Capitolo XXII
Yuán e Cáo mobilitano ciascuno tre eserciti - Guān e Zhāng catturano insieme i due generali Wáng e Liú
I. Chén Dēng espose a Xuándé il suo piano: “La persona che Cáo Cāo teme di più è Yuán Shào. Costui controlla per intero le contee di Jì, Qīng, Yōu, Bìng, dispone di innumerevoli soldati (1) ed ha al suo servizio molti alti funzionari e molti generali. Perché non gli scrivete una lettera e non mandate qualcuno a chiedergli aiuto?”.
“Shào ed io non ci siamo mai incontrati e, per di più, io ho appena eliminato suo fratello minore. Sarà disposto ad aiutarmi?”.
“Abbiamo qui da noi una persona che è da lunghissimo tempo in stretti rapporti con la famiglia di Shào. Se riceverà una lettera da parte sua, Shào ci verrà certamente in aiuto”.
“Chi sarebbe costui?”gli domandò Xuándé.
“È una persona a cui Vostra Eccellenza mostra rispetto ogni giorno. Com è che non ve ne ricordate?” si stupì Dēng.
“Sarebbe forse il signor Zhèng Kāngchéng?” lo interruppe di scatto Xuándé.
“Proprio lui” confermò Dēng.
II. Zhèng Kāngchéng, il cui nome era Zhèng Xuán, studioso eccellente e di grande talento, era stato allievo di Mă Róng. Costui, quando faceva lezione, aveva l’abitudine di far sedere gli studenti accanto ad una tenda vermiglia dietro la quale c’erano delle fanciulle che cantavano, circondati da domestiche che andavano e venivano. Zhèng ascoltò le lezioni per tre anni senza mai distrarsi e tenendo sempre un contegno perfettamente corretto.
Quando ritornò a casa sua, dopo aver completato gli studi, Mă Róng sospirò e disse: “Zhèng Xuán è l’unico che conosce il segreto del mio insegnamento”.
In casa di Zhèng Xuán le domestiche conoscevano a memoria il “Libro delle Odi”. (2) Una volta, una ragazza rispose sgarbatamente ad una osservazione di Zhèng Xuán e questi, per punizione, la fece inginocchiare con il viso a terra dinanzi alla scalinata di casa. Un’altra domestica le domandò scherzando” Perché distesa nel fango?” (3) La ragazza punita rispose: “ Ho detto una parola e sono incorsa nella sua ira”. (4) Questo era lo stile con cui si viveva in casa di Zhèng Xuán.
Sotto l’imperatore Huán (5), Zhèng Xuán raggiunse il grado di segretario di stato, ma quando la vita politica fu turbata dagli intrighi dei Dieci Eunuchi diede le dimissioni dal’incarico e ritornò a vivere da comune cittadino , ritirandosi a Xúzhōu. Xuándé che era già stato suo allievo quando abitava ancora nel distretto di Zhuō, lo aveva poi consultato spesso quando fu nominato governatore di Xúzhōu e mostrava nei suoi confronti un grande rispetto.
III. Xuándé, tutto felice che gli fosse venuto in mente quell’uomo, si fece subito accompagnare da Chén Dēng a casa di Zhèng Xuán, al quale chiese di scrivere una lettera a Shào. Zhèng Xuán acconsentì di buon grado, scrisse la lettera e la consegnò a Xuándé. Quest’ultimo, la sera stessa, affidò la lettera a Sῡn Qiánxīng perché la portasse a Shào.
IV. Dopo aver letto il messaggio, Shào si mise a riflettere:”Non dovrei aiutare Xuándé perché ha attaccato ed eliminato mio fratello, ma, considerato ciò che mi scrive il segretario di stato Zhèng, non posso non fare qualcosa per salvarlo”. Riunì quindi i suoi collaboratori civili e militari per discutere la mobilitazione di un esercito da inviare contro Cáo Cāo.
