né Gunnar si accorse di lui. (2)
Proprio mentre Gunnar si stava raddrizzando, Otkell gli passò accanto al galoppo e lo colpì involontariamente ad un’orecchia con lo sperone, procurandogli un lungo taglio da cui sgorgò immediatamente il sangue. I compagni di Otkell arrivarono subito dopo.
“Siete tutti testimoni” osservò pacatamente Gunnar” che Otkell mi ha fatto versare sangue e che questo è un comportamento indecente da parte sua. Non soltanto mi ha citato in giudizio, ma ora cerca anche di travolgermi galoppandomi addosso con il suo cavallo.”
“Vedo che stai prendendo la cosa con calma” osservò Skammkell” Eri molto più agitato all’assemblea, quando hai ottenuto di decidere tu stesso sulla vertenza, ma allora avevi in mano la tua alabarda.” (3)
“Non preoccuparti!” replicò Gunnar” la prossima volta che ci incontreremo, ti mostrerò la mia alabarda.”
Dopo di ciò, si separarono.
Nell’andarsene Skammkell gridò : “Bella cavalcata, amici!”.
Tornato a casa, Gunnar non parlò ad anima viva dell’accaduto e nessuno pensò che la ferita che aveva all’orecchio gli fosse stata procurata da un altro. Una sera, tuttavia, si confidò con suo fratello Kolskegg.
“Devi parlarne anche con altri “lo consigliò il fratello,” affinché non si possa dire che accusi gente che non si può più difendere e non sorgano discussioni se non ci saranno testimoni per raccontare ciò che è accaduto fra te e Otkell. (4)
Gunnar, allora, riferì il fatto ai suoi vicini, ma alla cosa, in quel momento, non fu data grande importanza.
Otkell e i suoi compagni arrivarono a Dal, vi furono ricevuti con cordialità e vi rimasero ospiti una settimana.
Otkell raccontò a Runolf ciò che gli era accaduto con Gunnar ed uno dei presenti gli domandò come Gunnar avesse reagito.
“Se non fosse quell’uomo straordinario che è” interloquì Skammkell” si potrebbe dire che ha pianto”.
“Non sono cose da dirsi “lo rimproverò Runolf” Sono sicuro che, la prossima volta che vi incontrerete, dovrai ammettere che Gunnar non è di certo un piagnone ed è triste pensare che uomini migliori di te dovranno pagare per la tua perfidia. Mi sembra prudente che io vi accompagni sulla via del ritorno perché Gunnar non mi farà del male.” (5)
“Non è necessario che tu ci accompagni” gli rispose Otkell “ Attraverseremo il fiume molto più a valle”. (6)
Runolf offrì dei bei doni a Otkell e gli disse che temeva di non vederlo più. Otkell lo pregò di aver cura dei suoi figli se tale presagio si fosse avverato.
NOTE
1) Per recarsi a Dal, dove abitava Runolf, Otkell, partendo dalla sua fattoria di Kirkjubae, doveva percorrere una trentina di chilometri verso est passando a poca distanza da Hlidarend, dove abitava Gunnar, e guadando il seguito il Markarfljiot.
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2) Otkell, come sappiamo, è miope ed inoltre è tutto concentrato nel tentativo di bloccare il galoppo sfrenato del cavallo.
Gunnar è impegnato nella semina ed inoltre è probabile che il cavallo gli stia arrivando alle spalle.
3) Skammkell provoca senza ritegno Gunnar perché ha notato che è disarmato.
4) Kolskegg dà per scontato che Gunnar si vendicherà dell’affronto subito e lo induce a riferire l’accaduto anche ad altri perché si sappia che non si è vendicato senza motivo.
5) Runolf non spiega le ragioni che potrebbero trattenere Gunnar dall’attaccarlo: può darsi che siano molto amici oppure che Runolf goda di una tale autorità che un attacco contro di lui sarebbe giudicato da tutti un gravissimo turbamento della pace sociale.
6) Otkell pensa che sia sufficiente fare un giro più largo intorno a Hlidarend per non essere avvistato, ma non ha tenuto conto dell’imponderabile. Un pastorello vede di lontano il gruppo di viaggiatori e corre ad avvisare Gunnar.
Capitolo 54
Gunnar era seduto fuori casa a Hlidarend, quando vide il suo pastore galoppare verso la fattoria e fermarsi nell’aia.
“Peché così di fretta?” gli domandò Gunnar.
“Volevo mostrarti la mia lealtà. “ gli rispose il pastore” Ho appena visto otto uomini cavalcare più in basso lungo la riva del Markarfljot e quattro di essi indossavano abiti colorati.” (1)
“Deve trattarsi di Otkell” osservò Gunnar.
“Vorrei anche dirti” aggiunse il pastore” che ho sentito che spesso hanno parlato male di te. Ad esempio, a Dal, Skammkell ha raccontato che tu piangevi quando Otkell ti è venuto addosso col cavallo. Te lo dico perché odio le calunnie diffuse dai malvagi.” (2)
“Non lasciamoci turbare dalle calunnie” gli disse Gunnar” Da ora in poi non ti chiederò di lavorare più di quanto ti senti di fare.” (3)
“Devo dire qualcosa a tuo fratello Kolskegg?” gli domandò il pastore.
“Va’ pure a dormire tranquillo.” gli rispose Gunnar “Ne parlerò io a Kolskegg.”(4)
Il ragazzo si coricò e si addormentò subito.
