Capitolo II
1 Il Maestro disse: “ Il sovrano virtuoso è come la Stella Polare, che sta fissa al suo posto, mentre tutti gli astri le ruotano intorno ”.
2. Il Maestro osservò : “ Le trecento poesie del Libro delle Odi (1) si possono riassumere in una sola frase:' I vostri pensieri siano puri ' ”.
3. Il Maestro disse: “ Se il popolo è disciplinato dalle leggi e tenuto calmo dalle sanzioni, eviterà di violare le norme, ma non si vergognerà dei proprî difetti. Se, invece, è governato con la virtù e tenuto in pace dall’osservanza dei riti, si vergognerà delle proprie carenze e si emenderà da solo.”
4.Il Maestro confessò:
“ A quindici anni non facevo altro che studiare.
A trenta ero sicuro di me stesso.
A quaranta non avevo più dubbi.
A cinquanta conoscevo ormai la Volontà del Cielo.
A sessanta non avevo più bisogno di riflettere.
A settanta mi basta seguire il mio cuore per essere certo di non sbagliare “. (2)
5. Mèng Yì Zĭ (3) domandò in che cosa consistesse la pietà filiale.
“ Nell’obbedienza ” gli rispose il Maestro.
Poco dopo, mentre Fán Chí (4) guidava la sua carrozza, il Maestro gli disse: “ Mèng mi ha chiesto in che cosa consistesse la pietà filiale ed io gli ho risposto che consisteva nell’obbedienza ”.
“ Che intendete dire con questo? ” gli domandò allora Fán Chí.
“ Significa ” gli rispose il Maestro “ che, finché i genitori sono vivi, occorre rispettarli ed averne cura conformemente alle tradizioni; che, quando muoiono,occorre seppellirli con decoro, conformemente alle tradizioni e che, in seguito, occorre offrire sacrifici al loro spirito, conformemente alle tradizioni.”
6. A Mèng Wŭ Bò (5) che gli domandava in che cosa consistesse la pietà filiale, il Maestro rispose: “ Nel fare in modo che i tuoi genitori non abbiano da preoccuparsi d’altro che della tua salute ”.
7. A Zĭ Yŏu (6) che lo pregava di definire la nozione di pietà filiale, il Maestro disse: “ Oggigiorno si intende per pietà filiale l’assicurare il nutrimento ai genitori. Ma non si dà da mangiare anche ai cani ed ai cavalli? Se manca il rispetto, qual è la differenza? ”.
8. Zĭ Xià chiese al Maestro di definire la pietà filiale. “ Ciò che è difficile ” gli spiegò il Maestro ” è andare oltre le apparenze. Basta che i giovani aiutino gli anziani o portino loro cibi e bevande per poter affermare che questa è pietà filiale? ”.
9. Il Maestro osservò: “ Ho parlato a Huí (7) tutta la giornata e non ha mai reagito a ciò che gli dicevo, come se non avesse capito nulla. In seguito, esaminando la sua condotta privata, ho constatato che è conforme ai miei insegnamenti. Huí non è uno stupido.”
10. Il Maestro disse: “ Esaminate i comportamenti di un uomo e le ragioni che li determinano. Considerate le cose che gli piacciono. Chi potrà nascondere il proprio carattere? Chi riuscirà mai a farlo? ”.
11. Il Maestro osservò: “ Chi non dimentica ciò che ha imparato ed impara sempre cose nuove sarà un buon maestro ”.
12. Il Maestro disse: “ L’uomo di valore è buono per tutte le stagioni ”. (8)
13. Zĭ Gòng chiese al Maestro di definire il galantuomo. “ Il galantuomo” gli spiegò il Maestro ” è una persona che mantiene la parola data ”.
14 Il Maestro disse: “ L’uomo di valore supera la partigianeria e sa innalzarsi ad una visione generale. L’uomo dappoco è settario ed incapace di percepire il bene comune.”