V. Il consigliere Tián Féng espresse così il proprio parere:” Le spese militari sono in aumento da molti anni, la popolazione è esausta, i granai sono vuoti. In queste condizioni, è impossibile mobilitare un grande esercito. Sarebbe meglio inviare dapprima dei messaggeri a rendere omaggio all’Imperatore.(6) Se non saranno ricevuti, potremo protestare affermando che Cáo Cāo ci impedisce l’accesso al nostro Sovrano e spedire dei soldati ad occupare Líyáng. Potremo anche costruire più navi per trasportare i soldati sui fiumi, rimettere a nuovo l’equipaggiamento delle truppe e mandare contingenti d’élite a presidiare le zone di confine. Nel giro di un triennio si potranno fare molte cose.”
Il consigliere Shén Pèi non fu di questa opinione. “No” disse” Con il potere di Vostra Eccellenza e con le ricchezze delle regioni a nord del Fiume Giallo (7) ci sarà facile reclutare truppe per vincere i banditi di Cáo Cāo. Perché ritardare il corso naturale delle cose?”. (8)
Il consigliere Jǔshóu disse:”Il segreto della vittoria non sta nelle ricchezze. Cáo Cāo è una persona i cui ordini vengono perfettamente eseguiti ed i cui soldati sono bene addestrati. La sua situazione non è comparabile con quella di Gōngsῡn Zàn, che si era lasciato accerchiare. Oggi noi stiamo abbandonando la buona strategia, che è in grado di offrirci la vittoria, e reclutiamo invece soldati senza alcuna ragione, cosa che Vostra Eccellenza non dovrebbe fare.”
“Questo suggerimento è sbagliato.” disse il consigliere Guō Tú “ Aumentare il numero dei soldati che devono combattere contro Cáo Cāo non sarebbe una valida ragione? Per Vostra Eccellenza è il momento giusto di cogliere al volo una grande opportunità. Vi consiglio di seguire le proposte di Zhèng Xuán e di allearvi con Liú Bèi per difendere la giustizia e per eliminare i briganti di Cáo Cāo. È una causa benedetta dal Cielo e sostenuta dal popolo. Che cosa vogliamo di più?”.
VI. Mentre i quattro consiglieri continuavano a discutere e Shào non sapeva che cosa decidere, si presentarono Xǔ Yōu e Xún Chén.
“I due hanno molta esperienzai” esclamò Shào “Vediamo che cosa ci propongono”.
Dopo lo scambio dei saluti, Shào si rivolse ai nuovi arrivati e domandò loro:” Il segretario di stato Zhèng mi ha inviato una lettera con cui mi chiede di aiutare Liú Bèi e di attaccare Cáo Cāo. Che cosa ne pensate? Dovrei reclutare truppe o non dovrei farlo?”.
I due risposero all’unisono: “Vostra Eccellenza può disporre di truppe più numerose e più forti di quelle dei suoi nemici. Occorre sostenere la Casa Imperiale e sconfiggere i banditi di Hàn. Dovete reclutare altri soldati!”.
“Ciò che voi proponete, è proprio ciò che io intendo fare” disse Shào.
Si discusse allora della mobilitazione.
Per prima cosa, Shào ordinò a Sῡn Qián di ritornare da Zhèng Xuán e di chiedere a Xuándé che si preparasse a venirgli incontro. Poi nominò Shěn Pèi e Féng Jì comandanti dell’esercito. Tián Fēng, Xún Chén e Xǔ Yōu furono nominati consiglieri, Yán Liáng e Wén Chǒu ebbero il grado di generali. Vennero mobilitati 150.000 fanti e 150.000 cavaieri, per un totale di 300,000 soldati scelti e si decise di marciare su Líýáng.
VII. Dopo che furono presi questi provvedimenti, il consigliere Guō Tù dichiarò:” Poiché Vostra Eccellenza sta per lanciare una vasta offensiva contro Cāo, è opportuno che giustifichi la propria azione rendendo noti i crimini di Cāo con un atto d’accusa che dovrà essere diffuso in ogni angolo del paese”.
Shào accolse il suggerimento e ordinò al suo segretario Chén Lín di redigere un manifesto.
