Biografia di Lín Huīyīn
Lín Huīyīn 林 徽 因 nacque nel 1904 à Hángzhōu 杭 州 nel Zhèjiāng 浙 江 da una ricca famiglia originaria di Mĭnhóu 閩 侯 nel Fújiàn 福 建.
Suo padre Lín Chángmín 林 長 民, nato nel 1876, era, secondo le parole del sinologo Jonathan Spence, “un sognatore politico pieno di talento”. Le sue convinzioni moderniste lo indussero nel 1906 a recarsi in Giappone per seguire i corsi dell’università Waseda 早 稲 田 大 学 di Tōkyō, fondata nel 1882 da Ōkuma Shigenobu 大 隅 重 信 nell’intento di conciliare la cultura orientale con la cultura occidentale.
Malgrado le sue idee occidentaleggianti, Lín Chángmín rimaneva, sotto alcuni aspetti, legato ai costumi tradizionali. Così, poiché sua moglie non gli aveva dato dei figli, s’era preso due concubine. Lín Huīyīn era la figlia della prima concubina.
Lín Huīyīn ricevette dapprima, in casa, un’educazione all’antica, ma nel 1912 la famiglia si spostò a Shànghăi 上 海 e la bambina cominciò a frequentare la scuola elementare di Hóngkóu ( 虹 口 愛 國 小 學 “hóng kóu aì guó xiăo xué”).
Nel 1917 Lín Chángmín fu nominato procuratore generale ( 司 法 總 長 “sīfă zŏngzhăng”) dal governo del Bĕiyáng ( 北 洋 政 府 “bĕiyáng zhèngfŭ”), nome con cui era comunemente designato il governo legittimo della Repubblica di Cina, che si fondava sul sostegno dell’Armata del Bĕiyáng (北 洋 軍 “bĕiyáng jūn”), e si trasferì a Pechino.
Lín Huīyīn e le sue tre sorelle furono allora iscritte alla Scuola Media Femminile "Péihuá" di Pechino ( 北 京 培 華 女 中 學 “bĕijīng péihuá nǚ zhōngxué”), istituto di insegnamento per ragazze dell’alta società, gestito da missionarie britanniche.
Nel 1920 Lín Chángmín fu inviato a Londra come rappresentante della Cina presso la neonata Società delle Nazioni.
Egli portò con sé Lín Huīyīn , sedicenne, e la iscrisse al Saint Mary’s College a Brook Green.
A Londra, Lín Huīyīn incontrò il giovane poeta Xú Zhìmó 徐 志 摩 , che si innamorò follemente di lei sebbene fosse già sposato, per volontà della famiglia, con una ricca ereditiera. I due non ebbero però modo di approfondire la loro relazione perché, poco tempo dopo, la sede della Società delle Nazioni fu trasferita a Ginevra e il padre di Lín Huīyīn, chiamato ad altre funzioni, ritornò in patria portando con sé la figlia. Intendeva infatti darla in moglie a Liáng Sīchéng 粱 思 成 , figlio del celebre filosofo, storico, giornalista e uomo politico Liáng Qĭcháo 粱 啟 超 , che era stato nel 1898 uno dei promotori della fallita “Riforma dei Cento Giorni”. (百 日 維 新 “băirì wéixīn”).
Līn Huīyīn rivide Xú Zhìmò nel 1923, allorché il poeta fondò, insieme con Wén Yīduō 聞 一 多 , Hú Shì 胡 適 ed altri amici, la “Società letteraria della Luna Nuova” (新 月 社 “xīn yuè shè”), il cui nome si ispirava al titolo di una lirica di Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913, del quale erano tutti ferventi ammiratori.
Quando Tagore, su loro invito, visitò Pechino, Lín Huīyīn, che partecipava alle attività della società, gli servì da guida insieme con Xú Zhīmò.
Questo nuovo incontro non ebbe tuttavia alcun seguito perché Lín Huīyīn era in quel momento già fidanzata con Liáng Sīchéng.