15. Il Maestro osservò: “ Studiare senza riflettere è inutile. Riflettere, senza aver studiato, è pericoloso”.
16 Il Maestro osservò: “ Lo studio di dottrine bizzarre è dannoso. ”
17 Il Maestro disse a Yóu: “ Ti spiegherò che cos’è la sapienza. Essere coscienti di ciò che si sa e, quando non si sa, essere capaci di riconoscerlo: ecco che cos’è la sapienza.” (9)
18. Zĭ Cháng (10) studiava per poter ottenere un posto da funzionario. Il Maestro gli diede allora questi consigli: "Ascolta molto, poi lascia da parte le cose che non hai capito e parla delle altre facendo attenzione a ciò che dici. Se ti comporterai così, non rischierai di fare brutte figure. Osserva molto, poi lascia da parte le cose che ti sembrano azzardate, e metti in pratica le altre con prudenza. Se ti comporterai così, non avrai da pentirtene. Chi evita di dire stupidaggini e di fare sciocchezze è già sulla buona strada per trovare un impiego.”
19. Al duca Āi (11) che gli domandava che cosa dovesse fare per mantenere tranquillo il popolo, il Maestro rispose: “ Favorisci gli onesti, allontana i corrotti ed il popolo sarà contento. Promuovi i corrotti, caccia gli onesti ed il popolo si ribellerà ”.
20.Jì Kāng Zĭ (12) domandò al Maestro come si potesse rendere il popolo rispettoso, fedele e devoto al sovrano. Il Maestro rispose: “ Governare con serietà assicura il rispetto. Mostrare riverenza verso gli anziani e benevolenza verso i sudditi assicura la fedeltà. Promuovere le persone capaci e biasimare gli incompetenti assicura la devozione.”
21 Qualcuno domandò a Confucio: “ Perché non vi occupate degli affari pubblici? ”. Il Maestro gli rispose domandandogli a sua volta: “ Che cosa dice il Libro dei Documenti a proposito della pietà filiale? :' Chi rispetta i genitori ed ha buoni rapporti con i fratelli contribuisce già al benessere dello Stato'. Vi sembra necessario mettersi ancora a far politica? ”. (13)
22. Il Maestro osservò: “ Non so a che cosa possa servire un uomo insincero. È un carro senza timone, un barroccio senza finimenti (14). Come può andare avanti ? ”.
23. Zĭ Zhāng (15) domandò se fosse possibile prevedere ciò che sarebbe accaduto nel lontano futuro.
“ I Yīn ” gli rispose il Maestro “ si sono fondati su ciò che avevano fatto i Xià e noi siamo in grado di sapere che cosa hanno scartato e che cosa hanno aggiunto. I Zhōu si sono fondati su ciò che avevano fatto i Yīn e noi possiamo sapere che cosa hanno scartato e che cosa hanno aggiunto. Sulla base dell’esperienza passata si può dunque prevedere ciò che farà chi verrà dopo i Zhōu fosse anche fra cento generazioni”. (16)
24. Il Maestro disse: “ Offrire sacrifici agli antenati di un altro è piaggeria. Sapere che cosa è giusto e non farlo è mancanza di coraggio.”
NOTE
1) Il “Libro delle Odi” ( 詩 經 “shī jīng” ) è la prima antologia conosciuta di poesia cinese. Secondo la tradizione, sarebbe
stata curata proprio da Confucio. Vi figurano 305 poesie di autori anonimi, composte per la maggior parte nel periodo dei Zhōu Occidentali 西 周 (1046 a.C-771 a.C.).
2) Si ispira certamente a questo brano dei Dialoghi la confessione del giapponese Hokusai 北 斎; (1760-1849), il famoso pittore e disegnatore di stampe :” A sei anni ho cominciato a disegnare. A cinquanta avevo già pubblicato un’infinità di disegni, ma solo a settanta ho iniziato a produrre qualcosa di valido. A settantatre ho più o meno intuito la struttura delle cose che disegnavo. A ottant’anni progredirò sempre di più sulla via della conoscenza. A novant’anni penetrerò l’essenza delle cose. A cent’anni disporrò di una tecnica meravigliosa. A centodieci anni sarò un artista perfetto: tutto ciò che dipingerò sarà vivo. Chi mi avrà seguito per tutta la mia carriera potrà giudicare se avrò mantenuto la mia parola”.