Chén Lín, il cui nome di cortesia era Kōngzhāng, era conosciuto come persona di talento. Sotto il regno dell’imperatore Líng, aveva svolto le funzioni di cancelliere capo, ma deluso, dapprima, dal fatto che il primo ministro Hé Jìn non ascoltava i suoi consigli (9) e, più tardi, dal disordine sorto a causa degli intrighi di Dōng Zhuó, aveva finito per ritirarsi a Jìzhōu, dove Shào lo aveva assunto come proprio segretario.
Ricevuto l’ordine di Shào, Chén Lín si mise subito al lavoro.
VIII. Il manifesto da lui redatto era del seguente tenore:
“ I sovrani illuminati, prudenti e saggi, sanno prevedere i pericoli e comportarsi di conseguenza. I ministri leali si preoccupano di prevenire il disordine perché desiderano mantenere salda l’autorità dello stato. Esistono, in questo mondo, uomini straordinari e accadono eventi straordinari. Quando accadono eventi straordinari vediamo altresì compiersi imprese straordinarie. L’uomo straordinario è però qualcuno che sa anche concepire progetti straordinari.
Un tempo, all’epoca della dinastia Qín, il sovrano era debole e il potere si trovava di fatto nelle mani del primo ministro Zhào Gāo, che lo esercitava in modo tirannico e nell’arbitrio più totale. I sudditi erano assoggettati ad un regime di violenza e nessuno osava più parlare apertamente. Alla fine il palazzo di Wàng Yí (10) fu espugnato, il tempio ancestrale dei Qín fu bruciato e il ricordo di quell’umiliazione dura ancor oggi a monito eterno per il mondo.
Negli ultimi anni dell’imperatrice Lǚ (11), il potere fu esercitato da Chăn (12) e Lù (13), che, all’interno della capitale, comandavano le due divisioni della guardia imperiale, mentre, fuori della capitale, controllavano i due principati di Liáng e di Zhào. I due si occupavano a loro arbitrio di tutti gli affari di stato e dominavano la corte, usurpando le prerogative dell’imperatore (14) e terrorizzando il paese. (15) Allora, il marchese di Jiāng (16) e il marchese di Zhūxū (17), raccolte le loro forze, si sollevarono contro gli usurpatori, li uccisero e restaurarono l’autorità del sovrano.
(segue)
NOTE
1) Il testo cinese reca 百萬 (“băi wàn”), letteralmente “cento miriadi”, che può essere inteso come “un milione” o come “milioni”. La cifra è ovviamente iperbolica.
2) Le “Odi”( 詩經 “shī jīng”) sono qui chiamate “Le poesie dei Máo” (毛詩 “máo shī”), perché erano state raccolte ed annotate da Máo Hēng 毛亨 del ducato di Lǔ 魯國 e Máo Cháng 毛萇 del regno di Zhào 趙國 verso la fine del Periodo degli Stati Combattenti (戰國時代 “zhànguó shídài”).
3) È qui citato un verso ( 胡為乎泥中? ”hú wèi hū ní zhōng?”) dell’ode intitolata “Come siam ridotti!” (式微 “shì wēi”), che figura al n. 36 della parte “Odi degli Stati” (國風 “guó fēng”), sezione “Odi di Bèi”( 邶風“bèi fēng”):
“Come siam ridotti!? Come siam ridotti!
Perché non ritorniamo a casa?
Se non fosse per causa tua, o principe,
perché saremmo qui, madidi di rugiada?
Come siam ridotti! Come siam ridotti!
Perché non ritorniamo a casa?
Se non fosse per la tua persona, o principe,
perché saremmo qui, distesi nel fango?”.
L’ode esprime la sofferenza dei soldati trascinati dai loro sovrani in lunghe e disagevoli campagne militari.
4) Il verso qui citato ( 薄言往愬,逢彼之怒 ”báo yán wǎng sù, féng bǐ zhī nù”) è tratto dalla seconda strofa dell’ode intitolata “La barca di cipresso” ( 柏舟“bò zhōu”), che figura al n. 26 della parte “Odi degli Stati” (國風 “guó fēng”), sezione “Odi di Bèi”( 邶風“bèi fēng”):
"La mia mente non è uno specchio,
non posso riflettere qualsiasi cosa.