Costui stava allora terminando i corsi del Qīnghuá College ( 清 華 學 堂 “qīng huá xuétáng”) a Pechino. La particolarità di questo istituto, fondato nel 1911, consisteva nel fatto che esso era stato creato grazie a parte dell’indennità di 30 milioni di dollari che il governo imperiale cinese avrebbe dovuto pagare agli Stati Uniti per risarcire i danni causati ai cittadini e agli interessi americani dalla rivolta dei Boxer. Il presidente Theodore Roosevelt aveva acconsentito, su proposta del segretario di stato John Hay, a ridurre l’indennità di 10,8 milioni di dollari, sotto condizione che la somma così risparmiata fosse investita dal governo cinese per finanziare borse di studio negli Stati Uniti. I corsi del Qīnghuá College erano dunque corsi preparatori al termine dei quali gli studenti si recavano a completare la loro formazione negli Stati Uniti.
Nel 1924 Lín Huīyīn accompagnò Liáng Sīchéng dapprima alla Cornell University di New York, dove frequentarono un corso estivo, poi all’università di Pennsylvania, dove Liáng si iscrisse alla Facoltà di Architettura. Poiché tale facoltà, all’epoca, non ammetteva studenti di sesso femminile, Lín dovette iscriversi alla Facoltà di Belle Arti, pur seguendo, di fatto, i corsi di architettura.
Si diplomò nel 1927, con un anno d’anticipo sul calendario degli studi.
Dopo uno stage a Yale, Lín raggiunse Liáng a Harvard, dove quest’ultimo aveva compiuto un anno di ricerche sull’architettura cinese.
Nella primavera del 1928, i due partirono insieme per Vancouver, dove si sposarono, e ritornarono poi in Cina nell’agosto del 1928, dopo aver visitato la Siberia.
Furono allora invitati a insegnare nell’Università del Nord-Est ( 東 北 大 學 “dōngbĕi dàxué”) a Shĕnyáng 沈 陽, città del Liáoníng 遼 寧 in precedenza conosciuta con il nome manciú di Mukden. Prima di recarsi a Shĕnyáng, Lín Huīyīng tenne alcune conferenze nel Fújiàn e progettò, con lo zio Lín Tiānmín 林 天 民, il “Teatro della Via Orientale” a Fúzhōu ( 福 州 東 街 文 藝 劇 場 “fúzhōu dōngjiē wényì jùcháng”).
A Shĕnyáng i due coniugi crearono un dipartimento di architettura i cui corsi avevano per modello quelli dell’università di Pennsylvania, ma, nell’autunno del 1931, l’occupazione della città da parte delle truppe giapponesi in seguito all’ ”Incidente del 18 settembre” (九 一 八 事 變 “jiŭ yī bā shìbiàn”) o “Incidente di Mukden”, li costrinse a lasciare l’insegnamento e a rifugiarsi a Pechino.
Cominciarono allora a viaggiare per la Cina visitando e catalogando gli antichi monumenti nell’ambito dell’attività dell’Istituto per lo Studio dell’Architettura Cinese (中國營造學社 “zhōngguó yíngzào xuéshè”) , che avevano fondato nel 1929.
Le relative pubblicazioni resero famoso Liáng Sīchéng e Lín Huīyīn, il cui determinante contributo all’opera del marito non venne riconosciuto dal pubblico, ne risentì una forte frustrazione. Wilma Fairbanks, una signora americana di cui divenne amica nel 1932, ricorda nel suo libro “Liang an Lin: Partners in Exploring China’s Architectural Past” (University of Pennsylvania Press, 1994), che Lín le confidava: “Io l’ho veramente aiutato, anche se molti non vogliono crederci”. Fu per questo che lo scrittore Xiāo Qián 蕭 乾 la chiamò in seguito “l’eroina anonima” ( 無 名 英 雄 “wú míng yīngxióng”).
Nel frattempo, però, Lín Huīyīn cominciava a farsi un nome componendo, nei momenti di libertà, poesie e novelle.
La sua prima poesia, intitolata “Chi ama questi cambiamenti incessanti?”(誰 愛 這 不 息 的 變 幻 “shēi aì zhè bù xī de biànhuàn”) apparve, nell’aprile 1931, sul secondo numero della “Rivista di Poesia” ( 詩 刊 “shīkān”), pubblicazione rilanciata qualche mese prima da Xú Zhìmò ed era firmata con lo pseudonimo 徽 音 (“huīyīn” “il suono come emblema”) che intendeva mettere in evidenza la particolare attenzione prestata dall’autrice alla melodia del testo.