Gunnar prese il cavallo del pastore e lo sellò (5) Afferrò lo scudo. si cinse alla vita la spada che gli era stata regalata da Olvir di Hising (6), si mise in testa l’elmo ed afferrò l’alabarda, che mandò un rimbombo. (7)
Rannveig, la madre di Gunnar, udì il rumore, uscì di casa e disse al figlio:” Hai un aspetto furioso, figlio mio. Non ti ho mai visto prima in questo stato.”
Gunnar saltò a cavallo appoggiandosi sull’asta dell’alabarda e galoppò via.
Rannveig rientrò in casa, dove si sentiva un gran vocio.
“State parlando tutti ad alta voce” disse Rannveig a coloro che si trovavano nella sala” ma il rimbombo dell’alabarda di Gunnar è stato più forte delle vostre voci”.
Kolskegg la udì e commentò : “Sta per succedere qualcosa di grosso”.
“Molto bene” osservò Hallgerd “ Ora vedranno come Gunnar scapperà piangendo quando li incontrerà”.
Kolskegg si armò anche lui, montò a cavallo e corse dietro a Gunnar più veloce che poteva.
Gunnar attraversò Akratunga e Geilastofna, poi si diresse vero il fiume Rangá e ne discese il corso fino al guado di Hof. (8) C’erano lì alcune donne, nel recinto dove si mungevano le vacche. Gunnar saltò giù di sella e legò il cavallo. Presto giunse la comitiva di Otkell. Il sentiero che portava al guado era un cammino pietroso pieno di fango.
“Difendetevi ora!”gridò Gunnar “Sono qui con la mia alabarda e vi farò vedere se piango dinanzi a voi”.
Scesero tutti da cavallo e si lanciarono su Gunnar. Hallbjörn era alla loro testa.
“ Non attaccarmi! “ gli urlò Gunnar “Non ho alcuna intenzione di ucciderti, ma non potrò evitare di farlo se sarò costretto a difendere la mia vita”.
“Non posso tirarmi indietro” gli rispose Hallbjörn “Tu vuoi uccidere mio fratello ed io mi coprirei di vergogna se non facessi nulla per aiutarlo”, poi gli si lanciò contro spingendo con le due mani una grande lancia.
La punta della lancia penetrò nello scudo che Gunnar aveva portato avanti per difendersi. Gunnar abbassò lo scudo con tanta forza che esso si piantò nel terreno, poi, in un lampo, afferrò la spada e menò un gran fendente sul braccio di Hallbjörn ,proprio sopra il polso, tagliandoglielo.
Skammkell attaccò Gunnar alle spalle, brandendo un’ascia. Gunnar si voltò di scatto e colpì con la sua alabarda la lama dell’ascia che volò via dalla mano di Skammkell e cadde nel fiume Rangá. Gunnar piantò allora la punta dell’alabarda nel petto di Skammkell, il quale fu sollevato in aria e gettato a capofitto sul sentiero fangoso.
Allora, Authulf prese la lancia e la scagliò contro Gunnar, ma questi la afferrò al volo e la scagliò a sua volta contro il norvegese. La lancia trapassò lo scudo e il petto di Authulf e si piantò nel terreno.
Otkell si avventò contro Gunnar con la sua spada e cercò di colpirlo alla gamba, sotto il ginocchio, ma Gunnar fece un salto ed il colpo andò a vuoto. Subito dopo Gunnar gli piantò la sua alabarda in pieno petto.
In quel momento, arrivò sulla scena dello scontro Kolskegg, si avventò su Hallkell e gli piantò il suo coltellaccio nel petto.
Insieme, Gunnar e Kolskegg uccisero otto uomini.
Una delle donne, quando vide ciò che stava per succedere, corse da Mord, che aveva la sua fattoria nelle immediate vicinanze e gli chiese di fare qualcosa per impedire la strage.
“Facciano ciò che vogliono” le rispose Mord” e si scannino pure tra di loro. Non me ne importa niente!”
“ Come puoi dir questo?” si stupì la donna” Tra loro ci sono Gunnar, che è un tuo parente, e Otkell, che è un tuo amico.”
“Che sciocchezze mi stai contando, stupida donna?” le rispose Mord e se ne stette tranquillo in casa, mentre gli altri si ammazzavano.
Gunnar e Kolskegg tornarono a casa dopo lo scontro, galoppando lungo la riva del fiume, e Gunnar saltò giù di sella d’un balzo, atterrando in piedi.
“Abbiamo fatto una bella cavalcata, fratello” gli disse Kolskegg.
“Sono le stesse parole con cui Skammkell mi sbeffeggiò quando Otkell mi venne addosso con il suo cavallo” osservò Gunnar.
“Ora ti sei vendicato di quell’insulto “ gli rispose Kolskegg.
“Ciò che non riesco a capire” si domandò Gunnar “è se io sia di animo meno saldo degli altri perché uccidere mi turba più di quanto turbi gli altri”.
NOTA
1) Indossare abiti colorati era segno di ricchezza, perché solo individui che disponevano di notevoli mezzi potevano far tingere i tessuti o comprare sul mercato abiti di colori vivaci.
Poiché nei giorni precedenti gli unici notabili che erano passati vicino a Hlidarend per recarsi a Dal erano stati Otkell e i suoi compagni, si poteva facilmente presumere che si trattasse delle stesse persone che ora ritornavano a casa.
2) Sembra strano che le voci si diffondessero in modo così rapido, ma, probabilmente, i pastori delle varie fattorie, che rientravano a casa tutte le sere, venivano informati dagli altri domestici di ciò che era successo durante la giornata e, incontrandosi il giorno successivo al pascolo, si scambiavano le novità.
3) Gunnar apprezza la lealtà del pastore e , come premio, gli concede un alleggerimento dei compiti che gli sono affidati.
