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Il Gēngzhītú
Nel 1234 un critico d’arte indicò l’”illustrazione dell’agricoltura e della sericoltura” (耕織圖 “gēngzhītú”) come uno dei tredici temi classici della pittura cinese.
L’agricoltura e la sericoltura sono, in effetti, un argomento che ha avuto vasta risonanza fin dalla più remota antichità, se non nella pittura (della quale peraltro non ci è giunto molto che risulti anteriore alle dinastie Sòng 宋朝 e Yuān 元朝 ), nella letteratura e nel pensiero politico cinese.
Numerosi riferimenti a queste due attività figurano nella più antica raccolta poetica del paese, il Shījīng 詩經.
La 154a ode della raccolta ( Sezione Prima “I Canti degli Stati” 國風, 15° Capitolo “Le Odi di Bín” 豳風), intitolata “Il settimo mese”( 七月 “qīyuè”), ad esempio, descrive i lavori degli uomini e delle donne durante i vari mesi dell’anno, con particolare attenzione alle pratiche della sericoltura. (1)
La 228a ode ( Sezione Seconda “Le Piccole Odi” 小雅, 8° Capitolo “La decade di Dōu Rén Shì” 都人 士之什), intitolata “I Gelsi delle Paludi” (“隰桑 “xí sāng”), esalta la bellezza dei gelsi. (2)
La coltivazione dei campi e la tessitura furono percepite fin dall’inizio come i due pilastri fondamentali su cui si reggeva una società organizzata. La prima di queste attività forniva agli uomini gli alimenti indispensabili per condurre una vita stabile, non subordinata alle alee della caccia e della raccolta dei frutti selvatici, la seconda permetteva loro di sopravvivere ai rigori del clima e di distinguersi dagli animali.
I sovrani più saggi sapevano di dover fondare su di esse la propria azione politica.
Si veda, a questo riguardo, un passo significativo del libro di Mencio ( Capitolo VII° 盡心 “jìnxīn”, Parte Prima, Paragrafo 22), in cui il filosofo elogia il semileggendario re Wén dei Zhōu 周文王 per aver saputo garantire il benessere ai propri sudditi favorendo lo sviluppo dell’agricoltura e della sericoltura. (3)
Fin dai tempi più remoti, l’imperatore si sentì in dovere di sottolineare con gesti altamente simbolici questa concezione politica.
Leggiamo nel capitolo intitolato “Descrizione Sommaria dei Sacrifici” ( 祭統 “jì tŏng”) del “Libro dei Riti” (禮記 “lĭjì”) il seguente passo:
“Perciò l’imperatore arava lui stesso un campo nella pianura a sud della capitale, per poter disporre dei semi di cereali da offrire nei vasi sacrificali. Perciò l’imperatrice allevava lei stessa dei bachi da seta nella campagna a nord della capitale per poter fornire gli abiti di seta da usare nelle cerimonie.
Ciascuno dei principi del sangue arava per lo stesso motivo un campo ad est della capitale.
Ciascuna delle loro mogli allevava per lo stesso motivo dei bachi da seta nella campagna a nord della capitale.
L’imperatore ed i principi non mancavano certo di servitori per lavorare la terra, né le loro consorti mancavano di domestiche per allevare i bachi da seta, ma tutti volevano mostrare, con un gesto simbolico, la sincerità dei loro sentimenti.
Provare dei sentimenti sinceri significa impegnarsi a fondo. Impegnarsi a fondo significa avere rispetto nei confronti degli dei.
Chi aveva rispetto e si impegnava a fondo era degno di servire le gloriose divinità.
Ecco come si compivano i sacrifici”. (4)
La stessa motivazione è espressamente indicata nel capitolo 17 “Agricoltura e Sericoltura” ( 耕桑 ” gēngsāng”) della “Discussione virtuosa nella Sala della Tigre Bianca” (白虎通德論 “báihǔ tōng dé lùn”), resoconto di una discussione tra saggi svoltasi nel 79 d.C.:
“Perché l’Imperatore ara il campo e l’Imperatrice alleva i bachi da seta? Per dare a tutti l’esempio della coltivazione dei campi e dell’allevamento dei bachi da seta. L’imperatore coltiva la terra per poter provvedere ai sacrifici nei templi ancestrali. L’imperatrice raccoglie le foglie di gelso e alleva i bachi per poter confezionare gli abiti da cerimonia”. (5)
L’importanza fondamentale per il benessere dei sudditi di una politica attenta a promuovere lo sviluppo dell’agricoltura e della sericoltura è sottolineata nel famoso “Memoriale sull’Incoraggiamento dell’Agricoltura” presentato nel 178 a.C. dal Ministro Cháo Cuò 晁錯 all’imperatore Wén dei Hàn 漢文帝 , che regnò dal 179-a.C. al 157 a.C.). (6)
Questa dottrina, che, usando un termine venuto in voga in Europa durante il XVIII° secolo, potremmo chiamare “fisiocratica”, cominciò gradualmente ad essere propagandata anche nelle opere degli artisti.
Già sotto la dinastia Táng 唐朝, scene relative alle attività agricole sarebbero state dipinte sulle pareti del palazzo imperiale. (7)
Si narra che l’Imperatore Shìzhōng della dinastia Liáo 遼世宗, il quale regnò dal 919 al 951, fece scolpire statuette lignee di agricoltori, tessitrici e fanciulle che allevavano bachi da seta e le espose nel palazzo imperiale. (8)
Un sovrano dei primi tempi dell’epoca Sòng fece dipingere nel Padiglione dell’Eterna Primavera (延春閣 “yán chūn gé”) scene di agricoltura e di sericoltura. (9)
Nel XII° secolo d.C. i nomadi Jurchen ( 女真 ”nǚzhēn”) attaccarono l’Impero dei Sòng大宋 e riuscirono a conquistarne la capitale e le regioni settentrionali dove fondarono un proprio Stato, che chiamarono Dà Jīn 大金. Il principe Zháo Gòu 趙構, rifugiatosi nelle regioni meridionali, riuscì a mantenerne il controllo e a perpetuare la dinastia, che fu detta, da allora in poi, Dinastia dei Sòng Meridionali 南宋朝 (“nán sòng cháo”).
I continui scontri con il Dà Jīn, la distruzione dell’apparato amministrativo, l’afflusso di centinaia di migliaia di profughi dalle regioni settentrionali esercitavano però un’enorme pressione sul nuovo Stato, la cui situazione economica appariva tutt’altro che florida.
In tali circostanze, appariva evidente che l’Impero dei Sòng Meridionali non poteva acquistare stabilità se non risanando la propria economia, cosa che richiedeva in primo luogo un rilancio dell’agricoltura e delle attività produttive, prima fra tutte la sericoltura.
È proprio in quel periodo che Loú Shóu 樓璹 (1090 - 1162 ), un magistrato originario di Yínxiàn 鄞县 nella prefettura di Míngzhōu 明州 (oggi Níngbō 宁波 nel Zhèjiāng 浙江 ), compose il Gēngzhītú 耕織圖, il più antico libro cinese dedicato ad illustrare le tecniche dell’agricoltura.
Si trattava, come risulta da una lettera del nipote di Lóu Shóu, Lóu Hóng 樓洪, risalente al 1210, di due rotoli recanti illustrazioni accompagnate da poesie di otto versi pentasillabici.
Uno di essi riguardava l’agricoltura ( 耕圖“gēngtú”), l’altro la sericoltura ( 織圖“zhītú”). (10)
Lóu Shóu realizzò due versioni della sua opera.
Una di esse fu presentata nel 1145 all’imperatore Gāozōng 高宗, che l’accolse con grande favore e la mostrò all’imperatrice. L’imperatore fece dipingere dai pittori di corte numerose copie dell’opera. (11)
I rotoli originali del Gēngzhītú non sono giunti sino a noi. Nel 1984 fu tuttavia scoperto a Dàqìng 大庆 nel Hēilóngjiàng 黑龙江 un rotolo intitolato Cánzhītú 蠶織圖 (“Immagini dell’allevamento dei bachi e della fabbricazione della seta”), che, sulla base di uno dei suoi colofoni può essere datato al 1178. (12) È verosimile che questo rotolo fosse accompagnato da un rotolo relativo all’agricoltura, che, purtroppo, non è stato ritrovato.Gli studiosi ritengono che si tratti di una delle copie realizzate per ordine dell’Imperatore Gāozōng.
Un’altra versione dell’opera fu invece conservata in seno alla famiglia del suo autore e le 45 poesie che accompagnavano le illustrazioni furono incise su una stele.
Tanto questa versione quanto la stele sono andate perdute, ma le poesie ci sono state tramandate. (13)
Il Gēngzhītú fu poi fatto stampare, sulla base di incisioni, dai nipoti di Lóu Shou, Lóu Hong 樓洪 e Lou Shēn 楼深.
Tra il 1224 ed il 1235, i rotoli furono di nuovo pubblicati da Wāng Gāng 汪綱 nella forma di un libro stampato.
Un altro Gēngzhītú fu composto, sempre nel periodo Sòng, da Liù Sōngnián 劉松年 (circa 1155 -1224 ), ma purtroppo non è giunto sino a noi.
Di una copia attribuita al celebre pittore Liáng Kăi 梁楷 (1140-1210), che l’avrebbe realizzata nel 1190, possiamo invece ancora vedere alcuni frammenti esposti nel museo di Cleveland. (14)
Dell’epoca Yuán 元朝 (1279 -1368 ) ci sono pervenute due opere relative a questo tema.
La prima di esse, intitolata “Illustrazioni dell’Aratura e della Seminatura”, ( 耕稼圖 “gēng jià tú”) è conservata al Metropolitan Museum di New York. (15) Essa fu realizzata anteriormente al 1353 , come si può dedurre da un colofone datato di quell’anno, in cui Hú Gēchì 忽哥赤, governatore di Guăngzhōu 廣州, dichiara di volerne far dono ad un alto dignitario. (16) A parere degli esperti del museo sarebbe opera di un pittore anonimo; secondo altri studiosi andrebbe attribuita allo stesso Hú Gēchì. (17) Si tratta di un rotolo che contiene le ultime nove scene delle ventuno oggi conosciute.
La seconda, recante il titolo “Gēngzhītú”, fu realizzata da Chéng Qī 程棨 (18) ed è conservata alla Freer Gallery di Washington. (19) Sembra che sia più o meno una copia dell’opera di Lóu Shóu.
Sotto la dinastia Míng 明朝 il Gēngzhītú fu ristampato nel 1462 da Sòng Zōnglŭ 宋宗魯, che riprese la versione a stampa pubblicata due secoli prima da Wāng Gāng. (20)
Una versione ampiamente rimaneggiata del Gēngzhītú appare nell’ “Enciclopedia illustrata per il pubblico” (便民圖纂 ”biànmín túzuăn”), opera edita per la prima volta nel 1502, che fu oggetto di numerose ristampe nel corso del XVI° secolo. (21) Vi figurano 15 illustrazioni concernenti l’agricoltura e 16 illustrazioni concernenti la sericoltura.