Si nota in questa poesia l’influenza delle ricerche formali della “Società della Luna Nuova”.
Lín Huīyīn divenne presto una delle figure più rappresentative del “jīngpài”, una delle due tendenze che dominarono la scena letteraria cinese degli Anni Trenta.
Queste due tendenze, il “jīngpài” 京 派 (“stile di Pechino”) e il “hăipài” 海 派 (“stile di Shànghăi”), furono definite in modo forse un po’caricaturale, ma sintetico ed efficace, dallo scrittore Yáo Xuĕyín 姚 雪 垠: ”Il “hăipài” ha una connotazione un po’volgare, da avventuriero e da donna di strada, il “jīngpài” ha una connotazione un po’vecchiotta, da gentiluomo e da antiquario”.
Il “jīngpài” trovava ispirazione nel passato rurale, era serio, educato e contegnoso, mentre il “hăipài” si ispirava alla alla vita convulsa della città moderna, era libero, audace e un po’sboccato.
Sarebbe però errato scorgere nel “jīngpài” uno spirito immobilista e retrogrado, mentre si trattò invece di una tendenza molto interessante, i cui caratteri di modernità e di innovazione sarebbero troppo lunghi da spiegare in questa sede.
Nel 1934 Lín assunse la responsabilità della Sezione “Narrativa” del supplemento letterario del quotidiano “Dàgōngbào” 大 公 報 , il primo giornale cinese, fondato nel 1902. Nel 1937 fu nominata membro del comitato di redazione della “Rivista Letteraria”(文 学 雜 誌 “wénxué zázhì”). Partecipò anche a numerose manifestazione politiche per incitare il governo a resistere con maggiore determinazione alle ingerenze giapponesi.
Durante il periodo 1931-1937, Lín scrisse sei novelle:
“Nell’imbarazzo” (窘”jiŏng”) settembre 1931
“99 gradi Farenheit” (九十九度中 “jiŭ shí jiŭ dú zhōng ) maggio 1934
Zhōnglǜ” (中 綠) giugno 1935
“Jígōng” (吉 公 ) agosto 1935
“Wénzhēn” ( 文 珍) giugno 1936
“Xiū Xiū” (秀 秀) aprile 1937
La seconda novella ebbe larga risonanza per la sua originalità. Si tratta infatti di un racconto costruito secondo il metodo che la tecnica cinematografica chiama “montaggio sequenziale” attraverso una serie di scene che non sembrano avere alcun rapporto, se non puramente casuale, l’una con l’altra. L’insieme delle diverse sequenze, apparentemente scollegate, finisce però col disegnare un preciso ritratto di uno spicchio della società urbana cinese negli Anni Trenta.
Un altro aspetto stilistico innovativo è l’uso del procedimento detto “stream of consciousness” che sostituisce alla descrizione oggettiva dei fatti e dei sentimenti ad opera di un narratore esterno “onnisciente” il “monologo interiore”dei singoli personaggi. Questo procedimento era stato applicato, tra gli altri, dalla scrittrice inglese Virginia Woolf , le cui opere erano conosciute e apprezzate da Lín Huīyīn.
Se questi elementi tecnici spregiudicati sembrano avvicinare la novella alla tendenza “hăipài”, la sua tematica e la sua estetica la riconducono invece alla tradizione cinese, cioè alla tendenza “jīnpài”.
Durante il soggiorno a Pechino, Lín, diede vita, nella casa di tipo tradizionale che il marito aveva preso in affitto al n°.3 del Bĕizŏngbù Hútóng 北 總 布 胡 同 , ad un salotto letterario, in cui riceveva gli amici della “Società della Luna Nuova” e gli esponenti del “jīnpài”, tra i quali possiamo ricordare gli scrittori Shĕn Cóngwén 沈 從 文 e Xiāo Qián 蕭 乾, il poeta Biàn Zhīlín 卞 之 琳 e il filosofo Jīn Yuèlín 金 岳 霖.