4) Il fatto che Gunnar si stia riposando sull’aia e che mandi il pastore a dormire ci lascia pensare che la giornata volga già al tramonto.
5) Anche sella, staffe e speroni erano certamente un equipaggiamento riservato alle persone abbienti. I domestici ( stallieri, garzoni, pastori) cavalcavano a pelo, con le sole briglie.
6) Ciò era accaduto in Norvegia, quando Gunnar, nella sua giovinezza, aveva partecipato ad alcune spedizioni vikinghe.
7) Gunnar non lascia nulla al caso. Non ha soltanto un’ampia esperienza di guerre e di scorrerie ed un’ ottima forma fisica, ma dispone anche di un equipaggiamento militare di tutto rispetto. Il possesso di armi offensive e difensive di buona qualità era quasi sempre sufficiente a fare la differenza in un contesto in cui elmi e scudi erano praticamente inesistenti e l’armamento usuale consisteva, nella maggioranza dei casi, in un coltellaccio o in una falce. Ciò spiega, almeno in parte, perché una persona bene armata riusciva spesso a fare strage di un numero consistente di avversari.
8) Gunnar si rende conto che i suoi nemici hanno scelto un percorso più lungo per cercare di sfuggirgli e decide di precederli cavalcando direttamente verso ovest per attenderli al guado di Hof sul Rangá che dovranno attraversare prima di giungere alla fattoria di Otkell, Kirkjubae.
Capitolo 55
La notizia si sparse in lungo e in largo e molti si stupirono che un fatto del genere non fosse già accaduto prima. Gunnar cavalcò sino a Bergthorshvol ed informò Njial di ciò che era successo.
“Ne hai fatta una veramente grossa”osservò Njal” ma è pur vero che ti hanno provocato al di là di ogni sopportazione”.
“Che cosa succederà ora?” gli domandò Gunnar.
“Mi stai chiedendo di prevedere il futuro?”scherzò Njal ”Succederà semplicemente che ti recherai all’Assemblea del Popolo e che, se seguirai i miei consigli, te ne uscirai con tutti gli onori. E con questo darai inizio alla tua carriera di ammazzasette.” (1)
“Allora, dammi qualche consiglio” lo interruppe Gunnar.
“Certamente” gli rispose Njal” Il mio primo consiglio é di non uccidere mai due volte nell’ambito della stessa linea di discendenza. (2) Il mio secondo consiglio vale, in particolare, per il caso in cui tu non dovessi rispettare il primo ed è di non violare mai gli accordi mediati fra te ed altri da uomini di buona volontà”.
“Credo che altri rischino di fare queste cose più facilmente di me” obiettò Gunnar. (3)
“È vero.” ammise Njal “Ricordati però che,se queste due cose accadranno, non vivrai a lungo, mentre, se non accadranno, giungerai sino alla vecchiaia.”
“Sai quale sarà la causa della tua morte?” gli domandò Gunnar. (4)
“Sì”gli rispose Njal.
“E quale sarà?”.
“Qualcosa che nessuno si aspetterebbe” concluse Njal.
Dopo di ciò, Gunnar tornò a casa.
Gissur il bianco e Geir il sacerdote furono informati degli avvenimenti perché toccava a loro avviare il procedimento penale per l’uccisione di Otkell. I due si incontrarono, si consultarono sul da farsi e decisero che era necessario promuovere un’azione legale contro Gunnar. Poi si domandarono chi dovesse notificargli la citazione in giudizio e nessuno dei due si dichiarò disposto a farlo. (5)
“ Mi pare che ci siano solo due possibilità: “osservò Gissur “o uno di noi due accetta di effettuare la notifica- potremmo tirare a sorte- oppure la famiglia di Otkell non otterrà alcun risarcimento. Possiamo già prevedere fin d’ora che la causa sarà difficile da portare avanti. Gunnar ha molti parenti ed amici. Anche quello di noi due che non sarà prescelto dalla sorte dovrebbe impegnarsi ad accompagnare l’altro e a non tirarsi indietro finché la notifica non sia stata effettuata.”
In seguito tirarono a sorte e il compito di effettuare la notifica ricadde su Geir il sacerdote.
Subito dopo cavalcarono verso ovest, attraversando i fiumi, e giunsero al luogo dello scontro sulle rive del Rangá. Fecero esumare i cadaveri e chiamarono dei testimoni a identificare le vittime. Dopo di ciò,infiomarono di ciò che avevano constatato nove vicini di Gunnar, ai quali chiesero di assistere alla notifica della citazione.
Furono allora informati che Gunnar si trovava a casa sua con trenta uomini. Geir il sacerdote domandò a Gissur se sarebbe stato disposto ad accompagnarlo con cento uomini, ma Gissur gli rispose che non desiderava farlo nemmeno in presenza di un tale divario di forze.
Di conseguenza, se ne tornarono a casa. La notizia della tentata notifica fece il giro di tutta l’Islanda e cominciò a spargersi la voce che la prossima Assemblea del Popolo sarebbe stata tempestosa.(6)
NOTA
1) Njal fa qui un’acuta osservazione psicologica. Ora che Gunnar ha rotto il tabù che gli impediva di ammazzare un uomo nell’ambito della società civile ( al dei fuori delle circostanze eccezionali costituite da scorrerie in terre straniere e spedizioni militari) diventerà molto più facile per lui uccidere.
2) L’uccisione di un padre e di un figlio poteva comportare l’estinzione di una linea familiare ed era dunque considerata un atto particolarmente grave.