Nel 1607 fu pubblicata un’enciclopedia intitolata “Miniere di giada dai mari della conoscenza per uso del pubblico” ( 便用學海群玉 “biànyòng xuéhǎi qúnyù”), che riprendeva le illustrazioni del Gēngzhītú. (22)
Durante l’epoca Míng copie del Gēngzhītú raggiunsero anche il Giappone e la Corea, suggerendo ai pittori locali una tematica di cui si trovano tracce, ad esempio, nelle opere di numerosi autori di stampe giapponesi. (23)
Nel 1689, nel corso di un suo giro d’ispezione nelle province della Cina Meridionale, Kāngxī 康熙, il secondo imperatore della dinastia Qīng 清朝, ricevette in dono da un archivista della regione un raro esemplare del Gēngzhītú di Lóu Shóu sotto forma di alcuni fascicoli di stampe.
L’Imperatore li fece rilegare e concepì l’idea di legare il proprio nome ad una nuova serie di illustrazioni sui temi dell’agricoltura e della sericoltura.
Si rivolse quindi al matematico e pittore di corte Jiāo Bĭngzhēn 焦秉貞 (attivo tra il 1680 e il 1720), originario della città di Jĭníng 濟寧 nello Shāndōng 山東. Jiāo era un funzionario dell’Osservatorio Astronomico Imperiale, istituto cui spettava, fra gli altri, il compito di redigere il calendario.
Jiāo si ispirò certamente all’opera di Lóu Shóu, anche perché non risulta che avesse conoscenza di altre versioni come, ad esempio, quella di Chéng Qī.
Modificò tuttavia il numero totale delle scene portandolo da 45 a 46 e suddividendole in due serie di 23 illustrazioni. Questa scelta garantisce la simmetria tra le scene dedicate all’agricoltura e quelle dedicate alla sericoltura, ma non può spiegarsi con un riferimento alla tradizionale suddivisione dell’anno in segmenti stagionali come si potrebbe fare se ci si trovasse in presenza di due serie di 24 illustrazioni. (24)
L’album originale, venuto in possesso di un libraio collezionista verso la metà del secolo scorso, fu purtroppo rubato al proprietario e da allora è sparito dalla circolazione.
Fortunatamente, prima che l’album fosse rubato, ne erano state fotografate con cura tutte le pagine che sono state pubblicate nel 2003 in un bel volume intitolato “Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie”. (25)
Il proprietario ricordava che l’opera era costituita da una serie di singole pitture entro una superficie quadrata su rettangoli di seta nella cui parte superiore erano state incollate strisce di carta recanti poesie autografe dell’imperatore Kāngxī. (26)
L’album fu terminato nella primavera del 1696, come risulta da una prefazione redatta dallo stesso Kāngxī, in cui si legge :” Questa prefazione è stata composta e redatta nel secondo mese di primavera del 35° anno dell’era Kāngxī, il giorno in cui si festeggiano gli dei delle campagne”. (27) Esso è conosciuto come 御制耕織圖 (“yùzhì gēngzhītú”), vale a dire “Illustrazioni imperiali dell’agricoltura e della sericoltura” perché le poesie che l’accompagnano sono “opera dell’imperatore”( 御制 “yù zhì”).
La firma dell’autore figura sul margine sinistro in basso dell’ultima scena: “Il vostro servitore Jiāo Bĭngzhēn rispettosamente dipinse”( 臣 焦秉貞恭畫 ”chén jiāo bǐngzhēn gōng huà”).
L'imperatore stesso ordinò poi che ne fossero tratte delle incisioni, per poter disporre di un numero elevato di copie da distribuire. Il compito fu affidato a Zhū Gūi 朱圭, uno dei più celebri maestri incisori dell’epoca. Parecchie tirature (alcune in bianco e nero, alcune a colori) furono realizzate durante la vita di Kāngxī, seguite, più tardi, da altre ristampe, nelle quali, talvolta, varia l’ordine delle illustrazioni. (28)
Jiāo Bĭngzhēn, che, nella sua qualità di matematico addetto all’Osservatorio imperiale, era quotidianamente a contatto con i missionari europei che lavoravano nel suddetto osservatorio, aveva imparato da loro le regole della prospettiva occidentale che applicò nelle sue illustrazioni. Queste si differenziano infatti dalle pitture cinesi tradizionali per varie caratteristiche:
- le illustrazioni del Gēngzhītú di Jiāo Bĭngzhēn presentano, contrariamente alla tradizione cinese, un solo punto di vista, sebbene il montaggio dell’album permetta di piazzare l’osservatore al centro di una scena costituita da due illustrazioni, ciascuna delle quali ha il proprio punto di vista, con le linee di fuga che tendono generalmente verso destra nella pagina di destra e verso sinistra nella pagina di sinistra;
- le linee parallele, ad es. quelle di un muro o di una strada, quando si allontanano verso lo sfondo del quadro non rimangono parallele, come nella tradizione cinese, ma si assottigliano per fornire una rappresentazione più precisa del modo in cui le cose appaiono ad una certa distanza;
- le cose e i personaggi sullo sfondo appaiono più piccoli di quelli in primo piano in proporzione alla distanza, adattamento che la pittura tradizionale cinese abitualmente ignora;
-in ogni illustrazione ci sono due linee di fuga, che si incrociano ad angolo acuto verso il centro: su quella che parte dal basso sono situati i personaggi, sull’altra gli edifici e il paesaggio.
Appare curioso che un altro album del Gēngzhītú realizzato dallo stesso Jiāo Bĭngzhēn l’anno successivo (settembre 1697) e conservato nella Libreria del Congresso a Washington presenti caratteri marcatamente diversi. (29)
Nell’album del 1696 la forma quadrata dell’illustrazione costringe il pittore a definire nettamente i limiti del paesaggio, mentre nell’album della Libreria del Congresso la forma rettangolare, con il lato verticale più lungo dell’altro, lascia libero uno spazio in alto che il pittore riempie in modo più tradizionale (ad es.nella tavola 24 “La Confezione degli Abiti”, con un banco di nebbia che sfuma i contorni del bosco).
Nel secondo album si possono inoltre constatare una minore attenzione alle regole della prospettiva e forti contrasti di colori, mentre l’album del 1696 è giocato sulla contrapposizione di colori più tenui e delicati.
Le singole illustrazioni sono infine commentate non dalle poesie di Kāngxī, bensì dai versi originali di Lóu Shóu ricopiati dal famoso calligrafo Yán Yúdūn 嚴虞惇.
Si può forse spiegare l’evidente differenza e la scelta di un diverso commento poetico pensando che il committente dell’album del 1697 non fosse più l’Imperatore Kāngxī, che ammirava, come sappiamo dalle fonti dell’epoca (30) la tecnica pittorica europea, ma un principe o un alto dignitario maggiormente legato allo stile tradizionale.
Ciò sembrerebbe trovare conferma nel modo diverso in cui l’autore firmò l’album: “L’astronomo dell’Osservatorio Imperiale, mandarino di quinto grado, Jiāo Bĭngzhēn, vostro servitore, rispettosamente dipinse”(欽天監五宮 臣 焦秉貞恭畫.” qīn tiān jiān wŭguān chén jiāo bǐngzhēn gōng huà”).
La menzione del rango del pittore e la grafia “minuscola” del termine “il vostro servitore” sarebbero infatti state entrambe fuori luogo se il committente fosse stato l’imperatore stesso, di fronte al quale si annullano la personalità e l’orgoglio di qualsiasi suddito, fosse pure il più alto dignitario.
Il tema dell’agricoltura e della sericoltura suscitò l’interesse anche del successore di Kāngxī, l’imperatore Yōngzhèng 雍正帝, che regnò dal 1722 al 1735, il quale fece realizzare nel 1720 un album su seta le cui tavole si ispirano largamente a quelle dipinte da Jiāo Bĭngzhēn e sono accompagnate da poesie di otto versi quinari composte dall’imperatore stesso. ( 31)
Il nipote di Kāngxī, Qiánlóng 乾隆帝, che regnò dal 1735 al 1796, fece addirittura dipingere due album del Gēngzhītú.
Il primo fu commissionato al pittore Lĕng Méi 冷枚 ( circa 1677- circa 1742) che, secondo il Jiāozhōuzhi 膠州志, “aveva aiutato Jiāo Bĭngzhēn quando questi dipinse il Gēngzhītú. (32)
La ”Storia dei Dipinti dell’Ufficio della Pittura della Dinastia Regnante” (國朝院畫錄 “guó cháo yuàn huà lù”), un catalogo pubblicato nel 1816, lo menziona precisando che era composto di 46 scene, ciascuna sovrastata da una poesia (stampata) dell’imperatore Kāngxī e che era firmato con la formula “Il vostro servitore Lĕng Méi rispettosamente dipinse” (臣冷枚恭畫 ”chén lĕng méi gōng huà”).
L’album, realizzato su seta, è conservato nel Museo del Palazzo a Tàiwān. (33) Le sue tavole sono copie estremamente fedeli delle tavole di Jiāo Bĭngzhēn, anche se presentano alcune leggere differenze, forse per evitare confusioni. I colori sono a volte diversi e lievi differenze appaiono nella calligrafia ed in talune tavole. Ad esempio, nella quarantesima tavola di Jiāo Bĭngzhēn il candeliere è privo della candela che è invece raffigurata nella tavola di Lĕng Méi. (34)
Lo stesso catalogo menziona un secondo album, sempre in quarantasei scene, realizzato dal pittore Chén Méi 陈枚 (circa 1694-circa 1745). Questo album era preceduto da una prefazione dell’Imperatore Qiánlóng recante la data del 1739 e fu oggetto nello stesso anno di una nuova edizione a stampa.(35)
Tale edizione a stampa non fu tuttavia l’unica. Altre ne furono realizzate, tra cui una che figura nell’enciclopedia sull’agricoltura fatta pubblicare da Qiánlóng. (36)
La moda delle illustrazioni dedicate all’agricoltura e alla sericoltura si diffuse largamente in Giappone e in Corea.(37)
In Cina il tema fu trascurato dai successivi imperatori che, durante tutto il XIX° secolo, furono impegnati ad affrontare ingerenze sempre crescenti da parte delle potenze occidentali e manifestazioni sempre più gravi di rivolta da parte dei sudditi.
Un rilancio dei temi pittorici di argomento agricolo ad opera delle autorità di governo si può constatare con i poster di propaganda diffusi sotto l’egida del Partito Comunista nel XX° secolo, ma questa è tutta un’altra storia.(38)
NOTE
1) L’ode mette in rilievo l’importanza dell’abbigliamento per la sopravvivenza nei rigidi mesi invernali:
“…Nel primo mese soffiano venti gelidi,
nel secondo mese tremiamo di freddo.
