Wáng Yún 王筠 (1749-1819) , da non confondersi con il suo omonimo Wáng Yún 王筠 (1784-1854), celebre studioso di filologia, fu una poetessa e drammaturga dell’epoca Qīng , conosciuta anche con il nome d’arte di 綠 窗 女 史 (lǜ chuáng nǚ shì” “La Signora della Finestra Verde”).
Nata a Cháng’Ān 长 安 , accompagnò il padre Wáng Yuáncháng 王 元 常 nelle diverse sedi del Shāndōng 山 东 e del Jiāngsū 江 苏 in cui egli dovette trasferirsi come funzionario e ricevette da lui un’ottima educazione.
A tredici anni, aveva già buone conoscenze storiche ed era in grado di comporre poesie tecnicamente perfette.
In seguito, la vita di Wáng Yún trascorse come quella di tutte le donne del suo tempo: si sposò ed ebbe dei figli. Rimasta vedova, si dedicò interamente alla poesia e pubblicò una propria raccolta di circa duecento liriche intitolata “Raccolta della Sala di Huáiqìng” (槐 慶 堂 集 ”huái qìng táng jí”), di cui solo una piccola parte è giunta sino a noi. Alcune sue composizioni figurano anche in un’altra antologia intitolata “ Petali profumati del Giardino Occidentale” (西 園 瓣 香 集 “xī yuán bàn xiāng jí”) accanto a poesie composte dal padre Wáng Yuáncháng 王 元 常 e dal figlio Wáng Băilíng 王 百 齡 . Una parte notevole della sua opera è inoltre costituita da tre drammi per teatro del tipo detto “chuánqí” 傳 奇. (1)
La sua opera poetica e teatrale riflette i sentimenti di frustazione provati da molte donne di quel periodo quando si accorgevano che, nonostante la loro intelligenza e la loro cultura, spesso assai notevoli, non potevano ambire ad una brillante carriera professionale né trovare riconoscimento negli ambienti intellettuali, allora totalmente dominati dagli uomini.
Molto significativa, a questo riguardo, è la trama del suo primo dramma “Sogni di Gloria” ( 繁 华 梦 "fánhuá mèng”), pubblicato nel 1778 grazie ai buoni uffici della signora Zhāng Zăo 张 藻 , madre del celebre letterato Bì Yuán 畢 沅.
La protagonista del dramma Wáng Mènglín 王 夢 麟 sogna una vita attiva ed interessante come quella degli uomini e si immedesima nei suoi sogni a tal punto che essi diventano (o sembrano diventare) realtà.
Travestitasi da uomo, si iscrive agli esami imperiali e li supera brillantemente, iniziando poi una carriera eccezionale che la porta, in pochi anni, ad occupare, sempre in abiti maschili, le cariche più importanti ed a conseguire una straordinaria reputazione.
L’idea espressa nel dramma appare già molto audace per quei tempi, ma è accompagnata da altri sviluppi ancor più dissacranti. Wáng Mènglín , infatti, si identifica così profondamente col ruolo maschile da lei recitato che finisce per sposarsi più volte, naturalmente con delle donne.
Purtroppo, alla fine della storia, il bel sogno svanisce e l’amara realtà riprende il sopravvento.
In un secondo dramma intitolato “Gioia Perfetta”( 全 福 記 “quán fú jì”), pubblicato nel 1779, viene ripreso il tema della donna energica e volitiva che, abbigliata da uomo, affronta con successo gli esami imperiali. Con questa impresa, essa non intende però in primo luogo fare carriera, bensÌ trovare il modo di avvicinare e di sedurre, a fini matrimoniali, il suo “principe azzurro”, giovane studioso dotato di tutte le migliori qualità fisiche e intellettuali. Sebbene riconosca il principio tradizionale della superiorità maschile, il dramma appare interessante perché incita le donne a rinunciare alla propria abituale passività e ad assumere l’iniziativa in tutti i campi, compreso quello sentimentale.
Il terzo dramma intitolato “Sogno di un Incontro con gli Immortali” (游 仙 夢 “yóu xiān mèng”) sembra essere andato perduto. Secondo fonti ad esso contemporanee, sarebbe stato il seguito di “Sogni di Gloria” e avrebbe descritto la vita, reale o anch’essa sognata, di Wáng Mènglín nel mondo degli Immortali. Anche in quest’opera sarebbero state propugnate le idee della parità dei sessi e della liberazione della donna.
La poesia qui di seguito tradotta (鷓 鴣 天 “zhègū tiān”), titolo di un’antica canzone che si può intendere sia come “ Il giorno della pernice” sia come “Il cielo della pernice”, funge da introduzione a “Sogni di Gloria” e ne lascia già, in un certo modo, trasparire il contenuto e gli intenti.
Sull’aria “Il Giorno della Pernice”
Chiusa e confinata da un decennio
negli appartamenti delle donne,
non sono in grado di farmi onore
non potrò mai divenir famosa.