3) Gunnar ritiene che, da uomo posato e riflessivo qual è, non rischierà certamente di compiere stragi indiscriminate o di violare accordi in precedenza accettati,ma Njal lo invita comunque alla prudenza.
4) La domanda non è molto coerente con il discorso che precede, ma si può bene immaginare che Gunnar, ascoltando le previsioni di Njal, gli domandi, scherzosamente, se è in grado di prevedere anche le cause della propria morte.
5) Nelle condizioni primitive dell’epoca la notifica della citazione in giudizio poteva facilmente essere accolta da una reazione violenta dell’interessato.
6) In assenza di una valida citazione in giudizio, il procedimento non poteva avere corso. L’unico modo di rilanciare l’azione consisteva dunque nel proporla dinanzi all’assemblea dove la presenza di una massa di gente avrebbe dissuaso gli accusati dal reagire in modo violento.
Capitolo 56
C’era un uomo chiamato Skafti (1), figlio di Thorodd e di Thorvör, figlia di Thormod Skafti (1), che era a sua volta figlio di Oleif il grosso, figlio di Ölvir, l’amico dei bambini. (2) Apparteneva ad una famiglia di importanti notabili, esperti in questioni legali, ma suo padre Thorodd aveva fama di persona alquanto astuta e inaffidabile. Entrambi solevano assistere Gissur il bianco nelle cause di cui si occupava.
Molti abitanti di Flothlid e della regione del fiume Rang parteciparono all’assemblea generale. Erano infatti così legati a Gunnar che avevano decisio di accompagnarlo. Giunti alla piana dove si teneva l’assemblea, ricoprirono i loro padiglioni. (3)
Stavano dalla parte di Gissur il bianco i seguenti notabili: Skafti e Thorodd, Asgrim, figlio di Ellida-Grim, Odd di Kidjaberg e Halldor, figlio di Ornolf.
Ogni giorno, l’assemblea si riuniva sul Monte della Legge.(4)
Geir il sacerdote si alzò e diede lettura dell’atto d’accusa formulato contro Gunnar per l’uccisione di Otkell. Gunnar fu poi accusato anche dell’uccisione di Hallbjiorn il bianco, di Audolf e di Skammkell. Kolskegg fu a sua volta accusato dell’uccisione di Hallkell. Quando Geir ebbe finito la lettura degli atti d’accusa, la gente osservò che le accuse erano correttamente formulate. (5) In seguito Geir chiese agli imputati di indicare il distretto in cui abitavano e il loro domicilio. (6) Dopo di ciò, la seduta fu sciolta.
Si giunse così al giorno in cui il tribunale doveva riunirsi per la trattazione della causa. I sostenitori delle due parti erano presenti in gran numero. Geir il sacerdote e Gissur il bianco presero posto a sud del Tribunale per il distretto del fiume Rang (7), Gunnar e Njall si sedettero al lato nord.
Geir il sacerdote chiese a Gunnar di ascoltare il suo giuramento (8) e giurò, poi espose l’accusa (9) e presentò testimoni a confema della regolare notificazione dell’atto d’accusa. In seguito invitò coloro che erano stati chiamati a far parte della giuria a prender posto, domandò agli imputati se desiderassero contestare la composizione della giuria ed infine invitò i membri della giuria ad esporre le loro conclusioni. (10)
I membri della giuria si presentarono al tribunale, chiamarono testimoni ad attestare la loro nomina (11) e, preliminarmente, si dichiararono incompetenti a pronunciarsi sull’uccisione di Audolf, perché non spettava loro decidere questo punto in mancanza di una denuncia dei parenti di Audolf, che abitavano in Norvegia. (12)
Dopo di ciò si pronunciarono sull’uccisione di Otkell e dichiararono che Gunnar era colpevole di omicidio. Geir il sacerdote invitò Gunnar a difendersi e fece attestare da testimoni la regolarità di tutti gli atti procedurali che erano stati compiuti sino a quel momento. (13)
Gunnar, a sua volta, invitò Geir il sacerdote ad ascoltare il suo giuramento e gli argomenti che egli avrebbe esposto in propria difesa.
Dopo aver pronunciato il suo giuramento, così parlò: “ Ecco la mia difesa. Attesto che, in presenza dei miei vicini, da me chiamati come testimoni, dichiarai Otkell fuorilegge a causa della sanguinosa ferita che mi causò con il suo sperone. TI proibisco a norma di legge, Geir il sacerdote, di portare avanti questa causa ed invito i giudici ad astenersi dal pronunciare un giudizio, perché dichiaro invalido il tuo atto d’accusa.La mia eccezione di illegittimità si basa su un diritto legale, incontestabile, assoluto e vincolante che io traggo dal regolamento dell’assemblea generale e dalle norme del diritto comune. Ed ora voglio parlarti di un’altra procedura che intendo avviare da parte mia”.
“Vorresti sfidarmi a duello, come è tua abitudine, e schivare così la legge?” gli domandò Geir. (14)
“No.” gli rispose Gunnar” ma voglio intentar causa contro di te, perché hai convocato il tribunale affinché si pronunciasse sull’uccisione di Audolf, pur sapendo che era incompetente, e chiedo perciò che tu sia bandito per tre anni”. (15)
“Non puoi procedere in questo modo” si intromise Njall” perché ciò condurrebbe soltanto ad esacerbare il conflitto.Mi sembra che entrambe le parti possano addurre argomenti validi. Ci sono stati alcuni omicidi di cui tu , Gunnar, non puoi non essere ritenuto responsabile. Nello stesso tempo, tu hai avviato una procedura al termine della quale Geir sarà ritenuto responsabile di aver compiuto un’illegalità. Renditi conto, Geir, che pende su di te la minaccia di una procedura che ti condurrà al bando, se tu non farai ciò che io ti consiglio”.