Se non avessimo vestiti e ruvidi panni,
come faremmo a tirare avanti? ...”
2) Così suonano i versi iniziali delle prime tre strofe:
“Belli i gelsi delle paludi, folte le loro foglie! …
Belli i gelsi delle paludi, carnose le loro foglie!...
Belli i gelsi delle paludi, scure le loro foglie! ...”
3) Riporto qui, per esteso, il contenuto del paragrafo:
“Mencio disse:
Quando Bó Yí, che per sfuggire al re Zhòu si era ritirato sulle rive del Mare Settentrionale, udì che era salito al trono il re Wén si levò e disse: Perché non dovrei andare da lui e mettermi al suo servizio? Ho sentito dire che il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani.
Quando Tài Gōng, che per sfuggire al re Zhòu si era ritirato sulle rive del Mare Orientale, udì che era salito al trono il re Wén, si levò e disse: Perché non dovrei andare da lui e mettermi al suo servizio? Ho sentito dire che il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani.
Tutti gli uomini virtuosi ritenevano infatti opportuno raccogliersi intorno ad un sovrano che sapeva bene come nutrire gli anziani.
Egli aveva attribuito ad ogni famiglia cinque “mŭ” di giardino e intorno alle case aveva fatto piantare alberi di gelso con le cui foglie le donne nutrivano i bachi da seta e potevano così produrre abiti per vestire gli anziani. Aveva assegnato ad ogni famiglia cinque galline e due scrofe da allevare e far figliare in modo che gli anziani potessero sempre nutrirsi di carne. Aveva assegnato ad ogni agricoltore un podere di cento “mŭ”, la cui produzione era sufficiente a nutrire una famiglia di otto persone.
Coloro che dicevano “il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani”, intendevano riferirsi al modo in cui egli aveva regolato le abitazioni dei contadini e il lavoro dei campi, aveva insegnato alla gente a coltivare i gelsi e ad allevare animali da carne, aveva istruito le donne e i bambini a darsi da fare per assicurare il nutrimento agli anziani. A cinquant’anni d’età non si può resistere al freddo senza vestiti adatti, a settanta è necessario mangiare carne per mantenersi in salute.
Le persone che non dispongono né di abiti né di cibo sono esposte al freddo e alla fame, ma ciò non accadeva ai sudditi del re Wén.
Ecco perché si diceva che il re Wén sapeva come nutrire gli anziani.”
4) Il brano riportato nel testo figura al quinto paragrafo del capitolo citato.
5) L’opera fu compilata sotto la supervisione dello storico Bān Gù 班固 (“32 d.C - 92 d.C), noto per aver partecipato alla redazione del “Libro dei Hàn” ( 漢書 “hànshū”) .
6) Nel memoriale, che figura nel “Libro dei Hàn” ”( 漢書 “hànshū”), Parte Terza ”I Trattati” (志 “zhì” ), volume 24 “Trattato sul cibo e sulla moneta”( 食貨志 ”shí huò zhì”) si legge quanto segue:
“La ragione per cui il popolo non soffriva la fame sotto il governo dei re saggi del tempo antico non era che costoro coltivassero personalmente i campi per nutrirlo o allevassero personalmente i bachi da seta per vestirlo. La ragione è che la loro politica garantiva il benessere al popolo.
Ecco dunque che, sebbene sotto gli imperatori Yáo e Yŭ ci fossero stati nove anni di inondazioni e sotto l’imperatore Táng nove anni di siccità, non ci fu nell’Impero né gente che cadesse in miseria né gente che morisse di fame, poiché si era fatta riserva di provviste ed erano state prese in anticipo tutte le precauzioni necessarie.
La miseria nasce dalla carestia che nasce, a sua volta, dall’abbandono dell’agricoltura. Se gli uomini non coltivano i campi, non saranno legati alla terra; se non saranno legati alla terra, abbandoneranno i loro villaggi, trascureranno le loro famiglie e si ridurranno alla stregua di uccelli o di animali. Allora, alte mura e profondi fossati, leggi severe e punizioni rigorose non basteranno più a tenerli a freno. Chi ha freddo si accontenta di un paio di stracci per coprirsi; chi ha lo stomaco vuoto è disposto a mangiare qualsiasi cosa. L’uomo tormentato dalla fame e dal freddo non ha più né dignità né vergogna.
La natura stessa dell’uomo fa sì che, se non mangia due volte al giorno, morirà di fame e che, se non è in grado di procurarsi vestiti per l’inverno, morirà di freddo.
Quando non c‘è cibo per lo stomaco vuoto e non ci sono abiti per il corpo intirizzito, nemmeno il più amorevole dei padri potrà provvedere ai propri figli. Come potrà allora un sovrano conservare l’affetto dei propri sudditi?
Il saggio governante, consapevole di ciò, incoraggerà quindi l’agricoltura e la sericoltura, alleggerirà l’imposta sui raccolti e gli altri tributi, curerà le provviste e farà riempire i granai per non essere sorpreso dall’inondazione o dalla siccità.
In questo modo, avendo cura del proprio popolo, ne conserverà l’affetto. Potrà così guidarlo ed il popolo lo seguirà con vantaggio ovunque egli vada, come acqua che scorre.”
7) Cfr. Shalmit Bejarano, ”Picturing Rice Agriculture and Silk Production: Appropriation and Ideology in Early Modern Japanese Painting”, dissertazione presentata il 2 aprile 2010 alla Facoltà d’Arti e Scienze dell’Università di Pittsburgh, nota 44 alla pag. 26.
8) La notizia è riportata da Wáng Yīnlíng 王应麟 (1223 d.C-1296 d.C.) nel suo libro “Il Mare di Giada”( 玉海 “yù hăi”), pubblicato nel 1252 d.C.
9) Cfr. “Annali degli avvenimenti occorsi durante l’era Jiànyán” (建炎以來繫年要 錄 “jiànyán yǐlái xì nián yào lù”), volume 87, paragrafo 20: “ Al tempo degli antenati furono dipinti nel Padiglione dell’Eterna Primavera due affreschi murali che illustravano la coltivazione dei campi, l’allevamento dei bachi da seta e la tessitura della seta” ( 祖宗時於延春閣兩壁畫農家養蠶織絹 “zǔzōng shí yú yán chūn gé liǎng bìhuà nóngjiā yǎng cán zhī juà”).
Secondo S. Bejarano (op.cit., nota 44 alla pag.26) gli affreschi furono commissionati dall’Imperatore Rénzōng 仁宗 dei Sòng Settentrionali, il quale regnò dal 1022 d.C. al 1063 d.C.
10) Sebbene le versioni posteriori del Gēngzhītú giunte fino a noi contengano 45 illustrazioni ( 21 nel rotolo dedicato all’agricoltura e 24 in quello dedicato alla sericoltura), alcuni studiosi hanno considerato che tale asimmetria non appare normale e che la versione originale doveva verosimilmente contenere 48 illustrazioni equamente ripartite fra i due volumi conformemente alla tradizionale suddivisione delle stagioni dell’anno in 24 periodi.
11) Nella citata lettera di Lóu Hóng 樓洪 si legge:” In un attimo la fama delle illustrazioni e delle poesie sull’agricoltura e sulla sericoltura si diffuse dappertutto. Poco tempo dopo, il poeta fu invitato ad un’udienza imperiale. Egli offrì un esemplare dei rotoli con le illustrazioni e le poesie all’imperatore, che li apprezzò moltissimo e li fece subito avere all’imperatrice perché li vedesse anche lei. …Ne furono realizzate copie su metallo e su pietra per conservarli alla posterità.”
In una lettera di Lóu Yào 樓鑰 ( 1137 d.C.—1213 d.C.), bisnipote di Lóu Shóu, leggiamo: “L’imperatore apprezzò l’opera e ricompensò Lóu Shóu. Diede pure ordine di copiare le illustrazioni sui paraventi delle sale interne del palazzo, menzionando su di essi il nome di Lóu Shóu.”
12) Il rotolo (inchiostro e colori su seta) è alto 27,5 cm e lungo 513 cm. Esso contiene 24 illustrazioni ed è conservato nel Museo Provinciale del Hēilóngjiāng 黑龙江省博物馆.Cfr. https://baike.baidu.com/item/%E8%9A%95%E7%BB%87%E5%9B%BE/3392634
13) Si può trovare la traduzione delle poesie di Lóu Shóu in Roslyn Lee Hammers,” The Production of Good Government: Images of Agrarian Labor in Southern Song and Yuan China”, History of Art, University of Michigan, 2002, pp. 202-235.
14) Il rotolo completo non esiste più. Esso fu infatti tagliato, secoli fa, in Giappone per ricavarne alcuni rotoli verticali. Tre di questi rotoli sono stati ricomposti in un rotolo orizzontale, che tuttavia rimane lacunoso, nel Museo di Cleveland. Roslyn Lee Hammers , “Pictures of Tilling and Weaving – Art, labor and Technology in Song and Yuan China”, Hong Kong University Press, 2011, pag.25, dubita tuttavia dell’attribuzione a Liáng Kái e ritiene che si tratti di una copia d’epoca più tarda, seppure di alta qualità.Cfr.
Sericulture (The Process of Making Silk) | Cleveland Museum of Art (clevelandart.org)
15) Metropolitan Museum di New York Cfr.
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/72769
16) Nella biografia di Luō Yuánjué 罗原觉 (1891-1965), famoso antiquario e collezionista, scritta da Luō Yŭlín 罗雨林, si legge che egli possedeva: ”Il secondo rotolo delle antiche ‘Illustrazioni dell’aratura e della seminatura’ nel Jiāngnán, che era appartenuto a Tuōtuō, Ministro delle Finanze della dinastia Yuán. Alla fine del rotolo c’è una nota di Hú Gēchì , recante la data del giorno detto “guĭsì” nel tredicesimo anno dell’era Zhìzhèng: rispettosamente offerto come ricordo al Ministro delle Finanze Tuōtuō (元大司农司脱脱所藏江南旧本耕稼图后半卷,这幅画的卷末有至正十三年癸己忽哥赤叙,呈献大司农司脱脱的款记,“yuán dà sī nóng sī tuō tuō suǒ cáng jiāngnán jiù běn gēng jià tú hòu bàn juǎn, zhè fú huà de juǎn mò yǒu zhì zhèng shísān nián guǐ jǐ hū gē chì xù, chéngxiàn dà sī nóng sī tuō tuō de kuǎn jì”.)
17) L’attribuzione a Hú Gēchì è sostenuta da Roslyn Lee Hammers, “Pictures of Tilling and Weaving – Art, labor and Technology in Song and Yuan China”, Hong Kong University Press, 2011, pp. 28-29
18) Nulla si sa di questo pittore. S.Bejarano (op.cit.,pag.38, nota 72) ritiene che possa trattarsi di un nome inventato in epoca più recente.
