Qín Taōyù 秦 韜 玉 , originario della capitale, è un poeta fiorito nell’ultimo periodo della dinastia Táng.
Si sa che conseguì il diploma di “jìnshì” nell’882 d.C. e che fu poi inviato dall’imperatore Táng Xīzong 唐 僖 宗 nella regione di Shŭ 蜀 (l’attuale Sìchuān 四 川 ).
Godette della protezione dell’ eunuco Tián Língzī 田 令 孜 , confidente dell’imperatore.
Partecipò attivamente alla vita politica e letteraria dell’epoca e fece parte dei “Dieci Saggi del Bosco Profumato”(芳 林 十 哲 “fānglín shízhé”), un gruppo di potere che esercitava grande influenza sugli esami per l’accesso al pubblico impiego.
Nel corso della sua carriera, fu assistente (判 官 “pánguān”) del comandante della guardia imperiale (神 策 軍 “shéncè jūn”) e, più tardi, sottosegretario ai lavori pubblici (工 部 侍 郎 “gōngbù shìláng”).
La poesia qui di seguito riportata è celebre perché è l’unica sua composizione che figura nella “Raccolta delle Trecento Poesie dell’epoca Táng” ( 唐 詩 三 百 首 “táng shī sān băi shŏu”).
La Fanciulla Povera
Vive sotto un tetto di paglia. (1)
Ignora gli abiti di seta.
Sogna sempre un bel matrimonio,
ma come potrà realizzarlo? (2)
Chi mai apprezzerà l’armonia
del suo bel volto delicato?
Tutti guardan solo alla moda,
aborrono la semplicità.
Lei potrebbe inorgoglirsi
di fare ricami perfetti,
ma non può lottare con le altre
allungando le sopracciglia. (3)
Anno dopo anno, tristemente,
ella intesse i fili dorati,
cucendo gli abiti da sposa
destinati ad altre ragazze.
PÍN NǙ 貧 女
péng mén wèi shí qí luó xiāng 蓬 們 未 識 綺 羅 香
nĭ tuō liáng méi yì zì shāng 擬 託 良 媒 益 自 傷
shéi ài fēng liú gāo gé diào 誰 愛 風 流 高 格 調
gòng lián shí shì jiàn shū zhuāng 共 憐 時 世 儉 梳 妝
găn jiāng shí zhĭ kuā zhēn qiăo 敢 將 十 指 誇 鍼 巧
bù bă shuāng méi dòu huà cháng 不 把 雙 眉 鬥 畫 長
kŭ hén nián nián yā jīn xiàn 苦 恨 年 年 壓 金 線
wéi tā rén zuò jià yī cháng 為 他 人 作 嫁 衣 裳
NOTE
1) L’espressione 蓬 門 (“péng mén”), letteralmente “porta di erbe”, indica le capanne di paglia in cui abitano i poveri e i contadini.
2) L’idea di fare un buon matrimonio è resa con l’espressione “affidarsi ad un buon sensale di matrimoni” (託 良 媒 “tuō liáng méi”).I matrimoni venivano infatti combinati attraverso intermediari che ponevano in contatto le famiglie degli interessati.
3) L’espressione 畫 長 (“huà cháng”) significa letteralmente “dipingere allungando”. La fanciulla povera non ha i mezzi per truccarsi, in particolare per dipingersi sul volto quelle sopracciglia lunghe e sottili che erano considerate, all'epoca, il massimo dell'eleganza.