Di fatto, ho dei fratelli maggiori,
ma non sono capace di obbedire.
Parlo a sproposito, mi lamento
ed incorro sempre nella loro ira."
5) L’imperatore Huán regnò dal 146 d.C. al 168 d.C.
6) Il termine “xiànjié” 獻捷 indicava in origine il bottino preso al nemico, che veniva solennemente presentato alI’Imperatore dopo la vittoria. Da qui nacque il significato di rendere omaggio all’Imperatore.
7) Il nome Héshuò 河朔 designava la regione a nord del Fiume Giallo.
8) La frase “ritardare l’alternarsi del sole e della luna”( 迁延日月 “qiān yán rì yuè”), che ho reso con “ritardare il corso naturale delle cose”, è una frase idiomatica che descrive l’inutilità di qualsiasi tentativo di impedire ciò che deve necessariamente verificarsi.
9) L’espressione idiomatica 諫不聽 “jiăngbùtīng” significa “non seguire i consigli” di qualcuno.
10) Wàng Yí 望夷 era il nome del palazzo in cui risiedevano gli imperatori della dinastia Qín.
11) Lǚ Zhì 呂雉(241 a.C- 180 a.C.), vedova dell’imperatore Liú Bāng 劉邦 (256 a.C.- 195 a.C.) fondatore della dinastia Hàn 漢朝, e madre dell’imperatore Huìdì 恵帝, che regnò dal 195 a.C. al 188 a.C., esercitò il potere dopo la morte del marito e del figlio , favorendo oltre misura i membri della propria famiglia.
12) Lǚ Chán 呂產, nipote dell’imperatrice Lǚ Zhì 呂雉, fu da questa nominato principe di Liáng 梁王 e comandante della prima divisione della guardia imperiale. Dopo la scomparsa dell’imperatrice, complottò con altri membri della sua famiglia per impadronirsi del potere, ma dovette fronteggiare la reazione dei sostenitori della famiglia imperiale. Al termine di un breve periodo di scontri, fu sconfitto ed ucciso mentre tentava di occupare il palazzo imperiale.
13) Lǚ Lù 呂祿, un altro nipote dell’imperatrice Lǚ Zhì 呂雉, fu da questa nominato principe di Zhào 趙王 e comandante della seconda divisione della guardia imperiale. Durante i disordini che seguirono la scomparsa dell’imperatrice, gli fu presentato un falso decreto imperiale che gli ingiungeva di cedere il comando delle sue truppe. Lǚ Lù obbedì e, rimasto senza sostegno militare, fu imprigionato e giustiziato. Dopo la morte di Lǚ Chán e di Lǚ Lù, i nuovi governanti diedero ordine di sterminare l’intera famiglia Lǚ.
14) L’espressione 下陵上替 “xià líng shàng tì”, letteralmente “il mausoleo inferiore si sostituisce a quello superiore” è una frase idiomatica che indica uno stravolgimento delle gerarchie in seguito al quale i ministri esercitano il potere al posto dei loro sovrani.
15) L’espressione 海內寒心 “hǎinèi hánxīn”, letteralmente”terrore tra i (quattro) mari" è una frase idiomatica che descrive una situazione di malgoverno estesa a tutto il paese. Il termine 海內 “hǎinèi”, vale a dire “(territorio) circondato dai mari”, si riferisce alla Cina.
16) Zhōu Bó 周勃, marchese di Jiàng 絳侯, fu uno dei capi della cospirazione contro la famiglia Lǚ e fu nominato nel 179 a.C. cancelliere della destra. Morì nel 169 a.C.
17) Liú Zhāng 劉章, marchese di Zhῡxǔ 朱虛侯, membro della famiglia imperiale, fu uno dei principali avversari della famiglia Lǚ e svolse un ruolo di primo piano nella cospirazione volta a restaurare l’autorità imperiale. Morì nel 177 a.C.