Thorodd il sacerdote osservò: “ A me e a Skafti sembra che la cosa migliore da fare sia che vi mettiate d’accordo, ma perché non intervieni tu, Gissur il bianco?”.
“Mi sembra che la nostra azione sia bloccata da alcuni potenti ostacoli” osservò Gissur” perché gli amici di Gunnar lo sostengono con forza. (16) Di conseguenza, se Gunnar è d’accordo, la cosa migliore da fare sarebbe cercare degli arbitri e giungere ad una transazione.”
“Io sono sempre stato un fautore di soluzioni pacifiche” rispose Gunnar “ Non nego di aver ecceduto, ma rimango convinto di essere stato grandemente provocato”.
Su parere dei più saggi si convenne che la faccenda fosse sottoposta ad arbitrato e furono nominati sei arbitri, che avrebbero dovuto decidere prima che terminasse l’assemblea generale.
Fu deciso che l’uccisione di Skammkell rimanesse senza compensazione, che l’uccisione di Otkell fosse compensata dalla ferita inferta con lo sperone e che le altre uccisioni (17) fossero risarcite con il pagamento di un ammenda corrispondente al valore dell’ucciso. (18) I parenti di Gunnar contribuirono a raccogliere il denaro così che l’intero ammontare dovuto fosse pagato in una sola rata, prima della fine dell’assemblea generale.
Geir il sacerdote e Gissur il bianco scambiarono poi promesse di amicizia con Gunnar.
Gunnar ritornò dall’assemblea. Ringraziò coloro che lo avevano sostenuto e distribuì molti regali. Ricavò da tutto ciò che era successo grande considerazione. Dopo di ciò, continuò a vivere tranquillo in casa sua.
NOTE
1) Skafti Thoroddson fu giureconsulto dell’assemblea generale dal 1004 al 1020. I fatti qui riportati si svolgono in epoca precedente al suo incarico.
2) Ölvir, capo vikingo norvegese, era detto “barnacarl” (“amico dei bambini”), perché nelle sue scorrerie era solito risparmiare i bambini.
3) La frase lascia pensare che nei Campi dell’Assemblea (“thingsvellir”) esistessero strutture stabili in legno o in muratura che venivano, ogni volta, ricoperte di tende per formare veri e propri padiglioni.
4) Il Monte della Legge (“lögberg”) era il luogo, più elevato, in cui si riuniva l’assemblea generale.
5) Si può pensare che un primo controllo della ricevibilità di un’accusa avesse già luogo al momento della sua lettura. Se un’accusa appariva, ad esempio, manifestamente infondata, la reazione negativa dell’assemblea costituiva un valido motivo per lasciarla cadere.
6) L’accertamento del domicilio dell’imputato era necessario per fissare la competenza di un tribunale distrettuale. Nel 965 d.C. il territorio islandese era infatti stato diviso in quattro distretti (fjórdungar), presso le cui assemblee erano istituiti tribunali competenti a giudicare le cause quando entrambe le parti erano domiciliate nel distretto. Nel caso di specie, le parti risiedevano nel Sunnlendigafjordungur, il distretto meridionale, che corrispondeva di fatto alla zona sud-occidentale dell’Isola.
7) Risulta dalla saga che i tribunali distrettuali potevano essere convocati anche nell’ambito di un’assemblea generale, come sembra avvenire nel caso di specie.
8) Le parti dovevano giurare di svolgere le loro argomentazioni con sincerità e buona fede.
9) L’uso della forma verbale “lyst” (“lesse”) lascia pensare che Geir desse lettura di un documento scritto, ma si deve ricordare che le saghe furono redatte nel XIII° secolo d. C., quando la scrittura aveva ormai avuto una certa diffusione in Islanda e la procedura scritta era divenuta d’ uso corrente nelle cause penali. Si può dunque immaginare che l’autore della saga abbia usato inconsciamente un termine che non corrispondeva alla realtà del tempo in cui si erano svolti i fatti da lui narrati. La pratica della scrittura si diffuse gradualmente nell’isola soltanto con l’arrivo del Cristianesimo, cioè a partire dall XI° secolo d.C.
10) Troviamo qui applicato il sistema della giuria ancora oggi in uso in molti paesi. Si può pensare che, in mancanza di un ordinamento giudiziario, i membri della giuria fossero proposti dall’ accusatore e accettati o respinti dall’ accusato.
11) Ho interpretato in questo senso la frase “nefndu ser votta”, letteralmente “citarono per sé dei testimoni”. La frequenza con cui vengono chiamati dei testimoni che attestino ( e possano attestare anche in futuro) la regolarità di ogni atto del procedimento, lascia pensare all’inesistenza di un processo verbale. È più che probabile, infatti, che a quei tempi non esistesse una procedura scritta. Nell’ambito di un procedimento che si svolgeva in tempi molto brevi non era immaginabile, per varie ragioni ( prima fra tutte la mancanza di persone capaci di scrivere che potessero fungere da cancelliere), redigere un verbale che desse conto di tutti gli atti compiuti e che permettesse di controllarne la regolarità, la quale veniva quindi attestata a posteriori dalla testimonianza delle persone che avevano assistito al compimento di un atto.
12) Per i reati, anche quelli più gravi come l’omicidio, non si procedeva d’ufficio, ma su denuncia della parte lesa o, in caso di omicidio, dei parenti dell’ucciso. In mancanza di denuncia, nessun procedimento poteva essere avviato.