Tutte le volte che leggo, ammiro
la determinazione di Bān Chāo (2)
e, se bevo un bicchiere di vino,
ecco che declamo a lungo Tài Bó. (3)
Grandi pensieri nutro nel cuore,
vorrei volare alto nel cielo,
ma non è scritto nel mio destino
d’imitare Mùlán e Chónggŭ. (4) (5)
Palazzo di Giada e Stallone d’Oro (6) (7)
sono fuori dalla mia portata.
Meglio dunque ch’io confidi ai sogni
le passioni che m’ardono dentro.
NOTE
(1) Il “chuán qí” 傳 奇 è una forma di opera teatrale che si sviluppò in Cina a partire dalla fine del 14° secolo. È caratterizzata da un gran numero di scene (possono arrivare sino a 50), da arie assai variabili, dalla presenza di molti personaggi secondari e da trame che si ispirano sia ai racconti popolari sia a vicende della vita quotidiana.
(2) Bān Chāo ( 32 d.C.-102 d.C.) fu un famoso generale, esploratore e diplomatico dell’epoca Hàn 漢 朝 . Nato in una famiglia di letterati, svolse dapprima attività amministrative, ma, frustrato dalla lentezza della carriera, si dedicò al mestiere delle armi, guerreggiando a lungo con successo nelle regioni del Nord ed ottenendo infine l’ambito titolo di marchese. Le sue vicende sono raccontate nel Hóu Hàn Shū (後 漢 書 “La storia degli Hàn Posteriori”)
(3) Un sorso di vino evoca immediatamente il ricordo del poeta Lĭ Bái 李 白, conosciuto anche come Tài Bái o Tài Bó 太 白 , famoso bevitore.
(4) La storia di Mùlán 木 蘭 costituisce l’oggetto di un’antica e diffusissima ballata popolare.(木 蘭 辭 “mùlán cí”) che si ispirerebbe a fatti avvenuti sotto la dinastia dei Wèi del Nord 北 魏 朝 (386 d.C.-534 d.C.). La fanciulla Mùlán si sarebbe travestita da uomo per liberare dal servizio militare il padre, unico sostegno della famiglia, ed avrebbe partecipato con coraggio a parecchie campagne di guerra, manifestando solo dopo molti anni la sua vera identità.
(5) Huáng Chónggŭ 黃 崇 嘏, figlia di un generale, nacque nell’885 d.C. a Línqíong 臨 邛 ( presso l’attuale Chéngdū 成 都 ) nel Sìchuān 四 川 . Vestì fin da bambina abiti maschili e coltivò l’arte poetica. Dopo la caduta della dinastia Táng, essendo stata accusata a torto di incendio doloso e imprigionata, scrisse un poema di supplica al Primo Ministro del Regno di Shŭ 大 蜀 Zhōu Xiáng 周 庠. Convocata da quest’ultimo gli si presentò, sempre fingendo di essere un uomo, ed il ministro, impressionato dalla sua cultura e dalla sua intelligenza, le concesse la grazia e le fece avere un posto nell’amministrazione statale. Le brillanti qualità dimostrate da Chónggŭ nell’esercizio delle sue funzioni indussero il ministro, che continuava a crederla un uomo, ad offrirle in matrimonio la propria figlia. A quel punto, Chónggŭ fu costretta a rivelare il suo segreto e a presentare le dimissioni dal suo incarico.
(6) La “Sala di Giada” (玉 堂 “yù táng”) era il luogo in cui si riunivano i membri del “Cortile del bosco dei pennelli”(翰 林 院 ”hán lín yuàn”), l’antica accademia letteraria fondata dall’imperatore Xuánzōng 唐 玄 宗 nell’ottavo secolo della nostra era. Il termine veniva spesso usato in senso metaforico per indicare l’istituzione stessa.
(7) La “Sala dello Stallone Dorato” (金 馬 “jīn mă”) era un altro degli edifici in cui si svolgevano le attività della accademia Hànlín. Affermando che la Sala di Giada e la Sala dello Stallone Dorato non fanno per lei, Wáng Yún esprime la sua amarezza per il fatto che, nonostante le sue doti intellettuali e l’eccellenza delle sue opere letterarie, non sarà mai ammessa, in ragione del suo sesso, a far parte della élite culturale del paese.
鹧鸪天 Zhè Gū Tiān
闺 阁 沉 埋 十 数 年, guī gé chén lĭ shí shù nián
不 能 身 贵 不 能 仙。 bù néng shēn guì bù néng xiān
读 书 每 羡 班 超 志, dú shū mĕi xiàn bān chāo zhÌ
把 酒 长 吟 太 白 篇。 bă jiŭ chán yín tài bó piān
怀 壮 志, huái zhuàng zhì
欲 冲 天, yù.chōng tiān
木 兰 崇 嘏 事 无 缘。 mù lán chóng gŭ shì wú yuán
玉 堂 金 马 生 无 分, yù táng jīn mă shēng wú fēn
好 把 心 情 付 梦 诠。 hăo bă xīn qíng fù mèng quán