Nell’estate del 1937 Lín Huīyīn si recò a Wŭtàishān 五 臺 山 nello Shānxī 山 西 , dove partecipò alla scoperta e allo studio della Grande Sala del Tempio dello Splendore di Buddha (佛 光 時 大 殿 “fóguāngshí dàdiàn”), che risaliva all’epoca della dinastia Táng 唐 朝, ma lo scoppio della guerra con il Giappone in seguito all’”Incidente del 7 luglio”(七 七 事 變 “qī qī shìbiàn”) o “Incidente del Ponte Marco Polo” e la rapida avanzata delle truppe giapponesi la costrinsero, poco dopo, ad abbandonare in gran fretta Pechino con tutta la famiglia.
I Liáng si rifugiarono dapprima a Chángshā 長 沙 nel Húnán 湖 南 , poi a Kūnmíng 昆 明 , capoluogo dello Yúnnán 云 南 , ma nel settembre del 1940 la caduta dell Indocina francese espose Kūnmíng ad attacchi giapponesi provenienti dal sud e li obbligò ad un nuovo esodo.
A causa di una malattia che impedì al marito di viaggiare per qualche tempo, Lín dovette trasferirsi da sola a Lĭzhuáng 李 庄 , una piccola città nei pressi di Yíbín 宜 宾 nel Sìchuān 四川 , dove era stata spostata la sede di molte istituzioni culturali. Liáng Sīchéng la raggiunse una volta guarito e la famiglia si sistemò in una vecchia fattoria del vicino villaggio di Yuèliàngtián 月 亮 田 , nella quale fu anche alloggiato l’Istituto per lo Studio dell’Architettura.
I frequenti spostamenti, l’umidità e la precarietà delle condizioni di vita influirono pesantemente sullo stato di salute di Lín, che già soffriva di tubercolosi.
Costretta all’inattività, ella si immerse nella lettura dei testi antichi e ne trasse numerose informazioni relative all’architettura che servirono poi a Liáng Sīchéng per compilare la sua monumentale “Storia dell’Architettura Cinese”(中 国 建 筑 史 “zhōngguó jiànzhù shĭ” ), che fu pubblicata postuma, dapprima in lingua inglese nel 1984, a cura di Wilma Fairbanks, e successivamente in lingua cinese nel 1988.
Rientrata a Pechino nell’agosto del 1946, Lín Huīyīn riprese il suo lavoro di architetto, ma non trascurò la letteratura e pubblicò nel 1948 sul “Periodico Letterario” (文 学 杂 志 “wénxué zázhì”) nove poesie intitolate “Liriche del Tempo dell’Infermità”(病 中 杂 诗 “bĭng zhōng zá shī”).
Quando, agli inizi del 1949, le truppe comuniste occuparono Pechino, alcuni ufficiali dell’Esercito di Liberazione si presentarono ai coniugi Liáng per chiedere loro di indicare su una mappa i monumenti storici da proteggere. Il gesto commosse i due architetti che abbandonarono le loro precedenti reticenze nei confronti del Partito Comunista. Ciò non toglie che, pochi anni dopo, il governo popolare infliggesse loro una tremenda delusione ordinando, nell’ambito di un nuovo ed ambizioso piano urbanistico, la distruzione delle antiche mura cittadine che essi avevano cercato invano di salvare progettando la creazione di un “Parco delle Mura” (“成 墙 公 园 “chéngqiáng gōngyuán”).
Nominata professore d’architettura all’Università Qīnghuá ( 清 华 大 学 qīnghuá dàxué”), Lín disegnò l’emblema della Repubblica Popolare e i motivi decorativi del Monumento agli Eroi del Popolo (“人 民雄 纪 念 碑 ”rénmín yīngxióng jìniànbēi”) della piazza Tiānānmén.”
Lo stato di salute della scrittrice si degradò notevolmente nel corso del corso del 1954.
Lín Huīyīn morì il 1° aprile 1955.
È comunemente ricordata come “la donna più talentuosa della sua generazione”(一 代 才 女 “yī dài cái nǚ”).