13 ) L’argomento di Gunnar sembra oggettivamente abbastanza debole. Neppure la legge del taglione prevede che una ferita possa essere ripagata con un omicidio.In effetti, se nel corso della causa si giungerà ad una simile compensazione, ciò sembra essere il risultato più dell’equilibrio di forze delle parti in causa che di considerazioni strettamente giuridiche.
14) Geir pensa che Gunnar voglia cercare una scappatoia nel duello giudiziario, l’”ordalia”, istituto che sottoponeva la soluzione della causa al giudizio di Dio. L’ordalia poteva però avere un senso nel caso di un duello tra due persone più o meno pari tra di loro per età, forza ed esperienza nell’uso delle armi. In caso diverso poteva facilmente assumere l’aspetto di un espediente per sfuggire alle proprie responsabilità, espediente che Gunnar non riteneva compatibile con la propria dirittura morale.
15) La messa al bando per tre anni quale punizione per aver proposto un’azione penale infondata sembra un po’ eccessiva, ma era evidentemente la pena prevista dall’ordinamento allora in vigore.
16) In mancanza di una organizzazione statale che avesse i mezzi per imporre con la forza l’esecuzione delle norme penali, l’esercizio della giustizia era molte volte affidato alla diplomazia ed il risultato di un’azione penale veniva spesso determinato, come nel presente caso, da un accordo tra le parti.
17) Mentre l’uccisione di Otkell e di Skammkel poteva trovare una giustificazione, l’uccisione dei loro compagni di viaggio era ingiustificata e doveva quindi essere risarcita.
18) Un preciso tariffario indicava l’ammenda da pagare per un omicidio, che era diversa secondo che l’ucciso fosse un uomo libero o uno schiavo.
Capitolo 57
C’era un uomo di nome Starkad, figlio di Börk il barbuto dai denti guasti, figlio di Thorkel dalle gambe fasciate (1), quello che si era stabilito presso il monte Thriyrning. Era sposato con una donna chiamata Hallbera, figlia di Hroald il rosso e di Hildigunn, figlia di Thorstein il passero. La madre di Hildigunn si chiamava Unn, ed era figlia di Eyvind la carpa e sorella di Modolf il saggio, capostipite della famiglia dei Modolfingi. Starkad e Hallbera avevano tre figli maschi, Thorgeir, Börk e Thorkell e una figlia femmina, Hildigunn la guaritrice. I maschi erano molto violenti, arroganti e di cattivo carattere, e non avevano alcun rispetto per i diritti degli altri.
NOTE
1) I soprannomi degli antichi islandesi si riferivano spesso a particolarità fisiche o dell’abbigliamento.”Blátannar”sembra riferirsi ai denti guasti (“blá tand”= “dente blu” o “dente nero” ). “Blåtand” era il soprannome di Harald, figlio di Gorm il vecchio, re di Danimarca dal 958 d.C. al 986 d.C. circa. Il termine “bundinfóta” potrebbe riferirsi all’abitudine di fasciare le gambe.
Capitolo 58
C’era un uomo di nome Egil, figlio di Kol, figlio di Ottar detto Ballar, quello che sbarcò tra Stotalaekur e Reydarvatn. Suo fratello era Önund di Tröllaskog, padre di Hall il forte, che partecipò all’assassinio di Holta-Thor insieme con i figli di Ketil, quello che aveva la parola facile. Egil abitava a Sandgil. Aveva avuto da Steinvör, sorella di Starkad di Trihyrning, tre figli che si chiamavano Kol, Ottar e Hauk. Erano giovani robusti e violenti, sempre pronti a litigi e risse. Facevano banda con i figli di Starkad. La loro sorella Gudrun, detta Aurora Boreale (1), era invece una ragazza pacifica e di buone maniere.
Egil ospitava a quel tempo due norvegesi, Thor e Thorgrim, che si trovavano per la prima volta in Islanda. Erano persone cordiali ed agiate, esperte nell’uso delle armi e capaci sotto tutti gli aspetti.
Starkad possedeva un ottimo stallone, di colore fulvo, e lui e i suoi figli ritenevano che nessun altro cavallo potesse competere con lui nella lotta.
Una volta che erano venuti a trovarli i loro cugini di di Sandgil, i figli di Starkad si misero a passare in rassegna tutti gli abitanti della zona di Fljotshlid e, alla fine, si domandarono se ce ne fosse uno che possedesse un cavallo degno di affrontare il loro stallone. Alcuni di coloro che partecipavano alla conversazione, per compiacerli, affermarono che non c’era nessuno che potesse sfidarli perché non c’era nessuno che possedesse uno stallone forte come il loro.
Intervenne allora Hildigunn: “Io conosco qualcuno che potrebbe sfidarvi”.
“E chi sarebbe?” le domandarono.
“Gunnar di Hlidarend” rispose “ Ha uno stallone baio che può competere con il vostro e con qualsiasi altro cavallo”.
“Voi donne avete occhi soltanto per Gunnar” ribatterono “ È vero che Geir il sacerdote e Gissur il bianco non hanno fatto una gran bella figura con lui, ma noi ce la caveremmo meglio”.
“Ve la cavereste ancor peggio” tagliò corto Hildigunn.
Ne nacque un’accesa discussione.
“Gunnar è l’ultima persona con cui vi consiglio di attaccar briga” osservò Starkad“ perché è protetto dalla buona sorte” (2).
“Ci autorizzi almeno a sfidarlo ad una lotta di cavalli?” gli domandarono.
“Ve lo permetto a condizione che non facciate stupidaggini”.
Gli promisero che si sarebbero comportati in modo irreprensibile.