19) I rotoli (inchiostro e colori su carta) misurano rispettivamente 1249,3 cm X 31,9 cm (agricoltura) e 1034 X 32,6 cm (sericoltura).
http://www.gmzm.org/?gujitushu/chengqimoloushoucanzhitu.html
https://asia.si.edu/object/F1954.21/
20) Non è stata conservata alcuna copia di questo libro in Cina, ma ne esiste una riproduzione effettuata nel 1676 in Giappone da Kanō Einō 狩野 永納 con il titolo ”Illustrazioni dell’agricoltura e della sericoltura”( 耕織図 “ kōshoku zu”), che è conservata nella Biblioteca della Dieta Nazionale a Tokyo (国立国会図書館 “kokuritsu kokkai toshokan”). Cfr.S.Bejarano, op.cit., pagg.117-119
耕織図. 上 - 国立国会図書館デジタルコレクション (ndl.go.jp)
L'esemplare che ho consultato si riferisce però unicamente all'agricoltura (coltivazione del riso).
21) La prima edizione del 1502 è purtroppo andata perduta. Rimangono invece un’edizione del 1544, in cui la qualità delle immagini è alquanto scadente, e un’edizione del 1593, in cui viceversa le illustrazioni sono molto nitide.
22) Il titolo completo dell’opera, pubblicata dalla casa editrice Zhŏngdétáng 種德堂 della famiglia Xióng 熊氏 a Jiànyáng 建陽 nel Fújiàn 福建 è “Nuova edizione rivista ed ampliata dei ‘Mari di conoscenze e miniere di giada’ per uso delle quattro classi della popolazione (新刊翰苑廣記補訂四民捷用學海群玉 “xīnkān hànyuàn guǎngjì bǔdìng sìmín jiéyòng xuéhǎi qún yù”).
23) L’influenza del Gēnzhītú sulla pittura giapponese è dettagliatamente trattata nell’opera di S. Bejarano, già citata alla nota n.7.
24) Le illustrazioni relative all’agricoltura riportano le scene seguenti:
I) Concia umida delle sementi II) Aratura III) Erpicatura IV) Erpicatura in profondità V) Livellamento VI) Semina VII) Nascita delle piantine VIII) Ammendamento del terreno IX) Estrazione delle piantine X) Trapianto XI) Prima monda XII) Seconda monda XIII) Terza monda XIV) Irrigazione XV) Raccolto XVI) Costruzione dei pagliai XVII) Battitura XVIII) Pestatura XIX) Setacciatura XX) Vagliatura XXI) Molitura XXII) Immagazzinamento XXIII) Ringraziamento agli dei
Le illustrazioni relative alla sericoltura riportano le scene seguenti (i termini cinesi non corrispondono necessariamente ai termini tecnici in uso presso di noi):
I) Messa a bagno della semenza II) Secondo riposo III) Terzo riposo IV) Grande risveglio V) Secrezione del filamento VI) Installazione dei graticci VII) Raccolta delle foglie di gelso VIII) Deposito sui graticci IX) Riscaldamento dei graticci X) Sgretolamento XI) Selezione dei bozzoli XII) Copertura dei bozzoli XIII) Dipanatura del filo XIV) Nascita delle farfalle XV) Sacrificio agli dei XVI) Trama XVII) Tessitura XVIII) Avvolgimento del filo sull’aspo XIX) Assemblaggio XX) Tintura XXI) Tessitura rabescata XX) Taglio delle pezze XXIII) Confezione degli abiti
Gli antichi calendari presupponevano che il movimento del sole fosse costante e dividevano perciò il cielo in 24 segmenti (节气 “jièqì”) identici, a ciascuno dei quali doveva corrispondere lo stesso numero di giorni.
25) « Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie »,ed. Jean -Claude Lattes, 2003.
26) Le poesie di Kāngxī figurano da sole unicamente nell’album del 1696, il cui committente fu l’imperatore stesso. In altri rotoli, album e libri stampati che trattano i temi dell’agricoltura e della sericoltura, possiamo eventualmente trovarle in compagnia di altri versi, oltre ai versi originali di Lóu Shóu. Composero infatti versi per il Gēnzhītú anche gli imperatori Yōngzhèng e Qiánlóng.
27) La data figurante nel testo ( 康熙三十五年春二月社日 “kāngxī sānshíwǔ nián chūn èr yuè shè rì ”) dovrebbe corrispondere a un giorno della fine di marzo del 1696, giacché la festa degli dei delle campagne ricorreva il quinto giorno dopo l’inizio della primavera.
28) Una stampa di una di queste tirature è conservata nel British Museum di Londra. Cfr:
https://www.britishmuseum.org/collection/object/A_1949-0709-0-1
Essa menziona Jiāo Bĭngzhēn 焦秉貞 come disegnatore e Zhū Gūi 朱圭 come incisore.
Un album si trova nel Jordan Schnitzer Museum of Art dell’Università dell’Oregon, a Eugene, Oregon.
https://archive.org/details/MWCH51Album/page/n43/mode/2up
Un altro album si trova nella Biblioteca dell’Università Normale della Cina Orientale (华东师范大学 “huádōng shīfàn dàxué”) a Shàngăi.
http://english.ecnu.edu.cn/_t89/65/90/c1706a157072/page.htm
Un’edizione fotostatica di un album di “Illustrazioni dell’agricoltura e della sericoltura” stampate e colorate a mano (墨印 彩繪耕織圖 “mòyìn căihuì gēngzhītú”) conservato a Pechino è stata pubblicata nel 1999 dalla Casa Editrice della Biblioteca Nazionale di Pechino (北京图书馆出版社 “běijīng túshūguǎn chūbǎnshè”).
29) Per la copia conservata nella Libreria del Congresso cfr:htpp://www.loc.gov/resource/lcnclscd.2012402859.1A001/?sp=23&r=-0.072,-0.035,1.143 https,0.702,0
30) Il missionario gesuita Ferdinand Verbiest (1623-1688) ricorda nel suo Trattato “Astronomia Europaea”, pubblicato nel 1678, pag.78, che il padre Lodovico Buglio S.J.(1606-1682) offrì a Kāngxī tre dipinti composti secondo le regole della prospettiva occidentale e che l’imperatore li fece esporre nei giardini della sua residenza.
31) L’album, conservato nel Museo del Palazzo di Pechino, è composto di tavole di seta (30 cm x 27cm). Esso è montato come quello di Kāngxī: le illustrazioni, che si ispirano a quelle di Jiāo Bĭngzhēn, sono sovrastate dalle poesie dell’imperatore Yōngzhèng. (cfr.Nathalie Monnet in “Le Gengzhitu Le livre du riz et de la soie », cit., pag.32) Cfr. https://zh.wikipedia.org/wiki/%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96
https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk024D0Ws5PYHbkkmtn1yulyF0jv_UQ:1606646778721&source=univ&tbm=isch&q=%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E5%B8%9D+%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96&sa=X&ved=2ahUKEwjUn5nUyaftAhWosKQKHY3HAc4QjJkEegQIBBAB&biw=1920&bih=937
https://sqr5.wordpress.com/2016/06/18/%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E8%80%95%E7%BB%87%E5%9B%BE/
32) La notizia è riportata nella biografia di Léi Méng che figura al capitolo 38 delle “Cronache di Jiāozhōu”( 膠州志 “jiāozhōuzhì”).
33) Per il Gēngzhītú di Lĕng Méi cfr:
https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk02kDgYOjvO5-JBj2MvO0N4jg2PL8g:1606647878785&source=univ&tbm=isch&q=%E5%86%B7%E6%9E%9A+%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96&sa=X&ved=2ahUKEwiU59_gzaftAhWvM-wKHVb6Bz8QjJkEegQIAxAB&biw=1920&bih=937
https://enfilade18thc.com/2016/06/19/exhibition-emperors-treasures-chinese-art-from-the-national-palace-museum-taipei/
34) L’osservazione è riportata da Nathalie Monnet in “Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie »,cit.,pag. 33
35) Paul Pelliot, nell’articolo ”À propos du K’eng tche t’ou”, pubblicato nel 1913 nelle “Mémoires concernant l’Asie Orientale », vol.1, pag. 74, così descrive questo album :
“ Un magnifique exemplaire d’un K’eng tche t’ou en deux volumes publié avec une préface impériale de K’ien-long datée de 1739. Les albums ont 0 m 28 sur 0 m28 1/2 et sont ainsi presque carrés. En tête du premier album relatif à l’agriculture, K’ien-long a reproduit l’ancienne préface de K’ang-hi suivie d’une autre que lui-même a composée et écrite. En ouvrant l’album, on a chaque fois à gauche une des planches de Tsiao Ping-tcheng et à droite les textes correspondants. »
36) Nel 1742 Qiánlóng fece pubblicare, con una propria prefazione, un “Trattato completo di istruzione per tutte le stagioni” (欽定授時通考 " qīndìng shòushí tōng kǎo”), compilazione enciclopedica in 78 volumi che raccoglieva tutti i documenti relativi all’agricoltura tramandati dalle precedenti dinastie, fra i quali figurava anche un’edizione del Gēngzhītú. Cfr. www.yac8.com/news/14657.html
37) Troviamo, ad esempio, in Giappone una serie di dodici stampe del celebre Kitagawa Utamaro 喜多川 歌麿 (1753-1806), realizzata nel 1802 ed intitolata “Attività femminili nella sericoltura ( 女織蚕手業草 “joshoku kaiko tewaza-gusa), in cui le donne impegnate in tali lavori non sono povere contadine, bensì le belle fanciulle del quartiere di Yoshiwara.
In Corea troviamo, fra l’altro, un album di stampe realizzato nel 1810 da Shin Yun-bok (1758-1813), meglio conosciuto con il nome d’arte di Hyewon, ed alcuni paraventi sui cui panelli sono riprodotte scene d’agricoltura e di sericultura.
Cfr.
https://glam.uoregon.edu/s/fabric-of-collecting/page/collecting-pictures-of-tilling-weaving#?c=&m=&s=&cv=&xywh=-742%2C-331%2C17394%2C6658
https://archive.org/details/MWCH51Album/page/n36/mode/2up
Genre Painting of Farming and Weaving on an Ten-panel Folding Screen - unknown — Google Arts & Culture
http://ails/Albumgehttps://archive.org/detngzhitu/page/n2/mode/2up
38) Per i poster di argomento agricolo pubblicati nella Repubblica Popolare Cinese Cfr. https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk031KW2a8ZoIR4OEu1I8SzVJqbR7sg:1606487334067&source=univ&tbm=isch&q=chinese+agricultural+propaganda+posters&sa=X&ved=2ahUKEwj1-ofX96LtAhXE2qQKHZ-PDGsQjJkEegQIBBAB&biw=1920&bih=937
Il Gēngzhītú
Nel 1234 un critico d’arte indicò l’”illustrazione dell’agricoltura e della sericoltura” (耕織圖 “gēngzhītú”) come uno dei tredici temi classici della pittura cinese.