3) Mèng Yì Zĭ 孟 懿 子 apparteneva ai Mèngsūn 孟 孫 , una delle tre famiglie Huán 三 桓 ( tre famiglie aristocratiche discendenti dal duca Huán 桓 公 ) che spadroneggiavano nel ducato di Lŭ 魯 國 . Allievo di Confucio, fu ministro sotto i duchi
Zhāo 魯 昭 公 (542 a.C-510 a.C), Dìng 魯 定 公 (510a.C.-495a.C.) e Āi 魯 哀 公 (495 a.C- 467 a.C.)
4) Nell’elenco dei discepoli di Confucio non ho trovato alcun Fán Chí 樊 遲 . Potrebbe però anche trattarsi di Fán Xū 樊 須 detto Zĭ Chí 子 遲.
5) Mèng Wŭ Bó 孟 武 伯 , figlio del già ricordato Mèng Yì Zĭ 孟 懿 子, fu un importante dignitario del ducato di Lŭ 魯 國 .
6) Yán Yăn 言 偃, detto Zĭ Yŏu 子 游, discepolo di Confucio, fu un letterato di prestigio.
7) Yán Huí 顏 回,detto Zĭ Yuān 子 淵, fu il discepolo prediletto di Confucio. Morì in giovane età e fu molto rimpianto dal Maestro.
8) Il testo cinese reca: “ 君 子 不 器 “ (”jūnzĭ bù qì”) vale a dire :”Il gentiluomo non è un vaso” o “un utensile da cucina”. L’espressione va intesa nel senso che l’uomo di valore , essendo di spirito aperto e flessibile, non si limita ad una sola attività, ma può svolgere con successo funzioni diverse.
9) Definizioni analoghe della sapienza figurano nel “Dào Dé Jīng” di Lăo Zĭ e nell’”Apologia di Socrate” di Platone.
10) Gōngyĕ Cháng 公 冶 長, detto Zĭ Cháng 子 長, aveva sposato la figlia di Confucio. Risulta dai Dialoghi che il Maestro, dimostrandosi superiore a qualsiasi tipo di pregiudizio, considerava Zĭ Cháng un galantuomo anche se aveva avuto qualche noia con la giustizia.
11) Il duca Āi 魯 哀 公 , che regnò su Lŭ dal 495 a.C. al 467 a.C., cercò invano di contrastare il predominio delle Tre Famiglie.
12) Jì Kāng Zĭ 季 康 子 , capo della famiglia Jìsūn 季 孫 , fu primo ministro del ducato di Lŭ nel 492 a.C.
13) Il “Libro dei Documenti” ( 書 經 “shŭjīng” ) raccoglie numerosi testi ( discorsi e narrazioni di eventi) attribuiti alle
epoche più remote della storia cinese, dall’antichità mitica e semimitica fino alla dinastia Zhōu 周 朝 . Una tradizione piuttosto tardiva afferma che sarebbe stato redatto dallo stesso Confucio, ma studi recenti hanno dimostrato che talune sue
parti sono molto più antiche, mentre altre sono invece aggiunte posteriori.
Il brano qui citato da Confucio è tratto dal capitolo 49 del “Libro dei Documenti”, intitolato “ Il capitolo di Jūnchén” ( 君 陳 篇 “Jūnchénpiān” ) che riporta un discorso indirizzato nell’XI° secolo a.C.da un sovrano della dinastia Zhōu 周 朝 a Jūnchen , figlio
del Duca di Zhōu 周 公.
14) L’espressione 輗 軏 ( “níyuè” ) serve attualmente ad indicare tutta l’attrezzatura necessaria per guidare e dirigere
un veicolo a trazione animale. 輗 (“ní”) era la barra trasversale (“giogo”) che si sovrapponeva al timone di un carro agricolo. 軏(“yuè”) era il congegno analogo, ma più piccolo e leggero, che si usava per un carrozzino.
15) Zhuānsūn Shī 顓 孫 師, detto Zĭ Zhāng 子 張, è ricordato fra i trentacinque più noti discepoli di Confucio.
16) La dinastia Xià 夏 朝 ( circa 2100 a.C.-1600 a.C.) e la dinastia Yīn 殷 ( nome sotto il quale è altresì conosciuta la dinastia Shāng 商 朝, che regnò dal 1600 circa a.C al 1046 a.C )., sono le dinastie che precedettero la dinastia Zhōu 周 朝, la quale conservò larga parte dei loro riti e delle loro tradizioni.
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