Il contesto storico in cui si situa la poesia di Dù Fŭ intitolata "Lamento in riva al fiume" ( 哀 江 頭 "aī jiāng tou") è il seguente:.
Nella primavera del 756 d.C., alcuni mesi dopo l'inizio della rivolta di Ān Lùshān, il governo legittimo sembrava sul punto di riacquistare il controllo della situazione. Le truppe ribelli che, partendo dal Nord-Est, avevano risalito la vallata dello Yángzĭjiāng 揚 子 江 in direzione della capitale Cháng'Ān 長 安 erano state bloccate sul passo del Tóngguān 潼 關 e costrette a ripiegare. Anche sugli altri teatri d'operazione le cose sembravano andar bene: le città del Sud erano rimaste fedeli all'Imperatore e, nel Nord-Ovest, le truppe imperiali avevano addirittura lanciato un contrattacco che presto avrebbe costretto Ān Lùshān a riportare indietro il grosso dell'esercito per difendere le sue basi di partenza nel Nord-Est.
Un enorme errore strategico capovolse però in un attimo le sorti del conflitto. Il primo ministro Yáng Guózhōng, che desiderava una conclusione rapida della guerra per non lasciare troppo potere nelle mani dei generali, convinse l'Imperatore ad ordinare che le truppe, schierate in posizione difensiva intorno al passo del Tóngguān, scendessero a valle per affrontare i ribelli in battaglia campale. Tuttavia, appena giunto nella pianura, l'esercito imperiale venne subito affrontato dalle più numerose forze dei ribelli e distrutto.
Questa vittoria aprì ad Ān Lùshān le porte del Guānzhōng 關 中 , la regione in cui era situata la capitale.
Il 15 luglio 756 l'Imperatore Xuánzōng abbandonò in gran fretta Cháng'Ān dirigendosi verso la regione di Shŭ 蜀 , l'attuale Sìchuān .四 川 . Il giorno successivo, sulle colline di Măwéi 馬 嵬 , i soldati della guardia si ammutinarono e chiesero la condanna a morte di Yáng Guìfēi e di Yáng Guózhōng, ritenuti responsabili di tutti i disastri che avevano colpito l'Impero. La favorita fu uccisa o costretta al suicidio; tutti i suoi familiari furono massacrati.
Quando si seppe della fuga dell'Imperatore, il panico si diffuse nella capitale e tutti coloro che potevano cercarono di allontanarsi dalla città prima dell'arrivo dei ribelli.
Anche Dù Fŭ tentò la fuga, ma fu sorpreso dai ribelli e riportato a Chāng'Ān. Ci riprovò con maggiore fortuna nella primavera del 757 d.C. e riuscì infine a rifugiarsi a sud dello Yángzĭjiāng nelle regioni occupate dalle truppe imperiali.
La poesia "Lamento in riva al fiume" descrive la tristezza provata dal poeta ( che si firma con il suo pseudonimo letterario: "il vecchio contadino di Shăolíng") quando, allontanandosi da Chāng'Ān, passa accanto ai palazzi deserti ed ai parchi abbandonati e si ricorda di come fossero ancora splendidi ed animati soltanto qualche mese prima. L'ultimo verso della poesia esprime il dilemma che lacera l'animo del poeta: i sentimenti lo spingerebbero al Nord dove si è rifugiato il vecchio Imperatore, abbandonato da tutti, il senso della realtà lo induce invece a dirigersi verso il Sud dove l'energico principe ereditario sta ricostruendo l'amministrazione imperiale.
LAMENTO IN RIVA AL FIUME
Il vecchio contadino di Shăolíng sospira e piange,
camminando, un giorno di primavera, in riva al Qújiāng.(1)
Le innumerevoli porte del palazzo sul fiume sono sprangate.
Teneri salici, giovani canne, per chi siete così verdi?
Un tempo un arcobaleno di bandiere garriva nei Giardini del Sud
e nel parco oggetti preziosi creavano riflessi di mille colori.
La Signora che abitava il Palazzo del Sole Nascente
accompagnava il Sovrano, seduta in carrozza al suo fianco.