L’agricoltura e la sericoltura sono, in effetti, un argomento che ha avuto vasta risonanza fin dalla più remota antichità, se non nella pittura (della quale peraltro non ci è giunto molto che risulti anteriore alle dinastie Sòng 宋朝 e Yuān 元朝 ), nella letteratura e nel pensiero politico cinese.
Numerosi riferimenti a queste due attività figurano nella più antica raccolta poetica del paese, il Shījīng 詩經.
La 154a ode della raccolta ( Sezione Prima “I Canti degli Stati” 國風, 15° Capitolo “Le Odi di Bín” 豳風), intitolata “Il settimo mese”( 七月 “qīyuè”), ad esempio, descrive i lavori degli uomini e delle donne durante i vari mesi dell’anno, con particolare attenzione alle pratiche della sericoltura. (1)
La 228a ode ( Sezione Seconda “Le Piccole Odi” 小雅, 8° Capitolo “La decade di Dōu Rén Shì” 都人 士之什), intitolata “I Gelsi delle Paludi” (“隰桑 “xí sāng”), esalta la bellezza dei gelsi. (2)
La coltivazione dei campi e la tessitura furono percepite fin dall’inizio come i due pilastri fondamentali su cui si reggeva una società organizzata. La prima di queste attività forniva agli uomini gli alimenti indispensabili per condurre una vita stabile, non subordinata alle alee della caccia e della raccolta dei frutti selvatici, la seconda permetteva loro di sopravvivere ai rigori del clima e di distinguersi dagli animali.
I sovrani più saggi sapevano di dover fondare su di esse la propria azione politica.
Si veda, a questo riguardo, un passo significativo del libro di Mencio ( Capitolo VII° 盡心 “jìnxīn”, Parte Prima, Paragrafo 22), in cui il filosofo elogia il semileggendario re Wén dei Zhōu 周文王 per aver saputo garantire il benessere ai propri sudditi favorendo lo sviluppo dell’agricoltura e della sericoltura. (3)
Fin dai tempi più remoti, l’imperatore si sentì in dovere di sottolineare con gesti altamente simbolici questa concezione politica.
Leggiamo nel capitolo intitolato “Descrizione Sommaria dei Sacrifici” ( 祭統 “jì tŏng”) del “Libro dei Riti” (禮記 “lĭjì”) il seguente passo:
“Perciò l’imperatore arava lui stesso un campo nella pianura a sud della capitale, per poter disporre dei semi di cereali da offrire nei vasi sacrificali. Perciò l’imperatrice allevava lei stessa dei bachi da seta nella campagna a nord della capitale per poter fornire gli abiti di seta da usare nelle cerimonie.
Ciascuno dei principi del sangue arava per lo stesso motivo un campo ad est della capitale.
Ciascuna delle loro mogli allevava per lo stesso motivo dei bachi da seta nella campagna a nord della capitale.
L’imperatore ed i principi non mancavano certo di servitori per lavorare la terra, né le loro consorti mancavano di domestiche per allevare i bachi da seta, ma tutti volevano mostrare, con un gesto simbolico, la sincerità dei loro sentimenti.
Provare dei sentimenti sinceri significa impegnarsi a fondo. Impegnarsi a fondo significa avere rispetto nei confronti degli dei.
Chi aveva rispetto e si impegnava a fondo era degno di servire le gloriose divinità.
Ecco come si compivano i sacrifici”. (4)
La stessa motivazione è espressamente indicata nel capitolo 17 “Agricoltura e Sericoltura” ( 耕桑 ” gēngsāng”) della “Discussione virtuosa nella Sala della Tigre Bianca” (白虎通德論 “báihǔ tōng dé lùn”), resoconto di una discussione tra saggi svoltasi nel 79 d.C.:
“Perché l’Imperatore ara il campo e l’Imperatrice alleva i bachi da seta? Per dare a tutti l’esempio della coltivazione dei campi e dell’allevamento dei bachi da seta. L’imperatore coltiva la terra per poter provvedere ai sacrifici nei templi ancestrali. L’imperatrice raccoglie le foglie di gelso e alleva i bachi per poter confezionare gli abiti da cerimonia”. (5)
L’importanza fondamentale per il benessere dei sudditi di una politica attenta a promuovere lo sviluppo dell’agricoltura e della sericoltura è sottolineata nel famoso “Memoriale sull’Incoraggiamento dell’Agricoltura” presentato nel 178 a.C. dal Ministro Cháo Cuò 晁錯 all’imperatore Wén dei Hàn 漢文帝 , che regnò dal 179-a.C. al 157 a.C.). (6)
Questa dottrina, che, usando un termine venuto in voga in Europa durante il XVIII° secolo, potremmo chiamare “fisiocratica”, cominciò gradualmente ad essere propagandata anche nelle opere degli artisti.
Già sotto la dinastia Táng 唐朝, scene relative alle attività agricole sarebbero state dipinte sulle pareti del palazzo imperiale. (7)
Si narra che l’Imperatore Shìzhōng della dinastia Liáo 遼世宗, il quale regnò dal 919 al 951, fece scolpire statuette lignee di agricoltori, tessitrici e fanciulle che allevavano bachi da seta e le espose nel palazzo imperiale. (8)
Un sovrano dei primi tempi dell’epoca Sòng fece dipingere nel Padiglione dell’Eterna Primavera (延春閣 “yán chūn gé”) scene di agricoltura e di sericoltura. (9)
Nel XII° secolo d.C. i nomadi Jurchen ( 女真 ”nǚzhēn”) attaccarono l’Impero dei Sòng大宋 e riuscirono a conquistarne la capitale e le regioni settentrionali dove fondarono un proprio Stato, che chiamarono Dà Jīn 大金. Il principe Zháo Gòu 趙構, rifugiatosi nelle regioni meridionali, riuscì a mantenerne il controllo e a perpetuare la dinastia, che fu detta, da allora in poi, Dinastia dei Sòng Meridionali 南宋朝 (“nán sòng cháo”).
I continui scontri con il Dà Jīn, la distruzione dell’apparato amministrativo, l’afflusso di centinaia di migliaia di profughi dalle regioni settentrionali esercitavano però un’enorme pressione sul nuovo Stato, la cui situazione economica appariva tutt’altro che florida.
In tali circostanze, appariva evidente che l’Impero dei Sòng Meridionali non poteva acquistare stabilità se non risanando la propria economia, cosa che richiedeva in primo luogo un rilancio dell’agricoltura e delle attività produttive, prima fra tutte la sericoltura.
È proprio in quel periodo che Loú Shóu 樓璹 (1090 - 1162 ), un magistrato originario di Yínxiàn 鄞县 nella prefettura di Míngzhōu 明州 (oggi Níngbō 宁波 nel Zhèjiāng 浙江 ), compose il Gēngzhītú 耕織圖, il più antico libro cinese dedicato ad illustrare le tecniche dell’agricoltura.
Si trattava, come risulta da una lettera del nipote di Lóu Shóu, Lóu Hóng 樓洪, risalente al 1210, di due rotoli recanti illustrazioni accompagnate da poesie di otto versi pentasillabici.
Uno di essi riguardava l’agricoltura ( 耕圖“gēngtú”), l’altro la sericoltura ( 織圖“zhītú”). (10)
Lóu Shóu realizzò due versioni della sua opera.
Una di esse fu presentata nel 1145 all’imperatore Gāozōng 高宗, che l’accolse con grande favore e la mostrò all’imperatrice. L’imperatore fece dipingere dai pittori di corte numerose copie dell’opera. (11)
I rotoli originali del Gēngzhītú non sono giunti sino a noi. Nel 1984 fu tuttavia scoperto a Dàqìng 大庆 nel Hēilóngjiàng 黑龙江 un rotolo intitolato Cánzhītú 蠶織圖 (“Immagini dell’allevamento dei bachi e della fabbricazione della seta”), che, sulla base di uno dei suoi colofoni può essere datato al 1178. (12) È verosimile che questo rotolo fosse accompagnato da un rotolo relativo all’agricoltura, che, purtroppo, non è stato ritrovato.Gli studiosi ritengono che si tratti di una delle copie realizzate per ordine dell’Imperatore Gāozōng.
Un’altra versione dell’opera fu invece conservata in seno alla famiglia del suo autore e le 45 poesie che accompagnavano le illustrazioni furono incise su una stele.
Tanto questa versione quanto la stele sono andate perdute, ma le poesie ci sono state tramandate. (13)
Il Gēngzhītú fu poi fatto stampare, sulla base di incisioni, dai nipoti di Lóu Shou, Lóu Hong 樓洪 e Lou Shēn 楼深.
Tra il 1224 ed il 1235, i rotoli furono di nuovo pubblicati da Wāng Gāng 汪綱 nella forma di un libro stampato.
Un altro Gēngzhītú fu composto, sempre nel periodo Sòng, da Liù Sōngnián 劉松年 (circa 1155 -1224 ), ma purtroppo non è giunto sino a noi.
Di una copia attribuita al celebre pittore Liáng Kăi 梁楷 (1140-1210), che l’avrebbe realizzata nel 1190, possiamo invece ancora vedere alcuni frammenti esposti nel museo di Cleveland. (14)
Dell’epoca Yuán 元朝 (1279 -1368 ) ci sono pervenute due opere relative a questo tema.
La prima di esse, intitolata “Illustrazioni dell’Aratura e della Seminatura”, ( 耕稼圖 “gēng jià tú”) è conservata al Metropolitan Museum di New York. (15) Essa fu realizzata anteriormente al 1353 , come si può dedurre da un colofone datato di quell’anno, in cui Hú Gēchì 忽哥赤, governatore di Guăngzhōu 廣州, dichiara di volerne far dono ad un alto dignitario. (16) A parere degli esperti del museo sarebbe opera di un pittore anonimo; secondo altri studiosi andrebbe attribuita allo stesso Hú Gēchì. (17) Si tratta di un rotolo che contiene le ultime nove scene delle ventuno oggi conosciute.
La seconda, recante il titolo “Gēngzhītú”, fu realizzata da Chéng Qī 程棨 (18) ed è conservata alla Freer Gallery di Washington. (19) Sembra che sia più o meno una copia dell’opera di Lóu Shóu.
Sotto la dinastia Míng 明朝 il Gēngzhītú fu ristampato nel 1462 da Sòng Zōnglŭ 宋宗魯, che riprese la versione a stampa pubblicata due secoli prima da Wāng Gāng. (20)
Una versione ampiamente rimaneggiata del Gēngzhītú appare nell’ “Enciclopedia illustrata per il pubblico” (便民圖纂 ”biànmín túzuăn”), opera edita per la prima volta nel 1502, che fu oggetto di numerose ristampe nel corso del XVI° secolo. (21) Vi figurano 15 illustrazioni concernenti l’agricoltura e 16 illustrazioni concernenti la sericoltura.