Si recarono allora a Hlidarend. Gunnar, che era in casa, uscì fuori ad accoglierli, insieme con Kolskegg e Hjört, li salutò amichevolmente e chiese loro dove fossero diretti.
“Venivamo proprio da te” gli risposero “ Abbiamo saputo che sei proprietario di un bello stallone e vorremmo proporti una lotta di cavalli”.
“Non si può dir molto del mio stallone” si schermì Gunnar “ È giovane e non ha alcuna esperienza”.
“Potresti provare” insistettero “Hildigunn ci ha detto che sei molto orgoglioso di questo cavallo”.
“Come siete venuti a parlarne?” domandò loro Gunnar.
“C’erano alcuni che sostenevano che tu non avresti osato farlo lottare con il nostro stallone” gli risposero.
“Non vedo perché non dovrei osare” fece Gunnar” anche se, sinceramente, non mi sembra una grande idea”.
“Possiamo contare sul tuo accordo?” gli domandarono.
“Potete essere contenti di aver ottenuto ciò che volevate “rispose Gunnar” ma io pongo una condizione: desidero che questa lotta di cavalli sia un’occasione per offrire uno spettacolo alla gente, non per creare discordia tra di noi, e non voglio che voi approfittiate di un risultato a me sfavorevole per cercare di deridermi. Se vi comporterete con me come siete soliti fare con gli altri, state sicuri che ve ne farò pentire. Ricordatevi che vi renderò pan per focaccia”.
Quando ritornarono a casa, Starkad domandò loro dove fossero andati.
Risposero che erano andati da Gunnar e che il loro viaggio era stato fruttuoso. “Ha promesso che avrebbe fatto lottare il suo stallone ed abbiamo fissato l’incontro” raccontarono” ma appariva evidente da tutto il suo comportamento che si sentiva inferiore a noi e che avrebbe desiderato evitare questa sfida”.
“Gunnar è spesso riluttante a lasciarsi trascinare in una contesa, ma è difficile da calmare quando vede che non gli rimane altra scelta “osservò Hildigunn.
Gunnar andò a trovare Njall, gli raccontò della lotta tra gli stalloni e della conversazione che aveva avuto e gli domandò come sarebbe andata a finire.
“Avrai tu la meglio” gli rispose Njall “ ma la questione si risolverà con la morte di molte persone”.
“Morirò anch’io ?” gli domandò Gunnar.
“No. Non questa volta” gli rispose Njall “ ma i tuoi vecchi avversari non dimenticheranno la vostra inimicizia, in questa occasione ti farai dei nuovi nemici e d’ora in poi non avrai più un momento di pace”.
Dopo di ciò, Gunnar ritornò a casa.
NOTE
1) Ho interpretato in questo senso il termine “nattsol”, letteralmente “sole notturno”.
2) Per non irritare i suoi figli e i suoi nipoti dicendo con chiarezza che Gunnar è più forte di loro, Starkad osserva diplomaticamente che è meglio essere prudenti con uno che è protetto dalla buona sorte.
Capitolo 59
In quel periodo morì Höskuld, il suocero di Gunnar. Qualche giorno dopo, Thorgerd di Grjotá, la figlia di Hallgerd, che aveva sposato Thrain, diede alla luce un bambino e mandò chiedere alla madre come dovesse chiamarlo: Glum, come suo padre, o Höskuld come il nonno paterno? Hallgerd le consigliò di chiamarlo Höskuld e così fu fatto.
Gunnar e Hallgerd ebbero due figli: Högni e Grani. Högni era un ragazzo capace, tranquillo, riflessivo e leale.
Giunse il giorno della lotta fra i cavalli e molta genne venne ad assistervi. C’erano Gunnar e i suoi parenti, i discendenti di Sigfuss, e c’era Njall, con tutti i suoi figli.
Starkad ed Egil, che erano venuti con i loro figli, dissero a Gunnar che era il momento di far scendere in lizza gli stalloni e Gunnar fu d’accordo.
“Mi lasci pungolare il tuo cavallo?” domandò Skarpheddin.
“No” gli rispose Gunnar.
“Eppure sarebbe meglio che tu mi affidassi questo compito” obiettò Skarpheddin” Io sono cattivo come i nostri avversari”.
“Con te basterebbe un momento per arrivare alle mani” gli rispose Gunnar” Facendo a modo mio, non ci azzufferemo subito, anche se non potremo evitar che vada a finire male”. (1)
I cavalli furono portati sul terreno.
Gunnar si preparò a incitare il suo stallone, che era tenuto per la briglia da Skarpheddin. Gunnar era vestito di una tunica rossa, con una grande cintura di color bianco, ed aveva in mano un lungo bastone.
Gli stalloni si affrontarono a morsi per lungo tempo, senza che ci fosse alcun bisogno di pungolarli, e diedero veramente spettacolo.
Ad un cetro punto, Thorgeir e Kol decisero che, nell’assalto successivo,avrebbero frustato il loro stallone con gran forza in modo che si lanciasse in avanti con grande irruenza e travolgesse Gunnar. (2)
Quando i cavalli si affrontarono di nuovo, Thorgeir e Kol si misero dietro al loro stallone e lo pungolarono con gran forza. Gunnar, a sua volta, pungolò anche lui con grande energia il suo stallone e, in un attimo, Thorgeir e Kol si ritrovarono stesi per terra, sotto il loro cavallo. (3) Si rialzarono e si lanciarono su Gunnar. Quest’ultimo li schivò, afferrò Kol e lo sbattè per terra con violenza così da fargli perdere i sensi, ma Thorgeir tirò con il suo bastone al cavallo di Gunnar un colpo così forte che gli cavò un occhio. Allora Gunnar gli diede una bastonata in testa ed anche lui cadde a terra privo di sensi.