Dinanzi a loro i cavalieri della scorta, arco e frecce alla cintura,
caracollavano su bianchi corsieri tenuti a freno da morsi dorati.
Gli arcieri, il busto piegato all'indietro, scoccavano i loro dardi
ed ogni volta abbattevano con una sola freccia una coppia d'uccelli.
Dove sono ora i suoi occhi luminosi, i suoi denti così candidi?
Il suo fantasma insanguinato non potrà mai tornare in questi luoghi.
Le limpide acque del Wèi scorrono verso Oriente. Lontana è Jiàngé! (2)
Chi scappa, chi resta, non si sa più che cosa sta succedendo.
La gente si commuove e piange pensando a ciò che è accaduto.
Come è possibile che si inaridisca la corrente del fiume?
Come è possibile che appassiscano i fiori sulle sue rive?
Nel giallo crepuscolo galoppano i barbari (3)
riempiendo la città di nuvole di polvere.
Mi dirigo verso il Sud, ma tutto il mio animo aspira al Nord. (4)
NOTE
(1) Il Qújiāng 曲 江 (“fiume curvo”,”fiume a meandri”) era un fiumicello che scorreva nei pressi di Cháng’Ān. Quando, nella seconda metà del VI° secolo d.C., l’imperatore Wéndì 文 帝 della dinastia Sui 隋 朝 fece costruire in quei paraggi la sua nuova capitale Dàxìng 大 興, il Qújiāng gli pose gravi problemi perché scorreva più in alto della zona in cui doveva essere edificata la nuova residenza imperiale,che, per rispettare le complicate regole del 風 水 (“fēngshuĭ”), doveva essere collocata in posizione più elevata rispetto a tutto ciò che si trovava nei dintorni. La difficoltà fu superata deviando il corso del Qújiāng e facendo confluire le sue acque in un lago artificiale scavato in una depressione del terreno. Nel parco del Qújiāng, chiamato anche “Il Giardino del Sud”( 南 苑 ,”nányuán”) perché era situato a sud-est della capitale si trovavano, all’epoca dei Táng, alcune residenze imperiali, fra cui “il Palazzo.del Sole Nascente ( 昭 楊 殿 “zhāo yáng diàn”), residenza della favorita Yáng Guìfēi.
(2) Il fiume Wèi 渭 河 nasce nel Gānsù 甘 肅 e scorre verso est, passando accanto a Cháng’Ān, prima di confluire nel Huáng Hé 黃 河 dopo un percorso di circa 800 chilometri. La sua menzione ci fa capire che Dù Fŭ, seguendone il corso, si allontana in una direzione diversa da quella presa dall’imperatore Xuánzōng, che si è rifugiato ad ovest e si trova ora a Jiàngé 劍 閣 nel Sìchuān 四 川 .Anche Dù Fŭ, che pure è stato un fedele di Xuánzōng, sente che si è ormai conclusa l’epoca gloriosa di questo imperatore ed avverte istintivamente che il periodo più splendido della dinastia Táng appartiene ormai al passato.
(3) I ribelli sono giustamente chiamati “barbari” (胡 “hú”) sia perché sono, per la maggior parte, mercenari di stirpe turca sia perché il loro comportamento non rispetta alcuna regola del vivere civile. L’immagine delle pattuglie di cavalieri che, nel crepuscolo, percorrono a galoppo sfrenato le vie della città sollevando nuvole di polvere e terrorizzando la popolazione è una potente allegoria della fine di un’epoca.
(4) Il verso conclusivo rivela il conflitto morale che lacera l’animo del poeta: la ragione gli impone di andare verso le regioni meridionali, dove le forze imperiali hanno per capo il principe ereditario Lĭ Hēng 李 亨 , la cui giovanile energia rappresenta un netto distacco dal passato.mentre i sentimenti, l’affetto ed i ricordi lo spingerebbero a dirigersi verso il nord, dove si è rifugiato il vecchio imperatore, stanco, avvilito, deluso ed ormai incapace di muoversi con efficacia e determinazione in un mondo che gli sfugge.
La ragione prevale, ma i pensieri di Dù Fŭ non la seguono e fuggono in un’altra direzione.