Nel 1607 fu pubblicata un’enciclopedia intitolata “Miniere di giada dai mari della conoscenza per uso del pubblico” ( 便用學海群玉 “biànyòng xuéhǎi qúnyù”), che riprendeva le illustrazioni del Gēngzhītú. (22)
Durante l’epoca Míng copie del Gēngzhītú raggiunsero anche il Giappone e la Corea, suggerendo ai pittori locali una tematica di cui si trovano tracce, ad esempio, nelle opere di numerosi autori di stampe giapponesi. (23)
Nel 1689, nel corso di un suo giro d’ispezione nelle province della Cina Meridionale, Kāngxī 康熙, il secondo imperatore della dinastia Qīng 清朝, ricevette in dono da un archivista della regione un raro esemplare del Gēngzhītú di Lóu Shóu sotto forma di alcuni fascicoli di stampe.
L’Imperatore li fece rilegare e concepì l’idea di legare il proprio nome ad una nuova serie di illustrazioni sui temi dell’agricoltura e della sericoltura.
Si rivolse quindi al matematico e pittore di corte Jiāo Bĭngzhēn 焦秉貞 (attivo tra il 1680 e il 1720), originario della città di Jĭníng 濟寧 nello Shāndōng 山東. Jiāo era un funzionario dell’Osservatorio Astronomico Imperiale, istituto cui spettava, fra gli altri, il compito di redigere il calendario.
Jiāo si ispirò certamente all’opera di Lóu Shóu, anche perché non risulta che avesse conoscenza di altre versioni come, ad esempio, quella di Chéng Qī.
Modificò tuttavia il numero totale delle scene portandolo da 45 a 46 e suddividendole in due serie di 23 illustrazioni. Questa scelta garantisce la simmetria tra le scene dedicate all’agricoltura e quelle dedicate alla sericoltura, ma non può spiegarsi con un riferimento alla tradizionale suddivisione dell’anno in segmenti stagionali come si potrebbe fare se ci si trovasse in presenza di due serie di 24 illustrazioni. (24)
L’album originale, venuto in possesso di un libraio collezionista verso la metà del secolo scorso, fu purtroppo rubato al proprietario e da allora è sparito dalla circolazione.
Fortunatamente, prima che l’album fosse rubato, ne erano state fotografate con cura tutte le pagine che sono state pubblicate nel 2003 in un bel volume intitolato “Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie”. (25)
Il proprietario ricordava che l’opera era costituita da una serie di singole pitture entro una superficie quadrata su rettangoli di seta nella cui parte superiore erano state incollate strisce di carta recanti poesie autografe dell’imperatore Kāngxī. (26)
L’album fu terminato nella primavera del 1696, come risulta da una prefazione redatta dallo stesso Kāngxī, in cui si legge :” Questa prefazione è stata composta e redatta nel secondo mese di primavera del 35° anno dell’era Kāngxī, il giorno in cui si festeggiano gli dei delle campagne”. (27) Esso è conosciuto come 御制耕織圖 (“yùzhì gēngzhītú”), vale a dire “Illustrazioni imperiali dell’agricoltura e della sericoltura” perché le poesie che l’accompagnano sono “opera dell’imperatore”( 御制 “yù zhì”).
La firma dell’autore figura sul margine sinistro in basso dell’ultima scena: “Il vostro servitore Jiāo Bĭngzhēn rispettosamente dipinse”( 臣 焦秉貞恭畫 ”chén jiāo bǐngzhēn gōng huà”).
L'imperatore stesso ordinò poi che ne fossero tratte delle incisioni, per poter disporre di un numero elevato di copie da distribuire. Il compito fu affidato a Zhū Gūi 朱圭, uno dei più celebri maestri incisori dell’epoca. Parecchie tirature (alcune in bianco e nero, alcune a colori) furono realizzate durante la vita di Kāngxī, seguite, più tardi, da altre ristampe, nelle quali, talvolta, varia l’ordine delle illustrazioni. (28)
Jiāo Bĭngzhēn, che, nella sua qualità di matematico addetto all’Osservatorio imperiale, era quotidianamente a contatto con i missionari europei che lavoravano nel suddetto osservatorio, aveva imparato da loro le regole della prospettiva occidentale che applicò nelle sue illustrazioni. Queste si differenziano infatti dalle pitture cinesi tradizionali per varie caratteristiche:
- le illustrazioni del Gēngzhītú di Jiāo Bĭngzhēn presentano, contrariamente alla tradizione cinese, un solo punto di vista, sebbene il montaggio dell’album permetta di piazzare l’osservatore al centro di una scena costituita da due illustrazioni, ciascuna delle quali ha il proprio punto di vista, con le linee di fuga che tendono generalmente verso destra nella pagina di destra e verso sinistra nella pagina di sinistra;
- le linee parallele, ad es. quelle di un muro o di una strada, quando si allontanano verso lo sfondo del quadro non rimangono parallele, come nella tradizione cinese, ma si assottigliano per fornire una rappresentazione più precisa del modo in cui le cose appaiono ad una certa distanza;
- le cose e i personaggi sullo sfondo appaiono più piccoli di quelli in primo piano in proporzione alla distanza, adattamento che la pittura tradizionale cinese abitualmente ignora;
-in ogni illustrazione ci sono due linee di fuga, che si incrociano ad angolo acuto verso il centro: su quella che parte dal basso sono situati i personaggi, sull’altra gli edifici e il paesaggio.
Appare curioso che un altro album del Gēngzhītú realizzato dallo stesso Jiāo Bĭngzhēn l’anno successivo (settembre 1697) e conservato nella Libreria del Congresso a Washington presenti caratteri marcatamente diversi. (29)
Nell’album del 1696 la forma quadrata dell’illustrazione costringe il pittore a definire nettamente i limiti del paesaggio, mentre nell’album della Libreria del Congresso la forma rettangolare, con il lato verticale più lungo dell’altro, lascia libero uno spazio in alto che il pittore riempie in modo più tradizionale (ad es.nella tavola 24 “La Confezione degli Abiti”, con un banco di nebbia che sfuma i contorni del bosco).
Nel secondo album si possono inoltre constatare una minore attenzione alle regole della prospettiva e forti contrasti di colori, mentre l’album del 1696 è giocato sulla contrapposizione di colori più tenui e delicati.
Le singole illustrazioni sono infine commentate non dalle poesie di Kāngxī, bensì dai versi originali di Lóu Shóu ricopiati dal famoso calligrafo Yán Yúdūn 嚴虞惇.
Si può forse spiegare l’evidente differenza e la scelta di un diverso commento poetico pensando che il committente dell’album del 1697 non fosse più l’Imperatore Kāngxī, che ammirava, come sappiamo dalle fonti dell’epoca (30) la tecnica pittorica europea, ma un principe o un alto dignitario maggiormente legato allo stile tradizionale.
Ciò sembrerebbe trovare conferma nel modo diverso in cui l’autore firmò l’album: “L’astronomo dell’Osservatorio Imperiale, mandarino di quinto grado, Jiāo Bĭngzhēn, vostro servitore, rispettosamente dipinse”(欽天監五宮 臣 焦秉貞恭畫.” qīn tiān jiān wŭguān chén jiāo bǐngzhēn gōng huà”).
La menzione del rango del pittore e la grafia “minuscola” del termine “il vostro servitore” sarebbero infatti state entrambe fuori luogo se il committente fosse stato l’imperatore stesso, di fronte al quale si annullano la personalità e l’orgoglio di qualsiasi suddito, fosse pure il più alto dignitario.
Il tema dell’agricoltura e della sericoltura suscitò l’interesse anche del successore di Kāngxī, l’imperatore Yōngzhèng 雍正帝, che regnò dal 1722 al 1735, il quale fece realizzare nel 1720 un album su seta le cui tavole si ispirano largamente a quelle dipinte da Jiāo Bĭngzhēn e sono accompagnate da poesie di otto versi quinari composte dall’imperatore stesso. ( 31)
Il nipote di Kāngxī, Qiánlóng 乾隆帝, che regnò dal 1735 al 1796, fece addirittura dipingere due album del Gēngzhītú.
Il primo fu commissionato al pittore Lĕng Méi 冷枚 ( circa 1677- circa 1742) che, secondo il Jiāozhōuzhi 膠州志, “aveva aiutato Jiāo Bĭngzhēn quando questi dipinse il Gēngzhītú. (32)
La ”Storia dei Dipinti dell’Ufficio della Pittura della Dinastia Regnante” (國朝院畫錄 “guó cháo yuàn huà lù”), un catalogo pubblicato nel 1816, lo menziona precisando che era composto di 46 scene, ciascuna sovrastata da una poesia (stampata) dell’imperatore Kāngxī e che era firmato con la formula “Il vostro servitore Lĕng Méi rispettosamente dipinse” (臣冷枚恭畫 ”chén lĕng méi gōng huà”).
L’album, realizzato su seta, è conservato nel Museo del Palazzo a Tàiwān. (33) Le sue tavole sono copie estremamente fedeli delle tavole di Jiāo Bĭngzhēn, anche se presentano alcune leggere differenze, forse per evitare confusioni. I colori sono a volte diversi e lievi differenze appaiono nella calligrafia ed in talune tavole. Ad esempio, nella quarantesima tavola di Jiāo Bĭngzhēn il candeliere è privo della candela che è invece raffigurata nella tavola di Lĕng Méi. (34)
Lo stesso catalogo menziona un secondo album, sempre in quarantasei scene, realizzato dal pittore Chén Méi 陈枚 (circa 1694-circa 1745). Questo album era preceduto da una prefazione dell’Imperatore Qiánlóng recante la data del 1739 e fu oggetto nello stesso anno di una nuova edizione a stampa.(35)
Tale edizione a stampa non fu tuttavia l’unica. Altre ne furono realizzate, tra cui una che figura nell’enciclopedia sull’agricoltura fatta pubblicare da Qiánlóng. (36)
La moda delle illustrazioni dedicate all’agricoltura e alla sericoltura si diffuse largamente in Giappone e in Corea.(37)
In Cina il tema fu trascurato dai successivi imperatori che, durante tutto il XIX° secolo, furono impegnati ad affrontare ingerenze sempre crescenti da parte delle potenze occidentali e manifestazioni sempre più gravi di rivolta da parte dei sudditi.
Un rilancio dei temi pittorici di argomento agricolo ad opera delle autorità di governo si può constatare con i poster di propaganda diffusi sotto l’egida del Partito Comunista nel XX° secolo, ma questa è tutta un’altra storia.(38)
NOTE
1) L’ode mette in rilievo l’importanza dell’abbigliamento per la sopravvivenza nei rigidi mesi invernali:
“…Nel primo mese soffiano venti gelidi,
nel secondo mese tremiamo di freddo.
Se non avessimo vestiti e ruvidi panni,
come faremmo a tirare avanti? ...”