Gunnar si accostò al suo stallone e disse a Kolskegg: “Uccidilo! Non deve sopravvivere menomato”.
Kolskegg prese un coltello e tagliò la gola allo stallone.
Nel frattempo Thorgeir, che aveva ripreso i sensi, aveva afferrato le proprie armi e voleva lanciarsi su Gunnar, ma i numerosi presenti si interposero e lo trattennero.
“Queste scazzottate mi annoiano” commentò Sharpheddin “ Trovo che sia molto più degno per gli uomini affrontarsi con le armi”.
Gunnar si mantenne così calmo che bastò un uomo per trattenerlo e non si lasciò andare ad insulti e improperi.
Njall cercò di mediare tra i contendenti e di riappacificarli, ma Thorgeir dichiarò che non avrebbe proposto né accettato alcun accordo e che voleva uccidere Gunnar per vendicare la bastonata che aveva ricevuto.
“Non sono mai bastate le parole ad abbattere un uomo solido come Gunnar” osservò Kolskegg “ ed andrà così anche questa volta”.
Coloro che avevano assistito alla lotta tra i cavalli ritornarono ciascuno alla propria casa.
Nessuno attaccò Gunnar e l’inverno passò senza che accadesse nulla degno di nota.
All’assemblea generale che si svolse l’estate successiva Gunnar incontrò suo cognato, Olaf il pavone, che lo invitò a casa sua, ma lo ammonì di stare in guardia “ perché cercheranno di farti tutto il male che possono” e gli consigliò di viaggiare sempre con una numerosa scorta.
Olaf dava sempre a Gunnar molti saggi consigli ed i due erano legati da profonda amicizia.
NOTE
1) Sapendo con chi ha a che fare, Gunnar prevede giustamente che la lotta tra i cavalli finirà con una rissa, ma cerca di fare il possibile per evitarlo.
2) I proprietari dei cavalli in lotta stavano dietro ai rispettivi campioni per dirigerli, incitarli e pungolarli. (È questa la ragione per cui la saga ci dice che Gunnar aveva in mano un lungo bastone). Nelle intenzioni malevole di Thorgeir e Kol, l’assalto del loro cavallo avrebbe dovuto travolgere insieme lo stallone avversario e il suo proprietario, Gunnar.
3) È evidente che Gunnar, conoscendo la malvagità dei suoi avversari, si aspettava fin dall’inizio qualche brutto tiro da parte loro e li sorvegliava con attenzione, cosicché quando si accorge della loro manovra reagisce con estrema prontezza.
Capitolo 60
Accadde che Asgrim, figlio di Ellida-Grim, intentasse causa dinanzi all’assemblea contro Ulf, figlio di Uggi, per una questione di eredità. La causa sembrava procedere bene finché Asgrim, che di solito era molto attento a queste cose, non incorse in un errore di procedura: invitò cinque persone a far parte della giuria anziché nove. (1) La controparte eccepì immediatamente questo vizio di procedura per bloccare l’azione.
Intervenne allora Gunnar, che disse a Ulf: “Se tu non intendi riconoscere agli altri i diritti loro spettanti, io ti sfido a un duello giudiziario, Ulf, figlio di Uggi”.
“Non è una cosa che ti riguardi” gli rispose Ulf.
“Fa lo stesso” ribattè Gunnar. “I miei amici Njall e Helgi avrebbero certamente desiderato che io intervenissi in difesa di Asgrim, qualora, come accade adesso, non fossero presenti per occuparsi essi stessi della causa (2)
Andò a finire che Ulf fu costretto a pagare l’intera somma che gli era stata richiesta.
Asgrim espresso tutta la sua gratitudine a Gunnar: “Ti invito a casa mia quest’estate. Sarò sempre al tuo fianco in tutte le questioni in cui tu dovessi essere coinvolto e non sarò mai tuo avversario”.
Dopo di ciò Gunnar ritornò a casa.
Poco più tardi, incontrò Njall, il quale lo invitò ad essere prudente e gli riferì di aver sentito dire che la gente di Trihyrning voleva tendergli un agguato. Di conseguenza lo esortava a viaggiare sempre con una buona scorta e a non dimanticare mai di portare con sé le propri armi. Gunnar promise che sarebbe stato attento, poi disse a Njall che Asgrim lo aveva invitato a casa sua e che lui pensava di andarci in autunno.
“Non far sapere a nessuno quando partirai né quanto durerà il viaggio” gli consgliò Njall e aggiunse “Manderò i miei figli ad accompagnarti, così i tuoi nemici non ti attaccheranno”.
Questo fu l’oggetto della loro conversazione.
Trascorse l’estate e, quando mancavano soltanto otto settimane all’inizio dell’inverno, Gunnar disse a Kolskegg: “Preparati! Ci rechiamo in visita a Tunga”.
“Devo avvertire i figli di Njall?” gli domandò Kolskegg.
“No” gli rispose Gunnar “ Non desidero che abbiano dei problemi per causa mia.”
NOTE
1) In talune cause di minore importanza la giuria poteva essere composta di 5 membri, ma abitualmente doveva essere formata da 9 membri. Cfr. Il “Grágás” (“Leggi dell’Oca Grigia”), codice che raccoglie le leggi emanate dall’assemblea generale islandese (“Althing”) nel corso dei secoli, volume III, paragrafo 632.
2) Njall e Asgrim avevano stretti legami di parentela. Helgi, figlio di Njall, aveva infatti sposato Thorhalla, figlia di Asgrim.
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