2) Così suonano i versi iniziali delle prime tre strofe:
“Belli i gelsi delle paludi, folte le loro foglie! …
Belli i gelsi delle paludi, carnose le loro foglie!...
Belli i gelsi delle paludi, scure le loro foglie! ...”
3) Riporto qui, per esteso, il contenuto del paragrafo:
“Mencio disse:
Quando Bó Yí, che per sfuggire al re Zhòu si era ritirato sulle rive del Mare Settentrionale, udì che era salito al trono il re Wén si levò e disse: Perché non dovrei andare da lui e mettermi al suo servizio? Ho sentito dire che il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani.
Quando Tài Gōng, che per sfuggire al re Zhòu si era ritirato sulle rive del Mare Orientale, udì che era salito al trono il re Wén, si levò e disse: Perché non dovrei andare da lui e mettermi al suo servizio? Ho sentito dire che il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani.
Tutti gli uomini virtuosi ritenevano infatti opportuno raccogliersi intorno ad un sovrano che sapeva bene come nutrire gli anziani.
Egli aveva attribuito ad ogni famiglia cinque “mŭ” di giardino e intorno alle case aveva fatto piantare alberi di gelso con le cui foglie le donne nutrivano i bachi da seta e potevano così produrre abiti per vestire gli anziani. Aveva assegnato ad ogni famiglia cinque galline e due scrofe da allevare e far figliare in modo che gli anziani potessero sempre nutrirsi di carne. Aveva assegnato ad ogni agricoltore un podere di cento “mŭ”, la cui produzione era sufficiente a nutrire una famiglia di otto persone.
Coloro che dicevano “il re dell’Occidente sa bene come nutrire gli anziani”, intendevano riferirsi al modo in cui egli aveva regolato le abitazioni dei contadini e il lavoro dei campi, aveva insegnato alla gente a coltivare i gelsi e ad allevare animali da carne, aveva istruito le donne e i bambini a darsi da fare per assicurare il nutrimento agli anziani. A cinquant’anni d’età non si può resistere al freddo senza vestiti adatti, a settanta è necessario mangiare carne per mantenersi in salute.
Le persone che non dispongono né di abiti né di cibo sono esposte al freddo e alla fame, ma ciò non accadeva ai sudditi del re Wén.
Ecco perché si diceva che il re Wén sapeva come nutrire gli anziani.”
4) Il brano riportato nel testo figura al quinto paragrafo del capitolo citato.
5) L’opera fu compilata sotto la supervisione dello storico Bān Gù 班固 (“32 d.C - 92 d.C), noto per aver partecipato alla redazione del “Libro dei Hàn” ( 漢書 “hànshū”) .
6) Nel memoriale, che figura nel “Libro dei Hàn” ”( 漢書 “hànshū”), Parte Terza ”I Trattati” (志 “zhì” ), volume 24 “Trattato sul cibo e sulla moneta”( 食貨志 ”shí huò zhì”) si legge quanto segue:
“La ragione per cui il popolo non soffriva la fame sotto il governo dei re saggi del tempo antico non era che costoro coltivassero personalmente i campi per nutrirlo o allevassero personalmente i bachi da seta per vestirlo. La ragione è che la loro politica garantiva il benessere al popolo.
Ecco dunque che, sebbene sotto gli imperatori Yáo e Yŭ ci fossero stati nove anni di inondazioni e sotto l’imperatore Táng nove anni di siccità, non ci fu nell’Impero né gente che cadesse in miseria né gente che morisse di fame, poiché si era fatta riserva di provviste ed erano state prese in anticipo tutte le precauzioni necessarie.
La miseria nasce dalla carestia che nasce, a sua volta, dall’abbandono dell’agricoltura. Se gli uomini non coltivano i campi, non saranno legati alla terra; se non saranno legati alla terra, abbandoneranno i loro villaggi, trascureranno le loro famiglie e si ridurranno alla stregua di uccelli o di animali. Allora, alte mura e profondi fossati, leggi severe e punizioni rigorose non basteranno più a tenerli a freno. Chi ha freddo si accontenta di un paio di stracci per coprirsi; chi ha lo stomaco vuoto è disposto a mangiare qualsiasi cosa. L’uomo tormentato dalla fame e dal freddo non ha più né dignità né vergogna.
La natura stessa dell’uomo fa sì che, se non mangia due volte al giorno, morirà di fame e che, se non è in grado di procurarsi vestiti per l’inverno, morirà di freddo.
Quando non c‘è cibo per lo stomaco vuoto e non ci sono abiti per il corpo intirizzito, nemmeno il più amorevole dei padri potrà provvedere ai propri figli. Come potrà allora un sovrano conservare l’affetto dei propri sudditi?
Il saggio governante, consapevole di ciò, incoraggerà quindi l’agricoltura e la sericoltura, alleggerirà l’imposta sui raccolti e gli altri tributi, curerà le provviste e farà riempire i granai per non essere sorpreso dall’inondazione o dalla siccità.
In questo modo, avendo cura del proprio popolo, ne conserverà l’affetto. Potrà così guidarlo ed il popolo lo seguirà con vantaggio ovunque egli vada, come acqua che scorre.”
7) Cfr. Shalmit Bejarano, ”Picturing Rice Agriculture and Silk Production: Appropriation and Ideology in Early Modern Japanese Painting”, dissertazione presentata il 2 aprile 2010 alla Facoltà d’Arti e Scienze dell’Università di Pittsburgh, nota 44 alla pag. 26.
8) La notizia è riportata da Wáng Yīnlíng 王应麟 (1223 d.C-1296 d.C.) nel suo libro “Il Mare di Giada”( 玉海 “yù hăi”), pubblicato nel 1252 d.C.
9) Cfr. “Annali degli avvenimenti occorsi durante l’era Jiànyán” (建炎以來繫年要 錄 “jiànyán yǐlái xì nián yào lù”), volume 87, paragrafo 20: “ Al tempo degli antenati furono dipinti nel Padiglione dell’Eterna Primavera due affreschi murali che illustravano la coltivazione dei campi, l’allevamento dei bachi da seta e la tessitura della seta” ( 祖宗時於延春閣兩壁畫農家養蠶織絹 “zǔzōng shí yú yán chūn gé liǎng bìhuà nóngjiā yǎng cán zhī juà”).
Secondo S. Bejarano (op.cit., nota 44 alla pag.26) gli affreschi furono commissionati dall’Imperatore Rénzōng 仁宗 dei Sòng Settentrionali, il quale regnò dal 1022 d.C. al 1063 d.C.
10) Sebbene le versioni posteriori del Gēngzhītú giunte fino a noi contengano 45 illustrazioni ( 21 nel rotolo dedicato all’agricoltura e 24 in quello dedicato alla sericoltura), alcuni studiosi hanno considerato che tale asimmetria non appare normale e che la versione originale doveva verosimilmente contenere 48 illustrazioni equamente ripartite fra i due volumi conformemente alla tradizionale suddivisione delle stagioni dell’anno in 24 periodi.
11) Nella citata lettera di Lóu Hóng 樓洪 si legge:” In un attimo la fama delle illustrazioni e delle poesie sull’agricoltura e sulla sericoltura si diffuse dappertutto. Poco tempo dopo, il poeta fu invitato ad un’udienza imperiale. Egli offrì un esemplare dei rotoli con le illustrazioni e le poesie all’imperatore, che li apprezzò moltissimo e li fece subito avere all’imperatrice perché li vedesse anche lei. …Ne furono realizzate copie su metallo e su pietra per conservarli alla posterità.”
In una lettera di Lóu Yào 樓鑰 ( 1137 d.C.—1213 d.C.), bisnipote di Lóu Shóu, leggiamo: “L’imperatore apprezzò l’opera e ricompensò Lóu Shóu. Diede pure ordine di copiare le illustrazioni sui paraventi delle sale interne del palazzo, menzionando su di essi il nome di Lóu Shóu.”
12) Il rotolo (inchiostro e colori su seta) è alto 27,5 cm e lungo 513 cm. Esso contiene 24 illustrazioni ed è conservato nel Museo Provinciale del Hēilóngjiāng 黑龙江省博物馆.Cfr. https://baike.baidu.com/item/%E8%9A%95%E7%BB%87%E5%9B%BE/3392634
13) Si può trovare la traduzione delle poesie di Lóu Shóu in Roslyn Lee Hammers,” The Production of Good Government: Images of Agrarian Labor in Southern Song and Yuan China”, History of Art, University of Michigan, 2002, pp. 202-235.
14) Il rotolo completo non esiste più. Esso fu infatti tagliato, secoli fa, in Giappone per ricavarne alcuni rotoli verticali. Tre di questi rotoli sono stati ricomposti in un rotolo orizzontale, che tuttavia rimane lacunoso, nel Museo di Cleveland. Roslyn Lee Hammers , “Pictures of Tilling and Weaving – Art, labor and Technology in Song and Yuan China”, Hong Kong University Press, 2011, pag.25, dubita tuttavia dell’attribuzione a Liáng Kái e ritiene che si tratti di una copia d’epoca più tarda, seppure di alta qualità.Cfr.
Sericulture (The Process of Making Silk) | Cleveland Museum of Art (clevelandart.org)
15) Metropolitan Museum di New York Cfr.
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/72769
16) Nella biografia di Luō Yuánjué 罗原觉 (1891-1965), famoso antiquario e collezionista, scritta da Luō Yŭlín 罗雨林, si legge che egli possedeva: ”Il secondo rotolo delle antiche ‘Illustrazioni dell’aratura e della seminatura’ nel Jiāngnán, che era appartenuto a Tuōtuō, Ministro delle Finanze della dinastia Yuán. Alla fine del rotolo c’è una nota di Hú Gēchì , recante la data del giorno detto “guĭsì” nel tredicesimo anno dell’era Zhìzhèng: rispettosamente offerto come ricordo al Ministro delle Finanze Tuōtuō (元大司农司脱脱所藏江南旧本耕稼图后半卷,这幅画的卷末有至正十三年癸己忽哥赤叙,呈献大司农司脱脱的款记,“yuán dà sī nóng sī tuō tuō suǒ cáng jiāngnán jiù běn gēng jià tú hòu bàn juǎn, zhè fú huà de juǎn mò yǒu zhì zhèng shísān nián guǐ jǐ hū gē chì xù, chéngxiàn dà sī nóng sī tuō tuō de kuǎn jì”.)
17) L’attribuzione a Hú Gēchì è sostenuta da Roslyn Lee Hammers, “Pictures of Tilling and Weaving – Art, labor and Technology in Song and Yuan China”, Hong Kong University Press, 2011, pp. 28-29
18) Nulla si sa di questo pittore. S.Bejarano (op.cit.,pag.38, nota 72) ritiene che possa trattarsi di un nome inventato in epoca più recente.
19) I rotoli (inchiostro e colori su carta) misurano rispettivamente 1249,3 cm X 31,9 cm (agricoltura) e 1034 X 32,6 cm (sericoltura).
http://www.gmzm.org/?gujitushu/chengqimoloushoucanzhitu.html
https://asia.si.edu/object/F1954.21/
20) Non è stata conservata alcuna copia di questo libro in Cina, ma ne esiste una riproduzione effettuata nel 1676 in Giappone da Kanō Einō 狩野 永納 con il titolo ”Illustrazioni dell’agricoltura e della sericoltura”( 耕織図 “ kōshoku zu”), che è conservata nella Biblioteca della Dieta Nazionale a Tokyo (国立国会図書館 “kokuritsu kokkai toshokan”). Cfr.S.Bejarano, op.cit., pagg.117-119
耕織図. 上 - 国立国会図書館デジタルコレクション (ndl.go.jp)
L'esemplare che ho consultato si riferisce però unicamente all'agricoltura (coltivazione del riso).
21) La prima edizione del 1502 è purtroppo andata perduta. Rimangono invece un’edizione del 1544, in cui la qualità delle immagini è alquanto scadente, e un’edizione del 1593, in cui viceversa le illustrazioni sono molto nitide.
22) Il titolo completo dell’opera, pubblicata dalla casa editrice Zhŏngdétáng 種德堂 della famiglia Xióng 熊氏 a Jiànyáng 建陽 nel Fújiàn 福建 è “Nuova edizione rivista ed ampliata dei ‘Mari di conoscenze e miniere di giada’ per uso delle quattro classi della popolazione (新刊翰苑廣記補訂四民捷用學海群玉 “xīnkān hànyuàn guǎngjì bǔdìng sìmín jiéyòng xuéhǎi qún yù”).
23) L’influenza del Gēnzhītú sulla pittura giapponese è dettagliatamente trattata nell’opera di S. Bejarano, già citata alla nota n.7.
24) Le illustrazioni relative all’agricoltura riportano le scene seguenti:
I) Concia umida delle sementi II) Aratura III) Erpicatura IV) Erpicatura in profondità V) Livellamento VI) Semina VII) Nascita delle piantine VIII) Ammendamento del terreno IX) Estrazione delle piantine X) Trapianto XI) Prima monda XII) Seconda monda XIII) Terza monda XIV) Irrigazione XV) Raccolto XVI) Costruzione dei pagliai XVII) Battitura XVIII) Pestatura XIX) Setacciatura XX) Vagliatura XXI) Molitura XXII) Immagazzinamento XXIII) Ringraziamento agli dei
Le illustrazioni relative alla sericoltura riportano le scene seguenti (i termini cinesi non corrispondono necessariamente ai termini tecnici in uso presso di noi):
I) Messa a bagno della semenza II) Secondo riposo III) Terzo riposo IV) Grande risveglio V) Secrezione del filamento VI) Installazione dei graticci VII) Raccolta delle foglie di gelso VIII) Deposito sui graticci IX) Riscaldamento dei graticci X) Sgretolamento XI) Selezione dei bozzoli XII) Copertura dei bozzoli XIII) Dipanatura del filo XIV) Nascita delle farfalle XV) Sacrificio agli dei XVI) Trama XVII) Tessitura XVIII) Avvolgimento del filo sull’aspo XIX) Assemblaggio XX) Tintura XXI) Tessitura rabescata XX) Taglio delle pezze XXIII) Confezione degli abiti
Gli antichi calendari presupponevano che il movimento del sole fosse costante e dividevano perciò il cielo in 24 segmenti (节气 “jièqì”) identici, a ciascuno dei quali doveva corrispondere lo stesso numero di giorni.
25) « Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie »,ed. Jean -Claude Lattes, 2003.
26) Le poesie di Kāngxī figurano da sole unicamente nell’album del 1696, il cui committente fu l’imperatore stesso. In altri rotoli, album e libri stampati che trattano i temi dell’agricoltura e della sericoltura, possiamo eventualmente trovarle in compagnia di altri versi, oltre ai versi originali di Lóu Shóu. Composero infatti versi per il Gēnzhītú anche gli imperatori Yōngzhèng e Qiánlóng.
27) La data figurante nel testo ( 康熙三十五年春二月社日 “kāngxī sānshíwǔ nián chūn èr yuè shè rì ”) dovrebbe corrispondere a un giorno della fine di marzo del 1696, giacché la festa degli dei delle campagne ricorreva il quinto giorno dopo l’inizio della primavera.
28) Una stampa di una di queste tirature è conservata nel British Museum di Londra. Cfr:
https://www.britishmuseum.org/collection/object/A_1949-0709-0-1
Essa menziona Jiāo Bĭngzhēn 焦秉貞 come disegnatore e Zhū Gūi 朱圭 come incisore.
Un album si trova nel Jordan Schnitzer Museum of Art dell’Università dell’Oregon, a Eugene, Oregon.
https://archive.org/details/MWCH51Album/page/n43/mode/2up
Un altro album si trova nella Biblioteca dell’Università Normale della Cina Orientale (华东师范大学 “huádōng shīfàn dàxué”) a Shàngăi.
http://english.ecnu.edu.cn/_t89/65/90/c1706a157072/page.htm
Un’edizione fotostatica di un album di “Illustrazioni dell’agricoltura e della sericoltura” stampate e colorate a mano (墨印 彩繪耕織圖 “mòyìn căihuì gēngzhītú”) conservato a Pechino è stata pubblicata nel 1999 dalla Casa Editrice della Biblioteca Nazionale di Pechino (北京图书馆出版社 “běijīng túshūguǎn chūbǎnshè”).
29) Per la copia conservata nella Libreria del Congresso cfr:htpp://www.loc.gov/resource/lcnclscd.2012402859.1A001/?sp=23&r=-0.072,-0.035,1.143 https,0.702,0
30) Il missionario gesuita Ferdinand Verbiest (1623-1688) ricorda nel suo Trattato “Astronomia Europaea”, pubblicato nel 1678, pag.78, che il padre Lodovico Buglio S.J.(1606-1682) offrì a Kāngxī tre dipinti composti secondo le regole della prospettiva occidentale e che l’imperatore li fece esporre nei giardini della sua residenza.
31) L’album, conservato nel Museo del Palazzo di Pechino, è composto di tavole di seta (30 cm x 27cm). Esso è montato come quello di Kāngxī: le illustrazioni, che si ispirano a quelle di Jiāo Bĭngzhēn, sono sovrastate dalle poesie dell’imperatore Yōngzhèng. (cfr.Nathalie Monnet in “Le Gengzhitu Le livre du riz et de la soie », cit., pag.32) Cfr. https://zh.wikipedia.org/wiki/%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96
https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk024D0Ws5PYHbkkmtn1yulyF0jv_UQ:1606646778721&source=univ&tbm=isch&q=%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E5%B8%9D+%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96&sa=X&ved=2ahUKEwjUn5nUyaftAhWosKQKHY3HAc4QjJkEegQIBBAB&biw=1920&bih=937
https://sqr5.wordpress.com/2016/06/18/%E9%9B%8D%E6%AD%A3%E8%80%95%E7%BB%87%E5%9B%BE/
32) La notizia è riportata nella biografia di Léi Méng che figura al capitolo 38 delle “Cronache di Jiāozhōu”( 膠州志 “jiāozhōuzhì”).
33) Per il Gēngzhītú di Lĕng Méi cfr:
https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk02kDgYOjvO5-JBj2MvO0N4jg2PL8g:1606647878785&source=univ&tbm=isch&q=%E5%86%B7%E6%9E%9A+%E8%80%95%E7%B9%94%E5%9C%96&sa=X&ved=2ahUKEwiU59_gzaftAhWvM-wKHVb6Bz8QjJkEegQIAxAB&biw=1920&bih=937
https://enfilade18thc.com/2016/06/19/exhibition-emperors-treasures-chinese-art-from-the-national-palace-museum-taipei/
34) L’osservazione è riportata da Nathalie Monnet in “Le Gengzhitu- Le livre du riz et de la soie »,cit.,pag. 33
35) Paul Pelliot, nell’articolo ”À propos du K’eng tche t’ou”, pubblicato nel 1913 nelle “Mémoires concernant l’Asie Orientale », vol.1, pag. 74, così descrive questo album :
“ Un magnifique exemplaire d’un K’eng tche t’ou en deux volumes publié avec une préface impériale de K’ien-long datée de 1739. Les albums ont 0 m 28 sur 0 m28 1/2 et sont ainsi presque carrés. En tête du premier album relatif à l’agriculture, K’ien-long a reproduit l’ancienne préface de K’ang-hi suivie d’une autre que lui-même a composée et écrite. En ouvrant l’album, on a chaque fois à gauche une des planches de Tsiao Ping-tcheng et à droite les textes correspondants. »
36) Nel 1742 Qiánlóng fece pubblicare, con una propria prefazione, un “Trattato completo di istruzione per tutte le stagioni” (欽定授時通考 " qīndìng shòushí tōng kǎo”), compilazione enciclopedica in 78 volumi che raccoglieva tutti i documenti relativi all’agricoltura tramandati dalle precedenti dinastie, fra i quali figurava anche un’edizione del Gēngzhītú. Cfr. www.yac8.com/news/14657.html
37) Troviamo, ad esempio, in Giappone una serie di dodici stampe del celebre Kitagawa Utamaro 喜多川 歌麿 (1753-1806), realizzata nel 1802 ed intitolata “Attività femminili nella sericoltura ( 女織蚕手業草 “joshoku kaiko tewaza-gusa), in cui le donne impegnate in tali lavori non sono povere contadine, bensì le belle fanciulle del quartiere di Yoshiwara.
In Corea troviamo, fra l’altro, un album di stampe realizzato nel 1810 da Shin Yun-bok (1758-1813), meglio conosciuto con il nome d’arte di Hyewon, ed alcuni paraventi sui cui panelli sono riprodotte scene d’agricoltura e di sericultura.
Cfr.
https://glam.uoregon.edu/s/fabric-of-collecting/page/collecting-pictures-of-tilling-weaving#?c=&m=&s=&cv=&xywh=-742%2C-331%2C17394%2C6658
https://archive.org/details/MWCH51Album/page/n36/mode/2up
Genre Painting of Farming and Weaving on an Ten-panel Folding Screen - unknown — Google Arts & Culture
http://ails/Albumgehttps://archive.org/detngzhitu/page/n2/mode/2up
38) Per i poster di argomento agricolo pubblicati nella Repubblica Popolare Cinese Cfr. https://www.google.com/search?sxsrf=ALeKk031KW2a8ZoIR4OEu1I8SzVJqbR7sg:1606487334067&source=univ&tbm=isch&q=chinese+agricultural+propaganda+posters&sa=X&ved=2ahUKEwj1-ofX96LtAhXE2qQKHZ-PDGsQjJkEegQIBBAB&biw=1920&bih=937